Frasi su cultura
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“Io il mio lavoro l'ho sempre amato e ho avuto fortuna di trasmettere questo amore a chi lavora con me. Ecco che cos'è la cultura del lavoro: fare proprie le difficoltà e i successi a cui l'azienda va incontro.”

Pasquale Natuzzi (1940) imprenditore italiano

Origine: Citato in Lello Parise, Santeramo, dove nasce la "cultura del lavoro", La Gazzetta del Mezzogiorno, 1997.

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“La cultura si è avvantaggiata soprattutto dei libri sui quali gli editori hanno perso.”

Thomas Fuller (1608–1661) storico britannico

da The Holy State and the Profane State, III, 18; citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Ettore Barelli e Sergio Pennacchietti, BUR, 2013

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“Nel settembre del 1997 Emma Bonino, commissario dell'Unione Europea chiese di visitare l'Afghanistan. I Talebani non avevano alcun obbligo di farla entrare poiché la Ue non riconosceva il loro governo. Tuttavia le diedero il visto e la trattarono con gentilezza e cortesìa come han sempre fatto con gli ospiti, anche durante il periodo drammatico dell'aggressione Usa dell'ottobre 2001, e com'è nella tradizione afgana. Emma poté visitare l'Afghanistan e vedere tutto quello che voleva. Il 28 settembre, seguita da un codazzo di 19 persone, fra delegati Ue, giornalisti, fotografi e cameramen, entrò in un ospedale di Kabul e si diresse dritta e di filato nel reparto femminile dove i fotografi cominciarono a fare i loro scatti e i cameramen a filmare. Un atteggiamento estremamente sciocco perché nella cultura islamica la riproduzione della figura umana è, in linea di massima, vietata. Basta guardare un tappeto persiano; è ornato con elementi vegetali, con animali, con pesci, ma non ci sono figure umane. E questo valeva tanto di più nell'Afghanistan talebano. Del resto anche da noi non si possono fotografare o filmare i degenti senza il loro consenso o l'autorizzazione dei dirigenti dell'ospedale. Arrivò il "Corpo per la promozione della virtù e la punizione del vizio", acchiappò la Bonino e gli altri e li portò al primo posto di polizia. Per un reato del genere era prevista la fustigazione con "le verghe sacre". Alla Bonino fu spiegato come andavano le cose da quelle parti e poco dopo fu rilasciata dai funzionari, perplessi e un poco disgustati. Avrebbero fatto meglio a fustigarla. Con le "verghe sacre", naturalmente. Forse avrebbe capito ciò che, da buona radicale occidentale, non ha mai capito: che anche la sensibilità e i costumi degli altri meritano rispetto. Lei invece ne volle fare un caso internazionale e, tornata a Bruxelles, ottenne che la Ue tagliasse i fondi umanitari per l'Afghanistan.”

Massimo Fini (1943) giornalista, scrittore e drammaturgo italiano
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“Esiste lo stile Juve, esiste la mentalità della Juve. Solo giocando lì capisci che significa, uno stile vincente che ti fa essere sempre lì tra le prime. Per organizzazione e cultura del lavoro si vede la differenza ed è giusto che poi vinca chi è organizzato meglio, chi fa il miglior calcio e ha le strutture più adatte.”

Giuliano Giannichedda (1974) dirigente sportivo e ex calciatore italiano

Citato in Giorgio Marota, Esclusiva. Giannichedda: "Lazio, gioca come sai e non avrai problemi. Biglia decisivo, mi rivedo in Cataldi" http://www.lazionews.eu/2015/10/04/esclusiva-giannichedda-lazio-batti-il-frosinone-e-torna-grande-il-nuovo-giannichedda-dico-cataldi/, Lazio News, 3 ottobre 2015

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“La cultura è come la vita, e la vita è bella!”

