Frasi su commedia
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“Se dovessi descrivere Paolo Poli a qualcuno che non l'avesse mai visto, direi di lui che la sua figura è quella di un giovinetto esile: ignoro la sua età, ma ho l'idea che comunque resterà sempre come un esile giovinetto; che il suo linguaggio è un puro toscano; che i suoi spettacoli sono, in genere, parodie di romanzi o di commedie dell'Ottocento, o del primo Novecento, inframmezzate da canzoni; che quando canta alza nell'aria le sue lunghe braccia snodate e le mani fini e soavi, assomigliando a una bella ragazza, o a un cigno, o a un fiore dall'altissimo stelo; che suscita ilarità con la grazia, in un tempo in cui la comicità sembra poter nascere soltanto su note stridenti e odiose, da volti e gesti scomposti e ripugnanti. Lui è comico restando sé stesso, conservando i suoi tratti lindi e gentili. Non c'è tuttavia nulla di lezioso o vezzoso nella sua grazia: non c'è in lui nessuna civetteria, e nessuna timidezza, nei confronti della realtà. La sua grazia sembra rispondere a un'armonia intima, sembra sprigionarsi da un'intima e lucidissima intelligenza. Fra i suoi molteplici volti nascosti, c'è essenzialmente quello d'un soave, ben educato e diabolico genio del male: è un lupo in pelli di agnello, e nelle sue farse sono parodiati insieme gli agnelli e i lupi, la crudeltà efferata e la casta e savia innocenza.”

Natalia Ginzburg (1916–1991) scrittrice italiana

Origine: Da Nella farsa con soavità http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/Itemid,3/action,detail/id,0129_01_1970_0003_0003_4986732/, La Stampa, 4 gennaio 1970, p. 3.

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“Potrei scrivere un libro di 200 pagine sui miei due anni all'Inter con Mario ma non sarebbe un romanzo drammatico, piuttosto una commedia perché è un ragazzo divertente.”

José Mourinho (1963) allenatore di calcio e calciatore portoghese

Real Madrid (2010 – 2013)
Origine: Da un'intervista rilasciata alla CNN; citato in Mourinho apre al Paris Saint Germain: "E su Balotelli potrei scrivere un libro" http://www.gazzetta.it/Calcio_Estero/Primo_Piano/04-10-2012/mourinho-psg-perche-no-motiva-vincere-altri-paesi-912805869149.shtml, Gazzetta.it, 4 ottobre 2012.

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“Molti artisti contemporanei, – compreso l'autore di questo articolo – hanno subito crisi simili e confuso l'énorme con il grande, la violenza con l'energia. Ma è generalmente una follia romantica della gioventù e quella d'un tempo in cui il cuore si esalta a caso prima che il gusto abbia scelto. Il fatto strano è che essa si sia verificata in Van Lerberghe all'età di quarant'anni, come un improvviso richiamo delle forze dell'adolescenza in un'anima poco a poco rinnovata. Questo ribollire disordinato non è certo inutile ed il genio di Emile Verhaeren ha potuto trarne soprendenti capolavori. In Van Lerberghe esso si è presto contenuto e si è risolto in lirismo.
No, certo, questo nuovo stato non si è riflesso direttamente nella sua opera, ma senza dubbio è servito a darle una più viva ampiezza. Lui, Charles Van Lerberghe non somigliava più al poeta. Aveva da poco iniziato l'ammirevole Chanson d'Eve, e mi mostrò anche l'abbozzo di una commedia leggendaria in tre atti che nulla doveva allo stoicismo. Era una sorta di satira, di spirito pagano, insieme ironica e veemente. Io terminavo le ultime pagine di Clartés e lavoravo ancora ad alcune Banalités indiscrètes impertinenti e talvolta sbrigliate. Essendoci scambiati i nostri scritti, restammo stupefatti; poiché singolare era il contrasto fra il profondo accordo di tutte le nostre tendenze di artisti e la divergenza del nostro spirito. Ma la trasformazione proseguiva in Charles Van Lerberghe e a sua insaputa. A Firenze, dove vivemmo insieme per molti mesi era improvvisamente ridivenuto il sognatore di un tempo. Non lo stesso, tuttavia; era gioioso, più appassionato di ciò che la vita contiene, più lirico. E, in verità, il lirismo trionfa lungo tutti questi poemi della Chanson d'Eve, molti dei quali furono scritti in un giardino di oleandri, all'ombra della vecchia torre che corona la collina di Arcetri, mentre un immenso paesaggio mostrava in lontananza l'Arno che bagnava i palazzi fiorentini.”

