Frasi su riforma
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“[Su Vittorio Grevi] Ne ricordiamo l'appassionato impegno a promuovere – anche con la sua intensa attività pubblicistica – il confronto più rigoroso e aperto sui temi relativi alla riforma del sistema giudiziario.”

Giorgio Napolitano (1925) 11º Presidente della Repubblica Italiana

Origine: Citato in Presidenza della Repubblica http://www.quirinale.it/elementi/Continua.aspx?tipo=Comunicato&key=11066, comunicato del 04 dicembre 2010.

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“Se Renzi vuole dare la dimostrazione che il Paese cambi, provi a cambiare la Rai: è una riforma senza costi, l’unico prezzo per lui è rinunciare al controllo sulla tv di Stato. Se da un cambiamento della Rai e della governance cambia il sistema è un punto, altrimenti non si arriverà a un mercato in cui ci si sfida liberamente, come Renzi ha promesso.”

Michele Santoro (1951) giornalista, conduttore televisivo e autore televisivo italiano

Origine: Citato in Santoro: "Addio a Servizio Pubblico. In Italia è in crisi il sistema tv, non i talk" http://www.lastampa.it/2015/05/18/spettacoli/santoro-addio-a-servizio-pubblico-in-italia-in-crisi-il-sistema-tv-italiano-non-i-talk-YDurw0gN2F85VPNvrvN4zJ/pagina.html, Lastampa.it, 18 maggio 2015.

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“[…] la Grecia ha ancora un lungo cammino davanti, e non abbiamo ancora chiarezza sui concreti progetti di riforma, ma va nella giusta direzione. Ciò che posso dire ora è che in Grecia non ci sarà default: è e resta parte integrale dell'Eurozona. […] La Grecia deve mantenere gli impegni presi con l'Eurogruppo e senza dubbio impegnarsi in una politica fiscale e finanziaria credibile e sostenibile; se vogliono attuare le promesse elettorali, devono essere finanziate di conseguenza.”

Jean-Claude Juncker (1954) politico lussemburghese

Origine: Citato in Andrea Tarquini, Germania, il presidente viene incontro alla Grecia: "Giusto risarcire per crimini Terzo Reich" http://www.repubblica.it/economia/2015/05/02/news/germania_il_presidente_viene_incontro_alla_grecia_giusto_risarcire_per_crimini_terzo_reich_-113381085/, Repubblica.it, 2 maggio 2015.

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“In realtà l'imperatore Alessandro non era affatto un riformatore. Attribuendo a lui esclusivamente le riforme che caratterizzarono i primi anni del XIX secolo, si commette un errore storico tanto più grave in quanto poi ci si domanda quali furono le cause che lo spinsero a un cambiamento di quel suo indirizzo riformatore. certo, appena salito al trono, l'imperatore si era trovato di fronte a forme così gravi e multiformi di malcontento, che decise di correggere e modificare quelle cose che apparivano difettose, ma nessuna delle riforme fu sua opera personale e non vi fu riforma che gli venne ispirata senza difficoltà e che gli venne strappata senza sforzo. Nei primi anni del suo regno, si mostrò più conservatore di tutti i consiglieri che lo circondavano; finché costoro ebbero influenza su di lui ottennero ciò che avevano desiderato, ma appena questa azione cessò l'imperatore ritornò alle sue tendenze primitive.”

Pavel Aleksandrovič Stroganov (1774–1817) nobile e ufficiale russo

dai Quaderni
Origine: Il granduca Nicola Michailovich di Russia ordinò e utilizzò gli archivi del conte Stroganov. In bibliografia a p. 80 di Alessandro I sono dati per Nicola Michailovich i seguenti riferimenti bibliografici: Le Tsar Alexandre I, Payot, Parigi, 1931; Le Comte Paul Stroganov, Parigi, 1905, 3 voll. (sul Comitato segreto e le riforme di Alessandro).
Origine: Citato in Giuseppe Berti, Alessandro I, C.E.I., Giano. I tascabili doppi, Roma / Milano, 1966, p. 59.

