Frasi sulla fede
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“Il Signore opera un cambiamento in colui che gli è fedele, gli fa alzare lo sguardo da sé stesso. Questa è la missione, questa è la testimonianza.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da interviste

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“Dio non desidera una casa costruita dall'uomo, ma desidera la fedeltà alla sua Parola, al suo disegno; ed è Dio stesso che costruisce la casa, ma di pietre vive segnate dal suo Spirito.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Omelie, Santa Messa per l'inizio del Ministero Petrino http://www.vatican.va/holy_father/francesco/homilies/2013/documents/papa-francesco_20130319_omelia-inizio-pontificato_it.html, Piazza San Pietro, 19 marzo 2013

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“Era uomo di fede: violava solo di Quaresima.”

Raffaele Palma (1953) scrittore, disegnatore e umorista italiano

Tutto in Una Notte, Dio Sorride, Compatiamolo!

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“Non diamo arbitrariamente leggi all'intelletto o ad altre cose, ma come scribi fedeli le riceviamo e copiamo dalla voce rivelata della Natura.”

Francesco Bacone (1561–1626) filosofo, politico e giurista inglese

Origine: Citato in The Art of the Infinite, p. 257.

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“Poco mi giova aver costanza o fede; | per me fortuna avara | parla muta, ode sorda e cieca vede.”

Salvator Rosa (1615–1673) pittore, incisore e poeta italiano

da Or son pur solo...
Origine: Citato in I capolavori della poesia italiana, a cura di Guido Davico Bonino, CDE, Milano, 1972.

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“La vita della fede e l'istinto della fede sono la stessa cosa.”

Jean Pierre de Caussade (1675–1751) gesuita francese

L'abbandono alla divina provvidenza

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“Gesù sapeva benissimo che sarebbe stato conservato nei Tabernacoli anche solitari, senza contorno nella notte, all'infuori di una fiammella che le leggi della Chiesa esigono. Sapeva benissimo che anche nel giorno, secondo il variare della densità di fede nei tempi, cristiani sarebbero andati e non andati a rendere adorazione alla sua ineffabile Presenza, lo sapeva. Forse qualcheduno di noi avrebbe potuto obbiettargli: "Signore, fa' in modo di essere presente quando c'è gente che Ti adora, altrimenti è inutile". Inutile? No. Le Chiese possono essere vuote, ma Cristo nel tabernacolo non è inutile, perché l'Eucarestia, sia attraverso il Sacrificio – del quale oggi non parlo – sia attraverso il Sacramento permanente, è una fonte di forza, di grazia, di benedizione, di salvezza incessante. Ricordiamoci che è di lì che si germinano i vergini e le vergini, è di lì che sorgono i fondatori, è di lì che resistono i combattenti, è di lì forse che attraverso una vita apparentemente lontana da Dio si prepara la finale di salvezza nella sua misericordia, ma la si prepara attraverso questa Presenza, che appare a noi silenziosa e inerte, e non è né silenziosa né inerte. Non dobbiamo compiangere la solitudine che spesso è intorno ai Tabernacoli e che è sempre da condannarsi. Dobbiamo rimpiangere, dico rimpiangere e a piena ragione, coloro che si dimenticano che Gesù Cristo sta lì ad attenderli, come Egli, narrando la parabola del figliol prodigo, pone per tanto tempo immobile sulla soglia di casa il padre che non si stanca di aspettare il figlio, il quale alla fine ritorna ed è accolto come figlio, non come servo.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

citato in Il Settimanale di Padre Pio, n. 23, anno VIII

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“[Sulla divisione dell'orazione] Ora, per darvene una giusta idea, io mi fermerò alle parole del mio testo, la cui esposizione letterale svilupperà tosto il mio disegno. Vedetene l'ordine e la divisione. Ecce merces vestra copiosa est in coelis. Questa ricompensa che Dio prepara a' suoi eletti, è una ricompensa sicura: Ecce, vedetela, è un Dio che ve la promette; e se la volete di buona fede, ella è vostra: Ecce merces vestra. È una ricompensa abbondante, che non avrà altra che la magnificenza d'un Dio, e che metterà ella sola il colmo a tutte le vostre brame: Ecce merces vestra copiosa. Finalmente è una ricompensa eterna che voi non perderete mai, perché vi attende nel cielo dove non è cangiamento o vicenda: Ecce merces vestra copiosa est in coelis. […] La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa sicura; mentre quelle del mondo sono fallibili ed incerte: sarà il primo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa abbondante; mentre quelle del mondo sono vuote e difettose: sarà il secondo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa eterna; mentre quelle del mondo sono fragili e passeggere: sarà l'ultimo punto.
Forse mi direte essere alquanto lunga una tal divisione, e che sarebbesi potuta spedire con tre voci, dicendo che la mercede de' giusti è mercede sicura, piena, eterna.”

