Frasi su film
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“Negli anni '50, in Italia c'erano bellissimi film sulle donne diretti da uomini. Non conosco bene il vostro cinema di oggi, ma quello del passato non aveva paura di venerare e ammirare incondizionatamente la donna. A Hollywood non è mai successo e non penso succederà mai.”

Susan Sarandon (1946) attrice e produttrice cinematografica statunitense

Origine: Citato in Susan Sarandon si racconta al Taormina Film Fest http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/susan-sarandon-si-racconta-taormina-film-fest-1271093.html, ilGiornale.it, 13 giugno 2016.

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“Del cinema non mi piace soprattutto il fatto che si debba parlare bene del proprio film prima ancora di averlo realizzato.”

Gael García Bernal (1978) attore messicano

2016
Origine: Citato in Francesca Druidi, Biografilm Festival 2016: l'incontro con Gael Garcia Bernal http://www.cinefilos.it/tutto-film/interviste/biografilm-2016-gael-garcia-bernal-310754, Cinefilos.it, 2 giugno 2016.

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“Diciamo che ogni volta che recensisco un film, lo faccio perché ha smosso qualcosa. Non sempre è l'entusiasmo, e dopo va tirato lo sciacquone.”

Leo Ortolani (1967) autore di fumetti italiano, creatore di Rat-Man

Origine: Dall'intervista di Stefano Priarone, Leo Ortolani, un fumettista cinefilo al Circolo dei lettori http://www.lastampa.it/2016/06/06/cronaca/leo-ortolani-un-fumettista-cinefilo-al-circolo-dei-lettori-zJhLq3G6rFVYnyIV9W9DCI/pagina.html, La Stampa, 6 giugno 2016

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“Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare. Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite. Ma credimi, tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto e in un modo che non puoi immaginare adesso. Quante possibilità avevi di fronte e che aspetto magnifico avevi. Non eri per niente grasso come ti sembrava. Il brano è anche conosciuto come Wear sunscreen ed è apparso per la prima volta sul web nel giugno 1997 sotto forma di catena di Sant'Antonio: il testo veniva erroneamente indicato come un discorso ai laureati del Mit (Massachusetts Institute of Technology) pronunciato da Kurt Vonnegut. In realtà il vero autore del testo è proprio Mary Schmich, giornalista del Chicago Tribune che il 1º giugno 1997 pubblicò questo articolo come una sorta di "Guida alla vita per i neolaureati". Baz Luhrmann nel 1998 realizzò un singolo musicale partendo da questo testo, Everybody's free to wear sunscreen. Dopo aver visto il film Linus, nel 2002, rimase colpito dal monologo finale e decise di realizzarne una versione in italiano, Accetta il consiglio, utilizzando il testo italiano dei sottotitoli del film e lo stesso sottofondo musicale. Tale brano viene recitato da Giorgio Lopez, il quale aveva doppiato Danny DeVito in molti film ma non in The Big Kahuna.”

Mary Schmich (1953)

Origine: L'articolo da cui sono tratte queste citazioni costituisce anche il monologo finale del film The Big Kahuna (2000). Tale monologo viene letto dalla voce fuori campo di Danny DeVito in lingua inglese (sia nel doppiaggio originale sia in quello italiano) che scandisce il testo al ritmo di un sottofondo musicale. Nel frattempo scorrono le immagini finali del film e la parte iniziale dei titoli di coda e vengono mostrati man mano anche i sottotitoli in italiano del monologo. La traduzione qui indicata si rifà a tali sottotitoli.<br >

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“Pian piano scivolo dentro un film in bianco e nero dove affiorano i fantasmi dell'epoca. Le atomiche che esplodono in Russia e in America. Un' altra atomica che deflagra in tutto il mondo: Rita Hayworth. La Dama Bianca ci ruba Fausto Coppi. La senatrice Merlin chiude i casini. Le extrasistole delle platee maschili per le calze nere di Silvana Mangano in «Riso amaro.»”

Luca Goldoni (1928) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da Guidavo col punta-tacco e sognavo la Hayworth https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/novembre/17/Guidavo_col_punta_tacco_sognavo_co_9_051117126.shtml, Corriere della Sera, 17 novembre 2005, p. 59.

