Frasi su dato
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“Ah, il giornalismo obiettivo! Quante fregature abbiamo dato al lettore sventolando questa bandiera fantasma.”

Giampaolo Pansa (1935–2020) giornalista, saggista e scrittore italiano

Origine: Carte false, p. 49

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“[Sull'alpinismo] Chi ha dato tanto alla montagna, chi per la montagna ha rischiato con tanto accanimento la vita, a questo amore resterà legato per sempre.”

Dino Buzzati (1906–1972) scrittore italiano

Origine: Da Cento ore senza sole, Corriere della Sera; citato in Walter Bonatti, Una vita così, a cura di Angelo Ponta, BUR, Milano, 2014, p. 21 https://books.google.it/books?id=LFcfBQAAQBAJ&pg=PT21#v=onepage&q&f=false. ISBN 978-88-17-07843-6.

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“Il comico Beppe Grillo ha dato vita al consueto paradosso di chi dice di voler fare "antipolitica". In realtà il suo è stato un riuscito rito liberatorio, versione civilizzata di quelli celebrati presso certe tribù primitive dove lo stregone che aveva sbagliato o abusato veniva linciato dai suoi ex fedeli e, in qualche caso, mangiato. Grillo ha colto l'ondata di risentimento che c'è nel paese mettendo a bollire in un unico calderone richieste sacrosante e altre di chiaro sapore qualunquistico. È vero che grida vendetta vedere in parlamento dei condannati a pene definitive. Ma prendersela in blocco con le case degli onorevoli è invece demagogia; nel mucchio ci sono autentiche situazioni di privilegio accanto ad altre legittime che risalgono a decenni fa. Attaccare in blocco i partiti è una sciocchezza. I partiti sono stati i tiranti, i tendini di un paese molto diviso, spesso hanno garantito loro, in mancanza d'altro, una riconoscibilità nazionale. Non i partiti in sé ma la loro degenerazione, la loro trasformazione in macchine elettorali o di sottogoverno, è la malattia politica da curare; così come la presa soffocante d'una politica degenerate sulla vita di singoli cittadini e delle loro imprese. Il guaio per Grillo, e per tutti noi, è che quando s'è consumato il rito liberatorio, dopo aver ucciso lo stregone o avergli gridato in piazza un vituperio, l'antipolitica non conta più niente e non porta a niente. L'antipolitica raccoglie un sintomo, lo interpreta, lo potenzia ma non ha nessuna terapia da proporre. Fino a quando non diventa essa stessa politica. È questo il paradosso.”

Corrado Augias (1935) giornalista italiano

da la Repubblica dell'11 settembre 2007

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“Vi ho dato le armi come le diede Vulcano ad Achille; vincete con quelle che io vi dono come egli vinse! E chiunque con esse avrà trionfato su un'Amazzone, scriva su le spoglie: "Ovidio mi fu maestro!"”

Arma dedit vobis: dederat Vulcanus Achilli: | Vincite muneribus, vicit ut ille, datis! | Sed quicumque meo superarit Amazona ferro, | inscribat spoliis: "Naso magister erat".
Ars Amatoria

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“L'intento di Ščeglov è spiegare l'impressione comune, contraddittoria, che il mondo ovidiano lascia nel lettore: grande varietà e ricchezza, ma insieme grande unità, e parentela fra tutte le cose. Cercando di individuare i fattori che suscitano questa duplice impressione, Ščeglov – eccellente filologo – considera la strana insistenza con cui nel poema vengono usati epiteti che a prima vista possono apparire superflui o ornamentali (lungo serpente, umide paludi ecc.), e nota come questi abbinamenti abbiano invece la precisa funzione di isolare proprietà oggettive, di fissare tratti distintivi mediante concetti geometrici e fisici; e passando alla tecnica delle descrizioni ovidiane, in prima linea quelle delle trasformazioni, ci mostra come la riduzione di ogni fenomeno a un ristretto numero di elementi fondamentali (le proprietà, i tratti distintivi) abbia tutta una catena di effetti: da un lato Ovidio caratterizza non singole cose, ma classi di cose; dall'altro, dato che i concetti geometrici e fisici sono applicabili alle cose piú disparate, tutto diventa commensurabile e quindi riducibile ad altro: e qui appunto è riposto il segreto della facilità con cui le trasformazioni avvengono nel poema e sono da noi accettate, e il mondo per le infinite combinazioni possibili si allarga, e al tempo stesso, però, riportato a un livello unico, ci si presenta come un sistema.”