Louis Bourdaloue (1632–1704) gesuita e predicatore francese

Guglielmo Audisio, in Lezioni di eloquenza sacra, Giacinto Marietti, Torino 1870
Gaudete et exultate: ecce enim merces vestra copiosa est in coelis, Citazioni sul testo

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“La camera dei comuni fedeli al proprio sistema, rimane in una saggia ed eccellente inattività.”

Thomas Macaulay (1800–1859) storico e politico britannico

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“Per i barbari la fedeltà gira al girare della fortuna.”

XXVIII, 17; 1997
[B]arbaris, quibus ex fortuna pendet fides.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“Virtude io servo fede | Più che il volgo non si crede.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: Il cespuglio delle quattro rose, p. 70

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“Per due fedeli amanti | tutto, tutto è gioir.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

da All'amica, p. 275
Poesie varie

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“Del resto, un po' di fede, di speranza e di carità, è tutto quello con cui possiamo contribuire alla edificazione del regno di Dio e la fede non sarebbe necessaria, se conoscessimo tutto. Grazie a Dio, non sappiamo tutto; se lo sapessimo la nostra vita ne sarebbe smisuratamente impoverita. È una cosa meravigliosa potersi fidare di qualcuno, e dire con interiore certezza: quest'uomo è onesto, questa donna è fedele. Se lo sapessimo per conoscenza, sarebbe come dire che la pietra è dura e l'acqua è liquida.”

Variante: "Del resto, un po' di fede, di speranza e di carità, è tutto quello con cui possiamo contribuire alla edificazione del regno di Dio e la fede non sarebbe necessaria, se conoscessimo tutto. Grazie a Dio, non sappiamo tutto; se lo sapessimo la nostra vita ne sarebbe smisuratamente impoverita. È una cosa meravigliosa potersi fidare di qualcuno, e dire con interiore certezza: quest'uomo è onesto, questa donna è fedele. Se lo sapessimo per conoscenza, sarebbe come dire che la pietra è dura e l'acqua è liquida."
Origine: L'ultimo crociato, p. 245

“Ma la maggior parte di quelli che hanno lo spirito d'avventura lo combinano con lo spirito di conquista. Vanno in lontane contrade non tanto per diffondervi la Fede, quanto per depradarle dell'oro. Questi uomini vogliono che il loro coraggo serva a loro, non a Dio. Non è necessario essere cristiano per questo! Qualunque pagano potrebbe fare altrettanto. Dov'è l'uomo che ha lo spirito dei veri crociati? L'uomo che vuole compiere una missione, non perché egli lo vuole, ma perché Dio lo vuole? Deus lo vult: non ho mai udito questo grido in tutta la mia vita! Lasciamo che le cose vadano per la loro via, e le future generazioni non capiranno nemmeno più come un grido di tal genere si sia potuto proferire. Lo traduranno nelle loro anime mercenarie come una strana specie di ipocrisia, Dio mi perdoni, come una superstizione.”

Variante: "Ma la maggior parte di quelli che hanno lo spirito d'avventura lo combinano con lo spirito di conquista. Vanno in lontane contrade non tanto per diffondervi la Fede, quanto per depradarle dell'oro. Questi uomini vogliono che il loro coraggo serva a loro, non a Dio. Non è necessario essere cristiano per questo! Qualunque pagano potrebbe fare altrettanto. Dov'è l'uomo che ha lo spirito dei veri crociati? L'uomo che vuole compiere una missione, non perché egli lo vuole, ma perché Dio lo vuole? Deus lo vult: non ho mai udito questo grido in tutta la mia vita! Lasciamo che le cose vadano per la loro via, e le future generazioni non capiranno nemmeno più come un grido di tal genere si sia potuto proferire. Lo traduranno nelle loro anime mercenarie come una strana specie di ipocrisia, Dio mi perdoni, come una superstizione."
Origine: L'ultimo crociato, p. 251

