Frasi su editore
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“Non è vero che tutti coloro che obbediscono a un solenne richiamo del loro nume – qualunque sia – presumano di essere degni e di trovarsi tra gli eletti.”

Mario Luzi (1914–2005) poeta e scrittore italiano

citato in Poesia, anno XIV, maggio 2001, n. 150, Crocetti Editore

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“Morte e resurrezione son un atto solo, un solo mistero.”

Divo Barsotti (1914–2006) sacerdote e monaco italiano

da Alla sera della vita. Diario 1996-1997, Salvatore Sciascia Editore, 2001

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“Napoli, illustrissima e magnifica città, esposta al mezzo giorno, su le falde, anzi in mezzo alle radici del monte di Sant'Ermo […] e d'alcuni altri piacevolissimi colli si riposa; l'onde mirando dell'imperioso Tirreno.”

Bernardo Tasso (1493–1569) poeta italiano

da una lettera a un amico, 1543-1545; citato in Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale http://books.google.it/books/about/Storia_dell_arte_nell_Italia_meridionale.html?id=PVku08BCtuIC&redir_esc=y, il Cinquecento, Donzelli editore, 2001, p. 133

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“Bruno Vespa fu un giornalista a totale e completo servizio della Prima Repubblica; nelle veste di bardo della Democrazia Cristiana, remunerato con la direzione del Tg1, prono agli ordini dei suoi padroni di turno e veri datori di lavoro, vale a dire i vari segretari del Biancofiore, e il cui unico atto di coraggio di una vita da domestico fu di' ammettere di esserlo quando (ma erano ormai gli ultimi giorni di' Saigon) disse «il mio editore di riferimento è la Dc.»”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano

Bruno Vespa sta alla prima Repubblica come Mario Appelius sta al Fascismo.
Origine: Da Goebbels fra i Padri della Patria http://www.massimofini.it/1840list.las?-nothing=&-Token.XK=X002190088&-Token.XKAction=.search&-Token.XKError=9000%2F9040Response.las&-Token.moreID=&-Database=iOrgDBmassimofini&-Table=Txt&-Response=1840list.las&-MaxRecords=10&-Token.XMessID=0A00230304f5625481NoW35F075E&Web=massimofini&-op=eq&Web=massimofini&-op=eq&Section=10&Status=3&Klass=1&-op=lt&InDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&-op=gt&OutDate=2010-02-03+15%3A27%3A05&Type=Visitatori&-sortField=AcquireDate&-sortOrder=Descending&-MaxRecords=8&-Token.Key=Pensiero&-Token.SubKey=Giornalista&-Token.MenuLevel=2&-op=cn&Title=&-op=cn&Abstract=&-op=cn&Text1=&-op=cn&Text2=&-Operator=gte&AcquireDate=1997-7-16+00%3A00%3A00&-Operator=lte&AcquireDate=1997-7-16+23%3A59%3A59&-Operator=&AcquireDate=&-Operator=&AcquireDate=&-op=eq&-op=eq&P9=2&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq&-op=eq, Il Borghese, 16 luglio 1997.

