Frasi su cicatrice

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema cicatrice, essere, ferito, vita.

Frasi su cicatrice

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“Ciò che non ti uccide, lascerà una cicatrice.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da Leave a Scar
The High End of Low

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“Ho una cicatrice sembra un tatuaggio sai che cosa dice? Avanti coraggio!”

Jovanotti (1966) cantautore, rapper e disc jockey italiano

da Date al diavolo un bimbo per cena, n. 13
Lorenzo 2002 – Il quinto mondo

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“Il mondo allarga le gambe per un'altra stella; il mondo mostra il suo volto per un'altra cicatrice.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da Little Horn
Antichrist Superstar

“Esistono tante forme di cicatrici quanti sono i tipi di ferite inferte alla psiche. Qualunque sia il segreto, la psiche è colpita.”

Clarissa Pinkola Estés (1945) scrittrice, poetessa e psicoanalista statunitense

Donne che corrono coi lupi

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“Tutte queste cicatrici Terra sono il fascino della tua figura guerriera.”

Jean Cocteau (1889–1963) poeta, saggista e drammaturgo francese

citato in Il mio primo viaggio, fuori testo a pag. 8

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“A furia di autolesioni riesco ad addormentarmi […] Vedi, mi procuro cicatrici.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da Get your gunn
Portrait of an American Family

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“Io non posso, per conquistare la vostra fiducia, vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati, ma se necessario, posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari, e infine le cicatrici che mi attraversano il petto. Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.”

Gaio Mario (-157–-86 a.C.) generale e politico romano

citato in Gaio Sallustio Crispo, La guerra di Giugurta, LXXXV, 29-30; 2013
Non possum fidei causa imagines neque triumphos aut consulatus maiorum meorum ostentare, at, si res postulet, hastas, uexillum, phaleras, alia militaria dona, praeterea cicatrices aduerso corpore. Hae sunt meae imagines, haec nobilitas, non hereditate relicta, ut illa illis, sed quae ego meis plurimis laboribus et periculis quaesiui.
Attribuite

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“La cicatrice della coscienza è dolorosa come una ferita!”
Cicatrix conscientiae pro vulnere est.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“È sempre bellissima la cicatrice che mi ricorderà di essere stato felice.”

Samuele Bersani (1970) cantautore italiano

da Pesce d'Aprile
Manifesto Abusivo

“Ed io la smetto di portarti in ogni parte del pianeta, come un cicatrice, come un anello tra le dite.”

Niccolò Agliardi (1974) cantautore italiano

da Quattro quarti n. 6
Non vale tutto

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“Dopo i casini in discoteca dalla pula estinti, yo, sei su dieci con la cicatrice.”

Joe Cassano (1973–1999) rapper italiano

Gli occhi della strada, n. 5
Dio Lodato

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“Allora uccidimi, Voldemort, io accetto volentieri la morte! Ma la mia morte non ti darà quello che cerchi… ci sono tante cose che non capisci…”

Grindenwald a Voldemort, sentito da Harry attraverso la cicatrice: cap. 23, p. 432
Harry Potter e i Doni della Morte

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“Il mio ombelico come cicatrice e il mio pene come indice mi manifestano che sono grazie a un altro e per un altro, che posso compiermi solo con l'altro e anche nell'altro – non sviluppandomi ma fruttificando, cioè dando nascita a un altro (figlio) con un'altra”

Fabrice Hadjadj (1971) scrittore e filosofo francese

donna
Origine: Da Ma che cos'è una famiglia?, Edizioni Ares; citato in Toh, un Cristo è risorto http://www.ilfoglio.it/chiesa/2015/12/07/toh-un-cristo-risorto-francia-chiesa-cattolici___1-v-135748-rubriche_c201.htm, il Foglio.it, 7 dicembre 2015.

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“Terra, terra silenziosa. | Silenziosa, | con la pelle bruciata, la statura nuda, | perdona, Hiroshima… | Perdona ogni passo | che sfiora una tua ferita, rompe una cicatrice… | Perdona uno sguardo | che ti fa male anche se t'accarezza… | Perdona qualsiasi parola | che smuove l'aria in cui cerchi | i tuoi bambini, | popoli di bambini perduti per sempre. | Non c'è | non può esistere | una tomba! Vento c'è… vento… vento… | È la loro voce | che risuona | di giorno in giorno più debole | soltanto nel ricordo.”

