Frasi su divinità
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“In India i mistici e i poeti si sono chiesti molte volte chi è il santo. E hanno formulato delle belle risposte: «Il santo è come una rosa». Si è mai sentito una rosa dire: «Darò la mia fragranza soltanto ai buoni e a quanti apprezzeranno il mio profumo, e negherò la mia fragranza ai cattivi»? […] Gesù non ci dice proprio questo quando ci ordina di essere misericordiosi come il Padre nostro celeste, che fa piovere sui buoni e sui cattivi? Che fa sorgere il sole su giusti e peccatori? Come possiamo un giorno trovare questo tipo di amore? Mediante la comprensione oppure un'esperienza mistica. Cioè? […] Paolo afferma che tutti formiamo un solo corpo. Come il mio corpo e io non siamo due, ma siamo la stessa cosa. Io non sono il mio corpo, ma non siamo due! E quanto lo amo il mio corpo! Quando un membro o un organo del mio corpo sta male oppure è sano, io lo amo comunque allo stesso modo. Questa è la comprensione che viene concessa ad alcuni uomini fortunati. Rispetto agli altri sono diversi, ma non separati, sono un corpo solo. […] Quando qualcuno si fa male, oppure viene colpito, e io esclamo: «Ahi!» è successo qualcosa. Mi sono identificato con lui; l'amore diventa identificazione. Possiamo fare qualcosa per ottenere questa grazia? No, è un dono. Tutto ciò che possiamo fare è prepararci. Forse non ci crederete; eppure io vi dico che, se voi sentiste e vedeste, oppure sentiste e entraste in contatto con voi stessi, allora arrivereste al silenzio e le cose vi verrebbero rivelate. Tutto ciò che possiamo fare è preparare il terreno. […] Dio è lo Sconosciuto, Dio è il Mistero, Dio è Amore. Perciò, quando amate, diventate partecipi della divinità e della grazia.”

Anthony de Mello (1931–1987) gesuita e scrittore indiano

Istruzioni di volo per aquile e polli

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“L'amore non sarebbe considerato una divinità, se non operasse comunemente dei miracoli.”

Antoine François Prévost (1697–1763) scrittore e storico francese

Storia del Cavaliere des Grieux e di Manon Lescaut

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“Il grande Giappone è una contrada divina. Solo il nostro paese fu fondato dalle divinità e trasmesso da Amaterasu ad una lunga serie di discendenti. Non vi è cosa simile nei paesi stranieri. Per questo il Giappone viene chiamato una contrada divina.”

Kitabatake Chikafusa (1293–1354)

Origine: Da Jinnō Shōtōki, Storia della vera successione dei divini .
Origine: Citato in Pacifico Arcangeli, Letteratura e crestomazia giapponese, p. 68

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“La precisione che ho appena indicato non è un artificio retorico; è affermazione dell'onestà, della pienezza con cui ogni circostanza del poema è stata immaginata. E altrettanto può dirsi dei dettagli di natura psicologica, così ammirevoli e al tempo stesso così semplici. Di tali dettagli è come intessuto il poema; ne citerò alcuni. Le anime destinate all'Inferno piangono e bestemmiano Dio; appena sulla barca di Caronte, il loro timore si trasforma in desiderio e intollerabile ansia (Inferno, III, 124). Dalle labbra di Virgilio Dante apprende che questi non avrà mai accesso al Cielo; subito lo chiama maestro e signore, sia per dimostrare che quella confessione non riduce il suo affetto, sia perché, sapendolo perduto, lo ama di più (Inferno, IV, 39). Nella nera bufera del secondo cerchio, Dante vuol conoscere la radice dell'amore di Paolo e Francesca; costei racconta che si amavano e non lo sapevano, «soli eravamo e sanza alcun sospetto», e che il loro amore fu rivelato da una lettura casuale. Virgilio confuta i superbi, che con la sola ragione pretendono di abbracciare la divinità infinita; subito china la testa e tace, perché uno di quegli sventurati è lui (Purgatorio, III, 34). Sull'aspro fianco del Purgatorio l'ombra del mantovano Sordello chiede all'ombra di Virgilio quale sia la sua patria; Virgilio dice Mantova; Sordello allora lo interrompe e lo abbraccia (Purgatorio, VI, 58).”

