Frasi su fastidio
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“Scusa, scusa se ho portato anche lei, | ah, ah, ma mi si è attaccata al braccio cosa vuoi, | non temere non dà fastidio, | quando piange poi c'è il rimedio.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Resta vile maschio, dove vai?, lato A, n. 1
Resta vile maschio, dove vai?
Origine: Testo di Mogol. Si tratta dell'unico brano dell'intera discografia di Gaetano scritto da un'altra persona.

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“La donna che scrive mi dà, quasi sempre, lo stesso fastidio dell'uomo che cucina.”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Don Liberato si spassa, p. 9

“Le descrizioni mi danno fastidio; anche le più belle. Per attraversare «quel ramo del lago di Como» ci ho impiegato dieci anni.”

Libero Bovio (1883–1942) poeta, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Don Liberato si spassa, p. 10

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“…E mentre io mi nutro di fastidio lui si mangia la mia vita.”

Kaos One (1971) rapper, beatmaker e writer italiano

da Fastidio
Fastidio

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“Ben vengano arbitri non bravissimi ma almeno umili ed educati. Quello che più dà fastidio è il loro essere protagonisti in un mondo dove dovrebbero essere il più invisibili possibile.”

Michele Criscitiello (1983) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Giocano tutti per la Juventus. Gennaio, mese della verità per tutti. Traballa l'impero di Lotito. Ecco il nuovo Presidente della Lega Pro! Samp, una società alla deriva. In B, arbitri allo sbando... http://www.tuttomercatoweb.com/editoriale/giocano-tutti-per-la-juventus-gennaio-mese-della-verita-per-tutti-traballa-l-impero-di-lotito-ecco-il-nuovo-presidente-della-lega-pro-samp-una-societa-763463, Tuttomercatoweb.com, 7 dicembre 2015.

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“Ho invidiato perfino il vostro stadio. Sia chiaro: a me dà fastidio la sua stessa esistenza, mi dà fastidio anche solo passare sulla tangenziale di Torino e vedere le indicazioni per lo Juventus Stadium, basta il nome a farmi venire la gastroenterite. Ma siamo sinceri: come mi piacerebbe avere un Toro Stadium così…”

Mario Giordano (1966) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Mario Giordano, la lettera a sorpresa: "Che invidia questa Juventus, ha vinto col cuore Toro" http://www.liberoquotidiano.it/news/opinioni/11899890/Mario-Giordano--la-lettera-a.html, LiberoQuotidiano.it, 18 aprile 2016.

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“Mourinho mi piace, dice quello che pensa, a qualcuno può dar fastidio.”

Amauri (1980) calciatore brasiliano naturalizzato italiano

Origine: Citato in Amauri ha l'Inter in testa: "Partita fondamentale" http://www.gazzetta.it/Calcio/SerieA/Squadre/Juventus/Primo_Piano/2008/11/20/amauri.shtml, Gazzetta.it, 20 novembre 2008.

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“Se tu sei libero, la tua sola esistenza dà fastidio agli schiavi.”

Natalino Balasso (1960) attore, comico e scrittore italiano

Discorso di fine anno https://www.youtube.com/watch?v=pgbViFiyIns, 2016

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“[Riferendosi alla secessione dell'Aventino] L'onorevole Mussolini ha tutte le fortune politiche: a me l'opposizione ha sempre dato fastidi e travagli, con lui se ne va dal Parlamento e gli lascia libero il campo.”

Giovanni Giolitti (1842–1928) politico italiano

Origine: Citato in Arrigo Petacco, L'uomo della provvidenza. [Mussolini, ascesa e caduta di un mito], Mondadori, Milano, p. 85 https://books.google.it/books?id=4omDr5MY3fkC&pg=PT85#v=onepage&q&f=false. ISBN 9788852012921. Citato anche in Alessandro Marzo Magno, Vi piace l’Aventino? Rilanciò il Fascismo http://www.linkiesta.it/it/article/2011/10/13/vi-piace-laventino-rilancio-il-fascismo/6172/, Linkiesta, 13 ottobre 2011.

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“Il mio rifiuto di mangiar carne fu all'origine di un certo fastidio e venni spesso rimproverato per la mia bizzarria ma, dopo questo pasto leggero, feci progressi notevolissimi, in virtù di quella maggiore lucidità e celerità di apprendimento.”

