Frasi su nemico
pagina 6

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“Sono il pio Enea, noto per fama oltre i cieli, e con la flotta mi porto appresso i Penati scampati al nemico. Cerco la patria Italia e gli avi miei, nati dal sommo Giove.”

I, 378-380
Sum pius Aeneas, raptos qui ex hoste Penates | classe veho mecum, fama super aethera notus. | Italiam quaero patriam et genus ab Iove summo.
Eneide

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“[Sull'interpretazione in Nemico pubblico - Public Enemies] Christian Bale è l'attore più determinato e impegnato con cui abbia mai lavorato.”

Michael Mann (1943) regista statunitense

citato in Film.it http://www.film.it/film/anteprima-filmit-vi-racconta-nemico-pubblico

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“Klaus Kinski? Il mio miglior nemico!”

Werner Herzog (1942) regista, sceneggiatore e produttore cinematografico tedesco

citato in Dizionario degli attori: Gli attori del nostro tempo, a cura di Gabriele Rifilato, Rai-Eri, 2005, Roma. ISBN 8839712895

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“[Numa Pompilio], poiché l'indole dei Romani (da sempre tenuta a freno dal timore dei nemici) una volta venuti meno essi, non si corrompesse nell'ozio, pensò bene di introdurre un grande timore verso gli dèi: era il metodo più efficace per gente ignorante e, dati i tempi, rozza.”

I, 19; 1997
Clauso eo cum omnium circa finitimorum societate ac foederibus iunxisset animos, positis externorum periculorum curis, ne luxuriarent otio animi quos metus hostium disciplinaque militaris continuerat, omnium primum, rem ad multitudinem imperitam et illis saeculis rudem efficacissimam, deorum metum iniciendum ratus est.
Ab urbe condita, Proemio – Libro X

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“Nei tempi nostri non vi è tanto pericolo dai nemici in armi, quanto dai piaceri che da ogni parte sono sparsi.”

Scipione l'Africano: XXX, 14; 2006
Non est, non tantum ab hostibus armatis aetati nostrae periculi, quantum ab circumfusis undique voluptatibus.
Ab urbe condita, Libro XXI – Libro XXX

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“Oltre il rogo non vive ira nemica.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Origine: In morte di Ugo Bass-Ville, p. 4

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“Cajo Gracco: Consiglio di nemico è tradimento.”

Vincenzo Monti (1754–1828) poeta italiano

Atto II, p. 147
Cajo Gracco

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“Negli anni '60 i gruppi radicali si sono fatti la reputazione di essere faziosi: le organizzazioni si dividevano per disaccordi sui dettagli della strategia da utilizzare e poi si odiavano reciprocamente. O per lo meno questa è l'immagine che si ha di essi, vera o falsa che sia.
La relazione tra il movimento del Software Libero e quello Open Source è semplicemente l'opposto di questa situazione. Siamo in disaccordo sui principi di base, ma siamo più o meno d'accordo sugli aspetti pratici. Perciò possiamo lavorare ed in effetti lavoriamo assieme su molti progetti specifici. Non vediamo il movimento Open Source come un nemico. Il nemico è il software proprietario.
Noi non siamo contro il movimento Open Source, ma non vogliamo essere confusi con loro. Riconosciamo che hanno contribuito alla nostra comunità, ma noi abbiamo creato questa comunità e vogliamo che si sappia. Vogliamo che quello che abbiamo realizzato sia associato con i nostri valori e la nostra filosofia, non con i loro. Vogliamo che ci sentano, non vogliamo sparire dietro ad un gruppo con punti di vista diversi. Per evitare che si pensi che facciamo parte del movimento Open Source, ci preoccupiamo di evitare di utilizzare il termine "open" per descrivere il software libero, o il suo contrario, "closed", per parlare di software non libero.”

Richard Stallman (1953) informatico e attivista statunitense, fondatore del progetto GNU

Perché "Software Libero" è meglio di "Open Source"

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“Il nemico [il Diavolo] non sopporta l'amore, né la luce, né la verità.”

Daniel Ange (1932) monaco eremita, sacerdote e scrittore franco-belga

Il perdono medicina di Dio

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“Il Signore è nemico delle mezze volontà e queste non riusciranno mai a nulla.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“Ma non basta che attorno alla religione sia stata intenzionalmente creata una cortina di noncuranza e di ignoranza; ora la fede diventa oggetto di continui attacchi. È significativa la battuta del Nobel Steven Weinberg, che oltretutto è un cosmologo e non un sociologo: «Ci sono persone buone che fanno cose buone e persone cattive che fanno cose cattive, ma se volete trovare gente buona che faccia cose cattive, rivolgetevi alla religione». In alcuni Paesi, questa frase è diventata quasi un proverbio e viene ripetuta dai media e nei bar. È stupefacente che se ne esca con una simile battuta un uomo come Weinberg, che ha vissuto gran parte della sua vita in un secolo, il XX, che ha conosciuto i regimi più oppressivi della storia. È questa l'obiezione che io muovo appena qualcuno tira fuori la battuta di Weinberg. E ottengo, invariabilmente, la seguente risposta: «Ma il comunismo era una religione!». Insomma, per alcuni, la parola "religione" è diventata sinonimo di irrazionalità e addirittura di assassinio. In pratica, c'è ormai chi intende per "religione" un complesso di credenze che può indurre persone buone e pacifiche (che non ucciderebbero neanche una mosca, che so, per conseguire un guadagno personale), a trasformarsi in killer per una "causa."”