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“Il pubblico è più intelligente di quanto pensino i produttori, si possono fare buoni film anche con piccoli budget, come ha dimostrato Michael Moore.”

Val Kilmer (1959) attore statunitense

Origine: Citato in Val Kilmer, dai Doors ad Alessandro Magno http://trovacinema.repubblica.it/news/dettaglio/val-kilmer-dai-doors-ad-alessandro-magno/275203, repubblica.it, 17 luglio 2004.

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“[Sul Neorealismo] […] quella di Sciuscià e di Paisà fu un'epoca sciagurata. Grazie a Dio quei film sono spariti. Per fortuna sono rimasti in pochi a commuoversi per i lustrascarpe.”

Riccardo Freda (1909–1999) regista e sceneggiatore italiano

Origine: Citato in Leonardo Autera, Tavernier: a 84 anni Freda farà rinascere D'Artagnan https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1993/luglio/10/Tavernier_anni_Freda_fara_rinascere_co_0_9307104323.shtml?refresh_ce-cp, Corriere della Sera, 10 luglio 1993, p. 27.

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“Non ci sono abbastanza buoni ruoli per donne forti. Vorrei ci fossero più sceneggiatrici. La maggioranza dei personaggi femminili che si vedono al giorno d'oggi nei film sono ‘la povera ragazza col cuore infranto’. Ecco perché sono orgogliosa dei film di Fast and Furious.”

Gal Gadot (1985) attrice israeliana

Sento che Gisele è una donna forte.
There aren’t enough good roles for strong women. I wish we had more female writers. Most of the female characters you see in films today are ‘the poor heartbroken girl.’ That’s why I’m so proud of the Fast movies. I feel like Gisele is an empowering woman.
Origine: Citato in Q&A: Gal Gadot http://thestndrd.com/2013/11/04/qa-gal-gadot/, Stndrd Magazine, 4 novembre 2013.

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“Non sapevo che volevo fare film fino a quando non ho iniziato a farli.”

Gael García Bernal (1978) attore messicano

2006

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“Se ora penso agli anni di allora, mi colpisce quanto poco ci fosse in realtà da vedere, quante poche immagini illustrassero la vita e la morte nei Lager. Conoscevamo di Auschwitz il portale con la sua scritta, i pancacci di legno a più piani, i mucchi di capelli, occhiali e valigie; di Birkenau l'entrata con la torre, i corpi laterali e il passaggio per i treni; e da Bergen-Belsen ci venivano le montagne di cadaveri trovate e fotografate dagli alleati al momento della liberazione. Conoscevamo alcune testimonianze di detenuti, ma molti libri apparvero subito dopo la guerra e vennero ristampati solo negli anni Ottanta, visto che nel frattempo non rientrarono nei programmi delle case editrici. Ora ci sono così tanti libri e film che il mondo dei Lager è ormai parte dell'immaginario collettivo che completa il mondo reale. La fantasia lo conosce ormai bene, e a partire dalla serie televisiva Olocausto e da film come La scelta di Sophie e soprattutto Schindler's list si muove anche in quel mondo. E non ne prende solo atto, ma integra e abbellisce. Allora la fantasia stentava a muoversi; riteneva che allo sgomento di cui era debitrice al mondo dei Lager non si confacessero le movenze della fantasia. Quelle poche immagini che doveva alle foto degli alleati e alle testimonianze dei detenuti, le ha poi guardate riguardate, fino a farne dei cliché.”

