Frasi su cosa
pagina 42

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“Ogni particolare ci conduce a qualcosa, certo; ma quasi sempre ci conduce alla cosa sbagliata. I fatti ci conducono in tutte le direzioni, almeno a quanto mi sembra, come i mille rami di un albero. È solo la vita dell'albero che possiede un'unità e si innalza; è solo la linfa verde che zampilla, come una fontana, verso le stelle.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Variante: "Ogni particolare ci conduce a qualcosa, certo; ma quasi sempre ci conduce alla cosa sbagliata. I fatti ci conducono in tutte le direzioni, almeno a quanto mi sembra, come i mille rami di un albero. È solo la vita dell'albero che possiede un'unità e si innalza; è solo la linfa verde che zampilla, come una fontana, verso le stelle."
Origine: Il Club dei Mestieri Stravaganti, p. 38

Gilbert Keith Chesterton photo

“Nulla di più comune, per esempio, che trovare un critico moderno che scriva cose di questo genere: 'Il Cristianesimo fu soprattutto un movimento ascetico, una corsa al deserto, un rifugio nel chiostro, una rinuncia alla vita e alla felicità; esso non fu che parte di una fosca e inumana reazione contro la natura stessa, un odio pel corpo, un aborrimento dell'universo materiale, una specie di suicidio universale dei sensi e anche dell'individuo. Derivava da un fanatismo orientale come quello dei fachiri, ed era basato su un pessimismo orientale che considerava l'esistenza stessa come un male'. In tutto questo la cosa straordinaria è che tutto è verissimo; vero in ogni particolare, con la sola differenza che è attribuito erroneamente a chi non ci ha niente a che vedere. Non è vero della Chiesa; è vero delle eresie condannate dalla Chiesa. È come se uno fosse obbligato a scrivere un'analisi degli errori e del malgoverno dei ministri di Giorgio III, con la piccola inesattezza che tutto il racconto si riferisse a Giorgio Washington; o come se uno facesse un elenco dei delitti dei bolscevichi con la sola variante di attribuirli allo zar. La Chiesa primitiva fu, sì, ascetica, ma in dipendenza di una filosofia totalmente diversa da quella di una guerra alla vita e alla natura; la quale realmente esistette nel mondo, e basterebbe che i critici sapessero dove andare a cercarla.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

L'Uomo Eterno

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“La famiglia è il test della libertà, perché è l'unica cosa che l'uomo libero fa da sé e per sé.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da Fancies versus fads.

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“Se una cosa merita di essere fatta, merita di essere fatta male.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Da What's wrong with the world.

Gilbert Keith Chesterton photo

“Tutta la differenza fra costruzione e creazione è esattamente questa: una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita; ma una cosa creata si ama prima che esista.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Dalla prefazione a Charles Dickens, Il Circolo Pickwick.

Gilbert Keith Chesterton photo

“Una buona battuta di spirito è una cosa assoluta, sacra, che non si può criticare. I nostri rapporti con una buona battuta di spirito sono immediati e addirittura divini.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Dalla prefazione a Charles Dickens, Il Circolo Pickwick.

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Vladimir Vladimirovič Nabokov photo
Lev L'vovič Tolstoj photo
Lev L'vovič Tolstoj photo
Lev L'vovič Tolstoj photo

“Io sono te e tu sei me, e cosa abbiamo fatto l'uno per l'altro.”

Richard Condon (1915–1996)

Senza fonte

George Best photo

“[Riferito alle donne] Che cosa ci posso fare se mi saltano addosso?”

George Best (1946–2005) calciatore nordirlandese

Origine: Citato in È morto il calciatore George Best http://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2005/11_Novembre/25/best.html, Corriere.it, 11 novembre 2005.

George Best photo
Billie Jean King photo
Martin Landau photo
Dario Salvatori photo

“[Su Rino Gaetano] Io non lo collocherei perché la cosa che più odiava era essere collocato. Secondo me è un talento libero, una personalità libera, poco propensa ai compromessi.”

Dario Salvatori (1951) giornalista, critico musicale e insegnante italiano

Origine: Dal programma televisivo Rino vive! – Ma il cielo è sempre più blu di Antonio Carella, La storia siamo noi, Rai Tre, 19 novembre 2007. ( Link Youtube Parte 4 http://www.youtube.com/watch?v=0UPt5syieKc)

Wilhelm Röpke photo
Christopher Hitchens photo
Edmond de Goncourt photo

“La cosa che sente più stupidaggini al mondo è molto probabilmente un quadro di museo.”

