Frasi su meno
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“Tu non capisci, Raul, ma loro capiscono! Già parlano di me come di un virus. Hanno ragione: è esattamente ciò che potrei essere per la Chiesa. Un virus, come l'antico ceppo HIV sulla Vecchia Terra o come la Morte Rossa che imperversò nei pianeti della Periferia dopo la Caduta. Un virus che invade ogni cellula dell'organismo e ne riprogramma il DNA… o almeno infetta un certo numero di cellule, per cui l'organismo crolla, vieno meno… muore.”

cap. 8, p. 130
Il risveglio di Endymion
Variante: "Tu non capisci, Raul, ma loro capiscono! Già parlano di me come di un virus. Hanno ragione: è esattamente ciò che potrei essere per la Chiesa. Un virus, come l'antico ceppo HIV sulla Vecchia Terra o come la Morte Rossa che imperversò nei pianeti della Periferia dopo la Caduta. Un virus che invade ogni cellula dell'organismo e ne riprogramma il DNA... o almeno infetta un certo numero di cellule, per cui l'organismo crolla, vieno meno... muore."

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“Avrei fatto il giornalista anche gratis: meno male che i miei editori non se ne sono mai accorti.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Origine: Citato in Gian Antonio Stella, L'orgoglio di un cronista http://www.corriere.it/cronache/07_novembre_07/biagi_stella.shtml, Corriere.it, 7 novembre 2007.

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“D: Lo sa cosa penso? Penso che la magistratura ha ancora bisogno di lei mentre la politica poteva farne a meno.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Il Fatto; 18 febbraio 1999
Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Antonio Di Pietro

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“New York è stupefatta, sconvolta nelle antiche regole e nelle convinzioni. Le luminarie natalizie sono meno festose, in giro non si vedono i soliti disoccupati vestiti da Babbo Natale. […] Le bancarelle con i poster conciliano dolore e commercio, c'è la memoria della paura.”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Speciale Il Fatto "New York senza stelle" (24 dicembre 2001)
Con Michail Gorbacev; un bilancio della perestroika, L'11 settembre: nella New York ferita

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“Dumbo, giú! Magna de meno che pij'er volo fra 'n po!”

Anna Marchesini (1953–2016) attrice, doppiatrice e scrittrice italiana

Personaggi, Ne I Promessi Sposi, Madre Badessa

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“Anche la pace ha le sue vittorie, non meno importanti di quelle della guerra.”

John Greenleaf Whittier (1807–1892) poeta e giornalista statunitense

citato in Call of Duty 3

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“POSTULATO MERLIN: È l'ipotenusa che batte sulla mediana. Ma è il meno retto degli angoli che riceve la tangente.”

Alfredo Accatino (1960) autore televisivo e sceneggiatore italiano

Comix

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“Ho vissuto con Facchetti cento e più partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo.”

Luigi Riva (1944) dirigente sportivo e ex calciatore italiano

Origine: Citato in Un coro: giù le mani da Facchetti Riva: "Giacinto era un angelo" http://www.corriere.it/sport/11_luglio_05/scudetto-difesa-facchetti_aa156c14-a722-11e0-bbaa-d83a3b6f7958.shtml, Corriere.it, 5 luglio 2011.

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“Il più importante di tutti è il popolo, poi viene lo Stato: l'imperatore è quello che conta meno.”

Mencio (-372–-289 a.C.) filosofo cinese

Origine: Citato in Albino Luciani, Illustrissimi, APE Mursia, 1979, p. 35.

