Frasi su standard

Una raccolta di frasi e citazioni sul tema standard, essere, vita, proprio.

Frasi su standard

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“La nostra vita è un'opera d'arte – che lo sappiamo o no, che ci piaccia o no. Per viverla come esige l'arte della vita dobbiamo – come ogni artista, quale che sia la sua arte – porci delle sfide difficili (almeno nel momento in cui ce le poniamo) da contrastare a distanza ravvicinata; dobbiamo scegliere obiettivi che siano (almeno nel momento in cui li scegliamo) ben oltre la nostra portata, e standard di eccellenza irritanti per il loro modo ostinato di stare (almeno per quanto si è visto fino allora) ben al di là di ciò che abbiamo saputo fare o che avremmo la capacità di fare. Dobbiamo tentare l'impossibile. E possiamo solo sperare – senza poterci basare su previsioni affidabili e tanto meno certe – di riuscire prima o poi, con uno sforzo lungo e lancinante, a eguagliare quegli standard e a raggiungere quegli obiettivi, dimostrandoci così all'altezza della sfida. L'incertezza è l'habitat naturale della vita umana, sebbene la speranza di sfuggire ad essa sia il motore delle attività umane. Sfuggire all'incertezza è un ingrediente fondamentale, o almeno il tacito presupposto, di qualsiasi immagine composita della felicità. È per questo che una felicità «autentica, adeguata e totale» sembra rimanere costantemente a una certa distanza da noi: come un orizzonte che, come tutti gli orizzonti, si allontana ogni volta che cerchiamo di avvicinarci a esso.”

Zygmunt Bauman (1925–2017) sociologo e filosofo polacco

da L'arte della vita, trad. it., Bari, 2009

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“Tocca anche sorridere se no sei fuori standard | bisognerà uccidere ma è solo propaganda.”

Kaos One (1971) rapper, beatmaker e writer italiano

da La fenice

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“Jack: Che ci fai qui?
- Norrington: Mi hai ingaggiato. Che posso farci se i tuoi standard sono bassi.”

Johnny Depp (1963) attore statunitense

Film Pirati dei Caraibi - La maledizione del forziere fantasma

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“La creazione, nella sua infinita varietà, costituisce un insieme armonioso, le cui parti sono legate fra loro e vivono le une in funzione delle altre. Dall'atomo all'angelo, dalla coesione delle molecole alla comunione dei santi, niente esiste da solo né per se stesso. Dio non ha creato che unendo. Il dramma dell'uomo è quello di separare. Egli si separa da Dio con l'irreligiosità, dai suoi fratelli con l'indifferenza, l'odio e la guerra, si separa infine dalla sua anima con la ricerca dei beni apparenti e caduchi. E quest'essere, separato da tutto, proietta sull'universo il riflesso della sua divisione interiore; egli separa tutto intorno a sé; porta le sue mani sacrileghe sulle più umili vestigia dell'unità divina; sbriciola tutto fin dentro le viscere della materia. L'uomo atomizzato e la bomba atomica rispondono l'uno all'altra. La metafisica della separazione è la metafisica stessa del peccato. Ma poiché l'uomo non può vivere senza un simulacro d'unità, queste sue parti, disgiunte ed uccise dal peccato, si ricongiungono, in quanto morte, non più come gli organi d'un medesimo corpo, ma come i granelli di sabbia dello stesso deserto. La separazione porta con sé la confusione, la rottura, l'uniformità. Non esistono più artigiani liberi ed originali, ma una «massa» di proletari; non ci sono più coppie che si amano di un amore unico, ma una bellezza standard ed una sessualità meccanicizzata. Non c'è possibilità di salvezza che nel ritorno all'unità nella diversità […].”

Gustave Thibon (1903–2001) filosofo e scrittore francese

Quel che Dio ha unito

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“Il dramma delle culture, infatti – compresa quella europea –, è consistito in passato nel fatto che i loro primi contatti reciproci sono stati quai sempre appannaggio di gente della peggior risma: predoni, soldataglie, avventurieri, criminali, mercanti di schiavi e via dicendo. Talvolta, ma di rado, capitava anche gente diversa, come missionari in gamba, viaggiatori e studiosi appassionati. Ma il tono, lo standard, il clima fu conferito e creato per secoli dall'internazionale della marmaglia predatrice che non badava certo a conoscere altre culture, a cercare un linguaggio comune o a mostrare rispetto nei loro confronti. Nella maggior parte dei casi si trattava di mercenari rozzi e ottusi, privi di riguardi e di sensibilità, spesso analfabeti, il cui unico interesse consisteva nell'assaltare, razziare, uccidere. Per effetto di queste esperienze le culture, invece di conoscersi a vicenda, diventavano nemiche o, nel migliore dei casi, indifferenti. I loro rappresentanti, a parte i mascalzoni di cui sopra, si tenevano alla larga, si evitavano, si temevano. Questa manipolizzazione dei rapporti interculturali da parte di una classe rozza e ignorante ha determinato la pessima qualità dei rapporti reciproci. Le relazioni interpersonali cominciarono a venir classificate in base al criterio più primitivo: quello del colore della pelle. Il razzismo divenne un'ideologia per definire il posto della gente nell'ordinamento del mondo. Da una parte i Bianchi, dall'altra i Neri: una contrapposizione dove spesso entrambe le parti si sentivano a disagio.”