Charles Taylor (1931) filosofo canadese

Un modo di pensare abbastanza grossolano, questo. Al quale va mossa un'altra obiezione ancora: Hitler, Stalin, Pol Pot, Mao, eccetera, erano tutti nemici della religione.

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“Credo che sia una follia consumare i propri giorni ad accumulare ciò di cui non si potrà godere. Sollevate il velo e vi vedrete sotto l'egoismo che trova nella proprietà un mezzo per estendere e prolungare in qualche modo il personalismo. Io sento anche che quest'umile condizione in cui mi trovo, mi dà la capacità di meglio servire i miei simili. Se deve essere la lotta tra quelli che nulla hanno e quelli che troppo hanno, il nostro dovere di cristiani, è di interporci tra questi nemici irriconciliabili. Che l'uguaglianza si restauri! Che la carità faccia da sola ciò che la giustizia non riesce a fare! Io so che Dio e la Chiesa non hanno bisogno né di poeti né di dottori; ma quelli che ne hanno bisogno, sono i deboli credenti scandalizzati dalle defezioni. Sì, noi siamo degli inutili servitori; ma noi rimaniamo dei servitori, e il salario non ci verrà dato che a condizione del lavoro che faremo nella "vigne del Signore" nella parte che ci verrà assegnata. Sì, la vita è spregevole. Ma se noi vediamo l'uso che se ne possiamo fare, se noi la consideriamo come l'opera più perfetta. Del Creatore, la vita allora è degna di rispetto ed amore. Preghiamo l'uno per l'altro. Diffidiamo delle nostre noie, delle nostre tristezze e delle nostre diffidenze. Andiamo semplicemente dove la Provvidenza misericordiosa ci conduce. Superiamo spesso le distanze col pensiero, scriviamoci, consigliamoci, sosteniamoci.”

Frédéric Ozanam (1813–1853) storico e giornalista francese

A Francoise Lallier, 5 novembre 1836, p. 84
Lettere

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“[Sull'inibizione che impedisce a un lupo di azzannare un suo simile che gli mostra la gola] Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che non può azzannare la gola dell'avversario, e ancor di più di fronte all'altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C'è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra…». L'illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l'altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!”

Konrad Lorenz (1903–1989) zoologo e etologo austriaco

pp. 173-174
Variante: Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che “non può” azzannare la gola dell’avversario, e ancor più di fronte all’altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C’è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra...». L’illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l’altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!

“Certi uomini sono amici da poco, ma nemici implacabili.”
Quidam inimici graves sunt amici leves.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

“Chi sa fingere più facilmente nuoce al suo nemico.”
Qui bene dissimulat, citius inimico nocet.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

Sententiae

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“La religione cristiana ridotta a poco a poco alla semplicità del Vangelo; riformate nel clero le soverchie ricchezze di pochi e la quasi indecente miseria di molti; diminuito il numero dei vescovati e dei benefici oziosi; tolte quelle cause che oggi separan troppo gli ecclesiastici dal governo e li rendono quasi indipendenti, sempre indifferenti e spesso anche nemici, ecc. ecc.: è la religione che meglio di ogni altra si adatta ad una forma di governo moderato e liberale. Nessun'altra religione tra le conosciute fomenta tanto lo spirito di libertà. La pagana avea per suo dogma fondamentale la forza: produceva degli schiavi indocili e dei padroni tirannici. La religion cristiana ha per base la giustizia universale: impone dei doveri ai popoli egualmente che ai re, e rende quelli più docili, questi meno oppressori. La religione cristiana è stata la prima che abbia detto agli uomini che Iddio non approva la schiavitù: per effetto della religione cristiana, abbiamo nell'Europa moderna una specie di libertà diversa dall'antica; ed è probabile che i primi cristiani, nella loro origine, altro non fossero che persone le quali volevano, in tempi corrottissimi, ridurre la più superstiziosa idolatria alla semplicità della pura ed eterna ragione, ed il più orribile dispotismo che mai abbia oppresso la cervice del genere umano (tale era quello di Roma) alle norme della giustizia.”

Vincenzo Cuoco (1770–1823) scrittore, giurista e politico italiano

Origine: Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, pp. 71-72

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“Non bisogna rispondere minimamente né dimostrare d'aver udito quello che il nemico dice.”

Francesco di Sales (1567–1622) vescovo cattolico francese

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“Disperazione o follia?", disse Gandalf. "Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinnanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l'Anello, voglia distruggerlo. questa dev'esser dunque la nostra mira, se vogliamo confondere i suoi calcoli.”