Albert Mockel (1866–1945)
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“Perché non ho scritto La Divina Commedia? Perché non c'ho pensato.”

Roberto Benigni (1952) attore, comico, showman, regista, sceneggiatore e cantante italiano

E l'alluce fu

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“Ero in prima elementare quando mi ha preso questa ossessione di recitare, soprattutto di far ridere la gente: volevo essere uno di quei giullari medioevali che intrattenevano le corti. Anche da ragazzina non mi perdevo mai una commedia alla tv, da Cameron Crowe a Woody Allen. E ce l'ho fatta! Mi sento così fortunata.”

Emma Stone (1988) attrice statunitense

Origine: Citato in Alessandra Venezia, "Sono una buffona, non un'ingenua" http://www.iodonna.it/personaggi/interviste/2011/emma-stone-the-help-intervista-30631090010.shtml, Iodonna.it, 8 ottobre 2011.

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“Ognuno dovrebbe fare il mestiere che sa!”

Aristofane (-448–-386 a.C.) commediografo greco antico

da Vespe, ne Le Commedie

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“[Peppino De Filippo] Uomo adorabile, elegante nei modi e nell'animo. Un artista di grande intelligenza, oltre che un autore di farse e commedie tuttora di grande freschezza.”

Aroldo Tieri (1917–2006) attore italiano

citato in Giuseppina Manin, Duemila, i fratelli De Filippo ancora faccia a faccia, Corriere della sera, 25 gennaio 2000

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“Con i tempi che corrono si sentiva l'esigenza di omaggiare un passato pieno di dignità, in cui c'erano grandi attori, grandi scrittori. È giusto fare un'opera didattica che racconti la grande commedia e un grande attore italiano. I giovani non possono studiare solo Tarantino o Lynch, ma devono conoscere anche Germi, Blasetti e il Sordi di Una vita difficile e Lo sceicco bianco.”

Carlo Verdone (1950) attore e regista italiano

Origine: Citato in Carlo Verdone celebra il mito di Alberto Sordi con un documentario http://www.palermomania.it/news.php?carlo-verdone-celebra-il-mito-di-alberto-sordi-con-un-documentario&id=47124, Palermomania.it, 21 febbraio 2013.

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“Vorrei avere questi libri: 1° la Grammatica tedesca che era nello scaffale accanto all'ingresso; 2° il Breviario di linguistica di Bertoni e Bartoli che era nell'armadio di fronte al letto; 3° gratissimo le sarei se mi inviasse una Divina Commedia di pochi soldi, perché il mio testo lo avevo imprestato.”

Antonio Gramsci (1891–1937) politico, filosofo e giornalista italiano

Origine: Dalla lettera a Chiara Passarge, sua padrona di casa a Roma (via G.B. Morgagni 25), pochi giorni dopo l'arresto, avvenuto a Roma l'8 novembre 1926; citato in Luciano Canfora Gramsci sulle orme di Fozio, Corriere della Sera, 8 dicembre 2016.

