Frasi su maggioranza
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“Col passare degli anni, la maggioranza degli americani è stata in grado di tornare a vivere una vita normale, come prima dell'undici settembre. Ma io no. Ogni mattina ho ricevuto i briefing sulle minacce alla nostra nazione. E ho giurato che avrei fatto tutto quanto in mio potere per mantenerci al sicuro.”

George Bush (1946) 43º presidente degli Stati Uniti d'America

citato in Christian Rocca, Bush è il presidente peggiore degli ultimi 50 anni o ha salvato l'occidente? http://www.camilloblog.it/archivio/2009/01/17/bush-e-il-presidente-peggiore-degli-ultimi-50-anni-o-ha-salvato-loccidente/, Il Foglio, 17 gennaio 2009

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“La storia registra qualche caso in cui la maggioranza avesse ragione?”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

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“Sono certa che vincerò le elezioni con una buona maggioranza. Non che io sia troppo sicura di mé.”

Margaret Thatcher (1925–2013) primo ministro del Regno Unito

note sulla campagna elettorale del 1987

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“Nessuna legge è ugualmente vantaggiosa per tutti: bisogna piuttosto chiedersi se fa gli interessi della maggioranza e da un punto di vista generale.”

Marco Porcio Catone: XXXIV, 3; 1997
Nulla lex satis commoda omnibus est: id modo quaeritur, si maiori parti et in summam prodest.
Ab urbe condita, Libro XXXI – Libro XL

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“Filosofia del progetto GNU – contiene circa 50 saggi, scritti in maggioranza da RMS”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU
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“[Sul legame tra lo Scandalo del calcio italiano del 2006 e quello del 2011] Senza indulgere su un fatto emerso come notorio durante il processo, cioè che il Presidente del Collegio, Teresa Casoria, riteneva tale processo penalmente una buffonata e invece i due giudici a latere, con le quali era in conflitto, pensavano il contrario, con l'esito di risultare maggioranza nella determinazione della sentenza, le motivazioni in 558 pagine si riassumono così. 1) Campionati non alterati (quindi scudetti tolti ingiustamente alla Juve…), partite non truccate, arbitri non corrotti, indagini condotte non correttamente dagli investigatori della Procura (intercettazioni dei carabinieri risultate addirittura manipolate nel confronto in Aula). 2) Le Sim, le schede telefoniche estere che Moggi ha distribuito a qualche arbitro e ai designatori, sarebbero la prova del tentativo di alterare e di condizionare il sistema, pur senza la dimostrazione effettiva del risultato truccato. 3) L'atteggiamento di Moggi, da vero boss "telefonico", è invasivo anche quando cerca di condizionare Federcalcio e Nazionale, vedi telefonate con Carraro e Lippi. 4) Che queste telefonate e questa promiscuità "mafiosa" o "submafiosa" o tesa a "fare associazione per delinquere" risultassero costume comune nell'ambiente come risulta evidente, non assolve Moggi e C.: e dunque ecco la condanna. […] Infine il punto 1), la cosiddetta parte positiva delle motivazioni, cioè nei fatti tutto regolare. E allora lo scandalo di "Scommettopoli”

Oliviero Beha (1949–2017) giornalista, scrittore e saggista italiano

lo scandalo del calcio italiano del 2011, ndr. ] in cui sta uscendo che nel suo complesso il campionato 2010-2011 a colpi di trucchi è da considerarsi davvero e decisamente irregolare? Lo dice per ora il Procuratore Capo di Cremona, Di Martino, mentre la giustizia sportiva prende tempo come sempre, ma temo che presto lo ribadiranno in parecchi, a meno che non venga messo tutto a tacere. Con buona pace di chi vuole la verità e pensa che Moggi sia oggettivamente diventato il "capro espiatorio". Il quadro dell'informazione che non indaga, non analizza, non confronta e si schiera per ignoranza o partito preso così vi sembra leggermente più chiaro? (Citato da "Il "caso Moggi" e le colpe della stampa: non fa inchieste, (di)pende dai verbali, non sa leggere le sentenze", notizie. tiscali. it, 7 febbraio 2012)

