Frasi su castello
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“Vi è il castello de San Filadelfo, habitato da Longobardi, ch'ancora cosi favellano.”

Giuseppe Carnevale (1558) giurista e storico italiano

Origine: Da Storia e descrizione del regno di Sicilia, Napoli, 1591. Caltanissetta 1987, Lib. II, p. 153.

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“Marino che è stata la villa dei Marii, castello della famiglia Colonna.”
Marinum quod Marianum villam, Columnensium familiae oppidum.

Papa Pio II (1405–1464) 210° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Vedendo il castello dall'alto di Monte Cavo
Variante: Marino che è stata la villa dei Marii, castello della famiglia Colonna

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“Da piccolo i miei mi mandavano in una colonia di bambini così poveri che sulla spiaggia, invece dei castelli, facevamo le case popolari di sabbia.”

Mario Zucca (1955) attore, cabarettista e doppiatore italiano

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997.

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“Tristo chi se presenta a li cristiani | Scarso e cencioso. Inzino pe' le scale | Lo vanno a mozzica' puro li cani.”

da Er merito, in I Sonetti Romaneschi pubbl. dal nipote Giacomo, a cura di L. Morandi, Città di Castello, 1887, vol. V, p. 13
Sonetti romaneschi, Senza numero

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“L'esplorazione è seducente. Lo studente che si affaccia per la prima volta all'Università è come un romantico che s'appressa ad un castello meraviglioso.”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Coscienza universitaria

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“Castelli, il ministro della Giustizia con la faccia di un tassista abusivo. Ma senza averne l'integrità morale. Un padano puro. Il suo albero genealogico non si biforca.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

da Benvenuti in Italia http://www.feltrinelli.it/FattiLibriInterna?id_fatto=123

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“[Parlando dell'incontro separato con Cisl e Uil] È stato un incontro a casa mia non per cena ma un incontro assolutamente breve che non ho fatto io, a cui sono stato io stesso invitato [viene interrotto dalle fragorose risate del pubblico e da quelle di Floris, Epifani e Castelli] …non a casa mia ma nella Presidenza di Forza Italia.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2008
Origine: Dall'intervento telefonico alla trasmissione telefonica Ballarò, Rai 3, 18 novembre 2008; citato in Berlusconi ha detto: (anno 2008) http://cinquantamila.corriere.it/storyTellerThread.php?threadId=Frasario2008, Corriere.it.

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“Melfi nobile città dell'Apulia, circonvallata da mura di pietra, celebre per salubrità dell'aria, per affluenza di popolazioni, per fertilità dei suoi campi, ha un castello costruito su di una rupe ripidissima, opera mirabile dei Normanni.”

Federico II del Sacro Romano Impero (1194–1250) re di Sicilia

Citazioni di Federico II
Origine: Gennaro Araneo, Notizie storiche della città di Melfi nell'antico reame di Napoli, Sodi, 1866, p.23.

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“Io sono fiero di essere siciliano perché almeno Castelli è nato altrove.”

Ficarra e Picone duo comico italiano

da Io sono fiero

“Giace questo comune [Esino Lario] sopra un bel piano lontano da Cornova passando il monte di Cainallo quatro miglia, il qual monte gli siede in capo verso settentrione et dal monte di Varena è lontano tre miglia et è verso sera o sia dal occidente. Da Varena è lontano tre altre miglia che ha mezzogiorno et dal oriente ha diversi monti, et in parte il territorio di Lierne, pol essere di circuito questo suo territorio da sedici miglia et malagevolmente si pol circondare, è di bello, allegro et vistoso sito molto fertile et abondante di grani come formento, biade, meglio, altri leghumi, et castagne, copiosa di grassine, de fieni, et altre cose. La sua chiesa risiede sopra un alto colle, alla similitudine di un forte castello dedicata al Glorioso Martire di M. Gesù Cristo Santo Vittore, parata et ornata di quanto fa di bisogno con campanile, campane, bella casa per il loro curato, con pozzo, giardino, orto, et altre assai comodità, quindi per prati et campi, passando alla prima villa detta Piaghe si perviene, nella quale hano ancora un'altra chiesuola di Santo Giovanni Evangelista. Sono qua diverse famiglie de Pensi, de Tarri, de Ruschoni, de Arrigoni, de Calgari. Si ascende alquanto verso settentrione et si ritrova un'altra villa, detta Cresi, tanto fertile quanto la prima, ivi un'altra chiesuola di Santo Antonio Abbate si ritrova, con alcune, famiglie di Tarri, de Arrigoni, de Pensa, de Bettuzzi, de Nicchie et di Troni et altri assai quali per brevità ometto. Hanno belli monti, belli piani, bone fonti, et altre assai particolarità, con sì vago territorio, di sì aeroso sito et ritrovandosi così alto sopra quei monti, copioso de tutto quello fa bisogno al vivere humano.”

