Frasi su padre
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“Paul McCartney – padre”

Stella McCartney (1971) stilista inglese

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Variante: Linda McCartney – madre

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“Mai, mi sembra, è stato reso in un modo cosi commovente il "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio". L'implorazione degli occhi, l'abbandono delle bocche, (in questi due capi di guerra! delle bocche da venir comunicate con un poco di terra e d'erba), il gesto cosi fraterno del cavaliere (come lo circonda bene, il suo orante!), le mani dell'inginocchiato, belle come un bel destino, tutto compone una freccia che raggiunge il segno. Infine una pittura cattolica che raggiunge il segno: elevare, edificare. L'autore ci fa grazia, questa volta della sua visione celeste. Il soprannaturale non è più evocato, qui, dai grossolani mezzi cari al Greco: quella deformazione del corpo umano che non soltanto è un'offesa per la più bella creazione di Dio, ma è contraria al dogma, secondo il quale i corpi risusciteranno nello stato della loro più grande bellezza. I due supplicanti del "Romero" sono il reale, poiché è presumibile che quelle espressioni prestate loro dal pittore, le abbiano talvolta veramente avute strettamente tali come le vediamo nel quadro; e nel tempo stesso trascendono il reale. Sono umani quanto è possibile esserlo, e nello stesso tempo portano il riflesso del divino.”

Henry De Montherlant (1895–1972) scrittore e drammaturgo francese

Variante: Mai, mi sembra, è stato reso in un modo così commovente il "Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio". L'implorazione degli occhi, l'abbandono delle bocche (in questi due capi di guerra! delle bocche da venir comunicate con un poco di terra e d'erba), il gesto così fraterno del cavaliere (come lo circonda bene, il suo orante!), le mani dell'inginocchiato, belle come un bel destino, tutto compone una freccia che raggiunge il segno. Infine una pittura cattolica che raggiunge il segno: elevare, edificare. L'autore ci fa grazia, questa volta della sua visione celeste. Il soprannaturale non è più evocato, qui, dai grossolani mezzi cari al Greco: quella deformazione del corpo umano che non soltanto è un'offesa per la più bella creazione di Dio, ma è contraria al dogma, secondo il quale i corpi risusciteranno nello stato della loro più grande bellezza. I due supplicanti del "Romero" sono il reale, poiché è presumibile che quelle espressioni prestate loro dal pittore, le abbiano talvolta veramente avute strettamente tali come le vediamo nel quadro; e nel tempo stesso trascendono il reale. Sono umani quanto è possibile esserlo, e nello stesso tempo portano il riflesso del divino.

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“In quegli anni circolavano due diverse immagini di Hailè Selassiè. Una, quella nota all'opinione pubblica internazionale, presentava l'imperatore come un monarca esotico ma capace, dotato di un'energia inesauribile, di una mente acuta e di una profonda sensibilità; un uomo che si era opposto a Mussolini, aveva riconquistato l'impero e il trono, e nutriva l'ambizione di sviluppare il proprio paese e di svolgere nel mondo un ruolo di rilievo. L'altra immagine, formata poco per volta dalla parte più critica, e inizialmente esigua, dell'opinione pubblica interna, lo mostrava come un monarca deciso a difendere il potere con ogni mezzo; ma soprattutto come un demagogo e un padre padrone che, con i fatti e con le parole, mascherava la corruzione, l'ottusità e il servilismo della classe dirigente da lui stesso creata e blandita. Le due immagini, come spesso succede, erano vere entrambe. Hailè Selassiè aveva una personalità complessa: per taluni piena di fascino, per altri odiosa; certuni lo adoravano, altri lo maledicevano. Governava un paese che conosceva solo i metodi più brutali per conquistare (o per conservare) il potere, e dove le libere elezioni erano sostituite da pugnali e veleni, e le libere discussioni da forche e fucilazioni. Lui stesso era un prodotto di quella tradizione, alla quale a suo tempo aveva fatto ricorso. Tuttavia si rendeva conto che in tutto ciò c'era qualcosa di stonato e di incompatibile con il mondo nuovo. Non potendo certo modificare il sistema che lo manteneva al potere (e per lui il potere veniva prima di ogni altra cosa), ricorreva alla demagogia, al cerimoniale e a quei discorsi sullo sviluppo così assurdi in un paese tanto povero e arretrato. Uomo simpatico, politico astuto, padre tragico e avaro patologico, condannava a morte gli innocenti e graziava i colpevoli: capricci del potere, tortuose manovre di Palazzo, ambiguità e misteri che nessuno riuscirà mai a decifrare.”

