Frasi su meglio
pagina 28

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“Perchè la scuola abbia un senso, i giovani, i loro genitori, i loro insegnanti devono avere un dio da servire, o meglio molti dei.”

Neil Postman (1931–2003) sociologo statunitense

La fine dell'educazione. Ridefinire il valore della scuola

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“Kafka comprende il mondo (il suo, e anche meglio il nostro d'oggi) con una chiaroveggenza che stupisce, e che ferisce come una luce troppo intensa.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

Origine: Da Tradurre Kafka, in Racconti e saggi

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“Figli – bah, borbottò. Odiano il loro padre…. Si vergognano della propria carne e del proprio sangue…. Meglio morire. Ti seppelliscono. Ti dimenticano…”

John Fante (1909–1983) scrittore e sceneggiatore statunitense

Origine: Da Full of Life, traduzione di Alessandra Osti, Fazi, 1998.

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“[I criteri per distinguere una macchina da un essere umano] Qui in particolare mi ero fermato per far vedere che se ci fossero macchine con organi e forma di scimmia o di qualche altro animale privo di ragione, non avremmo nessun mezzo per accorgerci che non sono in tutto uguali a questi animali; mentre se ce ne fossero di somiglianti ai nostri corpi e capaci di imitare le nostre azioni per quanto è di fatto possibile, ci resterebbero sempre due mezzi sicurissimi per riconoscere che, non per questo, sono uomini veri. In primo luogo, non potrebbero mai usare parole o altri segni combinandoli come facciamo noi per comunicare agli altri i nostri pensieri. Perché si può ben concepire che una macchina sia fatta in modo tale da proferire parole, e ne proferisca anzi in relazione a movimenti corporei che provochino qualche cambiamento nei suoi organi; che chieda, ad esempio, che cosa si vuole da lei se la si tocca in qualche punto, o se si tocca in un altro gridi che le si fa male e così via; ma non si può immaginare che possa combinarle in modi diversi per rispondere al senso di tutto quel che si dice in sua presenza, come possono fare gli uomini, anche i più ottusi. L'altro criterio è che quando pure facessero molte cose altrettanto bene o forse meglio di qualcuno di noi, fallirebbero inevitabilmente in altre, e si scoprirebbe cosí che agiscono non in quanto conoscono, ma soltanto per la disposizione degli organi.”

V; 1996
Discorso sul metodo

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“La vita è un libro con le note tutte in fondo", disse improvvisamente, come se tutto quello che gli girava dentro, da tempo, avesse preso forma in questa frase.
"Bello. Ma in che senso?" chiese Gerry. Stefania lo guardava.
"Se la vita avesse le note a ogni pagina, vedresti momento per momento dove sbagli, cosa è giusto fare, di cosa devi avere paura. Invece lo scopri solo alla fine. Quando sei arrivato in fondo, quando sei vecchio, voglio dire. Forse, nel momento in cui muori hai davanti il libro tutto intero, completo di note e indice. Leggi le note al capitolo 17, quello dei diciassette anni, mettiamo, e scopri che a quella ragazza piacevi davvero e sei stato uno scemo a non farti avanti, e che quell'amico ti voleva bene e hai sbagliato a non telefonargli. A non chiedergli scusa, dopo che avevate litigato. Al capitolo 35 viene fuori che non avresti mai dovuto licenziarti da quel lavoro, e che il figlio era meglio farlo prima, o dopo. Così le note non servono a niente."
Si passò una mano sulla faccia e guardò i suoi amici.
"Cosa dicono le note al capitolo 18? Io sono arrivata lì", disse Stefania.
"Io sono al 22", borbottò Gerry, e tornò a fissare il fiume ormai quasi nero. Un pesce molto grosso saltò vicino a riva, facendo sussultare la ragazza.
"Le note di cui parlo sono nel mio libro. Io nel vostro non posso leggere. Non si impara niente dall'esperienza degli altri. Niente. Anche se guardassi i capitoli 18 e 22 del mio libro, e vi dicessi cosa dovete fare, non mi ascoltereste. E fareste bene.”