Eugen Jebeleanu (1911–1991) Scrittore e traduttore Rumeno

da Il primo incontro
Origine: In Il sorriso di Hiroshima, brano pubblicato nella rivista L'Europa letteraria del dicembre 1961, traduzione di Dragos Vranceanu e Franco Costabile; citato in Giuseppe Passarello, Voci del tempo nostro, antologia di letture moderne e contemporanee, Società editrice internazionale, Torino, 1968, p. 904.

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“Io non posso, per conquistare la vostra fiducia, vantare ritratti o trionfi o consolati dei miei antenati, ma se necessario, posso mostrare lance, stendardi, falere, altre decorazioni militari, e infine le cicatrici che mi attraversano il petto. Questi sono i miei ritratti, questa è la mia nobiltà: non mi è stata lasciata in eredità come la loro, ma l'ho conquistata a prezzo di innumerevoli fatiche e pericoli.”

Gaio Sallustio Crispo (-86–-34 a.C.) storico romano in lingua latina e senatore della repubblica romana

Gaio Mario: LXXXV, 29-30; 2013
Non possum fidei causa imagines neque triumphos aut consulatus maiorum meorum ostentare, at, si res postulet, hastas, uexillum, phaleras, alia militaria dona, praeterea cicatrices aduerso corpore. Hae sunt meae imagines, haec nobilitas, non hereditate relicta, ut illa illis, sed quae ego meis plurimis laboribus et periculis quaesiui.
La guerra giugurtina

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“Aveva sofferto abbastanza per poter sfruttare le cicatrici a proprio favore.”

Paulo Coelho (1947) scrittore brasiliano

The Witch Of Portobello

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“La solitudine è questa situazione un po’ buffa, un po’ ridicola, un po’ aggressiva di un uomo seduto al tavolo di un ristorante turistico: l’immagine di una persona incompleta, tanto goffa da sembrare stupida o arrogante. Leo deve incominciare a difendere questa sua solitudine. Non deve permettere che gli altri lo vedano come un atomo dalle valenze aperte, come qualcuno immiserito dalla mancanza di un compagno, di un amico, di un amore. La solitudine è anche scomodità. Obbliga a rivolgersi agli altri, a fare richieste continue. Sul treno lui non può lasciare i bagagli per recarsi al ristorante. Deve cercare il controllore, o un altro passeggero, e chiedergli di dare cortesemente un’occhiata alla macchina fotografica. Negli aeroporti, con il carrello carico di valigie, non riesce a raggiungere la toilette, o la cabina del telefono soprattutto se si trovano a livelli diversi da quelli in cui è stato sbarcato e allora, scaricare i bagagli, affrontare le scale, deporli, entrare in un bagno diventa un’impresa impossibile, faticosa già mentalmente. Nei ristoranti è pressato dalla gente in coda solo perché gli altri sono in due e lui, solo, sta occupando un piccolo tavolo. Negli alberghi le camere singole sono, in genere, le più strette e le più piccole: i sottotetti o le mansardine della servitù. E per giunta c’è sempre un supplemento da pagare.
   La solitudine impietosisce gli altri. A volte lui sente lo sguardo indiscreto della gente posato sulla sua figura come un gesto di una violenza inaudita. Come se gli altri lo pensassero cieco e gli si accostassero per fargli attraversare la strada. Certe premure lo offendono più dell’indifferenza, perché è come se gli ricordassero continuamente che a lui manca qualcosa e che non può essere felice. Si vede con un lato del corpo sanguinante, una cicatrice aperta dalla quale è stata separata l’altra metà. Vorrebbe spiegare che sì, Thomas gli manca e di questo sta soffrendo. Ma che non avverte la propria solitudine come una disperazione. Si sta concentrando su di sé, si sta racchiudendo nelle proprie fantasie e nei propri ricordi. Sta cercando di abbracciare la parte più vera di se stesso recuperandola attraverso il ricordo, la riflessione, il silenzio.”

Camere separate

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“Vorrei solo poter restare qui tutta la notte e continuare a scrivere. Scrivere mi fa bene. Lo sento. Anche quando scrivo cose tristi, qualcosa in me si tranquillizza, sento di avere uno scopo.

