Frasi sulla natura
pagina 14

Maximilien Robespierre photo
Maximilien Robespierre photo
Donatien Alphonse François de Sade photo
Donatien Alphonse François de Sade photo

“Le passioni dell'uomo sono soltanto i mezzi di cui la natura si serve per conseguire i suoi scopi.”

Donatien Alphonse François de Sade (1740–1814) scrittore, filosofo e poeta francese

da La filosofia nel boudoir

Donatien Alphonse François de Sade photo
Baldassarre Castiglione photo

“Tutti da natura siamo pronti più a biasmare gli errori, che a laudar le cose ben fatte.”

Baldassarre Castiglione (1478–1529) umanista, letterato e diplomatico italiano (1478-1529)

Il libro del Cortegiano

Theodor W. Adorno photo
Prosper Jolyot de Crébillon photo

“Arsame: Della natura, un cieco amor non sempre, | Le leggi venerò.”

Prosper Jolyot de Crébillon (1674–1762) poeta e drammaturgo francese

Atto I, p. 12
Radamisto e Zenobia

Cyril Connolly photo
Cyril Connolly photo
Cyril Connolly photo
Mary Wollstonecraft photo
Mary Wollstonecraft photo
Mary Wollstonecraft photo
Dylan Thomas photo
Ivan Alexandrovič Gončarov photo
Euripide photo

“Niente è più maligno di una donna
maligna, e neanche di una donna nobile nulla
giunge ad una vetta minore: ma le due nature sono diverse.”

Euripide (-480–-406 a.C.) tragediografo ateniese

frammento 494
Frammenti di alcune opere, Melanippe incatenata

Robert Anson Heinlein photo

“Non fare mai appello alla "miglior natura" di un uomo. Può darsi che non l'abbia. È più conveniente fare appello al suo interesse.”

Robert Anson Heinlein (1907–1988) autore di fantascienza statunitense

Lazarus Long l'Immortale

George Washington Carver photo

“La natura è una potentissima stazione emittente attraverso la quale Dio ci parla in ogni momento, se solo ci sintonizziamo su di essa.”

George Washington Carver (1864–1943) botanico statunitense

Origine: Citato in Jasmuheen, Ambasciatori di luce, Edizioni Mediterranee, Roma, 2001, p. 175 http://books.google.it/books?id=3l5BI3mGcDYC&pg=PA175#v=onepage&q&f=false.

William Somerset Maugham photo
Averroè photo

“[Aristotele] È il modello che la natura ci ha fornito per svelare la massima perfezione che l'uomo può raggiungere in questo mondo.”

Averroè (1126–1198) filosofo, medico e matematico arabo

da Commentarium magnum in Aristotelis, "De Anima III"

Jane Austen photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Ludwig Feuerbach photo
Georges Louis Buffon photo
Hans Fallada photo
Platone photo

“Per natura, all'opinione piace opinare.”

Platone (-427–-347 a.C.) filosofo greco antico

Origine: Citato in Umberto Galimberti, Il gioco delle opinioni, Feltrinelli, 2007.

Platone photo
Henry James photo

“Ogni persona porta nella sua religione le caratteristiche della sua natura.”

Henry James (1843–1916) scrittore e critico letterario statunitense

p. 254

Carl Friedrich Gauss photo

“[il suo secondo motto] Tu, natura, sei la mia dea; alle tue leggi si legano i miei servizi…”

Carl Friedrich Gauss (1777–1855) matematico, astronomo e fisico tedesco

da Re Lear

Nikolaj Alexandrovič Dobroljubov photo
Gottfried Wilhelm von Leibniz photo
Joseph Roth photo
Elias Canetti photo
Elias Canetti photo