Jorge Luis Borges (1899–1986) scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino

dal prologo https://books.google.it/books?id=z7fFBQAAQBAJ&pg=PT4#v=onepage&q&f=false
Nove saggi danteschi

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“Neppure in quel momento, mentre si avvicinava alla sua vecchia casa, [Louisa Bounderby] avvertí su di sé alcun benefico influsso. Che cosa aveva piú da spartire ormai con i sogni dell'infanzia, con le sue fiabe leggiadre, con la grazia, la bellezza, l'umanità, le illusioni di cui si adorna il futuro? Tutte cose tanto belle in cui credere da piccoli, da ricordare con tenerezza una volta adulti perché, allora, anche la piú insignificante di esse si eleva alla dignità di una grande e benevola disposizione del cuore che consente ai piccini che soffrono di avventurarsi per le vie irte di sassi di questo mondo, conservando quel piccolo angolo fiorito con le loro mani pure. Un giardino nel quale i figli di Adamo farebbero meglio a entrare piú spesso per scaldarsi al sole con fiducia e semplicità, liberi da vanità mondane.
Già, cos'aveva ormai da spartire con i ricordi dell'infanzia? Il ricordo di come, al primo incontro, attraverso la luce delicata dell'immaginazione, la Ragione, le fosse apparsa come una divinità benefica che additava a divinità altrettanto magnanime e non già come un idolo arcigno, gelido e crudele, con vittime legate mani e piedi; grossa figura ottusa dallo sguardo fisso che solo un sistema di leve, azionato da un preciso numero di tonnellate, sarebbe stato in grado di smuovere. La casa paterna e la fanciullezza le rimandavano immagini di fonti e sorgenti inaridite nell'istante stesso in cui sgorgavano dal suo giovane cuore. Niente acque dorate per lei: esse fluivano invece a fecondare la terra in cui si coglie l'uva dai rovi e il fico dal pruno.”

IX; 1999, p. 236
Tempi difficili, Libro secondo

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“Totti è intramontabile, è come la luce sui tetti di Roma. La luce persiste, va avanti, dilaga. Lo avevano dipinto come stanco e claudicante, invece lui va in campo e sfianca gli avversari. […] Totti è innominabile, è una specie di divinità e sarà al centro del progetto tecnico, la squadra sarà modellata intorno a lui. […] Lui è il capitano e dovrà contribuire in maniera importante per costruire il futuro di questa società e questo club.”

Walter Sabatini (1955) dirigente sportivo, allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Dalla conferenza stampa del 10 giugno 2011; citato in Sabatini: "Totti è la luce della nuova Roma di Luis Enrique" http://www.iltempo.it/sport/2011/06/11/sabatini-totti-e-la-luce-della-nuova-roma-di-luis-enrique-1.75000, Il Tempo.it.

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“Gli uomini che non credono in nulla scrivono tomi su divinità che non sono mai esistite.”

Henry Miller (1891–1980) scrittore, pittore e saggista statunitense

Origine: Il colosso di Maroussi, p. 87

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“Tutto quanto essi stabiliscono sul fare e il non fare, mira alla divinità.”

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Vita di Pitagora
Origine: Citato in Erica Joy Mannucci, La cena di Pitagora, Carocci, Roma, 2008, p. 18. ISBN 978-88-430-4574-7

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“BIANCO- Non mi pare proprio. Lei lo vede, Gesù?
NERO- No. Non lo vedo.
BIANCO- Però ci parla.
NERO- Ogni santo giorno.
BIANCO- E lui parla con lei.
NERO- Mi ha parlato. Si.
BIANCO- Ma lei lo sente? Sente proprio la sua voce?
NERO- No, non sento la sua voce. Non sento neanche la mia, se è per questo. A lui però l'ho sentito.
BIANCO- Bè, allora Gesù non potrebbe essere soltanto nella sua testa?
NERO- Infatti è nella mia testa.
BIANCO- Allora non capisco cos'è che sta cercando di dirmi.
NERO- Lo so che non capisci, zuccherino. Sta' a sentire. La prima cosa che devi tenere presente è che io, nella testa, non ho manco un pensiero originale. Se non ho dentro la scia del profumo della divinità, allora non mi interessa.
BIANCO- La scia del profumo della divinità.
NERO- Esatto. Che te ne pare?
BIANCO- Non è male.
NERO- L'ho sentito alla radio. Da un predicatore nero. Ma il punto è che ci ho anche provato a fare nell'altro modo. E mica a spizzichi e bocconi, eh. Dico proprio benda sugli occhi, briglia sciolta e via a correre in mezzo ai boschi. Oddio. Ci ho provato eccome. Se trovi un cristiano che ci ha provato più di me, mi piacerebbe conoscerlo. Mi piacerebbe davvero. E secondo te che cosa ci ho guadagnato?
BIANCO- Non lo so. Che cosa ci ha guadagnato?
NERO- La morte in vita. Ecco cosa ci ho guadagnato.
BIANCO- La morte in vita.
NERO- Esatto. Ero un cadavere ambulante. Così morto che non sapevo manco stendermi nella tomba.”

The Sunset Limited

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“Divinità dalla suprema voce, | la tua temporalità mi è entrata nelle ossa. (da Casta Diva, n.3)”

Franco Battiato (1945) musicista, cantautore e regista italiano

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“[Commentando il ciclo degli affreschi dellAllegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo nel Palazzo Pubblico di Siena] Prima che l'umanesimo richiamasse in onore le divinità pagane rimaste per tutto il medioevo nell'immaginazione popolare, rideste ai primi tepori della civiltà nuova, Ambrogio Lorenzetti rende loro lo scettro sugli uomini.
L'Estate ha il tipo pieno, rubicondo, proprio di Ambrogio, il quale qui fu meno scarso del solito nel segnare i tre quarti del volto della figura, e rapido nel tratto, sciolto, freschissimo. L'Autunno pare un'incisione a due tinte per le bianche lumeggiature sulle carni abbronzate, ora a tratti veloci e ora a masse sulle parti prominenti e più esposte alla luce. C'è modernità in quegli schizzi a colpi, saldezza d'arte progredita, libertà di maestro. Ambrogio Lorenzetti è più nuovo che non nelle opere finite in quegli abbozzi decorativi dove si lascia sorprendere senza la dottorale zimarra che sembra indossare di solito.”