Benjamin Franklin (1706–1790) scienziato e politico statunitense

Origine: Citato in Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Sonda, Casale Monferrato, 2014, p. 76. ISBN 978-88-7106-742-1

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“Gran parte degli animali superiori hanno qualcosa come desideri, pulsioni volitive e scopi rudimentali, la cui mutua soddisfazione costituisce il loro benessere o bene. Naturalmente noi possiamo avere buone ragioni per considerarli semplicemente come un peso, e negare che possiedano diritti; e per molti di loro, in particolare per le specie inferiori, abbiamo ben poche alternative rispetto all'agire in questo modo. Ma a me pare chiaro che, nonostante tutto, in generale gli animali siano tra quegli esseri i cui diritti possono significativamente asserirsi o negarsi. Ora, se si concorda con questa conclusione, cioè che gli animali sono tra quanti possono avere diritti, e se si aderisce inoltre al principio morale secondo cui noi avremmo il dovere di essere umani nei loro confronti, manca solo un'ultima considerazione per poter concludere che certi animali sono in realtà dotati di diritti. […] se decidessimo non solo di dover trattare umanamente gli animali, ma anche di dover agire così per il loro stesso interesse, se cioè decidessimo che tale trattamento è qualcosa di dovuto di cui noi siamo debitori verso di loro, qualcosa che può essere reclamato per loro conto, qualcosa il cui rifiuto sarebbe uningiustizia e un male e non solamente un motivo di fastidio, allora risulterebbe che noi attribuiamo diritti agli animali. Ho l'impressione che il senso morale di molti di noi abbia superato questo tipo di test fenomenologico, e che quindi la maggior parte di noi sia convinta che gli animali abbiano dei diritti […].”

Joel Feinberg (1926–2004) filosofo statunitense

Origine: Da Gli animali possono avere diritti?, in Aa. Vv., Diritti animali, obblighi umani, Gruppo Abele, Torino, 1987, p. 196. ISBN 88-7670-097-8. La traduzione riportata in Diritti animali, obblighi umani è tratta da Silvana Castiglione (a cura di), I diritti degli animali: prospettive bioetiche e giuridiche, il Mulino, Bologna, 1985.

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“Ci sono organi costruiti per ricevere e organi costruiti per espellere. Ci sono anche faccende delicate. Ci sono problemi di batteri, che richiedono una grande attenzione nel momento in cui si fanno certe pratiche. Onde evitare malattie, eccetera. Quindi nel momento dell'educazione sessuale nelle scuole, è normale, corretto e fisiologico dare un modello: gli organi dell'uomo e della donna sono stati creati per certe determinate funzioni. E non è altrettanto naturale il rapporto tra due uomini o due donne. […] [sul bacio tra due donne] A lei che effetto fa se uno fa pipì? Se lo fa in bagno va bene, ma se uno fa la pipì per strada davanti a lei, può darle fastidio.”

Carlo Giovanardi (1950) politico italiano

Origine: Da un'intervista alla trasmissione radiofonica Non ci sono più le mezze stagioni, Radio 24; citato in Marco Pasqua, "Bacio tra donne come fare pipì in strada" Giovanardi di nuovo nella bufera http://www.repubblica.it/politica/2012/02/12/news/bacio_tra_donne_come_fare_pip_in_strada_giovanardi_di_nuovo_nella_bufera-29771532/?ref=HREC1-15, Repubblica.it, 14 febbraio 2012.
Origine: Radio 24 in occasione dell'intervista ha titolato «Due donne che si baciano per strada? È come uno che fa la pipì in pubblico», Giovanardi ha precisato in un'intervista successiva: «Ma scherziamo? Io non ho mai detto quelle parole hanno usato le prime cinque righe della mia prima risposta e le hanno attaccate a sette risposte successive. Un taglio manipolatorio che omette tutto il ragionamento intermedio, il quale dimostra come non esista alcun atteggiamento omofobo da parte mia, ma semplicemente la difesa di regole di buona educazione che devono valere per tutti, etero ed omosessuali. [...] Soltanto dopo quattro giorni sono riuscito ad acquisire la registrazione integrale dell’audio di questa vergognosa operazione di manipolazione mistificatoria.» "La frase sui baci gay manipolata ad arte Ora mi perseguitano" http://www.ilgiornale.it/news/frase-sui-baci-gay-manipolata-ad-arte-ora-mi-perseguitano.html, ilgiornale.it, 18 febbraio 2012.

