Frasi su fortuna
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“La fortuna viene dormendo, ma non da soli.”

Liane de Pougy (1869–1950) ballerina e scrittrice francese

Origine: Citato in Adriano Monti Buzzetti Colella, Le tre grazie, Focus Storia, n. 71, settembre 2012, pp. 75-76.

“O Francesco, sei piccino, | ma mi sembri tanto | che Golia, quel gran gigante, | è pigmeo accanto a te. || Possa presto la fortuna | farti ascendere sul trono; | e sarà il più bel dono | che può farci il nostro re.”

Francesco Paolo Ruggiero (1798–1881) giurista, economista e politico italiano

citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 788
Origine: Ruggiero compose sotto il nome di Ferdinando Ingarrica alcune anacreontiche, che in molti attribuirono ad Ingarrica, includendole nelle raccolte di ingarrichiane posteriori al 1860.

“Il vero spreco, da sempre, non è delle cose. È della vita.”

Vittorio Buttafava (1918–1983) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da La fortuna di vivere, Rizzoli, 1981.

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“La fortuna viene dormendo, chi s'alza presto le taglia la strada.”

Achille Campanile (1899–1977) scrittore italiano

da Opere: romanzi e racconti, 1924-1933

“Checché ne sia di questi racconti favolosi, certo, Cecco per ingegno poetico non è neppure paragonabile al genio sovrano dell'Alighieri; e l'Acerba, al cui grandioso disegno non poté dare il debito svolgimento, rimane una nebulosa di fronte al sole sfolgorante della Commedia; ciò non pertanto anch'egli fu molto stimato nei tempi suoi e nei posteriori, e godette di una certa popolarità, anche alla stregua dei codici e delle edizioni della sua Acerba.
Né vi è storia politica e letteraria, che occupandosi di Dante non consacri un ricordo a Cecco d'Ascoli, e alle loro relazioni; e non celebri più o meno la sua Acerba. Basti rammentare che l'Alidosi la chiamò opera divina, certo esagerandone il merito. Dante, che è Dante, non ebbe sempre lo stesso culto, stando al numero delle edizioni della sua Commedia, il quale nel sec. XVII fu scarsissimo, a cagione del cattivo gusto predominante.
La civiltà italiana si può misurare alla stregua della varia fortuna di Dante, come direbbe il Carducci, ossia del culto di Dante rivelato principalmente dalle edizioni e dalle illustrazioni del suo poema. Qui cade opportuna la osservazione del Labriola, che essendo stata composta lAcerba quando appena si conosceva e forse non intera la Commedia, non aveva ancora potuto aver luogo quella educazione letteraria, che poi andò facendosi sul gran Poema, dal quale data e non prima lo svolgimento largo e magnifico della nostra letteratura.”

Carlo Lozzi (1829–1915)

da Cecco d'Ascoli e la musa popolare, pp. 35-36

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“L'uomo mai un disegno non fa che la Fortuna un altro non ne faccia.”

Bernardo Dovizi da Bibbiena (1470–1520) cardinale e drammaturgo italiano

Fessenio: atto I, scena I
La Calandria
Variante: L’uomo mai un disegno non fa, che la fortuna un altro non ne faccia.

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“(Ma) Fortuna ed Ardir van spesso insieme.”

I, 14
Temistocle

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“Il mio core è maggior di mia fortuna.”

I, 6
Didone abbandonata

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“Il sole splende su tutti e non fa pagare i suoi raggi, e poca terra ricoprirà noi come i conquistatori della fortuna e della vita!”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

da Piccole storie del mondo grande, Treves, 1920

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“La fortuna fa come il baro nel gioco: fa vincere qualche volta, per allettare gli altri.”

Alfredo Panzini (1863–1939) scrittore e critico letterario italiano

da La lanterna di Diogene, Treves

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“La fortuna, | quando c'è, | aiuta sempre comunque "gli audaci", | e mica me!”

