Frasi su ricordo
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“R: È stato il più bel ricordo della mia vita. Io sono molto riconoscente al papa e lo vedo come il simbolo dell'umanità, anche se non condivido la sua mentalità cristiana. ()”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con Alì Agca (l'attentatore a Giovanni Paolo II)

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“D: Lei è stata in Sicilia. Come ricorda quell'esperienza?”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Con il giudice Ilda Boccassini

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“Jeff: Ricordi che siamo andati a Green Bay nel Wisconsin?
Walter: Sì, a febbraio! C'erano -20°C… Parli con la gente del posto, e cosa ti dicono? "Brrr… Amiaamo questo poosto! Siamo gente di cuore!"… Un mucchio di imbecilli congelati, ecco cosa siete.”

Jeff Dunham (1962) comico statunitense

Spark of Insanity
Variante: 'Jeff': Ricordi che siamo andati a Green Bay nel Wisconsin?
'Walter': Sì, a febbraio! C'erano -20°C... Parli con la gente del posto, e cosa ti dicono? "Brrr... Amiaamo questo poosto! Siamo gente di cuore!"... Un mucchio di imbecilli congelati, ecco cosa siete.

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“E la tua forza davanti alle avversità è così devastante. Ricordi come ti ho fatto aspettare quando era il mio turno di fare il prezioso?”

Bruce Springsteen (1949) musicista e cantautore statunitense

Greetings from Asbury Park, N.J.

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“Io ricordo una bambina di due anni, che, messa davanti ad una statuina del Bambino Gesù, disse: «Questa non è una bambola.»”

Maria Montessori (1870–1952) pedagogista, filosofa e medico italiana

La scoperta del bambino

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“Sono un mite e se c'è qualcuno che mi ricorda la mitezza di Gandhi, quello è il signor Berlusconi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

1994
Origine: Citato in Massimo Gramellini, Berlusconi: sono il Gandhi italiano http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0768_01_1994_0351_0051_11021310/, La Stampa, 24 dicembre 1994.

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“Ricordo, come ha detto il sindaco di Catania Scapagnini, che sono immortale…”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2004
Origine: Dalla trasmissione Radio anch'io; citato in Berlusconi a tutto campo: riforme, pensioni andiamo avanti http://www.repubblica.it/2004/a/sezioni/politica/rifoistuno/berlus/berlus.html, Repubblica.it, 9 marzo 2004.

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“[Riferito ai giornalisti Rai presenti alla conferenza stampa] Attenti voi a quello che scrivete, vi ricordo che a casa mia si tengono in questi giorni le riunioni sulla Rai.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Marco Galluzzo, Silvio, la foto con i leader e il rimbrotto della regina https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/aprile/03/Silvio_foto_con_leader_rimbrotto_co_9_090403019.shtml, 3 aprile 2009, p. 5.

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“Ricordo che in occasione di una mia visita in Finlandia mi vollero portare a vedere una cosa a cui tenevano molto e impiegammo, di mattina presto, tre ore per raggiungere una chiesa di legno del Settecento. Una cosa che qui da noi sarebbe cancellata.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Citato in Berlusconi e le chiese finlandesi http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_07/finlandia_berlusconi_chiesa_3aa1ddae-3b27-11de-b512-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 7 maggio 2009.

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“Io ricordo anche un episodio avvenuto nel maggio 2005 durante un Lecce-Parma 3-3, quando Zeman abbandonò la panchina della sua squadra a 10' dalla fine e non si è mai capito il perché. Magari dovrebbe darci spiegazioni di questo e non su cose che non lo riguardano.”

Giuseppe Marotta (dirigente sportivo) (1957) dirigente sportivo italiano

Citazioni di Giuseppe Marotta
Origine: Citato in Marotta a Zeman: "Inopportuno". La Roma: "Opinioni personali ma..." http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Juventus/13-08-2012/marotta-risponde-zeman-su-conte-stato-inopportuno-912249925233.shtml, La Gazzetta dello Sport.it, 13 agosto 2012.

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“I baci non dati me li ricordo tutti.”

Gianna Nannini (1954) cantautrice e musicista italiana

da In camera mia
Inno

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“Il calore, il sesso, le sue labbra umide, le dita birichine erano un ricordo lontano.”

Diego Cajelli (1971) fumettista e sceneggiatore italiano

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“Nella sua musica [di Lucio Battisti] c'è qualcosa che ricorda Puccini.”

Luciano Pavarotti (1935–2007) tenore italiano

Origine: Leo Turrini, Battisti: la vita, le canzoni, il mistero, citazione riportata nel retrocopertina.

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“I miei ricordi migliori sono una croce.”

