Frasi su bianco
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“[Ultime parole famose, nel luglio 1974] Non lascerò la Casa Bianca.”

Richard Nixon (1913–1994) 37º presidente degli Stati Uniti d'America

Origine: Citato in Focus n. 88, p. 102.

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“Ho potuto constatare che la santità non si riconosce dai capelli biondi o bianchi.”

Teresa di Lisieux (1873–1897) religiosa e mistica francese

Padre Canisio

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“Le forze che cambiano il corso della storia sono le stesse che cambiano il cuore dell'uomo.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

Origine: Citato nella postfazione a Gilbert Keith Chesterton, La Ballata del Cavallo Bianco, Raffaelli Editore, Seconda Edizione 2011, a cura di Annalisa Teggi e Marco Antonellini, postfazione di Marica Ferri, p. 159.

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“[Riferito alla gotta] L'urina densa poi con sedimento bianco, dà indizio soffrirsi alle articolazioni o ai visceri, ed esservi timore di malattia.”

Aulo Cornelio Celso (-25–50 a.C.) enciclopedista e medico romano

libro II, capitolo VIII, p. 111
De medicina libri octo

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“Ogni mio singolo capello bianco lo chiamo "Kinski."”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

Intervista a Che tempo che fa (19 gennaio 2008)

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“L'America può mandare un uomo sulla luna, figuriamoci se non possono mettere un idiota alla Casa Bianca.”

Steve Sohmer (1941) scrittore, autore tv, giornalista

Origine: Gli ultimi nove giorni, p. 263

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“Contrariamente all'intuizione di Einstein, non solo Dio gioca a dadi, ma sembra essere l'unico del quale possiamo fidarci per un gioco onesto.”

da Informazione. Il nuovo linguaggio della scienza, traduzione di Stefano Bianchi, edizioni Dedalo, 2005

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“È stato lui il primo bianco ad affidare alla musica leggera un patrimonio di contenuti civili, una tradizione che apparteneva ai negri d'America. Una novità. E, nello stesso tempo, mi pare quasi che le canzoni di Bob Dylan siano esistite da sempre. Fossi della generazione di Dylan sarei sicuramente un suo grande fan, ma forse per quelli della mia sono state più importanti le canzoni di Guccini o di Vasco.”

Alessandro Baricco (1958) scrittore e saggista italiano

Origine: Da Un mito compie 60 anni: il mondo celebra Bob Dylan https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2001/maggio/22/mito_compie_anni_mondo_celebra_co_0_0105225268.shtml, Corriere della Sera, 22 maggio 2001.

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“Rade volte si dà vita senza tribulazione, come rade volte si dà Primavera senza tuoni.”

Giuseppe Battista (1610–1675) poeta italiano

dalla Lettera al signor Valerio Bianchi, p. 92
Lettere

“[Canaletto] La precisione miracolosa, la purezza incandescente del più piccolo tratto, della più piccola lineetta resteranno, in queste beate pitture, fra i più grandi raggiungimenti di una civiltà al suo culmine. Solo un pittore che era l'erede qualificato di tutta la pittura italiana, poteva arrivare a fondere in una concezione formale d'una così osata perfezione, la prospettiva italiana e l'evidenza di Vermeer. Sarà chiaro ormai come un'altra interpretazione semplicistica da scartare sarebbe quella che facesse discendere unicamente la specialissima ellissi cromatico-luminosa di Canaletto, dal suo impareggiabile virtuosismo di disegnatore e di incisore. Nella progressiva maturazione dello stile di Canaletto […] si è constatato come disegno e pittura non siano che fasi di un'unica visione: né, per il fatto che, cronologicamente, il disegno precede la pittura "finita" corrispondente, si può dedurre questa da quello. Uno era l'artista, una l'intenzione formale. La particolare ellissi stenografica non nasce per ragioni di formula disegnativa, di affidare cioè alla linea tutto il fardello dell'immagine, ma proprio per la inconfondibile necessità spaziale […], per cui luci e ombre, per determinare la visione stereoscopica, devono continuamente avanzare o retrocedere rispetto all'oggetto cui si riferiscono: dissociarsene e scaglionarsi in profondità. Donde qualsiasi modulazione chiaroscurale o plastica deve per forza essere risolta in giustapposizioni, in scaglionamenti, in trapassi secchi. È in quanto che il piccolissimo punto bianco (che poi sarà un naso o un bottone) avanza più del dovuto – per così dire – che nella totalità dell'immagine riuscirà a ristabilire il nesso spaziale, lo spessore dell'oggetto, senza bisogno di termini intermedi. Chi rimprovera ciò a Canaletto non ha capito nulla dell'altissima ricerca formale e non imitativa che ha sempre retto la sua pittura. Senza quella particolare ellissi, senza quella sottile tecnica quasi ad intarsio, né a Vermeer né a Canaletto riuscirebbe di raggiungere la loro inarrivabile spazialità, che è come uno scandaglio nel mare. Non è una spazialità affiorante, non chiede la sua valenza al medium della luce: ma si serve della luce, come per messa a punto definitiva. È in quei punti luminosi, che brillano simili a pagliette, che si ha come la riprova dell'operazione riuscita […]. Altro che naturalismo, obbiettività manuale, inerte virtuosismo ottico. E quelle vedute ideate, come le chiamò lui stesso, che arrivavano fino al capriccio di impianto, allora quasi panniniano, quanto mal celato fastidio hanno sempre dato ai suoi critici, fissi nel volerlo vedere nei suoi panni reali solo quando sembra che copi esattamente dal naturale. […] Che colpo, per chi ambirebbe farne il coscienzioso pre-impressionista, sempre in plein air.”