Vasco Rossi (1980) cantautore italiano

da L'una per te, n. 2
Canzoni per me

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“Figlia mia, mentre voi vi separate da me, io non riesco a separarmi da voi; vi conservo nel mio cuore, nel mio seno, nel mio ricordo e voglio che questa lettera vi resti a memoria perpetua di ciò che sono per voi…
Verso Dio. Sulla terra voi non avete più che Dio per padre, che lo sarà per sempre, perché egli è eterno; è da lui che traete l'essere e la vita; è lui che, avendovi fatto nascere da un grande re, vi mette oggi una corona sul capo… Dio vi ha tenuto al mondo per colmarvi in esso di benefici… Ricordatevi che siete figlia della Chiesa e che il primo e il principale titolo che avete e che mai avrete… Voi siete nipote di San Luigi, e voglio che riceviate da me, in quest'ultimo saluto, la medesima istruzione che egli ricevette da sua madre, che gli diceve avrebbe preferito vederlo morto che offendere Dio, vostro tutto e vostra vita. Siate ferma e zelante nella religione, secondo il suo esempio… Non permettete in nessun caso che in vostra presenza si dica mai nulla di contrario alla vostra fede e alla vostra religione… frequentate i sacramenti che sono il vero nutrimento della nostra anima.
Abbiate cura di proteggere i cattolici nei confronti di vostro marito, affinché non ricadano più nella miseria da cui sono usciti grazie alla fortuna del vostro matrimonio; siate verso di loro come Ester… Non intendo che dimentichiate nella vostra carità e nei vostri favori quelli che sono di un'altra religione…
Verso il re. L'amore che dovete al re vostro marito vi obbliga ad amare i suoi sudditi… Diventate la loro madre. Il vostro titolo di regina vi lega all'Inghilterra e, partendo, dovete ormai considerarne gli interessi…
Verso i vostri domestici. Potete tranquillamente credere che se servono bene Dio, serviranno bene anche voi… Trattate bene i vostri servitori e vogliate loro anche bene.
Verso di voi. Siate esempio d'onore, di virtù e di modestia… Abbiate una dolcezza accompagnata da una regale gravità… Siate cortese e rispettosa con tutti, non offendete mai nessuno con parole o azioni… Bandite dalla vostra presenza la maldicenza e la canzonatura, vizi comuni nella corte dei Grandi.
Addio, figlia mia, vi lascio e vi affido alla custodia di Dio e del suo angelo, e vi dò Gesù Cristo suo unico Figlio, vostro Signore e Redentore… Addio, ancora una e molte volte; siete di Dio, di Dio, restate fedele a Dio per me, è ciò che desidero dal più profondo del mio cuore.”

Maria de' Medici (1575–1642)

Lettera d'addio alla figlia Enrichetta Maria regina d'Inghilterra
Origine: Citato in Maria de' Medici. Un'italiana alla corte di Francia, pp. 171-172.

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“Per nostra grande fortuna gli altri ignorano il bene e il male che pensiamo di noi.”

Emil Cioran (1911–1995) filosofo, scrittore e saggista rumeno

Quaderni 1957-1972

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“R: Cosa vuole che le risponda, che siamo bravi? Direi che ho la fortuna di lavorare in un gruppo particolarissimo, con dei collaboratori eccezionali, legati insieme non solo dai traguardi raggiunti ma anche da una grande amicizia […]”

Enzo Biagi (1920–2007) giornalista, scrittore e conduttore televisivo italiano

Lettera d'amore a una ragazza di una volta, Rai, Silvio Berlusconi, L'uomo della tv

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“La Fortuna è una Dea senza cervello, | E però tutto il giorno fa pazzie.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

VIII, 1
Ricciardetto
Origine: Citato in Harbottle, p. 342.

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“Che la Fortuna ajuta i coraggiosi.”

Niccolò Forteguerri (1674–1735) accademico e presbitero italiano

VIII, 84
Ricciardetto
Origine: Citato in Harbottle, p. 342.

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“Fiorello è splendido. Lo adoro. Per fortuna non è l'unico. […] Certo, con la sua naturalezza, il suo garbo, la sua non volgarità e, non ultima, la sua abilità di cantante si stacca nettamente da tutti.”

Mina (1940) pagina di disambiguazione di un progetto Wikimedia

dalla rubrica "Mina per voi" http://minapervoi.vanityfair.it/2011/11/18/la-tv-di-una-volta/, 18 novembre 2011
Citazioni di Mina

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“Meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti.”

135
Lettera a Meneceo (sulla felicità)

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“Fortuna che non era niente, la solita avventura e poi | ci siamo fatti prendere le nostre storie buffe e noi.”

Alex Britti (1968) cantautore e chitarrista italiano

da Fortuna che non era niente, n. 4
La vasca

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“Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. La sua fama non è usurpata: occupa una posizione molto forte, e inoltre bellissima da qualsiasi direzione vi si arrivi, sia per terra che per mare, e possiede due porti quasi racchiusi e abbracciati dagli edifici della città. Questi porti hanno ingressi diversi, ma che si congiungono e confluiscono all'altra estremità. Nel punto di contatto, la parte della città chiamata l'isola, separata da un braccio di mare, è però riunita e collegata al resto da uno stretto ponte. La città è così grande da essere considerata come l'unione di quattro città, e grandissime: una di queste è la già ricordata "isola ", che, cinta dai due porti, si spinge fino all'apertura che da accesso ad entrambi. Nell'isola è la reggia che appartenne a Ierone II, ora utilizzata dai pretori, e vi sono molti templi, tra i quali però i più importanti sono di gran lunga quello di Diana e quello di Minerva, ricco di opere d'arte prima dell'arrivo di Verre.
All'estremità dell'isola è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta dal mare, se non lo impedisse una diga di pietra.
L'altra città è chiamata Acradina, dove è un grandissimo Foro, bellissimi portici, un pritaneo ricco di opere d'arte, un'amplissima curia e un notevole tempio di Giove Olimpio; il resto della città, che è occupato da edifici privati, è diviso per tutta la sua lunghezza da una larga via, tagliata da molte vie trasversali.
La terza città, chiamata Tycha perché in essa era un antico tempio della Fortuna, contiene un amplissimo ginnasio e molti templi: si tratta di un quartiere molto ricercato e con molte abitazioni. La quarta viene chiamata Neapolis (città nuova), perché costruita per ultima: nella parte più alta di essa è un grandissimo teatro, e inoltre due importanti templi, di Cerere e di Libera, e la statua di Apollo chiamata Temenite, molto bella e grande, che Verre, se avesse potuto, non avrebbe esitato a portar via.”

