Frasi su moto
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“Il rondone si mette per la inconstanza: il quale sempre sta in moto, per non sopportare alcuno minimo disagio.”

Leonardo Da Vinci (1452–1519) pittore, ingegnere e scienziato italiano

Inconstanza; 1979, p. 56
Bestiario o Le allegorie

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“[Sulla Rivoluzione francese] Libertà, eguaglianza, fraternità: mai in nome di più bieche menzogne si misero in moto le masse.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Un epigono del Bernini http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1976/n.340/3, Il Tempo, 14 dicembre 1976.

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“Ci sono quelli che vengono schiantati dal dolore, quelli che diventano pensosi. Ci sono quelli che parlano del più e del meno sull'orlo della tomba, e continuano in macchina, del più e del meno, neanche del morto, di piccole cose domestiche; ci sono quelli che dopo si suicideranno e non glielo si vede in faccia, ci sono quelli che piangono molto e cicatrizzano in fretta, quelli che annegano nelle lacrime che versano, quelli che sono contenti, sbarazzati da qualcuno; ci sono quelli che non riescono più a vedere il morto, tentano, ma non ce la fanno, il morto ha portato con sé la propria immagine, ci sono quelli che vedono il morto ovunque, vorrebbero cancellarlo, vendono i suoi tre stracci, bruciano le sue foto, traslocano, cambiano continente, ci riprovano con un vivo, ma niente da fare, il morto è sempre lì, nel retrovisore; ci sono quelli che fanno il pic-nic al cimitero e quelli che lo evitano perché hanno una tomba scavata nella testa, ci sono quelli che non mangiano più, ci sono quelli che bevono, quelli che si domandano se il loro dolore è autentico o costruito; ci sono quelli che si ammazzano di lavoro e quelli che finalmente si prendono una vacanza, ci sono quelli che trovano la morte scandalosa e quelli che la trovano naturale con-l'età-per-cui, circostanze-che-fanno-sì-che; è la guerra, è la malattia, è la moto, la macchina, l'epoca, la vita; ci sono quelli che trovano che la morte sia la vita.”

La fata Carabina

“Il giorno del Big Bang non è lontano. Il denaro, nella sua estrema essenza, è futuro, rappresentazione del futuro, scommessa sul futuro, rilancio inesausto sul futuro, simulazione del futuro ad uso del presente. Se il futuro non è eterno ma ha una sua finitudine, noi, alla velocità cui stiamo andando proprio grazie al denaro, lo stiamo vertignosamente accorciando. Stiamo correndo a rotta di collo verso la nostra morte come specie. Se il futuro è infinito ed illimitato, lo abbiamo ipotecato fino a regioni temporali così sideralmente lontane da renderlo di fatto inesistente. L'impressione infatti è che, per quanto veloci si vada, anzi propri in ragione di ciò, questo futuro orgiastico arretri costantemente davanti a noi. O forse, in un moto circolare, niciano, einsteniano, proprio del denaro, ci sta arrivando alle spalle gravido dell'immenso debito di cui lo abbiamo caricato. Se infine, come noi pensiamo, il futuro è un tempo inesistente, un parto della nostra mente, come lo è il denaro, allora abbiamo puntato la nostra esistenza su qualcosa che non c'è, sul niente, sul Nulla. In qualunque caso questo futuro, reale o immaginario che sia, dilatato a dimensioni mostruose e oniriche dalla nostra fantasia e dalla nostra follia, un giorno ci ricadrà addosso come drammatico presente. Quel giorno il denaro non ci sarà più. Perché non avremo più futuro, nemmeno da immaginare. Ce lo saremo divorato.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Origine: Da Il denaro, sterco del demonio, Marsilio, 1998.

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“E il babbo diceva è perché sei vergine: non vedi? Le donne non sono mai vergini. La purezza è uno stato negativo e perciò contronatura. È la natura che ti fa soffrire non Caddy e io dicevo Queste sono soltanto parole e lui diceva Anche la verginità è una parola e io dicevo tu non sai. Non puoi sapere e lui diceva Sì. Nell'attimo, in cui si arriva a rendersene conto si scopre che non è più una tragedia.
Dove cadeva l'ombra del ponte potevo spingere lo sguardo molto in basso, ma non fino al fondo. Quando lasci una foglia nell'acqua per molto tempo dopo un po' il tessuto se ne va e restano le fibre delicate a ondeggiare con la stessa lentezza dei movimenti che si fanno nel sonno. Non si toccano, anche se prima formavano un groviglio… E forse quando Lui dirà Sorgete anche gli occhi verranno a galla, dal silenzio e dal sonno dell'abisso, per contemplare la sua gloria.
Non vedevo il fondo ma potevo spingere lo sguardo molto in basso nel moto dell'acqua, prima che l'occhio si desse per vinto, e allora vidi un'ombra sospesa come una grossa freccia che andava contro corrente. Le effimere entravano e uscivano dall'ombra del ponte sfiorando la superficie. Se di là ci fosse almeno un inferno: la pura fiamma noi due più che morti. Allora tu avrai soltanto me allora solo me allora noi due tra l'esecrazione e l'orrore oltre la pura fiamma… Il vorticce che svaniva fu portato via fu portato via dalla corrente e allora rividi la freccia, ferma a un palmo dalla superficie, tremare appena al moto dell'acqua sopra la quale le effimere volteggiando si posavano.
Tu e io soltanto allora tra l'esecrazione e l'orrore in un cerchio di pura fiamma”

