Frasi su ultimo
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Vittoria di Sassonia-Coburgo-Gotha (1840-1901) photo
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“Thessius, tu che mi avevi giurato eterna fedeltà… Qualunque cosa tu posa dire io continuerò con la mia durezza. Con queste lacrime versate ora l'ultimo brandello di cuore che mi restava se n'è andato.”

Leiji Matsumoto (1938) fumettista e animatore giapponese

Raflesia, sequenza censurata nella versione italiana
Capitan Harlock serie classica Space Pirat, Episodio 26, Lungo viaggio verso la patria

“La Campagna è proporzionata alle caccie, all'uccellare mediante boschi, selve e dilettevoli colline vi è da pescare mediante l'Arno et altri fiumi. Fertilissima è la sua pianura, non più par si possa desiderare dalla Natura, moltiplicandovi il grano fino in 40 per staio, le biade tutte vi vengono felicemente. Per tre anni continui si semina il grano, o il terzo la segale, et all'ultimo mietuto che si è, subito vi si semina fagioli, o miglio con rapi per buoi. L'Invernata veniente si vanga, o si coltra per raccor l'estate fave, o fagioli con saggina, o vero si fa a poponi con altri ortaggi che più vi è terreno, che in un anno da tre raccolte, cosa che rende stupore à Forestieri. I Monti e colline amene abbondano di tutto quello che al viver umano si ricerca di olio, di vino in particolare bianco, giallo, nero, vermiglio, di tutti i sapori, dolce, amarognolo, cotognino, di viola, mammola, subastringente, sottile, pieno, tutto odorifero. Frutte similmente d'ogni sorte per l'Estate, e per l'Inverno. Per tutto si trovano fonti di buone acque fino d'acque minerali di ferro et allume. Si dice acqua buona utilissima a molte infermità. Salutifera l'aria alla vita umana per tutto. Molti sono gli Artieri e Mercanti e da questo i Montevarchini mi credo sono chiamati Industriosi et ogni Giovedì si fa il Mercato da dirsi una gran Fiera.”

Jacopo Sigoni (1579–1658) medico, religioso e storiografo italiano

da Cronica breve della Terra di Montevarchi

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“Così il 10 giugno, quando si decise che era venuto il momento di riprendersi le piazze, ci si aspettava il solito schieramento di granatieri, la familiare, compatta macchia azzurra fitta di sguardi corrucciati, più le sei nuove unità antisommossa inaugurate un paio di mesi prima e alle quali la mitologia studentesca giù attribuiva poteri straordinari e molteplici, fra cui quello di sputare lacrimogeni, getti d'acqua, vernice, pallottole blindate, pallottole comuni, scoregge e inni nazionali, quello di far suonare sirene assordanti, di vederci al buio grazie ai raggi infrarossi, di investire con le camionette i più distratti e di essere completamente invulnerabili alle molotov. E infatti eccole là, schierate in cerchio tutt'attorno al Casco de Santo Tomàs, le sei squadre antisommossa nuove di zecca, grigioazzurre e verde oliva. C'erano anche un paio di battaglioni di granatieri, rinnovati nel corso degli ultimi tre anni con un nuovo afflusso di giovani contadini senza terra di Puebla, di Tlaxcala, di Oaxaca, venuti a riempire i buchi lasciati dai disertori del '68, ormai svezzati dall'inevitabile abbrutimento iniziale e che già cominciavano ad assaporare il piccolo potere, la piccola impunità dell'uniforme; vaccinati con le prime iniezioni della grossolana ideologia secondo cui gli studenti sono contro la Vergine di Guadalupe, il comunismo vuole rovinare il Messico e cancellare il ricordo dei Piccoli martiri, e noi siamo l'ultimo baluardo della patria; eccoli là, a cercar di nascondere la loro paura sotto la nostra paura.”

