Frasi su film
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“Avete presente il cinema italiano di Fellini, Visconti, Scola, Pasolini? Beh anche il mio [Che bella giornata] è un film italiano!”

Checco Zalone (1977) cabarettista, comico e musicista italiano

Origine: Citato in "Che bella giornata" con Checco Zalone su Canale 5 http://www.mediaset.it/quimediaset/comunicati/comunicato_5689.shtml, Mediaset.it, 13 marzo 2013.

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“È possibile che non abbia mai preso l'Oscar perchè i miei film lasciano più spazio alla storia che alla singola interpretazione. A me interessa che il film sia buono nel suo complesso, non avere il mio momento di gloria.”

Harrison Ford (1942) attore statunitense

Origine: Citato in Harrison Ford: "Sarò ancora Indiana Jones" http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/harrison-ford-saro-ancora-indiana-jones/313690, repubblica.it, 18 ottobre 2006.

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“Ho tinto i miei capelli praticamente di ogni colore per i personaggi che ho interpretato nei miei film. Li ho trattati così male che hanno iniziato a cadere. Negli ultimi cinque anni poi ho usato le parrucche, ed è stata la cosa migliore che abbia mai fatto.”

Keira Knightley (1985) attrice britannica

Origine: Da un'intervista rilasciata a In Stule; citato in Keira Knightley: «Ho perso molti capelli, da 5 anni uso parrucche» http://www.corriere.it/foto-gallery/spettacoli/16_agosto_21/keira-knightley-ho-perso-molti-capelli-5-anni-uso-parrucche-747900b8-67aa-11e6-b2ea-2981f37a7723.shtml, Corriere.it, 22 agosto 2016.

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“Tu pensa a dove vuoi mettere la cinepresa, al personaggio ci penso io.”

Gian Maria Volonté (1933–1994) attore italiano

1984; citato in Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze., a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro

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“Sinceramente sono arrivata a un punto della mia vita in cui la mia priorità è vivere bene. Non lavoro per il gusto di lavorare. Accetto solo film che mi attirano così tanto da lasciare da parte per un po' la bella vita che faccio. Ciò che conta è continuare a imparare.”

Winona Ryder (1971) attrice statunitense

Origine: Citato in Festival di Venezia 2012, quanto ci sei mancata Winona http://www.vanityfair.it/show/mostra-del-cinema-di-venezia/2012/08/30/festival-venezia-2012-winona-ryder-the-iceman, VanityFair.it, 30 agosto 2012.

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“Ho scritto The Canyons nel gennaio-febbraio 2012 e nella mia vita stavano succedendo tante cose che ho inserito nella sceneggiatura del film. Certo, la mia vita non è così complicata come quella dei protagonisti di The Canyons.”

Bret Easton Ellis (1964) scrittore statunitense

Origine: Hangout con Bret Easton Ellis, http://www.youtube.com/watch?v=BATcGAhm0tc&feature=youtu.be, Hangout per The Canyons, 6 novembre 2013.

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“La cosa in assoluto più importante dei film è vederli. E non intendo dire che bisogna guardarli una volta soltanto e fermarsi all'impressione della prima visione, ma occorre rivederli più e più volte, perché è solo grazie a una visione ripetuta che si capisce il linguaggio di quel film e si comprendono le sfumature che donano a quel film un'identità.”

Mamoru Oshii (1951) scrittore e regista giapponese

Origine: Da Lucca 2015: Reportage degli incontri con Mamoru Oshii http://www.animeclick.it/news/49257-lucca-2015-reportage-degli-incontri-con-mamoru-oshii, AnimeClick.it, 6 dicembre 2015.

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“[Alien 3 è] uno dei "film brutti" più belli che abbia mai visto […].”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

[...] one of the best-looking bad movies I have ever seen [...].

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“[Su La dolce vita] Mi sono ben guardato dal parlare di visibilità. […] Il film è veritiero, ed è perché colpisce orribilmente la vita di molti, che taluni hanno reagito anche sulla stampa: vi si sono visti descritti ed hanno avuto paura di se stessi. Ma tutto questo deporrà per le qualità notevolissime dell'autore, non per la visibilità del film.”

Giuseppe Siri (1906–1989) arcivescovo cattolico e cardinale italiano

Origine: Dalla lettera di risposta a Montini, 13 febbraio 1960; citato in Antonio Carioti, E Siri difese «La dolce vita» dopo le censure di Montini https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/settembre/09/Siri_difese_dolce_vita_dopo_co_9_080909096.shtml, Corriere della Sera, 9 settembre 2008, p. 41.

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“Nel film "Mia madre" Nanni Moretti racconta (bene) la storia della depressione che ha segnato la vita di sua madre. Quello che non si capisce bene è se lui è un depresso perché è suo figlio o se lei era depressa perché è sua madre. Comunque è un bel film.”