Claudio Abbado (1933–2014) direttore d'orchestra italiano

dal programma televisivo Vieni via con me, Rai 3, 8 novembre 2010

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“Le periferie, che sono molto più integrate da un punto di vista di comunicazione rispetto a quelle del secolo scorso, sono invece distaccate e non rappresentate da un punto di vista sociale e politico. Qui spesso le reti sociali sono scadenti o assenti. Il controllo sugli spazi urbani periferici risulta complesso e difficile, tanto che vaste aree — specie nelle megalopoli — finiscono sotto il dominio di mafie e di cartelli internazionali o nazionali del crimine. La città del XXI secolo è sempre meno una comunità di destino. Anzi, mentre una parte di essa viene assorbita nei flussi globali e procede sulla via dell’internazionalizzazione, un’altra resta ai margini e fuori dai circuiti di integrazione, se non sprofonda in una condizione di isolamento. Sono i quartieri abbandonati dove spesso le persone vivono per l’intera esistenza e dove forse i figli faranno la stessa vita dei genitori. L’universo delle megalopoli si è strutturato in modo che molto spazio abitato diventi luogo di esclusione. La megalopoli produce costantemente periferie urbane e periferizzazioni umane. Di fronte a questa realtà, specie nel Sud del mondo, lo Stato e le istituzioni sovente rinunciano ad un controllo reale di questi spazi. Diventa un mondo perduto, in cui i drammi umani e sociali si annodano con reti criminose e ribellismi endemici, nel quadro di una cultura della sopravvivenza. Il cristianesimo — su impulso di papa Bergoglio — ha la possibilità di comprendere in modo nuovo la condizione umana e urbana del XXI secolo.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Periferie. Crisi e novità per la Chiesa, Jaka Book, 2016
Libri

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“[…] comprendere Guareschi nella galleria dei grandi della cultura italiana della seconda metà del Ventesimo secolo sarebbe solo un atto doveroso, che non dovrebbe turbare chi non vuole restare avvinghiato ai fantasmi della storia. Dovrebbe. Ma non succede così, nell'ultima trincea delle ideologie che non esistono più.”

Pierluigi Battista (1955) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

da La trincea dell'ideologia http://www.corriere.it/Cinema/2008/Venezia/guareschi_trincea_battista_897c9e7e-772c-11dd-841f-00144f02aabc.shtml, Corriere.it, 31 agosto 2008

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“Una diffusa mentalità dell'utile, la "cultura dello scarto", che oggi schiavizza i cuori e le intelligenze di tanti, ha un altissimo costo: richiede di eliminare esseri umani, soprattutto se fisicamente o socialmente più deboli. La nostra risposta a questa mentalità è un "sì" deciso e senza tentennamenti alla vita.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Citazioni tratte da discorsi, Ai partecipanti all'Incontro promosso dalla Federazione Internazionale delle Associazione dei medici Cattolici, 20 settembre 2013 http://www.vatican.va/holy_father/francesco/speeches/2013/september/documents/papa-francesco_20130920_associazioni-medici-cattolici_it.html

“Internet è la storia di questo decennio perché è stato motore di ogni cambiamento della nostra vita quotidiana: dal commercio alla comunicazione, dalla politica alla cultura.”

da La musica, i libri, la tv e i film: cosa salvare di un decennio https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/dicembre/16/musica_libri_film_Cosa_salvare_co_8_091216039.shtml, Corriere della sera, 16 dicembre 2009

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“A Torino c'è la cultura della vittoria unita al temperamento riservato del piemontese. A Napoli c'è il contagioso entusiasmo che scorre per le strade della città.”

Marcello Lippi (1948) allenatore di calcio e calciatore italiano

Origine: Citato in Franco Ordine, "Higuain & C. come il Barça. Ma io dico ancora Juve" http://www.ilgiornale.it/news/sport/higuain-c-bar-io-dico-ancora-juve-1222418.html, Il Giornale.it, 10 febbraio 2016.

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“La ‪Sicilia‬, ‪‎Ragusa Ibla‬, ‪‎Modica‬ e ‪‎Noto‬. La Sicilia sud-orientale è la cultura declinata nelle sue migliori espressioni.”

Massimiliano Fuksas (1944) architetto italiano

Origine: Citato in Fuksas: il posto più bello del mondo? Ibla, Modica e Noto http://www.ragusanews.com/articolo/53817/fuksas-il-posto-piu-bello-del-mondo-ibla-modica-e-noto, Ragusanews.com.it, 26 maggio 2015.

