Frasi sulla bellezza
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“[Da una conferenza femminista di Giraudoux tenuta alla vigilia dell'ultima guerra] Per gli uomini è dunque arrivato il momento di ammettere la loro sconfitta? Non saprei, quello che so è che essi avevano sempre allontanato la dura ammissioni che le donne fossero uguali, se non superiori, nei campi di azione che essi si erano riservati. Gli uomini avevano messo la donna in posizione subordinata facendola serva, o in posizione troppo superiore facendola dea. Mai l'avevano ammessa alla parità. Quando un'armata di greci fu battuta dalle parti della Tracia da un'armata di donne, gli uomini di allora inventarono le Amazzoni; essi escogitarono che quelle donne fossero semidee e che conducessero una esistenza favolosa. Quando Giovanna D'arco salvò la Francia, i suoi nemici la fecero un'indemoniata, e i suoi partigiani un'arcangelo, ma nessuno ebbe mai l'idea che essa potesse essere semplicemente una donna. Per Semiramide, per Cleopatra l'uomo se l'è cavata attribuendo ad esse una grande bellezza. Quelle donne erano forse brutte. Cleopatra era certamente brutta, ma tutte e due erano dotate di genio politici. Eppure l'uomo ha nascosto il loro genio dietro una bellezza che non esisteva per togliersi d'impaccio. Ora però non è più possibile ricorrere ad espedienti del genere. Ora è giocoforza ammettere che le donne, quando s'impadroniranno del potere, non sarà perché posseggono dei nasi perfetti e dei fianchi possenti o perché hanno venduto l'anima al diavolo, ma perché esse sono dotate per il comando e il governo della società come gli uomini. Come gli uomini e forse anche più di essi.”

Jean Giraudoux (1882–1944) scrittore e commediografo francese

citato in Illustrazione Igea, 1961
Citazioni di Jean Giraundoux

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“[su Margherita di Valois] La giovane sposa, figlia di Enrico II, era la perla della co­rona di Francia, Margherita di Valois, che con affettuosa fa­miliarità il re Carlo IX chiamava sempre mia sorella Margot. Certo, accoglienze tanto lusinghiere non erano mai state più meritate di quelle che si facevano in quel momento alla nuova regina di Navarra. Margherita a quel tempo aveva appena vent'anni, e già era oggetto delle lodi di tutti i poeti che la paragonavano alcuni all'Aurora altri a Venere citerea. Era in realtà la bellezza senza rivali di quella Corte nella quale Ca­terina de' Medici aveva riunito, per farne le proprie sirene, le più belle donne che aveva potuto trovare. La giovane sposa aveva i capelli neri, il colorito brillante, gli occhi voluttuosi velati da lunghe ciglia, la bocca rossa e fine, il collo elegante, il corpo tornito e snello e, perduto in una pianella di seta, un piede di bambina. I francesi cui apparteneva, erano fieri di vedere sbocciare nella loro terra un così splendido fiore e gli stranieri di passaggio per la Francia ripartivano abbagliati dalla sua bellezza se l'avevan soltanto vista, storditi dalla sua cultura se avevano parlato con lei. Certo è che Margherita era non soltanto la più bella, ma anche la più colta delle don­ne del suo tempo; si citava la frase di un dotto italiano che le era stato presentato e dopo aver parlato con lei un'ora in ita­liano, in spagnolo, in latino e in greco, l'aveva lasciata dicen­do nel suo entusiasmo:
«Vedere la Corte senza vedere Margherita è non vedere né la Francia, né la Corte».
Così i panegirici non mancarono al re Carlo IX e alla gio­vane regina di Navarra; si sa quanto gli ugonotti siano fecon­di. Inevitabilmente, allusioni al passato e domande per l'av­venire furono accortamente insinuate in mezzo a quegli indi­rizzi al re; ma a tutte le allusioni egli rispondeva con le sue labbra pallide e il suo sorriso astuto:
«Nel dare mia sorella Margot a Enrico di Navarra, io do il mio cuore a tutti i protestanti del regno».
La frase rassicurava gli uni e faceva sorridere gli altri poi­ché aveva in realtà due sensi: uno paterno e del quale in buo­na coscienza Carlo IX non voleva sovraccaricare il suo pen­siero; l'altro ingiurioso per la sposa, per il marito e anche per chi lo pronunciava, poiché ricordava alcuni sordi scandali con i quali la cronaca di Corte aveva già trovato il modo di lordare la veste nuziale di Margherita di Valois.”

Alexandre Dumas (padre) (1802–1870) scrittore francese

pp. 26-27

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“Uno stupefacente diaro intimo, testo alchemico di straordinaria bellezza. L'opera, rimasta a lungo segreta, esce ora in Italia.”

Carl Gustav Jung (1875–1961) psichiatra, psicoanalista e antropologo svizzero

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“Qualcuno ha detto che la bellezza è una promessa di felicità. Nessuno ha mai detto che la promessa sia stata mantenuta.”

Paul-Jean Toulet (1867–1920) poeta francese

Origine: Da L'Almanach des trois impostures.

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“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

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“… il Caravaggio, eccellentissimo nel colorire, si dee comparare a Demetrio, perché ha lasciato indietro l'Idea della bellezza, disposto di seguire del tutto la similitudine.”