Edmond de Goncourt (1822–1896) scrittore e critico letterario francese

Origine: Citato in Focus n. 93, p. 176

Papa Francesco photo

“Guardare la nostra gente non per come dovrebbe essere ma per com'è e vedere cosa è necessario.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da interviste

Papa Francesco photo

“Questo uomo anziano, questa donna anziana, sono inutili; scarichiamoli, cerchiamo di mandarli nelle case di cura, come si fa con l'impermeabile d'estate con tre naftaline in tasca, negli ospizi perché pensiamo che ora sono da scartare, perché sono inutili. Questo bambino che è in arrivo è un peso per la famiglia: «Oh no, a cosa serve? Non ho idea. Scartiamolo e rimandiamolo al mittente.»”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Questo è ciò che la cultura della morte ci predica.
Omelie, Omelia nella solennità di san Raimondo Nonnato http://www.tempi.it/curate-la-vita-dal-principio-alla-fine-il-cristiano-non-puo-permettersi-il-lusso-di-essere-un-idiota#.UUyayTd42So, Buenos Aires, 31 agosto 2005

Papa Francesco photo

“Noi possiamo camminare quanto vogliamo, noi possiamo edificare tante cose, ma se non confessiamo Gesù Cristo, la cosa non va. Diventeremo una ONG assistenziale, ma non la Chiesa, Sposa del Signore.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Santa Messa con i Cardinali http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130314_omelia-cardinali_it.html, Cappella Sistina, 14 marzo 2013

Vincenzo de' Paoli photo
Vincenzo de' Paoli photo

“Monsignore, seppi che voi desideravate sapere tre cose da noi. Non avendo potuto, allora, aver l'onore di rispondervi, perché me n'andavo in campagna, lo facevo ora ed ecco che cosa vi dico. Prima di tutto: noi siamo interamente sotto l'obbedienza dei nostri signori prelati per andare in qualunque luogo delle loro diocesi, dove ad essi piacerà andare a predicare, catechizzare e ad indurre la povera gente a fare la confessione generale. Poi il nostro compito è di insegnare l'orazione mentale, la teologia pratica e necessaria e le cerimonie della Chiesa a coloro che devono ricevere l'ordine sacro, dieci o quindici giorni avanti I'ordinazione, e di ospitarli da noi dopo che sono diventati preti, affinché rinnovino i devoti affetti che il Signore aveva dato loro nelI'ammetterli agli ordini. In breve, noi siamo come i seni del centurione del Vangelo rispetto ai monsignori prelati in questo, che se essi ci dicono: andate, siamo obbligati ad andare; se essi ci dicono: venite, noi siamo obbligati a venire; fate la tal cosa, e noi siamo obbligati i farla. Di più siamo sottomessi aIle loro visite e correzioni, come i curati e i vicari di campagna, quantunque, per conservare I'uniformità degli spiriti, vi sia un superiore generale al quale i missionari devono obbedire quanto alla disciplina domestica. Ecco, Monsignore, come viviamo coi nostri signori prelati.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Al Vescovo di Beziers, ottobre 1635, vol. I, p. 235
Epistolario

Vincenzo de' Paoli photo

“Trovandomi in una cittadina presso Lione, dove la Provvidenza mi aveva chiamato a fare il parroco, una domenica, mentre mi vestivo per celebrare la messa, vennero a dirmi che, in una casa isolata ad un quarto dl lega di distanza, tutti erano ammalati senza che rimanesse una sola persona per assistere gli altri, e tutti erano in una miseria da non dirsi. Ne fui grandemente commosso, e non mancai dl raccomandarli, nella predica, con tutto I'affetto, al mio popolo; e Dio, toccando il cuore di quelli che mi ascoltavano, fece si che tutti fossero presi da compassione per quei poveri sventurati. Nel pomeriggio tenemmo un'adunanza in casa dl una buona signorina della parrocchia per vedere quali soccorsi fosse possibile portar loro, e ognuno si disse disposto ad andare a consolarli e ad aiutarli secondo i propri mezzi. Dopo il vespro, presi con me un galantuomo della parrocchia e insieme ci mettemmo in cammino verso quella casa. Per la via incontrammo diverse donne che ci precedevano, e un po' più avanti, altre che tornavano. Poiché era estate e faceva molto caldo, alcune di quelle signore si erano fermate lungo la via per riposarsi e rinfrescarsi. Per dirla in breve ve n'erano tante che l'avreste detta una processione. Appena arrivato visitai gli ammalati e andai a prendere il Santissimo Sacramento per quelli che mi erano sembrati in uno stato più grave, quando Ii ebbi confessati e comunicati si trattò dl vedere che cosa fare per soccorrerli nelle loro necessità. Proposi a tutte le buone persone che la carità aveva spinto a recarsi colà, di impegnarsi, un giorno per una, a far da mangiare ad essi, e non solo ad essi ma a quanti in avvenire si fossero trovati in una simile necessità. È cosi che è nata la prima "Carità". In seguito fui chiamato a venire qui. Dopo qualche tempo, andando in missione a Villepreux, che i un villaggio a cinque o sei leghe da Parigi, avemmo I'occasione dl stabilirvi la Carità: fu la seconda. Quindi fu data la possibilità di istituirla anche a Parigi, e San Salvatore fu la prima parrocchia ad averla. Dopo vennero le altre principali parrocchie.”

