Frasi sulla storia
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“La casa dove tua bis-bis-bisnonna e io andammo a stare appena sposati dava sulle cascatelle […] Aveva pavimenti di legno e finestre magnifiche e spazio sufficiente per una famiglia numerosa. Era una bella casa. Una buona casa.
Ma l'acqua… diceva la tua bis-bis-bisnonna… non riesco a sentirmi quando penso.
Tempo, io la incalzavo. Datti tempo.
E, lascia che te lo dica: anche se la casa era spaventosamente umida, e il prato davanti una fangaia perenne a causa degli spruzzi; anche se i muri ogni sei mesi necessitavano di riparazioni, e scaglie di pittura cadevano dal soffitto in tutte le stagioni come neve… ciò che si dice di chi abita vicino a una cascata è vero.
Che cosa, chiese mio nonno, cosa si dice?
Si dice che chi abita vicino a una cascata non senta l'acqua.
Questo, si dice?
Esatto. Naturalmente la tua bis-bis-bisnonna aveva ragione.
All'inizio fu terribile. Non sopportavamo di rimanere in casa per più di poche ore di fila. Le prime due settimane furono caratterizzate da notti di sonno intermittente, litigi soltanto per il gusto di farci sentiore sopra lo scroscio. Litigavamo al solo scopo di ricordarci a vicenda che eravamo innamorati e non in preda all'odio.
Però le settimane successive andò un po' meglio: era possibile dormire qualche buona oretta per notte e mangiare con un disagio sopportabile. la tua bis-bis-bisnonna ancora malediceva l'acqua […], ma meno di frequente, e con minore furia. […]
La vita continuò perchè la vita continua, e il tempo passò, perchè il tempo passa, e dopo poco più di due mesi: Hai sentito? le domandai, una delle rare mattine in cui eravamo seduti insieme a tavola. Hai sentito? Deposi il mio caffè e mi alazi dalla sedia. La senti quella cosa?
Quale? mi chiese lei.
Esatto! risposi, correndo fuori per salutare a pugno teso la cascata. Esattamente!
Ballammo, lanciando in aria manciate d'acqua, senza sentire proprio neinte. Alternavamo abbracci di perdono e urla di umano trionfo all'indirizzo dell'acqua. Chi vince la battaglia? Chi vince la battaglia, cascata? Noi! La vinciamo noi!
E questo vivere vicino a una cascata, Safran. [.. ] Il timbro si sbiadisce. La lama si smussa. Il dolore si affievolisce. Ogni amore è scolpito nella perdita. […]
Ma questa non è tutta la storia, continuò la Meridiana. L'ho capito la prima volta che ho tentato di bisbigliare un segreto senza riuscirvi, o fischiettare una canzone senza insinuare la paura nei cuori di chi era nel raggio di centro metri, quando i miei colleghi della conceria mi hanno supplicato di abbassare la voce perché chi riesce a pensare se gridi in quel modo? Al che io ho domandato: STO DAVVERO GRIDANDO? * La storia della casa sulla cascata, la Meridiana”

Jonathan Safran Foer (1977) scrittore statunitense

Everything is Illuminated & Extremely Loud and Incredibly Close

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“Ma in realtà è proprio il contrario, di più è di più è di più, più si sanguina più si dà. Queste cose, i dettagli, le storie e quant’altro, sono come la pelle di cui i serpenti si spogliano, lasciandola a chiunque da guardare. Che cosa gliene frega al serpente di dov’è la sua pelle, di chi la vede? La lascia lì dove ha fatto la muta. Ore, giorni o mesi dopo, noi troviamo la pelle e scopriamo qualcosa del serpente, quant’era grosso, quanto era lungo approssimativamente, ma ben poco altro. Sappiamo dove si trova il serpente adesso? A cosa sta pensando? No. Per quel che ne sappiamo, il serpente adesso potrebbe girare in pelliccia, potrebbe vendere matite a Hanoi. Quella pelle non è più sua, la indossava perché ci era cresciuto dentro, ma poi si è seccata e gli si è staccata di dosso, e lui e chiunque altro adesso possono vederla.

"E tu saresti il serpente?"
Certo. Io sono il serpente. E dunque, il serpente dovrebbe portare la pelle con sé, tenersela sempre sotto braccio? Dovrebbe farlo?

