Frasi sull'amore
pagina 38

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“È per amore di Voi solo, o mio Dio, che mi sottometto a scrivere, al fine di obbedirvi, domandandovi perdono se ho opposto resistenza ai vostri voleri. Ma poiché solo Voi conoscete la grande ripugnanza che m'ispira, Voi solo potete darmi la forza di superarla, avendo io accolto questa obbedienza come un vostro cenno…. O mio supremo bene, fate che io non scriva nulla se non per la vostra maggiore gloria e per la mia maggiore vergogna.”

Mária Margita Alacoque (1647–1690) monaca e mistica francese

da Autobiografia, cap. I, par. 1
Origine: La Santa scrisse l'autobiografia in obbedienza a Padre Claudio la Colombière che le impose di scrivere tutto quello che avveniva nella sua anima, nonostante la sua estrema ripugnanza nell'eseguire quest'ordine.

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“Un altro giorno avendo con qualche nausea servita un'inferma di dissenteria, ei me ne diè una sì forte riprensione, ut lasanum exportans, adactam me, hujus culpae sarciendae causa, senserim ad linguam longo temporis intervallo intingendam in eas sordes, quas aegrota egesserat, et ad buccas iisdem implendas. [che, per riparare a questa colpa, mi vidi costretta, mentre andavo a buttare via ciò che aveva fatto, a bagnarvi la lingua dentro e a riempirmene la bocca]. Appresso il Signore dolcemente, ed in amichevol modo mi rimproverò del far tali cose: Ed io, O mio Signore, gli dissi, così fo a fin di piacervi, e di così obbligarmi il Cuor vostro divino, e tanto spero io conseguire da voi. Ma che non faceste voi, mio Signore, per guadagnarvi i cuori degli uomini, che vel niegano, e da sé spesso vi scacciano? "Il confesso, o mia figlia, che fui sospinto dalla potenza dell'amor mio a segno di tutto sagrificare per la lor salvezza, benché al mio amore con niuna dimostrazione di gratitudine essi rispondano. Or voglio che da' meriti del mio Sacratissimo Cuore tal ingratitudine tu misuri. A te io voglio darlo questo mio Cuore."”

Mária Margita Alacoque (1647–1690) monaca e mistica francese

da Vita della venerabile madre Margherita Maria Alacoque, cap. XL, pp. 80-81
Variante: Un altro giorno avendo con qualche nausea servita un'inferma di dissenteria, ei me ne diè una sì forte riprensione, ut lasanum exportans, adactam me, hujus culpae sarciendae causa, senserim ad linguam longo temporis intervallo intingendam in eas sordes, quas aegrota egesserat, et ad buccas iisdem implendas.. Appresso il Signore dolcemente, ed in amichevol modo mi rimproverò del far tali cose: Ed io, O mio Signore, gli dissi, così fo a fin di piacervi, e di così obbligarmi il Cuor vostro divino, e tanto spero io conseguire da voi. Ma che non faceste voi, mio Signore, per guadagnarvi i cuori degli uomini, che vel niegano, e da sé spesso vi scacciano? "Il confesso, o mia figlia, che fui sospinto dalla potenza dell'amor mio a segno di tutto sagrificare per la lor salvezza, benché al mio amore con niuna dimostrazione di gratitudine essi rispondano. Or voglio che da' meriti del mio Sacratissimo Cuore tal ingratitudine tu misuri. A te io voglio darlo questo mio Cuore."
Origine: Citato in Walter Peruzzi, Il cattolicesimo reale, Odradek Edizioni, Roma, 2008

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“Ricorda come Gesù fu condotto del deserto e vi rimase quaranta giorni digiunando? Poi, quando fu affamato, il demonio gli si avvicinò e gli disse: "Se sei figlio di Dio, ordina che questi sassi siano trasformati in pani". Ma Gesù resisté alla tentazione. Il demonio allora lo collocò su una guglia del tempio: "Se sei figlio di Dio, buttati giù". Gli angeli infatti vegliavano su di lui e l'avrebbero sorretto. Ma Gesù seguitò a resistere. Il demonio lo condusse su un'alta montagna, gli mostrò tutti i regni del mondo e gli disse che glieli avrebbe dati se si fosse prosternato ai suoi piedi per adorarlo. Ma Gesù disse: "Va' via di qui, Satana". Così finisce la storia secondo il semplice e buon Matteo. Ma c'è un seguito. Il diavolo, che era molto astuto, tornò da Gesù e gli disse: "Se accetterai la vergogna e il disonore, le frustate, una corona di spine e la morte sulla croce salverai la razza umana, giacché l'amore più grande che un uomo possa provare è quello che gli fa sacrificare la vita per i suoi amici". Gesù cadde. E il diavolo rise fino a farsi scoppiare i fianchi: prevedeva il male che gli uomini avrebbero commesso in nome del loro Redentore.»
Isabel mi guardava indignata.
«Dove mai l'ha scovata questa storia?»
«In nessun posto. L'ho inventata lí per lí.»
«È un'idiozia, una bestemmia.»
«Volevo solo farle capire che il sacrificio di sé è una passione così prepotente da fare impallidire, al confronto, perfino la fame e la lussuria. Avvolge e conduce alla distruzione le sue vittime nella più alta affermazione della loro personalità. L'oggetto non conta: può essere degno o indegno. Nessun vino è tanto inebriante, nessun amore così rovente, nessun vizio così attraente. Mentre si sacrifica, un uomo è per un momento più grande di Dio, giacché, infinito e onnipotente com'è, come può Dio sacrificarsi? Nel migliore dei casi può solo sacrificare l'unico suo figlio.”

