Frasi sulla notte
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“Come un'iniezione di iconografia pop, V per Vendetta tiene incollati alla poltrona, anche se manca l'implacabile virtuosismo da videogioco che ha contribuito al successo della trilogia Matrix. Come film, tuttavia, non è niente di eccezionale, con una fondamentale debolezza drammatica: Evey, nonostante tutte le attenzioni che il suo rivoluzionario Svengali le tributa, rimane essenzialmente una spettatrice, e Portman, con la testa rasata, la fa sembrare una tremolante Giovanna d'Arco vestita da boy-scout. C'è una sequenza sorprendente, in cui la falsa apparizione del cancelliere in uno spettacolo di varietà diventa uno sketch di Benny Hill tetro come la notte. C'è anche uno svolazzo "nella tana del coniglio"”

ha a che fare con la reclusione e la tortura di Evey – che poteva risultare molto più incisivo, se il film avesse fatto quello che sembrava, per un attimo, stesse facendo: proiettare V in una luce moralmente ambigua. Ma lui rimane il più santo dei guerriglieri, un Batman che ha capito che Gotham è troppo sporca per essere ripulita e quindi è meglio farla saltare in aria.
As a fix of pop iconography, V for Vendetta is eyeball grabbing, even if it lacks the relentless videogame bravura that sold the Matrix films. As a movie, however, it's merely okay, with a pivotal dramatic weakness: Evey, for all the attentions of her revolutionary Svengali, remains, in essence, a bystander, and Portman, her head shaved, plays her like Joan of Arc as a tremulous Girl Scout. There's one startling sequence in which the chancellor's fake appearance on a variety show becomes a black-as-midnight Benny Hill sketch. There's also a down-the-rabbit-hole flourish — it has to do with Evey's confinement and torture — that would bend your mind a lot more if the film did what it appears, for a moment, to be doing: cast V in a morally ambiguous light. But he remains the saintliest of guerrillas, a Batman who realizes Gotham is too dirty to be cleaned up and must be blown up instead.
Origine: Da V for Vendetta http://www.ew.com/ew/article/0,,1173457,00.html, Entertainment Weekly.com, 15 marzo 2006.

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“Giampaolo Tarantini: Ma lei non l'ha conosciuta mai di persona. [Belén Rodrìguez]
Berlusconi: Chi Belen? Altro che.
Tarantini: Va bene, va bene.
Berlusconi: L'ho conosciuta è stata da me una notte ma non abbiamo fatto l'amore perché ho scoperto che lei era la donna del mio calciatore.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

Intercettazione del 2 gennaio 2009, La notte con Belen senza sesso: «È la donna di un mio calciatore», Corriere della sera, 18 settembre 2011

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“[Intervistato all'Aquila due giorni dopo il terremoto abruzzese] Non manca niente, c'è la cura medica, ci sono i medicinali, ci sono i pasti caldi, c'è la copertura per la notte, che tuttavia dev'essere assolutamente provvisoria, ecco… bisogna prenderla come un camping da fine settimana, poi bisogna arrivare a soluzioni che ci sono, sono pronte, e sono gli alberghi.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2009
Origine: Dall'intervista al canale tedesco N-tv (video disponibile su YouTube.com http://www.youtube.com/watch?v=YSRsr4UaYkI); citato in Elysa Fazzino, Berlusconi e quella frase sul week-end in campeggio http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Mondo/2009/04/visti-da-lontano-berlusconi-campeggio.shtml, ilSole24Ore.com, 9 aprile 2009.

“[24-25 agosto 1943] E quasi ciò non bastasse, la notte ci fu una nuova incursione violentissima, ripetutasi poi il 25 mattina.”

Fortunato Maria Farina (1881–1954) arcivescovo cattolico italiano

Relazione sui bombardamenti di Foggia del 1943

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“[Sul caso K2] Adesso il suo racconto è anche la verità del CAI. Bonatti ha vinto. Ma quale Bonatti? Chi è oggi il ragazzo di ventiquattro anni appena compiuti che quella notte perse – è lui a dirlo – la sua fiducia negli uomini?”