Raul Montanari (1959) scrittore italiano

Chris parla a Gerry e Stefania, p. 178
La verità bugiarda

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“Meglio: ne ammazzeremo di più e diventeremo più famosi.”

Pedarito ammiraglio spartano

231 A-B

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“In questo periodo sto scrivendo alcune storie interessanti e chissà che non possa tornare a girare un film da queste parti. Adoro la Sicilia. Non vi rendete conto di stare su uno scoglio di importanza strategica: cosa c’è di meglio delle invasioni per accrescere la civiltà?”

Lina Wertmüller (1928) regista italiana

Origine: Citato in Lina Wertmüller «Vorrei girare un film in Sicilia» http://www.iltempo.it/cultura-spettacoli/cinema/2015/05/24/l-annuncio-1.1418050, Il Tempo.it, 24 maggio 2015..

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“Sempre meglio mettere le mani davanti che dopo dietro, perché dopo fa male…”

Antonio Conte (1969) calciatore e allenatore italiano

Origine: Citato in Conte: «Benitez? Le mani meglio avanti che dietro...» http://www.tuttosport.com/calcio/2014/01/18-283014/Conte%3A+%C2%ABBenitez%3F+Le+mani+meglio+avanti+che+dietro...%C2%BB, Tuttosport.com, 18 gennaio 2014.

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“Se Berlusconi pensa di fare l'asso pigliatutto degli elettori di centro destra con una legge come la Vassallo è meglio che se lo tolga dalla testa perché una legge siffatta in Parlamento non passerà mai.”

Gianfranco Fini (1952) politico italiano

Origine: Dal discorso all'assemblea di AN riunita a Roma all'Ergife, 9 dicembre 2007; citato in Legge elettorale, lo stop di Fini Silvio «Ostruzionismo contro il Vassallum» http://www.corriere.it/politica/07_dicembre_09/fini_ostruzionismo_vassallum_e9d35680-a646-11dc-b0eb-0003ba99c53b.shtml, Corriere della sera, 9 dicembre 2007.

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“Meglio fidarsi ed essere traditi. Meglio amare ed essere feriti.”

Kelsier
Mistborn: L'Ultimo Impero

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“Non c'è nulla che meglio si adatti a un'idea confusa quanto una parola che non si capisce.”

Emilio De Marchi (1851–1901) scrittore italiano

Giacomo l'idealista

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“Questo disco, Stadium Arcadium, è la nostra grande affermazione, ed è il meglio che possiamo fare, il massimo di cui siamo capaci e se non vi piace questo disco, non vi piacciono i Red Hot Chili Peppers, punto.”

Flea (1962) bassista, trombettista e pianista australiano

Origine: Dal programma televisivo MTV Essential, MTV; visibile su YouTube.com https://www.youtube.com/watch?v=FINX_yyi-Kw.

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“Pronunciate da un buon attore – ed ogni grande predicatore, ogni avvocato o politico di successo è, tra le altre cose, un attore consumato – le parole possono esercitare un potere quasi magico sugli ascoltatori. A causa dell'essenziale irrazionalità di questo potere, l'oratore pubblico anche meglio intenzionato, probabilmente fa piú male che bene. Quando un oratore, con la sola magia delle parole e di una voce d'oro, persuade il suo pubblico della giustizia di una causa falsa, ne rimaniamo terribilmente impressionati. Dovremmo provare la stessa costernazione ogni qual volta osserviamo gli stessi inopportuni artifici usati per persuadere la gente della giustizia di una buona causa. La convinzione inculcata può essere desiderabile, ma queste basi sono intrinsecamente false, e coloro che usano gli stratagemmi oratorii per istillare convinzioni anche giuste sono colpevoli di favorire gli elementi meno apprezzabili della natura umana. Esercitando il disastroso dono della parola, essi approfondiscono il trance quasi ipnotico in cui vivono la maggioranza degli esseri umani e da cui è scopo e fine di ogni vera filosofia, di ogni religione genuinamente spirituale, di liberarli. Non solo, ma non vi può essere effettiva oratoria senza supersemplificazione. E non si può supersemplificare senza deformare i fatti. Anche quando fa del suo meglio per dire la verità, l'oratore di successo è ipso facto un bugiardo. E la maggioranza degli oratori di successo, è appena necessario aggiungerlo, non cercano neppure di dire la verità; essi cercano di suscitare simpatia per i loro amici e antipatia per gli opponenti.”