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“Si tratta di un autentico cult movie, tra i pochi che può vantare il cinema italiano del dopoguerra. Un'intuizione geniale è all'origine del film, che può essere definito un road movie; il confronto di due generazioni nel territorio neutro di una giornata di vacanza. La complementarietà dei caratteri dei due protagonisti è un supporto dalle solide basi. La sceneggiatura di Scola, Risi e Maccari è in perfetto equilibrio tra la commedia all'italiana e il dramma sociale, questo appena accennato con alcune allarmanti sequenze disseminate nel film e concluso nell'impietoso finale. Il cialtronesco Gassman, finalmente libero, come lui stesso ammette, dai vincoli delle caratterizzazioni, dai ghigni classicheggianti, esprime in alcune sequenze la sua dirompente fisicità. Distrugge con l'intuizione del superficiale i luoghi comuni che lo studente Trintignant si era costruito in un'intera vita, sui suoi parenti. Libera lo charme opaco di una zia del suo amico. In ogni spostamento, dalla Roma deserta del mattino di Ferragosto lungo le strade della Versilia fino alla Costa Azzurra, si gioca la sua dignità e persino la sua figura di padre. la partita a ping-pong con Gora è al riguardo esemplare. L'attonito Trintignant in questa scuola dei diritti è infatti l'unico a soccombere, emblematicamente. Non pochi hanno lamentato il cambio di atmosfera dell'epilogo: un brusco risveglio dalla partitura scoppiettante di una pellicola che sembrava dover dispensare un eclettico piacere a fior di pelle. Come in La grande guerra e Una vita difficile il cinema italiano aveva trovato, se non un vero e proprio stile, un equilibrio basato su una precisa rappresentazione della società italiana, senza dover ricorrere ai macchiettoni che il depravato cinema d'oggi mostra con lugubre allegria. Il rimpianto di quel cinema è presente in ogni spettatore che abbia solo visto quei film pur non facendo parte di quella generazione. Ed ecco allora la Lancia Aurelia Sport diventare un oggetto mitico. Così come alcune battute di questi film vengono tramandate con puntuale approssimazione, ma con sincera partecipazione. Il sorpasso, al suo apparire quasi snobbato dalla critica, si è ritagliato col tempo uno spazio che appartiene di diritto alle grandi memorie del cinema.”

Il Farinotti (1951) critico cinematografico italiano

Il sorpasso, p. 1892

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“Io credo che esistano due generi che il pubblico ama sempre: i film di paura e le commedie romantiche, perché i primi riguardano le paure che tutti abbiamo e i secondi l'amore che tutti vorremmo.”

Kate Hudson (1979) attrice e cantante statunitense

Origine: Citato in Chiara Ugolini, Kate Hudson nella New Orleans del Voodoo http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/kate-hudson-nella-new-orleans-del-voodoo/293408, repubblica.it, 19 luglio 2005.

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“[…] Ci deve sempre essere un motivo per fare un film, ma amando molto l'azione mi sono chiesto come potevo alleggerirne la violenza e ho capito che la commedia era la mia strada.”

Jackie Chan (1954) attore, regista e produttore cinematografico cinese

Origine: Citato in Adriano Aiello, Jackie Chan e il cast di Little Big Soldier a Berlino http://www.movieplayer.it/film/articoli/jackie-chan-e-il-cast-di-little-big-soldier-a-berlino_6618/, movieplayer.it, 17 febbraio 2010.

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“Il vero soldato mente a sé stesso quando dice di odiare la guerra. Egli ama in modo profondo la guerra. E non perché sia un uomo particolarmente malvagio, assetato di sangue, ma perché ama la vitalità che (per quanto paradossale possa sembrare) la guerra porta dentro di sé. Con la vitalità, la sfida e la scommessa e il mistero di cui essa si nutre. Sul palcoscenico della gran commedia che ha nome "pace" il mistero non esiste. Sai già che lo spettacolo si compone di alcuni atti e che dopo il primo atto vedrai il secondo, dopo il secondo vedrai il terzo: le incognite riguardano solo lo sviluppo della storia narrata e il suo epilogo. Sul palcoscenico della gran tragedia che ha nome "guerra", invece, non sai mai che cosa accadrà. Che tu ne sia spettatore o interprete, ti chiedi sempre se vedrai la fine del primo atto. E il secondo è una possibilità. Il terzo, una speranza. Il futuro, un'ipotesi. Puoi morire in qualsiasi momento, alla guerra, e in qualsiasi momento puoi restar ferito cioè venire tolto dal cast o dal recinto del pubblico. Tutto è un'incognita lì, un interrogativo che tiene col fiato sospeso, ma proprio per questo ci vibri d'una vitalità esasperata. I tuoi occhi sono più attenti, alla guerra, i tuoi sensi più svegli, i tuoi pensieri più lucidi. Scorgi ogni particolare, percepisci ogni odore, ogni rumore, ogni sapore. E, se hai cervello, puoi studiarvi l'esistenza come nessun filosofo potrà mai studiarla: puoi analizzarvi gli uomini come nessun psicologo potrà mai analizzarli, capirli come non potrai mai capirli in un tempo e in un luogo di pace. Se poi sei un cacciatore, un giocatore d'azzardo, ti ci diverti come non ti sei mai divertito e non ti divertirai mai nel bosco o nella tundra o al tavolo della roulette. Perché l'atroce gioco della guerra è la caccia delle cacce, la sfida delle sfide, la scommessa delle scommesse. La caccia all'Uomo, la sfida alla Morte, la scommessa con la Vita. Eccessi di cui il vero soldato ha bisogno.”