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“Apparteniamo a un'epoca in cui cinema e Tv si sostituiscono alla parola scritta, al racconto scritto, e nel dialogo con il mondo i registi anzi gli attori si sostituiscono agli scrittori. Nessuno infatti, neanch'io, resiste al narcotico richiamo dello schermo, al perpetuo svago offertoci da un sistema di comunicazione che trasforma in pubblico trastullo anche la sacra intimità del sesso e la inviolabile solennità della morte. Soggiogati, ipnotizzati dalla moderna Medusa, passiamo ore a guardar le sue immagini e ascoltare i suoi suoni. Di conseguenza leggiamo assai meno, e molti non leggono più. Ritengono che si possa vivere senza leggere cioè senza la parola scritta, il racconto scritto, gli scrittori. Invece no. No, e non tanto perché lo stesso cinema e la stessa Tv non prescindono dalla parola scritta, dal racconto scritto, dagli scrittori, quanto perché lo schermo non permette e non permetterà mai di pensare come si pensa leggendo: le sue immagini e i suoi rumori distraggono troppo, impediscono di concentrarsi. Oppure suggeriscono riflessioni troppo superficiali e passeggere. Inoltre si preoccupa troppo di stupire e divertire, lo schermo, diverte e stupisce con mezzi troppo rudimentali e giocattoleschi: se ne frega delle tue meningi. È superfluo ricordare che per leggere ci vuole un minimo di meningi cioè di intelligenza e cultura, superfluo sottolineare che qualsiasi idiota o qualsiasi analfabeta con due occhi e due orecchi può guardare le immagini e ascoltare i suoni della moderna Medusa. Ma per vivere, per sopravvivere, è necessario pensare! Per pensare è necessario produrre idee, fornirle! E chi più dello scrittore produce idee? Chi più di lui le fornisce? Lo scrittore è una spugna che assorbe la vita per risputarla sotto forma di idee, è una mucca eternamente incinta che partorisce vitelli sotto forma di idee, è un rabdomante che trova l'acqua in qualunque deserto e la fa zampillare sotto forma di idee: è un mago Merlino, un veggente, un profeta. Perché vede cose che gli altri non vedono, sente cose che gli altri non sentono, immagina e anticipa cose che gli altri non possono né immaginare né anticipare… E non solo le vede, le sente, le immagina, le anticipa: le trasmette. Da vivo e da morto. Cara, nessuna società s'è mai evoluta al di fuori degli scrittori. Nessuna rivoluzione (buona o cattiva che fosse) è mai avvenuta al di fuori degli scrittori. Nel bene e nel male, sono sempre stati gli scrittori a muovere il mondo: cambiarlo. Sicché scrivere è il mestiere più utile che ci sia. Il più esaltante, il più appagante del creato.”

il Professore: II, VI, IV; pp. 416–418
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“Il lettore di oggi è nel suo fondo psichico un utilitarista. […] La cultura come prospettiva morale ed esigenza umana non è nel giro della sua fretta.”

Francesco Grisi (1927–1999) scrittore, critico letterario e giornalista italiano

Origine: Da Terza pagina ieri e oggi http://digital.sturzo.it/periodico/ilpopolo/1963/19630903/20_242/5, Il Popolo, 3 settembre 1963.

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“Dell'Utri è un mio amico, lo conosco dai tempi dell'università: è una persona di una bontà, onestà e cultura difficile da trovare in altre persone.”

Silvio Berlusconi (1936) politico e imprenditore italiano

2014
Origine: Dalla trasmissione televisiva Coffee Break, La7; citato in Fi. Berlusconi: Dell'Utri onesto, non gli ho detto di andare in Libano http://archivio.internazionale.it/news/fi/2014/05/15/berlusconi-dellutri-onesto-non-gli-ho-detto-di-andare-in-libano, Internazionale.it, 15 maggio 2014.