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“Il Partito d'Azione è scomparso dalla scena della nostra storia politica appena vi si è affacciato. Gli azionisti hanno dato un contributo e hanno pagato un prezzo molto alto nella lotta di liberazione dell'occupazione tedesca e fascista del Norditalia. Non mi pare che siano ricordati con particolare gratitudine. Anzi, sono diventati un concetto – l'azionismo – non solo esecrabile, ma che in quanto tale si è trasformato in qualcosa che ha a che vedere esclusivamente con un atteggiamento di etica politica (questo sì ha dato e dà fastidio, a destra come a sinistra). "Azionista" racchiude tante e diverse cose: tutte brutte e ormai totalmente sganciate dalle persone e dalle azioni. L'azionismo è diventato una categoria dello spirito, una categoria culturale. Qual è l'immagine che si vuole dare dell'azionista, allora? Innanzitutto è un intellettuale elitario che, in fondo, disprezza la massa, vuole fare la lezione, per di più con la presunzione che sia per il suo bene. Poi, è una "mosca cocchiera", un'anima bella, un generale senza truppe. Infine. è un rigorista che vorrebbe portare nella politica l'etica dei princìpi e delle convinzioni, senza pragmatismi e compromessi. Insomma, dal punto di vista delle capacità politiche, è un pedagogo moralista e velleitario. Ce lo immaginiamo – questo "azionista" – anche come un tipo antropologico a sé: un vecchio trombone (se non nel corpo, nell'anima), magari un "professorone", un moralista che tratta quotidianamente con le grandi idee che non sporcano le mani, mentre gli altri si danno da fare e le mani se le sporcano e si compromettono (loro sì!) nella "feconda bassura" dell'esperienza (espressione kantiana), cioè della "vera vita": insomma, l'azionista è un morto vivente. Un vero disastro umano. In più, è anche un ipocrita perché, mentre incita gli altri all'azione (azionista, appunto) e a correre i rischi, lui se ne sta nella biblioteca di casa sua, oppure con gli amici, come lui "radical chic" che, se hanno un cane, ha il pedigree oppure, ostentatamente, è un cane di strada e coltivano rancore per il mondo e il popolo bue, a caviale e champagne (la gauche-caviar).”

Gustavo Zagrebelsky (1943) giurista italiano
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“A me dà fastidio chi parla male della Sicilia, ma ne parla male perché il giudizio non è tale, è mal motivato, è piuttosto un qualcosa di non corrisposto, un risentimento.”

Manlio Sgalambro (1924–2014) filosofo, scrittore e poeta italiano

Origine: Citato in Addio a Sgalambro, filosofo e poeta del pessimismo siciliano http://www.europaquotidiano.it/2014/03/06/addio-a-sgalambro-filosofo-e-poeta-del-pessimismo-siciliano-video/, EuropaQuotidiano.it, 6 marzo 2014.

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“[Sulla decisione di aderire ad un campagna contro l'omofobia] Per me è un giorno importante perché ho potuto dare un contributo reale ad una causa importante e in cui credo. […] Non mi è mai capitato nella mia carriera di incontrare giocatori omosessuali, anche se credo possano essercene. Il fatto che un calciatore come qualsiasi altra persona possa manifestare pubblicamente un orientamento sessuale differente dal mio non rappresenta alcun problema né fastidio. Dovremmo cominciare a cambiare radicalmente la nostra mentalità, realmente, non solo a parole.”

Daniele Dessena (1987) calciatore italiano

Origine: Citato in Lacci arcobaleno contro l'omofobia. Insulti online al calciatore Dessena. Lui: "È ignoranza, abbiate rispetto" http://www.lastampa.it/2014/02/25/sport/calcio/lacci-arcobaleno-contro-lomofobia-insulti-online-al-calciatore-dessena-lui-ignoranza-abbiate-rispetto-vCWxWGN7FQvHRhHjJ7a9iN/pagina.html, La Stampa.it, 27 febbraio 2014.

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“Un marito vale l'altro; e il più ingombrante dà sempre meno fastidio di una madre.”

Pierre-Ambroise-François Choderlos de Laclos (1741–1803) scrittore, generale e inventore francese

Origine: Citato in Focus, n. 79, p. 184.

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“«Per essere così piccola, sei un fastidio gigantesco.»”

Edward
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“Nel 1939 il re imperatore Vittorio Emanuele III compì settant'anni. Da duecento anni ormai nessun principe regnante sabaudo era vissuto tanto a lungo da raggiungere quell'età; ed era un risultato genetico notevole per un primogenito del ramo Carignano della dinastia; ramo in cui i primogeniti morivano solitamente giovani. La sua sfida alle leggi della longevità e la povertà del sangue che scorreva nelle sue vene, dovuta ad un amore tra consanguinei, si rifletteva nel suo aspetto, negli occhi e nella pelle incartapecorita del volto. Rughe profonde percorrevano la sua fronte, i capelli erano caduti e i pochi rimasti dietro le orecchie, così come i baffetti ben arricciolati sulle labbra in perfetto stile fascista, erano diventati candidi. La sua mascella tremava più di prima, due borse violacee pendevano sotto gli occhi e la bocca era serrata in una smorfia grinzosa di fastidio, come se tutto quello che gli si era accumulato dentro fosse aggrovigliato in un nodo di incessante pena. (Parte quarta La caduta di Casa Savoia”