Maugham a Isabel: cap. V, 4
Il filo del rasoio

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“Darya si sentiva adesso molto più sicura di sé. E gli diede un'occhiata ardita.
«Non ho nessuna attrazione per te? Molti uomini mi hanno desiderata. E tu devi aver avuto dozzine di donne in Iscozia assai meno ben fatte di me.»
E guardava, così dicendo, la sua formosa, sensuale persona, in placido orgoglio.
«Io non ho mai posseduto una donna» disse Neil con gravità.
«Cosa?»
Essa scattò in piedi per lo stupore. Egli alzò le spalle. Non aveva modo di farle capire il disgusto che provava per quel genere di cose, e il disprezzo in cui teneva i fortuiti amori dei suoi compagni di Edimburgo. Trovava una mistica gioia nella sua castità. L'amore era sacro, per lui. L'atto sessuale lo riempiva d'orrore. Solo la necessità della procreazione e il sacramento del matrimonio lo giustificavano ai suoi occhi.
Gli gettò le braccia al collo e lo teneva. E gli copriva il viso di baci. Egli si dibatteva. Volgeva la faccia. E con la mano cercava di proteggersi la bocca. D'improvviso essa gli affondò i denti nella carne. Il dolore fu così vivo che, senza volerlo, egli le diede un pugno.
«Demonio» le gridò in faccia.
Il colpo violento aveva obbligato Darya a lasciare la preda. Egli si esaminò la mano. Vide che il morso era profondo e che sanguinava. Gli occhi di lei, intanto, mandavano fiamme. Era in tutta la sua vitalità, la donna, come una belva.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

da La tentazione di Adamo

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“Il Tao. Alcuni di noi cercano la Via nell'oppio e altri in Dio, alcuni nel whisky e altri nell'amore. È sempre la stessa Via e non porta da nessuna parte.”

William Somerset Maugham (1874–1965) scrittore e commediografo britannico

Origine: Da Il velo dipinto, traduzione di F. Salvatorelli, Adelphi, 2011. ISBN 9788845925733

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“Dio è amore significa che il cuore è il Dio dell'uomo.”

Ludwig Feuerbach (1804–1872) filosofo tedesco

da L'essenza del cristianesimo, Ponte alle Grazie, Firenze 1994. A cura di Fabio Bazzani
L'essenza del cristianesimo

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“L'uomo perfetto sa indirizzare la sua intera anima su di un unico punto d'amore, eppure sa esserne distaccato.”

Vivekananda (1863–1902) mistico indiano

citato in Swami Vivekananda - Il lavoro e il suo segreto http://www.ramakrishna-math.org/index.php?option=com_content&view=article&id=123:swami-vivekananda-il-lavoro-e-il-suo-segreto&catid=34:swami-vivekananda&Itemid=73

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“L'amore è un oceano di emozioni, interamente circondato da spese.”

Thomas Dewar (1864–1930) imprenditore scozzese

Origine: Citato in Mansour Challita, Os mais belos pensamentos de todos os tempos, Assoc. Cultural Internac. Gibran, Rio de Janeiro, p. 61: «O amor é um oceano de emoções, inteiramente cercado por despesas».

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“La crudeltà è l'amore senza meta. L'odio è l'amore frustrato.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. VIII

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“Se la coscienza fosse la pura coscienza dell'amore (come lo vide Rilke), allora il nostro amore sarebbe immediato e spontaneo come la vita stessa.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. X

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“Tutto l'amore che non è dono di se stesso totalmente libero e spontaneo, ha in sé un presagio di morte.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. XIII

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“Accettare l'amore nella nostra coscienza significa accettare la coscienza della lotta.”