"No?"
No, certo che no! Non ha braccia, un serpente! Come cazzo fa a portarsi in giro la pelle? Per favore. Ma proprio come il serpente, io non ho braccia – metaforicamente parlando, voglio dire – per portare con me tutto quanto. E poi non sono più cose mie. Nessuna è mia. Mio padre non è mio, non in quel senso, almeno. La sua morte e quello che ha fatto non è roba mia. Né lo sono il modo in cui sono stato educato, né la mia città, né le sue tragedie. Come potrebbero essere mie cose del genere?
Ritenermi responsabile di mantenere il segreto su queste cose mi parrebbe ridicolo. Sono nato in una città e in una famiglia, e questa città e questa famiglia mi sono capitate. Non le possiedo. Sono di tutti. In condivisione. E mi piace, mi piace l’idea di averne fatto parte, morirei o ucciderei per proteggere coloro che ne fanno parte, ma non reclamo nessuna esclusività. Eccovi tutto. Prendetevelo. Fatene ciò che volete. Fatene buon uso. È come ottenere elettricità dai rifiuti. Fin troppo bello per essere vero, l’idea di poter creare qualcosa di buono da roba come questa.”

A Heartbreaking Work of Staggering Genius

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“Nessun popolo può vivere nel passato, ma non può nemmeno vivere senza il suo passato. Se nulla lo collega più alla propria storia, è destinato a sparire.”

Mohammad Reza Pahlavi (1919–1980)

Variante: Nessun popolo può vivere nel passato, ma non può nemmeno vivere senza il suo passato. Se nulla lo collega più alla propria storia, è destinato a sparire. (p. 11)
Origine: Risposta alla storia, p. 11

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“Con i criteri usati dalla maggior parte degli studiosi, l’invasione dell’Iraq da parte di Bush e Blair nel 2003 ha causato almeno 700.000 vittime – in un paese che non aveva storia di jihadismo. I curdi avevano ottenuto concessioni politiche e territoriali; sunniti e sciiti avevano classi e differenze settarie, ma erano in pace; i matrimoni misti erano comuni. Tre anni prima dell’invasione, ho guidato per tutta la lunghezza dell’Iraq senza paura. Nel tragitto ho incontrato gente fiera, soprattutto di essere irachena, erede di una civiltà che a loro pareva una presenza fisica.Bush e Blair hanno fatto a pezzi tutto questo. L’Iraq odierno è un nido di jihadisti. Al Qaeda – come i “jihadisti” di Pol Pot – ha colto l’opportunità fornita dall’assalto di ‘Shock and Awe’ e dalla guerra civile che ne seguì. La “ribelle” Siria ha offerto loro benefici ancora maggiori. Con la CIA e gli stati del Golfo che offrono logistica e denaro per il traffico d’armi attraverso la Turchia, l’arrivo di reclute straniere era inevitabile.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

Variante: Secondo le stime della maggior parte degli studiosi, l’invasione dell’Iraq da parte di Bush e Blair nel 2003 ha causato almeno 700.000 vittime – in un paese che non aveva alcuna storia di jihadismo. I curdi avevano ottenuto concessioni politiche e territoriali; sunniti e sciiti avevano classi e differenze settarie, ma erano in pace; i matrimoni misti erano comuni. Tre anni prima dell’invasione, ho guidato lungo tutto l'Iraq senza paura. Nel tragitto ho incontrato gente fiera, soprattutto di essere irachena, erede di una civiltà che a loro pareva una presenza fisica.Bush e Blair hanno fatto a pezzi tutto questo. L’Iraq odierno è un covo di jihadisti. Al Qaeda – come i “jihadisti” di Pol Pot – ha colto l’opportunità fornita dall’assalto di ‘Shock and Awe’ e dalla guerra civile che ne seguì. La “ribelle” Siria ha offerto loro benefici ancora maggiori, insieme alla CIA e agli stati del Golfo che offrono logistica e denaro per il traffico d’armi attraverso la Turchia. L’arrivo di reclute straniere era inevitabile.

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“Ci avevano raccontato che dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino e nel 1991 con l'ammainamento della bandiera rossa dal Cremlino, era giunta la "fine della storia", che il capitalismo aveva vinto e che era l'unica strada da percorrere. Abbiamo visto in questi 20 anni che non è così.”