Paco Ignacio Taibo II (1949) scrittore spagnolo

cap. 8, p. 92
Niente lieto fine

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“Fiorello: Sono triste…
Baldini: Perché? Perché è l'ultima puntata?
Fiorello: È un dono di natura…”

Fiorello (1960) showman, imitatore e conduttore radiofonico italiano

Citazioni dal programma radiofonico Viva Radio 2, Imitazioni e personaggi, Il Gobbo di Notredome

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“Aida non è una donna, ma sono tutte le donne che raccontano, ognuna per cinque minuti, la propria storia. Ne viene fuori la storia degli ultimi settant'anni d'Italia.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

Origine: Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, p. 33

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“E fra la folla sorrise, fu l'ultimo sorriso perché | un colpo traditore trafisse il cuore di un grand'uomo quel dì.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

da Per Kennedy, 32<sup>a</sup> composizione, p. 70
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Primo quaderno

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“Per le istituzioni il rispetto è immenso, non per le persone che le hanno frequentate, per quelli zero rispetto, non lo meritano. E vedere nell'aula certi personaggi che ancora girano, Formigoni, Scilipoti, gente che ha detto di aver preso soldi, gente che ha pagato. Oggi è uscito un articolo, i condannati sono quarantasei… L'aula è qualcosa di sacro, ma il Parlamento in questi ultimi anni è stato stuprato.”

Vito Crimi (1972) politico italiano

Origine: Citato in Crimi: "Beppe ha svegliato Napolitano". Poi le scuse al Colle, ma attacca la stampa http://www.repubblica.it/politica/2013/03/21/news/crimi_beppe_ha_svegliato_napolitano_poi_chiama_il_colle_e_si_scusa-55068645/, Repubblica.it, 21 marzo 2013.

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“Fra l'ultimo nostro respiro e l'inferno, c'è tutto l'oceano della misericordia di Dio.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

citato in Bruna D'Aguì, Creaturismo. Le fondamenta del creato, Nuova Stampa, Roma 2007, p. 221

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“[Ultime parole secondo Possidio] Non sarà grande chi reputa gran cosa il fatto che cadono le costruzioni in legno e in pietra e che i mortali muoiono.”

Agostino d'Ippona (354–430) filosofo, vescovo, teologo e santo berbero con cittadinanza romana

Origine: Citato in Le confessioni, tradotto da C.Vitali, Bur, 2011, p.29 http://books.google.it/books?id=_vv9Bxy6ja0C&pg=PT29, ISBN 8858607996.

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“Basta col Tour. Questa è l'ultima volta. Bisogna troppo pensare.”

Ottavio Bottecchia (1894–1927) ciclista su strada italiano

citato in Bruno Roghi, La leggenda di "Botescià", Storia Illustrata, Anno II n. 1, gennaio 1958, Arnoldo Mondadori Editore

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“Il mio signore e imperatore, di felice memoria, il signore Costantino, cadde ucciso, mentre io mi trovavo in quel momento non vicino a lui, ma in altra parte della città, per ordine suo, per compiervi un'ispezione: ahimè ahimè!.”

Giorgio Sfranze (1401–1477) generale e storico bizantino

citato in Sergio Berruti, Imperatori. Costantino XI Dragazes, l'ultimo Basileus http://www.imperobizantino.it/Imperatori-art15.htm, citando Caduta di Costantinopoli, 1976

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“[Ultime parole] Non sparate.”

Mu'ammar Gheddafi (1942–2011) militare e politico libico

Origine: Citato in Le ultime parole di Gheddafi catturato e ucciso in una buca: «Non sparate» http://www.ilsecoloxix.it/p/mondo/2011/10/20/AOH8sUFB-gheddafi_catturato_sparate.shtml#axzz1pvIDK3rf, Il Secolo XIX.it, 20 ottobre 2011.

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“[La Bielorussia governata da Aleksandr Lukašenko] È l'ultima vera dittatura rimasta nel cuore dell'Europa.”

Condoleezza Rice (1954) politica statunitense

dall' intervista http://edition.cnn.com/2005/WORLD/europe/04/20/rice.dougherty/index.html di Jill Dougherty, CNN, 20 aprile 2005

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“La notte esala l'ultimo respiro. Sono appena scampato ai brutti sogni e già devo ricominciare.”

