Frasi su droga
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“Finalmente siamo nella cara vecchia Inghilterra. CM Punk, superstar Straight Edge del wrestling. E qual è il passatempo nazionale qui in Inghilterra? Certamente non è "il wrestling"… Voi pensate che ogni singola persona qui tra il pubblico sia qui per vedere "wrestling", ma non è vero. Vedete, la causa è che c'è un bar, proprio qui sulla mia destra. [Ad un fan che indossa occhiali] Cosa senti? Quattro-occhi, cosa sei venuto a fare qui? [Un altro fan grida: "Bere birra!"] Bere birra, ESATTAMENTE. Voi siete qui per bere birra. Sei un PERDENTE, e tuo padre probabilmente ti ha picchiato quando eri un bambino… probabilmente erano due settimane fa. [Ora guardando nell'obbiettivo della videocamera] Lui è così ubriaco che non può mai tenere il veleno nella sua bocca. Vedete, io credo in tre cose: nessuna droga, niente alcol, e niente sesso promiscuo. Guardate, io sono un ottimo uomo in forma… e se questi fans sono venuti a vedere me, significa che loro sono venuti a vedere qualcuno che è migliore di loro. Ora, l'Inghilterra è conosciuta per il calcio [chiamato soccer], o perlomeno è così che noi lo chiamiamo in America. Voi ragazzi lo chiamate "football", ma io sono qui "per fare wrestling". Stasera sono qui per distruggere Raven, e sono qui per distruggere ogni singolo fan di Raven. Chi è fan di Raven qui? Non ha dannatamente senso! Nessuno di voi ha dannatamente senso! [il pubblico inizia a urlare: "Al-co-hol! Al-co-hol!"] BEVETE!! Continuate a bere! Continuate a bere! VOGLIO che moriate! Fumante anche, no? Continuate a fumare! Bevi velocemente Inghilterra… VOGLIO che i tuoi abitanti falliscano. Bevi velocemente Inghilterra, VOGLIO che tu muoia. E qui, parlando di morte, proprio stasera in quello stesso ring – DAMMI UN'INQUADRATURA DEL RING – stasera, come ho fatto in America, TI DOMINERÒ, Raven. E il tuo tempo in FWA "sarà finito". "E puoi quotare QUESTO, puttana".”

Phil Brooks (1978) wrestler statunitense

cita una catchphrases di Raven: "quote the Raven, nevermore"

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“L'abbondanza era diventata una droga cui tutti si erano assuefatti e non si poteva più limitarne la dose.”

Frederik Pohl (1919–2013) autore di fantascienza e curatore editoriale statunitense

Origine: Il morbo di Mida, pp. 39-40

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“La droga è bella. La droghiera è meglio.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il malloppo, p. 19

“Si estrae dall'esperienza della droga solo ciò che vi si è messo dentro. In fondo il cosiddetto "Ultraterreno" dal quale si cerca di ottenere l'illuminazione non è che la propria psiche.”

Peter Furst (1922–2015)

da Flesh of the Gods, 1972
Origine: Citato in Andrew Weil e Winifred Rosen, Dal cioccolato alla morfina. Tutto quello che dovete sapere sulle sostanze che alterano la mente, traduzione di Fabio Bernabei, Arcana, Roma, 2007, p. 137.