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“Invitare i lettori a non leggere gli articoli di Wikipedia e a preferire loro la Treccani, la Britannica o un’altra enciclopedia, cartacea o online, ma comunque provvista di un comitato editoriale è una cosa; convincerli davvero a farlo è un’altra. Di fatto, il problema dell’autorevolezza si pone a chiunque cerchi un’informazione. E dato che chiunque cerchi un’informazione ha molte probabilità di farlo usando Google, se un articolo di Wikipedia si trova in cima alla pagina di risposta di Google, come spesso capita, allora è inevitabile che si vada poi a guardare l’articolo di Wikipedia. La battaglia da combattere quindi non è invitare a non consultare Wikipedia o cercare di convincere che sarebbe meglio non guardare Wikipedia, quanto cercare di migliorare la qualità di quello che vi si trova, dato che è lì e non altrove che è probabile che i vostri amici, figli, colleghi e studenti finiranno per guardare, e dato che Wikipedia può venir editata.
Invitare ad intervenire su Wikipedia non è certo esente da rischi; innumerevoli possibilità di inquinamento si profilano all’orizzonte: persone che scrivono elogi ai propri beniamini (inclusi se stessi) e filippiche contro i propri nemici, interventi pubblicitari, vandalismo tribale o religioso, incapacità di mettere due parole in croce, impertinenza, dilettantismo e via dicendo. Ma non c’è nulla di nuovo sotto il sole. L’aneddotica invita a una certa cautela anche nel caso di enciclopedie cartacee di vecchio pelo. L’impareggiabile Edwards, luminosa enciclopedia di filosofia degli anni ’60 dello scorso secolo, avendo subappaltato le voci sulla filosofia italiana, offre al lettore una voce sull’assai marginale ‘Gallarate movement’ che tradisce la volontà del subappaltatore di dar lustro alle sue amicizie. Il Lexicon der Renaissance pubblicato nella ex Germania Orientale poco prima del crollo del Muro di Berlino può servire per un corso sulla cultura di regime della ddr e molto meno per ottenere informazioni sul Rinascimento. Più banalmente le enciclopedie, capitolazioni al tentativo di mettere ordine nel sapere imponendo l’unico registro classificatorio su cui nessuno ha obiezioni, ovvero l’ordine alfabetico, sono inevitabili specchi del loro tempo; non esistono enciclopedie perfette né metodi consensuali per generarle; non esiste un loro lettore da cima a fondo – e quando esiste, è un po’ eccentrico; sono collezioni di frammenti, legati a logiche decisionali che muovono da piani grandiosi e producono compilazioni di liste della spesa. E se servono, come servono, più a chi le scrive che a chi le legge, in quanto aiutano a mettere in forma semplice e concisa un sapere, o in quanto creano o cristallizzano identità culturali; allora la funzione addizionale di Wikipedia è che aiuta molti a chiarirsi le idee; non leggendo, ma scrivendo.”

Roberto Casati (1961) filosofo italiano

cap. Ha senso fare la guerra a Wikipedia?
Contro il colonialismo digitale

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“Certo, è ora che anche il Giappone apra all'immigrazione, ma è bene che gli stranieri, quelli che appartengono a razze e culture diverse, non vivano assieme, in mezzo a noi. Che restino, in qualche modo, separati. Per quel che ho potuto verificare a suo tempo, il sistema che era in vigore in Sudafrica [l'apartheid] andrebbe benissimo. Bianchi, asiatici e neri non possono vivere assieme.”

Ayako Sono (1931) scrittrice giapponese

Origine: Citato in "Giappone, sì all'apartheid": la frase choc nel Paese degli stranieri "invisibili" http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/21/giappone-si-allapartheid-frase-choc-dellautrice-nel-paese-degli-stranieri-invisibili/1441815/, Il Fatto Quotidiano.it, 21 febbraio 2015.

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“Avendo parlato di intellettuali e di realismo, sarà bene precisare ancora un punto. Si è accennato al fatto che le simpatie di alcuni intellettuali pel comunismo hanno un certo carattere paradossale, in quanto il comunismo disprezza il tipo dell'intellettuale come tale, tipo che per esso appartiene, essenzialmente al mondo dell'odiata borghesia. Ora, un atteggiamento del genere può venire condiviso anche da chi appartenga al fronte opposto al comunismo, dato quel che nel mondo contemporaneo esse significano, ci si può opporre ad ogni sopravalutazione della cultura e dell'intellettualità. L'avere per esse quasi un culto, il definire con esse uno strato superiore, quasi una aristocrazia – l' "aristocrazia del pensiero" che sarebbe quella vera, legittimamente soppiantante le forze precedenti di élite e di nobiltà – è un pregiudizio caratteristico dell'epoca borghese nei suoi settori umanistico-liberali. La verità è invece che siffatta cultura e intellettualità non sono che dei prodotti di dissociazione e di neutralizzazione rispetto ad una totalità. Pel fatto che ciò è stato avvertito, l'antintelletualismo ha avuto una parte di rilievo negli ultimi tempi, al titolo di una reazione quasi biologica la quale purtuttavia troppo spesso ha seguito direzioni sbagliate o, per lo meno, problematiche. Non ci soffermeremo però su quest'ultimo punto. Ne abbiamo già trattato in altra sede, parlando dell'equivoco dell'antirazionalismo. Qui vi è solo da mettere in rilievo che esiste un terzo possibile termine di riferimento di là sia da intellettualismo che da antintellettualismo, per un superamento della "cultura" d'intonazione borghese. Tale è la visione del mondo – in tedesco Weltanschauung. La visione del mondo non si basa sui libri, ma su una forma interiore e su una sensibilità aventi un carattere non acquisito ma innato.”

