Frasi su impatto

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema impatto, essere, vita, primo.

Frasi su impatto

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“[Hai fatto quasi 800 presenze a livello di club e di 126 per il tuo paese. Quale allenatore ha avuto il maggiore impatto su di te e hai capito meglio di chiunque? ] Io non voglio essere noioso, ma penso che ogni allenatore ha avuto un impatto decisivo sulla mia carriera. Devo dire, però, che Antonio Conte è sicuramente il miglior allenatore con cui ho lavorato. In un breve lasso di tempo è riuscito a infondere nuova vita in una squadra che in due stagioni non ha saputo fare di meglio del settimo posto. E lui fu subito vincente.”

Gianluigi Buffon (1978) calciatore italiano

[You've made nearly 800 appearances at club level and 126 for your country. Which coach has had the biggest impact on you and has understood you better than anyone?] I don't want to be boring but I think every coach has had a decisive impact on my career development. I have to say, though, that Antonio Conte is definitely the best coach I've worked with. In a short space of time he's managed to breathe new life into a team that in two seasons could do no better than seventh place. And he was a winner straightaway.

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“Inter-Vicenza 1-0, gol di Roberto Carlos: il mio primo impatto con San Siro, indimenticabile. Ero così felice, per la vittoria ma anche per la mia prestazione, buona. Una sfida per capire se ero pronto per una squadra come l'Inter. Lo ero. Indimenticabile.”

Javier Zanetti (1973) calciatore argentino

Origine: Citato in Aspettando Prima Serata: Zanetti, tifosi spettinatemi! http://www.inter.it/aas/news/reader?N=59591&L=it, Inter.it, 28 settembre 2012.

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“L'impatto con il mondo è sempre duro, per chi lo vede come un posto scuro.”

Luciano Ligabue (1960) cantautore italiano

da Quando canterai la tua canzone, n. 1
Arrivederci, mostro!
Variante: L'impatto con il mondo è sempre forte per chi vorrebbe solo farne parte.

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“Il cinema indipendente è il cinema della passione, unico motore di produzioni che non portano alti guadagni, quando ne portano. Giuseppe Lazzari, nel suo primo film ce ne ha messa di passione, portando avanti un progetto che ha realizzato interamente a sue spese. Primo lungometraggio italiano realizzato interamente in 4K, massimo grado di risoluzione digitale, "Sentirsidire" racconta le storie parallele di Ludovico e Filippo, benestante e superficiale il primo, dignitoso e umile il secondo. Due vite diverse, che si incroceranno nella città di Milano, per dare vita ad una profonda amicizia, capace di cambiare entrambi. Trattandosi di un'opera prima, non mancano momenti di debolezza narrativa, e a volte i dialoghi prendono una piega un po' retorica, se non moralistica, ma questo non deve distogliere l'attenzione dalla validità contenutistica e formale del film. Una regia per niente classica e un montaggio creativo, sono accompagnati da un suggestivo uso del sonoro, capace di comunicare perfettamente la cupezza e la drammaticità degli avvenimenti. Degna di nota è la colonna sonora, indubbiamente azzeccata, costituita dalle canzoni di tre artisti non nuovi al panorama cinematografico: Damien Rice, James Morrison e Nate James. Le vicende dei due protagonisti sono alternate seccamente, allo scopo di accentuare (anche attraverso la bella fotografia di Luca Coassin, che ben differenzia l'atmosfera di Agrigento da quella di Milano) il divario tra nord e sud Italia, tra un ambiente ricco ed uno povero, tra due ragazzi che hanno avuto dalla vita possibilità diverse, ma che provano uguale insoddisfazione. Esordio per il regista e prima esperienza sul set per i due attori protagonisti. Il ballerino Mariottini, si dimostra ben entrato nel ruolo di Ludovico e l'attore novizio Taormina, interpreta un Filippo a cui è impossibile non affezionarsi. Annunciato dal web, questo film di denuncia arriva a scuotere le coscienze dei giovani a cui piace sentire storie di giovani come loro. Il regista lo definisce "una spaccatura della parte cupa dell'Italia", e, in effetti, lo è. Si tratta di un film per niente leggero ma drammatico e di forte impatto emotivo. Un film in cui la macchina da presa si muove molto all'interno dello spazio perché vuole vederlo tutto, non vuole perderne nemmeno un frammento. Nessun dettaglio sfugge all'occhio attento di Giuseppe Lazzari, scrupoloso al massimo nel voler raccontare ai giovani (ma anche agli adulti, genitori e non) cosa succede agli altri giovani, e non c'è niente di irreale o di esagerato in questo: la storia dei due amici procede nell'assoluto rispetto di una realtà che l'Italia conosce bene da qualche anno a questa parte.”