Joël Egloff (1970) scrittore e sceneggiatore francese

Lo stordimento

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“Sono convinta che per andare d'accordo con gli uomini basta essere chiare. Infatti all'ultimo che ho trovato ho detto: «Guarda io sono così, prendere o lasciare». E infatti mi ha lasciata.”

Geppi Cucciari (1973) comica e conduttrice televisiva italiana

15 aprile 2005 http://www.youtube.com/watch?v=rfZIjkEUFnI
Collegamento interrotto

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“Il nostro paese, negli ultimi anni, ha fatto grandi passi avanti, peccato che tutti gli altri vanno in macchina.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da L'ottavo nano, episodio 1
Personaggi originali, Brunello Robertetti

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“Gli ultimi saranno i primi, ma lo sportello chiude alle 12.”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

da La seconda che hai detto!, Baldini Castoldi Dalai
Personaggi originali, Quelo

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“Fovse tagliando le sedie dei tavoli in pavlamento… Faccio quest'ultimo taglio… dai… dai… povca puttana! povca tvoia!”

Corrado Guzzanti (1965) comico, attore e sceneggiatore italiano

Imitazioni, Giulio Tremonti

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“Meglio essere l'ultimo che l'ultimo essere.”

Eros Drusiani (1954) cabarettista e scrittore italiano

ibidem

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“[Sulla divisione dell'orazione di Louis Bourdaloue] Ora, per darvene una giusta idea, io mi fermerò alle parole del mio testo, la cui esposizione letterale svilupperà tosto il mio disegno. Vedetene l'ordine e la divisione. Ecce merces vestra copiosa est in coelis. Questa ricompensa che Dio prepara a' suoi eletti, è una ricompensa sicura: Ecce, vedetela, è un Dio che ve la promette; e se la volete di buona fede, ella è vostra: Ecce merces vestra. È una ricompensa abbondante, che non avrà altra che la magnificenza d'un Dio, e che metterà ella sola il colmo a tutte le vostre brame: Ecce merces vestra copiosa. Finalmente è una ricompensa eterna che voi non perderete mai, perché vi attende nel cielo dove non è cangiamento o vicenda: Ecce merces vestra copiosa est in coelis. […] La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa sicura; mentre quelle del mondo sono fallibili ed incerte: sarà il primo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa abbondante; mentre quelle del mondo sono vuote e difettose: sarà il secondo punto. La ricompensa degli eletti di Dio è una ricompensa eterna; mentre quelle del mondo sono fragili e passeggere: sarà l'ultimo punto.
Forse mi direte essere alquanto lunga una tal divisione, e che sarebbesi potuta spedire con tre voci, dicendo che la mercede de' giusti è mercede sicura, piena, eterna.”

Guglielmo Audisio (1802–1882)

Origine: Lezioni di eloquenza sacra, p. 89

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“[Riferito a Billie Holiday] Possiamo trovare nelle sue incisioni del periodo 1935-40 tutti i procedimenti per mezzo dei quali essa trasformava una melodia: l'accentazione di certe note, che faceva precedere da brevi silenzi che attiravano su di esse l'attenzione (Why was I born, I wished on the moon) l'affrancamento, in rapporto al tempo, della frase (I Can't get sterted) cominciata generalmente con un leggero ritardo su quello: un effetto da cui Billie Holiday ricavava un considerevole swing (Miss Brown to you); le improvvise opposizioni dei registri (Body and soul); o la combinazione di questi due ultimi effetti (Can't help lovin' thet man). Per tutta la durata di queste registrazioni, si resta colpiti dal modo in cui Billie Holiday "pensa" – o "sente"”

Demètre Ioakimidis (1929–2012)

i suoi vocali; ella lo fa molto più alla maniera d'uno strumentista che a quella di una cantante, tanto che quando, in She's funny that way, ella segue Lester Young, sembra continuare il pensiero musicale di quest'ultimo. (da Romantique Billie Holiday, in Jazz Hot, ottobre 1959; citato in Jazz: La vicenda e i protagonisti della musica afro-americana)
Origine: La versione di She's funny that way a cui si fa riferimento è quella del 1937. Mentre tutti gli altri brani sono stati registrati con sotto il nome di Teddy Wilson.

