Frasi su forse
pagina 18

“L'archeologo invece visiterà Matera per i suoi avanzi preistorici e non resterà disilluso, poiché sotto questo riguardo troverà esser questo il territorio più notevole, forse, in tutta Italia.”

Thomas Eric Peet (1882–1934)

da Scoperte preistoriche a Matera e nel sud d'Italia in generale, traduzione di Giacomo Vanzolini, Tipografia Benv. Conti, 1910, p. 6

Roberto Cotroneo photo
Roberto Cotroneo photo
Roberto Cotroneo photo
Walter Bonatti photo
Joseph Pulitzer photo
Niccolò Ammaniti photo
Giovanni Trapattoni photo
Giovanni Trapattoni photo
Giovanni Trapattoni photo
Giovanni Trapattoni photo
Giovanni Trapattoni photo
Georges Eugène Sorel photo
Augustin-Louis Cauchy photo
Giuseppe Cesare Abba photo
Alan Moore photo

“Se guardate la storia della magia, vedrete le sue origini nelle caverne. Vedrete le sue origini nello sciamanesimo, nell'animismo, nella credenza che ogni cosa che ci circonda, ogni albero, ogni roccia, ogni animale, sia abitato da una qualche forma di essenza, una qualche sorta di spirito con cui forse si potrebbe comunicare. Avreste avuto uno sciamano o un visionario che sarebbe stato responsabile di incanalare le idee utili alla sopravvivenza. Prima che raggiungiate le civiltà classiche potrete vedere che questo è stato formalizzato in un certo status. Lo sciamano agisce puramente come un intermediario tra gli spiriti e le persone. La sua posizione nel villaggio o nella comunità è simile a quella di un idraulico spirituale. Ogni persona nel gruppo ha il suo ruolo. La persona migliore nella caccia era un cacciatore, la persona migliore nel parlare con gli spiriti, forse perché lui o lei era un po' pazzo/a, un po' staccato dal nostro normale mondo materiale, allora sarebbe stato uno sciamano. E gli sciamani non padroneggiavano un'arte segreta, essi dispensavano semplicemente le loro informazioni alla comunità, perché si credeva che fosse utile alla comunità. Quando abbiamo l'emergere delle culture classiche, tutto questo è stato formalizzato tanto che si hanno dei interi pantheon di dèi. E ognuno di questi dèi avrà una casta di preti che agiranno fino a un certo punto come intermediari che ti insegneranno ad adorare quel dio. Così la relazione tra gli uomini e i loro dèi, che potrebbe essere vista come la relazione tra gli uomini e il loro Io più alto, era ancora di tipo diretto. Quando arrivò il cristianesimo, quando arrivò il monoteismo, tutt'a un tratto hai una casta di sacerdoti che si muoveva tra l'adoratore e l'oggetto di adorazione. Hai una casta sacerdotale che era diventata una specie di dirigenza d'intermediazione spirituale tra l'umanità e la divinità interiore di cui si andava alla ricerca. Non puoi avere un rapporto diretto con un dio. I sacerdoti non hanno davvero il bisogno di un rapporto con la divinità. Hanno solo un libro che ti dice di alcune persone vissute tanto tempo fa, che hanno avuto un rapporto diretto con la divinità. E va tutto bene. Non hai bisogno di avere visioni miracolose, non hai bisogno di avere degli dèi che ti parlino. In effetti, se ti capita niente del genere, probabilmente sei matto. Nel mondo moderno questa roba non succede. Le sole persone a cui è permesso parlare con gli dèi, e in un modo davvero a senso unico, sono i preti. Per me il monoteismo è una grande semplificazione. Voglio dire, la Cabala ha una grande molteplicità di dèi, ma alla sommità del diagramma cabalistico, l'albero della vita, ha quest'unica sfera, che è il dio assoluto. La Monade. Qualcosa che è indivisibile. E tutti gli altri dèi, e ogni altra cosa nell'universo è una specie di emanazione di quel dio. Ora, questo va bene. Ma quando suggerisci che ci sia solo quell'unico dio, a quell'irraggiungibile altezza al di sopra dell'umanità e che non c'è niente in mezzo, stai limitando e semplificando la questione. Penso che il paganesimo sia una specie di alfabeto, come un linguaggio. È come se tutti gli dèi sono le lettere di quel linguaggio, esprimono delle sfumature, ombre del significato, o certe sottigliezze delle idee. Mentre il monoteismo tende ad essere solo una vocale, ed è solo tipo: oooouh [Alan Moore stesso nel documentario per far comprendere il suono scimmiesco. ]. È questo suono scimmiesco. Puoi quasi immaginare gli dèi divenire frustrati, sprezzanti. Perché con tutta la ricchezza di concetti spirituali che sono disponibili, perché ridurre tutto a una sola, singola nota monocorde che chi pronuncia neanche comprende?”