Robert Katz (1933–2010) giornalista, scrittore e storico statunitense

1922-1946), p. 368
La fine dei Savoia
Variante: Nel 1939 il re imperatore Vittorio Emanuele III compì settant'anni. Da duecento anni ormai nessun principe regnante sabaudo era vissuto tanto a lungo da raggiungere quell'età; ed era un risultato genetico notevole per un primogenito del ramo Carignano della dinastia; ramo in cui i primogeniti morivano solitamente giovani. La sua sfida alle leggi della longevità e la povertà del sangue che scorreva nelle sue vene, dovuta ad un amore tra consanguinei, si rifletteva nel suo aspetto, negli occhi e nella pelle incartapecorita del volto. Rughe profonde percorrevano la sua fronte, i capelli erano caduti e i pochi rimasti dietro le orecchie, così come i baffetti ben arricciolati sulle labbra in perfetto stile fascista, erano diventati candidi. La sua mascella tremava più di prima, due borse violacee pendevano sotto gli occhi e la bocca era serrata in una smorfia grinzosa di fastidio, come se tutto quello che gli si era accumulato dentro fosse aggrovigliato in un nodo di incessante pena. (Parte quarta La caduta di Casa Savoia (1922-1946), p. 368)
Origine: Umberto I e Margherita di Savoia, genitori di Vittorio Emanuele III, erano cugini.

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“Quando la realtà dei problemi non può più essere nascosta rimane un’ultima cartuccia: il capro espiatorio. Tende sempre più a diffondersi l’idea che l’Italia sia nella condizione in cui si trova per colpa dell’Europa […]. Secondo questa tesi, un’Italia troppo forte darebbe fastidio.”

Lorenzo Bini Smaghi (1956) economista italiano

Origine: Citato in Federico Fubini, Autarchici, populisti, italiani. I timori del Paese in tempo di crisi http://www.corriere.it/cultura/17_maggio_03/lorenzo-bini-smaghi-pamphlet-il-mulino-euro-bbe3a582-301f-11e7-a298-52518e2719d0.shtml, Corriere.it, 3 maggio 2017.

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“La Chiesa per un certo periodo è stata affine allo sviluppo del sistema capitalistico, adesso probabilmente può dare fastidio. Io non escludo che una costruzione ideale-filosofica come quella del cattolicesimo possa essere adesso d'intralcio al sistema capitalistico.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Origine: Dall'intervento alla conferenza a Chieti, 16 febbraio 2013. Video https://www.youtube.com/watch?v=OWwf3FEePSM disponibile su YouTube.com (min. 22:28).

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“In Africa, dovunque crescano i baobab ci sono anche miti che spiegano la strana forma dell'albero. molte di queste leggende raccontano che il baobab è stato conficcato nel terreno a testa in giù, con le radici per aria. In Zimbabwe si racconta che, per via dei suoi molteplici usi, il baobab fosse diventato molto presuntuoso e che prendesse in giro tutti gli animali. ogni volta che Dio creava un nuovo essere vivente, il baobab lo criticava: la iena era brutta, la zebra buffa, la cicogna deforme. Stanco di questi commenti, Dio lo strappò dalla terra. Ma non voleva distruggere quell’albero così particolare, così lo inilò nella terra a testa in giù. Da allora il baobab non dà più fastidio. Un altro mito racconta che tanto tempo fa gli dèi piantarono il baobab nel bacino del fiume Congo. L’albero, però, si lamentava del clima, troppo caldo e umido. Gli trovarono posto sulle montagne della Luna, in Uganda, ma protestò perché aveva poco spazio. Allora gli fu assegnato un posto caldo e asciutto nella savana. A quel punto, però, il baobab pretendeva di avere un tronco possente per distinguersi. Il suo desiderio fu esaudito, ma arrivò subito una nuova richiesta: una corteccia morbida e frutti vellutati. Anche questa fu soddisfatta. All'ennesima pretesa, quella di avere fiori d’oro, la misura era colma: gli dèi lo strapparono dalla terra e ce lo inilarono a testa in giù. Da allora nessuno ha più sentito il baobab lamentarsi.”

David Signer (1964) etnologo, giornalista e scrittore svizzero
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