Frasi su fare
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“Non ho mai mancato di convincere un pubblico che la cosa migliore che potevano fare era andarsene.”

Thomas Love Peacock (1785–1866) scrittore e poeta inglese

da Crotchet Castle

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“Pensa che nulla è stato fatto finché rimane qualcosa da fare.”

Samuel Rogers (1763–1855) poeta

Fonte?

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“In nome di tutto ciò che è sacro nelle nostre speranze per il genere umano, esorto quelli che amano la felicità e la verità a fare ragionevole esperimento del sistema vegetariano.”

Percy Bysshe Shelley (1792–1822) poeta inglese

Origine: By all that is sacred in our hopes for the human race, I conjure those who love happiness and truth, to give a fair trial to the vegetable system. (da A Vindication of Natural Diet, F. Pitman – J. Heywood, Londra – Manchester, 1884, p. 18 https://archive.org/stream/vindicationofnat00shelrich#page/18/mode/2up)

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“È per non fare niente che esistono gli eletti.”

Oscar Wilde (1854–1900) poeta, aforista e scrittore irlandese

Il critico come artista

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“Ahi Pistoia, Pistoia, ché non stanzi | d'incenerarti sì che più non duri, | poi che 'n mal fare il seme tuo avanzi?”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

XXV, 10-12

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“Opera naturale è ch'uom favella; | ma così o così, natura lascia | poi fare a voi secondo che v'abbella.”

Dante Alighieri (1265–1321) poeta italiano autore della Divina Commedia

XXVI, 130-132

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“Rivolgiti sempre agli dei altrui. Ti ascolteranno senza farti fare la fila.”

Stanisław Jerzy Lec (1909–1966) scrittore, poeta e aforista polacco

Pensieri spettinati

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“Fare una guerra è la cosa più semplice del mondo. È quando si vuol fare la pace che cominciano i guai.”

Valeriu Butulescu (1953) poeta

citazione necessaria, Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.

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“Detesto i prati. Tutti hanno un prato con l'erba. […] E quando si tende a fare le cose che fanno tutti gli altri, si diventa tutti gli altri.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Quello che importa è grattarmi sotto le ascelle

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“Eravamo di nuovo in America e il tassametro ticchettava e tutto quello che avevo da fare era scrivere ancora una volta.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

Shakespeare non l'avrebbe mai fatto

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“Era come fare un lancio col paracadute – se non si apre non ci si può mica incazzare con qualcuno.”

Charles Bukowski (1920–1994) poeta e scrittore statunitense

da La barba bianca
Compagno di sbronze

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“Tu non puoi fare una buona economia con una cattiva etica.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Origine: Aforismi e detti memorabili, p. 53

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“Un uomo di genio non può fare a meno di nascere dove nasce.”

Ezra Pound (1885–1972) poeta, saggista e traduttore statunitense

Aforismi e detti memorabili

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“Non basta sapere, si deve anche applicare; non è abbastanza volere, si deve anche fare.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

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“Per capire che il cielo è azzurro dappertutto non è necessario fare il giro del mondo.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…
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“Apri anche l'altra imposta per fare entrare un poco più di luce.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

22 marzo 1832, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, pp. 285 e 294

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“Per fare ci vuole talento, per beneficiare denaro.”

Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) drammaturgo, poeta, saggista, scrittore, pittore, teologo, filosofo, umanista, scienziato, critico d'arte e…

Varie
Origine: Da Letteratura e vita.

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“Alla fine si deve fare ogni cosa da sé, per sapere da sé qualcosa: cioè si ha sempre molto da fare!”

Friedrich Nietzsche (1844–1900) filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco

45; 2007

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“Non rimandare a domani quello che devi fare oggi, poiché domani devi badare a qualche altra cosa.”

Friedrich Rückert (1788–1866) poeta tedesco

citato in Le frasi celebri, Tex, n. 88, p. 2, giugno 1971

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“Per amor tuo, Tabacco, sono pronto a fare qualsiasi cosa fuorché morire.”