Julius Evola (1898–1974) filosofo, pittore e poeta italiano

Intellettualismo e Weltanschauung

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“E non è neppure vero, come afferma Fini, che è italiano chi ama l'Italia… Occorre dimostrare di conoscere almeno sommariamente la nostra cultura, le nostre tradizioni, la lingua; e adattarsi o, meglio, sposare i nostri costumi.”

Vittorio Feltri (1943) giornalista italiano

Origine: Da Caro Fini, torna lo stronzo di una volta http://blog.panorama.it/opinioni/2009/11/30/feltri-caro-fini-torna-lo-stronzo-di-una-volta/, Panorama, 30 novembre 2009.

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“La nostra identità è nei ritratti, che sono i volti della cultura europea, non dobbiamo contaminare i nostri volti.”

Aleksandr Nikolaevič Sokurov (1951) regista russo

citato in Mauro Gervasini, Il cinema di destra, I cancelli del cielo, FilmTv, n. 37, 2015

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“Io ogni tanto provo a aggrapparmi a Aldo Busi, uno dei pochi scrittori italiani a aver scritto romanzi veramente importanti, ma anche lui parla solo di società civile, dell'onestà, del governo in carica, come se fosse Beppe Grillo.”

Massimiliano Parente (1970) scrittore italiano

Origine: Da Se la cultura è ridotta a un talk show politico http://www.ilgiornale.it/cultura/se_cultura_e_ridotta_talk_show_politico/13-01-2012/articolo-id=566666-page=0-comments=1, il Giornale.it, 13 gennaio 2012.

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“[Nel 2016] Sarri che dice: la Juventus è di altra categoria. E De Laurentiis ti paga per dire ste cose? Alibi per i giocatori. È un grande tecnico con la mentalità e la cultura calcistica da terza categoria.”

Paolo Bargiggia (1962) giornalista e conduttore televisivo italiano

Origine: Da twitter, citato in Bargiggia su Sarri: "Mentalità e cultura calcistica da terza categoria" http://www.napolitoday.it/sport/ssc-napoli/bargiggia-vs-sarri-twitter.html, NapoliToday.it, 2 ottobre 2016.

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“Credo che facciamo entrambi un buon affare, e anche un affare buono se riusciamo a squalificare agli occhi del pubblico la storiografia accademica: avremo reso un grosso servigio alla cultura.”

Denis Mack Smith (1920–2017) storico inglese

Origine: Citato in Sergio Romano, I 90 anni di Denis Mack Smith L'Italia con occhi britannici https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2010/marzo/01/ANNI_DENIS_MACK_SMITH_ITALIA_co_9_100301049.shtml, Corriere della Sera, 1º marzo 2010, p. 33.