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“[Canaletto] Insieme alle prospettive per impianti diagonali o a cannocchiale, queste tutte [composizioni che sono impostate e condotte secondo grandi e semplici compassi con vertice laterale, e prospettive proiettate verso l'avanti o verso il fondo] sono però soluzioni più o meno personalizzate di un fondo storico, sia italiano e veneto (vedutismo), che olandese. Né deve meravigliare in alcun modo la presenza di una problematica formale così rigorosa e ricca di flessioni e d'invenzioni, perché lo sviluppo delle tematiche prospettiche di fondazione ed elaborazione rinascimentale si avvera con grande estensione teorica e artistica nella pittura olandese secentesca di paesaggio, di edifici e d'interni, con modalità assai differenti dal paesaggio eroico e storico di eredità compositiva cinquecentesca e veneta, qual è elaborato specialmente da Annibale Carracci e dal Poussin. Senza considerare questa linea di cultura sulla quale si pone Canaletto, si intende meno bene o si rischia di non intendere un valore essenziale della sua arte, assai più profonda e diramata di quel che non lo mostri l'abituale considerazione dell'artista come petit-maître. Chi, avvertito, riguardi così le opere, dovrà accertarsi che l'analisi di questo aspetto, del resto così evidentemente accusato, dell'arte canalettiana dimostra la marcata consapevolezza dell'artista circa la manovra della composizione: perciò è necessario isolare e meditare anche le altre modalità di composizione, che realizzano diverse esigenze estetiche, ed unendosi alla complessità e mutevolezza delle precedenti, finiscono per dare di Canaletto un'immagine meno quieta e serena e contemplativa di quel che si dica, anzi molto più intensamente drammatica proprio in confronto alla relativa parcità dei temi e delle vedute. Ci sono, insomma, più crisi e dibattiti fantastici nel Canaletto di quanto normalmente non si veda.”

Carlo Ludovico Ragghianti (1910–1987) politico italiano

da Procedimento di Canaletto, in SeleArte, 1959
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Meno male che in zona esistono feste e sagre che mi hanno sempre dato fiducia. Comunque il mio impegno c'è, per crescere e per regalare emozioni a me stesso e a chi mi segue con tanto affetto.”

Andrea Poltronieri (1965) comico, polistrumentista e cantante italiano

dall'intervista di Vincenzo Iannuzzo, Il ritmo delle note nel cabaret, La Nuova Ferrara, 28 gennaio 2008

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“La mia amicizia con Craxi non è mai venuta meno, in nessun momento.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

citato da Marco Travaglio su l'Unità, 31 agosto 2004

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“"Canale 5" lo porrei più o meno sulla lunghezza d'onda della Rete 1 della Rai; "Italia 1" manterrà fede a se stessa, un canale giovane, simpatico. Per "Rete 4" stiamo invece pensando a un target molto femminile con programmi dedicati specialmente alle donne. Non dobbiamo dimenticare che sono loro le maggiori "acquirenti" di pubblicità.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1984
Origine: Citato in Fabio Barbieri, Firmato il trattato di pace fra Mondadori e Berlusconi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1984/08/28/firmato-il-trattato-di-pace-fra-mondadori.html, la Repubblica, 28 agosto 1984.

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“Credo che sia soprattutto importante aver preso un impegno perché ci sia un limite alla continua ripetizione degli spot. Il pubblico non deve subire eccessi di pubblicità, non dev'essere stancato dall'insistenza di uno stesso spot. Quanto all'ottimizzazione degli investimenti, crediamo che l'affollamento sia esagerato non solo in tv ma anche sulla carta stampata, e in particolare sui periodici.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1989
Origine: Citato in Laura Delli Colli, Dal primo aprile meno pubblicità nelle Tv Fininvest http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1989/03/17/dal-primo-aprile-meno-pubblicita-nelle-tv.html, la Repubblica, 17 marzo 1989.

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“Due persone, entrate in un ufficio, urlano: "Questa è una rapina." E gli impiegati, sorridenti: "Meno male, pensavamo fosse la Finanza."”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

attribuita originariamente da Berlusconi ad Oscar Luigi Scalfaro
1996

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“Mi sta venendo un complesso di superiorità tanto che dico: "Meno male che ci sono io". Non so un altro che cosa avrebbe fatto. Nessuno avrebbe potuto fare meglio di quello che abbiamo fatto noi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Roma, presentazione del libro La grande muraglia di Bruno Vespa, Adnkronos, 3 dicembre 2002

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“[La sinistra] ha cercato di camuffarsi, si è fatta il lifting, ma non le è riuscito. […] non ha perso il vizio di tentare di eliminare per via giudiziaria gli avversari.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla convention per i 10 anni di Forza Italia; citato in Lorenzo Fuccaro, «Fascismo meno odioso della burocrazia togata» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/gennaio/25/Fascismo_meno_odioso_della_burocrazia_co_9_040125011.shtml, Corriere della Sera, 25 gennaio 2004, p. 3.

