Frasi su resurrezione

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema resurrezione, vita, morte, dio.

Frasi su resurrezione

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“Parlava di morti, di ricordi e di resurrezioni. Insomma: tutte cose allegre.”

Rick Riordan (1964) scrittore statunitense

libro Percy Jackson e gli Dei dell'Olimpo - 4. La battaglia del labirinto

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“E così stando, essendo Rustico più che mai nel suo disidero acceso per lo vederla così bella, venne la resurrezion della carne.”

Giovanni Boccaccio (1313–1375) scrittore e poeta italiano

III giornata, novella X
Decameron

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“Se tornassi a nascere cosa farei? Una gran festa per la resurrezione, sicuramente.”

Alessandro Bergonzoni (1958) comico e scrittore italiano

È già mercoledì e io no

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“Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi, se fosse per quelle, lo leverei anch'io. […] Se dobbiamo difendere il crocifisso come "arredo", tanto vale staccarlo subito. Gesù in croce non è nemmeno il simbolo di una "tradizione" (come Santa Klaus o la zucca di Halloween) o della presunta "civiltà ebraico-cristiana" (furbesco gingillo dei Pera, dei Ferrara e altri ateoclericali che poi non dicono una parola sulle leggi razziali contro i bambini rom e sui profughi respinti in alto mare). Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. È, da duemila anni, uno "scandalo" sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione. L'immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e speranza, di resistenza inerme all'ingiustizia, ma soprattutto di laicità ("date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio") e gratuità ("Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno"). Gratuità: la parola più scandalosa per questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all'asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu proprio l'ideologia più pagana della storia, il nazismo – l'ha ricordato Antonio Socci – a scatenare la guerra ai crocifissi. È significativo che oggi nessun politico né la Chiesa riescano a trovare le parole giuste per raccontarlo. […] Basterebbe raccontarlo a tanti ignorantissimi genitori, insegnanti, ragazzi: e nessuno – ateo, cristiano, islamico, ebreo, buddista che sia – si sentirebbe minimamente offeso dal crocifisso. Ma, all'uscita della sentenza europea, nessun uomo di Chiesa è riuscito a farlo. Forse la gerarchia è troppo occupata a fare spot per l'8 per mille, a batter cassa per le scuole private e le esenzioni fiscali, a combattere Dan Brown e Halloween, e le manca il tempo per quell'uomo in croce. Anzi, le mancano proprio le parole. Oggi i peggiori nemici del crocifisso sono proprio i chierici. E i clericali.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da Ma io difendo quella croce, 5 novembre 2009
Il Fatto Quotidiano

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“Per cadenzare armonico il mio passo | sopra la sabbia, vale ch'io risorga.”

Resurrezione di Cristo
Paura di Dio

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“La fantascienza è una nuova mistica, è la resurrezione della poesia epica: l'uomo e il suo superamento, l'eroe e le sue imprese, la lotta contro l'ignoto.”

Boris Vian (1920–1959) scrittore, paroliere e drammaturgo francese

Origine: Da Stèfane Spriel e Boris Vian, Un nuvo genere letterario, la fantascienza, in 'Les Temps Modernes' VII, n. 72, 1951, 618-27; citato in Giuseppe Petronio, Roma-Bari, Gius. Laterza e figli, 118., Letteratura di massa Letteratura di consumo-Guida storica e critica, Laterza, 1979.

“…sali e chiedi vendetta | ma che sia resurrezione e pena | di chi assicurò questa scodella a una catena.”

Ennio Rega (1953) cantautore e compositore italiano

da La teppa dei marchettari
Arrivederci Italia

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“Annulla la mia adesione alla resurrezione.”

Jim Morrison (1943–1971) cantautore e poeta statunitense

Canzoni

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“La prigione è l'unico posto che si convenga a un cittadino onesto in uno stato in cui è legalizzata e tutelata la schiavitù.”

Henry David Thoreau (1817–1862) filosofo, scrittore e poeta statunitense

citato in Lev Tolstoj, Resurrezione, trad. di Emanuela Guercetti, Garzanti 2002, p. 325

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“Nella resurrezione [Gesù] lascia dietro di sé tutto quello che appartiene alla morte.”