The Reader

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“Io attaccai discorso con una splendida ragazza di campagna che portava una camicetta di cotone molto scollata e rivelava la sommità abbronzata del suo bel seno. Era ottusa. Parlò di serate in campagna passate a fare il popcorn sotto il portico. Un tempo ciò mi avrebbe rallegrato il cuore ma poiché il cuore di lei non se ne rallegrava mentre lo diceva, capii che in esso non c'era altro che l'idea di ciò che si dovrebbe fare. «E in quale altro modo si diverte?» Cercai di tirar nel discorso le amicizie maschili e il sesso. I suoi grandi occhi scuri mi scrutarono vacui e con una specie di dolore nel sangue che risaliva a generazioni addietro per non aver fatto ciò che urgeva venisse fatto… qualsiasi cosa fosse, e tutti sanno cosa sia. «Cos'è che esige dalla vita?» Volevo prenderla e spremere da lei la risposta. Non aveva la minima idea di quel che volesse. Farfugliò di impieghi, di film, di andare da sua nonna durante l'estate, del desiderio di recarsi a New York a vedere il Roxy, di che specie di completo avrebbe indossato: qualcosa di simile a quello che portava la Pasqua scorsa, cappellino bianco, rose, scarpine pure rosa, e un soprabito di gabardine color lavanda. «Cosa fa la domenica pomeriggio?» domandai. Stava seduta sotto il portico. I suoi amici passavano in bicicletta e si fermavano a chiacchierare. Leggeva giornaletti umoristici, si sdraiava nell'amaca. «Cosa fa in una calda notte d'estate?» Sedeva sotto il portico guardava le macchine sulla strada. Lei e sua madre facevano il popcorn. «Cosa fa suo padre in una notte d'estate?» Lavora, fa il turno di notte in una fabbrica di caldaie, ha passato la sua vita intera a mantenere una donna e i suoi rampolli e senza credito né adorazione. «Cosa fa suo fratello in una notte d'estate?» Va in giro in bicicletta e passeggia davanti al chiosco delle bibite. «Cos'è che egli muore dalla voglia di fare? Cos'è che tutti noi moriamo dalla voglia di fare? Cosa vogliamo?» Non lo sapeva. Sbadigliò. Aveva sonno. Era troppo. Nessuno poteva dirlo. Nessuno avrebbe potuto dirlo mai. Tutto era finito. Aveva diciott'anni ed era estremamente adorabile, e mancata.”

On the Road

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“Sembra quasi un paradosso ma spesso si fa fatica a trovare un romanzo moderno o un film che sia più interessante di un buon telefilm. C'è in giro, ad esempio, un'opera che rappresenti un viaggio metafisico fra i segreti del Male più avvincente di Twin Peaks?”

Aldo Grasso (1948) giornalista, critico televisivo e docente italiano

Origine: Da Prima lezione sulla televisione, Laterza, p. 35 https://books.google.it/books?id=_hSODAAAQBAJ&pg=PT35. ISBN 88-581-0305-X

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“Sono contento, che mi lascio andare via, | compro chili e chili di biglietti della lotteria | e penso ad un viaggio da uomo rude, | a foglie di palme ondeggiate da ragazze seminude | a milioni di milioni | da tuffarvicisi dentro come Paperon de' Paperoni.”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

da Succede solo nei film, n. 2
Come Mikimix, Tengo duro
Variante: Sono contento, che mi lascio andare via, | compro chili e chili di biglietti della lotteria | e penso ad un viaggio da uomo rude, | a foglie di palme ondeggiate da ragazze seminude | a milioni di milioni | da tuffarvicisi dentro come Paperon de' Paperoni. (da Succede solo nei film, n. 2)

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“Ecco un suggerimento per gli sceneggiatori di thriller: non potete sbagliare se tutti i personaggi del vostro film sono intelligenti quanto la maggior parte degli appartenenti al vostro pubblico.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

Here's a suggestion for thrillermakers: You can't go wrong if all of the characters in your movie are at least as intelligent as most of the characters in your audience.

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“Senza l'ispettore capo e tutto ciò che rappresenta, Trappola di cristallo sarebbe stato un thriller più che discreto. Con lui è un pasticcio ed è un peccato, perché il film ha superbi effetti speciali, impressionanti scene con stuntman e una buona recitazione, specialmente quella di Alan Rickman nel ruolo del terrorista.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

Without the deputy chief and all that he represents, "Die Hard" would have been a more than passable thriller. With him, it's a mess, and that's a shame, because the film does contain superior special effects, impressive stunt work and good performances, especially by Rickman as the terrorist.