Thomas Merton (1915–1968) scrittore e religioso statunitense

Origine: Presentazione a "Canto all'amore", p. XVI

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“L'amore intorbida la mia immaginazione…”

Alexander Sergejevič Puškin (1799–1837) poeta, saggista, scrittore e drammaturgo russo

Borìs Godunòv

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“Mentre scendevamo mi disse: "Oh, deve stare attento, l'entrata è un po' scomoda". "Lo so, grazie," risposi. Questa storia cominciava ad annoiarmi. […] Diedi un colpo alla porta di pesante tela e mi lanciai attraverso con decisione. Naturalmente inciampai sul gradino, volai per aria e, prima di rendermi conto di cosa fosse successo, mi ritrovai con i denti ben conficcati tra una lampadina rossa e una blu in mezzo alle luci della ribalta. Stavo recitando in un teatro molto capiente, il che significa che qualunque sia la reazione degli spettatori arriva con la forza di un tuono a chi sta davanti a loro sul palcoscenico. Il volume di quella reazione specifica mi rintronò per un secondo o due. Mi rimisi in piedi in qualche modo, spolverandomi un po' i vestiti e stetti fermo per un attimo a scrutare il pubblico; poi mi girai e gettai uno sguardo a Ruby Miller che era sufficientemente professionista da non muovere un capello. Tornai a guardare il pubblico con aria supplichevole, ma non sembrava intenzionato a rinunciare così facilmente alla più grande risata del secolo. Nei molti anni trascorsi da allora a oggi ho recitato con gioia in numerose commedie […] Mi sono illuso di poter generalmente conquistare il livello di risate che io o la situazione comica meritavamo, ma ho sospirato invano; mai, proprio mai, nella mia vita ho sentito un suono così esplosivo e alto come il gioioso clamore sollevato da quel pubblico. Tutte le volte che ho pensato di avere motivo per essere soddisfatto di me stesso, il ricordo della mia prima entrata su un palcoscenico professionale ha immediatamente ristabilito il mio senso di equilibrio. Avanzai con aria miserevole sul palcoscenico verso Ruby e sedetti al suo fianco sul divano, lasciando che lei, con il suo fantastico senso della sincronizzazione, da grande esperta, facesse smettere quelle risate. […] Finalmente la mia parte sulla scena si concluse, mi alzai, mi chinai a baciare la mano a Ruby e uscii, questa volta evitando il gradino, piacevolmente accompagnato da un breve, allegro scoppiettio di applausi da parte di quel generosissimo pubblico. Al che mi montai la testa, in un allarmante risorgere di presunzione.”

Laurence Olivier (1907–1989) attore e regista britannico

Origine: Confessioni di un peccatore, pp. 36-37

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“La grandezza dell'amore sta soprattutto nel fatto che in esso tutti i diritti sono sospesi.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La tortura delle mosche

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“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
Auto da fé

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“Nell'amore le rassicurazioni valgono come annuncio del loro opposto.”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La provincia dell'uomo

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“E al suo ritorno lo farete passare da me; gli darò uno scudo contro l'amore." "Ohimé, oggi l'amore è come la guerra, e lo scudo è divenuto inutile.”

Alexandre Dumas (padre) (1802–1870) scrittore francese

cap. XCIII, "Nel quale è provato come talvolta sia più difficile ai re rientrare nella capitale che uscirne")

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“Sposarsi senza amore, è così brutto e indegno di un uomo, come dir messa senza credere.”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

Origine: Il duello, p. 14

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“Cristo ci ha insegnato un amore ragionevole, sensato e utile.”

Anton Pavlovič Čechov (1860–1904) scrittore, drammaturgo e medico russo

Origine: Il duello, p. 134

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“L'amore per una donna somiglia alla melanconica opera di Dio; anche Lui ha cercato, senza riuscirvi, di creare col vuoto e dal nulla uno splendido universo…”

Maksim Gor'kij (1868–1936) scrittore e drammaturgo russo

Origine: Racconto di un amore non corrisposto, p. 99

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“L'amore è una malattia dell'immaginazione.”

Maksim Gor'kij (1868–1936) scrittore e drammaturgo russo

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Racconto di un amore non corrisposto

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“Venerdì santo, anche l'amore sembra languore di penitenza.”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Venerdì santo, n. 3
Folk beat n. 1

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“Ma ora scommetto che vorrai provare quel che con me non volevi fare: fare l'amore, tirare tardi o la fantasia!”

Francesco Guccini (1940) cantautore italiano

da Quattro stracci
D'amore di morte e di altre sciocchezze

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“Comunicarsi è aprirsi infinitamente all'amore di Cristo aprendosi senza limiti all'umanità.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

“Finché non abbiamo incontrato Dio, finché non siamo uno sguardo di amore per Lui, Dio è come un falso Dio.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

“Ogni azione è un'ostia nelle nostre mani per essere trasformata, con il nostro amore, nel corpo e sangue di Gesù.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

“Se non ci fosse più amore, la Messa sarebbe una abominazione.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il volto di Dio nel quotidiano

“La preghiera è l'esaudimento dell'attesa eterna dell'Amore, che si offre nel rispetto infinito della nostra libertà.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Il poema della sacra liturgia

“Essere cristiano è far sbocciare tutti i fiori nella certezza che l'amore avrà l'ultima parola.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Una presenza interiore

“Quando non c'è più amore, non c'è più creazione.”

Maurice Zundel (1897–1975) poeta, filosofo, mistico, teologo

Una presenza interiore