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“Ipocrita e arrogante, Enzo Biagi dà di cretino a chi studia il suo posto in palinsesto… Biagi è un mostro sacro degli affari suoi e un ipocrita. Dice che vuole continuare a fare il testimone del suo tempo, raccontando storie, e non il protagonista di un caso personale. Intanto però soffia sul fuoco, restringe ogni spazio di mediazione, punta al carisma del martire, e dà fiato alla tromba, anzi al trombone: mi cacciano, mi spostano dal 'miò orario, sono liberticidi. E arrogante: dice infatti Biagi che è un comportamento da 'cretinì spostare di una virgola o di un'ora il suo programmino su Rai1, e tratta con disprezzo e insopportabile sussiego il mite Fabrizio Del Noce. Questo mostro sacro degli affari suoi dovrebbe imparare a essere più parco di aggettivi, di contumelie, di isterismi politici. Quando gli hanno negato la cattedra epistolare di Indro Montanelli al 'Corriere della Sera', preferendogli Paolo Mieli che rompe meno le palle di uno il cui orizzonte sono le solite mille camere in cui guardava la Storia in cammino, lasciandosi a sua volta guardare da Lei, Biagi non ha dato di cretino a Ferruccio de Bortoli, direttore del giornale di via Solferino, e tanto meno a Cesare Romiti, il suo editore, quello che gli passa la mesata come succede a noi tutti e che mette i capitali per produrre e diffondere la tribuna dei suoi ricordi. Ha solo contrattato un altro posto in palinsesto, chiedendo che le sue coloriture strettamente personali, e strettamente provinciali, finissero la domenica in prima pagina. Con giubilo suo superiore a quello dei lettori, forse. Anche l'orario della sua rubrichina è tutt'altro che suo. È nostro, perché paghiamo. E di chi amministra la Rai per volontà del Parlamento (fatto surreale, perché la Rai andrebbe privatizzata e lì vedremmo se davvero un Murdoch lascerebbe per 41 anni al suo posto l'omino in bianco che lava più bianco). Oltre tutto quello spazio in palinsesto è di Berlusconi, come al solito e come tutto ormai in Italia, perché è sulla sua rete ammiraglia, Canale 5, che andò in onda prima del Fatto il programma d'informazione Radio Londra, in quello stesso identico orario, ma preceduto non dal primo telegiornale italiano bensì dal quiz Tra moglie e marito. Anche il segnale orario del rubrichista-martire, le cui opinioni sono come scrive Francesco Merlo 'indifferenti', è dunque copiato. Altro che suo. Biagi lo difendiamo e lo difenderemo se qualcuno lo vuole cacciare perché gli sta antipatico il governo, ma se si caccia da solo per cupidigia di eroismo, dopo 41 anni in cui di cupidigie se ne è levate tante, con tutti i regimi, allora sono affaracci suoi… È Biagi che si caccia da solo per biechi interessi di bottega”

Giuliano Ferrara (1952) giornalista, conduttore televisivo e politico italiano

da Il Foglio, 23 maggio 2002

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“L'Italia entra nel Duemila ancora in attesa del suo Settecento.”

Michele Serra (1954) giornalista, scrittore e autore televisivo italiano

Origine: Da Che tempo fa, Feltrinelli Editore, 1999.

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“Mi piace chiamarmi Volponi e penso all'eroismo della volpe che, presa in trappola, si morde la zampa pur di scappare. Io sono così, non riesco a rimanere chiuso in trappola e mi strappo la gamba pur di scappare.”

Paolo Volponi (1924–1994) scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Emanuele Zinato, Quello che sarà domani non ha una forma già prestabilita, Urbino, 4 gennaio 1994, in Scritti dal margine, Manni Editori, 1995.

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“[Sul teatro di Pirandello] Quanto più accentuata e brutale e naturalisticamente definita è la conclusione della vicenda occasionale, la formale perentorietà del gesto culminante […] tanto più essa misura, come un deus-ex-machina infruttuoso ed ironico, la non-conclusione del dramma dei personaggi.”

Arcangelo Leone de Castris (1929–2010) scrittore e critico letterario italiano

da Arcangelo Leone de Castris, Il decadentismo italiano, Bari, 1974, p. 199; citato da Ferruccio Masini in Gli schiavi di Efesto; L'umorismo pirandelliano e la scrittura teatrale come entelechia drammatica. Editori Riuniti, Roma, 1981, pp. 349-340, nota
Origine: Omissione di Ferruccio Masini

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“Laughton sapeva frugare nel suo talento come un bambino felice in uno scatolone rigurgitante di balocchi.”

Billy Wilder (1906–2002) regista austriaco

citato in Billy Wilder - Un viennese a Hollywood, Arnoldo Mondadori Editore, 1993, pag. 343

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“La cultura si è avvantaggiata soprattutto dei libri sui quali gli editori hanno perso.”

Thomas Fuller (1608–1661) storico britannico

da The Holy State and the Profane State, III, 18; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013

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“Dentro Benevento si vede un arco fatto a Traiano, il quale è oltremodo bellissimo, pieno di bassorilievi di ottima anzi eccellente scultura.”

Luigi Vanvitelli (1700–1773) pittore e architetto italiano

da Lettere 1751-1758 dalla Reggia di Caserta al fratello Urbano in Roma, a cura di Franco Strazzullo, Congedo editore, Napoli, 1976

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“Si tratta di un morto che non è morto abbastanza.”

