Frasi su educazione
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“L'importanza dell'opera dei missionari cristiani, specie per l'educazione, è stata incalcolabile.”

John Gunther (1901–1970) giornalista

Origine: Africa, p. 15-16

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“Unico, vero, concreto, completo maestro dell'uomo è lo Spirito universale.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

citato in Sergei Hessen, Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia, Armando Armando Editore, Roma 1962

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“A chi opponesse, che la coscienza è pretesto al mondo per affermare diritti al proprio arbitrio e capriccio, rispondono: «Quale delle opere di Dio l'uomo non sa profanare? Per noi, educati al cattolicesimo, la coscienza resta l'apprensione individuale della legge naturale posta da Dio in tutte le cose create». Ma allora hanno ragione i protestanti, che vogliono l'autonomia della coscienza piena, senza restrizioni, e il giudizio privato guida ordinaria di tutta la vita religiosa? «No – dicono – per noi l'atto normale della vita religiosa è la educazione della coscienza individuale alla vita della Chiesa; attraverso l'adesione a questa, epperò la sommessione all'autorità, l'individuo e messo a parte di tutti i mezzi di Vita spirituale, di cui dispone la società religiosa: dottrina e sacramenti, e nell'obbedienza, ottiene la libertà vera. Ma la coscienza stessa resta sempre il soggetto obbediente: è per lei e per i suoi giudizi primi ed elementari che ha valore la nostra accettazione della Chiesa. Epperò non potrà essere mai consentita un'offesa a quelle sue prime esigenze. Insomma, il ricorso alla coscienza è il caso d'eccezione, di cui non è l'autorità stessa, che possa giudicare la legittimità, perché altrimenti sarebbe illusoria la possibilità di un tale appello supremo al tribunale della scienza.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

Origine: Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia, p. 68

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“Sarebbe dunque una ben povera educazione quella che si limitasse a dare delle nozioni e delle informazioni, ma lasciasse da parte la grande domanda riguardo alla verità, soprattutto a quella verità che può essere di guida nella vita.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dalla lettera http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/letters/2008/documents/hf_ben-xvi_let_20080121_educazione_it.html alla diocesi di Roma sull'educazione

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“Un'educazione corretta deve magistralmente accompagnare l'omosessualità fuori dalla porta, e non penso sia giusto che gli omosessuali cerchino dei diritti di matrimonio che si associano soltanto alla vera idea di famiglia: non possono chiedere dei diritti che non possono pretendere.”

Margaret Smith Court (1942) tennista australiana

Origine: Citata in Davide Uccella, Margaret Smith Court e le dichiarazioni sull'omosessualità http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2011/12/15/637737-margaret_smith_court_dichiarazioni_sull_omosessualita.shtml, Ubitennis.com, 15 dicembre 2011

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“Lo stile Juve, oltre che un'educazione a rispettare quanti lavorano con te, è anche un'educazione a vincere.”

Roberto Bettega (1950) dirigente sportivo ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Panorama, Edizioni 894-897, 1983, p. 374.

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“A mio parere non ha una piena educazione letteraria chi non conosce i poeti.”

Leonardo Bruni (1370–1444) filosofo, scrittore e umanista italiano

da De studiis et litteris liber
Origine: Citato in L'Umanesimo, Letteratura Italiana, Fratelli Fabbri Editori, Milano 1965.

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“L'educazione deve fornire le condizioni che assicurino la crescenza o l'adeguatezza della vita, indipendentemente dall'età.”

Ernesto Codignola (1885–1965) pedagogista italiano

Origine: Prefazione a Scuola e società, p. IX

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“Lo scopo dell'educazione è la conoscenza e non una questione di valore.”

William Ralph Inge (1860–1954) docente, scrittore, religioso (prete anglicano)

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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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“Checché ne sia di questi racconti favolosi, certo, Cecco per ingegno poetico non è neppure paragonabile al genio sovrano dell'Alighieri; e l'Acerba, al cui grandioso disegno non poté dare il debito svolgimento, rimane una nebulosa di fronte al sole sfolgorante della Commedia; ciò non pertanto anch'egli fu molto stimato nei tempi suoi e nei posteriori, e godette di una certa popolarità, anche alla stregua dei codici e delle edizioni della sua Acerba.
Né vi è storia politica e letteraria, che occupandosi di Dante non consacri un ricordo a Cecco d'Ascoli, e alle loro relazioni; e non celebri più o meno la sua Acerba. Basti rammentare che l'Alidosi la chiamò opera divina, certo esagerandone il merito. Dante, che è Dante, non ebbe sempre lo stesso culto, stando al numero delle edizioni della sua Commedia, il quale nel sec. XVII fu scarsissimo, a cagione del cattivo gusto predominante.
La civiltà italiana si può misurare alla stregua della varia fortuna di Dante, come direbbe il Carducci, ossia del culto di Dante rivelato principalmente dalle edizioni e dalle illustrazioni del suo poema. Qui cade opportuna la osservazione del Labriola, che essendo stata composta lAcerba quando appena si conosceva e forse non intera la Commedia, non aveva ancora potuto aver luogo quella educazione letteraria, che poi andò facendosi sul gran Poema, dal quale data e non prima lo svolgimento largo e magnifico della nostra letteratura.”

