Frasi su volta
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“Oggi non è cosa alcuna che faccia vergogna appresso agli uomini usati e sperimentati nel mondo, salvo che il vergognarsi; né di cosa alcuna questi sì fatti uomini si vergognano, fuorché di questa, se a caso qualche volta v'incorrono. (Detti memorabili di Filippo Ottonieri, cap. V)”

Operette morali
Variante: Oggi non è cosa alcuna che faccia vergogna appresso agli uomini usati e sperimentati nel mondo, salvo che il vergognarsi; né di cosa alcuna questi sì fatti uomini si vergognano, fuorché di questa, se a caso qualche volta v’incorrono. (Detti memorabili di Filippo Ottonieri, cap. V)

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“Sia coloro che ci ascoltano che coloro che ci leggono sappiano una volta per tutte che noi vogliamo che questa terra congolese sia una d'amore, di rispetto reciproco e di fraternità fra le diverse comunità e razze che l'abitano. Non accetteremo mai le pratiche razziste sul territorio della nostra repubblica.”

Mobutu Sese Seko (1930–1997) politico della Repubblica Democratica del Congo

Citazioni di Mobutu, Paroles du Président
Variante: Sia coloro che ci ascoltano che coloro che ci leggono sappiano una volta per tutte che noi vogliamo che questa terra congolese sia una terra d'amore, di rispetto reciproco e di fraternità fra le diverse comunità e razze che l'abitano. Non accetteremo mai le pratiche razziste sul territorio della nostra repubblica.

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“Quell'Espero, stella del mattino levata sull'aurora della mia vita, tu lo vedrai ancora quando la mia giornata terrena sarà passata; sarà allora una stella della sera per uomini pacifici… poi a sua volta scomparirà dietro la collina.”

Jean Paul (1763–1825) scrittore e pedagogista tedesco

Origine: Citato in Il discorso del Cristo morto e altri sogni, traduzione di Bruna Bianchi, con uno scritto di Albert Béguin, SE, Milano, 1977, p. 75. ISBN 88-7710-365-5

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“Si sarebbe – com'è ovvio – creduto che quanto successe in Uganda negli ultimi nove anni ci avrebbe insegnato una lezione permanente, e inculcato nel nostro popolo un nuovo senso di unità e lo zelo nel salvaguardare con grande attenzione la nostra libertà appena conquistata così difficilmente. Dopo solo un anno dalla nostra liberazione, però, ancora una volta l'opportunismo, l'ambizione personale e l'avidità di alcuni dei nostri leader hanno dato la stura a tutti i futili battibecchi che in passato contribuirono con una tale vendetta alla frammentazione della nostra società e permisero a Amin di ottenere facilmente e consolidare il suo controllo sul nostro paese, creando una devastazione senza precedenti. Invito tutti gli ugandesi a rendersi conto che solo attraverso la divisione possono verificarsi tali calamità e, nel vedere lo stato in cui si trova il nostro paese oggi, riconoscere quanto sia semplice disfare ciò che ci vollero anni a costruire.”

Milton Obote (1925–2005) politico ugandese

One would have naturally assumed that what happened in Uganda over the past nine years will have taught us a permanent lesson and instilled in our people a new sense of unity and the zeal to closely guard our newly won freedom. However, in just a year since our liberation, opportunism, personal ambition and greed of some of our leaders have once again vent to all petty bickering which in the past contributed with such a vengeance to the fragmentation of our society and enabled Amin to easily gain and consolidate his control of our country and create unprecedented havoc. I call upon all Ugandans to heed the fact that it is only through disunity that such calamities can occur and looking at the state of our country today, recognise how simple it is to undo what takes literally years to build.

“Intanto si volta Jorge Lorenzo, si vede passare da un missile blu, quello di Valentino Rossi.”

Guido Meda (1966) giornalista e conduttore televisivo italiano

Assen 2017,ultime curve con Rossi,che inseguito da Petrucci,doppia Lorenzo.
Tratte da alcune gare

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“Bello è il rossore, ma è incommodo qualche volta.”

Carlo Goldoni (1707–1794) drammaturgo italiano

Pamela (c. 1750)

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“Gli è ben vero che si dice Tu imparerai per un'altra volta: questo non vale perchè la vien sempre con modi diversi e non mai immaginati.”