Nicola Cilento (1914–1988) storico e medievista italiano

da Italia meridionale longobarda, Riccardo Ricciardi editore, Milano-Napoli, 1971<sup>2</sup>, p. 47

“Scrivo per sapere che cosa penso.”

Luigi Malerba (1927–2008) scrittore e sceneggiatore italiano

da Parole al vento, a cura di Giovanna Bonardi, Manni Editori, 2008

“Ho inviato dei versi a Cattabiani della Rusconi in cui si dice: «Vorrei essere il primo cane asservito all'uomo-editore.»”

Gaio Fratini (1921–1999) poeta e giornalista italiano

Intervista immaginaria

“Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia. Il dialogo euro-arabo ha importato in Europa la tradizione anticristiana e antiebraica dell'islam inscritta nell'ideologia jihadista da tredici secoli. Quando in Europa critici dell'islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia. Le celebri caricature di Flemming Rose, riprese anche da altri giornali, a cui hanno fatto seguito le minacce di morte al filosofo francese Robert Redeker, autore di un articolo, ritenuto blasfemo, apparso su Le Figaro il 19 settembre 2006, hanno esasperato l'opinione pubblica. Quando l'insegnamento nelle università, nella cultura, nell'editoria viene controllato in gran parte dalla Anna Lindh Foundation o dalla Alleanza delle civilizzazioni (strumento dell'Organizzazione della conferenza islamica, ndr), questa è Eurabia. Quando i bambini ebrei non possono frequentare una scuola pubblica senza essere aggrediti e i ragazzi ebrei sono minacciati per strada, o rapiti e uccisi come il francese Ilan Halimi, questa è Eurabia. Quando dimostrazioni islamiche di massa nelle città europee invocano la distruzione di Israele, questa è Eurabia. I nostri multiculturalisti non ci danno le chiavi per conciliare i valori della sharia con quelli della laicità europea, i contenuti della Carta islamica dei diritti umani con quelli della Dichiarazione universale, l'espandersi dell'imperialismo islamico e i principi di libertà e uguaglianza tra i popoli e tra i sessi.”

Bat Ye'or (1933) saggista egiziana

Origine: Citato in Giulio Meotti, L'eurabia è dentro di noi http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/26/leurabia-e-dentro-di-noi___1-v-114624-rubriche_c154.htm, Il Foglio.it, 26 luglio 2009.

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“Ricordati che ogni cosa si può dire con la parola giusta: tra quattro aggettivi, non lasciarne tre, e nemmeno due: uno solo, ma che sia insostituibile.”

Gina Lagorio (1922–2005) scrittrice italiana

da Incontro con Gina Lagorio; citato in Gina Lagorio, Qualcosa nell'aria, Aldo Garzanti Editore, 1975, prefazione di Silvio Riolfo Marengo, p. 18.

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“[…] considerato dai suoi colleghi lo stratega più abile tra i generali della nuova generazione.”

Basil Liddell Hart (1895–1970) storico, militare e giornalista britannico

Basil Liddell Hart, Storia militare della seconda guerra mondiale, Volume primo, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1970, p. 54

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“Non lo dimentichiamo: esistono treni rapidi che «avvicinano» Torino (o Düsseldorf) al meridione, c'è la televisione che invia messaggi di… unità attraverso i presentatori e le acconciature delle belle annunciatrici, c'è il cinema, ci sono anche i libri e i rotocalchi (senza contare l'azione più specificamente politica dei partiti governativi e delle opposizioni)… Pure non si sfugge all'impressione che il Mezzogiorno resti ancora e in larga parte la terra solitaria e difficile, talvolta incomprensibile, che Abba e gli altri – le armi in pugno – vennero a scoprire e a «ricondurre» all'Italia vincendo, com'è noto, molte e cruente e gloriose battaglie ma in definitiva perdendo la loro guerra liberatrice. […] non è una affermazione che si faccia a cuor tranquillo, giacché resta comunque incomprensibile come un secolo così complesso di tragedie e di sommovimenti possa aver lasciato tanta parte del Mezzogiorno ferma ed estranea.
Come è possibile questo?
Se appena però ci si rifiuta di limitare il ragionamento alle modifiche più evidenti e naturali del costume meridionale (del resto molto limitate per esempio nei paesi dell'interno) e si bada invece al crescente dislivello nello sviluppo economico e culturale del sud rispetto alle altre regioni italiane (dislivello paurosamente cresciuto negli ultimi dieci anni) si deve ammettere come un dato della situazione italiana la perdurante «estraneità» del sud rispetto al resto della Nazione.
Né vi può ormai essere alcuno disposto seriamente a imputare questo ai meridionali in genere e non al blocco industriale-agrario che ha guidato secondo il proprio interesse la Nazione determinando per il Mezzogiorno una funzione e un destino coloniali.”