Alessandra Carlotti di Rudinì (1876–1931) religiosa italiana con il nome di Madre Maria di Gesù
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“Nella foto di un'estate c'era il vento che soffiava, | mi ricordo che bastava l'equilibrio su una gamba.”

Cristina Donà (1967) cantautrice italiana

da I duellanti, n. 4
La quinta stagione

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“Berlusconi si paragona a Napoleone e Churchill. Mi ricorda la barzelletta dei due matti: uno dice "Io sono Mosè e Iddio mi ha dato le tavole della legge" e l'altro, offeso "Ma guarda che io non ti ho dato niente!". Ecco, lui potrebbe essere il secondo matto, mentre per il novello Mosè bisogna scegliere tra Bondi e Fede.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

da Corriere della Sera https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/febbraio/12/Capezzone_Radicali_lui_Napoleone_ricorda_co_9_060212041.shtml, 12 febbraio 2006, pagina 8

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“Come indole non farei niente di quello che faccio in tv. È la telecamera che legittima tutto. E quando si spegne spesso cala un certo imbarazzo. Ricordo un servizio, a una sfilata: mi proponevo come modello e mi mettevo in mutande. Quando la telecamera si è spenta Laura Biagiotti mi guardava quasi impaurita. Non sono egocentrico: sono finito a fare il cretino davanti alla macchina da presa solo perché prima lo facevo dietro.”

Pif (1972) conduttore televisivo e scrittore italiano

Origine: Citato in Chiara Maffioletti, Torna Pif, l'incursore delle interviste fatte a bruciapelo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/07/Torna_Pif_incursore_delle_interviste_co_9_100207124.shtml, Corriere della Sera, 7 febbraio 2010, p. 41.

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“Certamente Mussolini fu un grossissimo politico, un uomo politico di grandissimo fiuto, di tempismo formidabile: lo dimostrò la facilità con cui vinse. Forse dovuta per metà alle sue capacità, alla sua bravura – parlo sempre come politico – e per metà all'insipienza, alla nullaggine dei suoi avversari, perché è tempo oramai di dire anche questo. Non c'è dubbio che il potere assoluto guastò completamente Mussolini: il Mussolini del 1930 non era certamente quello del 1940, il Mussolini di dieci anni dopo l'avvento al potere era diventato una specie di marionetta, la caricatura di sé stesso. Aveva perso proprio il senso della realtà, che era stato invece il suo forte da principio, il contatto col pubblico lo aveva perso, il senso della misura, e lo aveva dimostrato poi con gli errori madornali che ha fatto. Nei primi dieci anni credo che alcune cose buone le abbia fatte. Non credo che abbia ucciso la democrazia, credo che l'abbia soltanto seppellita perché era già morta. Da quel poco che ricordo l'Italia era un grosso carnevale, e anche abbastanza drammatico, perché la situazione interna era addirittura sfasciata: correva sangue, ne correva molto, noi in Toscana ne sapevamo qualcosa […]. E quindi non è vero che lui… le democrazie non vengono mai uccise, le democrazie muoiono. Dopodiché si dà la colpa a chi le seppellisce, ma la verità è che si suicidano, e credo che la democrazia italiana del '21-22 si sia suicidata. […] Mussolini capì una cosa fondamentale: che per piacere agli italiani bisognava dare a ciascuno di essi una piccola fetta di potere col diritto di abusarne. Questo era il fascismo. Il fascismo aveva creato una gerarchia talmente articolata e complessa che ognuno aveva dei galloni: il capofabbricato, il caposettore… tutti avevano una piccola fetta di potere, di cui naturalmente ognuno abusava, come è nel carattere degli italiani.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Questo secolo, 18 maggio 1982
Interviste

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“Tutti hanno diritto di credere nel miracolo, quando non c'è altro a cui aggrapparsi. La scienza no: se lo ricordi anche il Papa.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

23 febbraio 1998
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. […] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