Andrea Casalegno (1944) attivista e giornalista italiano

Origine: Da Il Sole 24 ore, 1994; citato in Walter Bonatti, K2: La verità 1954 – 2004, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2007, p. 316 http://books.google.es/books?id=x8CJR-zOTMkC&pg=PA316&lpg=PA316. ISBN 8860731704

“E penso alla notte che sola morivo, | e tu pur sapendo che sola morivo, | chissà da che braccia non sei più tornato. | E allora mi dico non mi hai mai amato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Ahi, mi' amor [Romance de Curro "El Palmo"]
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“E lentamente da solo, | è già sparito ormai, | un treno nero che corre | e non si ferma mai | nella notte coi suoi occhi | guarda fisso avanti a sé…”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Amanti
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“Chi alloggia alia prima osteria in ch'ei s'avviene, trova ben spesso la mala notte.”

Filippo Baldinucci (1625–1697) storico dell'arte, politico e pittore italiano

La Veglia
Variante: Chi alloggia alia prima osteria in ch’ ei avviene, trova ben spesso la mala notte.
Origine: Citato in Harbottle, p. 261.

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“[Caninio Rebilo restò in carica come console un giorno soltanto] Abbiamo finalmente avuto un console così vigile, che non ha dormito una sola notte durante il suo consolato.”

Marco Tullio Cicerone (-106–-43 a.C.) avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano

Origine: Citato in Storia Illustrata, Anno II N. 1, p. 30, gennaio 1958, Arnoldo Mondadori Editore.

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“Nel giorno dell'Ascensione i Fiorentini invadono il parco delle Cascine, per celebrare la festa del grillo. Tale usanza, antica di parecchi secoli, deriva molto probabilmente dall'ecatombe primaverile, fatta dai contadini, che consideravano un vero flagello l'apparizione dei grilli nelle loro campagne. In seguito ci si contentò d'imprigionare i piccoli devastatori dentro gabiette di saggina. Ma i Fiorentini, per la festa del grillo, preferirono, col tempo, far merenda sui prati delle Cascine, acquistando dai rivenditori le gabbie col «grillo canterino», che di sera attaccavano fuori dalla finestra, per ascoltare, durante la notte, il tremulo e malinconico verso.
In questi ultimi anni la caccia al grillo è sembrata troppo crudele, e dolorosa è apparsa la cattività dell'insetto. C'è stato qualcuno che ha proposto l'abolizione della festa tradizionale, o per lo meno la sparizione delle gabbie col grillo prigioniero. Ma la festa del grillo senza più grillo non avrebbe più significato. Ora però l'usanza fiorentina è meno crudele: i grilli sono ancora venduti dentro le graziose gabbiette, ma i compratori, specie i bambini, li liberano dalla prigionia e il divertimento consiste nel vedere i grilli sparire rapidamente nell'erba. A casa vien riportata la gabbietta vuota a testimonianza di un rito che il tempo ha ingentilito.”

Piero Bargellini (1897–1980) scrittore e politico italiano

da La festa del grillo a Firenze; citato in Selezione dal Reader's Digest, settembre 1962

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“Dobbiamo avere la modestia di riconoscere che noi, come venditori, non leghiamo nemmeno le scarpe a un piazzista che se un giorno si mettesse a produrre vasi da notte, farebbe scappare la voglia di urinare a tutta l'Italia.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

da I predicatori e le comparse https://web.archive.org/web/20130619122825/http://archiviostorico.corriere.it/2001/febbraio/15/PREDICATORI_COMPARSE_co_0_0102158858.shtml, 15 febbraio 2001, p. 1
Corriere della Sera

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“A fosco cielo, a notte bruna, | al fioco raggio d'incerta luna.”