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“Non m'interessa parlare della notte che cambiò la vita, che ha reso il mio carattere per sempre sospettoso e diffidente. Avevo visto la durezza della guerra. Il giorno prima con i miei amici, partigiani, giocavamo a calcio, il giorno dopo erano nella chiesetta, cadaveri, sfigurati in viso dagli scarponi chiodati. Ho visto la fucilazione dei gerarchi fascisti, ero a piazzale Loreto quando appesero Mussolini a testa in giù come un maiale, sapevo cos'era la cattiveria, ma ignoravo l'infamia. Ho aspettato due mesi che Compagnoni venisse a darmi una pacca sulla schiena, a dirmi che aveva fatto una fesseria, a chiedere scusa, perché può capitare di essere vigliacchi, ma deve anche capitare di ammetterlo. Invece niente, invece sono finito sul banco degli accusati, ero io la carogna, non loro che avevano mentito sull'uso delle bombole, delle maschere, sull'orario del balzo finale alla vetta. Nella relazione ufficiale di Desio che il Cai ha accettato è sbagliata la quota del mio bivacco, quella del campo di Compagnoni e Lacedelli, l'uso e la durata delle bombole di ossigeno, niente affatto esaurito prima dei duecento metri di dislivello sotto il K2, e l'ora in cui dettero l'assalto alla vetta. E tutto questo perché? Perché l'impresa oltre ad avere successo doveva essere anche eroica. Far vedere che gli italiani erano stati non solo bravi, ma anche straordinari. Ne abbiamo fatto una montagna di merda, coperta di menzogne, perfino la stampa straniera ci chiede "perché?". E tutto questo perché non riusciamo ad essere un paese pulito, dobbiamo strumentalizzare le occasioni, la verità, sporcare gli uomini. L' Italia è un paese di complici, dove non esiste solidarietà tra onesti, ma solo scambio tra diversi interessi, dove il sogno di Desio doveva restare immacolato. Dove solo io potevo essere infangato, disprezzato, accusato. Non solo, ma qualsiasi controversia non viene mai affrontata, si preferisce accantonarla, non prendere la responsabilità di una scelta. Mentre oggi agli idoli sportivi imbottiti di droga tutto viene perdonato perché sono l'immagine del paese. E se solo guardo quello che passa in tv mi viene schifo: quelle persone sull'isola, che si fanno riprendere, quella buffonata. Con quale rispetto verso i padri dell'avventura, verso chi ha cercato frontiere e parole nuove come Melville, Jack London e Stanley? Io sul K2 in una notte del '54 sono quasi morto, ma quello che mi ha ucciso è questo mezzo secolo di menzogna. Ho urlato così tanto quella notte nella mia disperazione che adesso non voglio avere più voce. La puzza del K2 la lascio a voi, io preferisco respirare […].”

Walter Bonatti (1930–2011) alpinista italiano
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“Il tennis è complicato, imprevedibile, magari piove e ti rimandano il match. Non è solo correre e colpire. È strategia, testa. E non c'è droga per migliorare l'intelligenza.”

Boris Becker (1967) tennista tedesco

Origine: Citato in Gaia Piccardi, Io, Becker, sono nato a Wimbledon https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/giugno/20/Becker_sono_nato_Wimbledon_co_9_050620007.shtml, Corriere della sera, 20 giugno 2005.

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“Ho sniffato la mia Porsche, il mio aereo e la mia casa. Ho buttato via 20 milioni di dollari per colpa della droga.”

Steven Tyler (1948) cantante statunitense

Origine: Citato in «Per la droga ho buttato via 20 milioni $» http://www.corriere.it/spettacoli/11_maggio_02/Steven-Tyler-droga-20milioni_32407890-74b5-11e0-a12f-3a82d10cc9fa.shtml, Corriere della sera, 2 maggio 2011.

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“Se ne vanno, vogliono andarsene. Un'altra tragedia, un'altra assurdità, un'altra assenza, un altro mistero. Non voglio sapere perché Whitney Houston è morta. Non ho voglia di legare, un'altra volta, un grande talento musicale a storie di droga. L'equazione "maledetta" che associa successo a fragilità, arte a depressione, applausi a farmaci continua a perseguitare un mondo che, solamente in apparenza, contiene solo privilegi. Non fatemelo sapere, per favore, se fosse veramente così. Me la voglio tenere nella memoria come la vedo io: lunga, bellissima, brava oltre ogni misura. So poco della sua vita. E tutto della sua musica. Un angelo che canta in quel modo avrebbe meritato quello che ormai sembrerebbe un "premio" irraggiungibile: una esistenza consapevole, una vita felice. Lei ha veramente inventato un modo di cantare, per niente facile, che tutti hanno tentato di imitare. È diventata il termine di paragone. La cartina di tornasole. Il modello. L'inarrivabilità. E, come mi capita in casi come questo, non posso fare a meno di pensare a dove va a finire il talento di una persona quando questa persona smette di essere nella forma che conosciamo. Ma non è questo che conta. Se ne è andata. Non so, aveva figli? Speriamo di no. Dieci anni fa circa si era sparsa la voce della sua morte. Non era vero. Whitney Houston aveva ancora da vivere per sé e per noi. Se questa volta non ci saranno smentite, avrà smesso la sua vita e la sua sofferenza, e noi ci terremo caro ciò che ci ha lasciato.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

da Vanity Fair del 27 dicembre 2003
Citazioni di Mina

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“Ogni diniego si droga di verità parziali.”