Christoph Schönborn (1945) cardinale e arcivescovo cattolico austriaco

Dio inviò suo figlio: cristologia

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“Cosa posso dirvi – rispose Jura. Si mosse irrequieto sulla seggiola, si alzò, fece alcuni passi e sedette di nuovo. – Prima di tutto, domani vi sentirete meglio, ci sono i sintomi, son pronto a farmi tagliare la testa. E poi: la morte, la coscienza, la fede nella resurrezione… Volete sapere la mia opinione di naturalista? Non sarebbe meglio un'altra volta? No? Subito? Bene, come volete. Solo che è una cosa difficile, così, di punto in bianco –…..
– La resurrezione. Nella forma più volgare in cui se ne parla, a consolazione dei deboli, mi è estranea. E anche le parole di Cristo sui vivi e sui morti io le ho sempre intese in un altro modo. Dove mettereste questi immensi eserciti arruolati in tutti i millenni? Non basterebbe l'universo, le divinità, il bene e il raziocinio dovrebbero cedere il posto. In quell'avida calca animalesca sarebbero schiacciati.
– Ma, nel tempo, sempre la medesima vita, incommensurabilmente identica, riempie l'universo, a ogni ora si rinnova di innumerevoli combinazioni e trasformazioni. Ecco, voi vi preoccupate se risorgerete o meno, mentre siete già risorta, senza accorgervene, quando siete nata.
– Sentirete dolore? Sente forse il tessuto la propria dissoluzione? Cioè, in altre parole, che sarà della vostra coscienza? Ma che cos'è la coscienza? Vediamo. Desiderare coscientemente di dormire è insonnia garantita, tentare coscientemente di avvertire il lavorio del propria digestione è esattamente perturbare la sua innervazione. La coscienza è un veleno, un mezzo di autoavvelenamento per il soggetto che la applica a se stesso. La coscienza è luce, proiettata al di fuori e che illumina la strada a noi, perché non si inciampi. La coscienza sono i fari accesi davanti ad una locomotiva che corre. Rivolgete la loro luce all'interno e succederà una catastrofe.
– Dunque, che sarà della vostra coscienza? Della vostra. La vostra. Ma voi cosa siete? Qui sta il punto. Guardiamo meglio. In che modo avete memoria di voi stessa, di quale parte del vostro organismo siete cosciente? Dei vostri reni, del fegato, dei vasi sanguigni? No, per quanto ricordiate, di voi vi siete sempre accorta di una estrinsecazione, in un atto, nelle opere delle vostre mani, in famiglia, fra gli altri. E, ora, state bene attenta. L'uomo negli altri uomini, ecco che cos'è l'anima dell'uomo. Ecco che cosa siete voi, ecco di che cosa ha respirato, si è nutrita, di che cosa si è abbeverata per tutta la vita la vostra coscienza. Della vostra anima, della vostra immortalità, della vostra vita negli altri. E allora? Negli altri siete vissuta, negli altri resterete. Che differenza fa per voi se poi ciò si chiamerà memoria? Sarete ancora voi, entrata a far parte del futuro.
– Un ultima cosa. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. La morte non esiste. La morte non riguarda noi. Ecco, voi avete parlato di talento, questa è un'altra cosa, una cosa nostra, scoperta da noi. E il talento, nella sua nozione più alta e più lata, è il dono della vita.
– Non vi sarà morte, dice Giovanni Evangelista: guardate come è semplice la sua argomentazione. Non vi sarà morte, perché il passato è ormai trascorso. Quasi come dire: non vi sarà morte, perché questo è già stato visto, è vecchio e ha stancato, e ora occorre qualcosa di nuovo e il nuovo è la vita eterna.
Parlando, Jura passeggiava per la stanza.”

Dormite, – disse accostandosi al letto e ponendo le mani sulla testa dell'inferma. Passò qualche minuto e Anna Ivànova cominciò ad assopirsi.
Silenziosamente Jura uscì dalla camera e disse alla Egòrovna di richiamare l'infermiera. «Che diavolo,- pensò,- sto diventando una specie di ciarlatano. Mi metto pure a fare scongiuri, a curare la gente imponendo le mani».
Il dottor Živago

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“[Reagendo teatralmente all'apatia degli studenti dell'amphithéâtre Descartes della Sorbona, alle prese con le asperità del testo di Rutebeuf] I nostri anfiteatri non sono stati creati per la dissezione dei cadaveri, ma per la resurrezione dei morti!”

Gustave Cohen (1879–1958) storico e patriota francese

Nos amphithéâtres n'ont pas été créés pour la dissection des cadavres, mais pour la résurrection des morts