I; pp. 23-24
I diavoli di Loudun

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“Il silenzio servirà ad onorare nel modo migliore Eluana e i suoi familiari. Il silenzio servirà anche a far risuonare meglio le parole ciniche e barbare di chi è disposto a calpestare tutto e tutti per guadagnare una manciata di voti.”

Giuseppe Giulietti (1953) politico italiano

da Perdonali perché non sanno quello che dicono http://temi.repubblica.it/micromega-online/10209-perdonali-perche-non-sanno-quello-che-dicono/, micormega, 10 febbraio 2009

“Speranza – Forse avremo anche in Italia la TV libera. Meglio tardi che RAI.”

Gino Patroni (1920–1992) giornalista e scrittore italiano

da Crescete e mortificatevi, Rizzoli, Milano 1975

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“Amo meglio che il mondo conosca le mie debolezze di donna, anziché un'ingiustizia da regnante.”

citato in Tullo Bazzi e Umberto Benazzi, Storia di Parma dalle sue origini al 1860, Parma, 1908, p. 363-400

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“Finché Pericle fu, durante la pace, a capo della repubblica, la guidò con moderazione e la conservò sicura, e sotto di lui essa fu potente come non mai; quando poi scoppiò la guerra, è evidente che anche allora egli ne seppe ben riconoscere la forza. Sopravvisse (allo scoppio della guerra) due anni e sei mesi; e dopoché fu morto, allora anche meglio si poté conoscere la sua antiveggenza nei riguardi della guerra. Egli infatti andava ripetendo che gli Ateniesi ne sarebbero usciti con successo qualora si fossero condotti prudentemente, avendo cura della flotta, e non cercassero di allargare con la guerra il loro impero, e non mettessero in pericolo la città stessa: ma essi fecero tutto il contrario, e giudicando altre imprese estranee alla guerra meglio rispondenti alle ambizioni private e ai privati vantaggi, mal governarono lo Stato per se stessi e per gli alleati… E la causa di tutto ciò era che Pericle, potente per dignità e per senno, manifestamente incorruttibile, dominava liberalmente la moltitudine e conseguito il potere con mezzi non illeciti, egli non era costretto a parlare per compiacerla, ma poteva, per la sua autorità, contraddirla ed affrontarne la collera… Si aveva dunque di nome la democrazia, ma di fatto il governo tenuto dal primo cittadino.”

Storie, II, 65
Origine: Citato in Giulio Giannelli, Trattato di storia greca. Patron editore, p. 240.

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“Quando ci siamo trovati a che fare con questi personaggi, meglio, con questi problemi – perché in una prima fase questi personaggi non si trovavano – ne sapevamo molto poco. In progresso di tempo, soltanto in progresso di tempo, abbiamo cominciato a capire alcune cose. Per esempio, che un gruppo terrorista può essere, purtroppo, facilmente forte. Nel senso che basta mescolare alcuni ingredienti: fanatismo ideologico, una certa capacità di organizzarsi, sfruttando le mille possibilità mimetiche di una grande città, di organizzarsi diversificando i compiti tra regolari e irregolari, di organizzarsi cercando collegamenti con la società civile a vario livello. Bastano queste capacità per poter anche duramente colpire, sia pure con una consistenza numerica non elevatissima di gruppo terroristico. Tutto questo – lo abbiamo scoperto in progresso di tempo – le Brigate Rosse erano. Tutto questo rendeva le Brigate Rosse pericolose soprattutto dal punto di vista politico: non è tanto la pericolosità militare – per la quale non occorre a mio giudizio una speciale consistenza numerica – quanto piuttosto la pericolosità politica derivante dal collegamento, dal potenziale collegamento, con settori della società civile e del mondo intellettuale che in quella fase le BR avevano, e che le rendeva un problema politico molto molto grave.”