I, V, I; pp. 145–146
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“Un cattivo libro è sempre meglio di una buona commedia.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

16 novembre 1897; Vergani, p. 133
Diario 1887-1910

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“Quando penso che forse non sarei socialista se avessi potuto scrivere una commedia in tre atti!”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 gennaio 1905; Vergani, p. 225
Diario 1887-1910

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“Dante rivive intero nell'opera sua. Perciò la Divina Commedia è molto più che lIliade. Omero è assente dall'opera sua, non è che un nome, un'ombra vana; e la Commedia è invece la grande, l'immortale voce di Dante: os magna sonaturum.
Chi ha messo alla pari Dante e Shakespeare, ha discorso da esteta; ma ha mostrato di non comprendere la ragione complessa dell'eccellenza di Dante uomo-poeta, a cui s'inchinano, con così stupendo consenso, tutte le nazioni colte del mondo, gareggiando nel tributargli onore i vinti e i vincitori di ieri, i potenti di oggi e quelli di domani, dal Belgio e dalla Francia alla Germania, dall'Inghilterra al Giappone e agli Stati Uniti.
Dante è esso medesimo un'affascinante opera d'arte, e la Commedia non è che la sua espressione vocale. Egli è, come con l'usata felicità disse il De Sanctis, nello stesso tempo l'Omero e l'Achille del suo mondo poetico. Nessuno dei personaggi del gran dramma oltramondano riesce a interessarci a sé così lungamente come la persona del poeta, attore e narratore insieme. (da Dante”

Michele Scherillo (1860–1930) docente e politico italiano

Commemorazione secentenaria), Emporium, Vol. LIII, n.º 315, marzo 1921, p. 128 https://archive.org/stream/emporium5354berguoft#page/n153/mode/2up
Origine: Gli stessi concetti, a volte con frasi uguali o simili, erano già apparsi in Michele Scherillo, Le origini e lo svolgimento della letteratura italiana. Vol. I, Ulrico Hoepli, Milano, 1919, pp. 80 sgg. https://archive.org/stream/leoriginielosvol01sche#page/80/mode/2up

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“Senza tragedie, senza i cattivi non c'è storia. Prendi Tolstoi con Anna Karenina, una stupida, una puttana, lascia il bambino, lascia marito… Ma ti ci affezioni, la adori. Lo sapeva anche il padre eterno: quando si accorse che Adamo si annoiava gli creò la moglie, una rompicogliona, che però ha fatto andare avanti la storia. Nei romanzi ci vogliono i cattivi. La bisbetica quando è domata finisce la commedia.”

Paolo Poli (1929–2016) attore italiano

Origine: Citato in Anna Benedettini, Teniamoci i cattivi movimentano la vita parola di Paolo Poli http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/11/27/teniamoci-cattivi-movimentano-la-vita-parola-di.html, la Repubblica, 27 novembre 2010.

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“La più insipida, ridicola commedia che ho mai visto in vita mia.”

Samuel Pepys (1633–1703) politico e scrittore inglese

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“[Riferito al personaggio di Salvatore Conte] Ho saputo che sarei "morto" all'inizio dell'anno scorso. Ero in tournée teatrale con la commedia Nuda proprietà e ho ricevuto la sceneggiatura dell'episodio 3. Non me lo aspettavo, ma ho detto ok, se devo farlo lo faccio. Sono riuscito a mantenere il segreto con tutti quelli che chiedevano anticipazioni. E, tornato sul set, ho cercato di comporre ciak dopo ciak questa "collana di perle" che spero abbia lasciato il segno.”