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“La democrazia non può pretendere di conservare la sua funzione orientatrice, la sua posizione direttiva nella vita pubblica italiana perché essa non ha saputo organizzarsi come partito, perché essa non è un "partito di masse". Ed ecco sorgere, sulla nostra via, il mito dei partiti di masse, che sono, in definitiva, partiti di minoranze, dietro i quali vive e prospera il fenomeno sindacale. Il partito fascista, a mano a mano che subisce l'inflazione sindacalista, assume sempre più il carattere di partito di masse, così come l'assunsero precedentemente, nelle medesime condizioni, il partito socialista ed il partito popolare. Ora codesti partiti, cosiddetti di masse, hanno come caratteristica la dipendenza dagli interessi economici delle classi o categorie raccolte in sindacati, e la disciplinata organizzazione sotto la direttiva di piccoli ceti di professionali della politica; essi stessi possono anzi considerarsi, in più largo senso, come accolte di professionali della politica, i quali ricollegano a tale esercizio professionale, o la difesa di essenziali interessi economici, oppure il proprio ufficio personale congiunto alla propria esistenza. Si tratta, pertanto, di ceti limitati e selezionati, anche quando le tessere si contino a milioni. La grande maggioranza del popolo italiano vive fuori di questi grandi reticolati di sindacati e di tesserati; essa è composta di milioni di uomini i quali consacrano la loro quotidiana esistenza all'esercizio di attività private e non di attività pubbliche, e che traggono i loro mezzi di vita dal lavoro individuale produttivo, e non già dalla politica esercitata su scala più o meno larga o ristretta. Questa grande maggioranza del nostro popolo cerca, col sentimento e con la ragione, nella democrazia, la espressione delle sue idealità, e la tutela degli interessi generali del Paese, e quando pensa e parla di politica, nelle ore lasciate libere al lavoro privato, non pensa agli interessi sindacali ma pensa all'Italia, e si chiede in qual modo la grande maggioranza degli italiani riuscirà ad imporre la sua volontà e la sua anima alle minoranze rumorosamente contendenti, onde comporre finalmente il loro conflitto in un fraterno e fecondo silenzio. Ora, questa maggioranza italiana, disorganizzata se si guarda alla tessera, ma politicamente viva e vibrante, anzi più viva e vibrante delle minoranze compatte ed omogenee che costituiscono i così detti partiti di massa, viventi una vita in gran parte artificiale, sovreccitata dall'esercizio della politica professionale – questa grande maggioranza italiana che custodisce la sanità della stirpe ed è il perno del nostro avvenire, chiede ai politici tutti di arrestare, finalmente, il tumultuoso disordine che impedisce e disturba ogni seria considerazione dei problemi nazionali, ed invoca e comanda che da oggi in avanti non un'ora sia più perduta nella sterile contesa.”

Giovanni Amendola (1882–1926) politico e giornalista italiano

Giovanni Amendola, In difesa dell'Italia liberale, in I Progetti del Corriere della Sera, I Maestri del pensiero democratico, n. 11, pag. 53 e 54
In difesa dell'Italia liberale

“È questo il momento in cui la stessa collera della natura scatenata sul Mezzogiorno dà un tono perentorio alla protesta delle popolazioni meridionali. Le quali, ed è qui la novità, non vogliono elemosine, provvidenze paternalistiche che ripugnano alla loro coscienza civile e politica. Conoscendo i limiti del proprio diritto, e misurando su quei limiti, senza alcuno zelo servile, il loro dovere, le popolazioni meridionali vogliono soltanto quel che loro spetta come facenti parte della famiglia italiana, nella quale, con l'Unità, si sono illuse di entrare a parità di diritti, non avendone che lo sfruttamento e la degradazione. Tutto questo è stato reso possibile dal tradimento della classe politica che aveva in mano le sorti del Mezzogiorno. La borghesia terriera del Sud accettò lo sfruttamento perpetrato dal protezionismo industriale del Nord per avere, in cambio, qualche posticino nel branco delle maggioranze governative, il possesso indisturbato della terra e la continuità dell'oscurantismo.
«In omaggio alla verità, nostra sola padrona, aggiungeremo che, al banchetto protezionista, se pur prendendo solo le briciole, parteciparono alcune aristocrazie operaie del Nord portate dalla dinamica di classe a realizzare migliori salari, anche se ottenuti con una maggiorata soffocazione economica delle popolazioni rurali del Sud. […] La Questione Meridionale è tutta la questione italiana. Se la piaga della degradazione non si chiude, la cancrena che potrebbe seguirne non minaccerebbe solo la distruzione della parte malata ma l'intero organismo nazionale. […]”

Leonida Rèpaci (1898–1985) scrittore

Origine: Calabria grande e amara, pp. 162-163

“Non è detto che la maggioranza abbia sempre torto.”