“Non c'è bisogno che vi ricordi [discorso di Kien ai libri della sua biblioteca] in modo particolareggiato la storia antichissima e superba delle vostre sofferenze. Scelgo soltanto un esempio per mostrarvi in maniera persuasiva quanto vicini siano odio e amore. La storia d'un paese che tutti noi in egual misura veneriamo, di un paese in cui voi avete goduto delle più grandi attenzioni e dell'affetto più grande, di un paese in cui vi si è tributato persino quel culto divino che ben meritate, narra un orribile evento, un crimine di proporzioni mitiche, perpetrato contro di voi da un sovrano diabolico per suggerimento di un consigliere ancor più diabolico. Nell'anno 213 avanti Cristo, per ordine dell'imperatore cinese Shi Hoang-ti − un brutale usurpatore che ebbe l'ardire di attribuire a se stesso il titolo di "Primo, Augusto, Divino" − vennero bruciati tutti i libri esistenti in Cina. Quel delinquente brutale e superstizioso era per parte sua troppo ignorante per valutare esattamente il significato dei libri sulla base dei quali veniva combattuto il suo tirannico dominio. Ma il suo primo ministro Li-Si, un uomo che doveva tutto ai propri libri, e dunque uno spregevole rinnegato, seppe indurlo, con un abile memoriale, a prendere questo inaudito provvedimento. Era considerato delitto capitale persino parlare dei classici della poesia e della storia cinese. La tradizione orale doveva venire estirpata a un tempo con quella scritta. Venne esclusa dalla confisca solo una piccola minoranza di libri; quali, potete facilmente immaginare: le opere di medicina, farmacopea, arte divinatoria, agricoltura e arboticoltura − cioè tutta una marmaglia di libri di puro interesse pratico. «Confesso che il puzzo di bruciato dei roghi di quei giorni giunge ancor oggi alle mie narici. A che giovò il fatto che tre anni più tardi a quel barbaro imperatore toccasse il destino che s'era meritato? Morì, è vero, ma ai libri morti prima di lui ciò non arrecò alcun giovamento. Erano bruciati e tali rimasero. Ma non voglio tacere quale fu, poco dopo la morte dell'imperatore, la fine del rinnegato Li-Si. Il successore al trono, che aveva ben capito la sua natura diabolica, lo destituì dalla carica di primo ministro dell'impero che egli aveva rivestito per più di trent'anni. Fu incatenato, gettato in prigione e condannato a ricevere mille bastonate. Non un colpo gli venne risparmiato. Fu costretto a confessare mediante la tortura i suoi delitti. Oltre all'assassinio di centinaia di migliaia di libri aveva infatti sulla coscienza anche altre atrocità. Il suo tentativo di ritrattare più tardi la propria confessione fallì. Venne segato in due sulla piazza del mercato della città di Hien-Yang, lentamente e nel senso della lunghezza, perché in questo modo il supplizio dura più a lungo; l'ultimo pensiero di questa belva assetata di sangue fu per la caccia. Oltre a ciò non si vergognò di scoppiare in lacrime. Tutta la sua stirpe, dai figli a un pronipote di appena sette giorni, sia donne che uomini, venne sterminata: tuttavia, invece di essere condannati al rogo, come sarebbe stato giusto, ottennero la grazia di venir passati a fil di spada. In Cina, il paese in cui la famiglia, il culto degli antenati, il ricordo delle singole persone sono tenuti così in gran conto, nessuna famiglia a mantenuto viva la memoria del massacratore Li-Si; solo la storia l'ha fatto, proprio quella storia che l'indegna canaglia, più tardi finita come ho detto, aveva voluto distruggere.”

1981, pp. 98-99
Auto da fé

Elias Canetti photo

“Per natura ogni fama è inganno. Talvolta si scopre però che dietro, nascosta, qualcosa c'è. Che sorpresa!”

Elias Canetti (1905–1994) scrittore, saggista e aforista bulgaro

La provincia dell'uomo

Boris Leonidovič Pasternak photo
Anton Pavlovič Čechov photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Carl Gustav Jung photo
Maksim Gor'kij photo
Sergej Sergeevič Prokof'ev photo
Francesco Guccini photo
Papa Giovanni III photo
Tom Regan photo
Fidel Castro photo
Nikolaj Vasiljevič Gogol photo