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“Dovremo far lavorare di più gli italiani, ci sono molte festività in eccesso, sappiamo che un ponte in meno produce un incremento sensibile sul PIL.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

dal Forum della Confcommercio; citato in Orario di lavoro: i "ponti" che dividono, Panorama, 29 marzo 2004

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“Non è vero che il presidente Berlusconi ha occupato le televisioni pubbliche o private e che anzi è vero il contrario e cioè che tra i leader, io sono stato quello che ha calcato meno la scena di fronte alla televisione. Lo faccio ora perché sono convinto che sia importante che i cittadini sappiano che cosa ha fatto il governo, che cosa sta facendo e soprattutto che cosa ha in animo di fare.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla trasmissione televisiva L'alieno, Italia 1; citato in Governo. Berlusconi: stiamo lavorando alla riduzione delle tasse. Nessuna festa abolita, solo meno 'ponti' http://web.archive.org/web/20051109185152/http://www.rainews24.rai.it/Notizia.asp?NewsID=46355, Rainews24.it, 30 marzo 2004.

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“In politica chi cambia, chi non è coerente, viene considerato un fine politico. Io non sono un fine politico, sono un rivoluzionario in politica, politicamente scorretto. E me ne vanto.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla trasmissione Porta a Porta, Rai 1; citato in Le promesse di Berlusconi "Meno tasse per tutti dal 2005" http://www.repubblica.it/2004/d/sezioni/politica/campagnadue/brltss/brltss.html, Repubblica.it, 6 aprile 2004.

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“[Riferito a Manuela Arcuri in seguito ad una sua intervista a Le Iene] Meno male che non è stata qui, perché sennò…. mi sarei sentito imbarazzato di essere andato con una troia così…. vabbè cancellata.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Intercettazione del 18 febbraio 2009, La Arcuri, la Lana e il «ménage a trois», Corriere della sera, 16 settembre 2011

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“In Hitler il popolo tedesco ha trovato riassunti, al di sopra di ogni schema tradizionale di divisioni classistiche, alcuni dei motivi essenziali da sempre ritornanti a definire il proprio carattere, la fisionomia del proprio ethos: il gusto della violenza, il misticismo «romantico», la fanatica dedizione a un ordine meccanico, disumano. Hitler sapeva trascinare il grande industriale con l'esca dell'interesse e col ricorso al mito prediletto della supremazia tedesca nel mondo; affascinava il piccolo borghese col suo estetismo pompier, con la sua oratoria accesa e volgare, pronta sempre ad offrire, di ogni problema, la soluzione più semplicistica; piaceva all'intellettuale decadente, permeato di femmineo postnicianesimo (l'intelligencija tedesca già nel 1914 era in stato fallimentare come nessun'altra in Europa), per la sua ostentata energia virile, per il suo dichiarato disprezzo di ogni indugio morale o sentimentale, per quel suo rozzo materialismo demagogico che, nonostante tutto, pretendeva considerazione «spirituale». Conquistava infine anche l'operaio, facendo leva non soltanto sul suo sciovinismo non perfettamente esorcizzato, ma porgendogli, anche, delle sue rivendicazioni sociali, un'attuazione più concretamente immediata, meno utopica e intellettualistica di quanto non gliela prospettasse il programma della rivoluzione proletaria: e fosse pure nei limiti di una umiliante, paternalistica nota di concessioni padronali. […] il nazismo non è certo la realizzazione di un genio. Hitler è effettivamente uno dei tanti […].
Parlare di tirannide perciò non persuade. Esiste una tecnica della tirannide, esposta in classiche trattazioni. Ma il nazionalsocialismo al potere non ne tiene conto per nulla, e in questo sì che è rivoluzionario. Assolutista, il nazismo raggiunge la popolarità proprio in ragione del suo prepotere. […] Il nazionalsocialismo, al contrario, non concede nessuna rivincita, sia pure formale, alle avanguardie dello Spirito. Il suo cinismo, la sua crudeltà, la sua perfidia, trovano dall'inizio tutta una orgogliosa cultura preparata a giustificarli, a farseli propri. La tirannide non presenta più il viso odioso e meschino del regime di polizia, non adopera più di soppiatto, tra impaurita e feroce, i vecchi mezzucci della sobillazione e della calunnia, ma si accampa, fanatica e violenta, con la sicurezza, l'intransigenza esclusiva di una religione messianica. […]
Sentirsi puri, non contaminati. Il popolo tedesco ha sempre reagito alle proprie crisi con un disperato, irrazionale desiderio di purezza: e la rivolta luterana – a un livello umano e ideale ben diverso, d'accordo – rappresenta forse il primo, imponente documento storico di questo impulso innato. Sorto dopo Versaglia, il nazionalsocialismo non si è tanto imposto con la violenza alle masse, quanto piuttosto le ha trovate già pronte ad accoglierlo e ad acclamarlo.”

