Frasi su resto
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“Sei solo tu | nei giorni miei | sempre più dentro me | Sei solo tu | e dimmi che | tutto il resto non conta | ora non conta | tutto il resto sei solo tu.”

Nek (1972) cantautore e musicista italiano

da Sei solo tu, n. 2
Le cose da difendere

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“Per quanto mi riguarda, ho un computer, ho l'Xbox e la PlayStation 3, quindi al diavolo il resto!”

Trey Parker (1969) regista e sceneggiatore statunitense

da un'intervista a Rolling Stones, maggio 2007

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“Qualche dichiarazione meno infuocata contro la Giustizia di regime, come il Cavaliere si ostina a definirla, avrebbe meglio aiutato la politica italiana a rimuovere il macigno che la paralizza, e che è lui, Berlusconi.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da E il resto sia silenzio https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/luglio/14/RESTO_SIA_SILENZIO_co_0_9807143775.shtml, 14 luglio 1998, p. 1
Corriere della Sera

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“In Italia si può cambiare soltanto la Costituzione. Il resto rimane com'è.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Dall'articolo di Polaczek, Teile und sende, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 15 agosto 1996, p. 29.

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“Io vorrei sapere quali furono le crescite… di civiltà che il Sessantotto pretende di averci lasciato. Io vedo tutt'altra cosa: io vidi nascere, dal Sessantotto, una bella torma di analfabeti che poi invasero la vita pubblica italiana, e anche quella privata, portando dovunque i segni della propria ignoranza. Io ho visto questo. Può darsi che sia affetto da sordità o da cecità ma io non ho visto altro, come frutti del Sessantotto. […] [La differenza tra il Sessantotto francese e quello italiano è] La differenza che passa fra l'originale e il fac simile perché il Sessantotto nacque in Francia e in Italia fu un fatto di riporto, di imitazione. […] [L'imitazione del Sessantotto francese vi fu] Un po' in tutto il mondo ma particolarmente in Italia dove non nasce mai niente, è sempre qualcosa di imitato dagli altri. Bene o male, insomma, i francesi ebbero… anche una certa cultura del Sessantotto, ebbero Sartre. Oddio, Sartre rivisto con gli occhi di oggi scende molto dal suo mitico piedestallo. […] In Italia non ci fu neanche un Sartre. […] Credo che su Pasolini si sia preso un grosso abbaglio: Pasolini è passato per uno scrittore di sinistra perché aveva preso come sfondo dei suoi racconti – bellissimi del resto – il sottoproletariato delle borgate romane, i ragazzi di vita, insomma, la schiuma della società. Ma lo aveva fatto per dei gusti e dei motivi del tutto personali sui quali è inutile tornare a far commenti. Questo lo aveva fatto considerare come uno scrittore, un difensore del proletariato, ma non era una scelta politica quella che aveva fatto Pasolini. Non centrava niente, assolutamente nulla. Quindi quello che lui disse era assolutamente vero, cioè dire che nei tafferugli, dove spesso ci scappava il morto, tra quei dilettanti delle barricate che erano [i borghesi]… i veri proletari erano i poliziotti, tutti figli di famiglie povere, eccetera eccetera. I dilettanti delle barricate erano tutti o quasi tutti figli di papà: aveva ragione Pasolini! Ma come no! E questo fu considerato un tradimento all'ideologia di sinistra. […] Il primo fenomeno fu il Sessantotto, e il Sessantotto partorì poi il terrorismo, il brigatismo rosso eccetera eccetera. Su questo non ci son dubbi, insomma. Dirò di più: i più seri, e forse gli unici seri, furono quelli che poi diventarono dei terroristi e che quindi rischiarono la loro vita, almeno. Gli altri erano quello che diceva Pasolini, dei figli di papà.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Il Sessantotto e la politica di Berlinguer

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“Insomma io resto attonito né posso attribuire!”

Paolo Ferrari (commediografo) (1822–1889) commediografo e scrittore italiano

I, 6
La satira e Parini

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“Mendicante che non sei un altro, tieni queste 1.000 lire, 800 lire sono di elemosina, il resto mancia.”

Nino Frassica (1950) attore, comico e personaggio televisivo italiano

Quelli della notte, Frate Antonino di Scasazza

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“Del resto House e la Cuddy funzionano bene insieme, tra di loro c'è chimica e rispetto. È una relazione non ortodossa ma allo stesso tempo i rapporti tra loro sono incredibilmente reali.”

Katie Jacobs (1970) produttrice televisiva e regista statunitense

citato in Mediaset Premium http://www.mediasetpremium.mediaset.it/articolo/articolo_1231.shtml

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“Tra i bucomani l'amicizia non esiste proprio. Sei totalmente sola. Sei sempre sola. Tutto il resto te lo inventi.”