Adrienne Rich (1929–2012) poetessa e saggista statunitense

Origine: Da Lo spacco alla radice – Estro, Firenze, a cura di L. Borghi.

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“Ho provato tutto, tranne la droga, il fumo e l'omosessualità.”

Pupo (1955) cantautore, conduttore televisivo e doppiatore italiano
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“Non è che se uno si droga diventa automaticamente un talento. Io sono antiproibizionista, ma non faccio uso di sostanze stupefacenti. Ammiro Frank Zappa: un genio che non usava droghe. Anzi, nei tour le vietava anche alla band.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

Origine: Citato in Andrea Laffranchi, La rabbia di Caparezza https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/17/rabbia_Caparezza_co_9_080317064.shtml, Corriere della Sera, 17 marzo 2008.

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“Alle Iene sono un po' imbroglioni, ma se i miei colleghi non facessero uso di droghe, non si vedrebbe.”

Rosy Bindi (1951) politica italiana

citato in Droga tra i parlamentari, stop alle Iene http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/10_Ottobre/10/iene.shtml, Corriere della sera, 11 ottobre 2006

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“I ragazzi scambiano la droga per l'ossigeno.”

Raige (1983) rapper italiano

da Sensi di colpa, n. 1
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“È repressivo. Dobbiamo liberare le donne come loro. Le donne con il velo allevano dei fondamentalisti: il velo è la "droga di passaggio" all'estremismo».
Ziad rise. Sorseggiò il tè e ci pensò un attimo prima di rispondere.
«Un velo non è una bomba», disse. «Inoltre, liberarle da cosa? Il velo è un simbolo culturale che ha una storia lunga. Se vivi nel Qatar per un bel po', prima o poi ti troverai in una tempesta di sabbia. Le particelle di sabbia sono finissime, e ti entrano negli occhi, nel naso e nella gola e ti tappano tutto. Ti assicuro che quando ne arriverà una, ti coprirai il naso e la bocca anche tu. Probabilmente è così che la gente di questa parte del mondo ha iniziato a portare il velo migliaia di anni fa. In ogni caso, comunque, se vogliono portare il velo, sono libere di farlo. Perché non rilassarsi e compiacersi della varietà del mondo? Mi piace pensare al mondo come a un film di fantascienza. Ci sono tutte queste creature che si trovano vicendevolmente bizzarre, e anche se qualcuno non ci piace dobbiamo comunque rivolgergli la parola».
«Ma in questo mondo ci sono anche persone – musulmani – che vogliono imporre il velo a tutti. Sono queste le persone che la riforma dell'Islam cerca di fermare».
«Questa però non è una riforma islamica», rispose Ziad. «Per "imporre" qualcosa a qualcuno, si deve stare al governo. Ogni volta che un governo ti impone qualcosa e tu ti opponi, quella è un'opposizione al governo e basta. Perché devi tirare in ballo l'Islam?»
«Perché sono loro a dire che è tutta una questione di Islam».
«Il fatto che lo dicano non vuol dire che sia vero. Sta a te vedere al di là. Ascolta, se il governo americano dice che una parte della popolazione va messa in prigione in nome dei Pokémon, ti trasformi in un esperto di Pokémon per cercare di dimostrargli che mai e poi mai i Pokémon farebbero una cosa del genere?”

Ali Eteraz scrittore e giornalista pakistano

“Il sesso è una droga biologica così terribile, che è scabroso persino parlare della sua via di somministrazione.”

