Frasi su dramma
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“Dobbiamo asserire […] che [San Francesco] fu un poeta. […] Ma egli ebbe un privilegio negato a molti poeti; poté infatti chiamarsi il solo poeta felice fra i tanti poeti infelici del mondo. Tutta la sua vita fu una poesia, ed egli non fu tanto un menestrello che cantava semplicemente le proprie canzoni, quanto un drammaturgo capace di recitare per intero il suo dramma. […] Parlare dell'arte di vivere suona oggi artificiale più che artistico. Ma San Francesco rese in ogni senso la vita arte, per quanto un'arte involontaria. […] [A età avanzata, poiché stava per diventare cieco, gli prospettarono un rimedio orribile, che] consisteva nel cauterizzare l'occhio senza alcun anestetico. In altre parole, si dovevano bruciare i bulbi degli occhi con un ferro rovente. […] Quando fu preso il ferro dalla fornace, egli si levò con atteggiamento educato, e parlò come se si rivolgesse ad un essere invisibile: "Fratello fuoco, Dio ti ha creato bellissimo e forte e utile; ti prego d'essere cortese con me." Se c'è qualcosa che possa dirsi arte di vivere, a me pare che un simile momento sia uno dei suoi capolavori. Non a molti poeti è stato concesso di ricordare la propria poesia in un simile momento, ancor meno di vivere uno dei propri poemi. Perfino William Blake sarebbe stato sconvolto se, leggendo i nobili versi: "Tigre! Tigre! che splendente bruci!" un'enorme tigre viva del Bengala fosse apparsa alla finesta del suo cottage in Felpham, con la evidente intenzione di asportargli la testa.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

cap. VI, p. 68
Francesco d'Assisi

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“L'unico figlio che ha mai detto la verità su suo padre è Gesù Cristo – e ci sono dubbi anche su di lui. (da Il testamento”

Alan Bennett (1934) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore britannico

o il cazzo) di Kafka, in Drammi e monologhi

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“La modestia è sempre falsa, altrimenti non è tale. (da Il testamento”

Alan Bennett (1934) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore britannico

o il cazzo) di Kafka, in Drammi e monologhi

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“La vita è […] come aprire una scatoletta di sardine. Tutti noi siamo alla ricerca della chiave.”

Alan Bennett (1934) scrittore, drammaturgo e sceneggiatore britannico

da Seduti!, in Drammi e monologhi

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“Secondo alcuni critici, il Coriolano più che una tragedia ha le caratteristiche del dramma storico.”

William Shakespeare: profilo storico-critico dell'autore e dell'opera

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“Ho cominciato a vincere troppo giovane, non ero preparata a far fronte a tanta pressione, ogni sconfitta la vivevo come un dramma, non mi perdonavo nulla, pretendevo troppo da me stessa. E solo più tardi mi sarei come resa conto che nessuno è perfetto.”

Daniela Hantuchová (1983) tennista slovacca

Origine: Citata in Alessandro Mastroluca, Hantuchova: 30 e lode http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/04/23/878030-hantuchova_lode.shtml, Ubitennis.com, 23 aprile 2013.

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“Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

N. 20, p. 3
Editoriali in Radici Cristiane

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“Io sono nato il 23 giugno 1923. Dal 28 ottobre 1922, da otto mesi, poco meno, Benito Mussolini era salito al potere con la sua solita ridicola marcia su Roma, fatta in vagone letto. Penso Mussolini in pigiama, o forse in camicia (non nera, speriamo!) farsi la barba la mattina del 27 ottobre all'arrivo a Roma, dopo la sveglia del conduttore, con il giornale ed il caffè! Otto mesi dopo, in Piazza Calderini sono nato: e debbo quindi arguire di essere stato concepito un po' prima di quei fatidici giorni, in una Bologna ormai attesa al destino, ormai quasi pacificata, in vista di un futuro finalmente pieno di promesse. Alla fine di settembre del 1922, mio padre [Aldo Valori] era ancora al Resto del Carlino, il giornale degli agrari emiliani e romagnoli, il giornale liberal-massonico-conservatore che Missiroli aveva diretto e Monicelli spinto verso il fascismo alla fine di un processo di evoluzione incerto e prudente, ma senza speranza di liberazione dell'ormai decisiva rivoluzione reazionaria. Mio padre si trovò coinvolto in quella vicenda. Mi sono chiesto spesso negli ultimi anni dopo la seconda guerra mondiale, perché il babbo aderisse al fascismo. Se ripenso a tutta la vicenda, durata in fondo pochi anni, debbo concludere che noi non comprenderemo mai completamente questo dramma. Il babbo, per educazione e carattere, per formazione culturale e morale, non poteva essere fascista nel senso che ha acquistato in seguito questa parola. Estraneo ad ogni violenza, mansueto di carattere e di modi, anche se molto passionale ed impulsivo, (specialmente negli anni della giovinezza e della maturità), non poteva trovare la sua adesione al Fascismo squadrista. Né poteva trovare, romantico e liberale com'era affinità con il Mussolinismo (culto puerile e comodo della personalità).”