Alan Moore (1953) fumettista e scrittore britannico

citato nel documentario di Dez Vylenz, The Mindscape Of Alan Moore, Shadowsnake films, visibile su Youtube http://www.youtube.com/watch?v=rZXoinYCReE, subititolato in italiano

Carlo Levi photo
Fritz Lang photo
Boris Becker photo
Tommy Haas photo

“[Su Roger Federer] Ci ho giocato contro nel 2005 forse la prima volta in Australia, fu una buona partita ma lui semplicemente andò su un altro pianeta. Faceva tutto alla perfezione. Abbiamo sempre saputo che avesse quel tipo di gioco completo, ma il duro lavoro, la concentrazione e la voglia di vincere hanno reso possibile il suo dominio”

Tommy Haas (1978) tennista tedesco

tra il 2004 e il 2006
Origine: Dall'intervista al Masters 1000 di Miami; traduzione di Giulia Vai http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2013/03/30/866639-haas.shtml, Ubitennis.com, 30 marzo 2013.

Tommy Haas photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
Fëdor Dostoevskij photo
John Wyndham photo
Roland Barthes photo
Sándor Márai photo
Carlos Moyá photo
Michele Amari photo

“Delle coscienze non saprei dire: forse molti come me amavano la repubblica in fondo del cuore, vagheggiavano un modo qualunque di unione tra gli Stali italiani; forse alcuni ci aveano più fede di me; ma niuno dissentiva dal partito di cominciare la rivoluzione nel modo che parea più pratico.”

Michele Amari (1806–1889) storico, politico e orientalista italiano

in prefazione. p. VII, a La guerra del Vespro Siciliano http://books.google.it/books?id=8FutnglZvcEC&dq=Delle%20coscienze%20non%20saprei%20dire%3A%20forse%20molti%20come%20me%20amavano%20la%20repubblica%20in%20fondo%20del%20cuore&hl=it&pg=PA10-IA2#v=onepage&q=Delle%20coscienze%20non%20saprei%20dire:%20forse%20molti%20come%20me%20amavano%20la%20repubblica%20in%20fondo%20del%20cuore&f=false, Felice Le Monnier, Firenze 1851
La guerra del Vespro Siciliano

Alberto Lattuada photo
Lorenzo Licalzi photo

“Il Natale è una verità: la verità di Dio che sorprendentemente ci ama ed è venuto a farsi uno di noi. Dio ormai non ci lascia più; per questo oggi esplode la gioia, che dalla capanna di Betlemme raggiunge gli estremi confini dell'universo. Non siamo più soli: i compagni, gli amici, i parenti ci possono abbandonare. Ma il Dio che ha tanto amato il mondo da dare il suo unico Figlio, unito personalmente per sempre alla nostra natura di creature fragili e dolenti, non ci abbandonerà mai alle nostre tristezze, alla nostra inquietudine, al nostro peccato. Non è una fiaba, è una notizia, cioè l'informazione su un fatto avvenuto; non è un bel sogno, è una realtà ancora più bella di ciò che desidereremmo sognare. Nessun uomo ormai può sfuggire al suo Creatore, che lo insegue, lo vuol raggiungere e legare a sé. Non possiamo sfuggirgli, perché il suo amore corre più veloce di noi. Ti inganni, se credi di poter schivare sino alla fine il Signore che è venuto a cercarti. Egli non ti darà pace; ti tormenterà, per portarti a essere sul serio felice; forse disporrà sulla tua via le sconfitte e le delusioni, per farti partecipe della sua definitiva vittoria. Questa è la verità del Natale. Capirlo, inebriarcene, lasciarci trovare da colui che è venuto a cercarci sino a farsi uomo: è l'augurio natalizio più genuino e più bello.”

Giacomo Biffi (1928–2015) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Da La meraviglia dell'evento cristiano, pp. 269-270; citato in Il settimanale di Padre Pio, anno V, n. 51, p. 19.

Michael Hesemann photo
Gabriel Batistuta photo
Cesare Prandelli photo
Cesare Prandelli photo
Leonardo Salviati photo
Giovanni Crisostomo photo
François Lenormant photo
Giovanni Titta Rosa photo
Giovanni Titta Rosa photo
Gian Francesco Giudice photo
Francesco Dall'Ongaro photo
Emiliano Brancaccio photo
Alexandre Marius Jacob photo
Pierangelo Bertoli photo
Pierangelo Bertoli photo
Vasilij Vasil'evič Kandinskij photo

