Frasi su cosa
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“La finzione è utile unicamente perché ci mette nelle condizioni di tenere conto di che cosa è storia e che cosa è astrazione.”

Bernard Williams (1929–2003) filosofo britannico

da Genealogia della verità. Storia e virtù del dire il vero.

“Ogni cosa che è il prodotto della volontà è contornata e trattenuta, e parzialmente formata, da cose che non lo sono.”

Bernard Williams (1929–2003) filosofo britannico

citato in Michael Clark, I paradossi dalla A alla Z

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“Cosa di più desiderabile può essere donato dagli dei che un'ora fortunata?”

Gaio Valerio Catullo (-84–-54 a.C.) poeta romano

LXII, exametrum carmen nuptiale, v. 30

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“Scrivimi ogni cosa che Ti viene in mente, per me non c'è nulla di più caro di ciò che Ti riguarda.”

Alexandr Alexandrovič Blok (1880–1921) poeta russo

Origine: La fidanzata di lillà. Lettere a Ljuba, p. 67

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“Senza soldi e senza regno | Brutta cosa è l'esser re.”

Giovanni Battista Casti (1724–1803) poeta e librettista italiano

da II Re Teodoro in Venezia, atto I, scena I

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“L'eucaristia non è mai una cosa privata. La messa è sempre universale.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

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“Scaricare la tensione con le risate non è stata una cosa conscia.”

Peter Jacobson (1965) attore statunitense

citato nei contenuti speciali dei DVD della quarta stagione di Dr. House, Universal Pictures

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“Non questo è ciò che v'è di piú mirabile al mondo: il lieto in un baleno si converte in triste, se appena un po' a lungo ti ci fermi innanzi; e Allora Dio sa che cosa ti potrebbe frullar per la testa. Chissà, potresti addirittura finire a pensare: «Ma in fin dei conti, soltanto la Koròbočka sta cosí in basso sulla scala infinita della perfettibilità umana? È proprio tanto grande l'abisso che la divide dalla sorella inaccessibile fra le pareti d'una casa aristocratica, con infiorate scale di ghisa, bronzi splendenti, legni preziosi e tappeti, mentre sbadiglia su un libro che si forza a finire, in attesa d'una visita mondano-intellettuale, durante la quale avrà campo di far scintillare il suo spirito e di metter fuori pensieri imparati a memoria, pensieri che secondo le leggi della moda interessano la città per la durata d'una settimana: pensieri che non riguardano già quel che avviene in casa sua e nei suoi possedimenti, trascurati e in isfacelo per l'insipienza dei padroni, bensí quale rivolgimento politico stia preparandosi in Francia, o quale indirizzo abbia preso il cattolicesimo di moda?» Ma avanti, avanti! Perché parlare di questo? Ma perché, dunque, proprio nei momenti che non si pensa a nulla, e si è allegri, senza inquietudini, d'improvviso, per conto suo, ci traversa un'altra bizzarra corrente? Ancora il riso non ha fatto in tempo a sparire del tutto dal volto, e già sei diventato un altro fra le stesse persone di poc'anzi, già un'altra luce t'illumina il volto…”

III; 1977, pp. 55-56
Le anime morte, Parte prima

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“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

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“Che i proponimenti degli uomini siano soggetti a mutare è cosa che non mi cagionò mai sorprese alcune. Una passione li fa nascere, un'altra li fa morire”

Antoine François Prévost (1697–1763) scrittore e storico francese

1931b, p. 79
Storia del Cavaliere des Grieux e di Manon Lescaut

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“Moro raccoglie il testimone di un certo modo di scalare che non è sport, è un'altra cosa. È una filosofia, sono valori, è un pensare a tutto, non solo al risultato.”

Reinhold Messner (1944) alpinista italiano

Origine: Citato in Moro e l'impresa più difficile. "Sul Nanga Parbat con voi" http://www.gazzetta.it/Sport_Vari/Altri_Sport/Alpinismo/20-12-2011/moro-impresa-piu-difficile-sul-nanga-parbat-voi-804082861478.shtml, Gazzetta.it, Milano, 20 dicembre 2011.

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“Di fatto, se interrogo me stesso, non saprei che cosa desiderare o fare di diverso da quello che faccio ora.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

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“La seconda venuta di Y2J è giunta! [La folla lo acclama] E c'è soltanto un modo per regnare, e Jericho regna, è c'è soltanto una ragione per la quale sono tornato a Raw, ovvero salvarci da Randy Orton!… [Boati della folla] Diventando il nuovo campione WWE! [Reazione mista tra boati e fischi con una reazione maggiormente positiva] Il messaggio è stato detto in modo chiaro, Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti sanno che Chris Jericho vuole un match per il titolo, tutti eccetto Randy Orton! E la prima cosa che ho pensato questa settimana è che avremo una risposta si o no, ho pensato questo perché lui non ha spina dorsale. Ma poi ho dovuto riconoscere che lui è soltanto… troppo stupido per capire la domanda. [Boato] Ha un QI inesistente, credo di aver usato parole troppo grandi, ho parlato troppo in fretta, Randy si è perso nel discorso! così, riformulerò la domanda più piano – lo sto per chiedere con parole molto corte in modo che anche Randy possa capirle – Sto per Ortonizzarla, okay?!
Io-voglio-il titolo! [Boato]
È molto semplice, io-voglio-il titolo! Randy, perfino tu potresti capirlo, ho perfino preso delle immagini solo per te Sig. O. [La videocamera si inquadra il Titantron alle spalle di Jericho]
Io. Voglio. Incontro. Titolato. [Una serie di immagini si proietta sul maxischermo dove nella prima è raffigurata Jericho, nella seconda viene raffigurato Cookie Monster, nella terza c'è la fase di un match e nell'ultima la foto del titolo WWE. Queste ultime 2 però nella lingua inglese sono cronologicamente invertite. ] Ditelo con me ora! Io! Voglio! Match! Titolato! Aspetterò in questo ring tutta la notte se sarà necessario Randy, finché tu non verrai in questo ring e mi darai una risposta verbale, una risposta fisica, o una risposta violenta, ma non andrò da nessuna parte, perché ho bisogno di sapere, i Jerichoholics han bisogno di sapere: mi darai un match per il titolo o no?”