Ryszard Kapuściński (1932–2007) giornalista e scrittore polacco

Origine: Il negus, p. 105

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“Qui | riposa | Mario Soldati | padre | figlio | autore | regista | interprete | di | Mario Soldati.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

Origine: Ricordi sott'odio, p. 123

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“In breve, cos'è un insegnante? Può essere veramente essere considerato come un padre o una madre, proprio come noi chiamiamo madre la patria. Non c'è niente di più rispettabile.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: In breve, cos'è un insegnante? Può essere veritabilmente considerato un padre o una madre, proprio come noi chiamiamo madre la patria. Non c'è niente di più rispettabile.

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“Non facevo comizi, ma non ho mai nascosto da che parte stavo. E da che parte potevo stare? Mio padre era nel consiglio di fabbrica, alla Burgo. Bastava che facesse un fischio e si fermava il reparto.”

Roberto Boninsegna (1943) allenatore di calcio ed ex calciatore italiano

Origine: Citato in Gianni Mura, 70 anni da Bonimba http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2013/11/04/70-anni-da-bonimba.html, la Repubblica, 4 novembre 2013.

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“Mario Cecchi Gori, padre.”

Vittorio Cecchi Gori (1942) imprenditore, politico e produttore cinematografico italiano

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“Londos si rese conto di avere "poteri insoliti" all'età di dieci anni, quando poteva stare a letto e, concentrandosi, far saltare di bocca la dentiera di suo padre.”

Woody Allen (1935) regista, sceneggiatore, attore, compositore, scrittore e commediografo statunitense

2004
Senza piume (Without Feathers), Un esame dei fenomeni medianici

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“Ciampi fu padre degli italiani. Non fece mai il tifo per questa o quella parte poiché la dominante sempre presente in tutti i suoi ruoli pubblici fu sempre l'interesse generale e quello per i poveri, i deboli, gli esclusi. […] Prese due lauree, una in Lettere l'altra in Giurisprudenza ed anche quella doppia scelta non fu casuale: amava la cultura e la legalità ed entrambe hanno alimentato la sua vita.”

Eugenio Scalfari (1924) giornalista, scrittore e politico italiano

Origine: Da Un padre degli italiani attento ai più deboli. La sua vita all'insegna di legalità e cultura http://www.repubblica.it/politica/2016/09/17/news/un_padre_degli_italiani_attento_ai_piu_deboli_la_sua_vita_all_insegna_di_legalita_e_cultura-147934376, Repubblica.it, 17 settembre 2016.

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“[Sugli inizi] La mia passione è nata nel cortile di casa grazie a mio padre e mio fratello, veri appassionati del calcio. Sin dall'età di 4 anni giocavo con mio fratello più grande, a 6 anni entrai a far parte della squadra del mio paese, dove già giocava mio fratello.”

Barbara Bonansea (1991) calciatrice italiana

Origine: Dall'intervista di Michele Pompilio, Barbara Bonansea: "Un'emozione straordinaria esordire in Nazionale" https://www.oasport.it/2012/11/barbara-bonansea-unemozione-straordinaria-esordire-in-nazionale/, Oasport.it, 28 novembre 2012.

“Mio padre è stato a Montecassino, ha combattuto nel Secondo Corpo d'Armata polacco, con il generale Anders. È stato ferito vicino a Recanati, risalendo l'Adriatico fino a Bologna. Era in una casa colonica in convalescenza quando ha conosciuto una ragazza marchigiana. Mia madre, la ragione per la quale è rimasto in Italia.”

Helena Janeczek (1964) scrittrice e giornalista tedesca

Le rondini di Montecassino, Incipit
Variante: Mio padre è stato a Montecassino, ha combattuto nel Secondo Corpo d'Armata polacco, con il generale Anders. È stato ferito vicino a Recanati, risalendo l'Adriatico fino a Bologna. Era in una casa colonica in convalescenza quando ha conosciuto una ragazza marchigiana. Mia madre, la ragione per la quale è rimasto in Italia.