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“Per capire una città bisogna conoscerne l'anima. Imbevuta del passato e in costante trasformazione, l'anima di una città rimane strettamente legata alla sua fisicità e alle azioni di quanti la amministrano. A volte ci si innamora o si ha disgusto di un posto dal primo momento : in un caso come nell'altro, è raro che questa prima impressione porti alla scoperta dell'anima. Le anime sono pudiche, rifuggono la ribalta e perfino la conversazione. Bisogna scovarle. Comunicano attraverso uno sguardo, un gesto, una parola. Quelle delle città comunicano attraverso le pietre, le piante, le strutture urbane, la folla e i singoli abitanti. La conoscenza di una città può avvenire per mezzo di libri, giornali, televisione, oltre che con l'osservazione diretta. Raramente, comunque, l'anima di una città si rivela per caso. Le città che si presentano al visitatore frontalmente, nella propria nudità, sono spesso false : costituiscono la difesa della città che sta sotto. Ciò non toglie che in certi casi la loro anima possa essere talmente forte e imperiosa da manifestarsi come tale al primo impatto.
In una città nuova, mi lascio andare ai sensi e al caso. Senza pensare a niente, cammino, mi guardo intorno, mi unisco a una piccola folla curiosa, prendo i mezzi pubblici, compro il cibo di strada e mangio nei posti meno frequentati. Faccio una sosta, seduta su una panchina in un parco, bevendo una bibita in un caffè o appoggiata alla facciata di un edificio, come una mosca su un muro : e da lì osservo, odoro, ascolto. Se sono fortunata, piano piano l'anima del luogo mi si rivela.”

Simonetta Agnello Hornby (1945) scrittrice italiana

La mia Londra

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“In Europa l'immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l'anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?”

Asma al-Assad (1975) moglie del presidente siriano Bashar al-Asad

Variante: In Europa l’immigrazione è un problema. Per noi è la conseguenza del problema. La gente lascia i nostri Paesi e viene da voi. Ecco allora che lavorare insieme diventa prioritario. Oggi abbiamo in Siria 1,5 milioni di iracheni, oltre 500 mila rifugiati palestinesi e nell'estate 2006 circa 700 mila libanesi si sono rifugiati da noi. È come se in Italia fossero arrivati 5,8 milioni di profughi in pochi mesi. Noi cosa abbiamo fatto? Abbiamo aperto le nostre scuole: sono 30 mila i bambini iracheni che studiano nelle scuole siriane e speriamo con l’anno prossimo di arrivare a 50 mila. Perché lo facciamo? Perché se ai minori diamo la possibilità di studiare, sosteniamo una generazione, e non importa che siano iracheni. Sono i nostri vicini. Abbiamo aperto anche i nostri ospedali. E soprattutto abbiamo aperto i nostri cuori. La Siria non è un Paese ricco e questa ondata ha avuto un grande impatto. Ma cos'altro potevamo fare?

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“Nessun piano di battaglia sopravvive all'impatto col nemico.”

Colin Powell (1937) politico e militare statunitense

citato in Call of Duty 4: Modern Warfare

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“[A proposito di Renato Brunetta] Ha avuto il merito di mette­re a fuoco un problema cruciale per il nostro Paese, e di affron­tarlo di petto; e anche il merito di accogliere alcune proposte importanti del Pd. In molti casi, però, ha preferito l'effetto-annuncio e il grande impatto mediatico rispetto al la­voro paziente e meditato di tes­situra.”

Pietro Ichino (1949) giurista, giornalista e politico italiano

Origine: Citato in Brunetta e l'amore per gli ultimatum: «Io non mi faccio mai intimidire» http://www.corriere.it/politica/09_maggio_15/brunetta_roncone_roncone_a241fb98-4120-11de-8b5d-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 15 maggio 2009.