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“Gli ebrei si avvicineranno sempre più al mondo vegetariano [perché] secondo molti rabbini e leader spirituali dietro al vegetarianismo risiede il senso ultimo della morale ebraica.”

Yitzhak HaLevi Herzog (1888–1959) rabbino israeliano

Origine: Citato in Lorenzo Guadagnucci, Restiamo animali, Terre di mezzo, Milano, 2012, p. 221. ISBN 978-88-6189-224-8

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“[Ultime parole prima della morte. 8 marzo 1702, quando il dottore gli rivelò che era seriamente ammalato. ] Potrà durare a lungo?
Can this last long?”

Guglielmo III d'Inghilterra (1650–1702) re inglese

Citazioni di Guglielmo III, Attribuite
Origine: Citato in Familiar Short Saying of Great Men, Forgotten Books, p. 571. ISBN 1440090750 ( Anteprima su Google Books http://books.google.it/books?id=VkMcAtB8HnEC)

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“Penetrando nel museo, la scorsi subito in fondo ad una sala, e bella proprio come l'avevo immaginata. Non ha la testa, le manca un braccio; mai tuttavia la forma umana mi è parsa più meravigliosa e più seducente. Non è la donna vista dal poeta, la donna idealizzata, la donna divina o maestosa, come la Venere di Milo, è la donna così com'è, così come la si ama, come la si desidera, come la si vuole stringere. È robusta, col petto colmo, l'anca possente e la gamba un po' forte, è una Venere carnale che si immagina coricata quando la si vede in piedi. Il braccio caduto nascondeva i seni; con la mano rimasta, solleva un drappeggio col quale copre, con gesto adorabile, i fascini più misteriosi. Tutto il corpo è fatto, concepito, inclinato per questo movimento, tutte le linee vi si concentrano, tutto il pensiero vi confluisce. Questo gesto semplice e naturale, pieno di pudore e di impudicizia, che nasconde e mostra, che vela e rivela, che attrae e che fugge, sembra definire tutto l'atteggiamento della donna sulla terra. Ed il marmo è vivo. Lo si vorrebbe palpeggiare, con la certezza che cederà sotto la mano, come la carne. Le reni soprattutto sono indicibilmente animate e belle. Si segue, in tutto il suo fascino, la linea morbida e grassa della schiena femminile che va dalla nuca ai talloni, e che, nel contorno delle spalle, nelle rotondità decrescenti delle cosce e nella leggera curva del polpaccio assottigliato fino alle caviglie, rivela tutte le modulazioni della grazia umana. Un'opera d'arte appare superiore soltanto se è, nello stesso tempo, il simbolo e l'esatta espressione di una realtà. La Venere di Siracusa è una donna, ed è anche il simbolo della carne. Dinnanzi al volto della Gioconda, ci si sente ossessionati da non so quale tentazione di amore snervante e mistico. Esistono anche donne viventi i cui occhi ci infondono quel sogno di tenerezza irrealizzabile e misteriosa. Si cerca in esse qualcos'altro dietro le apparenze, perché sembrano contenere ed esprimere un po' di quell'ideale inafferrabile. Noi lo inseguiamo senza mai raggiungerlo, dietro tutte le sorprese della bellezza che pare contenere un pensiero, nell'infinito dello sguardo il quale è semplicemente una sfumatura dell'iride, nel fascino del sorriso nato da una piega delle labbra e da un lampo di smalto, nella grazia del movimento fortuito e dell'armonia delle forme. Così i poeti, impotenti staccatori di stelle, sono sempre stati tormentati da una sete di amore mistico. L'esaltazione naturale di un animo poetico, esasperato dall'eccitazione artistica, spinge quegli esseri scelti a concepire una specie di amore nebuloso, perdutamente tenero, estatico, mai sazio, sensuale senza essere carnale, talmente delicato che un nonnulla lo fa svanire, irrealizzabile sovrumano. E questi poeti sono, forse, i soli uomini che non abbiano mai amato una donna, una vera donna in carne ossa, con le sue qualità di donna, i suoi difetti di donna, la sua mente di donna, ristretta ed affascinante, i suoi nervi di donna e la sua sconcertante femminilità. Qualsiasi creatura davanti a cui si esalta il loro sogno diventa il simbolo di un essere misterioso, ma fantastico: l'essere celebrato da quei cantori di illusioni. E la creatura vivente da loro adorata è qualcosa come la statua dipinta, immagine di un dio di fronte al quale il popolo cade in ginocchio. Ma dov'è questo dio? Qual è questo dio? In quale parte del cielo abita la sconosciuta che quei pazzi, dal primo sognatore fino all'ultimo, hanno tutti idolatrata? Non appena essi toccano una mano che risponde alla stretta, la loro anima vola via nell'invisibile sogno, lontano dalla realtà della carne. La donna che stringono, essi la trasformano, la completano, la sfigurano con la loro arte poetica. Non sono le sue labbra che baciano, bensì le labbra sognate. Non è in fondo agli occhi di lei, azzurri o neri, che si perde così il loro sguardo esaltato, è in qualcosa di sconosciuto e di inconoscibile. L'occhio della loro dea non è altro che un vetro attraverso cui essi cercano di vedere il paradiso dell'amore ideale. Se tuttavia alcune donne seducenti possono dare alle nostre anime una così rara illusione, altri non fanno che eccitare nelle nostre vene l'amore impetuoso che perpetua la razza. La Venere di Siracusa è la perfetta espressione della bellezza possente, sana e semplice. Questo busto stupendo, di marmo di Paros, è - dicono - La Venere Callipigia descritta da Ateneo e Lampridio, data da Eliogabalo ai siracusani. Non ha testa! E che importa? Il simbolo non è diventato più completo. È un corpo di donna che esprime tutta l'autentica poesia della carezza. Schopenhauer scrisse che la natura, volendo perpetuare la specie, ha fatto della riproduzione una trappola. La forma di marmo, vista a Siracusa, è proprio l'umana trappola intuita dall'artista antico, la donna che nasconde rivela l'incredibile mistero della vita. È una trappola? Che importa! Essa chiama la bocca, attira la mano, offre ai baci la tangibile realtà della carne stupenda, della carne soffice bianca, tonda e soda e deliziosa da stringere. È divina, non perché esprima un pensiero, bensì semplicemente perché è bella.”

