Frasi su storico
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“Roma è diventata la città dei mendicanti. Non ne ho mai visti tanti a Napoli, a Palermo e in nessun'altra città italiana. I mendicanti vengono tutti a Roma, come per un tacito accordo, molti vengono anche dall'estero, e occupano le vie e le piazze del centro storico, quelle più battute dai turisti.”

Raffaele La Capria (1922) scrittore italiano

Origine: Da Roma ora è la capitale dei mendicanti https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/agosto/21/Roma_ora_capitale_dei_mendicanti_co_9_090821027.shtml, Corriere della sera, 21 agosto 2009, p. 21.

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“Gli storici si fermano sempre a molte decine di anni fa; è legittimo, perciò, lasciare la parola ai giornalisti.”

William Shirer (1904–1993) giornalista e storico statunitense

Origine: Citato in Enzo Biagi, 1935 e dintorni, Mondadori, Milano, 1982, p. 9.

“Benevento è città storica, ricchissima di tradizioni e di glorie.”

Liborio Romano (1793–1867) politico italiano

citato in Atti Parlamentari dello Senato, Volume 89, p. 530

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“[L'Olocausto non costituisce] un incidente di percorso, quanto piuttosto il punto culminante di uno sviluppo della civiltà che ha origini lontane nel tempo, che è accaduto nello spazio culturale dell'illuminismo e del progresso, cioè di una modernità che celebra un'accelerazione nell'emancipazione umana dal punto di vista mondiale e storico.”

Moshe Zuckermann (1949) sociologo israeliano

Origine: Da Gedenken und Kulturindustrie. Ein Essay zur neuen deutschen Normalität, 1999, p. 92; citato in Susann Witt-Stahl, Auschwizt non sta sul vostro piatto http://www.liberazioni.org/articoli/Witt-StahlS-01.htm, traduzione di Marco Maurizi, Liberazioni.org.

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“Più si considera, più si studia un'azione storica suscettibile d'essere resa drammaticamente, e più si scoprono legami tra le sue diverse parti, più si coglie nel suo insieme una ragione semplice e profonda. Vi si distingue infine un carattere particolare, direi quasi individuale, qualche cosa di esclusivo e di proprio, che la rende quale essa è. Si sente sempre più che occorrevano tali costumi, tali istituzioni, tali circostanze per condurre ad un tale risultato, e tali caratteri per produrre tali atti; che occorreva che le passioni che vediamo in gioco, e le imprese in cui le vediamo impegnate, si succedessero nell'ordine e nei limiti che ci sono dati come l'ordine e i limiti di quelle stesse imprese.
Donde viene l'attrazione che noi proviamo a considerare una tale azione? perché la troviamo non soltanto verisimile, ma interessante? Il fatto è che noi ne scorgiamo le cause reali; il fatto è che noi seguiamo, allo stesso passo, il cammino dello spirito umano e quello degli avvenimenti particolari presenti alla nostra immaginazione. Noi scopriamo, in una serie data di fatti, una parte della nostra natura e del nostro destino: finiamo per dire dentro di noi: In tali circostanze, mediante simili mezzi, con simili uomini, le cose dovevano accadere così.”

Alessandro Manzoni (1785–1873) scrittore italiano

Origine: Dalla Lettera a M. Chauvet, traduzione di Guido Baldi; citato in Guido Baldi, Silvia Giusso, Mario Razetti e Giuseppe Zaccaria, Manzoni e Leopardi, in Moduli di letteratura, Paravia, Torino, 2002. ISBN 88-395-3074-6.

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“Dopo Aristotele e Polibio, Machiavelli è il primo in cui si trovi l'avviamento ad una considerazione storico-naturale della storia.”

Eduard Fueter (1876–1928) storico svizzero

Origine: Citato in Walter Binni e Riccardo Scrivano, Antologia della critica letteraria, p. 418

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“È grave la schizofrenia che il dogma ecclesiale provoca consapevolmente: che l'interpretazione della Bibbia e dei contenuti della fede cristiana non deve essere fatta a livello simbolico ma soltanto ideologico, nel senso di dogmi oggettivi o di fatti storici.”

Eugen Drewermann (1940) teologo e psicoanalista tedesco

Origine: Dall'intervista Gesù non era né cattolico né protestante, e neppure ha fondato una chiesa http://www.liberospirito.org/Testi/Drewermann/drewermann%20-%20ges%C3%B9%20non%20era%20n%C3%A8%20cattolico%20n%C3%A8%20protestante.pdf, adistaonlie.it, riportata da liberospirito.org.

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“L'essenziale durata di una poesia nasce da un maggiore approfondimento dell'Essere che il poeta compie nell'atto di fare poesia. Per tale ragione Saffo, Leopardi o Baudelaire sono contemporanei. I grandi poeti di un'epoca storica non sono perciò funzionari passivi dello spirito dell'epoca, ma obbediscono, come afferma Hans Sedlmayr, direttamente all'Assoluto.”