Paride Cattaneo della Torre (1531–1614) sacerdote e scrittore italiano

304r-304v, citato in Giuseppe Arrigoni, Documenti inediti risguardanti [sic] la storia della Valsassina e delle terre limitrofe, vol. I, fasc. I, Milano 1857, pp. 70-71
Cronoca dei Torriani e Descrizione della Valsassina

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“Il problema è la spaventosa incultura sportiva che esiste in Italia anche da parte di persone come lei [riferito ad un radioascoltatore] e questa è la cosa avvilente, no, di tutto quello che alla fine si può ricavare. Perché, avendo negli occhi oltretutto anni e anni di arbitraggi in cui, davvero, per le squadre piccole contro le grandi non ce n'era, né in casa né fuori, in cui partite come quelle venivano raddrizzate a favore della big in modo completamente diverso con quello di oggi, non cogliere che invece se oggi accade per una somma di concause in cui c'entra la fatalità, c'entra il talento superiore degli uomini della grande squadra, c'entra l'errore che l'uomo della piccola squadra, nella fattispecie il portiere, fa e c'entra, per una parte minima, l'incidenza decisionale della parte arbitrale, è veramente avvilente, ma fotografa esattamente un paese che vive e campa esclusivamente di moviola. […] se un giorno vuole che facciamo un'inchiestina su come viene vissuto il calcio nel resto d'Europa, lei potrebbe toccare con mano che questo episodio minimo, insignificante e inesistente, sui cui è stato costruito un castello, nel resto d'Europa nemmeno sarebbe stato citato, nemmeno ci avrebbero pensato perché, superato Chiasso, o superato Ventimiglia e o superato il Brennero, non c'è quello strumento [la moviola], che potrebbe essere uno strumento anche culturale ma che in Italia è usato soltanto in maniera deteriore e su cui soltanto si specula. Quello strumento non c'è e dalle altre parti vivono il calcio leggermente meglio che da noi.”

Gigi Garanzini (1948) giornalista, scrittore e conduttore radiofonico italiano

11 gennaio 2010

“Per dare una idea sintetica di quella lunga esistenza di dolori, il riportare qui alcuni brani di una lettera l'egregio sig. Speranza Mazzoni, già dal 63 scriveva al Popolo d'Italia, giornale repubblicano di Napoli, onde rammentare al paese i diritti del Morelli al risarcimento de' danni patiti, allorché il governo italiano, cui eransi lasciati i beni particolari e 24 milioni di risparmi dei Borboni, per indennizzare i prigionieri politici vittima del loro governo, offrivagli la ridicola somma di lire 34 al mese! Dopo aver riportato vari certificati di persone che attestano aver sofferto col Morelli e ricevuto da lui aiuti e protezione nel tempo della loro comune prigionia, il sig. Mazzoni dice: «Oltracciò son testimoni le carceri di Lecce — di Campi — di Manduria — di Taranto — di Mottola — di Gioia — di Casamassima — il castello di Bari — le carceri di Molfetta — di Barletta — di Canosa — di Cerignola — il centrale di Foggia— le carceri di Bovino — di Ariano — di Grotta Minarda — i criminali di Castel Capuano a Napoli — ì criminali di Avellino — le carceri di Baiano — di Marigliano — la Questura di Napoli — il bagno, le caserme e le carceri giudiziarie di Ponza — l'ergastolo del castello d'Ischia — i criminali di Aversa — il centrale di Santa Maria — la torre di Ventotene — luoghi infernali dove il Morelli passò immacolato dodici anni della sua giovinezza in olocausto alla libertà, all'unità, ed all'indipendenza italiana.”