The Sound and the Fury

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“Moto Browniano, | particelle di polline, | pulviscolo londinese. | Un frammento della Sfinge ed altro, | sospesi in acqua…”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

da Moto Browniano, n. 6
L'ombrello e la macchina da cucire

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“Il moto delle comete è estremamente regolare e obbedisce alle stesse leggi del moto dei pianeti.”

Isaac Newton (1643–1727) matematico, fisico, filosofo naturale, astronomo, teologo ed alchimista inglese

Origine: Citato in AA.VV., Il libro dell'astronomia, traduzione di Roberto Sorgo, Gribaudo, 2017, p. 73. ISBN 9788858018347

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“Chi lavora in F1 è abituato a essere parte attiva della prestazione. La gara è il momento più bello perché si dialoga col pilota e si definiscono insieme a lui le strategie. In moto invece sei al muretto in una situazione passiva, più da tifoso che da tecnico.”

Massimo Rivola (1971) dirigente sportivo italiano

Origine: Dall'intervista "La MotoGP ci costa 15 milioni a stagione. C'è chi ne spende il quintuplo" https://www.motociclismo.it/aprilia-motogp-costa-15-milioni-euro-stagione-altri-spendono-quintuplo-72850, Motociclismo.it, 26 giugno 2019.

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“Il mio primo ricordo in assoluto? Nella culla: giocavo con il modellino di una moto. Il secondo? A 3 anni, mentre mi cappotto su una motociclettina. E mi hanno detto che a casa della nonna, a gattoni, andavo a gettare nel fuoco le riviste. A parte quelle di moto.”

Danilo Petrucci (1990) pilota motociclistico italiano

Origine: Dall'intervista di Cristina Marinoni, Danilo Petrucci, l'intervista: "Famiglia e infortuni, maestri di vita" https://wheels.iconmagazine.it/sport/motogp/danilo-petrucci-intervista-2016, Wheels.iconmagazine.it, 9 settembre 2016.

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“Ogni metallo ha un determinato potere, diverso da metallo a metallo, di mettere in moto il fluido elettrico.”

Alessandro Volta (1745–1827) fisico italiano

citato in AA.VV., Il libro della scienza, traduzione di Martina Dominici e Olga Amagliani, Gribaudo, 2018, p. 93. ISBN 9788858015001

“Stiamo perdendo la percezione della realtà di ciò che ci circonda… la tecnologia ci stà portando alla riduzione del nostro campo visivo e di conseguenza alla visione non globale di tutto ciò che esiste intorno a noi… siamo talmente concentrati dalle notizie e dalle immagini che arrivano da “oggetti” che solo apparentemente racchiudono la nostra REALTA’, che in effetti ci allontanano dal mondo che ci circonda. Passare troppo tempo sullo smartphone, ci porta alla chiusura della messa a fuoco su ciò che hai immediatamente davanti agli occhi, a scapito di tutto ciò che che è intorno a noi; non potrebbe essere altrimenti quando i 140 gradi di campo visivo di cui siamo capaci, si riducono di un terzo. Il tutto è paragonabile alla sostanziale differenza che può esserci nel fare un viaggi in auto, o effettuarlo in moto o in bicicletta; La percezione di ciò che ci circonda cambia totalmente…gli ampi spazi e l’orizzonte, allenano la nostra mente ad osservare, utilizzando immaginazione e insieme la parte più elevata della nostra mente; un senso di benessere ci pervade, per un attimo ci sentiamo un tutt’uno con L’ UNIVERSO. Mi viene in mente l’immagine dell’Elefante con la Farfalla sulla coda, e noi soggiogati ad osservarla…. la Farfalla non cè più, l’abbiamo sostituita con lo smartphone…. Forse l’ aver compreso ciò, ci aiuterà ad avere la visone di un altro “pezzettino” di Verità….”