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“Bisogna, quaggiù, che i fiori muoiano ed il loro profumo svanisca perché diventino frutto e nutrimento. Lassù, respireremo un fiore eterno. Ed il suo profumo ci nutrirà. Solo ciò che muore si riproduce. La fecondità è un perpetuo compromesso tra l'essere ed il nulla. L'eternità è sterile: dove i fiori non appassiscono, i semi sono inutili. L'inflessione unica della tua voce, la luce fuggitiva del tuo sguardo, la freschezza delle tue mani sulla mia fronte, l'ora eletta in cui la preghiera aveva il sapore del pane terreno spezzato dopo la rude fatica d'un giorno d'estate: questo, questo solo, ritroverò in Dio. Ma senza limiti, ed al di là del filtro avaro del momento e del luogo. Qui, ho vissuto solo di queste briciole, ho camminato solo alla luce rapida di questi lampi. Ma queste briciole saranno lassù un pane inesauribile, questi lampi un'alba senza tramonto. L'abitudine sarà scomparsa: tutto sarà stupefacente sorpresa. L'uniformità, la separazione — il triste destino dei granelli di sabbia tutti eguali e tutti solitari — non getteranno più la loro ombra: niente sarà simile a niente, e tutto sarà immerso nell'unità. La resurrezione sarà più vergine di una nascita; la certezza e l'imprevisto fioriranno insieme. «Amate quel che non potrà mai essere visto due volte». Tutto ciò che merita di essere contemplato non si lascia guardare impunemente due volte. Bisogna desiderare vederlo eternamente. L'inferno è ripetizione; il cielo, rinnovamento.”

Gustave Thibon (1903–2001) filosofo e scrittore francese

Origine: L'uomo maschera di Dio, p. 80

“Poiché la nostra, vite è una vite risuscitata, la linfa che ci unisce ad essa porta già l'impronta della nostra resurrezione.”

Jacques Loew (1908–1999) presbitero e teologo francese

Se conosceste il dono di Dio

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“La morte del crocefisso ormai la negano teologi vari, che tuttavia non negano la sua resurrezione.”

Giovanni Giraldi (1915–2014) filosofo, filologo e accademico italiano

in Sistematica NN. 156-157, p. 220
Gesù

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“L'Eucarestia ci dà la forza di affrontare le sfide della vita e di essere consapevoli dell'amore di Dio per noi. Ogni domenica è una "piccola Pasqua" perché ribadisce la resurrezione, la vittoria di Gesù sulla morte. Questa è la vittoria più significativa nella storia del mondo perché apre la posssibilità della vita eterna.”

Sean Patrick O'Malley (1944) cardinale e arcivescovo cattolico statunitense

Ricordati di santificare le feste: la Famiglia nel Giorno del Signore http://www.zenit.org/it/articles/santificare-la-festa-la-famiglia-nel-giorno-del-signore, Congresso Internazionale Teologico Pastorale di Milano, 1 giugno 2012

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“L'immagine del sepolcro attraverserà le epoche in una forma spiritualizzata, e la solitudine dell'eremita finirà per essere paragonata al sepolcro pasquale di Cristo in attesa della resurrezione.”

André Louf (1929–2010) monaco cattolico belga, eremita, scrittore di libri di spiritualità

Tradizioni esicastiche d'oriente ed occidente

“Di fronte a questo imbarbarimento, il Santo Bambino resta l'unica via, l'unica verità, l'unica vita dell'universo. Gli sforzi per costruire un mondo giusto e pacifico, al di fuori di Cristo, non sono che schiuma in un mare in tempesta. per raggiungere la pce e la tranquillità, il mondo non ha bisogno di incontri al vertice, di convegni internazionali, di discussioni tra esperti, ma solo di quella semplicità di cuore che penetra fin nel fondo delle cose, svelandone gli aspetti più reconditi. Oggi la pace è lontana dal mondo, quanto lo è la ricerca della gloria di Dio. Le radici cristiane sono estirpate e la notte è tornata a calare nel mondo, con il brivido di paura che l'accompagna. La Chiesa e la società vivono ore non di pace e di tranquillità, ma di dramma. Gli occhi si volgono verso il cielo e non vi scorgono che l'oscurità della notte più fonda. Ma il cristiano sa che il mistero del Natale, come quello della Resurrezione, è il simbolo, e la luminosa realtà, della luce che squarcia le tenebre più profonde. Così avvenne a Betlemme, così accadde spesso nella storia. "Natale" fu il grido di entusiasmo con cui nella notte del 25 dicembre dell'anno 496, i Franchi salutarono il battesimo del loro Re Clodoveo. La stessa acclamazione riecheggiò sotto le volte di San Pietro nella notte di Natale dell'anno 800, quando Carlo Magno fu incoronato Imperatore dal Papa san Leone III. I cuori orgogliosi rifiutano con sufficienza l'idea di una grande rinascita cristiana nel secolo XXI. I cuori semplici, pregando ai piedi del presepio, vedono nel Natale una luce di speranza nella tragedia del nostro tempo. Nel mondo, oggi, tutto è frastuono e disordine; nel Presepio tutto è ordine, raccoglimento, spirito soprannturale. Il Presepio è lo specchio di una società capace di rendere gloria a Dio e pace agli uomini di buona volontà.”

Roberto de Mattei (1948) storico italiano

N. 20, p. 3
Editoriali in Radici Cristiane

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“Il corpo è vezzeggiato nella perversa certezza della sua inutilità, nella totale certezza della sua non resurrezione.”