Christopher Irvine (1970) wrestler, cantante, attore, presentatore televisivo e conduttore radiofonico canadese

WWE RAW, 26 novembre 2007

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“Non si gode a possedere qualche cosa senza compagnia.”

Erasmo da Rotterdam (1466–1536) teologo, umanista e filosofo olandese

XLVI

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“Ogni uomo, per agire, ha bisogno di credere importante e buona la propria attività. E per questo, qualunque sia la sua condizione, egli non mancherà di crearsi una visione della vita umana in genere, alla luce della quale la sua attività possa apparirgli importante e buona.
Di solito si pensa che il ladro, l'assassino, la spia, la prostituta, riconoscendo cattiva la propria professione, debbano vergognarsene. Invece accade esattamente il contrario. Gli uomini che il destino e i loro peccati o errori hanno posto in una determinata condizione, per quanto sbagliata sia, si creano una visione della vita in genere alla luce della quale questa condizione possa apparir loro buona e rispettabile. Per sostenere poi tale visione gli uomini si appoggiano istintivamente a una cerchia di persone in cui venga riconosciuto il concetto che si sono creati della vita e del loro posto in essa. La cosa ci sorprende quando i ladri si vantano della loro destrezza, le prostitute della loro depravazione, gli assassini della loro crudeltà. Ma ci sorprende solo perché la cerchia, l'ambiente di queste persone è circoscritto, e soprattutto perché noi ne siamo al di fuori. Ma non capita forse lo stesso fenomeno fra i ricchi che si vantano delle loro ricchezze, cioè di ladrocinio, fra i capi militari che si vantano delle loro vittorie, cioè di omicidio, fra i sovrani che si vantano della loro potenza, cioè di sopraffazione? Noi non vediamo in queste persone un concetto distorto della vita, del bene o del male, volto a giustificare la loro condizione, solo perché la cerchia di persone con tali concetti distorti è più vasta, e noi stessi vi apparteniamo.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
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“Non siamo struzzi, e non possiamo credere che se non guarderemo, ciò che non vogliamo vedere non esisterà più. E tanto meno lo possiamo, quando ciò che non vogliamo vedere è quel che vogliamo mangiare. E soprattutto, se almeno fosse necessario tutto ciò! O magari non necessario, ma se non altro almeno utile a qualcosa. E invece? Niente, non è di nessuna utilità. (Coloro che ne dubitano leggano quei numerosi libri che sono stati scritti a questo proposito da scienziati e da medici, e nei quali viene appunto dimostrato che la carne non è affatto necessaria all'alimentazione umana. E non ascoltino invece quei medici veterotestamentari che difendono a spada tratta la necessità di far uso di carne solamente perché la carne è stata ritenuta necessaria per lungo tempo dai loro predecessori e poi anche da loro stessi; costoro la difendono caparbiamente, con malevolenza, così come si difende sempre quel che è vecchio e va ormai cadendo in disuso.) Serve soltanto a educare la gente ai sentimenti bestiali, a sviluppare la bramosia, la lussuria, l'ubriachezza. Il che trova perennemente conferma nel fatto che uomini giovani, buoni, non guastati ancora, e in particolar modo le donne e le fanciulle, sentono, pur senza saperlo, che così come da una cosa ne deriva un'altra, allo stesso modo la virtù non è compatibile con la bistecca, e non appena desiderano esser buoni, abbandonano appunto i cibi a base di carne.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo
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“È solo in Cielo che vedremo la verità riguardo a ogni cosa.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

4 agosto 1897

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“Come siete umano, tenero, pieno di riguardi! Voi fareste la guerra per arrotondare una terra di confine o per le importazioni da un porto straniero; spargereste del sangue per una tassa troppo forte sui merletti e a causa d'un saluto non reso da un ammiraglio; ma per ciò che può rendere la vita degna o miserabile, come siete umano! Ve lo dico, e so quel che mi dico: non ci sono mai state guerre inevitabili e necessarie, tranne le guerre religiose; non vi sono state mai giuste guerre se non di religione; non vi sono state mai guerre umane, se non religiose. In esse si è combattuto per qualche cosa che tendeva per lo meno a formare la felicità e la virtù dell'uomo. Se non altro, il Crociato pensava veramente che l'Islam era causa della perdita d'ogni anima umana, fosse quella d'un Re o d'uno stagnino, di cui potesse impadronirsi. Da parte mia, credo che Barker e tutti quegli avvoltoi arricchiti causino la perdita dell'anima di ogni uomo, rovinino ogni pollice di terreno, ogni pietra delle case di cui riescono ad impadronirsi. Credete ch'io non abbia il diritto di combattere per Notting Hill, voi Governo inglese che avete così spesso fatto la guerra per delle inezie? Se davvero, come i vostri ricchi amici pretendono, non c'è Dio, e il cielo sulle nostre teste è tetro e vuoto, in nome di che un uomo dovrebbe lottare, se non pel giardino che fu l'Eden della sua infanzia e dove conobbe le delizie, troppo caduche, del primo amore? Se non v'è tempio né scrittura che siano sacri, che c'è di sacro, se la giovinezza dell'uomo non è sacra?”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, p. 122

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