Carlo Lozzi (1829–1915)

da Cecco d'Ascoli e la musa popolare, pp. 35-36

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“La natura umana è unica e l'educazione e la civiltà possono migliorarne e ridurne le manifestazioni ma non certo cambiarla.”

Angelo Costa (1901–1976) imprenditore italiano

L'imprenditore, il mercato e la religione

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“L'educazione al servizio dello Stato, l'istruzione del cittadino costituisce un dovere necessario ed importante di ogni educatore.”

Sergej Hessen (1887–1950) pedagogista russo

Origine: Ideologia e autonomia dell'educazione e della pedagogia, p. 62

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“Ogni uomo è figlio dell'educazione e della istruzione che riceve da fanciullo.”

Bruno Misefari (1892–1936) anarchico, filosofo e poeta italiano

Utopia? No!

“Prima l'educazione del cuore, poi l'educazione della mente.”

Bruno Misefari (1892–1936) anarchico, filosofo e poeta italiano

Utopia? No!

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“La nuova scuola sarà il luogo del libero lavoro, della libera comunità fra i bambini e di quelli che vorranno aiutare i bambini nella realizzazione dei loro problemi, del loro desiderio di conoscenza e di creazione. Nella nostra scuola non vi sarà posto per nessuna costrizione, per nessuna violenza sull'anima infantile, qual si sia il motivo per cui volesse introdursi. A base di tutto sarà posto l'amore, e un rispetto per la personalità del ragazzo, così profondo come si ha per qualsiasi uomo adulto. I maestri saranno non i superiori, ma i compagni anziani degli alunni… Essi apprezzeranno più di tutto la libera manifestazione dello spirito del ragazzo, il lavoro autonomo della sua mente… Il loro lavoro principale sarà quello di porre un'unità spirituale, una reciproca fiducia, una radicale uguaglianza fra loro e i loro scolari-compagni, senza di che non vi può essere alcun reciproco aiuto nel lavoro di educazione e di formazione. I genitori degli scolari di questa nuova scuola entreranno essi stessi nella vita della scuola, come partecipanti, collaboratori e compagni anziani dei bambini… In questa scuola ci si sforzerà di diroccare i muri che dividono la scuola dalla vita, per fare della scuola, non solo il giardino preparatorio alla vita, ma un luogo di gioia, pieno di interesse e di significato per il ragazzo, una parte viva della sua vita vera… La base sarà il lavoro dell'uomo, quello fisico; il lavoro manuale produttivo non sarà impedito o disprezzato e nemmeno trattato come un giuoco pedagogico; al contrario, sarà fatto tutto il possibile perché i bambini possano soddisfare l'esigenza che ogni uomo ha per questo o quel tipo di operosità più congeniale, mirando ad un lavoro che a mano a mano conduce al lavoro fisico proprio degli uomini, e che prende tutta la vita dell'uomo.”

Origine: Citato in Sergei Hessen, La pedagogia russa del XX secolo, a cura di Luigi Volpicelli, Editrice AVIO, Armando Editore, Roma, 1956, pp. 75-76.

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“L'unica educazione possibile è l'educazione estetica.”

Luigi Pareyson (1918–1991) filosofo italiano

Estetica dell'idealismo tedesco

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“La formazione del carattere è per il Foerster lo scopo fondamentale dell'educazione; i problemi della cultura fisica e intellettuale non possono esservi che subordinati.”

Mauro Laeng (1926–2004) scrittore, critico, saggista e pedagoga italiano di origine svizzera

F. W. Foerster – pedagogista del carattere

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“Vi sono alcuni che hanno avuto la fortuna di essere introdotti nella conoscenza delle Scritture fin dalla tenera infanzia e sono stati nutriti talmente bene col cibo offerto loro dalla santa Chiesa da poter essere promossi, con l'educazione appropriata, ai più alti ordini sacri.”

Rabano Mauro teologo tedesco

Origine: citato in Benedetto XVI, udienza del mercoledì del 3 giugno 2009 http://www.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20090603_it.html

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