Cesare Brandi (1906–1988) storico dell'arte, critico d'arte e saggista italiano

Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, Rizzoli/Skira, Milano, 2003, pp. 181-188.

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“L'Inter di Ottavio Bianchi ha tre schemi: rinvio di sinistro di Pagliuca, rinvio di destro di Pagliuca, rinvio con le mani di Pagliuca.”

Franco Rossi (1944–2013) giornalista italiano

Senza data precisa
Origine: Citato in Le più belle barzellette sull'Inter, Sonzogno, 2004, p. 106. ISBN 88-454-1202-4

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“[Su Wimbledon] Adesso che viaggiamo come una troupe di cani ammaestrati, venti volte il giro del mondo in un anno, è una cosa incredibile ritornare per 15 giorni in un luogo in cui tutto funziona con amore. Darei un anno di vita, magari una mano, pur di farcela [a vincere il torneo]. È un posto incredibile, un posto dove tutti dovremmo vestirci puliti, di bianco, se già non ci fosse quella regola.”

Arthur Ashe (1943–1993) tennista statunitense

Origine: Citato in Gianni Clerici, Così vinse Wimbledon quel campione nero nel regno dei bianchi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/02/09/cosi-vinse-wimbledon-quel-campione-nero-nel.html, la Repubblica, 9 febbraio 1993.

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“Canaletto fu genio caldo e sereno, simile al Tiepolo, al quale assomiglia nel colore e nella luminosità solare, con i quali concepisce le cose. Non vi è tormento nella sua opera, ma realizzazione sicura, precisa, quasi matematica, penetrata tuttavia da una sensibilità limpida e purificatrice, che ce la rende sorprendentemente umana. E proprio in questa antitesi, in questa funzione di opposti, sta l'originalità della sua pittura; che si eleva anche sopra quella di molti pur bravi olandesi, proprio per il superamento del dato oggettivo e per il maggior sentimento e la più intensa spiritualità che egli immette nella raffigurazione di una "veduta", d'un "paesaggio", e finanche d'una "prospettiva". Storicamente il suo, se si eccettua quello del nipote Bernardo, è quasi un caso unico. Canaletto non è certo un tipico rappresentante del "rococò", né assomiglia ai Guardi, né preannuncia con la sua pittura l'imminente aria romantica. Se questo… successe talvolta (per esempio in alcuni liberissimi "capricci"), sembra quasi gli venga da suggestioni esterne e non dal profondo dell'animo. Egli, per quella sua particolare veste di precisione quasi matematica con cui si presentava ai suoi contemporanei, sarà stato ben accetto tanto ai seguaci dell'Illuminismo quanto ai fautori delle nuove estetiche neoclassiche. Per noi, oggi, Canaletto rimane il più grande pittore di "vedute vere". Nessuno come lui seppe tanto "pittoricamente" rappresentare la "realtà oggettiva" di quella straordinaria città di acque e di pietra che è Venezia, né con maggior limpidità dipingerne i cieli tersi e luminosi; così lo splendore del sole sugli intonaci rossi, sul bianco dei marmi, così il silenzio dei suoi campi, delle sue barche immote. […] Così è nei vasti orizzonti del Tamigi, dei parchi inglesi: un sole, una luce, un'aria trasparente, presente, quasi tattile, che non si vide mai.”