Adolfo Venturi (storico dell'arte) (1856–1941) storico dell'arte e accademico italiano

vol. 5, pp. 709-710
Storia dell'arte italiana, La pittura del Trecento e le sue origini
Variante: Prima che l'umanesimo richiamasse in onore le divinità pagane rimaste per tutto il medioevo nell'immaginazione popolare, rideste ai primi tepori della civiltà nuova, Ambrogio Lorenzetti rende loro lo scettro sugli uomini.
L'Estate ha il tipo pieno, rubicondo, proprio di Ambrogio, il quale qui fu meno scarso del solito nel segnare i tre quarti del volto della figura, e rapido nel tratto, sciolto, freschissimo. L'Autunno pare un'incisione a due tinte per le bianche lumeggiature sulle carni abbronzate, ora a tratti veloci e ora a masse sulle parti prominenti e più esposte alla luce. C'è modernità in quegli schizzi a colpi, saldezza d'arte progredita, libertà di maestro. Ambrogio Lorenzetti è più nuovo che non nelle opere finite in quegli abbozzi decorativi dove si lascia sorprendere senza la dottorale zimarra che sembra indossare di solito. (vol. 5, pp. 709-710)

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“Sto ascoltando il grande coro finale della Messa copta, sulle cui onde oceaniche cadono i colpi maestosi e infinitamente negligenti del tamburo segreto e sopravvive il suono argentino del sistro. È il passo della divinità in tutta la sua indicibile sprezzatura.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Origine: Da una lettera a John Lindsay Opie, senza data (dalla metà degli anni Sessanta in poi, Belinda e il mostro, p. 188), scritta in inglese; citato in Cristina De Stefano, Belinda e il mostro, p. 107.

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“So ascoltando il grande coro finale della Messa copta, sulle cui onde oceaniche cadono i colpi maestosi e infinitamente negligenti del tamburo segreto e sopravvive il suono argentino del sistro. È il passo della divinità in tutta la sua indicibile sprezzatura.”

Cristina Campo (1923–1977) scrittrice, poetessa e traduttrice italiana

Origine: Da una lettera a John Lindsay Opie, senza data (dalla metà degli anni Sessanta in poi, Belinda e il mostro, p. 188), scritta in inglese; citato in Cristina De Stefano, Belinda e il mostro, p. 107.

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“Dio è diviso senza divisione, se così posso esprimermi, e unito nella divisione. La Divinità è una in tre e tre in una…”

Gregorio Nazianzeno (329–389) vescovo bizantino

Origine: Citato in AA.VV., Il libro delle religioni, traduzione di Anna Carbone, Gribaudo, 2017, p. 216. ISBN 9788858015810

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“Prendiamo in esame le religioni, confrontatele: da una parte c’è la vostra religione che è una religione accomodante, di spirito ecumenico, cioè che è disposta anche a accogliere e addirittura a assorbire i sistemi di fede degli altri. E all’altro estremo c’è una religione la quale impone che nulla dei capisaldi di quella fede venga mai toccato. In Africa invece non troverete mai alcuna religione che propugna i principi della crociata o della jihad per dirlo in arabo: per lo più con poche eccezioni, nel continente africano, i sistemi di credenze, di fede in generale non fanno alcun tentativo di fare proseliti, di convertire gli altri con la forza, pensano piuttosto che l’altro che non condivide la tua fede deve poter trovare il proprio modo di rapportarsi con il Principio Superiore o la Divinità o Dio. Detto questo chi si reca nei Caraibi, nelle Antille o nell’America latina si accorge rapidamente che tantissime convinzioni, credenze religiose africane si sono diffuse in quelle regioni del mondo e hanno, per così dire, contagiato addirittura la fede cristiana. Sono stati gli schiavi a fare questo, schiavi che venivano definiti dei subumani, che provenivano dall’Africa e che quantunque non avessero nessun potere di coercizione, a loro era perfino vietato toccare il padrone, figuriamoci quale potere potevano mai esercitare! Nonostante questa impotenza sostanziale sono stati proprio loro a passare le concezioni religiose africane, sono stati loro il veicolo della diffusione.”

Wole Soyinka (1934) drammaturgo, poeta e scrittore nigeriano
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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“La donna è una divinità. Prima di tutto: la sua felicità.”

Prevale (1983) disc jockey, produttore discografico e conduttore radiofonico italiano

Origine: prevale.net