“È piú che dubbioso che l'eroe da noi scelto sia piaciuto ai lettori. Alle signore non piacerà, questo si può dir di sicuro, giacché le signore esigono che l'eroe sia una perfezione assoluta, e basta che abbia, nell'anima o nel corpo, una qualsiasi macchiolina – apriti cielo! Per quanto profondo sia sceso in lui lo sguardo dell'autore, per quanto abbia reso con piú nettezza d'uno specchio la sua immagine, non gliene riconosceranno il minimo pregio. La stessa complessione pienotta e la mezza età di Číčikov gli saranno di grave pregiudizio: la complessione pienotta non verrà a nessun patto perdonata al nostro eroe, e moltissime signore, torcendo il viso dall'altra parte, diranno: – Pfu! com'è detestabile! – Ahimè, son tutte cose che l'autore sa bene; e, nonostante tutto, egli non può scegliere per suo eroe un uomo virtuoso. Ma… chissà, nel corso di questa stessa narrazione, si faranno sentire altre corde, non tocche fin qui; verrà a risaltare la smisurata ricchezza dello spirito russo; apparrà un uomo dotato di virtú sovrumane, o una di quelle prodigiose giovinette russe, come altrove non se ne trovano al mondo, in tutta la stupenda bellezza della sua anima femminile, tutta aspirazioni magnanime e spirito di sacrificio. E morti sembreranno, di fronte a loro, tutti gl'individui virtuosi dell'altre stirpi, com'è morto un libro di fronte alla viva parola! Si solleveranno i moti propri dell'indole russa… e si vedrà quanto a fondo sia penetrato nella natura slava ciò che ha sfiorato appena la natura degli altri popoli… Ma a che scopo parlare di quello che è innanzi? Non si conviene all'autore, che è un uomo educato ormai da gran tempo alla severa vita interiore e alla fredda lucidità della solitudine, lasciarsi trasportare come un giovanotto. A ogni cosa il suo turno, e il suo luogo, e il suo tempo! Ma l'uomo virtuoso, no, non l'abbiamo scelto a nostro eroe. E possiamo anche dire perché non l'abbiamo scelto. Perché è tempo, una buona volta, di concedere un po' di riposo al povero uomo virtuoso; perché a vuoto gira su tutte le labbra la parola uomo virtuoso; perché hanno ridotto a un cavallo l'uomo virtuoso, e non c'è scrittore che non ci scarrozzi, incitandolo colla frusta, o qualunque altra cosa gli capiti; perché hanno talmente massacrato l'uomo virtuoso, che ormai non c'è piú in lui neppur l'ombra della virtú – gli sono restate le coste e la pelle, al posto del corpo; perché ipocritamente si fa venire in ballo l'uomo virtuoso; perché non si rispetta, l'uomo virtuoso. No, è tempo, una buona volta, d'attaccare alle stanghe anche un farabutto. Suvvia dunque, attacchiamo questo farabutto!”

Nikolaj Vasiljevič Gogol (1809–1852) scrittore e drammaturgo ucraino

I, 11; 1977, p. 223

Nikolaj Vasiljevič Gogol photo
Arthur Rimbaud photo
Elton John photo
James Bryce photo

“Il Sudamerica è la più grande libertà che l'uomo si sia mai preso con la Natura.”

James Bryce (1838–1922) politico, storico e giurista inglese

Senza fonte

Alexandr Isajevič Solženicyn photo
Alfredo Bini photo

“Il cinema per la sua esistenziale necessità di ricerca, di denuncia, di novità e di rinnovamento… e per la sua caratteristica irrinunciabile di spettacolo di massa… è per sua natura socialista in senso lato.”

Alfredo Bini (1926–2010) produttore cinematografico italiano

da Appunti per chi ha il dovere civile, professionale e politico di difendere il cinema italiano; citato in Corsi 2001, p. 161-162

Theodor Litt photo
Friedrich Schelling photo

“La Natura deve essere lo Spirito visibile, lo Spirito è Natura invisibile.”

Friedrich Schelling (1775–1854) filosofo tedesco

Origine: Da Idee per una filosofia della natura.

Friedrich Schelling photo

“La natura è vita che dorme.”

Friedrich Schelling (1775–1854) filosofo tedesco

Origine: Da Sull'anima del mondo.

Friedrich Schelling photo
Friedrich Schelling photo
John W. Campbell photo
Papa Giovanni XXIII photo
Giovanni Battista Passeri photo
Lev Nikolajevič Tolstoj photo
Papa Giovanni Paolo II photo
Papa Giovanni Paolo II photo
Teresa di Lisieux photo
Teresa di Lisieux photo
Giovanni Battista Niccolini photo

“L'arte ritrova quello che la natura guastata ha perduto.”