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“[Sulla riforma del Senato, portata avanti dal Governo Renzi] È una riforma imposta col ricatto di pochi che si fingono molti e derubano il futuro di tutti. Noi non possiamo restare indifferenti; non possiamo assistere silenti e impassibili di fronte a questa violenza. Dobbiamo fermarvi ora, perché ormai non ci resterebbe nemmeno la triste speranza di un intervento della Corte costituzionale, visto che questa contro-riforma consentirà alla maggioranza di spartirsi anche l'elezione dei suoi giudici, estromettendo la partecipazione decisiva delle opposizioni e trasformandola in una sua malleabile appendice. Chi troverà la forza di levare la sua voce contro l'autoritarismo, contro l'accentramento del potere nelle mani di marionette nominate da una ristretta di cerchia di uomini lontani anni luce dagli interessi del popolo? Sarà la Repubblica del sopruso, delle ripicche sugli oppositori e dell'arbitrio contro i dissenzienti. Sarà, signori, il fascismo del terzo millennio, ancora più insidioso perché nascosto sotto le spoglie di una democrazia morente. Pur di realizzare il vostro sogno, che è il nostro incubo, nessuna bugia è troppo grande. Avreste il coraggio di ripetere anche ora le «balle» di qualche mese fa, quando affermavate che le leggi di revisione costituzionale vanno approvate con il consenso più ampio possibile?”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 510 del 23 settembre 2015 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/315795.pdf. Roma, 23 settembre 2015.

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“[Rivolta al Governo Renzi] Non potete essere in buona fede, perché vi conosco e so che siete preparati. La presidente Finocchiaro è una donna molto preparata e io la vedevo quando al ministro Boschi chiedeva come mai non avesse letto la Costituzione. Il ministro Boschi, che era in prima Commissione a fare le riforme costituzionali!”

Paola Taverna (1969) politica italiana

Origine: Citato in Senato della Repubblica Italiana – Legislatura XVII – Aula – Resoconto stenografico della seduta n. 277 del 14 luglio 2014 https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00786345&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_ddddlc1429ecrdpidc-trattazione_dg-intervento_tavernam5s&parse=no. Roma, 14 luglio 2014.

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“In Italia e in Europa sono ancora troppi i vuoti normativi in materia di crimini d'odio perpetrati sulla base dell'orientamento sessuale e dell'identità di genere, ma soprattutto è sempre più urgente collegare il pieno riconoscimento di diritti individuali fondamentali ad interventi strutturali di riforma e di modernizzazione dello Stato sociale, della Pubblica Amministrazione, del mercato del lavoro.”

Federica Mogherini (1973) politica italiana

Origine: Dal messaggio del Ministro per la Conferenza "Le persone LGBT nella realtà odierna" http://www.esteri.it/MAE/IT/Sala_stampa/ArchivioNotizie/Interventi/2014/05/20140516_MessaggioMinistroConferenzaLGBT.htm, Ministero degli Affari Esteri, Roma, 16 Maggio 2014.

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“A me non importa se Berlusconi vuole l'accordo sulle riforme per interesse personale.”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000

31 dicembre 1995
Origine: Citato in Marco Travaglio, Ad personam, Chiarelettere, Milano, 2010, p. 103. ISBN 978-88-6190-104-9.

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“Il problema è che le riforme gli italiani non le vogliono. Il Paese non vuole cambiare: tra garanzie e opportunità, sceglie sempre le garanzie.”

Vittorio Grilli (1957) economista e dirigente pubblico italiano

Origine: Citato in Aldo Cazzullo, Renzi e la diffidenza (ricambiata) di banchieri e manager http://www.corriere.it/politica/14_settembre_06/renzi-diffidenza-ricambiata-banchieri-manager-827bfe6a-3582-11e4-bdcf-fc2cde10119c.shtml, Corriere.it, 6 settembre 2014.

