Frasi su paradiso
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“Aspetto tutti i miei giovani in Paradiso.”

Giovanni Bosco (1815–1888) presbitero e pedagogo italiano

Origine: Citato in Teresio Bosco, I più bei pensieri di don Bosco, Elledici, Torino, 1999.

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“Quando arriverai in paradiso desidererai essere all'inferno. Quando ti renderai conto di esserci già arrivato?”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da Wormboy
Antichrist Superstar

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“Andiamo via adesso, a comprare un metro di paradiso, a prendere un secchio per buttarci acqua fresca sul viso.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Andiamo a casa
La vita è adesso

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“E quante dita stanno acchiappando note, che cadono giù dal Paradiso…”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

Notte di note, note di notte
La vita è adesso

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“E non vogliamo andare in paradiso se lì non si vede il mare.”

Claudio Baglioni (1951) cantautore italiano

da Noi no
Oltre

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“Il paradiso è là, dietro quella porta, ma ho perso la chiave. Forse ho solo dimenticato dove l'ho messa.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma

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“Si può essere santi da fare miracoli ma, se non si ha la carità, non si andrà in paradiso.”

Giovanni Maria Vianney (1786–1859) presbitero francese

Pensieri scelti

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“Proibito in paradiso e inutile all'inferno.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da Four Rusted Horses
The High End of Low

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“Oh le luci sono ancora accese, stiamo ballando. | Sì il pavimento sta traballando | in questa discoteca paradiso.”

Lady Gaga (1986) cantautrice e attivista statunitense

da Disco Heaven n.º 15

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“La paura dell'inferno è essa stessa inferno, ed è paradiso il solo desiderio del paradiso.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Massime spirituali

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“Il ladro [crocifisso con Gesù] morì da ladro perché rubò il Paradiso.”

Fulton J. Sheen (1895–1979) arcivescovo cattolico statunitense

Sette parole

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“Questo è il programma della magia di Giordano Bruno per il quale "non essendoci nell'universo parte più importante dell'altra" non è concesso all'uomo quel primato, prima biblico e poi cartesiano, che lo prevede "possessore e dominatore del mondo", ma semplice "cooperatore dell'operante natura (operanti naturae homines cooperatores esse possint)". Questa differenza è decisiva perché smaschera quella sotterranea parentela che, al di là delle dispute, lega la tradizione cristiana all'agnosticismo scientifico. L'una e l'altro infatti condividono la persuasione che l'uomo, disponendo dell'anima come vuole la religione o della facoltà razionale come vuole la scienza, è, tra gli enti di natura, l'ente privilegiato che può sottomettere a sé tutte le cose. A questa enfatizzazione cartesiana del soggetto (Ego cogito) preparata dalla tradizione giudaico-cristiana (per la quale l'uomo è immagine di Dio e quindi nel diritto di dominare su tutte le cose), Giordano Bruno contrappone un percorso radicalmente diverso da quello che caratterizzerà per secoli il pensiero europeo. Non il primato dell'uomo, ma il primato degli equilibri sempre instabili e sempre da ricostruire tra soggetto e oggetto, tra uomo e natura. La magia, che non è potere sulla natura, ma scoperta dai vincoli con cui tutte le cose si incatenano, secondo il modello eracliteo dell'"invisibile armonia", è la proposta filosofica di Bruno, antitetica sia alla scienza matematica che si alimenta della progettualità umana, sia alla religione che, se da un lato subordina l'uomo a Dio, non esita a considerarlo, fin dal giorno della sua cacciata dal paradiso terrestre, dominatore di tutte le cose.”

Giordano Bruno (1548–1600) filosofo e scrittore italiano

Umberto Galimberti
la Repubblica

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“Le porte del paradiso sono due: innocenza e penitenza.”

Papa Giovanni XXIII (1881–1963) 261° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Il giornale dell'anima

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“Ti amo, non perché puoi donarmi il paradiso o l'inferno, ma semplicemente perché sei quello che sei – mio re e mio Dio.”