Giovanni Battista Niccolini (1782–1861) drammaturgo italiano

I, p. 384

Giovanni Battista Niccolini photo
Giovanni Battista Niccolini photo
Giovanni Battista Niccolini photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“Se tutte le cose rimangono quali erano, è perché sono sempre cose eroiche; se tutte le cose rimangono quali erano, è perché sono sempre nuove. Un anime sola è data ad ogni uomo, e a ogni anima, una sola piccola potenza, – la potenza di superarsi in certi momenti e di assorbir le stelle. Se, di età in età, gli uomini sono dotati di questa potenza, tutto ciò che dà loro è grande. Tutto quello che fa credere loro di essere vecchi, è basso – sia un impero o una bottega in rovina. Tutto ciò che fa creder loro di essere giovani è grande, – sia una grande guerra, o una storia d'amore. E nel più oscuro libro di Dio, c'è una verità ch'è anche un enigma: gli uomini si affaticano per delle novità, siano mode, disegni, riforme, mutamenti; ma sono le cose vecchie quelle che stupiscono e colpiscono profondamente; sono le cose vecchie veramente giovani. Non v'è scettico che non sappia che molti hanno dubitato prima di lui; non v'è ricco o frivolo che non senta che tutte le novità sono vecchiumi; non c'è fanatico del mutamento che non senta la sua nuca curva sotto il peso della stanchezza dell'universo; ma a noi che ci dedichiamo alle cose antiche, la natura dà una giovinezza eterna. Nessun innamorato pensa che prima di lui vi sono stati altri innamorati; nessun padre pensa che vi son altri figliuoli prima del suo; e il popolo che lotta per la sua patria, non è preoccupato della solita storia degli Imperi scomparsi. Sì, voce tenebrosa, il mondo è sempre lo stesso, giacché tutto in esso è sempre imprevisto!”

Origine: Il Napoleone di Notting Hill, pp. 279-280

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo

“Nulla di più comune, per esempio, che trovare un critico moderno che scriva cose di questo genere: 'Il Cristianesimo fu soprattutto un movimento ascetico, una corsa al deserto, un rifugio nel chiostro, una rinuncia alla vita e alla felicità; esso non fu che parte di una fosca e inumana reazione contro la natura stessa, un odio pel corpo, un aborrimento dell'universo materiale, una specie di suicidio universale dei sensi e anche dell'individuo. Derivava da un fanatismo orientale come quello dei fachiri, ed era basato su un pessimismo orientale che considerava l'esistenza stessa come un male'. In tutto questo la cosa straordinaria è che tutto è verissimo; vero in ogni particolare, con la sola differenza che è attribuito erroneamente a chi non ci ha niente a che vedere. Non è vero della Chiesa; è vero delle eresie condannate dalla Chiesa. È come se uno fosse obbligato a scrivere un'analisi degli errori e del malgoverno dei ministri di Giorgio III, con la piccola inesattezza che tutto il racconto si riferisse a Giorgio Washington; o come se uno facesse un elenco dei delitti dei bolscevichi con la sola variante di attribuirli allo zar. La Chiesa primitiva fu, sì, ascetica, ma in dipendenza di una filosofia totalmente diversa da quella di una guerra alla vita e alla natura; la quale realmente esistette nel mondo, e basterebbe che i critici sapessero dove andare a cercarla.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

L'Uomo Eterno

Gilbert Keith Chesterton photo

“È strano, ma l'esempio che mi viene in mente è quello di un libro intitolato L'uomo che fu Giovedì. Era una sciocchezzuola un po' melodrammatica, pure conteneva una sua particolare teoria: un gruppo degli ultimi sostenitori di un ordine civile, lottano contro quello che, apparentemente, appare come un mondo in preda all'anarchia e scoprono, infine, che il misterioso capo degli anarchici è anche a capo dell'ordine costituito, la stessa creatura fiabesca che gli era apparsa piuttosto come l'orco di una pantomima. Soluzione logica (o folle) che ha indotto molti ad arguire che, in questo essere dalla natura ambigua, dovesse leggersi la descrizione della divinità, e il mio libro godette anche di un temporaneo rispetto tra coloro che amano questo tipo di intepretazione. L'errore era dovuto semplicemente al fatto che avevano letto il libro, ma non il titolo. Nel mio caso, veramente, si trattava di un sottotitolo. Il libro si chiamava L'uomo che fu Giovedì. Storia di un incubo. Non era inteso come la descrizione del mondo qual era o come io pensavo che fosse, anche quando i miei pensieri erano molto più incerti di quanto non siano ora. Era la descrizione del mondo di dubbi, di disordine e di disperazione del quale parlavano i pessimisti a quell'epoca, ma con un barlume di speranza posto proprio nell'alternativa insita in quel dubbio che anche i pessimisti, a tratti, avvertivano.”

Gilbert Keith Chesterton (1874–1936) scrittore, giornalista e aforista inglese

dall' Illustrated London News del 13 giugno 1936; citato alla p. 173 de L'uomo che fu Giovedì, Arnoldo Mondadori Editore, traduzione di Luciana Crepax

Gilbert Keith Chesterton photo
Gilbert Keith Chesterton photo
Aulo Cornelio Celso photo
Aulo Cornelio Celso photo
William Boyd photo
William Boyd photo
William Boyd photo