Aldo De Jaco (1923–2003) giornalista e scrittore italiano

da Letteratura e Mezzogiorno a cento anni dall'Unità, in Francesco D'Episcopo, «Le ragioni narrative» 1960-1961, Antologia di una rivista, Tullio Pironti Editore, Napoli, 2012, pp. 194-195. ISBN 978-88-7937-408-8

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“Il 21 febbraio, quattro giorni dopo l'arresto di Chiesa, viene a farmi visita Ugo Finetti, vicepresidente della Regione Lombardia, magna pars del socialismo milanese. Lo accompagna Paolo Berlusconi, che non è ancora l'editore del Giornale (lo diventerà il 16 luglio: e per questo Montanelli fin dal 20 gennaio aveva scritto a Silvio informandolo che il preannunciato passaggio di proprietà non avrebbe potuto modificare le intese sull'indipendenza del Giornale e del suo direttore, a suo tempo intercorse con Silvio e «sempre rispettate»). Finetti era pallido, Paolo aveva l'aria di essere seccato per il fatto che i vari appelli rivolti a me da esponenti della Fininvest, affinché Il Giornale non turbasse i rapporti del gruppo con il Psi, continuassero a cadere nel vuoto. Finetti ha una cartella con articoli della nostra cronaca milanese, sottolineati con evidenziatore color verde pisello. Me li consegna affinché io possa contestarli ai colleghi cronisti. «I giudici della Procura – mi spiega Finetti – fanno i fascicoli con i ritagli dei giornali, proprio come questo: poi, quando succede qualcosa, si trovano una documentazione già abbondante e vanno a scavarvi quello che vogliono.»”

Federico Orlando (1928–2014) giornalista e politico italiano

Paolo Berlusconi taglia corto: «Con le istituzioni, Regione, Comune, Fiera, noi dobbiamo lavorare, perciò dobbiamo poter mantenere buoni rapporti».
Il sabato andavamo ad Arcore

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“e forse neanche lo sapete".”

Carlo Linati (1878–1949) scrittore italiano

citato in Alberto Cavaglion, Italo Svevo, p. 21, Paravia Bruno Mondadori Editori, 2000

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“[Gina Lagorio] […] ha questo che la distingue: una femminilità appassionata, ma virilmente lucida e coraggiosa, che va diritto alle cose, le ama con l'amore giusto di chi ne ha capito la sostanza e svela nel ricordo una dimensione quasi religiosa.”

Claudio Marabini (1930–2010) scrittore, giornalista e critico letterario italiano

da Il Resto del Carlino, 1972; citato in Gina Lagorio, Qualcosa nell'aria, prefazione di Silvio Riolfo Marengo, Aldo Garzanti Editore, 1975

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“L'arte non è imitazione della realtà, ma interpretazione individuale di essa.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

da Breve ma veridica storia della pittura italiana, Sansoni Editore, 1988

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“Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Origine: Da Un caso di divorzio; in Tutti i racconti neri, fantastici e crudeli, a cura di Lucio Chiavarelli, Newton Compton editori, 1994

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“La discussione ha messo in luce un problema nuovo, che la scuola privata diventi una seconda scuola di stato.”

Palmiro Togliatti (1893–1964) politico e antifascista italiano

Origine: 22 ottobre 1946; citato in Mario A. Manacorda, Scuola pubblica o privata?, Editori Riuniti, Roma, 1999, p. 61.

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“[…] l'uomo è così limitato che non riesce a capire fine e principio della propria esistenza.”

Werther: l'editore al lettore; 1998, p. 267
I dolori del giovane Werther, Libro secondo

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“La nozione di chiarezza, per nostra disgrazia, pare essere intrinsecamente e fatalmente oscura.”