Benvenuto Cellini (1500–1571) scultore, orafo e scrittore italiano

http://books.google.com/books?id=AIEOAAAAQAAJ&q=%22Gli+%C3%A8+ben+vero+che+si+dice+Tu+imparerai+per+un'altra+volta+questo+non+vale+perch%C3%A8+la+vien+sempre+con+modi+diversi+e+non+mai+immaginati%22&pg=PA181#v=onepage

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“Ha qualche volta un ortolan parlato
Cose molte a proposito a la gente;
E da un mantel rotto e sporco e stato
Molte volte coperto un uom prudente.”

Francesco Berni (1497–1535) scrittore e poeta italiano

Rifacimento of Orlando Innamorato

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“Sainte-Beuve. Piccolo, gonfio, ingiallito e accademico.
Critico, da molti anni, al Constitutionel.
Ha pubblicato versi che non mancano di poesia. Si è rimproverato a Sainte-Beuve, e a ragione, la sua prolissità e la sua monotonia; e tuttavia i suoi articoli sono ben fatti, ben scritti, ma ci si annoia di questa musica sempre carezzevole.
Sainte Beuve non si emoziona; professa – come San Paolo – che bisogna essere virtuosi sobriamente; a che scopo i grandi entusiasmi vigorosi e i divini ardori per il bene? È necessaria la virtù, non troppa ne serve, dice la canzone, abbiatene dunque solo la dose necessaria per essere senatore e accademico, aggiunge Sainte-Beuve.

Un cacciatore che ritornava a mani vuote scorge un contadino sdraiato al margine di uno stagno in cui nuotavano una ventina di rane domestiche.
Cinque franchi per te gli dice, se vuoi lasciarmi sparare sulle anatre.
E sia, risponde il contadino.
Il cacciatore tira e abbatte tre anatre.
Vuoi ricominciare, dice?
Di nuovo.
Questa volta uccide due anatre.
Il gioco si ripete due volte ancora. Il contadino, sempre sdraiato aveva ricevuto venti franchi; il cacciatore, che aveva ucciso undici anatre, gli dice allora:
Continuerei volentieri, ma non te ne resterebbero più.
–Oh, risponde il contadino, per me è lo stesso, non sono mie. Il Sig. Sainte-Beuve somiglia a quel contadino; è uno dei più amabili egoisti di Parigi, uno di quelli di cui Chamfort, credo, ha dettoche brucerebbero la vostra casa per farsi cuocere un uovo.”

Eugène Vermersch (1845–1878) poeta e giornalista francese

Les Hommes du jour

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“Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Anche Assad è laico e moderno, è un esponente del partito Baas, una volta interarabo ma da tempo frantumato in correnti nazionali, e anche Assad ha i riflessi pronti nell'eliminare gli avversari virtuali prima che diventino reali. Assad è simile a Saddam perché la Siria è come l'Iraq un mosaico di clan. Nel grande Egitto o nella piccola Tunisia i rais sono o sono stati di un altro stampo perché quei due paesi sono più omogenei. E attorno alle monarchie più note (in particolare la marocchina e la saudita) si sono creati consensi abbastanza ampi. Nonostante abbia ormai vent'anni, per il regime di Assad il consenso è invece spesso sulle punte delle spade o meglio sulle bocche dei cannoni dei suoi carri armati. Il clan di Assad è la setta alauita, scisma dell'Islam con vaghi elementi cristiani e alcuni dogmi segreti, considerata la maggioranza sunnita siriana un'eresia o un intollerabile groviglio di laici. Gli alauiti rappresentano poco più di un decimo della popolazione, sono all'incirca un milione e mezzo. Per imporsi Assad ha sparso molto sangue, in particolare a Hama, dove i suoi mezzi blindati hanno schiacciato nell'82 il movimento dei Fratelli Musulmani che in nome dell'Islam sunnita avevano aperto le ostilità contro il regime laico e moderno del Baas siriano, guidato da Assad, come quello iracheno è guidato da Saddam.

“Quando ho indossato la maglia [della Juventus] per la prima volta, nonostante abbia alle spalle ventun anni di Serie A, ho provato una grande emozione, come se entrassi in campo per la prima volta.”

Simona Sodini (1982) calciatrice italiana

Origine: Da un'intervista a Juventus TV; citato in JuventusWomen, Sodini: «Abbiamo le idee chiare» http://www.juventus.com/it/news/news/2017/juventuswomen--sodini---abbiamo-le-idee-chiare-.php, Juventus.com, 20 ottobre 2017.