Piero Bernardini Marzolla
Metamorfosi, Citazioni sulle Metamorfosi

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“Questa è l'arma impiegata a Gibilterra, Malta e Algeri, e che ha dato all'Italia la grande vittoria di Alessandria.”

Junio Valerio Borghese (1906–1974) militare e politico italiano

Origine: Decima Flottiglia Mas, p. 26

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“Le rosse sono donne volitive. La Rossa per antonomasia è Fiorella: molti autori mi han dato fiducia perché lei l'ha data a me, mi ha fatta ascoltare dal suo pubblico. E poi le rosse hanno un piglio molto maschile sulla vita. Io non sento la competizione, faccio pochi paragoni, guardo molto il mio. Il rosso, più che un propotipo femminile è uno stile di vita: decidere per sé, di pancia, tenere la barra dritta.”

Noemi (1982) cantautrice, personaggio televisivo, regista di videoclip e sceneggiatrice italiana

citato in Lunga strada per diventare grande. Dopo Fiorella, ecco "RossoNoemi" http://www.lastampa.it/_web/CMSTP/tmplrubriche/giornalisti/grubrica.asp?ID_blog=20&ID_articolo=1394&ID_sezione=12&sezione=, La Stampa, 22 marzo 2011

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“Se vogliamo realmente riciclare la materia, non possiamo pensare di bruciarla, dato che in gran parte i composti di combustione non rientrano tra quelli presenti nei cicli biogeochimici.”

Gianni Tamino (1947) biologo e politico italiano

Origine: Da Rifiuto: riduco e riciclo, a cura di Stefano Montanari, Arianna Editrice, Bologna, 2009, p. 29. ISBN 978-88-87307-63-4

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“[Diego Velázquez] È il principe dei pittori spagnoli e uno dei maggiori del mondo. […] In tutte le sue opere dominano la prospettiva aerea, l'atmosfera, la luce, il giusto valore di tutti i toni, e per mezzo del colore riesce a fissare i termini e le distanze con la stessa precisione con cui potrebbero farlo le inflessibili regole della prospettiva. […] Le sue grandi opere non debbono nulla a nessuno, per quanto egli abbia tributato non poca ammirazione ai pittori veneziani; sono figlie della sua originalità, della sua spontaneità, del suo senso artistico. Lo studio costante del vero gli diede il dominio del disegno, così come lo sguardo finissimo gli aveva dato la capacità d'apprezzare il colore. […] Il buon gusto e l'eleganza nel presentare atteggiamenti, espressioni e gruppi con snellezza e grazia, dominano in tutte le sue tele. […] Non è artista di grandi e complesse concezioni, né di ricerche erudite, né di spirito ardito. […] Naturalista per eccellenza, dipinge ciò che vede; e sa quel che dipinge e come deve dipingerlo. […] Né l'antichità classica, né il Rinascimento condizionano le sue opere; per lui non esistono altri libri, né altri modelli, né altri studi che il vero; non conosce altra erudizione, altra storia, altri orizzonti oltre a quelli percepibili con l'occhio. Da ciò dipende il fatto che Velázquez è in pittura, come Cervantes nelle lettere, così mirabilmente spagnolo.”

Gregorio Cruzada Villaamil (1832–1884) politico spagnolo

da Anales de la vida y de las obras de Diego de Silva y Velázquez, 1885
Origine: Citato in Velázquez, I Classici dell'arte, a cura di Elena Ragusa, pagg. 183 - 188, Milano, Rizzoli/Skira, 2003. IT\ICCU\TO0\1279609 http://opac.sbn.it/opacsbn/opaclib?select_db=solr_iccu&searchForm=opac%2Ficcu%2Favanzata.jsp&do_cmd=search_show_cmd&db=solr_iccu&Invia=Avvia+la+ricerca&saveparams=false&resultForward=opac%2Ficcu%2Ffull.jsp&nentries=1&rpnlabel=+Identificativo+SBN+%3D+IT%5CICCU%5CTO0%5C1279609+%28parole+in+AND%29+&rpnquery=%2540attrset%2Bbib-1%2B%2B%2540attr%2B1%253D1032%2B%2540attr%2B4%253D6%2B%2522IT%255C%255CICCU%255C%255CTO0%255C%255C1279609%2522&&fname=none&from=1