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“La Riforma protestante fu una rivolta individualistica in cui si disgregò la socialità composta dalla Chiesa nel Medio Evo.”

Igino Giordani (1894–1980) scrittore, giornalista e politico italiano

Origine: Le encicliche sociali dei papi, p. XIII

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“Bene, eccoci qui sulla soglia di un disastro finanziario e sociale e in questa sala, oggi, abbiamo i quattro uomini che dovrebbero ritenersi responsabili. Eppure abbiamo ascoltato i discorsi più tediosi e tecnocratici che io abbia mai sentito e continuate a negare, a dispetto di ogni considerazione obiettiva, che l'euro sia un fallimento. E chi è il vero responsabile? Chi è il responsabile tra di voi? Ovviamente la risposta è "nessuno di voi", perché nessuno di voi è stato eletto, nessuno di voi ha in effetti qualsivoglia legittimità democratica per i ruoli di cui siete attualmente incaricati all'interno di questa crisi. E in questo vuoto stato di cose, non certo con riluttanza, è entrata Angela Merkel. E stiamo ora vivendo in un'Europa dominata dalla Germania – qualcosa a cui il progetto europeo avrebbe dovuto, in effetti, prevenire. Qualcosa per cui coloro che ci hanno preceduto hanno pagato caro, con il loro sangue, al fine di evitarla. Io non voglio vivere in un'Europa dominata dalla Germania, né lo vogliono i cittadini europei. […] E non soddisfatti di ciò, avete deciso che anche Berlusconi doveva andare; così lui è stato sostituito dal Signor Monti, un ex-commissario europeo, uno degli architetti di questo euro-disastro e un uomo che non era nemmeno un membro del Parlamento. Sta diventando come un racconto di Agatha Christie, dove stiamo cercando di capire chi sarà la prossima persona ad essere fatta fuori. La differenza è che sappiamo chi sono i criminali. Voi dovete essere tutti ritenuti responsabili per ciò che avete fatto. Dovreste essere tutti licenziati. E devo dire, Signor Van Rompuy, 18 mesi fa, quando ci siamo incontrati per la prima volta, mi sono sbagliato sul suo conto. Avevo detto che sarebbe stato l'assassino silenzioso della democrazia degli stati nazionali, ma non più, lei è piuttosto rumoroso a proposito, non è così? Lei, un uomo non eletto, si è recato in Italia dicendo: "L'Italia ha bisogno di riforme, non di elezioni". Cosa, in nome di Dio, Le dà il diritto di dire questo al popolo italiano?”

Nigel Farage (1964) politico britannico
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“Ma in realtà passeggiando per le strade di Firenze mi rendo conto che non solo i capolavori universali, ma ogni luogo della città mi dice qualcosa: un campo sportivo dove ho giocato, un giardino dove ho pianto, persino una fermata dell'autobus dove ho aspettato qualcosa o forse qualcuno. Ogni angolo della città deve scatenare un sentimento in chi vuol fare il sindaco. Altrimenti ha sbagliato mestiere. Potrà ragionare di culture politiche, discutere sulle grandi riforme. Magari sarà il più colto dei deputati o il più elegante tra i senatori. Ma non potrà mai fare il sindaco. Può provare a fare il primo cittadino solo chi crede che amministrare sia davvero un'estensione del verbo amare. L'etimologia della parola ci porterebbe altrove. Dovremmo dire infatti che amministrare significa servire. E il tema del servizio civico, della cosa pubblica è uno degli aspetti più intriganti della politica fatta con passione. Nell'abisso di solitudini che caratterizza il nostro tempo, c'è proprio bisogno di costruire una comunità, di incrociare sogni, di stabilire legami. Evitare l'individualismo dedicando del tempo al servizio del bene comune è già una suggestiva scelta controcorrente. Ma questo vale per ogni tipo di impegno politico. La peculiarità dell'esperienza come sindaco – o come candidato sindaco – sta proprio nel legame intimo e inebriante con la propria città.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Fuori!, pp. 26

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“La mia opinione personale è favorevole all'amnistia ma è un provvedimento che tocca al Parlamento: mi rimetto alle scelte della politica. […] Sono favorevole all'amnistia, oltre che per motivi umanitari anche perché ci darebbe l'opportunità di mettere in cantiere una riforma complessiva del sistema penitenziario.”