Christiane Vera Felscherinow (1962) scrittrice e musicista tedesca

Origine: Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino, p. 300

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“Cosa potevo fare, da grande? Le strade erano due. O donavo gli organi, o facevo il fumettista.
Il cuore l'aveva già preso mia moglie Caterina, il resto era da buttare.
Così ho fatto fumetti.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Da "Welcome to The Rock!", Rat-Man: Vent'anni senza condizionale, ed. Panini Comics, aprile 2009, pp. 5-7.

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“Ci sono centinaia di persone morte ogni anno per mancanza di organi, tutto il resto sono cazzate.”

Fabio Fazio (1964) conduttore televisivo italiano

Origine: Il monologo di Celentano sui trapianti d'organo e sulla legge italiana del "silenzio-assenso" pronunciato in diretta televisiva nel corso della trasmissione 125 milioni di caz..te è stato oggetto di numerose critiche nei giorni successivi. In particolare Fazio, ironizzando sul titolo della trasmissione, si riferisce ad una parte del monologo di Celentano: «In Italia c'è una legge che sono sicuro che è sbagliata. La legge che ci obbliga a donare gli organi. [...] Come fa lo stato a obbligarci a donare gli organi? Sulla legge è scritto che lo stato deve aspettare che l'encefalogramma è piatto. Così un bel giorno io mi posso svegliare in ospedale senza un braccio. "Avevi l'encefalogramma piatto", mi verrebbe comunicato. Adesso uno non può avere più neppure l'encefalogramma piatto.»
Origine: Citato in Fazio: "Centinaia di morti all'anno, il resto sono caz..te" http://www.repubblica.it/online/spettacoli/celentanodue/fazio/fazio.html, Repubblica.it, 29 aprile 2001.

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“Chi governa deve essere guidato da un'ambizione sul futuro del paese superiore a tutto il resto.”

Tommaso Padoa-Schioppa (1940–2010) economista e politico italiano

da Italia, un'ambizione timida

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“[Sulla tessera del tifoso] […] Mi sembra di vedere una limitazione alla libertà individuale. Detto in altri termini, e per puro comodo, immaginiamo di dividere i tifosi in bravi e cattivi. I cattivi identificati, in teoria, sono già soggetti a Daspo, quindi schedati e controllati. Ma che bisogno c'è di schedare quelli bravi? Questo è il punto. Mentre i bagarini continuano a fare buoni affari e se ne fanno un baffo del biglietto individuale, mentre i non cattivi, fino a prova contraria, ma un po' agitati si muovono comunque, poi si vedrà, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un cittadino incensurato, senza precedenti specifici, non è libero di muoversi nel suo paese e di andare allo stadio pagando un biglietto e basta, come si fa nel resto del mondo. Se poi delinque, ci pensi la polizia. Trattare i bravi da cattivi, tanto sappiamo che sono bravi, non è fascismo, è piuttosto una gestione abbastanza ottusa del potere. Si seppellisce così, senza un fiore, la domenica della brava gente che i coltelli li usa solo in trattoria, prima o dopo la partita. Si colpiscono i diritti di una stragrande maggioranza per limitare gli eventuali danni di un' esigua minoranza. Se questo è normale, ditelo voi. A me non pare. Se la libertà di movimento passa per una schedatura (questo è, né più né meno), a me pare condizionamento di libertà. C'è per caso un costituzionalista che ha qualcosa da dire?”

Gianni Mura (1945) giornalista e scrittore italiano

23 agosto 2009
la Repubblica

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“«Le cose sono andate in un altro modo. Non c'è stato l'assalto al Palazzo d'Inverno. Barcellona, come il resto del mondo, appartiene ormai ai vincenti. I ricchi, in quanto vincitori "morali"…».”

Manuel Vázquez Montalbán (1939–2003) scrittore, saggista e poeta spagnolo

da I mari del Sud
Da controllare: non risulta
Senza informazioni bibliografiche complete

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“Non mi è mai passato per l'anticamera del cervello di rassegnare le dimissioni, soprattutto perché se per qualsiasi cosa la colpa è dell'allenatore allora resto per fare il capro espiatorio.”

Massimiliano Allegri (1967) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Furia Allegri: "Altro che dimissioni, resto per fare il capro espiatorio" http://calciomercato.corriere.it/2012/08/26/furia-allegri-altro-che-dimissioni-resto-per-fare-il-capro-espiatorio/, Calciomercato.corriere.it, 26 agosto 2012.

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“[A proposito della nascita del Partito della Libertà annunciata da Berlusconi a Milano in piazza San Babila il 18 novembre 2007] Berlusconi in piazza davanti alla gente la faccia un po' l'ha persa. […] Troppa demagogia. Del resto l'ho detto anche a lui. No, non mi è piaciuto proprio, io sono un'altra cosa.”