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“Le rivoluzioni dovrebbero essere misurate a seconda dell'impatto sulla vita della gente…”

Chris Anderson (1961) giornalista e saggista statunitense

Makers – Il ritorno dei produttori

“L'impatto di Norma Jeane su di me fu tremendo. Man mano che passavano i minuti, mi innamorai di lei perdutamente.”

André de Dienes (1913–1985) fotografo rumeno

citato in Mike Evans, Marilyn, p. 36

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“È d'impatto. È di troppo. È Mariottide.”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

da Mai dire martedì, episodio 3

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“Io sapevo solo che impatto, velocità, colpo e tutto erano perfetti, che mi era proprio piaciuto quando la palla si era allontanata e che l'avevo colpita bassa, dandole ancor più forza. Ma non ho fatto in tempo a vedere esattamente dov'era finita, la risposta me l'ha data la gente. Quando mi sono girato, ero io il primo che non riusciva a credere che il colpo era finito nell'angolo. E l'ovazione è stata fantastica: la gente è impazzita, come me.”

Roger Federer (1981) tennista svizzero

2010
Origine: Il riferimento è a una "Gran Willy", un colpo sotto le gambe eseguito durante gli US Open 2010 contro Dabul ( video http://www.youtube.com/watch?v=o--Ii2EvUSQ disponibile su Youtube.com), molto simile a un colpo eseguito l'anno prima, sempre durante lo slam americano, nella semifinale contro Djokovic ( video https://www.youtube.com/watch?v=FhrjH1408QY disponibile su Youtube.com).
Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Federer, il replay del colpo «impossibile» è ancora più bello http://archiviostorico.gazzetta.it/2010/settembre/01/Federer_replay_del_colpo_impossibile_ga_10_100901066.shtml, Gazzetta dello Sport, 1º settembre 2010.

“La comicità vera di "Cascina Vianello" nasce proprio dall'impatto fantasioso con il nuovo ambiente in cui i due si sono trasferiti per ritrovare la pace.”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Cascina Vianello a due passi da Arcore https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1996/settembre/20/Cascina_Vianello_due_passi_Arcore_co_0_96092013738.shtml, Corriere della Sera, 20 settembre 1996, p. 35.

“[Su Djokovic nel 2011] Più aggressività e spinta di Lendl, più varietà nelle botte da fondo di Nadal. Eppoi, riflessi, mobilità, posizione avanzata, impatto con la palla e, quindi, risposta da doppista. Rafa non reggeva le pallate da dietro e col rovescio rallentava, e Nole l'ha massacrato: ha più armi tecniche.”

Paolo Bertolucci (1951) tennista e commentatore televisivo italiano

Origine: Citato in Vincenzo Martucci, Djokovic, questione di tempo http://archiviostorico.gazzetta.it/2011/maggio/17/Djokovic_questione_tempo_ga_10_110517072.shtml?login=ok, Gazzetta dello Sport, 17 maggio 2011

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“Kant è un genio, e i geni hanno questa virtù, di scoprire fatti e idee che sembrano strani e complessi al primo impatto, ma che poi, quando ce li siamo fatti calare dentro a poco a poco, a ripensarci, sembrano cristallini e naturali.”

Massimo Piattelli Palmarini (1942) professore di scienze cognitive, linguista, epistemologo italiano

Origine: Ritrattino di Kant a uso di mio figlio, Capitolo 1, Perché proprio Kant? Ovvero: il fascino discreto della ragione pura, p. 27

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“[Sull'anime Devilman] Peccato che un prodotto di tale impatto visivo sia destinato a non uscire dai confini giapponesi a causa della storica miopia italiana.”

Tiziano Sclavi (1953) scrittore e fumettista italiano

da Il diavolo dalla A alla Z, Sergio Bonelli Editore, allegato all'albo speciale n. 2 di Dylan Dog del 1988

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“Dimmi un Paese nel quale non c'è corruzione politica e gli facciamo avere un Nobel, non puoi salvare l'Africa nemmeno se sei Bill Gates… però Federer, Nadal, Agassi hanno più impatto nel mondo del filantropismo di quanto ne abbiano Schumacher, Messi e Cristiano Ronaldo.”