Francesco Saverio (1506–1552) gesuita e missionario spagnolo

Origine: Citato in Joseph Ratzinger, Gesù di Nazareth, traduzione di Chicca Galli e Roberta Zuppet, LEV – RCS, Roma – Milano, 2007, p. 195.

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“In fondo, anche Dio era single!”

Leonardo Pieraccioni (1965) attore e regista italiano

da Il paradiso all'improvviso

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“Soltanto il paradiso o il mare potrebbero farmi rinunciare alla musica.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Lacrime e santi

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“I poveri sono e saranno quelli che hanno da aprirci le porte del Paradiso.”

Giuseppe Benedetto Cottolengo (1786–1842) sacerdote italiano

Diario Cottolenghino

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“Il fatto di avere voluto scrivere un libro con il cuore [Il paradiso di Levon] si è tradotto anche nello sforzo di "celebrare" con affetto numerosi personaggi che ho incontrato lungo il mio cammino. Personaggi universalmente considerati ai margini della società, ma che a me hanno dato moltissimo. In un certo senso, credo che "Il paradiso di Levon" sia un inno alla riconoscenza.”

Carlo Zannetti (1960) chitarrista, cantautore e scrittore italiano

Origine: Da Intervista a Carlo Zannetti: Il Paradiso Di Levon, il suo primo romanzo http://www.loudvision.it/carlo-zannetti-intervista-paradiso-di-levon-primo-romanzo/, Loudvision.it, 2 luglio 2015.

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“Il mare oggi mi vede, il mondo gira con i suoi pianeti e stelle cosmiche accese da luci laser e scie di fuoco in un cielo spento da fontane di acqua di luce senza limiti nell'infinito eterno. Un giorno vicino mi guarderai ma io non riuscirò più a vederti perché sarò anni luce da te. Le prospettive dei progetti e cantieri eretti da palazzi vetrati di specchi creano cloni di individui che si riproducono di continuo e nuovi mondi si formano con città, mari, soli artificiali. Passato presente futuro Il centro del mondo con melodie di note vibrano lungo le orbite dell'infinito, accompagnati da scie di cavalli dorati e trasparenti delfini pesci, balene, elefanti sospesi nell'aria che galleggiano nel cielo in folli corse Rivedo tutti dappertutto e alzo gli occhi al cielo portando in alto la terra e formano un paradiso gigante. Volo leggero e non vedo più nulla e il pensiero volge è affonda tra i tuoi magnifici occhi che in rilievo manifestano gioia e sorrisi, un bagno caldo di emozioni spensieratezza tra la luce del tuo dolce sguardo che conquista ed attrae, perché spaziale e le tue orbite di energia fulminante corrono attorno ad emozioni trasparenti illuminando il desiderio. Mi inondi di amore con tua aurea di pace e benessere sento i brividi quando il tuo sguardo mi scalda e lievito in alto proteggendo e assaporando la tua freschezza delicata che mi inebria Sento vibrare la tua voce quando ti lascio e i sorrisi contagiosi che mi esaltano dentro quegli occhi profondi c'è un oceano di saggezza che corre via e mi sfuggono. Onde pacifiche di piacere da assaporare dolcemente senza fine e gustare il tuo profumo che si scioglie tra le mie labbra pallide Tu plachi la mia sete come neve che si scioglie in bocca, con un sussurro, un suono che sale dentro me, fino in fondo per sentire la tua musica così soave attraversare il mio animo che inebriano il respiro fondendo il cuore con passione”

Dani67

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Il paradiso è all'ombra delle spade.”

È in realtà una citazione di Maometto. D'Annunzio la utilizzò in La canzone d'oltremare, Merope, [citation needed] (1915); la citò nuovamente il 4 maggio 1919 in Gli ultimi saranno i primi. Discorso al popolo di Roma nell'Augusteo; nel 1921, infine, la utilizzò (nella forma Il Paradiso all'ombra delle Spade o Il paradiso nell'ombre delle spade) anche come titolo di un film di cui scrisse la sceneggiatura.
Attribuite
Origine: Da Il libro del governo, 4681; citato in Tom Holland, Millennium. La fine del mondo e la nascita della cristianità, traduzione di M. E. Morin, Il Saggiatore, 2010, p. 106 http://books.google.it/books?id=o4ByLMumEwoC&pg=PA106. ISBN 8842815535
Origine: Cfr. Gabriele D'Annunzio, Contro uno e contro tutti, Presso la Fionda, Roma, 1919, p. 69 http://archive.org/stream/controunoecontro00dannuoft#page/68/mode/2up.
Origine: Cfr. Il Carroccio, Vol. XIII, n. 6, giugno 1921, p. 665 http://archive.org/stream/n06ilcarroccioit13newyuoft#page/664/mode/2up.