Gianni Monduzzi (1946) scrittore, giornalista e editore italiano

Origine: Il manuale della Playgirl, p. 120

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“Risuscitando il mito di Faust Mann fa sì che Adriano, per salvarsi dall'aridità e dalla crisi dell'arte contemporanea, crisi che è nello stesso tempo crisi di una civiltà al tramonto, stringa un patto con il diavolo che gli darà la grandezza e la potenza creatrice in cambio della rinunzia all'amore e alla salvezza della sua anima. Per Mann la Germania, sfiduciata, inibita ed impotente, ha tentato di liberarsi dalle sue inibizioni con la morbosa e diabolica intossicazione nazista. Sembra che anche l'arte, nel mondo contemporaneo, non riesca a sopravvivere se non si allea con il morboso e con il diabolico, e se non ride di sè condannandosi nel momento stesso nel quale si crea, risolvendosi nella parodia di se stessa L'arte e in particolare la musica, è oggi, nel massimo disordine, nella massima ambiguità. Come uscirne? Come superare il caos? Come e dove trovare un principio, un ordine, un si stema di regole? Politicamente tale ordine è stato cercato nella negazione della libertà. Il compositore Adriano Leverkühn lo cerca nelle nuove regole della musica dodecafonica dopo essersi anche lui diabolicamente intossicato servendosi della malattia, della sifilide, come di una mostruosa droga, per stimolare la propria fecondità estetica, per poi sprofondare nella notte fonda della pazzia e della morte.”

Enzo Paci (1911–1976) filosofo italiano

Origine: Da Profili: Thomas Mann, L'Italia che scrive, a. XXXIX, n. 1, gennaio 1956, p. 2.

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“La mia infanzia in Argentina? È stata difficile, sono cresciuto in un posto dove la droga e gli omicidi erano all'ordine del giorno. Ho fatto esperienze dure, crescendo molto in fretta. Fortunatamente la vita mi ha permesso di fare una scelta. Non so se essere cresciuto in quell'ambiente ha fatto di me un calciatore più battagliero, ho sempre giocato a modo mio ma è possibile.”

Carlos Tévez (1984) calciatore argentino

Origine: Da un'intervista a Fifa.com; citato in Juventus, Tevez: "Sono cresciuto dove droga e omicidi erano all'ordine del giorno" http://www.calciomercato.it/news/197368/juventus-tevez-sono-cresciuto-dove-droga-e-omicidi-erano-allordine-del-giorno, Calciomercato.it, 3 marzo 2015.

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“La droga, qualcuno ne fa molto bisogno e a un certo punto vuole anche… ma, io direi anche, quando ne prende poca, dopo alla fine va… va su… massimo, quindi se pò rovinare la persona che ne prende poca: non lo darei efficiente dare la droga leggera per chi ha bisogno.”

Eraldo Isidori (1940–2018) politico italiano

dall'intervista a Le Iene; visibile su Video.mediaset.it http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/376466/nobile-il-meglio-di-isidori.html