Virgilio Estival (1835–1870) patriota e scrittore francese

Origine: Cenno critico e biografico, p. XIX-XX

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“[Su "Quarto Potere"] Il film appare subito come qualcosa di incommensurabile, tanta è la sua portata e la sua novità, summa della tecnica cinematografica, laboratorio di nuove sperimentazioni, tragedia shakespeariana avvolta in atmosfere dell'assurdo e nel vuoto esistenziale. Il significato del film è ancora più complesso. La personalità di Kane è misteriosa nella sua linearità: un idealista? un approfittatore? un megalomane? Perché ci teneva tanto che la moglie diventasse una star? Un egoista incapace di amare? Perché costruì la finzione del giornale? Perché costruì la finzione della moglie star? Perché la finzione di Xanadu? "Rosebud" rimane un mistero, e tale rimane la personalità di Kane, e anche la congettura che il primo spiegherebbe la seconda. Forse non esisteva nessun movente, e nessun significato. O forse quell'informazione da sola non sarebbe servita a nulla. Il vero senso del film sta nella "ricerca del significato", più che nel significato in sé, una potente metafora della condizione umana. La risposta a questa ricerca sta nel cartello NO-TRESPASSING. Ma Kane "non ha significato": è un uomo senza principi e senza personalità. Kane è soltanto l'insieme dei propri gesti e delle proprie parole, che non hanno altro significato che quello di essere i suoi gesti e le sue parole. Esattamente come il grande ammasso di oggetti nel castello di Xanadu, che non fornisce altra personalità al castello che quella di essere un ammasso disordinato di oggetti. Kane riduce tutto e tutti ad oggetti: perciò è incapace di comunicare emozioni. Kane è inutile; e non a caso il suo ruolo nel film è trascurabile, fa soltanto da tema di discussione per i protagonisti, che sono i narratori e il giornalista.”

Piero Scaruffi (1955) informatico, critico musicale e scrittore italiano

da Orson Welles http://www.scaruffi.com/director/welles.html

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“Ma le autorità, rimaste amareggiate | dalla vista spaventosa del pulcino | che non pigolava ma buttava gridate, | trovaron il rimedio bello e passegino: | lo spedirono con gran giubilio | unanime in un bel castello vicino.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

cap. VII, p. 149
Ma il cielo è sempre più blu. Pensieri, racconti e canzoni inedite, Canzoni inedite, Terzo quaderno

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“Nel castello | che si scorge sulla montagna, | talmente macabro | da sembrare una prigione.”

Rino Gaetano (1950–1981) cantautore italiano

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“[su Venosa] Città ben nota fra quelle de' Longobardi.”

Idrisi (1100–1165) geografo e viaggiatore arabo

citato in Raffaele Licinio, Castelli medievali, Dedalo, 1994, p. 60

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“I contadini non invidiano il padrone del castello: ma invidiano il vicino che ha fatto fortuna.”

Jules Renard (1864–1910) scrittore e aforista francese

9 agosto 1906; Vergani, p. 239
Diario 1887-1910

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“Ogni labirinto ha un centro sacro, dove risiede il mistero ineffabile: questo può essere raffigurato anche come una torre, un castello, una città celeste; la matrice è rappresentata come una città (metropoli) o fortezza che deve essere conquistata.”

Mario Praz (1896–1982) critico d'arte, critico letterario e saggista italiano

Origine: Da Il Giardino dei sensi: studi sul manierismo e il barocco, Mondadori, Milano, 1975, p. 61.