Giovanni Battista Agucchi (1570–1632) arcivescovo cattolico e scrittore italiano

da Trattato della pittura, 1607-1615; citato in Francesca Marini, 2003, pag. 183

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“Eroe del racconto, eroe che io amo con tutta l'anima e che ho sempre cercato di riprodurre in tutta la sua bellezza, e che sempre è stato, è e sarà meraviglioso, eroe del mio racconto è la verità.”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Origine: Da I racconti di Sebastopoli, traduzione di Vittorio Tomelleri, I Grandi Libri Garzanti, Milano, 1995. ISBN 8811585643

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“Fatta una passeggiata a cavallo… Primavera straordinariamente gradevole. Ogni volta non riesco a credere ai miei occhi. È possibile che tutta quella bellezza nasca dal niente?”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

Citato in Anni con mio padre

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“Non sono mai stato innamorato di donne. […] Di uomini mi sono innamorato molto spesso […]. Per me, il segno principale dell'amore è la paura di offendere o di non piacere all'oggetto amato, semplicemente la paura. Io mi sono innamorato di uomini prima di aver conoscenza della possibilità della pederastia; ma anche conoscendola, non mi è mai venuto in mente il pensiero della possibilità di una relazione. L'esempio più strano di una simpatia in qualche modo insolita è Gotier. Con lui non c'è stato assolutamente alcun rapporto, oltre che per l'acquisto di libri. Sentivo una vampa di calore quando lui entrava nella stanza. L'amore per Islavin mi ha guastato tutti gli otto mesi di vita a Pietroburgo. Sebbene inconsciamente, io di null'altro mi preoccupavo che di piacergli. Tutti gli uomini che ho amato lo hanno sentito, e ho notato che facevano uno sforzo per non guardarmi. […] La bellezza ha sempre avuto molta influenza nella scelta; si veda l'esempio di Djakov; non dimenticherò mai le notti quando io e lui uscivamo da Pirogovo e avevo voglia di abbracciarlo e di piangere. In tale sentimento c'era sensualità, ma è impossibile dire in che misura; perché, come ho già detto, l'immaginazione non mi ha mai disegnato quadri lubrici, e ne ho al contrario un terribile disgusto.
Noto in me una tendenza distruttiva, che si esprime nell'atto di rovinare tutto quel che mi capita sotto mano […].”

Lev Nikolajevič Tolstoj (1828–1910) scrittore, drammaturgo, filosofo, pedagogista, esegeta ed attivista sociale russo

29 novembre 1851, pp. 52-54

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“La bellezza del corpo è un fiore che sboccia al mattino, e che alla sera è appassito e calpestato, ma che l'anima è l'immagine della bellezza di Dio.”

Fénelon (1651–1715) religioso, teologo e pedagogo francese

Origine: L'educazione delle fanciulle, p. 73

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“[…] la pigrizia è la ruggine della bellezza, la distrazione è la ruggine del guardiano.”

Gautama Buddha (-563–-483 a.C.) monaco buddhista, filosofo, mistico e asceta indiano, fondatore del Buddhismo

241; 1994, p. 73
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“Torino mi sembra la città più graziosa d'Italia e, per quel che credo, d'Europa per l'allineamento delle strade, la regolarità delle costruzioni e la bellezza delle piazze.”

Charles de Brosses (1709–1777) magistrato, filosofo e linguista francese

Lettres familières écrites d'Italie en 1739 et 1740

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“Il crollo delle galassie avverrà con la stessa, grandiosa bellezza della creazione.”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Dal film Apocalisse nel deserto, 1992

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“[Su Rasheed Wallace] C'è una regalità, una bellezza, una forza in quell'uomo fuori dal comune. Certo, ci sono due problemini psichici… e chi non ne ha?”

Federico Buffa (1959) giornalista italiano

dalla presentazione di Black Jesus Anthology, Travagliato, 30 giugno 2011
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“Quanto maggiore sarà il numero delle idee accessorie, tanto più crescerà la bellezza dello stile.”

Cesare Beccaria (1738–1794) giurista, filosofo e economista italiano

da Ricerca intorno alla natura dello Stile; citato in Giuseppe Maffei, Storia della Letteratura, Vol. III, p. 41

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“La bellezza del web è che ha reso democratici sia gli strumenti dell'invenzione sia della produzione.”

Chris Anderson (1961) giornalista e saggista statunitense

Makers – Il ritorno dei produttori

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“Essere interessati alla bellezza non ha niente a che fare con la debolezza, eccetto quando si parla di te.”

Suzanne Collins (1962) scrittrice e sceneggiatrice statunitense

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“La bellezza non è né qualcosa al principio né qualcosa alla fine: essa è il culmine.”

Stefan George (1868–1933) poeta tedesco

da L'anno dell'anima, Das Jahr der Seele

“Per le donne la bellezza è quello che per gli uomini è il denaro: potenza.”

Dorothy May (1908–1970)

citato in Selezione dal Reader's Digest, febbraio 1964

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“Aveva la bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.”

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Oceano mare
Variante: Aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci. E la limpidezza delle cose deboli. E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.

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“La bellezza è la miglior lettera di raccomandazione.”

Aristotele (-384–-321 a.C.) filosofo e scienziato greco antico

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“Che cos'è la bellezza, che scrittori, poeti, musicisti, artisti contemplano e traducono nel loro linguaggio, se non il riflesso dello splendore del Verbo eterno fatto carne?”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

dall' Udienza Generale, 18 novembre 2009 http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/audiences/2009/documents/hf_ben-xvi_aud_20091118_it.html
Udienze

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“La verità è bella, verità e bellezza vanno insieme: la bellezza è il sigillo della verità.”

Papa Benedetto XVI (1927) 265° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Discorsi, Discorso a conclusione degli Esercizi Spirituali, 23 febbraio 2013