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“Lo scià era stato un despota a tratti illuminato e innovatore, a tratti incline alla repressione e ignaro della rivolta che covava tra i sudditi. Aveva regnato trentasette anni e anche lui aveva fatto la sua Rivoluzione bianca. In particolare una riforma agraria che non aveva colpito troppo i latifondisti. A restituirgli il trono travolto da un'insurrezione popolare, nel 1953, era stata la Cia. Non gli erano poi mancati gli ossequi di mezzo mondo. Ossequi di un'intensità proporzionata alla produzione petrolifera della Persia. Persia era il nome che lo scià preferiva per il suo paese. Lo voleva storicamente collegato all'epoca preislamica. La protezione della superpotenza americana gli era garantita. Migliaia di esperti militari venuti dagli Stati Uniti erano la prova concreta che per questi ultimi la Persia di Pahlevi era il migliore alleato nella regione, insieme a Israele. L'idea di poter essere scalzato dai religiosi non l' aveva forse mai sfiorato. Lui aveva seguito le orme del padre, umiliandoli in più occasioni. Reza scià, il genitore, aveva destituito la vecchia dinasta Qajar e si era proclamato imperatore nel 1925, quando era un semplice ufficiale venuto dalla gavetta. Imitando il turco Ataturk, suo grande ispiratore, entrava a cavallo nelle moschee per dimostrare in quale conto tenesse la religione e i religiosi. Cosi aveva fondato una nuova dinastia, quella dei Pahlevi, giudicati dei parvenus da chi poteva vantare un antico sangue reale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“Hafez el-Assad è morto nel suo letto, e gli ha dato il cambio Bashar, il figlio, il quale rischia una fine molto più agitata. Quando nell'82 si scopri che il vecchio Assad aveva fatto massacrare ventimila tra uomini e donne nella città di Hama, dove i Fratelli musulmani si erano ribellati allo strapotere di Damasco, pensai, e non fui il solo, che presto o tardi qualcuno avrebbe vendicato i sunniti sepolti sotto le rovine di Hama da centinaia di bulldozer. Eppure sono passati più di trent'anni e gli Assad se la sono cavata. Almeno finora. Penso che a proteggerli sia stata anche la loro fama di rais "laici". Eh sì, laici. Una specie di licenza di uccidere veniva infatti accordata ai capi arabi considerati laici. Si pensi a Saddam Hussein che quando, negli anni Ottanta, sfidò la teocrazia iraniana di Khomeini ebbe la simpatia dell'Occidente. Il suo partito, il Baath, non era forse laico e considerato eretico da molti musulmani zelanti? E il Baath (sia pure in una versione siriana, diversa da quella irachena) era anche il partito degli Assad. Una prova di laicità guardata con un certo interesse, anche se con diffidenza, da chi temeva l'ondata islamista. Ai Fratelli musulmani, non sempre rinsaviti, non sempre moderati, gli Assad, padre e figlio, non hanno mai risparmiato la galera o nei casi estremi la sepoltura con il bulldozer. Veri laici d'Oriente. Generale d'aviazione, Hafez aveva lo sguardo celestino. Due ferritoie e due occhi fissi. Pugnali avvelenati col sorriso. Il figlio Bashar è un medico. Ha l'aria di un bravo ragazzo. Persino un po' pirla. Un simpaticone, fino al giorno in cui l'esercito ereditato dal padre ha esagerato, accelerando la dinamica omicida. In realtà sempre in servizio permanente. A cominciare le "primavere arabe" non sono stati i Fratelli musulmani. Sono stati i giovani figli del web, un tempo si sarebbe detto giovani di sinistra, adesso è più appropriato l'altrettanto generico aggettivo "modernizzati."”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

I Fratelli musulmani e i derivati integralisti, salafiti ed altri, si sono intromessi nella folla in rivolta. Avevano sulle spalle anni, decenni di galera e di torture e avevano il diritto di ribellarsi.
Origine: Da Assad e la sindrome irachena http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/07/20/olds/assad-la-sindrome-irachena.002assad.html?ref=search, la Repubblica, 20 luglio 2012.

“Avevo due anni la prima volta che ho iniziato a calciare. Non c'era granché da fare al mio Paese, Dzierżoniów. Il mio primo allenatore è stato mio padre, lui mi ha aiutato a diventare un calciatore senza mettermi pressione. Diciamo così: sono un giocatore costruito in casa, anzi per strada.”

Krzysztof Piątek (1995) calciatore polacco

Origine: Citato in Guido De Carolis, Piatek da sconosciuto a re del gol, «Segnare è come andare in ufficio» https://www.corriere.it/sport/18_novembre_17/piatek-sconosciuto-re-gol-segnare-come-andare-ufficio-07cde834-e9d5-11e8-863b-3e637f80be2e.shtml, Corriere.it, 17 novembre 2018.

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“Ma il nome falso di mio padre è il mio cognome. Con quello sono nata e cresciuta, ne ho spiegato mille volte l'origine, e finisco spesso scambiata per immigrata, per badante, persino per donna facile perché in Italia, oggi, porto un cognome slavo. Come posso considerare falso qualcosa che mi ha impresso il suo marchio? Come può esserlo quel nome a cui mio padre deve la vita e io la mia? Che cos'è una finzione quando si incarna, quando detiene il vero potere di modificare il corso della storia, quando agisce sulla realtà e ne viene trasformata a sua volta?”