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“Quando le sinagoghe e i cimiteri ebraici devono essere sorvegliati come nei paesi islamici dove i mausolei cristiani ed ebraici sono distrutti perché la libertà di espressione e di fede non è un diritto costituzionale, questa è Eurabia. Il dialogo euro-arabo ha importato in Europa la tradizione anticristiana e antiebraica dell'islam inscritta nell'ideologia jihadista da tredici secoli. Quando in Europa critici dell'islam, musulmani e non musulmani, devono nascondersi o vivere sotto la protezione delle guardie del corpo, come Geert Wilders e molti altri, questa è Eurabia. Le celebri caricature di Flemming Rose, riprese anche da altri giornali, a cui hanno fatto seguito le minacce di morte al filosofo francese Robert Redeker, autore di un articolo, ritenuto blasfemo, apparso su Le Figaro il 19 settembre 2006, hanno esasperato l'opinione pubblica. Quando l'insegnamento nelle università, nella cultura, nell'editoria viene controllato in gran parte dalla Anna Lindh Foundation o dalla Alleanza delle civilizzazioni (strumento dell'Organizzazione della conferenza islamica, ndr), questa è Eurabia. Quando i bambini ebrei non possono frequentare una scuola pubblica senza essere aggrediti e i ragazzi ebrei sono minacciati per strada, o rapiti e uccisi come il francese Ilan Halimi, questa è Eurabia. Quando dimostrazioni islamiche di massa nelle città europee invocano la distruzione di Israele, questa è Eurabia. I nostri multiculturalisti non ci danno le chiavi per conciliare i valori della sharia con quelli della laicità europea, i contenuti della Carta islamica dei diritti umani con quelli della Dichiarazione universale, l'espandersi dell'imperialismo islamico e i principi di libertà e uguaglianza tra i popoli e tra i sessi.”

Bat Ye'or (1933) saggista egiziana

Origine: Citato in Giulio Meotti, L'eurabia è dentro di noi http://www.ilfoglio.it/articoli/2009/07/26/leurabia-e-dentro-di-noi___1-v-114624-rubriche_c154.htm, Il Foglio.it, 26 luglio 2009.

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“La cucina non è fashion, la cucina è cultura.”

Carlo Cracco (1965) cuoco italiano

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“[Su Stephen Hawking] Se il grande astrofisico ricordasse un po' della filosofia studiata nel primo anno di liceo non dimenticherebbe che una delle tesi più note del materialismo classico, che ha attraversato la cultura moderna (Karl Marx, per esempio, ne è un grande estimatore), è quella del greco Democrito. La sua teoria delle klinamen, spiegava l'origine del mondo dal contatto di particelle di materia, che si incontrano a causa di una determinata inclinazione, formando il Tutto, così a caso, senza un disegno divino.”

Stefano Zecchi (1945) scrittore, giornalista e docente italiano

Origine: In merito a questa citazione venne pubblicato un commento su L'espresso: «Se il grande filosofo Zecchi ricordasse un po' della filosofia studiata al liceo non dimenticherebbe che la teoria del clinamen non è di Democrito bensì di Epicuro e il clinamen viene nominato come tale da Lucrezio (De rerum natura II, 29), con la c e non con la k, e naturalmente al singolare (il clinamen è il fenomeno dell'inclinazione) e non al plurale come lo mette lui come se "le klinamen" fossero tante cose.» L'espresso, rubrica Riservato, a cura di Enrico Arosio e Primo di Nicola, n. 37 anno LVI, 16 settembre 2010, p. 13.
Origine: Da Stephen Hawking ci dice com'è nato l'universo Ma non affronta il perché http://www.ilgiornale.it/cultura/stephen_hawking_ci_dice_come_nato_luniverso_ma_non_affronta_perche/esistenza_dio-cultura-hawking-scienza/03-09-2010/articolo-id=470784, il Giornale.it, 3 settembre 2010.

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“Il mito della governabilità è figlio di una cultura politica senza valori, che ha completamente abdicato alla voglia di cambiare la società. L'idea che comunque bisogna governare per me è un disvalore.”

Fausto Bertinotti (1940) politico italiano

Citazioni tratte da interviste
Origine: Citato in Gianpaolo Pansa, Controstoria d'Italia, Il Giornale - Biblioteca storica, Milano, 2011, p. 183. ISSN 977-800805820-0

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“[Su Pier Paolo Pasolini] La sua fine è stata al tempo stesso simile alla sua opera e dissimile da lui. Simile perché egli ne aveva già descritto, nei suoi romanzi e nei suoi film, le modalità squallide e atroci, dissimile perché egli non era uno dei suoi personaggi bensì una figura centrale della nostra cultura, un poeta che aveva segnato un'epoca, un regista geniale, un saggista inesauribile.”

Alberto Moravia (1907–1990) scrittore italiano

Origine: Da Ma che cosa aveva in mente?, L'Espresso, 9 novembre 1975; citato in Antonio Tricomi, Pasolini: gesto e maniera, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2005, p. 129 https://books.google.it/books?id=4GEbLBR4nGUC&pg=PA129#v=onepage&q&f=false. ISBN 88-498-1310-4

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