Giancarlo Magalli (1947) autore televisivo e conduttore televisivo italiano

Origine: Da un post https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10206286629235060 sul profilo ufficiale Facebook.com, 17 aprile 2015.

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“[Paolo Sorrentino] Aveva visto il mio libro sul Cafonal. Venne a trovarmi, disse che da quelle foto scattate da Pizzi poteva trarci un film. L'ho portato a tante feste, per fargli capire il clima. Non ci ha capito niente. La grande bellezza è una pippa intellettualoide: le giraffe, la depressione, pure la spogliarellista di 50 anni. Ma de che? A 50 anni non la farebbe spogliare nessuno.”

Roberto D'Agostino (1948) giornalista e personaggio televisivo italiano

Origine: Dall'intervista di Andrea Scanzi per Il Fatto Quotidiano; visibile su "Roma la città che tromba tutti" http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/roma-la-citt-che-tromba-tutti-dago-non-si-confode-la-cronaca-con-la-69099.htm, Dagospia.com, 29 dicembre 2013.

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“In questo periodo sto scrivendo alcune storie interessanti e chissà che non possa tornare a girare un film da queste parti. Adoro la Sicilia. Non vi rendete conto di stare su uno scoglio di importanza strategica: cosa c’è di meglio delle invasioni per accrescere la civiltà?”

Lina Wertmüller (1928) regista italiana

Origine: Citato in Lina Wertmüller «Vorrei girare un film in Sicilia» http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/cinema/2015/05/24/l-annuncio-1.1418050, Il Tempo.it, 24 maggio 2015..

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“[Su Wolverine - L'immortale] Lo stesso Giappone, a prescindere dai film tratti dai fumetti, è diverso rispetto al resto del mondo. È un luogo ricco di storia, tradizioni e usanze che si contrappone a ciò che Wolverine rappresenta.”

Hugh Jackman (1968) attore australiano

Origine: Da Clip Esclusiva Extra 1 - Wolverine: L'immortale http://movieplayer.it/video/clip-esclusiva-extra-1-wolverine-l-immortale_16145/, Movieplayer.it.

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“Il magistrato vive nella società, è un uomo che, come tutti, fa le sue scelte e ha le sue opinioni e le sue relazioni: l'importante è che eserciti e dimostri di esercitare imparzialmente la sua funzione e non si aspetti meriti (e non sia posto in condizione di temere demeriti) per le scelte giudiziarie adottate e che non presenti le stesse come frutto di un impegno politico o di una strategia in qualche modo a carattere politico (e cioè rivolta a incidere su determinati fenomeni aventi rilevanza politica con i mezzi offerti dal processo.. non produce nulla e non conduce a nulla la denigrazione pura e semplice delle scelte giudiziarie, se non delle persone dei magistrati, che ormai tende sempre più spesso a sostituirsi alla critica motivata. Si tende a disperdere una comune cultura del diritto e della giurisdizione: l'accertamento giudiziario viene inteso e presentato come una "sfida" o un "duello" davanti ai mezzi di comunicazione di massa anzichè come contrapposizione di tesi aventi pari dignità, ma anche diversa funzione e che si richiamano a differenti interpretazioni dei riscontri di fatto o delle norme giuridiche da applicare al caso concreto. Del processo contano, come in un film o in uno spettacolo, più i personaggi e gli interpreti e i caratteristi vari che la solidità delle argomentazioni, la coerenza delle affermazioni di principio, la linearità degli elementi probatori presentati e rappresentati. Avvocati contro magistrati, essi appaiono schierati in formazione come al mundial di calcio, come in una partita nella quale tra l'altro la cronaca giudiziaria annota i tiri in porta, i goals e i falli fischiati e il pubblico si schiera, agita le sue bandiere, non comprende ma fa il tifo per chi gli pare più simpatico o più bravo.”

Giuseppe Corasaniti (1957) magistrato italiano

da Tra potere e servizio, informazione e giustizia in Italia, Liguori, Napoli 1997, pp. 17-18

“Se è vero che la lavorazione di ogni film felliniano è caratterizzata da un'atmosfera particolare, da un umore predominante del regista che lo accompagna dall'inizio alla fine, 8½ è insieme il film del dubbio e dell'ostinazione, della tentazione di piantare tutto e del perfezionismo esasperato. Nebuloso nella progettazione, accuratissimo nell'esecuzione.”