Felice Romani (1788–1865) librettista, poeta e critico musicale italiano

I, 6
La sonnambula

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“[Sull'impresa di Fiume]
Si deve dire che ci fu un uomo il quale prese ad un tratto in pugno tutto il destino dell'impresa. Fu il gigante che inarcò le spalle a sorreggere il peso immane di uno sforzo pauroso: quello necessario ad impugnare un revolver ed a spianarlo contro la fronte di un altro uomo, per la fulminea eliminazione dell'ostacolo insormontabile.
— Occorrono i camions? — interrogò egli.
— Per l'appunto.
— E vi disperate perché non ci sono?
— Precisamente.
— Allora, fermi tutti. Ci penso io!
Non disse altro. Non chiese nulla. Non esitò un istante. Balzò in automobile e si precipitò a rotta di collo verso Palmanova. […]
Furono a un tratto faccia a faccia: quegli che voleva i camions e quegli che doveva darli. Due capitani. Due italiani. […]
Alla breve luce di una lampada, entro l'angusto spazio di una cameretta uso baracca, la polemica fu subito troncata da un gesto di minaccia. L'ufficiale di d'Annunzio sollevò il pugno armato di rivoltella all'altezza di quella fronte curva nel diniego inesorabile. E le parole della intimazione furono scandite nel silenzio con la voce tronca che mozza il respiro.
— O tu cedi o io sparo!
L'altro impallidì. Poi disse:
— Cedo alla violenza.
Non si sentiva di morire per 40 camions. E poi, quegli che lo fronteggiava non era un austriaco. Gli brillavano sul petto tre medaglie d'argento. E coteste tre medaglie ne aspettavano un'altra: d'oro. Era dunque un eroe autentico. Ed era precisamente il capitano degli arditi Ercole Miani, triestino, conquistatore del Vodice.”

Piero Belli (1882–1957) giornalista e scrittore italiano

da La notte di Ronchi, pp. 19-22

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“Ed egli evoca nuovi spiriti di più sublime natura, i quali entrano a uno a uno dentro la torre.
Spirito del mare. Che vuoi?
Barone. Sapere l'essenza del bene e la fonte della felicità.
Spirito del mare. Perché lo chiedi al mare?
Barone. Perché tu sai o puoi sapere ogni cosa; tu nei silenzj della notte tieni misteriosi colloquj con la luna e con le stelle che in te si riflettono; e tu pur ricevi nell ' ampio tuo seno i fiumi tutti del mondo, i quali ti raccontano le geste antiche dei popoli e le più antiche vicende dei continenti per mezzo a cui essi fluiscono senza posa.
Spirito del mare. lo non so nulla (sparisce).
Barone. Che tu venga malmenato in eterno dallo spirito delle procelle, e che i tuoi membri immortali sieno rotti e squarciati mai sempre dalle taglienti creste degli ardui scogli.

La coda del cavallo bianco dell' Apocalisse. Che vuoi?
Barone. Sapere in che consiste il bene, e dove è la fonte della felicità.
La coda. Perché lo chiedi a me?
Barone. Tu sai la fine ultima delle cose, e tu comparirai poco innanzi della consumazione del secolo.
La coda. Quando io comparirò, io ondeggerò nelle sfere, simile alla caduta del Niagara e più tremenda della coda delle comete. Ogni mio crine rinserra un destino; e ogni mio moto è un cenno di oracolo; ò trascorsi tutti i cieli di Tolomeo e i cieli di Galileo e i cieli di Herschel; ò lambita con la mia criniera la faccia delle stelle, e l'ò distesa sulle penne de' turbini; molte cose ò conosciute, ma non quel che tu cerchi: io non so nulla (sparisce).”

Terenzio Mamiani (1799–1885) filosofo, politico e scrittore italiano

IX.
Prose letterarie, Avvertenza

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“Voglia 'e turnà | dint'e vicoli e sta città, | guarda e ride e te vò tuccà | nun se ferma mai, | voglia 'e verè | notte e juorno te fa cantà | chest'è Napule do cafè | nun te può sbaglià.”

Teresa De Sio (1955) cantautrice e scrittrice italiana

Voglia 'e turna<nowiki>'</nowiki>, album: Voglia 'e turna<nowiki>'</nowiki>, 1991, etichetta: CGD/East West

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“Oh, chi riaccenderà | lo spento amore? | La notte scenderà | giù nel mio cuore!”

Maria Kuncewiczowa (1895–1989) scrittrice polacca

Origine: La straniera, p. 44

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“Napule Napule Napule Na' | 'na notte e luna chiena | 'o sole ca me vase' | 'n'addore e panne spase | me fa' senti' nu rre.”

Enzo Bonagura (1900–1980) poeta e paroliere italiano

Napule Napule Na<nowiki>'</nowiki>
Origine: Bacia.
Origine: Versi musicati da Sergio Bruni.

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“La lunga notte dell'investigatore Merlo”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man
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“[…] All'inizio La lunga notte dell'investigatore Merlo non era affatto ispirata a Casablanca, per il semplice motivo che non avevo ancora visto quel film!”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Da Suonala, Sam... suona ancora As time goes by..., La lunga notte dell'investigatore Merlo, Panini Comics, maggio 2001, pp. 6-7.

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