Marino Piazzolla (1910–1985) scrittore italiano

Origine: Citato in Poeti a Roma: 1945-1980 http://www.fondazionemarinopiazzolla.it/s/Museo/Libri/Poeti_a_Roma_1945-1980.htm, a cura di Alberto Frattini e Marcella Uffreduzzi, Bonacci editore, Roma, 1983.

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“Per il pio cristiano, la ricerca del Gesù storico è semplicemente fatale.”

Augusto Guerriero (1893–1981) giornalista e scrittore italiano

Quaesivi et non inveni

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“La Juventus è una società solida, incredibilmente forte con un dna preciso: lì impari a capire, sin dal primo giorno, il significato della parola vittoria; rinnovando ad ogni allenamento la fame e la voglia di non mollare mai. Il Milan è un grandissimo club con tradizione storica e tantissime vittorie, ma mi ha impressionato di più l'ambiente di Torino.”

Emerson Ferreira da Rosa (1976) calciatore brasiliano

Citazioni di Emerson
Origine: Dall'intervista di Romeo Agresti, Emerson a Goal: "Numeri incredibili per la Juventus, il Milan è fallimentare" http://www.goal.com/it/news/1942/esclusivo/2016/05/20/23719542/emerson-a-goal-numeri-incredibili-per-la-juventus-il-milan-%C3%A8, Goal.com, 20 maggio 2016.

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“Quanto ha di scenico e di fastoso l'età della Controriforma, è quanto rimane di quella sovranità [rinascimentale dell'uomo sull'universo]: una pompa a cui non risponde più lo slancio fiducioso dell'anima. Dietro quel fasto c'è un senso di vuoto e d'angoscia. Questa è la giustificazione storica della costante oscillazione della Liberata tra lo scenico e l'elegiaco.”

Attilio Momigliano (1883–1952) critico letterario italiano

da I motivi del poema del Tasso, pp. 95, 100, in Introduzione ai poeti, Roma, 1946
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. I, da Dante a Marino, La Nuova Italia, Firenze, 1974, p. 594.

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“[Su Palermo] Bella e immensa città, massimo e splendido soggiorno, ornata di tante eleganze che i viaggiatori si mettono in cammino per ammirarne le bellezze di natura e di arte.”

Idrisi (1100–1165) geografo e viaggiatore arabo

da Sollazzo per chi si diletta di girare il mondo; 1154; citato in V. Di Giovanni, Sopra alcune porte antiche di Palermo e sull'assedio del 1325 in Archivio storico siciliano, p. 25, a. VI, fasc. I-II, 1881

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“La storia nell'anima di Carducci, con buona pace del suo metodo storico, è quasi sempre una proiezione di presente negli sfondi lontani, per dargli autorità e obiettività. La storia in Carducci è polemica. Poeta della storia potrebbe al più significare poeta drammatico, e Carducci non creò una persona artistica fuori della sua personalità lirica.”

Scipio Slataper (1888–1915) scrittore e militare italiano

da E i cipressi di San Guido?, «Voce», 5 ottobre 1911, ristampato in Scritti letterari e critici, Roma, 1920, pp. 172-178.
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. II, da Vico a D'Annunzio, La Nuova Italia, Firenze, 1973, pp. 580-581.

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. […] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. […] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

citato in Caravaggio, pp. 187-188
Il Caravaggio

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“Chi indossa la nostra divisa, le rimarrà fedele malgra­do tutto e la terrà come prezioso ricordo.”

Eugenio Canfari (1877–1962) dirigente sportivo italiano

citato in Storiche citazioni di juventini veri http://www.tuttosport.com/calcio/serie_a/juventus/2009/12/02-47339/Storiche+citazioni+per+capire+il+significato+pi%C3%B9+profondo+dell%E2%80%99essere+bianconeri+?print, Tuttosport. com, 2 dicembre 2009

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“Si tratta di uno dei più grandi giocatori di Coppa Davis della storia, ha vinto Wimbledon e gli Us Open, con Bob Lutz ha formato un doppio memorabile; quello che colpisce di Stan Smith è che ha vinto un'accentuata goffaggine adolescenziale, riuscendo a diventare un tennista di alto livello, dotato peraltro di un ottimo serve&volley e capace di mettere una storica griffe nel quinto successo consecutivo degli Usa nella Davis del 1972.”

Bud Collins (1929–2016) giornalista e conduttore televisivo statunitense

Origine: Dalla sua enciclopedia del tennis; citato in Andrea Pagnozzi, Stan Smith, leggenda della Davis http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/12/14/993147-stan_smith_leggenda_della_davis.shtml, Ubitennis.com, 14 dicembre 2013.