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“Tom Curzon, il terapista del centro antidroga, che faceva l'assistente sociale e non il medico, era uno della scuola rogeriana, e aveva una terapia basata sull'individuo. Allora sono andato in biblioteca a vedere quello che aveva scritto Carl Rogers. Il libro che ho letto era una cacata, ma per dire la verità mi sembrava che Tom si fosse avvicinato più degli altri a quella che secondo me era la verità. Disprezzavo me stesso e il mondo perché non ero capace di accettare i miei limiti personali e quelli che mi venivano imposti dalla vita.
A quanto pareva, quindi, l'accettazione dei propri limiti era una condizione mentale sana, o comportamento non deviante.
Il successo e il fallimento sono semplicemente la soddisfazione o la frustrazione del desiderio. Il desiderio può essere in prevalenza intrinseco, basato sui nostri impulsi personali, oppure estrinseco, stimolato soprattutto dalla pubblicità o dai modelli di comportamento sociale che ci vengono proposti dai mass media e dalla cultura popolare. Dice Tom che i miei concetti di successo e fallimento funzionano solo a un livello individuale, e non a un livello sia individuale che sociale. E quindi, siccome mi rifiuto di accettare un riconoscimento da parte della società, il successo e il fallimento possono essere per me soltanto delle esperienze momentanee, perché sono esperienze che non possono essere sostenute dall'accettazione di altri valori di tipo sociale, come il benessere materiale, il potere o la posizione sociale; oppure, nel caso di un fallimento, la condanna e la disapprovazione. E allora, secondo Tom, non serve a un cazzo venirmi a dire che sono andato bene agli esami, che ho un buon lavoro o che sto con una bella ragazza; perché questo tipo di riconoscimento per me non significa niente. È chiaro che mi fa piacere, quando succedono queste cose, e che hanno un valore in se stesse, ma è un valore che non può essere sostenuto senza un riconoscimento da parte mia della società che lo considera come tale. Quello che Tom sta cercando di dire, credo, è che non me ne frega un cazzo. Perché?
Così torna in ballo la mia alienazione dalla società. Il problema è che Tom si rifiuta di accettare il mio punto di vista, che non è possibile cambiare la società per migliorarla davvero, e che io non posso cambiare per adattarmi alla società. Questa situazione provoca in me depressione. Scarico tutta la rabbia che provo contro me stesso, è questa la depressione, dicono. Però la depressione provoca anche una mancanza di motivazione. Mi cresce un vuoto dentro. La droga mi serve a riempire il vuoto, e mi aiuta anche a soddisfare il mio bisogno di distruggere me stesso, e qui torniamo alla rabbia diretta contro di sé.
Qui devo dire che sono d'accordo con Tom. Dove non ci troviamo più d'accordo è quando lui si rifiuta di vedere lo squallore totale del quadro generale. Lui dice che soffro di una mancanza di fiducia in me stesso, e che mi rifiuto di accettare questo fatto scaricando tutta la colpa sulla società. Secondo lui, questo mio modo di sminuire tutte le lodi e le ricompense (e di conseguenza anche le condanne) che potrei ricevere dalla società non è un rifiuto dei valori in sé, ma una prova del fatto che non mi sento abbastanza soddisfatto (o abbastanza scontento) di me stesso per accettarle. Invece di uscirmene a dire chiaro e tondo: Non credo di avere queste qualità (oppure credo di essere meglio di così), io dico: Tanto sono un mucchio di cazzate.”

Alla ricerca dell'essere interiore; pp. 196-197
Trainspotting, Salta tutto

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“Gli italiani vogliono sesso e droga e lo diamo a loro. Non facciamo male a nessuno.”

Sergio Nazzaro (1973) scrittore e giornalista italiano

Origine: MafiAfrica, p. 73

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“Eravamo alla ricerca di un noto pregiudicato, spacciatore di droga e omosessuale dichiarato. Entriamo nella sua casa… io perlustro il pianterreno, il sergente fa le scale e va su. Dopo un po’ lo sento ridere da star male. Salgo. Sulla parete, sopra il letto, c’è un mio manifesto di quando giocavo a rugby.”

Martin Bayfield (1966) rugbista a 15 e giornalista britannico

ricordando una sua esperienza da agente di polizia
Origine: Citato in Marco Pastonesi, Ovalia. Dizionario erotico del rugby, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2007, p. 209. ISBN 88-6073-204-2

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“[…] da noi, un musulmano ammazzato può ancora fare notizia o scandalo, mentre parecchi cristiani bianchi ammazzati ogni giorno da bianchi cristiani per spacciare la droga fanno per lo più statistica.”

Alberto Arbasino (1930) scrittore, saggista e giornalista italiano

Origine: Da Uguali un corno http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/04/10/uguali-un-corno.html?ref=search, la Repubblica, 10 aprile 1991, p. 30.

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“Sognare è una droga leggera. A differenza di tutte le altre, non fa male.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Italians, Corriere.it
Origine: Da Fantasy come fuga dalla realtà http://www.corriere.it/italians/10_aprile_01/Fantasy-come-fuga-dalla-realta_6de3b92e-3cdb-11df-80d0-00144f02aabe.shtml, 1º aprile 2010.

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“Lei mi voleva chiedere: qual è la sua droga? Be', il mate mi aiuta. Ma non ho assaggiato la coca, questo è chiaro eh?”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

rispondendo ai giornalisti, a proposito della sua capacità di resistenza, dopo il viaggio in Bolivia
Citazioni tratte da interviste
Origine: Citato in Gian Guido Vecchi, Il Papa: «Il Crocifisso con falce e martello lo porto con me in Vaticano» http://www.corriere.it/esteri/15_luglio_13/papa-il-nuovo-governo-greco-ha-fatto-revisione-giusta-44c523e2-2967-11e5-8a16-f989e7f12ffa.shtml, Corriere.it, 13 luglio 2015.