Marco Palvetti (1988) attore italiano

Origine: Da un'intervista a Chi; citato in Gomorra 2, Marco Palvetti, il boss Salvatore Conte: "Avrei preferito non morire" http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/2016/05/31/gomorra-2-marco-palvetti-il-boss-salvatore-conte-avrei-preferito-non-morire_8645c46d-79cc-48a7-a229-e652c1e64e01.html, Ansa.it, 31 maggio 2016.

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“A Ulisse, personaggio pagano interpretato dal cristiano Dante, nel suo libero e coraggioso vagare su una superficie orizzontale, manca la spinta ideale verso l'alto. Quando l'asse verticale e le sue coordinate spaziali gli si presentano alla fine della vita (il «turbo», «la montagna bruna e alta quanto veduta non avea alcuna»), il loro significato resta per lui incomprensibile e il movimento della nave dall'alto verso il basso, causa della sua morte gli viene imposto da una forza che egli non è in grado di riconoscere. Al contrario per Dante personaggio ad essere imposto da una realtà terrena che gli appare caotica e catastrofica e della quale gli sfugge il significato non negativo di profonda trasformazione di un'epoca di trapasso, è il movimento secondo l'asse orizzontale: la partenza da Firenze, il vagare di corte in corte, la proibizione di fare ritorno. Lo slancio verso l'alto, il suo movimento lungo l'asse verticale, è strettamente legato all'esperienza tutta terrena del movimento orizzontale imposto dall'esilio che a Dante personaggio minacciosamente si prepara – come parte della sua missione e del suo grande destino – e che Dante autore vive durante la stesura della Commedia: immane sforzo per ristabilire, in un tentativo «a cui  pongono mano cielo e terra», quell'equilibrio che rendeva l'uomo parte integrante di un'armonica costruzione cosmica e insieme mezzo per sollevarsi al di sopra del caos di un mondo fortemente squilibrato e diviso nella divina perfezione dell'Empireo.”

Jurij Michajlovič Lotman (1922–1993) linguista e semiologo russo

da Testo e contesto: semiotica dell'arte e della cultura, a cura di Simonetta Salvestroni, Laterza, Roma-Bari, 1980.
Origine: Citato in A. Tocco, G. Domestico, A. Maiorano e A. Palmieri, Parole nel tempo, [Testi, contesti, generi e percorsi attraverso la letteratura italiana, 1A, Dalle origini al Trecento], Loffredo Editore, Napoli, p. 345. ISBN 978887564209-9

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“Che cos'è l'Ottocento? Un'epoca nella quale la donna era sacra, e si poteva comprare una ragazza di tredici anni per poche sterline, o pochi scellini se la si voleva soltanto per un'ora o due. Nella quale si costruirono più chiese che in tutta la precedente storia del paese, e a Londra una casa su sessanta era un bordello (la proporzione moderne sarebbe pressappoco una su seimila). Nella quale la santità del matrimonio (e della castità prematrimoniale) era esaltata da ogni pulpito, in tutti gli editoriali e nei pubblici comizi, e grandi personaggi pubblici - dal futuro re in giù - conducevano una vita assolutamente scandalosa. Nella quale venne gradatamente umanizzato il sistema penale, e la flagellazione era talmente diffusa che un francese cercò seriamente di dimostrare che il marchese De Sade doveva essere d'origine inglese. Nella quale il corpo femminile era più che mai celato agli occhi indiscreti, e i meriti degli scultori erano valutati in base alla loro capacità di scolpire donne nude. Nella quale non esiste un romanzo, una commedia o una poesia di un certo livello letterario che si spinga oltre la sessualità di un bacio […], mentre la popolazione di opere pornografiche raggiungeva un livello mai superato. Nella quale non si nominavano mai le funzioni escretorie, e le condizioni igieniche erano ancora talmente primitive […] che dovevano esserci poche case e poche strade che non le ricordassero in continuazione. Nella quale si sosteneva all'unanimità che le donne non hanno orgasmo, e si insegnava a ogni prostituta come simularlo. Nella quale ci furono progressi enormi in tutti gli altri settori dell'attività umana, e soltanto tirannide nel più personale e fondamentale”