Ivy Compton-Burnett (1884–1969) scrittrice britannica

Origine: Citato in Focus n. 62, p. 181.

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“La maggioranza di noi tennisti si imbottisce di pastiglie.”

Boris Becker (1967) tennista tedesco

Origine: Palla lunga e pedalare, p. 85

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“Mentre la maggior parte dei teorici sociali sembrava non avere sufficiente consapevolezza del potere della gente di creare le proprie istituzioni e le proprie forme di organizzazione, ci sono molti esempi di questo potere che mi incoraggiano. Uno dei miei favoriti ha avuto luogo a New York negli ultimi anni '70. Questa esperienza si chiamava il "Movimento della undicesima strada est". Inizialmente il movimento era un'organizzazione di quartiere di portoricani, una delle tante del Lower East Side di Manhattan, che aveva formato un'alleanza con alcuni giovani ecologisti radicali per riabilitare un palazzo abbandonato che era stato completamente distrutto da un incendio. L'isolato stesso, uno dei peggiori nel ghetto ispanico, sarebbe divenuto un ritrovo per tossicodipendenti, ladri di auto, rapinatori e piromani. Dopo essere stato occupato illegalmente da una comunità di squatter, l'edificio fu completamente ricostruito dagli operai di una cooperativa, composti per la maggioranza da portoricani, una manciata di neri e qualche bianco. Il tentativo del movimento di acquistare la proprietà dell'edificio per finanziare la sua riabilitazione e allargare le sue attività ad altre strutture abbandonate, sarebbe divenuta una cause célèbre che ispirò imprese simili nel Lower East Side e in altri quartieri. […] Alla fine, l'edificio stesso fu non solo ricostruito, ma fu "ristrutturato ecologicamente" con dispositivi salva-energia, isolanti, pannelli solari per scaldare l'acqua e un generatore eolico per fornire una parte dell'energia elettrica. Si parlò di giardini pensili, riciclo dei rifiuti e di trasformare i terreni abbandonati nei paraggi in piccoli parchi di quartiere. Sarebbe troppo lungo fare un resoconto completo delle lotte del "Movimento della undicesima strada est". Tuttavia, sono felice di dire che alcune persone dell'Institute for Social Ecology giocarono un ruolo ispiratore e tecnico in questi progetti. Questo è, penso, un esempio poco conosciuto, ma notevole di come giovani ecologisti sociali bianchi hanno lavorato mano nella mano con persone ispaniche oppresse per ottenere un ambiente umano in maniera autenticamente ecologica. […] È stato un meraviglioso esempio della pratica dell'ecologia sociale che contrasta marcatamente con le carattaristiche bellicose, autoindulgenti e a volte misantropiche che trovo spesso nell'ecologia profonda e nell'ambientalismo della classe media.”

Murray Bookchin (1921–2006) scrittore statunitense

da Aa. Vv., Defending the Earth, A debate between Murray Bookchin and Dave Foreman, Black Rose Books, Montreal/New York, 1991, pp. 101-102
Origine: Citato in Ermanno Castanò, Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin, p. 114, Mimesis, Milano, 2011. ISBN 88-57-50501-4

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“Uomini di genio, appiccatevi! Il mondo non ha più orecchio per voi, dacché la stampa è in balia dell'ebete maggioranza.”

Antonio Ghislanzoni (1824–1893) librettista, poeta e scrittore italiano

Abrakadabra: storia dell'avvenire

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“Questo principalmente distingue lo scrittore dalla maggioranza dei suoi amici; ch'egli preferisce abitualmente l'ultimo libro, e la maggioranza degli amici trova sempre migliore il libro precedente.”

Giuseppe Antonio Borgese (1882–1952) scrittore, giornalista e critico letterario italiano

Piccole confidenze di G.A. Borgese, p. 252
Una Sicilia senza aranci

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“L'esistenza di una maggioranza, implica logicamente una minoranza corrispondente.”