Egidio Martini (1919–2011) critico d'arte e pittore italiano

da La pittura veneziana del Settecento, 1964
Origine: Citato in Canaletto, I Classici dell'arte, a cura di Cinzia Manco, pagg. 181 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\CAG\0608462 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?db=solr_iccu&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2540and%2B%2540and%2B%2B%2540attr%2B1%253D13%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522759.5%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4005%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522classici%2Bdell%2527arte%2522%2B%2B%2540attr%2B1%253D4018%2B%2540attr%2B4%253D1%2B%2522rizzoli%252Fskira%2522&totalResult=13&select_db=solr_iccu&nentries=1&rpnlabel=+Codice+Classificazione+Dewey+%3D+759.5+&format=xml&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&searchForm=opac%2Ficcu%2Ferror.jsp&do_cmd=search_show_cmd&refine=4005%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7Cclassici+dell%27arte%7C%7C%7CCollezione%404018%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7Crizzoli%2Fskira%7C%7C%7CEditore&saveparams=false&&fname=none&from=11

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“Il carbone bianco.”

Aristide Bergès (1833–1904)

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 736

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“Per il mio cuore, o pena! | Per la mia mente, o gioia! || In cuore m'arde il fuoco della brama, | in mente mi tramonta | la luna piena dell'oscurità. || O muschio!' O luna piena!' | O fronda della duna!' | Com'è verde la fronda,' | come sfavilla il fuoco, | com'è fragrante il muschio! || O bocca sorridente le cui bolle | ho così tanto amato! | O sapida saliva,' | in cui ho assaporato miele bianco!”

Ibn Arabi (1165–1240) filosofo, mistico e poeta arabo

XXV, ss. 1-4; 2008
L'interprete delle passioni
Origine: Spirante dalla pietà divina.
Origine: Poiché la sua luce proviene da quella di Dio, e poiché essa è uno specchio per Lui, che manifesta Se stesso in lei.
Origine: Si riferisce alla qualità dell'autosussistenza.
Origine: In quanto rivestita dei Nomi divini
Origine: Sono le scienza della comunicazione, del colloquio e del dialogo che lasciano nel cuore un delizioso sapore.

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“[Dopo una chiamata dubbia a Wimbledon] Giuro che era fuori. Ci sono due possibilità: o la palla era verde per l'erba o bianca per il gesso. Ed era verde. [L'arbitro ribatte: "Interessante, dato che la palla ha colpito la linea"] Non conosco il tuo nome ma d'ora in poi ti chiamerò Dio perché puoi confutare ciò che è avvenuto veramente.”

James Blake (1979) tennista statunitense

Origine: Citato in Daniele Vallotto, Blake all'arbitro: "D'ora in poi ti chiamerò Dio" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/06/25/734697-blake_arbitro_chiamero.shtml, Ubitennis.com, 25 giugno 2012.

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“[Riguardo ai problemi di gestione delle immigrazioni clandestine] Una salva davanti, una salva dietro al limite delle acque territoriali e vedrete che le barche non partiranno più.”

Roberto Calderoli (1956) politico italiano

da Bianchi: "Intervenga Gheddafi su queste tragedie non si tratta" http://www.repubblica.it/2006/08/sezioni/cronaca/clandestini-lampedusa/bianchi-e-polemica-clandestini/bianchi-e-polemica-clandestini.html, Repubblica.it, 22 agosto 2006

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“La vita è come una collana fatta di perle bianche e di perle nere, che sgraniamo fra le dita.”

Charles Ferdinand Ramuz (1878–1947) scrittore svizzero

da La vita di Samuel Belet, traduzione di Cesare Lupo, Jaca Book, 1987

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“Quando vivevo a Roma andavo sempre a San Pietro, affascinata da quel puntino bianco che diceva Messa e non si sentiva nulla per l'audio modesto. Ma la bellezza delle cose ama nascondersi. Io darei una carezzina al Papa, mi fa tenerezza. Mi ricorda mio nonno Ferruccio.”