The French Lieutenant's Woman

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“Sono entrato nella vita sapendo che la legge è di uscirne. Come aveva detto Saint-Savin, si impersona la propria parte, chi più a lungo, chi più in fretta, e si esce di scena. Me ne sono visti molti passar davanti, altri mi vedranno passare, e daranno lo stesso spettacolo ai loro successori. D'altra parte, per quanto tempo non sono stato, e per quanto non sarò più! Occupo uno spazio ben piccolo nell'abisso degli anni. Questo piccolo intervallo non riesce a distinguermi dal niente in cui dovrò andare. Non sono venuto al mondo che per far numero. La mia parte è stata così piccola che, anche se fossi rimasto dietro alle quinte, tutti avrebbero detto lo stesso che la commedia era perfetta. E' come in una tempesta: gli uni annegano subito, altri si spezzano contro uno scoglio, altri rimangono su un legno abbandonato, ma non per molto anch'essi. La vita si spegne da sola, come una candela che ha consumato la sua materia. E ci si dovrebbe essere abituati, perché come una candela abbiamo cominciato a disperdere atomi sin dal primo momento che ci siamo accesi. Non è una gran sapienza sapere queste cose, d'accordo. Dovremmo saperle dal momento che siamo nati. Ma di solito riflettiamo sempre e soltanto sulla morte degli altri. EH sì, tutti abbiamo abbastanza forza per sopportare i mali altrui. Poi viene il momento che si pensa alla morte quando il male è nostro, e allora ci si accorge che né il sole né la morte si possono guardare fissi. A meno che non si abbiano avuti dei buoni maestri.”

The Island of the Day Before

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“[…] la comicità nasce da una situazione tragica: uno cade su una buccia di banana e si fa male. A noi comici tocca la fatica di ribaltare la tragedia in commedia. La battuta per noi è un'ossessione. Forse è per questo che ci viene facile interpretare ruoli drammatici. Perché abbiamo uno sforzo in meno da fare. Gli attori drammatici, invece, devono fare uno sforzo in più.”

Jerry Calà (1951) attore italiano

Origine: Dall'intervista Jerry Calà, l'ultimo yuppie: «A questa Italia in crisi manca il nostro entusiasmo» http://www.linkiesta.it/it/article/2016/04/22/jerry-cala-lultimo-yuppie-a-questa-italia-in-crisi-manca-il-nostro-ent/30087/, Linkiesta.it, 22 aprile 2016.

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“Dopo mesi e mesi di commedie che non mi hanno fatto ridere, eccone infine una che c'è riuscita.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

After months and months of comedies that did not make me laugh, here at last is one that did.

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“L’opera di Lovborg può essere divisa in tre periodi. Prima vengono le commedie sull’angoscia, la disperazione, il timore, la paura e la solitudine (le farse). (1976)”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

Senza piume (Without Feathers), Considerazioni sulle donne di Lovborg

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“Non credo che sarò un Amleto; no, amo il gioco d'equipe e molto la commedia.”

Alessandro Gassmann (1965) attore italiano

Citazioni di Alessandro Gasmann

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“Io sono sempre stato ateo. Ma quando ho cominciato a fare commedie, mi sono reso conto che i riferimenti ebraici, con il rapporto con il sesso e lo psicanalista, garantivano risate facili. Sono diventato ebreo al cinema, per ragioni commerciali.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

Citazioni tratte da articoli e interviste
Origine: Citato in Stèphane Joby e Barbara Thèate, Woody Allen e Claude Lelouch: “Dio, donne & pastrami: il nostro film vi stupirà” https://rep.repubblica.it/pwa/traduzione/2018/04/14/news/woody_allen_e_claude_lelouch_dio_donne_pastrami_il_nostro_film_vi_stupira_-193752818/, traduzione di Fabio Galimberti, Rep.repubblica.it, 14 aprile 2018.

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“Per quanto ci si sforzi di prenderle sul serio, le reincarnazioni del fascismo sembrano ispirarsi alle commedie di Monicelli e alla satira di Guzzanti. Raccontano sempre la stessa storia, comicamente irresistibile, di un gruppo di duri che parte per ripristinare l’ordine e finisce per combinare soltanto casini.”

Massimo Gramellini (1960) giornalista e scrittore italiano

Origine: Fascisti su Sirte http://www.corriere.it/caffe-gramellini/17_agosto_11/fascisti-sirte-fb880fa6-7ecc-11e7-9e20-fd5bf758afd2.shtml, Corriere.it, 12 agosto 2017.