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“Nella fatica del tuo sorriso | cerca un ritaglio di Paradiso.”

Fabrizio De André (1940–1999) cantautore italiano

Maria: da Tre madri, n.° 8

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“Nell'istante più importante, | sulla soglia della vita, | ogni spirito è diviso | e si deve ritrovare. | E quell'urlo in cui si è nati | è già il nome da cercare | per poi essere completi | ed insieme camminare.”

Angelo Branduardi (1950) cantautore, violinista e chitarrista italiano

da C'è una sala in Paradiso, n. 9
Domenica e lunedì
Origine: Testo di Eugenio Finardi e Angelo Branduardi.

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“Ma se'l demòni el gh'ha 'na butèglia questa dóna l'è 'l so pedriö”

Davide Van De Sfroos (1965) cantautore, chitarrista e scrittore italiano

da Il Paradiso dello Scorpione, n.° 2

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“Raflesia: Quanto tempo: anno dopo anno, giorno dopo giorno, pietra dopo pietra, ho percorso tutto questo lungo cammino abbandonando il mio pianeta, un pianeta condannato alla dissoluzione, alla ricerca di una nuova patria. Una patria per me e per la mia gente. Ci dirigevamo verso la Terra, verso il nostro futuro, non per distruggere ma per costruire, per portare una nuova civiltà a un popolo imbelle e dissoluto e creare il grande regno di Mazone. Ma il viaggio interminabile e le lunghe lotte hanno fiaccato il mio popolo, scompaginato il mio esercito e distrutto i miei sogni. Non avrei mai creduto che un piccolo pirata avrebbe umiliato Raflesia! Io ti odio con tutta l'anima, Harlock! Hai distrutto il mio regno, la mia vita, l'avvenire della mia gente, tutto!
Capitan Harlock: Hai ragione, forse sono soltanto un piccolo pirata. Ma sai perché lo sono diventato? Perché ho abbandonato la mia gente, la mia casa? Perché il mondo nel quale ero cresciuto era sporcato dai vizi degli uomini, ferito dalla loro crudeltà!
Raflesia: Allora perché ti ostini tanto a proteggere quella Terra dalla quale sei fuggito disgustato e avvilito?
Capitan Harlock: Perché? Perché laggiù sbocciano i fiori. Perché la Terra è profumata. Perché la sua natura è la cosa più bella di tutto l'universo e perché gli uomini un giorno capiranno finalmente che il vero paradiso è quello. Ma soprattutto perché là vive la creatura che io amo di più.
Raflesia: Parli di quella creatura che io avevo rapito, Mayu?.
Capitan Harlock: Per quella creatura soprattutto e non permetterò mai che un invasore crudele e spietato distrugga le sue illusioni!”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 41, Raflesia e Harlock: incontro ravvicinato

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“Con Gesù sulla Croce, con Gesù nel santo Paradiso.”

Padre Pio da Pietrelcina (1887–1968) presbitero e santo italiano

su Giacomo Gaglione
Origine: Citato in I Figli Spirituali - Giacomo Gaglione http://www.conventosantuariopadrepio.it/it/i-figli-spirituali/gaglione-giacomo-047.html, Conventosantuariopadrepio.it.

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“[…] me ne andai in escursione verso le alture di Baran e del colle di Ciash e sulle pendici del Gul-i Bahar. In primavera la steppa del Colle di Ciash e le pendici del Gul-i Bahar sono bellissime. La verzura ne è splendida, senza confronti nelle altre zone del territorio di Kabul, e vi fioriscono ogni sorta di tulipani. Un giorno diedi ordine di contare tutti i tipi di tulipani: risultò che ce n'erano trentaquattro tipi. In lode di questi luoghi ho composto i versi: È la verde Kabul in primavera | paradiso di fiori: | paradiso la steppa di Baran, | paradiso fiorito in primavera.”