Carmen Consoli (1974) cantautrice italiana

citato in Consoli e Grandi alla festa delle star https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/30/Consoli_Grandi_alla_festa_delle_co_0_0004301820.shtml, Corriere della sera, 30 aprile 2000

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“Mentre la maggior parte dei teorici sociali sembrava non avere sufficiente consapevolezza del potere della gente di creare le proprie istituzioni e le proprie forme di organizzazione, ci sono molti esempi di questo potere che mi incoraggiano. Uno dei miei favoriti ha avuto luogo a New York negli ultimi anni '70. Questa esperienza si chiamava il "Movimento della undicesima strada est". Inizialmente il movimento era un'organizzazione di quartiere di portoricani, una delle tante del Lower East Side di Manhattan, che aveva formato un'alleanza con alcuni giovani ecologisti radicali per riabilitare un palazzo abbandonato che era stato completamente distrutto da un incendio. L'isolato stesso, uno dei peggiori nel ghetto ispanico, sarebbe divenuto un ritrovo per tossicodipendenti, ladri di auto, rapinatori e piromani. Dopo essere stato occupato illegalmente da una comunità di squatter, l'edificio fu completamente ricostruito dagli operai di una cooperativa, composti per la maggioranza da portoricani, una manciata di neri e qualche bianco. Il tentativo del movimento di acquistare la proprietà dell'edificio per finanziare la sua riabilitazione e allargare le sue attività ad altre strutture abbandonate, sarebbe divenuta una cause célèbre che ispirò imprese simili nel Lower East Side e in altri quartieri. […] Alla fine, l'edificio stesso fu non solo ricostruito, ma fu "ristrutturato ecologicamente" con dispositivi salva-energia, isolanti, pannelli solari per scaldare l'acqua e un generatore eolico per fornire una parte dell'energia elettrica. Si parlò di giardini pensili, riciclo dei rifiuti e di trasformare i terreni abbandonati nei paraggi in piccoli parchi di quartiere. Sarebbe troppo lungo fare un resoconto completo delle lotte del "Movimento della undicesima strada est". Tuttavia, sono felice di dire che alcune persone dell'Institute for Social Ecology giocarono un ruolo ispiratore e tecnico in questi progetti. Questo è, penso, un esempio poco conosciuto, ma notevole di come giovani ecologisti sociali bianchi hanno lavorato mano nella mano con persone ispaniche oppresse per ottenere un ambiente umano in maniera autenticamente ecologica. […] È stato un meraviglioso esempio della pratica dell'ecologia sociale che contrasta marcatamente con le carattaristiche bellicose, autoindulgenti e a volte misantropiche che trovo spesso nell'ecologia profonda e nell'ambientalismo della classe media.”

Murray Bookchin (1921–2006) scrittore statunitense

da Aa. Vv., Defending the Earth, A debate between Murray Bookchin and Dave Foreman, Black Rose Books, Montreal/New York, 1991, pp. 101-102
Origine: Citato in Ermanno Castanò, Ecologia e potere. Un saggio su Murray Bookchin, p. 114, Mimesis, Milano, 2011. ISBN 88-57-50501-4

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“Tagliate quel legname! Campane, troppe e troppo forti a diffondere per l'aria ventosa la loro musica attraverso i rami spogli da campanili d'un bianco lunare, hanno accompagnato coi loro vespri i secoli al loro termine.”

John Betjeman (1906–1984) poeta, scrittore

da Visione del pianificatore
Origine: citato in Mario Praz, Cronache letterarie anglosassoni, vol. III, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1966

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“Davanti all'ospedale Al Awda siamo stati testimoni (e abbiamo filmato) dell'utilizzo di bombe al fosforo bianco.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Gaza. Restiamo umani, p. 56

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“Sono nove i camici bianchi uccisi dall'inizio dei bombardamenti […]. I sopravvissuti tremano di paura, ma non si tirano indietro.”

Vittorio Arrigoni (1975–2011) scrittore e attivista italiano

Origine: Gaza. Restiamo umani, p. 63

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