Frasi su critico
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“La critica salutare, ben informata ed equilibrata è l'ozono della vita pubblica.”

Mahátma Gándhí (1869–1948) politico e filosofo indiano

Origine: Il mio credo, il mio pensiero, p. 343

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“Il Vaticano ha il dente avvelenato contro tutto ciò che richiama alla mente il controllo delle nascite e non credo che vada molto per il sottile se trova un pertugio per le sue critiche. Non voglio essere troppo malevolo, ma credo che sarebbe meglio se controllasse la moralità dei suoi preti invece di continuare a mettere il naso nei cicli mestruali delle ragazze.”

Carlo Flamigni (1933) medico, accademico e scrittore italiano

Origine: Da Carlo Flamigni sulla pillola Diane: prudenza e libertà di giudizio http://www.uaar.it/news/2013/02/04/carlo-flamigni-pillola-diane-prudenza-liberta-giudizio/, uaar.it, 4 febbraio 2013.

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“[Sull'esclusione di Boniek dal Cammino delle stelle dello Juventus Stadium nel 2011] È una sciocchezza, Zibì ha dato molto alla Juventus, le sue critiche ai dirigenti non c'entrano con tutto quello che lui ha saputo dare e fare per la squadra.”

Michel Platini (1955) calciatore francese

citato in Questa Juventus senza memoria Così ha spento la stella di Boniek http://www.ilgiornale.it/news/questa-juventus-senza-memoria-cos-ha-spento-stella-boniek.html, Il Giornale, 30 dicembre 2010

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“Gilson critica i tentativi di ricondurre la posizione di Dante alla tomista o all'averroista. Per san Tommaso ogni gerarchia di dignità è al tempo stesso una gerarchia di giurisdizione, mentre per Dante – tranne che per Dio – una gerarchia di dignità non è mai fondamento di una gerarchia di giurisdizione, e ciò corrisponde al problema filosofico specifico di Dante, che non è tanto quello di definire l'essenza della filosofia, quanto di determinare delle funzioni e delle giurisdizioni. Il principio a cui obbedisce questa determinazione non è assolutamente conciliabile col tomismo. San Tommaso non conosce che un solo fine ultimo: la beatitudine eterna, che non si può attingere se non attraverso la Chiesa; inoltre la spiritualità del fine ultimo importa che tra il potere temporale e lo spirituale vi sia la subordinazione gerarchica del mezzo al fine. Per Dante, invece, l'uomo può ottenere, attraverso l'esercizio delle virtù politiche, una felicità umana completamente distinta dalla beatitudine celeste, anche se questa rappresenta un fine più alto. La tesi dei "duo ultima" legittima la completa distinzione dell'ordine politico dall'ordine religioso, ugualmente universale a quello della Chiesa, ma autonomo e perseguente un fine di felicità terrena.”

Augusto Del Noce (1910–1989) politologo, filosofo e politico italiano

da Augusto Del Noce, Gilson Étienne in Enciclopedia dantesca, vol. III, Roma, 1971, p. 33.

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“La critica d'arte è sciocca come l'esperanto.”

Blaise Cendrars (1887–1961) scrittore svizzero

da Cendrars, a cura di Luciano Erbs, Nuova accademia editrice, 1965

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“Scrivere non è vivere. È forse sopravvivere a se stessi.”

Blaise Cendrars (1887–1961) scrittore svizzero

citato in Mario Lunetta, Poesia italiana oggi: un'antologia critica degli ultimi poeti, Newton Compton editori, 1981

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“Il Caravaggio fu in Italia uno dei più illustri propagatori del sistema che prevalse poi nella scuola olandese, sistema che consiste nel trasformare in bellezza d'arte, ciò che è schifoso nella natura. L'elevatezza del pensiero non è il suo fine; sì invece l'imitazione d'ogni naturale qual ch'esso sia.”

Pietro Selvatico (1803–1880) architetto, critico d'arte e storico dell'arte italiano

da Storia estetico-critica delle arti del disegno, 1856; citato in Francesca Marini (a cura di), Caravaggio, 1ª ed., introduzione di Renato Guttuso, Rizzoli/Skira, Milano, 2003. ISBN 8817008087

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“Tanta letteratura critica somiglia oggi ai verbali d'una setta, scritta da letterati per altri letterati.”

Paolo Milano (1904–1988) critico letterario e giornalista italiano

da Il lettore di professione, Feltrinelli, 1960

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“La via d'uscita per la filosofia è in un tal quale "storicismo" e nella "critica della cultura."”