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“Il titolo del film è Trappola di cristallo e mostra Bruce Willis in un altro di quei ruoli d'azione di Hollywood in cui la camicia dell'eroe è stappata fin dalla prima scena, così puoi vedere quanto tempo ha passato in palestra.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

The name of the movie is "Die Hard," and it stars Bruce Willis in another one of those Hollywood action roles where the hero's shirt is ripped off in the first reel so you can see how much time he has been spending at the gym.

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“Welles è molto più tragico o d'altro lato molto più comico, molto più leggero, molto truffatore o assolutamente vero, è una dicotomia, è un ossimoro continuo Welles. Non vedo la perfezione della forma, vedo soprattutto un grandissimo giocatore, che gioca fino alla fine, che usa i soldi per giocare ancora, cioè per fare dei film che non potranno che essere a brandelli, oppure che non potranno che essere dei making. […] È inventivo, molto teorico e moderno Welles, è uno che davvero ti può bruciare tutto il cinema in un pomeriggio.”

Enrico Ghezzi (1952) critico cinematografico e scrittore italiano

Variante: Welles è molto più tragico o d'altro lato molto più comico, molto più leggero, molto truffatore o assolutamente vero, è una dicotomia, è un ossimoro continuo Welles. Non vedo la perfezione della forma, vedo soprattutto un grandissimo giocatore, che gioca fino alla fine, che usa i soldi per giocare ancora, cioè per fare dei film che non potranno che essere a brandelli, oppure che non potranno che essere dei making. [... ] È inventivo, molto teorico e moderno Welles, è uno che davvero ti può bruciare tutto il cinema in un pomeriggio.
Origine: Dall'intervista di Alessandro Aniballi e Raffaele Meale, Enrico Ghezzi: "La verità è il primo inganno" http://quinlan.it/2017/01/15/enrico-ghezzi-la-verita-e-il-primo-inganno/, Quinlan.it, 15 gennaio 2017.

“[Sulla situazione attuale del doppiaggio] Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.”

Maria Pia Di Meo (1939) attrice, doppiatrice e direttrice del doppiaggio italiana

Variante: Oggi lo vedo, per certi versi, non dico decaduto, ma… Molti dicono, per esempio, che i film vanno visti in originale, non doppiati. Ora, questo potrebbe anche andar bene, però dovremmo presumere che tutti conoscano le lingue, ma in Italia sappiamo benissimo che non tutti le conoscono. Allora cosa succede, che si dovrebbero mettere i sottotitoli, cosa che secondo me è negativa, perché non ti permette di guardare l'attore, le azioni, perché devi leggere. E in linea di massima, il doppiaggio sta diventando un lavoro che si deve fare alla svelta, con un certo numero di turni, di righe, quindi si è perso un po' quella caratteristica che c'era quando ero più giovane, che i film si facevano con calma, avendo la possibilità di studiare di più i caratteri, il proprio e quello degli altri attori. E infatti se vediamo  dei vecchi film, sono doppiati benissimo. Oggi ci sono bravi doppiatori con una grandissima tecnica, ma secondo me poco creativi dal punto di vista artistico. Anche perché non c'è la possibilità. Perché il tempo è poco, bisogna correre, fare tutto alla svelta, e quindi il risultato è quello che è, purtroppo.

“Prima che sulla coppia, Eyes wide shut è né più né meno che un film sulla borghesia - ieri e oggi, dopo Barry Lyndon e l'89 di duecento e passa anni fa - e dunque, visto che il potere è sempre saldo nelle mani di questa classe, assistita o appena contrastata, oggi come oggi, solo da poteri più esoticamente criminali di essa, è un film sul potere, […] il Potere Borghese e Maschile sul corpo della donna e del ricco sul corpo del povero. […] Che cos'è questo film, in definitiva, se non una classica storia di "presa di coscienza", che a metà pone il protagonista di fronte a una crisi e lo costringe a cominciare a vedere? Con procedimenti non immemori di Hitchcock e di Lang, Bill è ora mosso nelle sue azioni dal senso di colpa, che però non è "cattolico" come nei due maestri, o metafisico alla Kafka, o psicoanalitico-edipico-freudiano, bensì precisamente e chiaramente sociale. E il clou ne sarà la conversazione con Ziegler (Pollack), il borghese cinico che sa e che ha scelto e che è "dentro" la grande rete nascosta del potere. Quello che prima era tutto freddezza di professionista acciuffadenari che esorcizza la morte e il male con il censo e il sesso, cambierà, sarà un'altra persona e un altro medico. […] È poco? È tantissimo almeno da dentro il mondo borghese di cui Kubrick parla e da cui proviene e in cui si era nevroticamente installato. Se i Bill e Alice del mondo lo capissero tutti, il mondo sarebbe diverso. […] A fine secolo, Kubrick non rinuncia quindi a "farci la morale" e noi gliene siamo grati, anche perché ci lascia qualcosa in cui credere. Di fronte a questo, che la prima lettura del film sia per i Bill e Alice del mondo meno godibile… affari loro. Chi ha occhi per vedere veda, sia pure tra sonno e veglia, e gli altri dormano pure l'immenso meschino complice doppio sogno del consumo e del consenso.”