Helena Janeczek (1964) scrittrice e giornalista tedesca

Le rondini di Montecassino
Variante: Ma il nome falso di mio padre è il mio cognome. Con quello sono nata e cresciuta, ne ho spiegato mille volte l’origine, e finisco spesso scambiata per immigrata, per badante, persino per donna facile perché in Italia, oggi, porto un cognome slavo. Come posso considerare falso qualcosa che mi ha impresso il suo marchio? Come può esserlo quel nome a cui mio padre deve la vita e io la mia? Che cos’è una finzione quando si incarna, quando detiene il vero potere di modificare il corso della storia, quando agisce sulla realtà e ne viene trasformata a sua volta?

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“Non mi taglio i capelli dal 1952 da quando mio padre mi rapò a zero.”

Eva Klotz (1951) politica italiana

Origine: Citato in Consigliera della Provincia di Bolzano: «Non mi sento italiana, lasciateci liberi» https://www.ilgazzettino.it/nordest/bolzano/consigliera_provincia_di_bolzano_non_mi_sento_italiana_lasciateci_liberi-181817.html, Il Gazzettino.it, 27 marzo 2011.

“Accade una cosa strana: tengo i miei genitori scomparsi più vicini, li penso intensamente, mentre aspetto lei [riferito alla figlia], come riuscissi a guardare finalmente dalla loro parte. È una posizione inedita, per me. Non sono più in tempo per rendergli omaggio, cercherò di rimediare facendo il bravo padre, studioso.”

Fabrizio Frizzi (1958–2018) conduttore televisivo e doppiatore italiano

Origine: Da un'intervista a Vanity Fair, 13 febbraio 2013; citato in Quando Fabrizio Frizzi ci disse: «Figlia mia, avremo poco tempo per noi» https://www.vanityfair.it/people/italia/2018/03/26/e-morto-fabrizio-frizzi-intervista-figlia, Vanityfair.it, 26 marzo 2018.

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“Partigiano, sopravvissuto al campo di concentramento, padre costituente, professore e poi rettore dell'università Cattolica, Lazzati è, in politica, un punto di riferimento per i cattolici democratici.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Dal suo blog su Il fattoquotidiano.it
Origine: Da La Milano di Scola: via la Fondazione di Martini, arriva Cl https://www.ilfattoquotidiano.it/2015/10/22/la-milano-di-scola-via-la-fondazione-di-martini-arriva-cl/2151220/, 22 ottobre 2015.

“Mio padre non ha mai combattuto a Montecassino, non è mai stato un soldato del generale Anders. Ma per quell'imbuto di montagne e valli e fiumi della Ciociaria, forse, è passato qualcosa di mio: di me perduta e ritrovata in un punto geografico, un luogo che ci contiene tutti.”

Helena Janeczek (1964) scrittrice e giornalista tedesca

Le rondini di Montecassino
Variante: Mio padre non ha mai combattuto a Montecassino, non è mai stato un soldato del generale Anders. Ma per quell'imbuto di montagne e valli e fiumi della Ciociaria, forse, è passato qualcosa di mio: di me perduta e ritrovata in un punto geografico, un luogo che ci contiene tutti.

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“L'India indipendente ha santificato Gandhi, l'ha dichiarato padre della patria, e poi l'ha subito rimosso. La sua personalità e il suo pensiero sono stati più volte smontati e rimontati, come orologi, da storici e sociologi. Dopo le prime esaltazioni, c'è stato chi ha sostenuto che, in realtà, nonostante il radicalismo contadino, la sua dottrina favoriva le classi privilegiate cittadine. Insomma, secondo questa tesi, Gandhi sarebbe stato un falso rivoluzionario, un abile politico, la cui azione ha condotto all'indipendenza dell'India, salvando i grandi proprietari. Per alcuni studiosi della "scuola di Cambridge" sarebbe stato addirittura un fantoccio nelle mani di gruppi e clientele. E c'è stato, al contrario, chi ha parlato di un comunismo primitivo gandhiano. Paradossalmente, è invece in senso opposto che talvolta si richiamano a lui gli autori della svolta economica liberista in corso a Nuova Delhi dall'inizio degli anni Novanta. Altri ancora si limitano a sottolineare, con saggezza, la preminenza in Gandhi di un'esigenza di elevazione morale e spirituale delle masse e dell'individuo, anche nell'azione politica. È in fondo quest'ultimo aspetto del Mahatma che ci sta a cuore.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Origine: Da L'ultimo funerale del Mahatma mezzo secolo dopo http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1997/01/31/ultimo-funerale-del-mahatma-mezzo-secolo.html?ref=search, la Repubblica, 31 gennaio 1997.

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