Umberto Bossi (1941) politico italiano

dall'intervista di Guido Passalacqua, "Berlusconi in piazza non mi è piaciuto, senza Fini rischia di perdere le tv" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/071126/gbm9j.tif, la Repubblica, 24 novembre 2007, p. 7

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“Durante il regno di un certo Sovrano, non so bene quale, tra le numerose Spose Imperiali e dame di Corte ve n'era una che, seppure di rango non molto elevato, più di ogni altra godeva del favore di Sua Maestà. Le dame di alto rango, convinte com'erano di dover essere le prescelte, la guardavano dall'alto in basso e ne erano gelose. Quelle di uno stesso grado o di uno inferiore a maggior ragione si sentivano offese. Sera e mattina la sua presenza a Corte non faceva che esporla alla malevolenza delle altre e, forse per via del rancore che si riversava su di lei, ella si ammalò e in preda alla malinconia si ritirò più volte presso la famiglia di origine, ma il Sovrano, sempre più sollecito, seguitava a prendersi cura di lei senza prestare ascolto alle critiche di coloro che gli stavano attorno e suscitando chiacchiere a non finire. Dignitari e nobili dei più alti ranghi, coinvolti loro malgrado, mostravano il loro scontento distogliendo lo sguardo e mormorando che era un'infatuazione tale da turbare la vista e che nel regno dei Tang, per simili circostanze, il paese era caduto in preda a disordini e tumulti. Col passare del tempo, mentre anche nel resto del mondo la vicenda seminava malcontento e preoccupazione al punto che si citava l'esempio di Yang Guifei, non le erano state risparmiate umiliazioni, ma ella era riuscita a partecipare alla vita di Corte, confidando nell'affetto senza limiti che Sua Maestà le riservava. Il padre, che era stato Gran Consigliere, era morto, e la madre, appartenente a un'antica famiglia di tutto rispetto, convinta che la figlia non dovesse essere inferiore alle altre dame che grazie all'appoggio paterno avevano a Corte grande successo, le aveva fornito tutto quanto era indispensabile per ogni occasione ufficiale; pur tuttavia, essendo ella priva di un solido appoggio, in caso di bisogno non aveva nessuno sui cui fare affidamento ed era più sola e sperduta che mai.”

Murasaki Shikibu (973–1014) scrittrice e poetessa giapponese

Murasaki Shikibu, La storia di Genji, a cura di Maria Teresa Orsi, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012, ISBN 978-88-06-14690-0

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“Giornalismo è diffondere ciò che qualcuno non vuole si sappia; il resto è propaganda. Il suo compito è additare ciò che è nascosto, dare testimonianza e, pertanto, essere molesto.”

Horacio Verbitsky (1942) giornalista e scrittore argentino

Origine: Da Un mundo sin periodistas, Ed. Sudamericana, Bs. As. (1997); citato in Peter Gomez, Marco Lillo, Marco Travaglio, Bavaglio, Chiarelettere, 2008.

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“Il sangue scorre fuori dal naso, | il mio per caso? Dammi due stracci, | cantassi anch'io come Antonacci | e invece resto qui tra i pagliacci.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Ah Yeah Mr. Simpatia, n. 1
Pensieri scomodi

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“Come Totti via dall'Italia mai, | piuttosto banzai, | harakiri ma resto qui in Italy.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Come Totti, n. 3
Casus belli

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“L'amore e l'odio intorno, tu scegli, | il resto è dentro noi, guerra e pace.”

Fabri Fibra (1976) rapper, produttore discografico e scrittore italiano

da Voce, n. 3
Guerra e pace

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“Ci sono e ci resto.”

Patrice de Mac-Mahon (1808–1893) generale e politico francese

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 98-99

“Uno è interessato alla verità solo perché il resto non può permetterselo. È così ovvio.”

Volfango De Biasi (1972) regista e sceneggiatore italiano

Fiamma
Come tu mi vuoi

“Il calcio professionale è solo denaro e corruzione. Il calcio è capitalismo e il capitalismo è morte. Non voglio più far parte di un sistema che si basa su ciò che guadagna la gente grazie alla morte di altri in Sudamerica, Africa o Asia. A cosa mi serve guadagnare tanto se quello che ottengo è frutto della sofferenza di molta gente? La fortuna di questa parte del mondo esiste solo grazie alle disgrazie del resto.”

Javi Poves (1986) calciatore spagnolo

Origine: Citato in Javi Poves, il calciatore rivoluzionario lascia il calcio a 24 anni: Il calcio è capitalismo e il capitalismo è morte http://www.informarexresistere.fr/2011/08/18/javi-povesil-calciatore-rivoluzionario-lascia-il-calcio-a-24-anniil-calcio-e-capitalismo-e-il-capitalismo-e-morte/#axzz1fgoFugeu, Informarexresistere.fr, 18 agosto 2011.

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