“Una retta, e in particolare una breve retta che si ispessisce, rappresenta un caso analogo a quello del punto che cresce: anche qui c'è da domandarsi: "In quale momento si estingue la linea come tale e in quale momento nasce una superficie?". Ma non possiamo dare una risposta precisa. Come si potrebbe rispondere alla domanda: "Quando finisce il fiume e quando comincia il mare?". I limiti sono sempre mal distinguibili e immobili. Qui tutto dipende dalle proporzioni, come nel caso del punto – l'assoluto viene portato dal relativo a un suono indistinto e diminuito. Nella prassi il movimento verso il limite è espresso in modo più preciso che nella formulazione puramente teorica. Il movimento verso il limite è una grande possibilità di espressione, un mezzo potente (in definitiva un elemento) per i fini compositivi. Quando gli elementi principali di una composizione sono di una rigorosa sobrietà, questo mezzo genera una certa vibrazione fra gli elementi, porta un rilassamento maggiore nell'atmosfera rigida del tutto e può, se usato in misura esagerata, portare quasi a raffinatezze repellenti. In ogni modo qui dobbiamo fare ricorso ancora una volta alle reazioni della sensibilità. Per ora non è possibile disporre di una distinzione generalmente accettata fra linea e superficie – fatto che forse è legato alla situazione ancora poco evoluta della pittura, alla sua condizione tuttora quasi embrionale, a meno che non sia forse determinato proprio dalla natura di quest'arte.”

Vasilij Vasil'evič Kandinskij (1866–1944) pittore russo

1968
Punto, linea, superficie

Vasilij Vasil'evič Kandinskij photo
Alfredo Kraus photo
Mario Tozzi photo
Mario Tozzi photo
Walter Cronkite photo

“Nixon ebbe sempre un complesso nei confronti di Kennedy, forse per la sua infanzia povera e per la sua goffaggine, non seppe mai comunicare, non ebbe mai carisma. Vide ovunque complotti, e reagi' con altri complotti. La sua tragedia privata divenne una tragedia nazionale.”

Walter Cronkite (1916–2009) giornalista e personaggio televisivo statunitense

da Cronkite: la tv ammazzanotizie https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/gennaio/29/Cronkite_ammazzanotizie_co_0_9701297783.shtml, Corriere della sera, 29 gennaio 1997

Íngrid Betancourt photo
Antonio Albanese photo
Antonio Albanese photo

“C'avevo anche una moglie, dico c'avevo perché ci siamo separati: forse perché l'ho uccisa.”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

Alex Drastico
Patapim e Patapam

Papa Pio XI photo
Papa Pio XI photo

“Forse la gratitudine è il parametro della grandezza umana.”

Adolfo L'Arco (1916–2010) religioso, teologo e filosofo italiano

Origine: La Donna del Sanctus, p. 55

George William Mundelein photo

“Forse vi domanderete come sia possibile che una nazione [la Germania] di sessantasei milioni di esseri intelligenti si voglia sottomettere ad uno straniero, un tappezziere austriaco [Adolf Hitler], e nemmeno molto in gamba a quanto mi dicono, e a pochi suoi simili come Goebbels e Göring che dettano ogni singolo gesto della vita del popolo germanico.”

George William Mundelein (1872–1939) cardinale statunitense

Origine: Dal discorso tenuto il 18 maggio 1937 al Seminario Arcivescovile James Edwar Quigley di Chicago; citato in Andrea Tornielli, Pio XII, Piemme editore, Casale Monferrato, 2001, p. 114. ISBN 88-384-6403-0

Giuseppe Marotta (scrittore) photo
Wilbur Smith photo
Battista Guarini photo

“Io penso che oggi, forse, si vivrebbe sicuri e bene fra i cannibali!…”

Origine: Core Signore, p. 19

Alan Seeger photo

“Forse accadrà che [la morte] mi prenda per mano | E mi conduca alla sua oscura terra | E mi chiuda gli occhi e mi tolga il respiro … || Ma ho un appuntamento con la Morte | A mezzanotte in una città in fiamme, | Quando la primavera ritornerà quest'anno a nord | Ed io, fedele alla parola data, | Non mancherò all'appuntamento.”

Alan Seeger (1888–1916) poeta statunitense

It may be he shall take my hand | And lead me into his dark land | And close my eyes and quench my breath ... || But I've a rendezvous with Death | At midnight in some flaming town, | When springs trips north again this year, | And I to my pledged word am true, | I shall not fail this rendezvous.
Origine: Questa era la poesia preferita da John Fitzgerald Kennedy, secondo quanto riferisce il suo biografo Arthur M. Schlesinger Jr. (I mille giorni di John F. Kennedy, Rizzoli editore, Milano, 1966, pag. 120)

Sergio Quinzio photo
Roald Dahl photo
Antonio Beltramelli photo
Stefano Benni photo

“La lampadina della mia camera d'albergo si è fulminata, o forse si è uccisa.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano

Baol

Stefano Benni photo

“Se capiamo i sogni degli altri, ho pensato, forse non ci separeremo.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano

Margherita dolcevita

Stefano Benni photo
Stefano Benni photo
Stefano Benni photo
Pablo d'Ors photo
Tim Henman photo
Raymond Domenech photo