Ion Ţiriac (1939) ex tennista, ex hockeista su ghiaccio e imprenditore rumeno

Origine: Citato in Ubaldo Scanagatta, Federer e Agassi i campioni più generosi http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/11/09/799597-federer_agassi_campioni_generosi.shtml, Ubitennis.com, 9 novembre 2012.

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“[Su La dolce vita] Eminenza, non è un film facile. Per certi versi è un film inquietante, ma nuovo per lo stile e le suggestioni. È imprevedibile l'impatto che avrà sulla gente, ma il pubblico andrà a vederlo in massa.”

Angelo Arpa (1909–2003) critico cinematografico, scrittore e gesuita italiano

Origine: A Giuseppe Siri, dopo la visione del film; citato in Padre Arpa rivela: «Il film "La dolce vita" causò molta apprensione in Vaticano» http://archivio.lastampa.it/m/articolo?id=b2c01f15dc60eaddca11fb1457f3490975a3e592, La Stampa, 17 gennaio 1997, p. 26.

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“Le principali glaciazioni sono esempi spettacolari del cambiamento climatico naturale, che si è verificato durante le ere geologiche. Hanno avuto luogo a intervalli regolari di 100 mila anni e hanno sempre seguito lo stesso strano modello di sviluppo: lento e costante raffreddamento, seguito da un brusco riscaldamento in condizioni simili a quelle di oggi. […] I grandi episodi di glaciazione non sono stati gli unici casi di cambiamento climatico naturale, tuttavia. Sei milioni di anni fa, il Mar Mediterraneo venne prosciugato. Novanta milioni di anni fa, alligatori e tartarughe facevano le capriole nell'Artico. Centocinquanta milioni di anni fa gli oceani avevano invaso il centro del Nord America, contribuendo a preservare le ossa di dinosauro. Trecento milioni di anni fa, l'Europa settentrionale venne trasformata in un deserto bruciato e nell'Antartide si formò il carbone. […] Nessuno sa perché questi drammatici cambiamenti climatici siano avvenuti nel passato. Le idee che comunemente emergono, comprendono: – perturbazioni dell'orbita terrestre da parte di altri pianeti, interruzioni di correnti oceaniche, l'aumento e la diminuzione di gas a effetto serra, il riflesso del calore sulla neve, la deriva dei continenti, gli impatti di comete, la Genesi, le alluvioni, i vulcani, i lenti cambiamenti nella radiazione del sole. Nessun supporto scientificamente solido è stato trovato, in nessuno di questi suggerimenti. Una cosa che sappiamo per certo è che le persone non sono state coinvolte. Non c'erano abbastanza persone in giro per poter contare, durante le glaciazioni, e non c'erano proprio persone, prima di tali episodi. La storia della geologia, come la conosciamo, ci suggerisce che il clima è una cosa molto più grande dell'energia. L'approvvigionamento energetico è una questione di ingegneria e dobbiamo tenere d'occhio i problemi che possono renderlo più difficoltoso, mano a mano che il tempo passa. Il cambiamento climatico, al contrario, è una questione di tempi geologici, qualcosa che la Terra fa abitualmente da sola, senza chiedere il permesso a nessuno e senza spiegare perché. La Terra non include gli effetti potenzialmente catastrofici della civiltà nella sua pianificazione. Lungi dall'essere responsabile di danneggiare il clima della Terra, la civiltà non potrebbe essere in grado di prevenire nessuno di questi terribili cambiamenti una volta che la Terra abbia deciso di compierli. È stata la Terra a congelare di nuovo il Canada, per esempio, è difficile immaginare di poter fare qualcosa, se non vendere la casa che eventualmente abbiamo la. Se la Terra decide di sciogliere la Groenlandia, potrebbe essere saggio vendere tutto quello che possediamo in Bangladesh. La storia geologica ci suggerisce che il clima non dovrebbe preoccuparci troppo quando stiamo pensando al futuro dell'energia, non perché sia poco importante, ma perché è oltre il nostro potere di controllo.”

Robert Laughlin (1950) fisico statunitense

Quello che la Terra sa

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“Nel corso degli anni, l'impatto di innumerevoli zoccoli e bocche ha alterato il tipo di vegetazione e la conformazione delle terre dell'Occidente più di tutti i progetti idrici, le miniere, le centrali elettriche, le autostrade e i progetti di sviluppo edilizio messi insieme.”