Charles Lamb (1775–1834) scrittore, poeta e drammaturgo inglese

da Addio al tabacco

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“Federico scrisse lAntimachiavelli, ma non si trattava di ipocrisia, era semplicemente letteratura. Amava l'umanesimo, la ragione, la secca chiarezza — un amore problematico, derivato dagli elementi demoniaci e utilitari riuniti in lui. Così amava Voltaire, il figlio dello spirito, il padre dell'illuminismo e di ogni cultura antieroica. Baciava la mano magra che scriveva: «Odio tutti gli eroi», ed egli stesso faceva dell'ironia sulla guerra dei sette anni con le parole «debolezze eroiche». Metteva però anche nero su bianco: se avesse voluto punire una provincia, l'avrebbe fatta governare da letterati; il suo illuminismo era così superficiale, che se ne sentiva immune. Quando poi vuole chiarire il vero motivo che lo ha indotto a scambiare la dolce quiete di una vita dedita alla letteratura con i tremendi sforzi ed i sanguinosi orrori della guerra, parla in generale di un «segreto istinto». Ciò che egli definisce in questo modo era più forte della letteratura: diresse le sue azioni e decise della sua vita; ed è un concetto tipicamente tedesco che questo istinto segreto, questo elemento demoniaco fosse in lui sovrumano: era la forza del destino, lo spirito della Storia.
In fondo era una vittima. Egli pensava ad ogni modo di essersi sacrificato: nella giovinezza per il padre e nella maturità per lo Stato. Ma sbagliava se pensava che sarebbe stato libero di agire diversamente. Era una vittima. Doveva agire ingiustamente e vivere contrariamente al pensiero; non gli fu concesso di essere un filosofo, ma dovette fare il re, perché un grande popolo compisse la sua missione nel mondo.”

Thomas Mann (1875–1955) scrittore e saggista tedesco

Origine: Federico e la grande coalizione, pp. 77 sg.

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“Alle quattro lasciai la locanda. In quell'improvviso, ruvido silenzio una agitazione spaventosa s'impadronì di me, e non soltanto del mio corpo. La sensazione di aver indossato la mia camera come una camicia di forza e che ora me la dovessi togliere mi fece fare le scale a precipizio. Entrai nella sala. Poiché nessuno rispondeva ai miei ripetuti richiami, uscii fuori all'aperto. Inciampai in un cumulo di ghiaccio, ma subito mi rimisi in piedi e mi prefissi una meta: un ceppo a una ventina di metri di distanza. Mi fermai davanti al ceppo. Ora vedevo spuntare dalla neve tanti ceppi simili che parevano squarciati da proiettili, a decine e decine. In quel momento mi venne in mente che avevo dormito per oltre due ore seduto sul letto. Il viaggio e la novità dell'ambiente erano le cause della mia spossatezza. Il föhn, pensavo. Quand'ecco che dal tratto di bosco, a non più di cento metri da me, vidi spuntare un uomo che camminava a fatica, senza dubbio il pittore Strauch. Ne vedevo spuntare solo il busto, perché le gambe erano nascoste da immensi mucchi di neve. Notai il suo gran cappello nero. Controvoglia, così mi parve, il pittore si spostava da un ceppo all'altro. S'appoggiava al suo bastone col quale poi si spronava, come se fosse – a un tempo – mandriano bastone e bestia da macello. Ma questa impressione sparì e restò il problema di come avvicinarmi a lui al più presto e nel migliore dei modi. Come mi presento a lui? pensai. Mi avvicino e gli domando qualcosa, adotto quindi il metodo sicuro anche se sciocco di quello che vuol sapere l'ora e il luogo? Sì? No? Sì? Non sapevo decidermi. Sì. Decisi di tagliargli la strada.”

da Gelo
Gelo

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“Un popolo non può fare a meno dell'ammirazione, ma neppure dell'odio.”

Origine: I quaranta giorni del Mussa Dagh, p. 111

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“Una gallina è il solo modo di un uovo per fare un altro uovo.”

Samuel Butler (1612–1680) scrittore britannico

Dizionario dei luoghi non comuni

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“Ci sono corde nel cuore umano […] che sarebbe meglio non fare vibrare.”

Charles Dickens (1812–1870) scrittore, giornalista e reporter di viaggio britannico