Goffredo Fofi (1937) saggista, attivista e giornalista italiano
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“Adoro quando un film prende il controllo, spazza via i miei dubbi e le mie obiezioni, e mi costringe a ridere. Sto avendo una reazione fisica, e non una intellettuale. C'è veramente libertà nel ridere così forte. Mi sento rinato.”

Roger Ebert (1942–2013) critico cinematografico statunitense

I love it when a movie takes control, sweeps away my doubts and objections, and compels me to laugh. I'm having a physical reaction, not an intellectual one. There's such freedom in laughing so loudly. I feel cleansed.

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“[Su Tutti pazzi per Mary] Era uno di quei film che poteva essere divertente, o terribile e imbarazzante. E in realtà era entrambe le cose.”

Ben Stiller (1965) attore statunitense

Origine: Citato in Tutti pazzi per Mary: Commento audio, contenuti speciali del Blu-Ray del film.

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“[Su Alfred Hitchcock] Quando un uomo da trent'anni, e attraverso cinquanta film, racconta grossomodo sempre la stessa storia – quella di un'anima alle prese con il male – e mantiene lungo questa linea unica lo stesso stile fatto essenzialmente di un modo esemplare di spogliare i personaggi e immergerli nell’universo astratto delle loro passioni, mi sembra difficile non ammettere che ci si trova per una volta di fronte a ciò che appare sempre più raro in questa industria: un autore di film.”

Alexandre Astruc (1923–2016) regista, sceneggiatore e critico cinematografico francese

da AA.VV., Alfred Hitchcock, Cahiers du Cinéma, hors série 8, 1958, p. 59.
Origine: Citato in Giulia Carluccio, Il cinema americano classico, 1930-1960 in Paolo Bertetto (a cura di), Introduzione alla storia del cinema, 3ª ed., Torino, Utet, 2012, p. 135, ISBN 9788860083623.

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“Sta accadendo che gli studi cinematografici vogliono distribuire molti film. Vogliono ogni genere di film. Vogliono qualunque cosa vedano. Se è un grande film, con una grande star, lo vogliono. Se è un piccolo film che può diventare un grande successo, lo vogliono. Una delle ragioni che gli indipendenti stiano avendo successo è che gli studi cinematografici, che hanno le proprie idee, hanno bisogno e vogliono nuovi film, e come tu sai dal fare e film e film, intendo 'film”

Lawrence Gordon (produttore cinematografico) (1936) produttore cinematografico statunitense

buone pellicole - sono difficili da trovare. È difficile trovare una buona sceneggiatura.
Is happening that studios want to release a lot of movies. They want every kind of movie. They want whatever they see. If it is a big movie, with a big movie star, they want that. If it is a little movie that can be a big hit, they want that. One of the reasons that the independents are having success is that the studios, which have their own indie lines, need and want more movies, and as you know from making movies and I know from making movies, movies - good movies - are very hard to find. It is very hard to find a good script.
Citazioni di Lawrence Gordon
Origine: Da The Two Hollywoods: The Producers; Lawrence Gordon; Christine Vachon http://www.nytimes.com/1997/11/16/magazine/the-two-hollywoods-the-producers-lawrence-gordon-christine-vachon.html?mcubz=3