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“Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Dopo essere stata una colonia tedesca, il Ruanda è diventato nel 1918, in seguito alla sconfitta della Germania nella prima guerra mondiale, una colonia belga, vale a dire un paese francofono. Qualità che più tardi, ottenuta l'indipendenza, gli ha consentito di entrare nel privilegiato club dei paesi africani protetti dalla Francia. In quel club conta senz'altro il fascino per la cultura francese. Conta altresì la preferenza per i prodotti e la tecnica francesi ben inteso, anche se gli scambi con l'Africa francofona rappresentano soltanto il 3 per cento del commercio con l'estero di Parigi. In compenso i vari regimi hanno la garanzia di essere assistiti dall'Armée. Così quello ruandese, dominato dalla maggioranza hutu (85 per cento della popolazione) ha avuto un appoggio militare quando è cominciato il conflitto con la minoranza tutsi. La quale aveva tra l'altro un difetto, quello di essere per lo più anglofona, per via degli stretti rapporti con la vicina Uganda, ex colonia britannica. È dunque con armi e istruttori forniti dai francesi, che è cominciato il genocidio dei tutsi compiuto dalle milizie hutu. Ed ora che i primi, i tutsi, hanno vinto, e che gli hutu fuggono per timore di essere a loro volta massacrati, i francesi intervenuti per ragioni umanitarie sono costretti a proteggerli, e con loro proteggono gli autori del genocidio.

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“Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall'altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l'Armata Rossa proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Nei primi giorni di gennaio del 1980 fui fortunato. Kabul era invisibile. I carri armati sovietici appena arrivati, nei giorni di Natale, dall'Uzbekistan e dal Tagikistan sembravano elefanti galleggianti su un oceano immacolato, con le proboscidi, i cannoni, puntati contro il nulla. Perché la capitale era deserta. Le principali tribù a confronto in quelle ore, perlomeno a Kabul, erano comuniste. Da un lato i comunisti Khalq (popolo) e dall' altro i comunisti Parsham (bandiera). Ma lo schieramento non era cosi netto. La tragedia delle ultime settimane si era svolta con una mischia in cui era difficile distinguere le fazioni. Breznev aveva deciso di far intervenire l' Armata Rossa proprio per far cessare quella rissa tra compagni. Il segretario generale del partito sovietico era stato colpito dall'assassinio di Nuhr Mohammad Taraqi, suo amico personale. Taraqi era stato strangolato dagli uomini di Hafizullah Amin. Il quale sarebbe stato a sua volta fucilato dai sovietici, sostenitori di Babrak Karmal. Erano al tempo stesso faide personali e convulsioni rivoluzionarie, sulle quali pesavano le interferenze di Mosca.

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“[Sullo scandalo Weinstein] Le molestie sulle donne nel mondo del cinema? Ci sono sempre state. E prima era anche peggio di oggi. […] Ci provavano sempre e tutti. Qualche volta ci stavo e qualche volta dicevo di no: funzionava così. […] Una donna può sempre dire di no. Se non lo fa spesso è perché le fa piacere.”

Sandra Milo (1933) attrice italiana

Origine: Dall'intervista di Giulia Bianconi, Sandra Milo senza freni: "Weinstein? In migliaia hanno toccato il mio sedere" http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/2017/11/03/news/sandra-milo-senza-freni-weinstein-in-migliaia-hanno-toccato-il-mio-sedere-1037488/, IlTempo.it, 3 novembre 2017.

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“Mi piacerebbe che per una volta fossero ad ascoltarmi i buoni e i cattivi. Penso che la musica possa far cadere tutte le barriere ed essere un prezioso strumento per sostenere delle battaglie di civiltà.”

Alessandra Celletti (1966) pianista e compositrice italiana

Citazioni di Alessandra Celletti
Variante: Mi piacerebbe che per una volta fossero ad ascoltarmi i buoni e i cattivi. Penso che la musica possa far cadere tutte le barriere ed essere un prezioso strumento per sostenere delle battaglie di civiltà.

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“[Sull'esclusione della Russia dai Giochi olimpici per doping di Stato. ] Come sensazione non è bella, è doloroso per un atleta pulito non poter partecipare per colpa di altri. Io non so quanti atleti rubano, non voglio fare di tutta l'erba un fascio. Il doping, però, va eliminato dallo sport e chi sgarra anche una sola volta deve andare fuori per sempre, a casa. Doparsi è come rubare e i ladri finiscono in prigione.”