Jean Baudrillard (1929–2007) filosofo e sociologo francese

da Video delle mie brame, Panorama, 24 settembre 1984, pp. 130-133; in Il sogno della merce, a cura di Vanni Codeluppi, Lupetti, Roma 1994

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“L'umiliazione e la sofferenza fatali della mia carne prepareranno, io spero, la mia resurrezione.”

Fausto Gianfranceschi (1928–2012) scrittore e giornalista italiano

Origine: Citato in Marcello Veneziani, È morto Fausto Gianfranceschi, ultimo intellettuale reazionario http://www.ilgiornale.it/news/e-morto-fausto-gianfranceschi-ultimo-intellettuale.html, il Giornale.it, 20 febbraio 2012.

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“Vuoi farti guarire? O preferisci morire dissanguata così potrò cimentarmi in una resurrezione?”

Terry Goodkind (1948) scrittore statunitense

Nathan Rahl ad Ann ferita
You want to be healed, now? Or would you prefer to bleed to death so I can try my hand at resurrection?
Blood of the fold, L'Ordine Imperiale

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“Morte e resurrezione son un atto solo, un solo mistero.”

Divo Barsotti (1914–2006) sacerdote e monaco italiano

da Alla sera della vita. Diario 1996-1997, Salvatore Sciascia Editore, 2001

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“La luce di Roma riposata nel cattolicesimo batte nella memoria dei vivi e nella resurrezione dei morti.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da La poltrona nel Tevere, Rusconi Libri, Milano, 1993, p. 241.

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“Che cosa, in effetti, può trattenere un essere umano da un gesto di solidarietà che, oltretutto, non "costa" nulla, visto che ciò che viene donato non ha più, per il donatore, alcuna utilità? Ho formulato apposta la domanda in un modo così semplicistico e brutale per suggerire che la risposta – non dico la giustificazione – è da cercare su un piano che non è né quello della conoscenza razionale né, tantomeno, quello del buon senso. A nessuno di noi, credenti o non credenti, è estraneo il sogno della resurrezione dei corpi: un sogno che non riguarda tanto il nostro, di corpo (del quale, del resto, è difficile se non impossibile immaginare la non – più – esistenza), quanto quello delle persone che abbiamo amato e che non ci sono più. Fra credenti e non credenti c'è, in questo, una sola anche se, certamente, essenziale differenza: che ciò che per i secondi è un sogno, per i primi è una speranza o, almeno, la volontà di una speranza. E io credo che da questo sogno o da questa speranza discenda il desiderio struggente di "salvare" non, ripeto, il proprio corpo, ma quello dei propri cari appena scomparsi, di difenderne l'integrità, di sentire come un ulteriore strazio, come un'ulteriore separazione, come un'ulteriore perdita il fatto che esso venga immediatamente – e, come la scienza e la tecnica esigono, a morte cerebrale accertata, ma a cuore ancora battente – lacerato, diminuito, privato di sé.”

Giovanni Raboni (1932–2004) poeta, scrittore e giornalista italiano

Origine: Da Trapianti e coscienza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2000/aprile/01/TRAPIANTI_COSCIENZA_co_0_0004012997.shtml, Corriere della Sera, 1 aprile 2000, p. 11.

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“Come un forte inebriato | Il Signor si risvegliò.”

Alessandro Manzoni (1785–1873) scrittore italiano

Origine: Da La resurrezione; citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, p. 487.

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“Salire al soglio del giudizio di se stessi significa essere pervenuti a tal punto di resurrezione che si è sorpassato tutto il passato.”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 62

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“O Gesù, che con la tua gloriosa Resurrezione ci hai mostrato quali saranno in eterno "i figli di Dio", concedi la santa resurrezione ai nostri cari, morti nella tua Grazia, e a noi nella nostra vita”

Maria Valtorta (1897–1961) mistica italiana

Il Purgatorio
Origine: Mari Valtorta, Preghiera per l'espiazione delle anime in Purgatorio, dal minuto 8:00 https://www.youtube.com/watch?v=i_ImDz_QWe4/. URL archiviato il 4 Dicembre 2014 https://web.archive.org/web/20141204171834/https://www.youtube.com/watch?v=i_ImDz_QWe4/

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“La Resurrezione del Cristo non è un miracolo. Il Dio che attraverso il Figlio ha assunto natura umana, dopo la morte sulla croce riassume la sua natura divina e immortale.”

Carlo Maria Martini (1927–2012) cardinale e arcivescovo cattolico italiano

Origine: Intervistato da Eugenio Scalfari, Ragionando con Martini di peccato e Resurrezione https://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2010/05/13/news/ragionando_con_martini_di_peccato_e_resurrezione-4026654/, su La Repubblica, 13 maggio 2010. URL archiviato il 18 maggio 2010 http://archive.is/wip/rsNqg.