Variante: "Disperazione o follia?", disse Gandalf. "Non è disperazione, perché la disperazione è solo per coloro che vedono la fine senza dubbio possibile. Non è il nostro caso. È saggezza riconoscere la necessità quando tutte le altre vie sono state soppesate, benché possa sembrare follia a chi si appiglia a false speranze. Ebbene, che la follia sia il nostro manto, un velo dinnanzi agli occhi del Nemico! Egli è molto saggio, e soppesa ogni cosa con estrema accuratezza sulla bilancia della sua malvagità. Ma l'unica misura che conosce è il desiderio, desiderio di potere, ed egli giudica tutti i cuori alla stessa stregua. La sua mente non accetterebbe mai il pensiero che qualcuno possa rifiutare il tanto bramato potere, o che, possedendo l'Anello, voglia distruggerlo. questa dev'esser dunque la nostra mira, se vogliamo confondere i suoi calcoli".
Origine: Il Signore degli Anelli, La Compagnia dell'Anello, p. 339

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“Era il vendicatore dei vecchi nemici.”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

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“Se oggi fermate qualcuno per strada e gli chiedete chi è l'avversario di Berlusconi, difficilmente avrete una risposta univoca.”

Bruno Vespa (1944) giornalista, conduttore televisivo e scrittore italiano

da Il Cav è il nemico, ma il suo avversario chi è? http://blog.panorama.it/opinioni/2009/10/12/vespa-il-cav-e-il-nemico-ma-il-suo-avversario-chi-e/, Panorama, 12 ottobre 2009

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“Mai ci accostiamo a ciò che è veramente divino come quando amiamo i nostri nemici, con tutto quello che tale amore comporta […] L'amore per il nemico è veramente un altro nome per dire Dio.”

Origine: Da Il discorso della montagna, Queriniana, Brescia, 1990, p. 91; citato in Ernesto Borghi, Il Discorso della montagna: Matteo 5 – 7, Claudiana, Torino, 2007, p. 43. ISBN 978-88-7016-669-9

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“Rimpiango le velenose ironie, l'ustionante epigramma alla Flaiano, alla Longanesi, definito «il componimento che con il minor numero di parole procura il maggior numero di nemici.»”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

Origine: Non siamo più povera gente, p. 215

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“Che poi un Esercito fosse a vista, o in poca lontananza dall'altro, cioè quello di Annibale da quello de' Romani; osservandosi tutto il contesto di che dice Tito Livio, non può dirsi diversamente; riflettendosi tra l'altre cose, che avendo inviato Annibale un distaccamento da foraggiare ne' Campi Larinati, resto egli alla posta, guardando per dar soccorso, caso che i suoi soldati fussero assaliti da' nemici; e Minucio Maestro de' Cavalieri, che guidava una parte dell' Esercito de' Romani, alloggiando sul Monte, cominciò a calare in piano, facendo disegno d'incontrare quei, che si conducevano al foraggio, o di assaltare le munizioni; Annibale in osservarlo, si pose sopra un monticello in faccia al nemico, discosto due miglia da Gerione per meglio farsi scuoprire: Deinde Castra ipse propius hostem movit [parla di Annibale] duo ferme a Gerione millia in tumulum hosti conspectum : or se la Cirignola, o Dragonara, fusse il Gerione di Annibale, certamente che non può capirsi, come avrebbe egli potuto far tutto questo, e stare a vista del nemico, che si ritrovava ne' Campi Larinati, e due miglia lontano da Gerione : all'incontro ritenendo Annibale il sito del monticello, da dove scuopriva l'accampamento del nemico, che stava ne' Campi Larinati, ben si accorda la distanza di due miglia dal nostro vero Gerione, situato tra Larino, e Casacalenda, quattro da Larino, e due miglia lontano da Casacalenda, come sopra.”

Giovanni Andrea Tria (1676–1761) filosofo, teologo e vescovo cattolico italiano

da Memorie Storiche Civili, ed Ecclesiastiche della città e Diocesi di Larino, lib. I, cap. V, num. 7
Origine: Tito Livio. Ab Urbe Condit. op. cit. lib. XXII, num. 24. – «... dein castra ipsa propius hostem movit, duo ferme a Geronio milia, in tumulum hosti conspectum, ut intentum [se] sciret esse ad frumentatores, ...»

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“Ma io recensisco film o colleziono nemici?”

Giuseppe Marotta (scrittore) (1902–1963) scrittore e sceneggiatore italiano

Citazioni di Giuseppe Marotta
Origine: Citato in Fernando Palazzi, Dizionario degli aneddoti, Baldini Castoldi Dalai, 2000.

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“Noi abbiamo (o Essi hanno) un solo nemico, l'Inghilterra.”

Ernst Lissauer (1882–1937)

dal Canto dell'odio contro l'Inghilterra (Hassgesang gegen England), citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 694

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“Il nemico del vero non è il falso, ma l'insignificante.”

René Thom (1923–2002) matematico e filosofo francese

citato in Giulio Giorello, Di nessuna chiesa

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