Philip L. Fradkin (1935–2012) saggista statunitense

Origine: Da Audubon, National Audubon Society; citato in Will Tuttle, Cibo per la pace, traduzione di Marta Mariotto, Sonda, Casale Monferrato, 2014, p. 189. ISBN 978-88-7106-742-1

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“[Su Ronaldo] Si presentò a Madrid che era 96 kg, gli ho chiesto di arrivare a 88-90. Non c'è stato niente da fare. Era un grandissimo giocatore, ma un leader negativo per il gruppo. Lo cedemmo a gennaio e l'ambiente in squadra cambiò completamente: riusciamo a recuperare nove punti al Barcellona, anche se l'impatto mediatico fu enorme.”

Fabio Capello (1946) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Da un intervento ai Globe Soccer Awards a Dubai nel 2015; citato in Capello: "Ronaldo leader negativo: via lui e il mio Real Madrid trionfò" http://www.gazzetta.it/Calcio/28-12-2015/capello-ronaldo-leader-negativo-via-lui-mio-real-madrid-trionfo-14086819241.shtml, Gazzetta.it, 28 dicembre 2015.

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“Il calcio è un valore dominante per moltissime persone nel mondo e impatta le vite di più gente di quanta immaginiamo.”

Gianni Infantino (1970) dirigente sportivo italiano naturalizzato svizzero

Origine: Dall'intervista di Guido De Carolis e Gaia Piccardi, Infantino: «Mi manda Platini per riformare il calcio mondiale» http://www.corriere.it/sport/16_gennaio_29/infantino-mi-manda-platini-6794f8c8-c603-11e5-b3b7-699cc16119c2.shtml, Corriere.it, 29 gennaio 2016.

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“Gli Oasis sono stati la colonna sonora della mia vita negli ultimi vent'anni su questo meraviglioso pianeta. Nel 1994 li conobbi con il singolo Supersonic. Così iniziò un lungo viaggio molto gratificante con un sound, un approccio e un modo di guardare il mondo che ha avuto un enorme impatto su di me e che ha aiutato a forgiare quello che sono io oggi.”

Lars Ulrich (1963) batterista danese

Origine: Da un'intervista rilasciata a The Guardian; citato in Lars Ulrich al Guardian: "Gli Oasis sono stati la colonna sonora della mia vita, hanno forgiato il mio io" http://oasisnotizie.blogspot.it/2014/10/lars-ulrich-gli-oasis-sono-stati-la.html, OasisNotizie.it, 6 ottobre 2014.

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“Dapprima è il momento dell'impatto che ci scuote, ma ancora capaci di un nostro giudizio critico, che come in ogni opera d'arte vuole affermare il suo soggettivismo, sebbene frammisto ad elementi volontari ed involontari, soggettivi ed universali propri dell'artista. Poi ci si sente attrarre dalle immagini di personaggi di un tempo senza tempo, dilatatisi nella storia come simboli di tutto un modo della mente, da sempre e per sempre, che sembrano avanzare verso di noi, o nel caso di paesaggi, fissarsi nella loro imperturbabilità di esempio perenne di vita e di filosofia della vita, rapendo non solo la nostra attenzione, ma oserei dire la nostra coscienza, per trascinarci nel loro contesto esistenziale. E lì sentiamo amalgamarsi le nostre angosce con quelle dei personaggi descritti, figure reali diventate simboli, nel loro proporre e riproporre le stesse sequenze che sembrano rinnovarsi, ma che in effetti testimoniano della drammatica condizione umana. Figure destinate a procedere verso confini irraggiungibili, che si muovono in uno spazio ampio quanto l'idea che noi abbiamo dell' eternità. E il loro sguardo, i loro movimenti, il loro divenire esseri diversi dello stesso essere in una dimensione modificata del tempo, ottenuti con i segni sicuri di una mano che sa obbedire alle istanze estetiche e poetiche della mente e che nelle loro mobilità manifestano le svariate posizioni assunte dal soggetto nel corso della sua attività, decodificano un'esistenza che uscita dall'anonimato della materia, per farsi oggetto osservato e osservante, attraverso il labirinto dei chiaroscuri a cui non può sfuggire la nostra tridimensionalità, viene catturata e fermata nella dimensione eterna dell' Arte.”