Federica Brignone (1990) sciatrice alpina italiana

Origine: Dall'intervista di Tiziana Cairati, Brignone: "La Russia? Un segnale forte contro il doping" http://www.lastampa.it/2017/12/06/societa/montagna/sport/brignone-la-russia-un-segnale-forte-contro-il-doping-UuLApTkgo8esdb4MYYjudP/pagina.html, Lastampa.it, 6 dicembre 2017.

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“I lazzaroni sono i più squallidi miserabili che si possano immaginare: in nessun altro paese d'Europa se ne vedono di somiglianti. Tra' facchini, forse, delle vetrerie londinesi si troverebbero due o tre straccioni come questi. E sono a Napoli seimila di questi lazzaroni e non uno di essi dorme mai in un letto: tutti dormono su' gradini che son davanti a' palazzi, o sulle panche della strada. Ne vedete alcuni – e ciò è davvero scandaloso – sdraiarsi sotto i muri di Palazzo reale e lì starsene per tutta la giornata a riscaldarsi al sole come tanti maiali: lo spettacolo è dei più disgustosi. Quasi tutti son presso che nudi: soffrono molto il freddo e se il clima fosse lor meno propizio morrebbero tutti certamente. Anche tra gli operai pochi portano le calze e le scarpe: i loro bambini poi non ne portano mai. Si dice che siano avvezzi a questo e alle intemperie: tuttavia l'inverno li affligge ugualmente di geloni e di piaghe alle gambe, e fanno proprio pietà. In primavera que' poveri piccini son lasciati completamente nudi, e così i lor genitori riescono pur a fare una piccola economia.
I conventi a Napoli sono ricchi e usano distribuire pane e brodo una volta al giorno a chi domanda questa carità: però i lazzaroni vivono principalmente di quella: altri, o rubando o chiedendo l'elemosina, ottengono abbastanza per soddisfare alle loro necessità e anche per mantenersi sani e robusti.”

Samuel Sharp (chirurgo) (1700–1778) chirurgo e scrittore britannico

da Lettera nona, Napoli, dicembre 1765, pp. 51-52
Lettere dall'Italia 1765-1766

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“In Italia siamo malati di provincialismo, ci vergogniamo di indicare nell'attore la prima molla verso il successo. A Venezia ci sono stati Leoni d'oro per tutti ma non per gli interpreti; ai comici non si consente di cambiare registro magari con Shakespeare per una volta.”

Enrico Montesano (1945) attore italiano

Origine: Citato in Il dovere di far ridere http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,28/articleid,1447_02_1980_0237_0028_20502031/, Stampa Sera, 19 settembre 1980.

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“Aubrey Beardsley, il giovane disegnatore inglese, che un morbo implacabile doveva, nella primavera del 1898, trascinare nella tomba appena ventiseienne, è, a parer mio, una delle personalità più spiccate che l'aristocratica arte del bianco e nero abbia avuto in quest'ultimo ventennio.
Dinanzi all'opera sua così numerosa, così varia ed a cui egli ha saputo, fondendo gli elementi più disparati, imprimere un'originalità spiccatissima ed affatto individuale; dinanzi all'opera sua, che, acerbamente censurata dagli uni ed enfaticamente glorificata dagli altri, ha esercitata un'influenza così larga e così profonda sui disegnatori dell'Inghilterra e dell'America Settentrionale, suscitando tutta una falange d'imitatori, non si può rimanere indifferenti e se, già altra volta si è ceduto al fascino dell'arte d'eccezione, si finisce ben presto col non trovare esagerato l'epiteto di geniale attribuitole dai ferventi suoi ammiratori.”