Gian Carlo Caselli (1939) magistrato italiano

Origine: Dal programma televisivo La notte della Repubblica, Rai 2, 14 febbraio 1990.

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“Andando in guerra, è ovvio che uno o sia ucciso dai nemici o li uccida. Ma piuttosto che vederlo vivere da vigliacco tutta la vita è meglio sapere che ha avuto una morte degna di me, della città e degli antenati.”

Girtiade nonna del re di Sparta Acrotato

citato in Plutarco, Lacaenarum Apophthegmata, 240 F; traduzione di Giuseppe Zanetto, Adelphi, 1996, ISBN 978-88-459-1208-5

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“Questa teoria, che ogni molteplicità sia soltanto apparente, che in tutti gli individui di questo mondo, per quanto si presentino in numero infinito l'uno dopo l'altro e l'uno accanto all'altro, si manifesti un essere solo e il medesimo, presente e identico in tutti e veramente esistente, questa teoria […] verrebbe voglia di dire che c'è sempre stata. Difatti essa è la dottrina principale e fondamentale dei sacri Veda, il libro più antico del mondo, del quale possediamo la parte dogmatica o, meglio, la dottrina esoterica nelle Upanishad. Là troviamo, si può dire a ogni pagina, questa grande dottrina che instancabilmente viene ripetuta in forme infinite e commentata con svariate immagini e similitudini. Non c'è da dubitare che abbia costituito il fondamento della sapienza di Pitagora […]. Tutti sanno che in essa soltanto era contenuta quasi tutta la filosofia della scuola eleatica. In seguito ne furono pervasi i neoplatonici […]. Nel secolo IX la vediamo comparire all'improvviso in Europa per merito di Scoto Eriugena il quale, preso dall'entusiasmo, si affanna a rivestirla delle forme e delle espressioni della religione cristiana. La ritroviamo tra i maomettani quale entusiastico misticismo dei Sufi. In Occidente però Giordano Bruno dovette pagare con la morte ignominiosa e crudele il fatto di non aver saputo resistere all'impulso di esprimere quella verità. Tuttavia vediamo anche i mistici cristiani invilupparcisi, loro malgrado, quando e dove compaiono. Il nome di Spinoza è identico con essa.”