Philip K. Dick (1928–1982) scrittore di Fantascienza statunitense

da Minority Report

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“Nico Perrone, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Bari, è quanto di più lontano si possa immaginare dal mondo cattolico moderato. Il Foglio l'ha definito "talmente rosso, che più rosso non si può". Chi desidera averne la prova, sfogli le prime pagine del libro. Elencano tutte le accuse che per mezzo secolo la sinistra politica ha scagliato contro l'allora partito di maggioranza relativa. Ecco dunque rispuntare capi d'imputazione come bigottismo clericale, anticomunismo, strategia della tensione, subordinazione agli USA, collusioni mafiose, corruzione, e via così. Nei numerosi libri dedicati all'argomento, Perrone s'era guadagnato la reputazione di critico implacabile, "senza essermene pentito" precisa oggi. Ma adesso – ecco la novità – si domanda "se questa lettura, sostanzialmente vera, contenga effettivamente tutti gli aspetti della politica di governo della DC, o se invece non abbia trascurato di tenerne in luce qualcuno non secondario". Il libro è una rilettura seria di quegli anni. L'esito, una sorprendente riabilitazione post mortem. Qualche esempio qua e là. La Democrazia cristiana, afferma Perrone, "ha dato all'Italia il più lungo periodo di pace della sua storia unitaria e ha realizzato una riduzione degli squilibri, compreso quello storico fra Nord e Sud". In politica estera, l'ingresso nel G-7 costituì "un'affermazione delle specificità italiane che la DC ha saputo cogliere, valorizzare, sviluppare e difendere, con un'azione di governo che ha tenuto insieme identità nazionale e prospettive europee, iniziative autonome di politica estera in difesa di interessi nazionali e lealtà occidentale, modernizzazione e capacità di gestire sacche interne di arretratezza». Nell'economia il plauso è senza riserve: "La DC si è mostrata generalmente rispettosa della sovranità popolare, cui non ha contrapposto un eccessivo potere dell'esecutivo. Nel suo lungo governo essa ha evitato d'imporre troppe regole al dispiegarsi della vita civile, e tuttavia non ha mai perseguito modelli di liberismo. Attraverso una politica di capital spending e una miriade di riforme, è riuscita a esprimere una capacità di riforma, con una sua egemonia forte, duratura, e tuttavia fondata su di un genuino, esteso consenso". […] Cosa ne pensano i democristiani tutti d'un pezzo, quelli che non hanno cambiato casacca? Marco Follini, leader dell'UDC, ha letto il libro e, naturalmente, lo apprezza. "La cosa curiosa", osserva, "è quest'ammirazione postuma da parte della sinistra. C'è un grande amore per la DC perché non c'è più".”

Nico Perrone (1935) saggista, storico e giornalista italiano

Ugo Magri

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“Ricordiamo con Socrate, che mai la maggioranza decide ciò che è giusto ma solo ciò che le conviene per questo accettiamo la democrazia.”

Gabriella Carlucci (1959) conduttrice televisiva e politica italiana

Origine: Dalla replica https://web.archive.org/web/20080311232746/http://www.gabriellacarlucci.it:80/2008/03/06/replica/ ai commenti ricevuti a seguito del suo attacco a Maiani, 6 marzo 2008.

“IL metodo democratico è formale. Da solo non può portare all'esistenza una società di uomini liberi. E, come di ogni metodo, se ne può facilmente abusare e può così degenerare a dittatura della maggioranza.”

Gerard Radnitzky (1921–2006) filosofo e teorico tedesco

Il futuro è aperto: il colloquio di Altenberg insieme con i testi del simposio viennese su Popper

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“Sì è vero la legge è uguale per tutti ma per me è più uguale che per gli altri perché mi ha votato la maggioranza degli italiani.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2003
Origine: Dalle dichiarazioni spontanee al processo Sme, 17 giugno 2003; citato in Berlusconi in aula "Processo inventato" http://www.repubblica.it/online/politica/smestralcioquattro/premier/premier.html, Repubblica.it, 17 giugno 2003.

