Frasi su mento

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema mento, mano, ancora, cosa.

Frasi su mento

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“L'amore è un gesto pazzo come rompere | una noce con il mento sopra il cuore.”

Lucio Battisti (1943–1998) compositore, cantautore e produttore discografico italiano

da Però il rinoceronte, lato B, n. 2
Cosa succederà alla ragazza

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“Ora tirano dalla strada, dal campanile e dalle case più lontane. Gli sono addosso, non gli lasciano scampo. Di Nanni toglie di tasca l'ultima cartuccia, la innesta nel caricatore e arma il carrello. Il modo migliore di finirla sarebbe di appoggiare la canna del mitra sotto il mento, tirando il grilletto poi con il pollice. Forse a Di Nanni sembra una cosa ridicola; da ufficiale di carriera. E mentre attorno continuano a sparare, si rovescia di nuovo sul ventre, punta il mitra al campanile e attende, al riparo dei colpi. Quando viene il momento mira con cura, come fosse a una gara di tiro. L'ultimo fascista cade fulminato col colpo. Adesso non c'è più niente da fare: allora Di Nanni afferra le sbarre della ringhiera e con uno sforzo disperato si leva in piedi aspettando la raffica. Gli spari invece cessano sul tetto, nella strada, dalle finestre delle case, si vedono apparire uno alla volta fascisti e tedeschi. Guardano il gappista che li aveva decimati e messi in fuga. Incerti e sconcertati, guardano il ragazzo coperto di sangue che li ha battuti. E non sparano. È in quell'attimo che Di Nanni si appoggia in avanti, premendo il ventre alla ringhiera e saluta col pugno alzato. Poi si getta di schianto con le braccia aperte nella strada stretta, piena di silenzio.”

Giovanni Pesce (1918–2007) partigiano e politico italiano

cap. VI, Morte e Trasfigurazione, pp. 144-145
Senza tregua: La guerra dei GAP

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“Oui, par ma la foi, ti cacherò sul naso così che ti coli sul mento.”

Wolfgang Amadeus Mozart (1756–1791) compositore, pianista, organista e violinista austriaco

Lettere

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“Più Amata diventava grande e più Sethe diventava piccola, più gli occhi di Amata diventavano luminosi e più quegli occhi che non si abbassavano mai diventavano due fessure assonnate. Sethe non si pettina va più, né si rinfrescava la faccia con l'acqua. Stava seduta sulla sedia leccandosi le labbra, come una bambina in castigo, mentre Amata le divorava la vita, la afferrava, se ne gonfiava, la usava per diventare più alta. […] Sethe cercava di rimediare in qualche modo alla sega, Amata gliela faceva pagare. […] Eppure, sapeva che la paura più grande di Sethe era la stessa che Denver aveva avuto all'inizio — che Amata potesse andarsene. […] Il timore che, prima che Sethe riuscisse a farle capire quel che voleva dire — che cosa c'era voluto per muovere i denti di quella sega sotto il suo piccolo mento, sentire il sangue della bambina nella sua mano sgorgare fuori come il petrolio, tenerle la faccia, così la testa sarebbe rimasta su, stringerla a sé così avrebbe potuto assorbire, immobile, gli spasmi mortali che percorrevano veloci quel dolce, adorato corpicino pieno di vita — il timore che Amata potesse andarsene.--> Andarsene prima che Sethe riuscisse a farle capire che peggio ancora di quello — molto peggio — era quello di cui era morta Baby Suggs, quello che Ella conosceva, quello che Stamp Paid aveva visto e quello che aveva fatto tremare Paul D. Che un bianco qualunque potesse prendere tutto l'io di una persona per il primo motivo che gli saltava in mente. Non solo poteva sfruttare, uccidere o mutilare una persona, ma anche sporcarla. Sporcarla al punto da dimenticare chi si è e non poterci più pensare.”

Origine: Amatissima, pp. 362-4

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“enormi. Sono come quelli che si lasciano crescere la barba per nascondere il mento troppo corto.”

Umberto Saba (1883–1957) poeta italiano

38, p. 190
Scorciatoie e raccontini

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“Labbra diritte, mandibole prominenti, mento quadrato, è il suo volto fisso, volontario, diciamo classico.”

Ugo Ojetti (1871–1946) scrittore, critico d'arte e giornalista italiano

v. I
Cose viste

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“[…] Qui c'è anzitutto molta Asia nell'atmosfera… non per nulla si devono brulicare i tipi della Mongolia moscovita! Questa gente" e Settembrini accennò col mento dietro a sé, "non si regoli spiritualmente su di loro, non si lasci contagiare dai loro concetti, ponga invece la sua natura, la sua superiore natura contro la loro, e consideri sacro tutto quanto a lei, figlio dell'Occidente, del divino Occidente, figlio della civiltà, è sacro per natura e tradizione, per esempio il tempo! Codesta liberalità, codesta barbara larghezza del consumo del tempo è stile asiatico… e forse per questo I figli dell'Oriente si trovano così bene quassù. Non ha mai notato che quando russo dice: "quattro ore" non dice più di quando uno di noi dice "una"? Non è difficile immaginare che la noncuranza di costoro in riferimento al tempo dipenda dalla selvaggia vastità del loro paese. Dove c'è molto spazio c'è molto tempo… infatti si dice che sono il popolo che ha tempo può aspettare. Noi no, noi europei non possiamo. Abbiamo poco tempo, come il nostro nobile continente, articolato con tanto garbo, ha poco spazio, noi dobbiamo ricorrere alla precisa amministrazione dell'uno e dell'altro, allo sfruttamento, caro ingegnere! Prenda per simbolo le nostre grandi città, centri e fuochi della civiltà, crogioli del pensiero! Come il terreno vi rincara, È lo spreco di spazio diventa impossibile, nella stessa misura, noti, anche il tempo diviene sempre più prezioso. Carpe diem! Lo disse uno che viveva in una metropoli. Il tempo è un dono di Dio, dato all'uomo affinché usi… ne usi, ingegnere, al servizio dell'umano progresso!”

1992, p. 402-403
La montagna incantata

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