Vincenzo de' Paoli (1581–1660) sacerdote francese

Alle Figlie della Carità, 13 febbraio 1646
Conferenze

Vincenzo de' Paoli photo
Vincenzo de' Paoli photo
Giuseppe Marello photo

“In una società dove non si santifica la domenica ogni cosa va in rivoluzione.”

Giuseppe Marello (1844–1895) vescovo cattolico italiano

Scritti

Vittorio Del Litto photo
Giuseppe De Rita photo
Giuseppe De Rita photo
William Gibson photo
Charlotte Roche photo
Alexandre Pato photo

“Innanzitutto voglio dire una cosa: Del Piero è un mio grande idolo. Quando ero bambino e giocavo alla playstation mettevo sempre Alex nelle mie squadre. Lui è un esempio, ha fatto tan­to per la Juventus, l'Italia e il mondo del calcio, come Maldini o Ronaldo.”

Alexandre Pato (1989) calciatore brasiliano

Origine: Dall'intervista Pato sfida la Juve: «Del Piero è il mio idolo» http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2011/03/04-112165/Pato+sfida+la+Juve%3A+%C2%ABDel+Piero+%C3%A8+il+mio+idolo%C2%BB, Tuttosport.com, 4 marzo 2011.

Jaroslav Drobný photo

“Orbene, è proprio quello che Galileo non fa. E non può fare, perché egli – per esprimerci in termini moderni – confonde la gravità con la massa. Ed è per questo che la gravità, per lui, non è una «forza» che agisce sul corpo, ma è qualcosa di cui il corpo è «dotato», qualcosa che appartiene al corpo stesso. In tal modo essa non subisce nessuna variazione né nel tempo, né nello spazio. Galileo può ben – seguendo Archimede – astrarre, o far astrazione, della realtà e trascurare la direzione reale che prende la gravità sulla terra (cosa che, d'altra parte, gli rimprovereranno, unanimemente, Simplicio e Sagredo); può, per giustificare questo procedimento presentarci il suo mondo archimedei come una prima approssimazione (nella qual cosa ha ragione, e anche doppiamente ragione: la legge archimedea della caduta è un'approssimazione della legge reale, più complessa; e il mondo archimedeo è, partendo dal mondo geometrico, una prima approssimazione del mondo fisico), ma non può spingere l'«astrazione» oltre, e ciò perché la gravità, come abbiamo visto tante e tante volte, è una proprietà costitutiva del corpo fisico.
La fisica di Galileo spiega ciò che è con ciò che non è. Descartes e Newton vanno piú lontano: le loro teorie fisiche spiegano ciò che è con ciò che non può essere; spiegano il. reale con l'impossibile. Galileo, abbiamo visto, non lo fa. Non gliene facciamo tuttavia una colpa. In realtà, questo impossibile, vale a dire il moto inerziale in linea retta, è in qualche modo meno impossibile per Newton o Descartes di quanto non lo sia per Galileo. O, se si preferisce, l'impossibilità di questo movimento non è la stessa. Non ha la stessa struttura.”

Alexandre Koyré (1892–1964) storico della scienza e filosofo francese

ibidem, p. 282 sg.
Studi galileiani

“Ho eliminato il pensiero suicida. Peccato: era l'unica cosa viva che avessi.”

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

Tutto in Una Notte, Dio Sorride, Compatiamolo!

Stephen Crane photo
Jonathan Coe photo
Alain de Botton photo
Alain de Botton photo
Alain de Botton photo
Alain de Botton photo
Alain de Botton photo
Alain de Botton photo

“Chi pronuncia parole d'amore è come chi lancia un messaggio in codice con una tramittente difettosa, senza mai essere sicuro di cosa viene captato (e, ciò, nonostante, come un dente di leone che libera infinite spore dalle quali una minima parte si riproduce, quel furtuito, ottimistico tentativo di telecomunicazione va compiuto – fiducia nel servizio postale).”