Ebano

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“Nell'ottobre del 1965 il Senatore Mansfield ha criticato il "senso di completa irresponsabilità" mostrato dai manifestanti. Non aveva niente da dire allora […] sul "senso di completa irresponsabilità" mostrato del senatore Mansfield e dagli altri che stanno tranquillamente a guardare e votano su stanziamenti mentre le città e i villaggi del Nord Vietnam vengono demoliti, mentre millioni di rifugiati nel Sud sono cacciati dalle loro case a causa dei bombardamenti americani. Non ha niente da dire sugli standard morali o il rispetto per la legge internazionale di coloro che hanno permesso questa tragedia. Parlo dell senatore Mansfield precisamente perché non è uno di quei che patrioti che si battono il petto e che vogliono che l'America governi il mondo, ma è piuttosto un intellettuale americano nel miglior senso della parola, un uomo colto e ragionevole -- il tipo di uomo che è il terrore della nostra era. […] quando guardo ciò che sta accadendo al nostro paese, quello che trovo più terrifficante non è Curtis LeMay, con i suoi allegri suggerimenti di bombardare chiunque fino a farli tornare all'età della pietra, ma piuttosto le calme disquisizioni degli scienziati politici su quanta forza sarebbe necessaria per raggiungere i nostri scopi, o su quale forma di governo sarebbe accettabile per noi in Vietnam. Quello che trovo terrificante è il distacco e la serenità con cui vediamo e discutiamo una tragedia insostenibile. Sappiamo tutti che se la Russia o la Cina fossero state colpevoli di ciò che abbiamo fatto noi in Vietnam, staremmo esplodendo di indignazione morale per questi crimini mostruosi.”

Noam Chomsky (1928) linguista, filosofo e teorico della comunicazione statunitense
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“Ahimè, i produttori dei prodotti commerciali dei dinosauri continuano a rigurgitare materiali di bassa qualità che sono o obsoleti o inappropriatamente derivativi. I documentari e i libri sui dinosauri sono diventati così numerosi che non hanno più fascino e non provo più nemmeno ad aggiornarmi. Ci sono anche dei seri problemi con la qualità e l'affidabilità, che spesso non soddisfano le aspettative degli scienziati. Ecco un esempio; ho quasi sferrato un calcio allo schermo della tv quando un documentario ha affermato che il cervello di Tyrannosaurus fosse grande quanto quello di un gorilla, nonostante il suo quoziente intellettivo fosse di poco superiore rispetto a quello di un coccodrillo. E perché i teropodi vengono spesso raffigurati immobili, pronti a sfidare le proprie prede prima di attaccarle, quando il vero scopo dei predatori è quello di colpire e sopraffare le proprie vittime prima che esse si accorgano di quello che sta accadendo? Questi standard bassi non mi sorprendono, siccome i media e la stampa spesso promuovono la credenza nel paranormale. Ma questi sono cavilli. La scienza dei dinosauri è quasi completamente cambiata nel mezzo secolo in cui sono stato cosciente. Vecchie star come Allosaurus e il sempre bizzarro Stegosaurus hanno ancora il loro fascino, ma ora sappiamo dell'esistenza dei sauropodi corazzati, dei terizinosauri panciuti e dei dromaeosauri dalle ali multiple simili a quelle degli uccelli. Il modello rettiliano è superato e quello uccello-mammifero è dominante.”