Anna Maria Cancellieri (1943) prefetto e funzionaria italiana

Citazioni di Annamaria Cancelleri
Origine: Citato in Cancellieri: «Sono favorevole all’amnistia» http://www.ilpost.it/2013/08/23/cancellieri-amnistia/, Il Post, 23 agosto 2013.

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“Io di Berlusconi mi fido: credo proprio che sia sincero, quando dice di volere le riforme.”

Massimo d'Alema (1949) politico italiano, presidente del Consiglio dei Ministri dal 1998 al 2000

23 gennaio 1996

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“Preferisco essere valutata per le riforme che per le forme.”

Maria Elena Boschi (1981) politica italiana

Origine: Da un'intervista a Daria Bignardi, Le invasioni barbariche; citato in La Boschi si confessa in tv: «Giudicatemi per le riforme, non per le forme» http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/POLITICA/maria_elena_boschi_sedere_tv_invasioni_barbariche_la_sette_daria_bignardi/notizie/570223.shtml, Il Messaggero.it, 12 marzo 2014.

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“La criminalità organizzata ancora gestisce grandi porzioni del traffico internazionale e ci sono abbastanza ragioni per riaprire il dibattito oggi in Italia. Viviamo in un tempo in cui una riforma delle leggi sulle droghe è necessaria a livello nazionale e internazionale. Per l'Italia personalmente ho un'idea molto chiara di quello che deve essere fatto: la depenalizzazione della marijuana deve essere considerato un punto di partenza perché gli anni di proibizionismo non hanno portato nessun risultato nella prevenzione del drammatico aumento nell'uso di droga.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Dall'intervento al intervenuto all'apertura dei lavori dellEighth Annual Conference of the International Society for the Study of Drug Policy al Consiglio Nazionale delle Ricerche; citato in Marino dice sì alla cannabis e si scatena la polemica http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/05/21/news/droghe_marino_roma_marijuana_cannabis-86778413/?ref=search, Repubblica.it, 15 marzo 2015.

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“La pazienza è finita, mi sono rotto i coglioni di Di Pietro.”

Clemente Mastella (1947) politico italiano

citato in Di Pietro salva la riforma Castelli. Mastella: lo sfiducio http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=60039, l'Unità, 3 ottobre 2006

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“Quando noi abbiamo presentato la mozione di sfiducia nei confronti di questo Governo è perché la vicenda del salvataggio di queste banche, fatto pagare alle altre banche e ai risparmiatori, fa emergere un quadro gravissimo di rapporti, che è organico con tutto quello che è successo fino ad ora nel nostro Paese da quando il Presidente del Consiglio ha assunto la carica. Eppure, lui, il Presidente del Consiglio, viene qua a difendersi, e invece di spiegare questi rapporti che coinvolgono i parenti di un importante Ministro – guarda caso, il Ministro delle più importanti riforme nella storia di questo Paese – invece – ripeto – di spiegare i rapporti dei suoi parenti con l'ultimo direttore della Banca Etruria e con società panamensi – perché questo emerge dai dati – che cosa fa? Viene a dirci che ha commissariato Banca Etruria. Colleghi, ma ci prende per imbecilli? È la Banca d'Italia che ha commissariato Banca Etruria. La deve finire di venire qui a mentire. Piuttosto, ci deve spiegare com'è possibile che in questo Paese si voglia liquidare la Costituzione, nata dalla Resistenza, attraverso gruppi di soggetti tra loro collegati – non ultimo questo Carrai – che vogliono inserire al vertice di strutture pericolosissime! La conosciamo la storia della famiglia Carrai? Stiamo parlando del cuore nero di questo Paese, che non ha mai accettato la Costituzione repubblicana, che ha scalato il vostro partito [il Partito Democratico] e che non ha niente a che vedere con la storia del vostro partito. Ma quali nomine dobbiamo sentire in quest'Aula per fare scattare i campanelli d'allarme? Non vi dice niente Michael Ledeen? A cosa è servita la Commissione di inchiesta sul sequestro e l'omicidio Moro se non vi dice niente quel nome? Non dobbiamo essere preoccupati quando Carrai vuole l'immunità per ficcare il naso nelle vite di noi cittadini, di tutti i cittadini di questo Paese? Questo è un momento gravissimo.”