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“Il voto di Follini al governo Prodi è stato determinante. Per questo la sinistra non ha la maggioranza nel Paese, ma ora non rappresenta nemmeno quella uscita dalle urne. Il voto degli italiani è stato snaturato.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2007
Origine: Ansa, 28 febbraio 2007; citato in Marco Travaglio, Lui può http://www.repubblica.it/2003/k/rubriche/cartacanta/2-apr/2-apr.html, Carta Canta, Repubblica.it, 2 aprile 2007.

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“L'Italia dei moderati è maggioranza nel Paese. Nell'attuale contesto, se lo riterrà, il professor Mario Monti potrà essere il federatore di quest'area. Egli condivide i miei, i vostri, i nostri stessi ideali: quelli della grande famiglia dei Popolari europei.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2012
Origine: Citato in Berlusconi: "Monti sia federatore dei moderati". Alfano: "Sinistra sbaglia, possiamo vincere noi" http://www.repubblica.it/politica/2012/12/16/news/berlusconi_monti_sia_federatore_dei_moderati-48858668/, Repubblica.it, 16 dicembre 2012.

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“Se gli elettori finalmente mi daranno la maggioranza, solo a me e al mio movimento Popolo della Libertà, farò immediatamente un condono tombale e quindi anche un condono edilizio.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

intervista a Leader del 8 febbraio 2013, citato in Berlusconi: "Se eletto, farò subito un condono edilizio", la Repubblica, 8 febbraio 2013

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“Io non ho promesso amnistia, condono edilizio e condono tombale, ho detto che se avrò una maggioranza come Pdl andremo avanti su questa strada. Nel programma del rassemblement di centrodestra non ci sono, ma io sono favorevole a tutte e tre le cose.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2013
Origine: Citato in Berlusconi: "Mai promesso condoni e amnistie". Al Pd: "Accordo per la modifica della Costituzione" http://www.repubblica.it/politica/2013/02/09/news/berlusconi_costituzione-condono-52271926/, Repubblica.it, 9 febbraio 2013.

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“[I debiti] Sono un problema del mio socio di maggioranza, Dio”

Luigi Maria Verzé (1920–2011) imprenditore e presbitero italiano

citato da La Repubblica http://www.repubblica.it/economia/2010/11/03/news/business_san_raffaele-8691402/

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“La religione cattolica, il cuore della storia italiana, non può essere cacciata dalla scuola. Solo il rispetto dei diritti della maggioranza garantisce un clima sereno dove si rispettano anche i diritti delle minoranze.”

Massimo Introvigne (1955) sociologo, filosofo e scrittore italiano

da Agliè, il vescovo ed Elisa di Rivombrosa: "Perché la religione non si può espellere dalle scuole", il Giornale, 2 marzo 2004; citato in Cesnur http://www.cesnur.org/2004/mi_ivrea.htm

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“Sia chiaro: la mia umana simpatia va più a Berlusconi che a chi l'ha sostenuto, perché lui non aveva scelta che essere se stesso, dichiaratamente e senza mai infingimenti, così sé, così bidimensionale e senza profondità e altra prospettiva che quella della propria piatta fisiologia che io ho spesso pensato che sarebbe lui il primo a non notare alcuna differenza con il giorno prima se il giorno dopo si svegliasse morto, si sveglierebbe morto e inizierebbe la sua giornata come al solito. Quanti lo hanno sostenuto no, una scelta restava loro fuori dalla geneticità coattiva che contraddistingue Berlusconi e lo muove e lo predestinava a essere sé e nessun altro che lo volesse o no – e lui lo voleva. Se gli eterni Bambini e le Bambine di Silvio Gesù avessero osato prendersela questa scelta, Berlusconi non avrebbe fatto scialo dell'Italia per ben due decenni e del prossimo a venire solo a causa del tasso d'interesse ormai greco toccato dai buoni del tesoro italiano, e non mi sto riferendo ai soli politici della maggioranza e della minorata minoranza clerical-fascista-familista quanto i suoi oppositori apparenti, ma a chi l'ha votato e a chi ha votato il partito più magna a ufo e nullafacente e cialtronesco e costituzionalmente ignorante a memoria d'uomo, la Lega Nord.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

Origine: Da Il magnaccia avrà sempre più dignità del puttaniere http://www.altriabusi.it/2011/11/09/il-magnaccia-avra-sempre-piu-dignita-del-puttaniere/, Altriabusi.it, 9 novembre 2011.