Gregory Scott Paul (1954) paleontologo, sociologo e illustratore statunitense

Alas, producers of commercial dinosaur products continue to churn out low quality product that is either obsolete or improperly derivative. Dino documentaries and books have become so plentiful that they are no longer special and I do not try to keep up with them. There are also serious problems with quality and accuracy which often fail to meet the expectations of scientists. More about those problems here. I about kicked in the TV screen when one dino doc claimed that the brain of Tyrannosaurus was as large as that of a gorilla when its IQ was not all that much better than a croc’s. And why are the theropods shown pausing to challenge their prey before they charge, when the actual focus of predators is to hit and overwhelm the victim before it knows what is happening? The low standards are not surprising considering how the media and press frequently carry product that promotes belief in the paranormal. But these are quibbles. Dinosaur science has almost completely transformed over the half century that my neural network has been aware of it. The old stand-bys from Allosaurus to the always strange Stegosaurus are still fascinating, but we now know about armored sauropods, fat-bellied therizinosaurs and multi-winged, near avian, sickle claws. The reptile model is out and the avian-mammalian is dominant.
Autobiography

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“Per definire un nuovo standard, non serve qualcosa che sia soltanto un po' diverso; serve qualcosa che sia davvero innovativo e che catturi l'immaginazione della gente. E il Macintosh, tra tutte le macchine che abbia mai visto, è l'unica che raggiunge questo obiettivo.”

Bill Gates (1955) miliardario e filantropo statunitense fondatore di Microsoft

Origine: Da un intervento a una conferenza sul Macintosh, 1984 – vedi filmato http://www.youtube.com/watch?v=Xtba2GkVOII.

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“Mi sono sentito in grado di dichiararmi cristiano solo quando sono stato ragionevolmente sicuro che uno scrutinio della mia vita non avrebbe disonorato gli standard inconcepibilmente alti posti dai cristiani che ammiro, come Tolstoj e Pascal.”

Malcolm Muggeridge (1903–1990) giornalista e scrittore britannico

Origine: It would be very wicked for any man to say that he had completely achieved mastery of his fleshly appetites, but I felt able to declare myself a Christian when I was reasonably sure that a scrutiny of my life would not disgrace the inconceivably high standards that Christians I admire — like Tolstoy and Pascal — have set. (da Jesus Rediscovered, Doubleday, 1979, p. 189)

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“[Rivolta a Serena Williams] Dio ti ha benedetto. Lo sai quanto? Pensaci. Ogni generazione dovrebbe essere migliore della precedente. Tu dovresti essere la più grande di sempre. Tu dovresti definire gli standard. Tu decidi.”

Billie Jean King (1943) tennista statunitense

Origine: Citato in Alessandro Mastroluca, Billie Jean King: "Federer dovrebbe supportarci di più" http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/09/28/778868-billie_jean_king_uguaglianza.shtml, Ubitennis.com, 29 settembre 2012.

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“Bisogna prefissarsi un certo standard e accontentarsi di niente di meno.”

John Brodie (1862–1925) calciatore inglese

Origine: Citato in Stefano Pentegallo, Non è finita finché non è finita. Chi seguirà Stefanki dopo Roddick? http://www.ubitennis.com/sport/tennis/2012/10/29/794207-finita_finche_finita.shtml, Ubitennis.com, 29 ottobre 2012.

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“Suppongo che la percezione del pubblico sia quella per cui io devo vincere ogni settimana. È vero, non vinco come ho fatto nel 2000, ma sapete una cosa? I giocatori nella storia che ci sono riusciti sono davvero pochi. Il fatto è che lo standard usato nei miei confronti è spietato. Ho vinto un torneo a inizio stagione, ma nessuno lo ricorda. Invece è come se non mi qualificassi neppure. Ma in campo ci sono anche gli altri giocatori, tutti bravi e migliorati.”

Tiger Woods (1975) golfista statunitense

Origine: Citato in Riccardo Romani, Tiger, ovvero l'impossibilità di essere normale https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2004/aprile/13/Tiger_ovvero_impossibilita_essere_normale_co_9_040413108.shtml, Corriere della sera, 13 aprile 2004.

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“Sapete quanto questo Paese, la Turchia, sia nel mio cuore e quanto io abbia negli anni seguito e incoraggiato la sua evoluzione. Questo Governo è espressione di libere elezioni, certamente, che hanno dato per tre volte successive una chiara maggioranza al partito del Primo Ministro, ma come ha detto autorevolmente il Presidente Gül, le elezioni da sole non sono sufficienti. Per comprendere le cause profonde è venuto il momento anche di un sincero esame di coscienza da parte dell'Europa. Nel recente passato è stato elogiato il modello Turco, anche oltre i suoi meriti, per i suoi successi economici e perché si sperava – e si spera ancora – fosse capace di coniugare – e sia capace di coniugare – islam e democrazia. Questo modello è stato sostenuto con l'apertura dei negoziati di adesione all'Unione europea, riconosciuto in occasione del referendum costituzionale del 2010 che ha ridotto il potere dell'esercito, ma devo dire poi che alcuni Paesi europei e l'Europa in generale lo ha poi abbandonato, con una netta chiusura sul fronte dei capitoli negoziali. Io credo sia stata una visione miope, un arretramento della prospettiva europea della Turchia, compiuto proprio nel momento in cui vi era più bisogno di sostenere il consolidamento degli standard democratici del Paese. Un comportamento del tutto incoerente se consideriamo che l'adozione di alcuni dei capitoli bloccati – quello per esempio sui diritti fondamentali e sulla libertà di espressione – avrebbe accolto la rivendicazione di tanti turchi scesi ora nelle piazze e nelle strade.”