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“Non sono uno spacciatore ma solo un assuntore di cocaina.”

Gianfranco Micciché (1954) politico italiano

11 gennaio 1988; citato in Droga al ministero, Martello "Mai cocaina a Micciché" http://www.repubblica.it/online/cronaca/cocafinanze/mai/mai.html, la Repubblica, 2 settembre 2002

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“È strano che non si trovi più nessuno, ma nemmeno all'estrema sinistra, che ricordi questi fatti documentati. Ancora nel novembre del 1993 quando ormai per Forza Italia si tratta proprio di stabilire i colori delle coccarde e delle bandierine, c'erano i kit del candidato, stavano facendo i provini nel parco della villa di Arcore per vedere i candidati più telegenici; in quel periodo, a tre mesi dalle elezioni del marzo del 1994, Mangano incontra due volte Dell'Utri a Milano. E questa non è una diceria, c'è nelle agende della segretaria di Dell'Utri: Palazzo Cellini, sede di Publitalia, Milano 2, i magistrati arrivano e prendono le agende e nell'agenda del mese di novembre del 1993 si trovano due appuntamenti fra Dell'Utri e Mangano, il 2 novembre e il 30 novembre. E Mangano chi era, in quel periodo? Non era più il giovane disinvolto del '73-'74 quando fu ingaggiato e portato ad Arcore come stalliere: qui siamo vent'anni dopo. Mangano era stato in galera undici anni a scontare una parte della pena complessiva di 13 anni che aveva subito al processo Spatola per mafia e al maxiprocesso per droga, due processi istruiti da Falcone e Borsellino insieme. È stato definitivamente condannato per mafia e droga a 13 anni, ne aveva scontati 11, uscito dal carcere nel 1991 era diventato il capo reggente della famiglia mafiosa di Portanuova e grazie al suo silenzio in quella lunga carcerazione aveva fatto carriera e partecipato alle decisioni del vertice della mafia di fare le stragi. E poche settimane dopo le ultime stragi di Milano e Roma, Dell'Utri incontra un soggetto del genere a Milano negli uffici dove sta lavorando alla nascita di Forza Italia. Io non so se tutto questo sia penalmente rilevante, lo decideranno i magistrati: penso che sia politicamente e storicamente fondamentale saperlo, mentre si vede Gianfranco Fini che cita Paolo Borsellino al congresso che sta incoronando il responsabile di tutto questo, cioè Berlusconi. Verrebbe da dire "pulisciti la bocca". Possibile che invece di abboccare a tutti i suoi doppi giochi, quelli del centrosinistra non – ma dico uno, non dico tutti, li conosciamo, fanno inciuci dalla mattina alla sera e sono pronti a ricominciare con la Costituente come se non gli fosse bastata la bicamerale – uno, di quelli anche più informati, che dica "ma come ti permetti di parlare di Borsellino? Leggiti quello che diceva, Borsellino, di questi signori in quella famosa intervista prima di morire". Leggiti quello che c'è scritto nella sentenza Dell'Utri e poi vergognati, perché quel partito lì non l'ha fondato lo Spirito Santo, l'hanno fondato Berlusconi, Dell'Utri, Craxi con l'aiuto di Mangano che faceva la spola fra Palermo e Milano, infatti le famiglie mafiose decidono di votare per Forza Italia e di abbandonare Sicilia Libera – che viene sciolta nell'acido probabilmente – quando Mangano arriva giù a portare le garanzie.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

da I nuovi padri della patria http://www.beppegrillo.it/2009/03/passaparola_lun_22.html#comments, 30 marzo 2009
BeppeGrillo.it

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“Vorrei che si riaprisse anche in Italia il dibattito per la liberalizzazione delle droghe leggere. È arrivato il momento di superare le barriere ideologiche e ammettere che proibire non serve a ridurre il consumo. La sentenza della Consulta, che dichiara incostituzionale la legge Fini-Giovanardi, dimostra, ancora una volta, la visione civilmente più avanzata dei nostri giudici rispetto al Parlamento. Con la bocciatura della legge, che equiparava droghe pesanti e leggere e prevedeva pene fino ad 20 anni di reclusione, si è calcolato che le condanne dovranno essere riviste per 10.000 detenuti, perché connesse all'uso di droghe leggere, dunque per reati di lieve entità. È un numero enorme, che corrisponde quasi alla metà di tutti i reclusi per droga, complessivamente circa il 40% dei carcerati. Ora, si stima che circa il 50% dei nostri giovani faccia uso di cannabis, oltre a molti adulti. Significa che metà dei giovani italiani è criminale? Se fosse così, ci sarebbe un motivo in più per ritenere la Fini-Giovanardi un totale fallimento. Mettere sullo stesso piano droghe leggere e pesanti è antiscientifico.”