Michele Valori (1923–1979) urbanista e architetto italiano

Posta fatta in casa

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“La rottura tra Vangelo e cultura è senza dubbio il dramma della nostra epoca.”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

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Evangelii Nuntiandi

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“Sono contrario a trasformare i prigionieri del Fidelio nei relitti di Auschwitz o nei desaparecidos argentini, non bisogna confondere i simulacri della modernità con i segni dell'arte. All'arte si risponde con l'arte, non con la cronaca.”

Toni Servillo (1959) attore italiano

Origine: Citato in Valerio Cappelli, Servillo: un dramma in nero che va alla ricerca della luce https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/dicembre/03/Servillo_dramma_nero_che_alla_co_9_051203001.shtml, Corriere della Sera, 3 dicembre 2005, p. 61.

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“Ci sono due modi di sentire la solitudine: sentirsi soli al mondo o avvertire la solitudine del mondo. Chi si sente solo vive un dramma puramente individuale; il sentimento dell'abbandono può sopraggiungere anche in una splendida cornice naturale. In tal caso interessa unicamente la propria inquietudine. Sentirti proiettato e sospeso in questo mondo, incapace di adattarti ad esso, consumato in te stesso, distrutto dalle tue deficienze o esaltazioni, tormentato dalle tue insufficienze, indifferente agli aspetti esteriori – luminosi o cupi che siano –, rimanendo nel tuo dramma interiore: ecco ciò che significa la solitudine individuale. Il sentimento di solitudine cosmica deriva invece non tanto da un tormento puramente soggettivo, quanto piuttosto dalla sensazione di abbandono di questo mondo, dal sentimento di un nulla esteriore. Come se il mondo avesse perduto di colpo il suo splendore per raffigurare la monotonia essenziale di un cimitero. Sono in molti a sentirsi torturati dalla visione di un mondo derelitto, irrimediabilmente abbandonato ad una solitudine glaciale, che neppure i deboli riflessi di un chiarore crepuscolare riescono a raggiungere. Chi sono dunque i più infelici: coloro che sentono la solitudine in se stessi o coloro che la sentono all'esterno? Impossibile rispondere. E poi, perché dovrei darmi la pena di stabilire una gerarchia della solitudine? Essere solo non è già abbastanza?”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Al culmine della disperazione

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“Ingannarsi o perire. Tutto ruota attorno a questa impossibile scelta, è vero. In confronto col dramma della lucidità, che miseria le ideologie! Siamo della nostra epoca e nel contempo le siamo contro.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

dalla lettera a Mario Andrea Rigoni da Parigi del 28 febbraio 1981, pp. 45-46
Mon cher ami. Lettere a Mario Andrea Rigoni (1977-1990)
Origine: La citazione è tratta da: Mario Andrea Rigoni, Il funambolo dell'intollerabile, titolo della nota di accompagnamento alla pubblicazione di una Piccola antologia di scritti di Cioran, apparsa in Nuovi Argomenti 65-66, nuova serie, gennaio-giugno 1980 (cfr. nota 14 a pag. 113 di Mon cher ami).

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“Lo spettacolo sportivo si dimostra ancora una sede particolarmente adatta per inscenare i drammi formali che assillano i sogni di una comunità, perché ogni singola gara rappresenta un paradigma, più o meno riuscito, che serve a regolare e conciliare le molte contraddizioni che attraversano la società in cui viviamo. Succede però che ora, specie con la Tv, lo sport rimanga sovente vittima della sua stessa messa in scena, del suo simulacro.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Tadini rilancia l'eleganza di Gianni Clerici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1999/gennaio/31/Tadini_rilancia_eleganza_Gianni_Clerici_co_0_9901312861.shtml, Corriere della sera, 31 gennaio 1999, p. 30.

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