Mario Michele Giarrusso (1965) politico italiano
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“Dopo la sentenza di ieri, milioni di italiani hanno ben capito il disegno politico condotto da anni contro Silvio Berlusconi. Sono certo che, in queste ore, anche tanti cittadini che magari non hanno votato per lui si rendano perfettamente conto di come alla difesa dei diritti del cittadino Berlusconi sia legata la difesa dei diritti e delle libertà di tutti.”

Daniele Capezzone (1972) politico italiano

citato in Firmata (e sospesa) l'esecuzione della pena, Berlusconi: riforma della Giustizia o si torna al voto http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/13/08/02/diretta_condanna_berlusconi.html, Tiscali. it, 2 agosto 2013

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“Sarò il garante di tutti, il massimo garante delle regole.”

Renato Schifani (1950) politico italiano

da Schifani presidente del Senato: «Si apra stagione di riforme condivise» http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/04/legislatura-andreotti-castagnetti.shtml?uuid=fea79fe0-15c6-11dd-ac6f-00000e25108c&DocRulesView=Libero, Il Sole 24 ore, 29 aprile 2008

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“Siamo all'ultimo giro di boa di una riforma fiscale. Il cittadino sa benissimo che una volta varata non ci sarà più spazio per la clemenza.”

Renato Schifani (1950) politico italiano

estate 2003; citato da Sergio Rizzo, Corriere della Sera http://www.corriere.it/politica/09_ottobre_04/rizzo-condoni_b7aa14ae-b0b3-11de-b562-00144f02aabc_print.html, 4 ottobre 2009

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“Quando i riformatori coincidono con i riformati, ogni riforma naviga sempre in alto mare.”

Michele Ainis (1955) costituzionalista italiano

Privilegium: L'Italia divorata dalle lobby

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“Volantinavo al mercato e a chi incontravo chiedevo: secondo lei cosa s'aspetta che dica in tv? Lavoro, sanità e pensioni. Occupazione e ospedali. Previdenza e medicine. Capperi, nemmeno uno che mi parlasse della giustizia, oppure delle riforme, o anche di De Mita, la solfa sul vecchio o sul nuovo.”

Giovanna Melandri (1962) politica italiana

Origine: Citato in Antonello Caporale, E Giovanna diede scacco al Polo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1996/04/14/giovanna-diede-scacco-al-polo.html?ref=search, Repubblica.it, 14 aprile 1996