Guy de Maupassant (1850–1893) scrittore e drammaturgo francese

Incipit di alcune opere, Viaggio in Sicilia

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“[Riferendosi al periodo al Napoli] Mazzarri ha sempre avuto un carattere particolare, voleva avere l'ultima parola su tutto e invece noi eravamo ribelli, alla fine noi scendevamo in campo. Non gli piaceva nemmeno che bevessimo il mate. Così una volta Lavezzi voleva picchiarlo, solo io ho impedito che succedesse. E Mazzarri non mi ha mai ringraziato per questo.”

Walter Gargano (1984) calciatore uruguaiano

Origine: Da un'intervista rilasciata alla radio messicana RG la Deportiva; citato in Napoli, incredibile Gargano: "Lavezzi voleva picchiare Mazzarri" http://m.goal.com/s/it/news/2/serie-a/2016/05/04/23110272/napoli-incredibile-gargano-lavezzi-voleva-picchiare-mazzarri?ICID=PP_8615&utm_referrer=http%3A%2F%2Fwww.goal.com%2Fit%2Fpeople%2Furuguay%2F8615%2Fw-gargano, Goal.com, 4 maggio 2016.

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“Non esistono riforme indolori: ogni vera riforma mette fine a un privilegio.”

Carlo Cassola (1917–1987) scrittore e saggista italiano

Origine: Da Ultima frontiera, BUR, 1976, p. 30.