Emma Bonino (1948) politica italiana
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“Può offrire interessanti prospettive | e portare ed equilibrate e non traumatiche decisioni.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Standard, n. 8
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“La qualità di un medico non viene più misurata da quanti pazienti cura, ma da quanti articoli pubblica su riviste specializzate. Ciò ha incoraggiato un gran numero di ricerche banali e spesso ha portato all'abbassamento degli standard nella cura clinica.”

Richard Ryder (1940) psicologo inglese

Origine: Da Victims of Science (1975); citato in Deborah G. Mayo, Contro una giustificazione scientifica della sperimentazione su animali, in Aa. Vv., Etica e animali, traduzione di Brunella Casalini, Liguori Editore, Napoli, 1998, p. 328. ISBN 88-207-2686-6

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“Con l'adozione del Ceta, scegliamo l'apertura, la crescita e standard elevati anziché il protezionismo e la stagnazione. Il Canada è un paese con cui condividiamo valori comuni. È anche un alleato su cui possiamo contare. Insieme, possiamo costruire ponti anziché muri, per la prosperità dei nostri cittadini. Il Ceta sarà un faro per tutti i prossimi accordi commerciali nel mondo.”

Artis Pabriks (1966)

Origine: Citato in Beda Romano, La Ue risponde a Trump: via libera all'accordo con il Canada http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2017-02-15/l-europarlamento-approva-l-accordo-commerciale-il-canada-130600.shtml?uuid=AEuq0ZW, Il Sole24 ore.com, 27 ottobre 2016.

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“Paragonando gli adrosauridi agli altri dinosauri erbivori, si può notare che solo i primi mancano dei chiari adattamenti per la difesa e la protezione. Non possedevano né corna, né artigli, né zanne, né code fornite di clave o spine, e non avevano corazze ossute. Di sicuro non erano fatti per corse rapide e non possono essere considerati giganti per gli standard dell'epoca. Tutto sommato, sembra che gli adrosauridi fossero piuttosto indifesi — una situazione critica decisamente improbabile. Alternativamente, sembra più probabile che essi dipendessero dalla relativa sicurezza dei laghi, delle paludi o dei fiumi, e che in tal modo fuggissero dai loro nemici.”

John Ostrom (1928–2005) scienziato e paleontologo statunitense

In comparing the hadrosaurs with other dinosaurian herbivores, it is striking that they alone lack any obvious defensive or protective adaptations. They possessed no horns, no claws, no sharp teeth, they carried no clubbed or spiked tail, and they had no bony armor. They certainly were not constructed for rapid flight and they cannot be considered giants for their time. In short, the hadrosaurs appear to have been quite defenseless — a most improbable plight. As an alternative it seems increasingly probable that they depended upon the relative security of lakes, swamps, or rivers and thereby escaped from their enemies.
The cranial crests of hadrosaurian dinosaurs

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“Se i dipinti etiopici e altre opere d'arte otterranno un tale standard da poter essere inviate fuori dal Paese e occupare il proprio posto in mezzo alle opere provenienti da altre nazioni, essi potranno certamente dare un contributo nel tentativo di rendere l'Etiopia più ampiamente nota come nazione che partecipa pienamente allo spirito e alla sostanza della moderna civilizzazione.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I in occasione dell'inaugurazione della scuola delle belle arti, 23 luglio 1958; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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“Le nazioni in via di sviluppo sono ora desiderose di maggiore conoscenza tecnologica per aumentare lo standard di vita delle loro popolazioni, perché è questo che le nazioni sviluppate hanno usato per raggiungere il loro presente status di avanzamento scientifico e sociale.”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso all'avviamento della facoltà di tecnologia, 24 novembre 1971; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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Questa traduzione è in attesa di revisione. È corretto?
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“Una comunità responsiva è una comunità i cui standard morali riflettono le esigenze umane di base di tutti i suoi membri.”

Origine: Citato in AA.VV., Il libro della sociologia, traduzione di Martina Dominici, Gribaudo, 2018, p. 114. ISBN 9788858015827

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