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“Diventare famoso mi ha dato un senso di proprietà, mi ha portato pressione e responsabilità con cui ho dovuto guardare a me stesso per volermi sentire orgoglioso di me.”

Roy Dupuis (1963) attore cinematografico e attore televisivo canadese

dall'intervista a L'Actualité del febbraio 2002
2002

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“Quando è dato il fervore, è tolta la tristezza ed il lutto.”

Isacco di Ninive (640–700) monaco, mistico, religioso (vescovo di Ninive)

Discorsi ascetici – prima collezione

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“Si era dato, non si era venduto | Né a Dio pel Cielo, né a uomo per oro.”

Algernon Swinburne (1837–1909) poeta inglese

citato in Vilhjalmur Stefansson, Una persona che non dimenticherò mai, Selezione del Reader's Digest, gennaio 1960

“Un semplice dato: | Dio non s'è nascosto. | Dio si è suicidato.”

Giorgio Caproni (1912–1990) poeta, critico letterario e traduttore italiano

Origine: Da Deus absconditus, in Il muro della terra, Garzanti

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“Ho studiato più per riflessione e per compiacere alla madre mia che per elezione. Il mio genio sarebbe stato per le matematiche e per molti anni mi piangeva il cuore al vedere libri di matematica. Sono contento per altro d'aver dato questa consolazione alla mia povera madre…”

Bartolomeo Veratti (1809–1889) giurista, giornalista e filologo italiano

citato da G.B. Rossi Veratti, nel necrologio per lo zio, in Bartolomeo Veratti, in Studi Letterari e Morali ed Atti dell'Accademia Ecclesiastica di S. Tommaso d'Aquino, Tomo 6, 1889, p. I-XI

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“Se mi avessero dato un miliardo per ogni volta che ho presentato questo gioco in pubblico a quest'ora sarei miliardario.”

Mago Forest (1961) comico, showman e conduttore televisivo italiano

citata in Gino & Michele, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano – Anno 2002, Baldini & Castoldi, 2001, n. 90

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“Il presidente del Consiglio ha già risposto: i rapporti con quella giovane ragazza sono stati basati sulla purezza, sulla correttezza. Questa è l'unica risposta che Silvio Berlusconi doveva dare e ha dato.”

Sandro Bondi (1959) politico italiano

da Ballarò, Rai Tre, 26 maggio 2009
Origine: Noemi Letizia, al centro di polemiche per la partecipazione di Silvio Berlusconi alla festa per il suo diciottesimo anno in un ristorante di Casoria, il 26 aprile 2009 e per averlo chiamato "Papi".

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“[L'università deve essere] focolaio di attività scientifica, vero laboratorio nel quale maestri e scolari collaborano ad indagare nuovi veri e a rivedere questioni già discusse. Così nello studente si educa lo spirito critico e, quel che più importa dato lo scopo speciale che la nostra Università ha, lo spirito di ricerca.”

Agostino Gemelli (1878–1959) religioso, medico e rettore italiano

da una nota del 1919
Origine: Citato in Emanuela Gazzotti, Un traguardo e una partenza http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01042000_p-41_it.html, Tertium Millennium, aprile 2000, www.vatican.va.

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“Stanco di curare gente che non guariva, mi sono dato al cinema.”

Dino Risi (1916–2008) regista italiano

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I miei mostri

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“Abdellah Taïa si è esiliato in Europa per timore di essere aggredito fisicamente da qualche fanatico. Sua madre aveva appreso con sgomento che il figlio non si sarebbe mai sposato, né mai le avrebbe dato dei nipotini; era affranta per la vergogna e il timore dei commenti di parenti e vicini. Ma Abdellah Taia aveva scelto, come ha detto lui stesso, «la via della libertà» e doveva «percorrerla fino in fondo.»”