Vittorio Pica (1864–1930) scrittore e critico d'arte italiano

Variante: Aubrey Beardsley, il giovane disegnatore inglese, che un morbo implacabile doveva, nella primavera del 1898, trascinare nella tomba appena ventiseienne, è, a parer mio, una delle personalità più spiccate che l'aristocratica arte del bianco e nero abbia avuto in quest'ultimo ventennio.
Dinanzi all'opera sua così numerosa, così varia ed a cui egli ha saputo, fondendo gli elementi più disparati, imprimere un'originalità spiccatissima ed affatto individuale; dinanzi all'opera sua, che, acerbamente censurata dagli uni ed enfaticamente glorificata dagli altri, ha esercitata un'influenza così larga e così profonda sui disegnatori dell'Inghilterra e dell'America Settentrionale, suscitando tutta una falange d'imitatori, non si può rimanere indifferenti e se, già altra volta si è ceduto al fascino dell'arte d'eccezione, si finisce ben presto col non trovare esagerato l'epiteto di geniale attribuitole dai ferventi suoi ammiratori.
Origine: Attraverso gli albi e le cartelle, p. 94

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“Avevo due anni la prima volta che ho iniziato a calciare. Non c'era granché da fare al mio Paese, Dzierżoniów. Il mio primo allenatore è stato mio padre, lui mi ha aiutato a diventare un calciatore senza mettermi pressione. Diciamo così: sono un giocatore costruito in casa, anzi per strada.”

Krzysztof Piątek (1995) calciatore polacco

Origine: Citato in Guido De Carolis, Piatek da sconosciuto a re del gol, «Segnare è come andare in ufficio» https://www.corriere.it/sport/18_novembre_17/piatek-sconosciuto-re-gol-segnare-come-andare-ufficio-07cde834-e9d5-11e8-863b-3e637f80be2e.shtml, Corriere.it, 17 novembre 2018.

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“Toccando i tasti, la prima volta, sentii una vibrazione fortissima e, poco dopo, pensai che quello strumento mi avrebbe accompagnato per tutta la vita. Ciò che scopriamo del mondo è quello che abbiamo già dentro.”

Giorgio Gaslini (1929–2014) compositore, direttore d'orchestra e pianista italiano

Origine: Da un'intervista di Antonio Gnoli, Giorgio Gaslini: "Ho scoperto il paradiso del jazz nell'Africa da salotto di mio padre" http://www.repubblica.it/cultura/2014/04/14/news/giorgio_gaslini_ho_scoperto_il_paradiso_del_jazz_nell_africa_da_salotto_di_mio_padre-83557457/, Repubblica.it, 14 aprile 2014

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“il Pordenone, Francesco Penni o il Garofalo. Egli ben merita che lo si rimetta in onore e lo si ponga nella sua giusta luce. Nessun altro artista s'avvicina tanto al suo amico, così ammirato, l'Ariosto, quanto questo pittore col suo spirito sano, sereno e spesso splendido. Qualche volta è sfrenato, di tempo in tempo anche trascurato e leggero, ma nessuno può dire di lui che sia stato rozzo o volgare. (p. 218)”

Giovanni Morelli (1816–1891) storico dell'arte e politico italiano

Della pittura italiana
Variante: il Pordenone, Francesco Penni o il Garofalo. Egli ben merita che lo si rimetta in onore e lo si ponga nella sua giusta luce. Nessun altro artista s'avvicina tanto al suo amico, così ammirato, l'Ariosto, quanto questo pittore col suo spirito sano, sereno e spesso splendido. Qualche volta è sfrenato, di tempo in tempo anche trascurato e leggero, ma nessuno può dire di lui che sia stato rozzo o volgare. (da Della pittura italiana, p. 218)

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“Ma il nome falso di mio padre è il mio cognome. Con quello sono nata e cresciuta, ne ho spiegato mille volte l'origine, e finisco spesso scambiata per immigrata, per badante, persino per donna facile perché in Italia, oggi, porto un cognome slavo. Come posso considerare falso qualcosa che mi ha impresso il suo marchio? Come può esserlo quel nome a cui mio padre deve la vita e io la mia? Che cos'è una finzione quando si incarna, quando detiene il vero potere di modificare il corso della storia, quando agisce sulla realtà e ne viene trasformata a sua volta?”

Helena Janeczek (1964) scrittrice e giornalista tedesca

Le rondini di Montecassino
Variante: Ma il nome falso di mio padre è il mio cognome. Con quello sono nata e cresciuta, ne ho spiegato mille volte l’origine, e finisco spesso scambiata per immigrata, per badante, persino per donna facile perché in Italia, oggi, porto un cognome slavo. Come posso considerare falso qualcosa che mi ha impresso il suo marchio? Come può esserlo quel nome a cui mio padre deve la vita e io la mia? Che cos’è una finzione quando si incarna, quando detiene il vero potere di modificare il corso della storia, quando agisce sulla realtà e ne viene trasformata a sua volta?

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