Edoardo Sanguineti (1930–2010) poeta italiano

da La chiarezza? Ecco cinque istruzioni per l'uso, Il Messaggero, 9 febbraio 1987, p. 3; citato in Massimo Baldini, Elogio dell'oscurità e della chiarezza, Armando Editore, 2004

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“Poiché non è quell'"insipiente", contro il quale ho parlato nel mio opuscolo, che mi riprende con queste parole, ma uno che, non insipiente e cattolico, difende l'insipiente, mi può essere sufficiente rispondere al cattolico.”

Anselmo d'Aosta (1033–1109) teologo, filosofo, monaco e arcivescovo

dalla premessa Quid ad haec respondeat editor ipsius libelli, pag. 383
Sancti Anselmi liber apologeticus contra Gaunilonem respondentem pro insipiente
Origine: A proposito della disputa sull'esistenza di Dio, avuta col benedettino Gaunilone.

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“Mario Luzi, nella sua parabola esistenziale e poetica, ha confermato un'assoluta fedeltà a se stesso, anche in quella religiosità diffusa che per lui è sempre stata una vicinanza al cattolicesimo.”

Andrea Zanzotto (1921–2011) poeta italiano

Origine: Citato in Così lo ricordano, Poesia, Crocetti Editore, n. 193 aprile 2005.

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“Come fa uno a farisi capace che il tempo passa, e lo cangia, se tutti i jorni e tutte le notti non fa altro che ripetiri squasi meccanicamenti gli stissi gesti e diri le stisse paroli?”

Andrea Camilleri (1925–2019) scrittore, sceneggiatore e regista italiano

da Un giro in giostra, in Gran Circo Taddei e altre storie di Vigàta, Sellerio editore, Palermo, 2011, p. 235

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“Il contadino deve rimanere fedele alla terra, dev'essere orgoglioso di essere contadino, fiero di lavorare il suo campo, né cercare altrove una vita più facile perché una vita più facile non esiste.”

Benito Mussolini (1883–1945) politico, giornalista e dittatore italiano

Sala Regia, Palazzo Venezia, Roma, 27 ottobre 1937, da Scritti e discorsi di Benito Mussolini dal novembre 1936 al maggio 1938, Ulrico Hoepli Editore, Milano, 1938
Citazioni tratte dai discorsi

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“Quando la maggior parte delle madri sarà sufficiente all'educazione dei figli, la società cambierà aspetto.”

Maria Giuseppa Guacci (1807–1848) poetessa italiana

citato in A. Balzerano, Giuseppina Guacci Nobile nella vita, nell'arte, nella storia del Risorgimento, Di Mauro Editore, 1975

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“Due contesse, irrisolute | come meglio mascherarsi, | per non esser conosciute | in un prossimo veglione, | ne fan motto al Caccavone, | che risponde: «Vi dovreste | mascherar da donne oneste!»”

Filippo Pananti (1766–1837) poeta italiano

citato in Epigrammi del marchese di Caccavone e del Duca di Maddaloni, a cura di Giuseppe Porcaro, Arturo Berisio Editore, Napoli, 1968, p. 22.

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“Josè López Rubio, Lope de Vega, traduzione di Gianni Buttafava, Arnoldo Mondadori Editore 1973.”

José López Rubio (1903–1996) regista, sceneggiatore e drammaturgo spagnolo

Bibliografia

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“Stephen Foster, Il libro delle liste sul calcio, a cura di Luca Serafini, Sperling & Kupfer Editori, 2006.”

Danny Blanchflower (1926–1993) calciatore e allenatore di calcio nordirlandese

Bibliografia

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“Maria Bellonci, Lucrezia Borgia, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2003.”

Maria Bellonci (1902–1986) scrittrice e traduttrice italiana

Bibliografia

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“Maria Bellonci, Rinascimento privato, Arnoldo Mondadori Editore”

Maria Bellonci (1902–1986) scrittrice e traduttrice italiana

Bibliografia

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“Maria Bellonci, Segni sul muro, Arnoldo Mondadori Editore”

Maria Bellonci (1902–1986) scrittrice e traduttrice italiana

Bibliografia

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“Antonio Infantino, I denti cariati e la Patria, con prefazione di Fernanda Pivano, Feltrinelli editore, 1966.”

Antonio Infantino (1944–2018) musicista, poeta e artista italiano

Bibliografia