Tahar Ben Jelloun (1944) scrittore marocchino

Origine: Da La difficile condizione degli omosessuali arabi http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/08/21/la-difficile-condizione-degli-omosessuali-arabi.html, traduzione di Elisabetta Horvat, la Repubblica, 21 agosto 2007, p. 20.

“Quel versetto si riferisce al patto di A lastu. L'alleanza originaria. Quella che stabilisce l'idea di un "Noi" umano. Dio ci ha radunati – tutti noi: tu, io, i tuoi antenati, la tua progenie, l'umanità passata, presente, futura – e ci ha fatto una domanda molto semplice, e noi – insieme, all'unisono, in quanto razza umana – abbiamo fatto un'affermazione. Lui ci ha chiesto "Sono Io?", noi abbiamo risposto "Sì, sei tu". Abbiamo affermato Dio. Abbiamo dato il nostro consenso, stabilito che dio era Dio. Quell'affermazione ha stabilito anche che noi eravamo Noi. È stato necessario che diventassimo tutti Uno per poter affermare Dio. Ek nuqte vich gul muqdi e, "Tutto è contenuto in Uno". Noi siamo colui che è Dio. È questo che diceva Bulleh Shah. È per questo che ho pieanto quella notte che hai tradotto la sua poesia, perché non avevo mai sentito l'idea espressa così perfettamente. Nella letteratura mistica, l'affermazione del patto di A lastu è chiamata la Prima Testimonianza. È primordiale. È originaria. C'è anche una Seconda Testimonianza, ma viene molto più tardi. È quando ognuno di noi, nella sua esistenza individuale, afferma le sue varie religioni o ideologie o filosofie. Tu, amico mio, metti la Seconda Testimonianza prima e al di sopra della Prima. È sbagliato. È sbagliato perché il vero patto che guida la tua esistenza, quello da cui dovresti essere ossessionato, è al servizio dell'umanità. È per il "Noi". È per Dio. Invece tu te ne vai in giro con il tuo patto – il falso patto – che è al servizio dei soli musulmani, credendoti impegnato nell'opera di Dio. Hai fatto di Dio un socio. L'Islam è il tuo idolo.”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano

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Il bambino che leggeva il Corano

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“Avrei dato il mio braccio destro pur di diventare pianista.”

Bobby Robson (1933–2009) calciatore e allenatore di calcio inglese
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“Se la geografia aveva dato a Venezia una posizione senza pari, i Veneziani fecero il resto.”

Eileen Power (1889–1940) storica britannica

Origine: Vita nel medioevo, p. 38

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“Io songo nato addò sta 'e casa 'o sole. | 'O sole me cunosce 'a piccerilio; | 'o primmo vaso' 'nfronte, ero tantillo | m'ha dato quanno stevo int' 'o spurtone.”

Totò (1898–1967) attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano

da O Sole
Poesie
Origine: Bacio.
Origine: Grande cesto.

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“Il musulmano ha con il suo Dio un rapporto basato sulla paura. Per il musulmano il concetto di divinità è assoluto. Il nostro Dio pretende una sottomissione completa. Ti premia se rispetti le Sue regole fino nei minimi dettagli. Se le infrangi invece ti punisce duramente sia in terra, con malattie e catastrofi naturali, sia nell'aldilà, con il fuoco dell'inferno.
La morale dell'islam deriva da un'unica fonte: il profeta Maometto. Maometto è infallibile. Si potrebbe quasi dire che sia egli stesso un dio, ma nel Corano c'è scritto specificatamente che Maometto è un uomo, l'uomo migliore, l'uomo più perfetto, pari a un dio. Noi dobbiamo vivere secondo il suo esempio. Ciò che è scritto nel Corano, è quello che Maometto ha raccontato che Dio ha detto. Le migliaia di hadíth – le testimonianze di ciò che Maometto ha detto e fatto e dei consigli che ha dato, che ci sono state tramandate in grossi volumi – indicano esattamente come doveva vivere un musulmano nel VII secolo. In questi testi i fedeli musulmani cercano quotidianamente indicazioni su come devono vivere nel XXI secolo.
L'islam subisce pesantemente il dominio di una morale sessuale derivata da valori tribali arabi che risalgono all'epoca in cui Allah rivelò il Suo messaggio al Profeta: una cultura nella quale le donne erano proprietà di padri, fratelli, zii, nonni e tutori. Della donna in sostanza conta allora soltanto la verginità, e il suo velo ricorda in permanenza al mondo esterno la morale soffocante che rende i maschi musulmani proprietari delle donne e li costringe a impedire i contatti sessuali delle loro madri, sorelle, zie, cognate, nipoti e mogli. Questo non riguarda soltanto la convivenza: alle donne è vietato anche solo guardare un uomo, sfiorargli un braccio o stringergli la mano. Il rispetto e l'onore di cui un uomo gode sono direttamente proporzionali alla castità e all'obbedienza delle donne della sua famiglia.”