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“Il governo nazionalsocialista può fare quanto vuole, impunemente. La Germania è nazista. Il Völkischer Beobachter la definisce "una giornata storica. Il sistema parlamentare capitola di fronte alla nuova Germania. In quattro anni, Hitler potrà fare tutto ciò che ritiene necessario: lo sradicamento di tutte le forze corruttrici del marxismo e la costituzione di una nuova comunità popolare. La grande impresa ha avuto inizio! È giunto il giorno del Terzo Reich!". L'impresa ha avuto inizio: è giunto il giorno dei libri. Che cos'è un libro? Domanda abissale: un libro è un santo eretico, un impiccio che fa scivolare i re, la condensazione di visuali alternative e soprannaturali, la morale in azione travolgente, il virus della libertà. Esso agisce per contagio. Tale contagio fu sempre avvertito e si tentò di debellarlo: infezioni e cure simili ebbero luogo in Cina nel III secolo a. C., nel corso del Medioevo a opera dell'Inquisizione, dopo la distruzione dell'Impero Azteco, nella Spagna della Reconquista, fino ai nostri giorni. Laddove il contagio è appiccato, si appicca il fuoco. Lo scrittore è un untore, si sa. Per fare fronte alla diffusione della peste in Venezia devastata dai bubboni, si dispose il rogo di molti libri, strumento di contagio a causa del contatto con le pagine. Quando alcuni umanisti scrissero al vescovo Ghislieri di evitare questa azione, egli rispose che, al pari della peste reale, bisognava debellare la "peste dell'eresia". Nel 1644 John Milton scrisse nell'opera Areopagitica: "Uccidere un buon libro equivale a uccidere un essere umano; chi uccide un essere umano uccide una creatura ragionevole, l'immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione medesima". Nella Tempesta di Shakespeare, Calibano consiglia Trinculo e Stefano per sottrarre il potere a Prospero: "Egli è abituato a fare un pisolino nel pomeriggio, cosicché, dopo esserti impadronito dei suoi libri, potrai strappargli le cervella; oppure con un bastone potrai spezzargli il cranio, o sventrarlo con una pertica, o tagliargli un'arteria col tuo coltello. Però ricordati di impadronirti prima dei suoi libri; senza di essi egli è solo uno sciocco come me, e nessuno spirito potrebbe obbedirgli. Solo i suoi libri devi bruciare."”

Giuseppe Genna (1969) scrittore italiano

da Hitler – Romanzo

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“Sono i loro propri costumi che plasmano la fortuna degli uomini.”

Cornelio Nepote (-100–-25 a.C.) storico romano

da Áttico, XI, in Storici latini
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“La diversa interpretazione delle medesime parole da parte di esseri di mentalità dissimile è stata una causa frequente di lotte storiche.”

Gustave Le Bon (1841–1931) antropologo, psicologo e sociologo francese

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“La data è una debolezza dello storico.”

Walter Barberis (1950) storico italiano

I, I; p. 13
Il bisogno di patria

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“La mia tesi di fondo è che Borghesia e Proletariato non sono classi strutturali e permanenti dell'intero corso storico del modo di produzione capitalistico, ma solo classi genetiche, iniziali e provvisorie di esso. Nell'attuale età del capitalismo esse sono nell'essenziale già tramontate, e senza comprendere la dinamica del loro tramonto non è possibile neppure impostare il problema della natura di una crisi culturale. A mio parere siamo infatti oggi in un'età post-borghese e post-proletaria. Ritengo invece di dover usare la dicotomia di Dominanti e Dominati. Mi si potrebbe obbiettare che si tratta di una dicotomia tautologica e generica, che peggiora anziché migliorare la dicotomia precedente. Non lo credo. Non si tratta di fare il giochetto verbale di continuare a chiamare "borghesia" i dominanti capitalisti e "proletariato" i dominati salariati. Si tratta di comprendere che, in mancanza di una credibile terminologia scientifica ammessa da tutti, è meglio fare un passo indietro e limitarci a chiamare Dominanti e Dominati gli agenti storici attivi e passivi della riproduzione sociale complessiva del modo di produzione capitalistico. Almeno ci sottrarremo agli inganni del linguaggio consueto, quelli che Bacone chiamava idola fori.”

Costanzo Preve (1943–2013) filosofo e saggista italiano

Origine: Da La crisi culturale della terza età del capitalismo. Dominanti e dominati nel tempo della crisi del senso e della prospettiva storica http://www.petiteplaisance.it/ebooks/1031-1060/1038/el_1038.pdf, Petite Plaisance, 2010.

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“I fatti storici sono lo stile della parola di Dio e questa parola non può essere condizionale.”

Léon Bloy (1846–1917) scrittore, saggista e poeta francese

da Introduzione, cap. XI, p. 54
L'anima di Napoleone

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