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“Lo scià era stato un despota a tratti illuminato e innovatore, a tratti incline alla repressione e ignaro della rivolta che covava tra i sudditi. Aveva regnato trentasette anni e anche lui aveva fatto la sua Rivoluzione bianca. In particolare una riforma agraria che non aveva colpito troppo i latifondisti. A restituirgli il trono travolto da un'insurrezione popolare, nel 1953, era stata la Cia. Non gli erano poi mancati gli ossequi di mezzo mondo. Ossequi di un'intensità proporzionata alla produzione petrolifera della Persia. Persia era il nome che lo scià preferiva per il suo paese. Lo voleva storicamente collegato all'epoca preislamica. La protezione della superpotenza americana gli era garantita. Migliaia di esperti militari venuti dagli Stati Uniti erano la prova concreta che per questi ultimi la Persia di Pahlevi era il migliore alleato nella regione, insieme a Israele. L'idea di poter essere scalzato dai religiosi non l' aveva forse mai sfiorato. Lui aveva seguito le orme del padre, umiliandoli in più occasioni. Reza scià, il genitore, aveva destituito la vecchia dinasta Qajar e si era proclamato imperatore nel 1925, quando era un semplice ufficiale venuto dalla gavetta. Imitando il turco Ataturk, suo grande ispiratore, entrava a cavallo nelle moschee per dimostrare in quale conto tenesse la religione e i religiosi. Cosi aveva fondato una nuova dinastia, quella dei Pahlevi, giudicati dei parvenus da chi poteva vantare un antico sangue reale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“L'Iran imperiale disponeva di enormi risorse finanziarie che consentivano grandi innovazioni, in tutti i campi. Teheran era la meta obbligata di legioni di uomini d'affari occidentali, incolonnati come questuanti davanti ai ministeri, ansiosi di proporre prodotti e progetti. Non mi passò neppure per la testa l'idea che quel successo potesse condurre a un disastro. A ritorcesi contro lo scià fu l'eccessiva modernizzazione, compresa quella culturale. La precipitosa industrializzazione, pagata con i proventi petroliferi, non dette i frutti sperati. L'Iran non era competitivo sul piano internazionale e all'interno i consumi non erano sufficienti per mantenere le attività appena create. Si accentuò il declino dell'agricoltura, ferita da una riforma che, per volontà dello scià, aveva trasformato mezzadri e fittavoli in tanti proprietari troppo piccoli per sopravvivere. Così il distacco tra le città, gonfiate da popolazioni inurbate in gran fretta, e la società rurale era aumentato, ed era cresciuto in modo vertiginoso quello tra le classi beneficiate dalla pioggia petrolifera e quelle escluse, abbandonate a se stesse. Le campagne in favore dell'emancipazione femminile e dell'alfabetizzazione fecero emergere strati sociali subito assetati di libertà adeguate al loro nuovo status. Ma un apparato poliziesco severo, e spesso spietato, reprimeva quegli slanci suscitati dalle riforme. La monarchia non fu capace di gestire la modernizzazione (l'occidentalizzazione) che essa stessa aveva voluto. Non fu capace di rinunciare a un rigido autoritarismo che comprimeva la società civile in espansione.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Sulle strade di Teheran con la furia di un popolo http://download.repubblica.it/pdf/diario/31012004.pdf, la Repubblica, 31 gennaio 2004.

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“Se non facciamo riforme rivoluzionarie, sorgerà un nuovo Castro, in qualche sierra sconosciuta.”

Jânio Quadros (1917–1992) avvocato e politico brasiliano

Origine: Citato in M. Niedergang, Le 20 americhe latine, traduzione di Roberto Ortolani, Garzanti, Milano, 1964, p. 82.

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“Il Brasile ha già superato la fase peggiore. Ma non possiamo riposare sugli allori: ora abbiamo bisogno della fiducia del mondo. Tutto dipenderà dalle riforme che riusciremo a realizzare a breve scadenza, riforme che daranno certamente un nuovo volto al nostro Paese.”

João Goulart (1918–1976) avvocato e politico brasiliano

Origine: Citato in Il Presidente del Brasile oggi in visita al Quirinale http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,16/articleid,0092_01_1963_0154_0016_24794380/, La Stampa, 30 giugno 1963

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“Se il Paese vuole essere competitivo le organizzazioni sindacali devono cambiare radicalmente. Dobbiamo dare possibilità alle associazioni giovanili di contare nei tavoli contrattazione, serve più ricambio nelle organizzazioni sindacali. O i sindacati si autoriformano o, quando saremo al governo, faremo noi la riforma.”

Luigi Di Maio (1986) politico italiano

Origine: Citato in Di Maio: "Sindacati si autoriformino o ci pensiamo noi". Camusso: "Linguaggio autoritario e insopportabile" http://www.repubblica.it/politica/2017/09/30/news/di_maio_sindacati_si_autoriformino_o_ci_pensiamo_noi_-176938445/, Repubblica.it, 30 settembre 2017.

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