Lucio Colletti (1924–2001) filosofo e politico italiano

da Pagine di filosofia e politica, Rizzoli, 1989

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“House è sempre così critico, è indifferente nei confronti dell'intera umanità. Foreman è un ottimista, ma comincia a vedere quel lato oscuro di cui House parla sempre, comincia a percepirlo.”

Omar Epps (1973) attore statunitense

citato in Mag-net.it http://www.mag-net.it/News/News/drhouse-news-intervista-ad-omar-epps.htm

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“Non so di che specie egli [Dino Campana] fosse: se superiore o inferiore alla comune nostra; certo è ch'era di altra specie. […] Da lui e dal coetaneo Ungaretti, s'inaugura un tono intimo e grave nella nostra ultima poesia.”

Emilio Cecchi (1884–1966) critico letterario e critico d'arte italiano

Origine: Da L'Approdo, gennaio-febbraio 1952; citato in Antologia critica a Dino Campana, Canti orfici e altri scritti, Oscar Mondadori, 1972.

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“La soluzione del caso in esame, quando sia riferita alla specificità del caso concreto, ha un percorso obbligato: deve puntare su un uomo del pool antimafia, deve puntare sulla struttura che a questo pool fa capo. Il pool di magistrati dell'ufficio istruzione di Palermo ha saputo attrezzarsi (prima di tutto culturalmente) realizzando così una struttura nuova affiatata, che ha diffuso professionalità. Non bisogna infatti dimenticare che si è trattato di una struttura aperta, nel senso che ha formato professionalmente magistrati che, prima di entrare a far parte del pool, di questi problemi non si erano mai occupati e che viceversa, grazie al pool, hanno conseguito livelli di capacità decisamente di grande rilievo. Alla fine, operando in questo modo, il pool di giudici istruttori del tribunale di Palermo ha ottenuto risultati di grande rilievo, basati sulla individuazione dei caratteri della nuova mafia. I primi risultati, dopo anni, decenni e decenni di sostanziale impunità.
In alcuni interventi si è parlato di premio, in particolare di premio al protagonismo, come di un criterio da non seguire, e la storia del protagonismo e un po' come la storia di quando le donne portavano il velo. A quel tempo le donne erano tutte belle, ma quando il velo cadde si cominciarono a constatare delle differenze. Un po' la stessa cosa è successa per la magistratura. Quando i giudici non davano «fastidio», quando non erano scomodi, erano tutti bravi e belli. Ma quando hanno cominciato ad assumere un ruolo preciso, a dare segni di vitalità, a pretendere di esercitare il controllo di legalità anche verso obiettivi prima impensati, ecco che è cominciata l'accusa di protagonismo.
Mentre quei giudici che si tirano indietro (ed è successo sia a Torino in occasione del processo d'Assise ai capi storici delle BR, sia a Palermo, in occasione dei processo d'Assise alla mafia da poco concluso) non rischiano proprio nulla e nessuno si leva a protestare o levar critiche nei loro confronti. In altri interventi si è parlato di premio nel senso di carriera che correrebbe lungo corsie «privilegiate» per quei giudici che abbiano fatto determinate esperienze professionali.
Ma è inconcepibile, perfino un po' scandaloso, che si parli di privilegio con riferimento ai giudici di Palermo che vivono nelle condizioni a tutti note; che semmai rappresentano una pesante penalizzazione.
Nel caso della lotta alla mafia, questi interessi sono gli interessi della democrazia, ciò che rende questa seconda visione (non settoriale) del tutto giustificata. Per questi motivi esprimo avviso contrario alla proposta della commissione.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Trascrizione del discorso tenuto al plenum del CSM il 19 gennaio 1988 in cui espresse voto contrario ad Antonino Meli come consigliere istruttore che poco dopo sciolse il pool di Palermo, da www.cuntrastamu.org http://www.cuntrastamu.org/mafia/speciali/falcone/csm1_2.htm

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“Le critiche al governo di Tripoli sembrano non scalfire il forte rapporto tra Gheddafi e il suo popolo […] non bisogna compiere l'errore di giudicare con il nostro metro occidentale.”