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“Gesù, diventato Cristo, è ancora fortemente giudaico; quando diventò il Logos, nel Ternarium trinitario, fu reso decisamente platonico; Gesù Cristo sarà reso oggetto di volontà d'ortodossia; le dommatiche lo chiuderanno entro formule che vogliono essere «esclusive», ed escludenti; le teologie cercheranno, qualche volta, di rompere la scorza delle definizioni dommatiche, ma sempre saranno tenute a questa o a quella ortodossia. Gesù, diventato Cristo, aveva diritto di essere lasciato libero da restrizioni umane; tanto valeva lasciarlo nella sua sfera umana soltanto (come Gesù). Noi siamo davanti alla necessità di riprendere il filo là dove le dommatiche lo hanno tagliato; Gesù, traslato nella sfera del divino, non può fermarsi ad essere il Cristo; e neanche il Logos; egli deve essere il veramente libero da ogni condizionamento, deve essere Gesù Libero, Iesoūs Eléutheros. Le teologie e le dommatiche non diventano superflue; esse hanno svolto un grande ruolo nel passato; possono averne altro nell'avvenire; non siamo che alla preistoria del Cristianesimo; la storia di Gesù riparte oggi; per ripartire senza condizionamenti basta esser coerenti col significato della sua traslazione nel non-umano. Chiediamo la liberazione di Gesù. Se Egli resta solo il Cristo, non è ancora interamente libero. Cadranno le vigenti dommatiche? I dizionari teologici diventeranno glossari di archeologia e di filologia? Ma di cosa vi preoccupate, o uomini di poca fede…! Gesù non vale più dei vostri dizionari e dei vostri concilii?”

Giovanni Giraldi (1915–2014) filosofo, filologo e accademico italiano

in Sistematica NN. 156-157, p. 13-14
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“La prosa di Lucifero non si fa mai arte, ma vibra di tanta passione, forza ed umanità da rappresentare nella storia letteraria, e non solo, dell'Isola, il più notevole esempio di fede nelle proprie idee.”

Francesco Alziator (1909–1977) antropologo e letterato italiano

Origine: Citato in FilologiaSarda.eu http://www.filologiasarda.eu/didattica/schede/slides.php?sez=37&id=807&didaSec=letteratura, Eusebio e Lucifero.

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“La fede nella scienza e nella tecnica, nella fisica e nella chimica sta riducendo l'uomo a un oggetto privo di orizzonti metafisici.”

Andrea Rossi (1950) imprenditore e inventore italiano

Origine: In nome del petrolio, p. 73

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“L'universale è Gesù Cristo: "Tu sei la vita, Tu sei uno che mi porta la vita come un oltre, come qualcosa che sta oltre. Tu non sei qualcuno che mi dice una verità che è più grande di me: Tu sei la Verità". E ciò significa: "Tu sei l'ultima parola, Tu sei l'ultima cosa, Tu sei l'assoluto. Oltre di Te non si può andare. Tu sei la terra ferma". Tutto quello che di assoluto sta in queste parole, noi lo vediamo in Gesù Cristo e ci aggrappiamo a Gesù Cristo: "Tu sei tutto questo. Tu sei l'ultima cosa, l'ultimo, perché sei l'ultima spiegazione, l'ultima risposta. Tu sei tutto questo". Che è come dire: il centro non sono io. Io mi realizzo, io sono, ma mettendomi in Te. Questa è l'ubbidienza radicale, l'ubbidienza della fede. [.. ] Io non mi do i contorni che voglio, perché questi non sono i contorni della verità, non sono i contorni della giustizia, del bene. Io devo prendere i contorni, devo prendere forma da Gesù Cristo. Questo, in alcuni momenti, ci appare come una grande stoltezza. Ma la sapienza è prendere i contorni di Gesù Cristo, anche se può essere per noi una grande crocifissione, perché i contorni che abbiamo da noi stessi non sono quelli di Gesù Cristo, ma di Adamo. La croce più vera del cristiano consiste nell'essere discepoli. Consiste in questa ubbidienza, per cui impariamo a dire: "La verità non sono io e non è neanche l'umano". Noi accetteremmo che l'umano è la verità, è il bene; ma la sapienza della fede ci dice che non è l'umano la verità, il bene. La verità, il bene è un umano concreto: è l'umano concreto di Gesù Cristo.”

Giovanni Moioli (1931–1984) presbitero e teologo italiano

Origine: Il discepolo, p. 13

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“Francesco è il mio gladiatore. Un campione a tutto tondo, un fuoriclasse in campo e fuori. In un mondo sempre più globalizzato e sportivamente mutabile, Totti incarna, come Maldini, Bergomi e Del Piero, il simbolo della fedeltà. Una fedeltà che domani compie vent'anni e che con la Roma nessuno mai è riuscito a raggiungere. Se potessi, gli consegnerei un Pallone d'Oro alla carriera. Per la bravura, la generosità e l'umiltà, qualità che si possono trovare solo nei grandissimi come Francesco. Bravo!”

Giovanni Malagò (1959) imprenditore, dirigente sportivo e ex giocatore di calcio a 5 italiano

Origine: Citato in Totti, 20 anni di A. L'omaggio di Buffon e Riva: "Un fenomeno mandato dal cielo" http://www.gazzetta.it/Calcio/Squadre/Roma/27-03-2013/totti-20-anni-a-omaggio-buffon-riva-un-fenomeno-mandato-cielo-92697365263.shtml, Gazzetta.it, 27 marzo 2013.

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