Marco Tullio Cicerone (-106–-43 a.C.) avvocato, politico, scrittore, oratore e filosofo romano

Origine: Da Verrine, II 4, 117-119.

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“Che un giudice spagnolo in vena di protagonismo abbia chiesto all'Inghilterra la consegna di un ospite straniero andato a Londra in forma privatissima per ragioni di salute, non mi stupisce: un Di Pietro può nascere dovunque. Ma che l'Inghilterra si proponga di consentire, non mi stupisce. Mi sbalordisce, come ha sbalordito e indignato la signora Thatcher che aveva ospitato in casa il Generale. Ma ancora di più mi sbalordirebbe che la Giustizia spagnola, cioè di un Paese che non solo ha accettato per quarant'anni il potere di un Generale, ma gli ha consentito (per sua fortuna) di disporne anche dopo morto, portasse davanti a una Corte di Giustizia quello cileno. Per non parlare delle conseguenze che tutto questo potrebbe provocare in Cile dove, nel caso che il governo Frei si mostrasse esitante e accomodante, le Forze Armate potrebbero riprendere il potere per rompere i rapporti diplomatici con Spagna e Inghilterra e dimostrare al mondo che i processi alla Norimberga hanno fatto il loro tempo. Se a qualcuno il Generale cileno Pinochet deve rendere conto del suo operato, è soltanto al Cile e ai suoi tribunali. E se io fossi un cileno che ha votato Frei (come certamente avrei fatto se fossi stato un cileno), in questa occasione mi schiererei con le Forze Armate. Con tanti saluti a tutto il sinistrume italiano passato, presente e futuro.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

24 ottobre 1998
Corriere della Sera, La stanza di Montanelli – rubrica

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“Perde tutto!”

Mike Bongiorno (1924–2009) conduttore televisivo, conduttore radiofonico e partigiano italiano

a La Ruota della Fortuna

“L'ungherese è non solo lingua isolata ma addirittura non indoeuropea né slava, sibbene della stessa famiglia del turco: e fortuna che il nazionalismo turco, adombrato da altri e più vasti crimini e problemi, non abbia ancora scoperto la «nativa musicalità» della sua lingua: fortuna, dico, per la musica e per noi suoi disgraziati storici.”

Paolo Isotta (1950–2021) critico musicale e scrittore italiano

Origine: Da Barbablù, mistero di lacrime e sangue https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2008/marzo/13/BARBABLU_MISTERO_LACRIME_SANGUE_co_9_080313077.shtml, Corriere della Sera, 13 marzo 2008, p. 49.

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“È nelle nostre previsioni che ogni macchina che produca bosoni di Higgs abbia cattiva fortuna. […] Si potrebbe quasi dire che abbiamo un modello di Dio […] Anche Lui odia alquanto le particelle di Higgs, e cerca di evitarle.”

Holger Bech Nielsen (1941) fisico danese

Origine: Citato in Beppe Severgnini, Una briciola di pane ferma il Big Bang https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2009/novembre/08/Una_briciola_pane_ferma_Big_co_9_091108018.shtml, Corriere della Sera, 8 novembre 2009.

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“[…] un autentico eroe del nostro tempo: per me non è mai nato nel calcio italiano uno come Gigirriva da Leggiuno. L'ho soprannominato prima Re Brenno e poi, dubitando del nostro senso storico, sono sceso a una metafora più western come "Rombo di tuono."”

Gianni Brera (1919–1992) giornalista e scrittore italiano

Ha avuto fortuna almeno pari a quella di Toro Seduto.
Origine: Da Un inventore spesso mortificato http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/01/16/un-inventore-spesso-mortificato.html, la Repubblica, 16 gennaio 1987.

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“[Dopo una vittoria fortunosa] Abbiamo vinto e basta. Abbiamo avuto fortuna perché la fortuna ci appartiene.”

Costantino Rozzi (1929–1994) dirigente sportivo e imprenditore italiano

Origine: Citato in Le frasi più significative di Costantino Rozzi, Forza Ascoli, dicembre 1994.

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“Perché mai dovrei desiderare di essere Flaubert quando ho la fortuna di essere Aldo Busi?”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

Origine: Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Anche le formiche nel loro piccolo s'incazzano, Arnoldo Mondadori Editore, 1997 ISBN 88-04-43263-2.

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“Oggi le donne o tornano a fare le serve o non le vuole più nessuno.”

Aldo Busi (1948) scrittore italiano

dall'intervista di P. M. Fasanotti, Ma per fortuna ce n'è una sola, Panorama, 12 ottobre 2000
Citazioni tratte da interviste