Giorgio Bassani (1916–2000) scrittore e poeta italiano

La rivoluzione come gioco, p. 44

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“[Su Giorgia] Non […] ho ancora ascoltato [il nuovo album], a parte un pezzo, ma so chi è la ragazza… Una assoluta potenza. E poi adesso mi sembra che utilizzi meno la tecnica e più il cuore. Proprio come piace a me.”

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dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2011/10/07/quanto-mi-piace-giorgia/, 7 ottobre 2011
Citazioni di Mina

“Se ne vanno, vogliono andarsene. Un'altra tragedia, un'altra assurdità, un'altra assenza, un altro mistero. Non voglio sapere perché Whitney Houston è morta. Non ho voglia di legare, un'altra volta, un grande talento musicale a storie di droga. L'equazione "maledetta" che associa successo a fragilità, arte a depressione, applausi a farmaci continua a perseguitare un mondo che, solamente in apparenza, contiene solo privilegi. Non fatemelo sapere, per favore, se fosse veramente così. Me la voglio tenere nella memoria come la vedo io: lunga, bellissima, brava oltre ogni misura. So poco della sua vita. E tutto della sua musica. Un angelo che canta in quel modo avrebbe meritato quello che ormai sembrerebbe un "premio" irraggiungibile: una esistenza consapevole, una vita felice. Lei ha veramente inventato un modo di cantare, per niente facile, che tutti hanno tentato di imitare. È diventata il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L'inarrivabilità. E, come mi capita in casi come questo, non posso fare a meno di pensare a dove va a finire il talento di una persona quando questa persona smette di essere nella forma che conosciamo. Ma non è questo che conta. Se ne è andata. Non so, aveva figli? Speriamo di no. Dieci anni fa circa si era sparsa la voce della sua morte. Non era vero. Whitney Houston aveva ancora da vivere per sé e per noi. Se questa volta non ci saranno smentite, avrà smesso la sua vita e la sua sofferenza, e noi ci terremo caro ciò che ci ha lasciato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair del 27 dicembre 2003
Citazioni di Mina

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“Gli individui accecati dall'ambizione vedono ancora meno di coloro che sono ciechi dalla nascita.”

Mariano José Pereira da Fonseca (1773–1848) politico brasiliano

Origine: Citato in Selezione dal Reader's Digest, marzo 1985.

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“No eh! No, no, no! Non mi mettere questo mentre ti stai sedendo anche in tribuna, non puoi fare una cosa del genere… ragazzi ce lo fate vedere 20 volte questo lavoro? Io spero che sia chiaro per tutti, anche ai meno addentro la vicenda, il grado di difficoltà dell'ultimo tiro, all'altezza di Curry, in un contesto di playoff NBA, mandato a sinistra, sarà anche che ci va meglio, ma non è proprio un mancino naturale.”