Pietro Nigro (1939) poeta italiano

La dimensione eterna dell'arte
Notazioni estemporanee e varietà, Volume II

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“La Cadillac Eldorado Brougham del 1957 era l'incarnazione perfetta dell'esibizionismo, tra le macchine d morte. Quasi tre tonnellate di acciaio unite insieme a fare una bestia dalle fauci enormi e dalle code alte, rivestita di tanto metallo cromato che ci si sarebbe potuto costruire un Terminator e conservarne qualche scarto (il metallo era presente soprattutto sotto forma di strisce taglienti che, in caso di impatto, si staccavano, trasformandosi in falci letali che scorticavano i pedoni). Sotto i quattro fanali anteriori sfoggiava due pallottole paraurti cormate, che somigliavano a due siluri inesplosi o a due mortali tette di Madonna. La colonna dello sterzo, non contraibile, in uno scontro di una certa entità avrebbe trafitto il conducente; i finestrini elettrici avrebbero potuto staccare la testa di un bambino; non c'erano cinture di sicurezza, e il motore V8 da 325 cavalli consumava tanto che, quando passava, lo sentivi risucchiare dinosauri liquefatti dal terreno. Faceva al massimo centosettanta chilometri orari, ma le sospensioni molli e simili a scialuppe non le avrebbero mai dato stabilità a quella velocità, e a poco sarebbero serviti i freni di dimensioni ridotte. Le pinne che sporgevano posteriormente erano così alte e aguzze che l'auto rappresentava una minaccia letale per i pedoni anche da parcheggiata; e tutto l'insieme poggiava su grandi pneumatici internamente bianchi, simili a gigantesche ciambelle e dotati della stessa manovrabilità. Detroit non sarebbe riuscita a superare quella letale ostentazione pinnata nemmeno se avesse rivestito di strass un'oraca assassina. Era un'autentico capolavoro.”

A Dirty Job

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“L'addestramento militare ha un grande impatto. Vedemmo ciò che succese nel giugno del 1967. Questo, ovviamente, non accadrà di nuovo. Non verranno sorpresi, e indubbiamente la flotta aerea araba non verrà distrutta in poche ore. Ma non credo che gli arabi siano arrivati al punto da poter distruggere le forze armate israeliane. In ogni caso, abbiamo detto a Israele: potete svolgere un'altra guerra, ma dove finirete infine? Ci sono centomilioni di arabi, e col passar del tempo, impareranno a combattere.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Variante: L'addestramento militare ha un grande impatto. Vedemmo ciò che succese nel giugno del 1967. Questo, ovviamente, non accadrà di nuovo. Non verranno sorpresi, e indubbiamente la flotta aerea araba non verrà distrutta in poche ore. Ma non credo che gli arabi siano arrivati al punto da poter distruggere le forze armate israeliane. In ogni caso, abbiamo detto a Israele: potete svolgere un'altra guerra, ma dove finirete infine? Ci sono cento milioni di arabi, e col passar del tempo, impareranno a combattere.

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“Yuriko è un nome classico, elegante e anche abbastanza comune in Giappone (in Kanji vuol dire bambina del giglio), che ho scelto all'età di tredici anni circa, poco prima di iniziare a fare Cosplay! Tiger lo pensai dopo, ripreso da un Anime chiamato Toradora!, nel quale la protagonista Aisaka Taiga penso mi assomigli molto caratterialmente. Il suono dolce di Yuriko e quello forte di Tiger (in Giapponese TAIGA), ho pensato, sono facili da ricordare e hanno un certo impatto. Ottimo per una carriera artistica!”

Yuriko Tiger (1993) modella e personaggio televisivo italiana

Variante: Yuriko è un nome classico, elegante e anche abbastanza comune in Giappone (in Kanji vuol dire bambina del giglio), che ho scelto all'età di tredici anni circa, poco prima di iniziare a fare Cosplay! Tiger lo pensai dopo, ripreso da un Anime chiamato Toradora!, nel quale la protagonista Aisaka Taiga penso mi assomigli molto caratterialmente. Il suono dolce di Yuriko e quello forte di Tiger (in Giapponese TAIGA), ho pensato, sono facili da ricordare e hanno un certo impatto. Ottimo per una carriera artistica!

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