11 novembre 1989
il Giornale

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“Il silenzio mantenuto finora [sui massacri delle foibe], o quasi silenzio, si spiega facilissimamente: tutta la storiografia italiana del dopoguerra era di sinistra, apparteneva all'intellighenzia di sinistra, la quale era completamente succuba del Partito Comunista. Quindi non si poteva parlare delle foibe, che non appartenevano al comunismo italiano, ma appartenevano certamente al comunismo slavo, di cui però il comunismo italiano era alleato e faceva gli interessi. Quindi di questo non si poteva parlare, e non si poteva parlare delle stragi del triangolo della morte, perché anche queste ricadevano sulla coscienza – ammesso che ce ne sia una – del Partito Comunista, il che sta a dimostrare quello che dicevo prima, cioè che la Resistenza non fu una resistenza, fu una guerra civile tra italiani che continuò anche dopo il 25 aprile. […] [Sull'eccidio dei conti Manzoni] Andai come giornalista […] per appurare com'era andata la strage dei conti Manzoni, dopo la fine della guerra. […] Una famiglia di persone che col fascismo non aveva niente a che fare, ci aveva convissuto come tutti gli italiani. Bene, nessuno mi voleva parlare di questa faccenda. […] Nessuno ne aveva parlato, né dei Carabinieri né della Polizia e tantomeno della magistratura, eppure lo sapevano. […] C'era una complicità assoluta, una complicità dannata. […] Se ne parla ora perché il Muro di Berlino è crollato, ma si ricordi che trent'anni fa, quando De Felice annunziò di mettere allo studio il ventennio fascista per sapere com'era andata, fu proposta la sua estromissione dalla cattedra universitaria, solo perché metteva allo studio un ventennio di storia italiana che, bella o brutta, c'era stata. […] Non era possibile inquadrare storicamente il fascismo: chi lo faceva, cercando di spiegare i perché della sua durata, ed anche i perché della sua catastrofe, veniva accusato di fascismo.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da Dalla Monarchia alla Repubblica
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“Grazie Juventus per avermi insegnato a vincere!”

Enzo Maresca (1980) calciatore italiano

da Twitter, 5 maggio 2012 http://twitter.com/#!/EnzoMaresca16/status/198536455914651648; citato in Maresca ricorda il 5 maggio: Juve mi insegnò a vincere http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2012/05/05-185947/Maresca+ricorda+il+5+maggio%3A+Juve+mi+insegn%26%23242%3B+a+vincere, Tuttosport, 5 maggio 2012

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“Preferisco sperare in me anziché in Dio; quando sarò vecchia avrò dei ricordi.”

Majja Michajlovna Pliseckaja (1925–2015) ballerina sovietica

Origine: Citato in Enzo Biagi, Russia, Rizzoli, Milano, 1977, p. 119.

“Il ricordo è una forma di incontro.”

Lia Varesio (1945–2008) attivista italiana

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“[Su Andrea Stramaccioni] Ha le qualità, la passione e la capacità di dare entusiasmo alla squadra. Confermo, è il migliore acquisto. Chi mi ricorda? È facile il paragone, è un giovane che ha grinta. È uno che si spende in campo, lo si vede con passione, come usa fare Mourinho.”

Marco Tronchetti Provera (1948) imprenditore e dirigente d'azienda italiano

Origine: Citato in Tronchetti: "Questa squadra diverte E Strama mi ricorda Mourinho" http://www.repubblica.it/sport/calcio/serie-a/inter/2012/09/04/news/tronchetti_provera_stramaccioni_telecom-41952102/, repubblica.it, 4 settembre 2012

“Nei galatei per i bambini e le bambine, soprattutto del popolo, l'igiene personale è un compito che spetta a loro, in questo caso viene loro riconosciuta una grande autonomia e responsabilità. Sembra esplicito l'intento di formare attraverso i bambini dei cittadini nuovi, finalità non trascurata neppure dalla politica scolastica del secondo Ottocento. I bambini e le bambine devono preoccuparsi della pulizia della persona e degli abiti, indossati con grazia e sempre «convenienti», cioè adeguati alla propria condizione sociale. Nei galatei il corpo è lo specchio dell'anima, «la nettezza e l'ordine esteriore indicano mondezza e purezza dell'anima» si legge ne Il piccolo galateo del 1897. «Il corpo è l'abitazione dell'anima; questo voi già sapete da un pezzo. Ma perché l'anima possa esercitare il suo potere è necessario che il corpo sia sano. Per conservarlo sano bisogna averne cura. Si ha dunque il dovere di avere cura del corpo» si ricorda alle bambine della terza elementare ancora nel 1907. I bambini devono lavarsi con l'acqua fresca, «facendo anche uso del sapone», le mani, il viso, le orecchie, il collo, i denti e pettinarsi tutte le mattine; i piedi devono essere lavati con frequenza soprattutto d'estate, si ricorda ne Il piccolo galateo del 1897, tralasciando di parlare del bagno e delle altre parti del corpo, come avverrà solo a partire dagli inizi del Novecento.”

Origine: Le bambine nella storia dell'educazione, p. 267

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“Non ho bellissimi ricordi delle salite, che per me significavano sofferenza.”

Gianni Bugno (1964) ciclista su strada e dirigente sportivo italiano

da Sport Week, 12 maggio 2007

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