Marco Rizzo (1959) politico italiano

Variante: Ci avevano raccontato che dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino e nel 1991 con l'ammainamento della bandiera rossa dal Cremlino, era giunta la "fine della storia", che il capitalismo aveva vinto e che era l'unica strada da percorrere. Abbiamo visto in questi 20 anni che non è così.
Origine: Dal discorso conclusivo della manifestazione a Roma per i cento anni dalla Rivoluzione russa, 11 novembre 2017. Video https://www.facebook.com/ilpartitocomunista/videos/1846996375334898/ disponibile su Facebook.com (min. 2:30).

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“Con la loro testimonianza i martiri delle Ardeatine, in questo loro sacrario, ove la storia d'Italia sembra sostare un attimo ad attingere nuovo vigore per i suoi ideali di libertà e di giustizia, confermano gli orrori che ogni totalitarismo porta con sè ed esprimono la condanna della violenza e della sopraffazione.”

Mario Tanassi (1916–2007) politico italiano

Origine: Citato in Commemorato l'eccidio delle Fosse Ardeatine http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,9/articleid,0136_01_1971_0068_0009_24667066/, La Stampa, 25 marzo 1971.

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“[Sul film Lazzaro felice] Quello su cui sto riflettendo è sul perché l'Italia abbia messo la sordina, come se non interessasse una storia che parla anche del rapporto con la terra, e con le radicali e strampalate trasformazioni che la attraversano. Sembra che senza adrenalina il cinema non abbia più presa sul pubblico. È curioso che un film recepito in tutto il mondo così 'italiano', abbia avuto così poca risonanza qui da noi.”

Alice Rohrwacher (1981) regista italiana

Origine: Da intervista di Arianna Finos, Alice Rohrwacher: “Lazzaro? È più felice in America che in Italia” https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2019/01/06/news/alice_rohrwacher_lazzaro_e_piu_felice_in_america_che_in_italia_-215977769/, Rep.repubblica.it, 6 gennaio 2019.

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“Non è il peccato il perno della storia.
Perciò abbi fiducia,
sii indulgente verso tutti,
e anche verso te stesso.
La primavera non si lascia sgomentare,
né la Pasqua si arrende.
La fiducia è una vela che sospinge la storia.
E, vedrai, ciò che tarda verrà.”

Ermes Ronchi (1947) presbitero e teologo italiano

Il Vangelo a cura di Ermes Ronchi; http://www.smariadelcengio.it/fra-ermes-ronchi-comunica/27109/commento-al-vangelo-domenica-24-marzo-2019-ermes-ronchi-quellinvito-a-cambiare-rotta-su-ogni-fronte/

Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La psicologia ha un lungo passato, ma una storia breve.”

Hermann Ebbinghaus (1850–1909) psicologo e filosofo tedesco

Origine: Citato in AA.VV., Il libro della psicologia, traduzione di Giuliana Lupi, Gribaudo, 2018, p. 10. ISBN 9788858015018

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“Decidere di lasciare la panchina del Milan non è semplice. Ma è una decisione che dovevo prendere. Non c’è stato un momento preciso in cui l’ho maturata: è stata la somma di questi diciotto mesi da allenatore di una squadra che per me non sarà mai come le altre. Mesi che ho vissuto con grande passione, mesi indimenticabili. La mia è una scelta sofferta, ma ponderata. Rinuncio a due anni di contratto? Sì, perché la mia storia col Milan non potrà mai essere una questione di soldi.”

Gennaro Gattuso (1978) calciatore italiano

Origine: Da un'intervista a La Repubblica; citato in Milan, Gattuso conferma: "Mi dimetto, scelta sofferta. Sono stati 18 mesi indimenticabili" https://www.sportmediaset.mediaset.it/mercato/milan/milan-gattuso-conferma-mi-dimetto-scelta-sofferta-sono-stati-18-mesi-indimenticabili-_1277839-201902a.shtml/, sportmediaset.it, 28 maggio 2019.

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“Uno si costruisce grandi storie, questo il fatto, e può andare avanti anni a crederci, non importa quanto pazze sono, e inverosimili, se le porta addosso, e basta. Si è anche felici, di cose del genere. Felici.”

E potrebbe non finire mai. Poi, un giorno, succede che si rompe qualcosa, nel cuore del gran marchingegno fantastico, tac, senza nessuna ragione, si rompe d'improvviso e tu rimani lì, senza capire come mai tutta quella favolosa storia non ce l'hai più addosso, ma davanti, come fosse la follia di un altro, e quell'altro sei tu. Tac. Alle volte basta un niente. Anche solo una domanda che affiora. Basta quello.
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“Certe storie lasciano il sogno.”