Babur (1483–1530) fondatore della dinastia Moghul

Origine: Citato in Poesia d'amore turca e persiana, scelta e traduzione di Angelo Michele Piemontese e Gianroberto Scarcia; ([G. Scarcia ha curato – oltre ai primi due paragrafi della «Guida alla lettura» – le versioni poetiche contenute nell'antologia e le prosastiche dal turco; tutto il resto è stato curato da A. M. Piemontese. Poesia d'amore turca e persiana, p. 9.]), EDIPEM, Novara, 1973, p. 233.

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“Io non amavo il Dio giusto che punisce i peccatori, anzi, lo odiavo; pur vivendo infatti una vita di monaco irreprensibile, davanti a Dio mi sentivo un peccatore con la coscienza sempre inquieta, e non riuscivo a confidare che la mia riparazione potesse placarlo. […] Fu così finché infine, riflettendo per giorni e notti, per misericordia di Dio rivolsi la mia attenzione al nesso [intimo] fra le parole «La giustizia di Dio viene in lui rivelata, secondo quanto sta scritto: il giusto vive per mezzo della fede», cominciai a intendere la giustizia divina come la giustizia in cui vive il giusto per dono di Dio, in grazia della fede, e cominciai a capire che questo significa che nel Vangelo si manifesta la giustizia di Dio, la giustizia passiva, per mezzo della quale Dio misericordioso ci rende giusti in virtù della fede […]. A questo punto mi sentii come rinato, come se fossi entrato in paradiso attraverso le porte aperte. Tutta la Scrittura mi si mostrava sotto un nuovo aspetto. Ripercorsi tutta la Sacra Scrittura, per quanto me lo consentì la memoria, e rimarcai anche in altre espressioni la corrispondenza, per esempio «l'opera divina», cioè l'opera che Dio attua in noi; «la forza divina» con la quale ci rende forti; «la saggezza divina» con cui ci rende saggi; «la potenza divina», «la salvezza divina», «l'onore divino.»”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, pp. 167-168

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“Se esiste un paradiso, ci ritroveremo, perché non esiste paradiso senza te.”

Nicholas Sparks (1965) scrittore statunitense

da La risposta è nelle stelle

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“In certi libri ci sono passi in grado di penetrarci così a fondo che non possiamo più scordarli, non tanto per la bravura dell'autore quanto perché "la vicenda pare scorrere per conto suo", quasi "si fosse scritta da sé". Simili passi ci rimangono nella mente, o nel cuore - o comunque tu voglia chiamarlo - non tanto come portentose creazioni di un mastro artigiano quanto come momenti teneri, strazianti e dolorosi, che ricorderemo per anni e addirittura oltre alla stregua dei periodi d'inferno (o paradiso) che viviamo realmente. Quindi, vedi, se fossi un eccellente maestro della parola invece che l'ultimo arrivato tra i rubricisti, sarei sicuro che questa è una delle pagine della mia opera intitolata Rüya e Galip che potrebbero rimanere in mente per anni ai miei sensibili e intelligenti lettori. Ma è un tipo di certezza di cui non dispongo. È per questo che su questa pagina, caro lettore, vorrei lasciarti solo con i tuoi ricordi. E il modo migliore per farlo sarebbe suggerire al tipografo di coprire del tutto le pagine successive con un inchiostro nero. In modo che potessi essere tu a usare la tua fantasia allo scopo di creare ciò a cui io non so rendere giustizia con la mia prosa. E, per descrivere il nero del sogno in cui mi sono trovato sprofondato nel punto in cui ho interrotto la mia storia, ricordati il silenzio da cui è stata inondata la mia mente nel corso delle successive vicende, che ho vissuto come fossi sonnambulo. Considera dunque le pagine che seguono, le pagine nere, alla stregua dei ricordi di un sonnambulo.”

The Black Book

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