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“[Sulla tessera del tifoso] […] Mi sembra di vedere una limitazione alla libertà individuale. Detto in altri termini, e per puro comodo, immaginiamo di dividere i tifosi in bravi e cattivi. I cattivi identificati, in teoria, sono già soggetti a Daspo, quindi schedati e controllati. Ma che bisogno c'è di schedare quelli bravi? Questo è il punto. Mentre i bagarini continuano a fare buoni affari e se ne fanno un baffo del biglietto individuale, mentre i non cattivi, fino a prova contraria, ma un po' agitati si muovono comunque, poi si vedrà, vorrei che qualcuno mi spiegasse perché un cittadino incensurato, senza precedenti specifici, non è libero di muoversi nel suo paese e di andare allo stadio pagando un biglietto e basta, come si fa nel resto del mondo. Se poi delinque, ci pensi la polizia. Trattare i bravi da cattivi, tanto sappiamo che sono bravi, non è fascismo, è piuttosto una gestione abbastanza ottusa del potere. Si seppellisce così, senza un fiore, la domenica della brava gente che i coltelli li usa solo in trattoria, prima o dopo la partita. Si colpiscono i diritti di una stragrande maggioranza per limitare gli eventuali danni di un' esigua minoranza. Se questo è normale, ditelo voi. A me non pare. Se la libertà di movimento passa per una schedatura (questo è, né più né meno), a me pare condizionamento di libertà. C'è per caso un costituzionalista che ha qualcosa da dire?”

Gianni Mura (1945) giornalista e scrittore italiano

23 agosto 2009
la Repubblica

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“Per giustificare la guerra a Berlusconi, Gianfranco Fini ha rispolverato il suo passato giustizialista, messo in soffitta 15 anni fa per ragioni di convenienza, e lo ha sbattuto sul tavolo della maggioranza.”

Maurizio Belpietro (1958) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da Editoriale http://www.libero-news.it/news/461768/L_editoriale.html, Libero-news.it, 29 luglio 2010.

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“Il problema non è se la maggioranza degli europei diventa musulmana, ma piuttosto quale forma di Islam è destinata a dominare in Europa: l' Islam della sharia o l' euroislam.”

Bassam Tibi (1944)

Origine: Citato in Paolo Mieli, Oriana Fallaci, la Cassandra trascurata dai chierici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/dicembre/24/Oriana_Fallaci_Cassandra_trascurata_dai_co_9_041224084.shtml, Corriere della Sera, 24 dicembre 2004, p. 43.

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“Una legge dello stato, quella sui trapianti, votata con larghissima maggioranza dal parlamento in carica, è stata stravolta da affermazioni ottuse ed irresponsabili. Affermazioni superficiali dettate dalla non conoscenza della questione che rischiano di mettere a repentaglio il lavoro svolto fin ora per dare a migliaia di cittadini malati una speranza di vita e per sollevare i loro familiari da una pesante angoscia quotidiana.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Il monologo di Celentano sui trapianti d'organo e sulla legge italiana del "silenzio-assenso" pronunciato in diretta televisiva nel corso della trasmissione 125 milioni di caz..te è stato oggetto di numerose critiche nei giorni successivi. In particolare Veronesi si riferisce ad una parte del monologo di Celentano: «In Italia c'è una legge che sono sicuro che è sbagliata. La legge che ci obbliga a donare gli organi. [...] Come fa lo stato a obbligarci a donare gli organi? Sulla legge è scritto che lo stato deve aspettare che l'encefalogramma è piatto. Così un bel giorno io mi posso svegliare in ospedale senza un braccio. "Avevi l'encefalogramma piatto", mi verrebbe comunicato. Adesso uno non può avere più neppure l'encefalogramma piatto.» Celentano ha poi precisato con un intervento successivo la sua posizione sull'argomento dichiarandosi favorevole alla donazione d'organi ma contario alla legge italiana del silenzio-assenzio.
Origine: Citato in Veronesi contro Celentano "Uno schiaffo alle donazioni" http://www.repubblica.it/online/spettacoli/celentano/veronesi/veronesi.html, Repubblica.it, 28 aprile 2001.