Umberto Veronesi (1925–2016) medico, oncologo e politico italiano

Origine: Da L'appello di Veronesi: liberalizzare la cannabis http://www.repubblica.it/la-repubblica-delle-idee/polis/2014/02/20/news/l_appello_di_veronesi_liberalizzare_la_cannabis-79134131/?ref=search, Repubblica.it, 20 febbraio 2014.

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“La criminalità organizzata ancora gestisce grandi porzioni del traffico internazionale e ci sono abbastanza ragioni per riaprire il dibattito oggi in Italia. Viviamo in un tempo in cui una riforma delle leggi sulle droghe è necessaria a livello nazionale e internazionale. Per l'Italia personalmente ho un'idea molto chiara di quello che deve essere fatto: la depenalizzazione della marijuana deve essere considerato un punto di partenza perché gli anni di proibizionismo non hanno portato nessun risultato nella prevenzione del drammatico aumento nell'uso di droga.”

Ignazio Marino (1955) medico e politico italiano

Origine: Dall'intervento al intervenuto all'apertura dei lavori dellEighth Annual Conference of the International Society for the Study of Drug Policy al Consiglio Nazionale delle Ricerche; citato in Marino dice sì alla cannabis e si scatena la polemica http://roma.repubblica.it/cronaca/2014/05/21/news/droghe_marino_roma_marijuana_cannabis-86778413/?ref=search, Repubblica.it, 15 marzo 2015.

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“Bè, è un'intervista abbastanza agghiacciante, per chi la vede soprattutto col senno di poi, cioè la vede come il testamento spirituale. Borsellino dice alcune cose: a) che la procura di Palermo in quel momento sta indagando sui rapporti tra Berlusconi, Dell'Utri e Mangano; e poi dice un'altra cosa: dice che in una intercettazione del 1981 tra Mangano e Dell'Utri, Mangano sta contrattando con Dell'Utri a proposito di un cavallo. E Borsellino dice che "nel maxiprocesso noi abbiamo appurato che Mangano quando parla di cavalli intende partite di droga". Quando poi il giornalista, che è un francese, quindi fa domande, gli dice "se ricordo bene nell'inchiesta c'è un'intercettazione fra Mangano e Dell'Utri in cui si parla di cavalli". Borsellino, che evidentemente è un fine umorista, risponde "bè, nella conversazione nel maxiprocesso, se non piglio errore, si parla di cavalli che dovevano essere mandati in un albergo. Quindi non credo che potesse trattarsi effettivamente di cavalli: se qualcuno mi deve recapitare due cavalli me li recapita all'ippodromo oppure al maneggio, non certamente dentro a un albergo". Allora, voi immaginate un'intervista di questo genere rilasciata oggi da Borsellino vivo, che cosa si direbbe di Borsellino, che è una toga rossa, che è arrivata la cavalleria comunista, che non a caso è un complotto politico, la giustizia a orologeria. Il problema è che pare che Paolo Borsellino votasse Movimento Sociale; cioè apparteneva a quella tradizione della destra, la nobile tradizione della destra legalitaria, che in Sicilia faceva fronte contro la mafia. Per cui, andava perfettamente d'accordo con suoi colleghi che erano di sinistra. Immaginatevi se un uomo come Borsellino fosse sopravvissuto e avesse rilasciato oggi questa intervista dove sarebbe già finito, come minimo davanti al CSM, come minimo. Il fatto che in questo paese un'intervista del genere non trovi un programma che la trasmetta in prima serata ma debba andare di notte è abbastanza significativo.”

Marco Travaglio (1964) giornalista, saggista e scrittore italiano

Citazioni tratte da interviste

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