Tullio Kezich (1928–2009) critico cinematografico, commediografo e sceneggiatore italiano

Origine: Da Federico: Fellini, la vita e i film, Feltrinelli Editore, 2002, p. 238 https://books.google.it/books?id=x0wvyjtjAPMC&pg=PA238. ISBN 88-07-49020-X

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“Fare un film per Dolce & Gabbana non è come realizzare qualsiasi altro spot o campagna pubblicitaria. Stefano e Domenico non ti danno una trama, ti danno una sensazione: mi hanno chiesto di ricreare un'atmosfera di delicata seduzione. La campagna di Dolce è la storia di un corteggiamento d'amore, un racconto siciliano.”

Giuseppe Tornatore (1956) regista italiano

Origine: Citato in Dolce. Lo spot di D&G girato da Peppuccio Tornatore, a Noto http://www.ragusanews.com/articolo/40593/dolce-lo-spot-di-damp;g-girato-da-peppuccio-tornatore-a-noto, Ragusanews.com, 2 marzo 2014.

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“È stata la mia unica esperienza al suo fianco. Interpretavo il ruolo della moglie, quindi ero la protagonista con lui, cui ammazzavano il figlio piccolissimo. Una di quelle storie di camorra e dolore che in quegli anni funzionava. Una rarità, purtroppo. Eppure, credo di essere adatta a ruoli seri, ma non me ne hanno mai affidati. Quello lo ricordo con piacere. Negli Anni Settanta, Mario Trevi aveva raccolto i frutti del suo lavoro, era considerato già un grande interprete della canzone napoletana. Era un cantante famoso, un personaggio doc. Poi, aveva lanciato Indifferentemente, una delle più belle canzoni del nostro repertorio, quindi per me era emozionante lavorare con lui e quel ruolo mi sembrò ancora più importante, anche se i film tratti dalle sceneggiate restavano un po' relegati in ambiti ristretti. Lui, inoltre, fu molto carino con me, che ero giovane e avevo ancora tanto da imparare. Era un'epoca meravigliosa, ricca di vitalità. Per un artista che avesse veramente voglia di fare questo mestiere era davvero stimolante. Mi ero appena trasferita a Roma. Nella capitale c'era tutto: il cinema, la musica, l'arte. S'incontravano i pittori, i poeti. Napoli era pervasa dalla stessa creatività, dalla stessa voglia di fare che si respirava dovunque. La nota dominante di quegli anni era la passione, ricordo anche il produttore del film La pagella, era un tipo particolare. Avevano coraggio, allora, rischiavano in proprio per produrre spettacoli di qualità. Tutti noi venivamo da quell'epoca, che volevamo fare gli attori, i cantanti, i musicisti, avevamo grandi maestri da imitare, ai quali ispirarci e ci avvicinavamo a loro con umiltà e serietà. Volevamo crescere, conoscere, sapere tutto quel che si poteva perché ci tenevamo a realizzare spettacoli di buon livello. Ragioniamo ancora così. Oggi, invece, tranne che per rare eccezioni (penso a Fabio Fazio, a Fiorello, per esempio), il successo immediato, i guadagni, la facile popolarità sembrano diventati gli unici obiettivi.”

Mario Trevi (cantante) (1941) cantante e attore teatrale italiano

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“[Su La dolce vita] Potrei aggiungere che si tratta di uno dei film visivamente più fluidi mai realizzato, un film che si avvicina alla musica nella sua impetuosa passione, non solo perché la partitura di Nino Rota è tra le migliori che siano mai state realizzate, ma perché i personaggi sembrano muoversi con la musica dentro di loro (gioiosa, lussuriosa, eccitante, dubbiosa, triste). Fellini ha lavorato in Italia in un'epoca di dialoghi doppiati, e qualche volta ha inserito musica ad alto volume mentre filmava le scene. Questo è il motivo per cui sembra che i personaggi seguano ritmi non udibili.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

I might add that it is one of the most visually fluid movies ever made, a movie that approaches music in its rushing passion, not simply because Nino Rota's score is one of the best ever recorded, but because the characters seem to move with music within them (joyful, lustful, exciting, doubtful, sad). Fellini worked in Italy at a time of dubbed dialogue, and he sometimes played music loudly as he filmed a scene. That's why the characters often seem to be moving to unheard rhythms.

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“La dolce vita testimonia con estrema sensibilità non il crollo della religiosità, ma della sua facciata ben pensante. Scandaloso non era il film, era ciò che denunciava.”

Alain de Benoist (1943) scrittore francese

Origine: Citato in Maurizio Cabona, A cinquant'anni la Dolce Vita non è ancora finita http://www.ilgiornale.it/news/cinquant-anni-dolce-vita-non-ancora-finita.html, il Giornale.it, 30 gennaio 2010.

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“L'attore può portare un grande contributo linguistico al film senza per questo sottrarre nulla all'autonomia e alla libertà di espressione dell'autore.”