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“[Su Montesarchio] […] borgo affascinante situato alla base di una grande roccia conica, in cima alla quale c’è un castello […].”

George Berkeley (1685–1753) filosofo, teologo e vescovo irlandese

citato in È un covo di banditi. Gli abitanti? Che aria cattiva: Berkeley passò per Benevento e ne restò colpito... http://www.ilvaglio.it/archivio/11780/e-un-covo-di-banditi-gli-abitanti-hanno-laria-cattiva-berkeley-passo-per-benevento-e-ne-resto-colpito.html, Il Vaglio, 7 dicembre 2011

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“E se sono in giro, Torino centro, | con Raige in Piazza Castello | decidi tu chi è più bravo e chi più bello | ci scambiano per Matri e Boriello.”

Rayden (1985) rapper e beatmaker italiano

da Le donne e il calcio, n. 9
L'Uomo Senza Qualità

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“Il sogno si sgretolò intorno a me come un castello di sabbia.”

Becca Fitzpatrick (1979) scrittrice statunitense

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Sulle ali di un angelo

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“Dal tempo della divisione avvenuta dopo l'ultima Grande Congiunzione, un avvenimento di tantissimo tempo prima, gli Skeksis avevano abbandonato gli urRu a se stessi nella loro valle. Avevano dovuto fare così: l'oggetto e la sua immagine speculare potevano unirsi solo annullandosi a vicenda. Inoltre gli Skeksis non avevano mai avuto bisogno degli urRu, vecchi visionari, privi di senso pratico e ossessionati solo dalla loro vita collettiva interiore, i cui valori erano diametralmente opposti a quelli degli Skeksis.
Poco dopo la divisione, gli Skeksis avevano scoperto che, scheggiando il Cristallo, potevano intrappolare energie malvagie che, a livello molecolare, erano visibili solo nella sfumatura più cupa che il Cristallo aveva assunto. Dopo alcune ricerche, lo Scienziato aveva spiegato che il Cristallo possedeva una connessione a spirale nella sua struttura, da cui derivava la proprietà di far ruotare il piano di polarizzazione di un raggio di luce polarizzata. Quando i tre soli erano congiunti direttamente al di sopra di esso, emanavano una forza polarizzata tale da svolgere la spirale, rischiarare il colore del cristallo e produrre un raggio focalizzato della massima concentrazione. Ma se il Cristallo fosse stato scheggiato, il collegamento a spirale sarebbe rimasto intatto. La luce della Grande Congiunzione avrebbe irradiato d'energia solo gli Skeksis, ma di un'energia tutta particolare, oscura, piena di malvagità.
Gli Skeksis si erano avvantaggiati di questa cognizione e ne avevano approfittato tenendo sotto il loro controllo il Cristallo nella fortezza, che avevano ricavato dalla montagna che lo conteneva. Attraverso le linee di energia che circondavano il pianeta, essi avevano trasmesso incessantemente impulsi dannosi, fomentando la miseria e la debolezza e risucchiando per i loro fini tutte le energie geodinamiche. Il lampo che Jen aveva visto era stato concentrato sulle Pietre Erette e di lì rinviato al castello. Gli Skeksis controllavano i punti nevralgici del pianeta mediante l'agopuntura terrestre. Per tutti questi motivi essi avevano sempre ignorato gli urRu. Le spie di cristallo non li avevano mai sorvegliati, né erano stati fatti oggetto delle scorrerie dei Garthim. All'infuori delle Pietre Erette, nulla, in quella valle remota, avrebbe potuto costituire una minaccia per la tirannia degli Skeksis. La valle degli urRu era un'enclave di nozioni, la provincia delle nuvole, nient'altro.”

Dark Crystal

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“Il seduttore guarda alla vita come fa il guerriero. Vede in ogni individuo un castello cinto da mura da assediare.”

Robert Greene (1959) scrittore statunitense

in prefazione, p. 21
L'arte della seduzione

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