Sergio Claudio Perroni (1956–2019)

Il principio della carezza

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Se c'è una sola persona che ha il diritto di scrivere la storia della tua vita, quella persona sei tu: scrivila prepotentemente.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net

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“Ciascun giorno è farsi un giro nella storia.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Tempesta Elettrica

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“Si è prostituito per inventarsi questa storia.”

Frank Sinatra (1915–1998) cantante, attore e conduttore televisivo statunitense

parlando di Mario Puzo e del Padrino

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“[…] io sempre ho cercato, in tutte le mie composizioni, di lumeggiare non soltanto una forma musicale ma anche un'idea.”

Robert Schumann (1810–1856) compositore, pianista e critico musicale tedesco

da una lettera a Liszt; citato in Giulio Confalonieri, Storia della musica

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“Suonate sempre con l'anima; sono le leggi della morale quelle che reggono l'arte; senza entusiasmo non si compie nulla di grande.”

Robert Schumann (1810–1856) compositore, pianista e critico musicale tedesco

citato in Giulio Confalonieri, Storia della musica

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“Se un albero scrivesse l'autobiografia, non sarebbe diversa dalla storia di un popolo.”

Khalil Gibran (1883–1931) poeta, pittore e filosofo libanese

Sabbia e spuma

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“Nel tumulto degli uomini e degli avvenimenti, la solitudine era la mia tentazione. Adesso è la mia compagna. Di che cos'altro accontentarsi quando si è incontrata la Storia?”

Charles de Gaulle (1890–1970) generale e politico francese

Origine: Citato in Dizionario mondiale di Storia, Rizzoli Larousse, Milano, 2003, p. 448. ISBN 88-525-0077-4

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“La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie.”

Alexis De Tocqueville (1805–1859) filosofo, politico e storico francese

da L'antico regime e la Rivoluzione

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“[Protestando contro la lealtà della Germania verso l'Austria nello spingere verso lo scoppio della prima guerra mondiale] […] senza lo scudo di una simile lealtà, l'Austria non si sarebbe azzardata a compiere i passi che ha compiuto.”

Walther Rathenau (1867–1922) politico e imprenditore tedesco

da un articolo pubblicato sul Berliner Tageblatt; citato in Martin Gilbert, La grande storia della prima guerra mondiale, Mondadori, Milano, 2009, p. 45, ISBN 978-88-04-48470-7

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“Con la combinazione di due rappresentabili diviene così la notazione di qualcosa che graficamente è irrapresentabile… Ma questo è il montaggio!”

Sergej Michajlovič Ejzenštejn (1898–1948) regista, sceneggiatore, montatore, scrittore, produttore cinematografico e scenografo sovietico

Origine: Citato in Paolo Bertetto, Introduzione alla storia del cinema, UTET, 2002.

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“Sebbene vivessimo in grandi ristrettezze, mio padre desiderava che nella scelta della professione seguissi unicamente la mia vocazione. In quegli anni giovanili non sentivo alcuna predilezione speciale per la professione medica, né ebbi del resto a sentirla in seguito. Mi dominava piuttosto una specie di brama di sapere che, però, si riferiva più ai fenomeni umani che agli oggetti naturali … Lo studio precoce e approfondito della storia biblica, iniziato appena ebbi imparato a leggere, ha avuto, come potei riconoscere assai più tardi, un notevole peso nel determinare l'indirizzo dei miei interessi. Sotto l'influsso potente di una amicizia con un compagno di ginnasio un po' più vecchio di me (che in seguito è diventato famoso come uomo politico) mi ero messo in mente di intraprendere anch'io gli studi giuridici e di occuparmi di problemi sociali. Contemporaneamente, però, mi attraeva enormemente la teoria di Darwin, allora molto in voga, perché sembrava promettere uno straordinario progresso nella comprensione del mondo. L'illustrazione del bel saggio goethiano La natura, che udii poco prima dell'esame di maturità in una conferenza di volgarizzazione scientifica tenuta da Carl Brühl, mi fece decidere, infine, a iscrivermi alla facoltà di medicina.”

Sigmund Freud (1856–1939) neurologo e psicoanalista austriaco, fondatore della psicoanalisi

Origine: Autobiografia (1925), p. 76 e s.

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“La consapevolezza della finalità sociale della storia frena la tendenza a ridurre la storia a mito, novella o pura letteratura.”

John Dewey (1859–1952) filosofo e pedagogista statunitense

Origine: Scuola e società, p. 110

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