Voglio rimanere qui e raccontare le cose più semplici. Descrivere la foglia che è appena caduta. O la catasta di sedie in veranda. O le falene attratte dalla lampada. E raccontare ciò che avviene durante la notte finché il buio si tramuta in luce, fino ai cambiamenti di colore. Potrei rimanere qui seduta per giorni e notti a descrivere ogni stelo d'erba, ogni fiore, i sassi del muretto, le pigne. Solo dopo, quando mi sentirò pronta, passerò a scrivere di me. Del mio corpo, per esempio. Comincerò da lui, da ciò che è tangibile. Ma anche con lui partirò da lontano, dalle dita dei piedi, per avvicinarmi piano piano. Descriverò ogni sua parte, ne annoterò le sensazioni, quelle di un tempo e quelle attuali. I ricordi della caviglia, per esempio, o della guancia, o del collo. Perché no? Attraverso le carezze, i baci e le cicatrici. Mantenermi viva con la scrittura. Ci vorrà un sacco di tempo ma ne ho molto a mia disposizione. La vita è lunga e voglio raccontare di me stessa, raccontare quello che probabilmente nessuno mi racconterà mai. La mia storia. Senza aggiunte, ma anche senza detrazioni. Scrivere senza pretendere nulla. Da nessuno. Scrivere solo la mia voce.”

David Grossman (1954) scrittore e saggista israeliano

Be My Knife

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“Sono umilmente qui davanti a voi in un paese che è stato razziato, derubato e spogliato da più di otto anni dal regime brutale e mostroso di Idi Amin. Sono pienamente consapevole della sofferenza e la miseria indescrivibile inflitto sul nostro popolo dal mostro Amin e i suoi seguaci. I suoi tentativi di schiavizzare l'intera nazione e di brutalizzare e torturare un numero innumerevole del nostro popolo col sostegno di traditori, mercenari e altri agenti strainieri hanno lasciato una cicatrice sul nostro paese che non sarà facile cancellare.”

Milton Obote (1925–2005) politico ugandese

Variante: Sono umilmente qui davanti a voi in un paese che è stato devastato, saccheggiato e spogliato per più di otto anni dal regime brutale e mostruoso di Idi Amin. Sono pienamente consapevole della sofferenza e la miseria indescrivibile inflitta al nostro popolo dal mostro Amin e i suoi seguaci. I suoi tentativi di schiavizzare l'intera nazione, di brutalizzare e torturare un numero infinito di persone del nostro popolo col sostegno di traditori, mercenari e altri agenti stranieri hanno lasciato una cicatrice sul nostro paese che non sarà facile cancellare.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Non Dimenticare Mai

Non dimenticare mai
quella lanterna preziosa
che per illuminare il tuo cuore
un giorno primaverile ti donai, riscaldando con l'essenza
del mio essere
il grigiore dei tuoi giorni
all'ombra della tua tristezza,
non dimenticarmi.
E non dimenticarmi,
quando mi volterai le spalle
chiudendo gli occhi al passato,
e soffiando sulla sua fiamma spegnendo quell'amore
per la quale hai vissuto
una nuova stagione
colma di pace, brio e felicità
che ti hanno salvato
dalla fossa interiore
ove hai sepolto
tutte le tue speranze
nel dolore assordante
della caparbia rabbia,
nella quale affogavi te stesso,
ed io ti ho soccorso
come un angelo custode!
Non dimenticare che,
nella scoperta
delle nuove emozioni
che or colmano
il tuo cuore colorandolo
di nuove tonalità dettate dall'istinto imprevedibile
che gonfia il tuo volere
come una mongolfiera in fiera,
lo lasci volare alto
nella volta celeste
della tua anima
che credevi persa
nelle acque immote,
intorpidite dai vecchi tormenti che affliggeva il giardino secco della tua terra fatta
d'anima opaca e sola
sbiadita nei lamenti
dei tuoi stridori,
l'abbandonasti senza scrupoli,
ed io la trovai
come una rosa
nel mare in piena tempesta,
curando la sua essenza
da tutte le sue cicatrici,
leccando le sue spine
non curandomi di ferirmi
insieme a te!
Ti prego, non dimenticarmi mai
in un'altra occasione
che or ti rapisce lontano
senza conosce il suo bene
nel suo miele,
anche se il suo di sapore
è amaro al mio palato
mentre assaporo il dolore
delle mie lacrime d'addio
che mi hai lasciato
come crisantemo alla sua tomba
per commemorare quel che fu, non dimenticare mai, ti prego,
ciò che è stato fatto
per amor per te
perché la luce
puoi anche spegnerla tu,
ma l'essenza dell'olio magico creato dal vero amore
non te lo donano mai tutti
devotamente solo per te,
e or ormai mi basta sol questo.
Non dimenticare mai.”