Arthur Schopenhauer (1788–1860) filosofo e aforista tedesco

IV, § 22; 1981, pp. 277-278
Il fondamento della morale

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“[Michelangelo Merisi da Caravaggio] La sua ostinata deferenza al vero poté anzi confermarlo nella ingenua credenza che fosse "l'occhio della camera" a guardar lui e a suggerirgli tutto. Molte volte dovette incantarsi di fronte a quella "magia naturale"; e ciò che più lo sorprese fu di accorgersi che allo specchio non è punto necessaria la figura umana, se, uscita questa dal suo campo, esso seguita a specchiare il pavimento inclinato, l'ombra sul muro, il nastro caduto a terra. Che altro potesse conseguire a questa risoluzione di procedere dipingendo per specchiatura diretta della realtà, non è troppo difficile intendere. Ne conseguiva la tabula rasa del costume pittorico del tempo che, preparandosi gli argomenti in carta e matita per via di erudizione storica e di astrazione stilizzante, aveva elaborato una complessa classificazione del rappresentabile, dove, per meglio servire alla società di allora, non poteva che preferirsi l'aspetto della classe dominante. Ma il Caravaggio pensa invece alla vita comune, ai sentimenti semplici, all'aspetto feriale delle cose che valgono, nello specchio, come gli uomini. […] Anche il Caravaggio avvertiva il pericolo di ricadere nell'apologetica del corpo umano, sublimata da Raffaello o Michelangelo, o magari nel chiaroscuro melodrammatico del Tintoretto. Ma ciò che gli andava confusamente balenando era ormai non tanto il rilievo dei corpi quanto la forma delle tenebre che li interrompono. Lì era il dramma della realtà più portante ch'egli intravedeva dopo le calme specchiature dell'adolescenza. E la storia della religione, di cui ora si impadroniva, gli tornava come un seguito di drammi brevi e risolutivi la cui punta non può indugiarsi nella durata sentimentale delle trasparenze, anzi inevitabilmente s'investe del lampo abrupto della luce rivelante, fra gli strappi inconoscibili dell'ombra. Uomini e santi si sarebbero impigliati in quel tragico scherzo. Giacché, per restar fedeli alla natura del mondo, occorreva far sì che il calcolo dell'ombra apparisse come casuale, e non causato dai corpi; ove volesse esimersi dal riattribuire all'uomo la sua funzione umanistica dirimente, di eterno protagonista e signore del creato. Perciò il Caravaggio seguitò, e fu fatica di anni, ad osservare la natura della luce e dell'ombra incidentali. […] Chi non sa che il Tintoretto studiava al lume di lucerna, non già il vero, ma i modellini della Cappella Medicea? E che i modellini del Greco erano cere dove si stiravano in una poetica follia le ultime spire laocoontiche del disegno 'serpentinato'? Ma ora è la realtà stessa a venir sopraggiunta dal lume per 'incidenza': il caso, l'incidente luminoso, diventano causa efficiente della nuova pittura (o poesia). Non v'è Vocazione di Matteo senza che il raggio, assieme col Cristo, entri dalla porta socchiusa e ferisca quel turpe spettacolo dei giocatori d'azzardo. In effetto Caravaggio stagliò questa sua "descrizione di luce", questo poetico "fotogramma", quando l'attimo di cronaca gli parve emergere, non dico con un rilievo, ma con uno spicco, con un'evidenza così memorabile, invariabile, monumentale, come dopo Masaccio non s'era più visto.”

Roberto Longhi (1890–1970) storico dell'arte italiano

citato in Caravaggio, pp. 187-188
Il Caravaggio

“Sono una mamma molto generosa. Faccio del mio meglio, faccio il mio massimo. Non sono apprensiva, ansiosa. [parla della figlia] La lascio libera, ma con delle regole che si devono rispettare. Le lascio i suoi spazi ma so anche essere severa. Sono anche giocosa… cantiamo, ridiamo… mi porto un po' il lavoro a casa.”

Domitilla D'Amico (1982) doppiatrice e attrice italiana

Origine: Da The brightest voice. Domitilla D’Amico https://ilovecoffeeing.wordpress.com/2014/11/13/the-brightest-voice-domitilla-damico/, ilovecoffeeing.wordpress.com, 13 novembre 2014.

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“Non ho dubbi. Detesto quelle con il "filetto", quelle tipo alla brasiliana. Lo trovo stupido. Meglio a 'sto punto depilarla tutta. Che significa 'sta striscetta de pelo? Non la capisco.”

Giuseppe Cruciani (1966) giornalista, conduttore radiofonico e conduttore televisivo italiano

riferendosi ai metodi di depilazione pubica

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“Pochi sono gli animali la cui storia sia stata adorna di tante favole, di tante straordinarie dicerie, come quella delle iene. Gli antichi stessi narravano di esse le più incredibili cose. Si asseriva che il cane il quale vedeva l'ombra d'una iena ne perdesse incontanente la voce ed i sensi; si assicurava che l'odiosa belva sapeva imitare la voce dell'uomo per meglio adescarlo, poi d'un tratto aggredirlo ed ucciderlo; si credeva che il medesimo individuo radunasse in sè i due sessi, e persino mutasse a piacimento di sesso, ora presentandosi come essere maschio, ora come femmina. Il più notevole si è che siffatte fiabe trovarono credito presso tutte le popolazioni che conebbero le iene. Gli Arabi principalmente sono ricchi di leggende sopra questi animali. Si crede da essi solamente che l'uomo diventi furioso mangiando cervella di iena; si sottera il capo della belva uccisa per togliere malvagi stregoni il mezzo di fare soprannaturali sortilegi. Persino si crede dai più, e con certezza, che le iene non son altro che stregoni travestiti, che di giorno vanno attorno in figura umana, ma di notte pigliano la maschera di iena e danno di ogni giustizia. Io stesso fui varie volte ammonito dai miei servi arabi con premura di non isparare sulle iene, e mi vennero narrate spaventose storie sulla potenza degli spiriti infernali mascherati.”