da Barnaby Rudge

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“Nella misura in cui il fascismo dipende da una fonte filosofica, non è a Nietzsche, ma a Hegel che si ricollega. Ci si rifaccia all'articolo che Mussolini stesso ha consacrato nellEnciclopedia Italiana al movimento da lui fondato: il lessico e, più ancora del lessico, lo spirito sono hegeliani, non nietzscheani; anche se Mussolini vi impiega due volte l'espressione «Volontà di potenza», non è a caso che questa volontà sia solo un attributo dell'idea che unifica la moltitudine…
L'agitatore rosso ha subito l'influenza di Nietzsche: il dittatore assoluto se n'è tenuto a distanza. Il regime stesso si è espresso sul problema. In un articolo su «Fascismo» del luglio 1933, Cimmino nega ogni filiazione ideologica fra Nietzsche e Mussolini. Solo la volontà di potenza costituirebbe un legame fra le loro dottrine. Ma la volontà di potenza di Mussolini «non è egoismo», essa è predicata a tutti gli italiani dei quali il duce «vuole fare dei superuomini» [sic. ]. Perché, afferma l'autore, «qualora fossimo tutti superuomini saremmo soltanto tutti uomini. Che poi Nietzsche piaccia a Mussolini è naturale: vi è nel Nietzsche qualcosa che è stata sempre di tutti gli uomini di azione e volontà». La differenza profonda tra Nietzsche e Mussolini è «nel fatto che la potenza come volontà, la forza, l'azione sono fatti dell'istinto, direi quasi della natura fisica, e la possono avere le persone fra loro più opposte, servendosene per i più diversi scopi; mentre l'ideologia è fattore spirituale, ed è sempre una per tutti quelli che l'accettano». È inutile insistere sull'idealismo scoperto di questo testo ce ha il merito dell'onesta, se lo si paragona con i testi tedeschi. È più importante notare come il duce venga assolto da una possibile accusa di egoismo nietzscheano. Le sfere dirigenti del fascismo sembrano essere rimaste all'interpretazione stirneriana di Nietzsche formulata intorno al 1908 dallo stesso Mussolini.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: [Ibid. nota precedente] È noto che l'hegelismo, rappresentato da Gentile, è praticamente la filosofia ufficiale dell'Italia fascista.
Origine: [Ibid. nota precedente] Sub verbo «Fascismo». L'articolo è stato tradottoo in apertura di B. Mussolini, Le Fascisme, Denoël et Steele.
Origine: [Ibid. nota precedente] A proposito del popolo, Mussolini scrive: «Non razza, né regione geograficamente individuata, ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudine unificata da un'idea, che è volontà di esistenza e di potenza [...]» [La dottrina del fascismo, Hoepli, Milano 1936, p. 23]
Origine: [Ibid. nota precedente] In un articolo pubblicato allora da un giornale romagnolo, e riprodotto da Margherita G. Sarfatti, Mussolini, trad. fr. Albin Michel, 1927, pp. 117-21 (ed. orig. M.G.Sarfatti), Dux, Mondadori, Milano 1926, p. 101.]
Origine: La congiura sacra, p. 19-20

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“Non si tratta di voler stupidamente sfuggire all'utile, ancor meno di negare la fatalità che dà sempre a esso l'ultima parola [ma si tratta di fare spazio alla] possibiliità di vedere apparire quel che seduce, ciò che sfugge nell'istante dell'apparire alla necessità di rispondere all'utile.”

Georges Bataille (1897–1962) scrittore, antropologo e filosofo francese

Origine: Da La réligion préhistorique, in Œuvres complètes, vol. XII, p. 513. Citato in F. C. Papparo, Per desiderio d'infinito, introduzione a Georges Bataille, L'aldilà del serio e altri saggi, Guida, 2000.

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“So soltanto che bisogna fare quello che occorre per non essere più un appestato, e che questo soltanto ci può far sperare nella pace, o, al suo posto, in una buona morte. Questo può dar sollievo agli uomini e, se non salvarli, almeno fargli il minor male possibile e persino, talvolta, un po' di bene. E per questo ho deciso di rifiutare tutto ciò che, da vicino o da lontano, per buone o cattive ragioni, faccia morire o giustifichi che si faccia morire. […] Di qui, so che io non valgo più nulla per questo mondo, e che dal momento in cui ho rinunciato ad uccidere mi sono condannato ad un definitivo esilio. Saranno gli altri a fare la storia. So, inoltre, che non posso giudicare questi altri. […] Di conseguenza, ho detto che ci sono flagelli e vittime, e nient'altro. Se, dicendo questo, divento flagello io stesso, almeno non lo è col mio consenso. Cerco di essere un assassino innocente; lei vede che non è una grande ambizione. Bisognerebbe certo che ci fosse una terza categoria, quella dei veri medici, ma è un fatto che non si trova sovente, è difficile. Per questo ho deciso di mettermi dalla parte delle vittime. In mezzo a loro, posso almeno cercare come si giunga alla pace. […]" Dopo un silenzio il dottore domandò se Tarrou avesse un'idea della strada da prendere per arrivare alla pace. "Sì, la simpatia.”

[...] "Se si può essere un santo senza Dio, è il solo problema concreto che io oggi conosca".
La peste

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“Se un misantropo si fosse proposto di fare l'infelicità del genere umano, che avrebbe potuto inventare di meglio che la credenza in un essere incomprensibile, sul quale gli uomini non avrebbero potuto mai mettersi d'accordo e al quale avrebbero attribuito maggior importanza che alla loro stessa vita?”

Denis Diderot (1713–1784) filosofo, enciclopedista, scrittore e critico d'arte francese

Origine: Da L'uomo e la morale, a cura di V. Barba, Edizioni Studio Tesi, 1991, p. 88 http://books.google.it/books?id=yKAp3P-b9fsC&dq=se+un+misantropo+infelicit%C3%A0+diderot&q=misantropo#v=onepage&q=&f=false.

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“L'artista deve fare in modo che la posterità creda ch'egli non abbia vissuto.”

Gustave Flaubert (1821–1880) scrittore francese

Origine: Da Corrispondenza, febbraio 1842

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