Stefania Craxi (1960) politica italiana

detta da Stefania Craxi quale Sottosegretario agli Esteri, da Libia: comitati, risposta sara' violenta http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/topnews/2011/02/18/visualizza_new.html_1585936970.html, ANSA, 18 febbraio 2011

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“Meglio, in politica, avere rappresentato venti bandiere che nessuna? – scrisse pensando a lui Benedetto Croce. Indro Montanelli nella sua biografia di Garibaldi, Luigi Magni nel suo film Il generale ce lo hanno rappresentato come un simpatico birbante. E anche Nico Perrone […] ci presenta una non schematica riabilitazione: anche a sorpresa, rispetto a un titolo che sembrerebbe ben altrimenti critico. È vero, riconosce, Liborio Romano era un voltagabbana. Ma non per volgare tornaconto personale, bensì sempre al servizio di progetti autenticamente riformisti. In campo penale, ad esempio, si dovette al suo pur breve passaggio per il governo delle Due Sicilie l'abolizione della pena barbarica delle legnate. E in campo sociale fu promotore alla Camera di una proposta di riforma agraria che forse contribuì al suo isolamento politico più ancora delle troppe giravolte. Naturalmente, molto dipende poi dal modo in cui si vuole valutare il passaggio dal Regno delle Due Sicilie al Regno d'Italia. Perrone non nasconde affatto i nodi dell'Unità, dall'accentramento brutale alla feroce repressione del brigantaggio. Ma non indulge neanche sull'opposta retorica della monarchia borbonica come mitica età dell'oro: prima ancora dei bersaglieri contro i briganti erano stati i soldati di Ferdinando I a tagliare teste in quantità per reprimere la rivolta del Cilento del 1828, e gli investimenti infrastrutturali e industriale che pur la dinastia borbonica aveva fatto si concentravano a Napoli dimenticando il resto del Regno. Romano, a suo modo, era stato appunto fautore di un fallito progetto di riscatto del Sud accettando la nuova logica unitaria, ma salvaguardandone gli interessi specifici.”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

da il Foglio, 27 luglio 2010

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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“Gli intellettuali [Riferito a Gabriel García Márquez] che rendono omaggio al tiranno [Fidel Castro] e lo chiamano per nome vengono di solito da Paesi democratici nei quali si dichiarano molto critici verso il potere, ma basta che il potere sia assoluto perché tanta ribalderia si trasformi in riverenza.”

Antonio Muñoz Molina (1956) scrittore e saggista spagnolo

Origine: Citato in Dino Messina, García Márquez e Castro Amicizia oltre l'Ideologia https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/agosto/02/Garcia_Marquez_Castro_Amicizia_oltre_co_9_080802120.shtml, Corriere della sera, 2 agosto 2008, p. 39.

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“So bene che una "verità" giudiziaria non esonera dall'obbligo di andare oltre. Ma sembra quasi che, attraverso quelle spiegazioni, si cerchi di essere liberati dall'onere di analizzare fatti precisi e responsabilità personali. Riaffora un vecchio vizio della nostra cultura politica: parlar di cose generali per eludere quelle concrete. Proprio come faceva la critica dell'extrasinistra, tutto viene attribuito alla dinamica, a suo modo invincibile, del "sistema". Il risultato è una grande condanna o una grande assoluzione: conclusioni apparentemente antitetiche, ma nella sostanza coincidenti; che incarnano una volontà politica, perfino comprensibile, di voltar pagina e di avviare un'epoca nuova, ma che possono divenire un ostacolo a un lavoro di scavo, di analisi puntuale. Molte tra le tesi ricordate assomigliano assai più a un alibi che a una spiegazione. Alcune, tra l'altro, non reggono neppure a una banale prova basata sul principio di non contraddizione. Si ricorda, ad esempio, che era impossibile per il PCI aver ingresso nel governo. E poi si imputa al PCI di non aver reso possibile quell'alternanza che avrebbe immunizzato il sistema dal virus della corruzione. Poiché i sostenitori di tesi del genere non sono stupidi (o, almeno, non sempre lo sono), è evidente che il loro obiettivo è soltanto quello di impedire che si possa distinguere o graduare le responsabilità, accomunando in un'unica condanna partiti di governo e di opposizione.”

Stefano Rodotà (1933–2017) giurista e politico italiano
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“Uno dei presupposti della società aperta è la istituzionalizzazione della critica.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

“Il concetto della società aperta sottolinea il ruolo della discussione razionale e della critica. Ma come il concetto di discussione razionale è formale, tale rimane anche il concetto di società aperta.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

“La filosofia del razionalismo critico è uno dei fondamenti della filosofia della società aperta, dello Stato liberale di diritto.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

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“Dagli amici si vogliono critiche impietose che poi non si perdonano.”