Alfred Edmund Brehm (1829–1884) biologo e scrittore tedesco

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 500

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“Ci sono a Partinico, oltre pescatori, altre migliaia di disoccupati. La Costituzione dice che il lavoro è un diritto e un dovere. Allora, che cosa fanno questi settemila disoccupati: invadono le terre dei ricchi, saccheggiano i negozi alimentari, assaltano i palazzi, si danno alla macchia, diventano banditi? No. Decidono di lavorare: di lavorare gratuitamente; di lavorare nell'interesse pubblico. Nelle vicinanze del paese si trova, abbandonata, una trazzera destinata al passo pubblico; nessuno ci passa più, perché il comune non provvede, come dovrebbe, alla sua manutenzione; è resa impraticabile dalle buche e dal fango. Allora i disoccupati dicono: «Ci metteremo a riparare gratuitamente la trazzera, la nostra trazzera. Ci redimeremo, lavorando da questo avvilimento quotidiano, da questa quotidiana istigazione al delitto che è l'ozio forzato. In grazia del nostro lavoro la strada tornerà ad essere praticabile. I cittadini ci passeranno meglio. Il sindaco ci ringrazierà». Che cosa è questo? È la stessa cosa che avviene quando, dopo una grande nevicata, se il Comune non provvede a far spalare la neve sulle vie pubbliche, i cittadini volenterosi si organizzano in squadre per fare essi, di loro iniziativa, ciò che la pubblica autorità dovrebbe fare e non fa; e la stessa cosa che avviene, e spesso è avvenuta, quando, a causa di uno sciopero degli spazzini pubblici, i cittadini volenterosi si sono messi a rimuovere dalle strade cittadine le immondizie e in questo modo si sono resi benemeriti della salute di tutti.”

Piero Calamandrei (1889–1956) politico italiano

Citazioni tratte da articoli de Il Ponte, Giugno 1951

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“Partendo dalla convinzione (mai confermata) che il clero avesse elaborato un piano che approfittasse delle confische di oggetti sacri per dichiarare guerra al potere dei soviet, Lenin scrisse: «Per noi, questo momento è quello in cui abbiamo il 99% delle possibilità di riuscire a distruggere il nemico [la Chiesa] e assicurarci una posizione indispensabile per i decenni a venire. È precisamente ora e solamente ora, mentre nelle regioni affamate le popolazioni si nutrono di carne umana e centinaia se non migliaia di cadaveri marciscono sulle strade, che noi possiamo (e dobbiamo) realizzare la confisca dei tesori della Chiesa con l'energia più selvaggia e impietosa. Noi dobbiamo, come che sia, confiscare i beni della Chiesa il più rapidamente possibile e in modo decisivo per assicurarci un fondo di centinaia di milioni di rubli. Senza questo fondo, nessun lavoro governativo in generale, nessuno sforzo economico in particolare, nessuna difesa delle nostre posizioni alla conferenza di Genova sono concepibili». E, per riuscirvi, Lenin ordinò nella stessa lettera delle confische brutali e implacabili «senza fermarsi davanti a niente», e «l'esecuzione del più gran numero possibile di componenti del clero reazionario […]. Più grande sarà il numero delle esecuzioni, meglio sarà»”

Hélène Carrère d'Encausse (1929) storica francese

cap. 14, pp. 408-409
Lenin
Origine: Chiosa dell'Autore.
Origine: Omissione dell'Autore.

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“Meglio sprecare la giovinezza che non farne niente del tutto.”

Georges Courteline (1858–1929) poeta, scrittore e drammaturgo francese

da La Philosophie de Georges Courteline

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“Si insegni ai cristiani: chi dà ai poveri o presta ai bisognosi agisce meglio che se acquista un'indulgenza”

Martín Lutero (1483–1546) teologo tedesco

Origine: Breviario, p. 60

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