Ayaan Hirsi Ali (1969) politica e scrittrice somala
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“Un esempio deteriore di impiego gratuito di stilemi ex-colti è dato dalla prosa del cronista sportivo Gianni Brera, che rappresenta un esempio di "gaddismo spiegato al popolo", là dove il "popolo" avrebbe bisogno solo di un linguaggio appropriato alla materia trattata.”

Umberto Eco (1932–2016) semiologo, filosofo e scrittore italiano

Origine: Sintetizzata in «Brera è Gadda spiegato al popolo» (Marco Pastonesi e Giorgio Terruzzi, Palla lunga e pedalare, Dalai Editore, 1992, p. 42, ISBN 88-8598-826-2), tale etichetta irritò non poco Brera: «Umberto smemora, e parla di Gadda spiegato al popolo» (Gianni Brera, L'arcimatto. 1960-1966, Dalai editore, 1993); e ancora, su Gadda: «Lo detesto. È anche lui uno scapigliato che non racconta nulla, fa degli arpeggi da cui non escono melodie. Butirro! Ma andiamo... Nel Pasticciaccio fa due pagine sulla cagata della gallina o sul peto di un carabiniere che si china per vedere una moto. È un insieme di bozzetti. Il signor Eco Umberto, prima di diventare un grande botanico, era un professore pieno di spocchia che pretendeva di giudicare i miei articoli di sette o otto cartelle scritti in un'ora e mezzo. Diceva che ero un Gadda spiegato al popolo: non teneva conto che il giro mentale era diverso.» (dall'intervista di Paolo Di Stefano, Brera, le parole in campo, Corriere della Sera, 10 giugno 1992, p. 8)
Origine: Da Apocalittici e integrati.

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“[Invitato Jack Lemmon sul palcoscenico, dopo aver vinto il Golden Globe 1997, regalandogli la statuetta appena vinta] Se la merita lui, come artista ha dato molto più di me al mondo.”

Ving Rhames (1959) attore e produttore cinematografico statunitense

Origine: Citato in Farkas Alessandra, "Titanic" sbanca i Golden Globe https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1998/gennaio/20/Titanic_sbanca_Golden_Globe_co_0_980120196.shtml, Corriere della Sera, 20 gennaio 1998, p. 33.

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“Moggi si rivolge a Cristo con umiltà, con desiderio di ricostruire: è un uomo che nella vita ha dato il suo contributo.”

Domenico Sigalini (1942) vescovo cattolico italiano

E non solo agli arbitri. Finalmente anche la Chiesa, nella persona del vescovo Domenico Sigalini, ha capito quello che in Italia ormai sapevano tutti: cioè che Lucianone è un perseguitato, un martire, uno che dava fastidio e per questo l'hanno incastrato. Altro che buon ladrone o figliol prodigo: la parabola vivente è lui, l'evangelico Moggi, appena tornato da Lourdes dove, al solito, non si è fatto notare. San Giovanni Rotondo, Lourdes, la Madonna del Divino Amore: sono posti miei. Al termine di una simile Champions League della fede, bisognerebbe farlo santo subito.
Origine: Da Santo subito http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2007/09/04/santo-subito.html, la Repubblica, 4 settembre 2007, p. 51.

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