Dino Basili (1934) scrittore, giornalista

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“La cosa fondamentale di Marx è che la critica in lui si lega a un progetto storico-filosofico di emancipazione dell'umanità e di riscatto dell'umanità stessa dai meccanismi repressivi di alienazione, sfruttamento e schiavitù del capitalismo.”

Diego Fusaro (1983) filosofo italiano

da una video-intervista per Dillinger.it
Origine: Visibile al minuto 02:30 di Diego Fusaro: "Marx è vivo (ed è la nostra unica speranza)" http://www.youtube.com/watch?v=NFqDpjzO4jU, YouTube.com, 14 febbraio 2010.

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“Marx non solo teorizza che nel comunismo ci sarà lo sviluppo delle libere individualità, ma critica il capitalismo come società livellata.”

Diego Fusaro (1983) filosofo italiano

da una video-intervista per Dillinger.it
Origine: Visibile al minuto 03:20 di Diego Fusaro: "Marx è vivo (ed è la nostra unica speranza)" http://www.youtube.com/watch?v=NFqDpjzO4jU, YouTube.com, 14 febbraio 2010.

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“Se la Rai non è in grado di avere spot in tutte le fasce orarie, questo è un problema di professionalità: noi ce l'abbiamo.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1985
Origine: Citato in Berlusconi critica la TV di stato "Non sa raccogliere pubblicità" http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1985/02/15/berlusconi-critica-la-tv-di-stato-non.html, la Repubblica, 15 febbraio 1985.

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“Emilio Fede? Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la democrazia e per l'informazione.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

da la Repubblica, 4 gennaio 1995
Variante: Prima ero critico, ma adesso comincio ad apprezzarlo. È un baluardo per la democrazia e per l'informazione.

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“[Commentando il Mattino di Giuseppe Parini] Poffar Dio! conosco ora di non aver mai saputo fare versi sciolti, benché me ne reputassi maestro.”

Carlo Innocenzo Frugoni (1692–1768) librettista e poeta italiano

citato in Francesco De Sanctis, Saggi critici, p. 92, EDIPEM, Novara 1974
Citazioni di Carlo Innocenzi Frugnoni

“[Il materialismo] Dottrina, che pel suo idealismo poco circospetto, non solo la fede, ma la stessa ragione offende (il sistema di KANT): farebbe mestieri far aperto gli errori pericolosi, cosi alla Religione, come alla Morale, di quel psicologo franzese, il quale ha sedotte le menti, (COUSIN), con far osservare come la di lui filosofia intraprendente ed audace sforza le barriere della sacra Teologia, ponendo innanzi ad ogn'altra autorità la propria: profana i misteri, dichiarandoli in parte vacui di senso, ed in parte riducendoli a volgari allusioni, ed a prette metafore; costringe, come faceva osservare un dotto Critico, la rivelazione a cambiare il suo posto con quello del pensiero istintivo e dell'affermazione senza riflessione, e colloca la ragione fuori della persona dell'uomo dichiarandolo un frammento di Dio, una spezie di pandeismo spirituale introducendo, assurdo per noi, ed al Supremo Ente ingiurioso, il quale reca onda grave alla libertà del medesimo, ec, ec.”

Luigi Ferrarese (1795–1855) psichiatra e politico italiano

da Memorie risguardanti la dottrina frenologica, 2, pp. 15-16
Variante: Dottrina, che pel suo idealismo poco circospetto , non solo la fede, ma la stessa ragione offende (il sistema di KANT) : farebbe mestieri far aperto gli errori pericolosi, cosi alla Religione, come alla Morale, di quel psicologo franzese , il quale ha sedotte le menti (COUSIN), con far osservare come la di lui filosofia intraprendente ed audace sforza le barriere della sacra Teologia, ponendo innanzi ad ogn' altra autorità la propria : profana i misteri , dichiarandoli in parte vacui di senso, ed in parte riducendoli a volgari allusioni, ed a prette metafore ; costringe , come faceva osservare un dotto Critico, la rivelazione a cambiare il suo posto con quello del pensiero istintivo e dell' affermazione senza riflessione e colloca la ragione fuori della persona dell'uomo dichiarandolo un frammento di Dio, una spezie di pandeismo spirituale introducendo, assurdo per noi, ed al Supremo Ente ingiurioso, il quale reca onda grave alla libertà del medesimo, ec, ec.

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“[Theodore Roethke] Un "moderno trovatore", come lo definì un critico.”

Citato in Giancarlo Vigorelli, La terrazza dei pensieri, Immordino Editore, 1967