Flavio Tranquillo (1962) giornalista e scrittore italiano

Golden State Warriors vs San Antonio Spurs, Semifinali della Western Conference 2013, gara 2, commentando un tiro di Steph Curry in step-back dall'angolo sinistro che lo fa finire seduto in tribuna
Citazioni tratte da telecronache, NBA

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“A me della politica non me ne può fregare di meno. Mi interessa, invece, raccontare storie che toccano il sociale. C'è una bella differenza.”

Ivan Graziani (1945–1997) cantautore e chitarrista italiano

Origine: Citato in Mario Bonanno, Ivan Graziani – Il chitarrista, p. 56.

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“Lo spettacolo sportivo si dimostra ancora una sede particolarmente adatta per inscenare i drammi formali che assillano i sogni di una comunità, perché ogni singola gara rappresenta un paradigma, più o meno riuscito, che serve a regolare e conciliare le molte contraddizioni che attraversano la società in cui viviamo. Succede però che ora, specie con la Tv, lo sport rimanga sovente vittima della sua stessa messa in scena, del suo simulacro.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Tadini rilancia l'eleganza di Gianni Clerici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/31/Tadini_rilancia_eleganza_Gianni_Clerici_co_0_9901312861.shtml, Corriere della sera, 31 gennaio 1999, p. 30.

“«Masterchef» conferma che il famigerato genere del reality sta attraversando una trasformazione interessante, vista all'opera anche con «Pechino Express»: si sperimenta oltre la diretta, oltre il televoto. Il raffinato lavoro di montaggio alla base di questi nuovi esempi permette di raccontare i concorrenti e le loro vicende in modo meno «grezzo», più pensato e interessante, dispiegando lungo le puntate una narrazione seriale anche complessa.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Così «Masterchef» trasforma il reality https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2012/dicembre/22/Cosi_Masterchef_trasforma_reality_co_0_20121222_1698fa5a-4c03-11e2-86d8-0617dbacd128.shtml, Corriere della sera, 22 dicembre 2012, p. 71.

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“In fondo, il nostro autore era il prototipo del liberale-anarchico, ossia dell'individualista che proclama: meno il Governo s'impiccia di noi, meglio è.”

Arrigo Cajumi (1899–1955) giornalista, scrittore e critico letterario italiano

Origine: Processo a un liberale (libelli), Prefazione, p. 7

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“Nel giorno dell'Ascensione i Fiorentini invadono il parco delle Cascine, per celebrare la festa del grillo. Tale usanza, antica di parecchi secoli, deriva molto probabilmente dall'ecatombe primaverile, fatta dai contadini, che consideravano un vero flagello l'apparizione dei grilli nelle loro campagne. In seguito ci si contentò d'imprigionare i piccoli devastatori dentro gabiette di saggina. Ma i Fiorentini, per la festa del grillo, preferirono, col tempo, far merenda sui prati delle Cascine, acquistando dai rivenditori le gabbie col «grillo canterino», che di sera attaccavano fuori dalla finestra, per ascoltare, durante la notte, il tremulo e malinconico verso.
In questi ultimi anni la caccia al grillo è sembrata troppo crudele, e dolorosa è apparsa la cattività dell'insetto. C'è stato qualcuno che ha proposto l'abolizione della festa tradizionale, o per lo meno la sparizione delle gabbie col grillo prigioniero. Ma la festa del grillo senza più grillo non avrebbe più significato. Ora però l'usanza fiorentina è meno crudele: i grilli sono ancora venduti dentro le graziose gabbiette, ma i compratori, specie i bambini, li liberano dalla prigionia e il divertimento consiste nel vedere i grilli sparire rapidamente nell'erba. A casa vien riportata la gabbietta vuota a testimonianza di un rito che il tempo ha ingentilito.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

da La festa del grillo a Firenze; citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1962

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