Gian Maria Volonté (1933–1994) attore italiano

1984; citato in Un attore contro. Gian Maria Volonté. I film e le testimonianze., a cura di Franco Montini e Piero Spila, ed. BURsenzafiltro

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“A volte, portando a Lourdes un film muto, si mette a parlare.”

Romano Bertola (1936–2017) compositore, paroliere e scrittore italiano

Origine: Citato in Gino e Michele, Le formiche in giro per il mondo https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2002/luglio/29/FORMICHE_GIRO_PER_MONDO_co_0_0207291710.shtml, Corriere della Sera, 29 luglio 2002, p. 25.

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“[Il seme della follia] Parla di uno scrittore di libri dell'orrore, che hanno cominciato ad influenzare i fan. Infetta i fan, trasformandoli in qualcos'altro, in assassini. Pensandoci, fa eco a questo ridicolo dibattito sul fatto che la televisione stia trasformando i nostri figli in assassini. Questo film è una sorta di punto di vista horror di vedere la questione.”

John Carpenter (1948) regista statunitense

This is about a horror writer whose books are starting to affect the fans. And infect the fans, turn them into something else, into killers. If you think about it, that kind of echoes this ridiculous debate about television, about how it's turning all of our children into murderers. This is kind of a horror way of looking at that.

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“Didascalia: Inizia il film! Un affarista senza scrupoli vuole comprare vecchi quartieri per raderli al suolo e costruirci sopra palazzi e alberghi di lusso. Ma un'insolita coppia gli manderà tutto all'aria.
Leo Ortolani: Ma.. non abbiamo già visto, questo film?
Marcello Cavalli: Siamo sicuri che sia un'anteprima?
Didascalia: Ma certo! Bullet to the Head è in realtà il remake di "Altrimenti ci arrabbiamo!"”

recensione di Jimmy Bobo - Bullet to the Head
Citazioni da fumetti vari, CineMAH
Origine: Da Bullet to the Head – la recensione di Jimmy Bobo http://leortola.wordpress.com/2013/03/27/bullet-to-the-head-la-recensione-di-jimmy-bobo/, Come Non Detto, 27 marzo 2013.

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“[Sul suo primo incontro con River Phoenix] Avevo mal di testa, non riuscivo a raccontargli il film, lui andò a comprarmi l'aspirina. Aveva la chitarra. Dissi che ero vecchio per lavorare con un ragazzo, mi rispose che ammirava la saggezza di chi ha più anni.”

George Sluizer (1932–2014) regista olandese

Origine: Citato in Valerio Cappelli, River Phoenix, bello e dannato rivive al cinema dopo 20 anni http://www.corriere.it/spettacoli/13_febbraio_15/river-phoenix-bello-dannato-cinema-cappelli_2a07c842-773b-11e2-a4c3-479aedd6327d.shtml, Corriere della Sera.it, 15 febbraio 2013.

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“Non ho un'ammirazione incondizionata per Fellini. Potrei usare una bandiera: Strada no, Vitelloni sì. Ma credo che se ci si lasciasse completamente andare, Otto e mezzo apparirebbe, aldilà dei pregiudizi e delle reticenze, come un oggetto prodigioso. Una fantastica generosità, un'assenza totale di precauzioni e d'ipocrisia, una sincerità evidentemente priva di compiacimento e un grande coraggio artistico e finanziario caratterizzano questa impresa stupefacente. […] Otto e mezzo, intellettualmente ed esteticamente, è uno sforzo lirico, patetico e forsennato verso l'unità, al di là delle contraddizioni e degli ostacoli interni o esterni. Da questa permanente inquietudine nasce un'opera, da questa follia barocca un'architettura molto ben congegnata, in un'appassionata negazione delle convenzioni e dei valori consolidati, in una ricerca neo-francescana, al di là delle false ricchezze, d'una specie di equilibrio. Io non amavo né La strada né Cabiria. Fellini riprende, riesamina senza pietà tutto ciò che ha detto fino ad ora con la follia e il movimento di Vitelloni e dello Sceicco bianco. Non credo che si tratti di un gusto per l'auto-citazione. […] Fellini affila il suo coltello contro se stesso. Così facendo supera le proprie angosce, e quelle di ogni uomo di cinema, traumatizzato […] dallo stato d'inferiorità e di soggezione in cui vegeta, come un pesce delle caverne, l'arte di fare dei film.”

Pierre Kast (1920–1984) regista francese

da Cahiers du Cinéma, 145, Parigi, luglio 1963
Origine: Citato in Claudio G. Fava, I film di Federico Fellini, Volume 1 di Effetto cinema, Gremese Editore, 1995, p. 109 https://books.google.it/books?id=DNMSsPUpWnoC&pg=PA109. ISBN 8876059318