Alain de Botton (1969) scrittore svizzero

On Love
Variante: Chi pronuncia parole d'amore è come chi lancia un messaggio in codice con una trasmittente difettosa, senza mai essere sicuro di cosa viene captato (e, ciò nonostante, come un dente di leone che libera infinite spore delle quali una minima parte si riproduce, quel fortuito, ottimistico tentativo di telecomunicazione va compiuto - fiducia nel servizio postale).

Roberto Capucci photo
Joseph Cotten photo
Jackson Browne photo
Walter Kasper photo

“La vita della fede e l'istinto della fede sono la stessa cosa.”

Jean Pierre de Caussade (1675–1751) gesuita francese

L'abbandono alla divina provvidenza

Demostene photo
Peter Høeg photo
Martin Gardner photo
Publio Virgilio Marone photo
Publio Virgilio Marone photo

“A cosa non spingi i cuori degli uomini, o esecrabile fame dell'oro!”

III, 56-57
Quid non mortalia pectora cogis,
Auri sacra fames!
Eneide

Neville Chamberlain photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo

“Quella sera l'usuraio infamato Yankel D portò a casa la bambina. Eccoci qui, le disse, saliamo il gradino. Siamo arrivati. Questa è la tua porta. Ed ecco, questo che sto girando è il pomolo della tua porta. Ed ecco, qui è dove mettiamo le scarpe quando entriamo. E qui è dove appendiamo le giacche. Parlava come se lei potesse capirlo, mai in toni striduli o a monosillabi infantili, e assolutamente mai con parole senza senso. Questo è il latte che ti do da mangiare. Arriva dal lattaio Mordechai, di cui un giorno farai la conoscenza. Lui tira il latte da una mucca, cosa che se ci pensi è molto strana e inquietante, quindi non ci pensare… Questa è la mia mano che ti accarezza la faccia. Certe persone sono mancine, e altre sono destrorse. Noi non sappiamo ancora cosa sei tu, perché te ne stai semplicemente lì seduta e lasci che sia io a usare la mano… Questo è un bacio. È quello che succede quando si arricciano le labbra e si premono contro qualcosa, a volte altre labbra, a volte una guancia, a volte ancora qualcos'altro. Dipende… Questo è il mio cuore. Lo stai toccando con la mano sinistra non perché sei mancina, anche se potresti esserlo, ma perché sono io che la tengo contro il mio cuore. Quello che senti è il battito del mio cuore. È quello che mi tiene vivo.
Fece un lettino con giornali accartocciati in una pentola fonda per cuocere il pane e lo infilò delicatamente nel forno in modo che la bambina non fosse disturbata dal rumore delle cascatelle. Lasciò aperto lo sportello del forno e restò seduto a guardarla per ore come si potrebbe guardare una pagnotta che lievita.”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

p. 55

Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo

“L'unica cosa peggiore di essere obliatori attivi è essere rammentatori interti.”

Everything Is Illuminated
Variante: L'unica cosa più dolorosa dell'essere obliatori attivi è essere rammentatori inerti.

Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo
Jonathan Safran Foer photo

“E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicità non era il mondo, non erano le bombe e le case in fiamme, ero io, il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza è forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalla felicità un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato.”

Variante: E il cuore mi va in pezzi, certo, in ogni momento di ogni giorno, in più pezzi di quanti compongano il mio cuore, non mi ero mai considerato di poche parole, tanto meno taciturno, anzi non avevo proprio mai pensato a tante cose, ed è cambiato tutto, la distanza che si è incuneata fra me e la mia felicita, non era il mondo, non erano le case in fiamme, ero io con il mio pensiero, il cancro di non lasciare mai la presa, l'ignoranza e forse una benedizione, non lo so, ma a pensare si soffre tanto, e ditemi, a cosa mi è servito pensare, in che grandioso luogo mi ha condotto il pensiero? Io penso, penso, penso, pensando sono uscito dalle felicita un milione di volte, e mai una volta che vi sia entrato.
Origine: Molto forte, incredibilmente vicino, p. 30

Jonathan Safran Foer photo
Alexander Stille photo
Peter Jessen photo
Richard Matheson photo
Robert J. Sawyer photo

“Il… qualsiasi cosa è successa esattamente all'ora programmata per l'inizio del vostro esperimento con l'LHC.”

Robert J. Sawyer (1960) autore di fantascienza canadese

Origine: Flashforward - Avanti nel tempo, p. 43

George R. R. Martin photo
Philippe Starck photo