Frasi su superstite
Una raccolta di frasi e citazioni sul tema superstite, due-giorni, oggi, ancora.
Frasi su superstite

“Chi ascolta un superstite dell'Olocausto diventa a sua volta un testimone.”
Origine: Dall'intervista di Roberta Serdoz, I bambini ci aiuteranno a ricordare l'Olocausto, Il Bergamo, 27 gennaio 2007.

dal discorso di proclamazione dell'impero, 9 maggio 1936
Citazioni tratte dai discorsi

Cap XIII

“E subito riprende | il viaggio | come | dopo il naufragio | un superstite | lupo di mare.”
Allegria di naufragi, 14 febbraio 1917; p. 61

“Dal giorno, superstite | con gli alberi mi umilio.”
Sul colle delle "Terre bianche"
Ed è subito sera, Erato e Apòllion
Origine: 1943, la caduta del fascismo – 1, p. 87
Origine: Napoli 1943, p. 173
Origine: Democrazia e populismo, pp. 55 sg.

“Come in una specie estinta noi, unici due superstiti.”
da Superstiti
Ouch

Origine: Citato in Sergio Romano, Aldo Capitini e il pacifismo alla Scuola Normale https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2006/luglio/04/Aldo_Capitini_pacifismo_alla_Scuola_co_9_060704006.shtml, Corriere della Sera, 4 luglio 2006, p. 37.
da La lirica di Hölderlin, p. 19
Sul "Torquato Tasso" di Goethe e altre note di letteratura tedesca
da Saggio su Kleist, p. 118
Studi di letteratura greca e tedesca
da I genitori hanno un modo per accettare le nostre scelte. Si chiama FATALISMO http://blog.graziamagazine.it/blog/2008/12/17/i-genitori-hanno-un-modo-per-accettare-le-nostre-scelte-si-chiama-fatalismo/, 17 dicembre 2008

Origine: Decima Flottiglia Mas, p. 37

“Dio ci conservi le ultime superstiti del vellico orgoglio vellicabile.”

Origine: Ad Adelaide Cairoli, 1868; citato in Lettere ad Anita ed altre donne, raccolte da G. E. Curatolo, Formiggini, Roma, 1926, pp. 113-116. on line http://dbooks.bodleian.ox.ac.uk/books/PDFs/300061937.pdf

Origine: La vita degli animali, Volume 1, Mammiferi, p. 366

Origine: Da Viaggio fantastico nei giardini di Roma http://digitale.bnc.roma.sbn.it/tecadigitale/giornale/CFI0415092/1980/n.323/7, Il Tempo, 3 dicembre 1980.
I Beati Paoli
Origine: Da Il caso CSELT, Dirigente d'Azienda, ottobre 2010, p. 27. Visibile in DocPlayer.it http://docplayer.it/8090498-I-peggioramenti-al-sistema-presidenziale-introdotto-dell-ultima-legge-finanziaria-non-ci-sono-limiti-al-peggio.html.
da Commemorazione di Giosuè Carducci, in Scritti e discorsi letterari, Firenze, 1921, pp. 251-290
Origine: Citato in I classici italiani nella storia della critica, opera diretta da Walter Binni, vol. II, da Vico a D'Annunzio, La Nuova Italia, Firenze, 1973, p. 570.

Dal discorso agli italiani https://www.youtube.com/watch?v=o1WChq0gQcA, TG2 Studio Aperto, 26 novembre 1980

Origine: Dall'intervento al Senato durante la seduta n. 165 del 14 gennaio 2014 della XVII Legislatura - Resoconto stenografico dell'Assemblea http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00734924&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl925ecpdncemap-intervento_buccarellam5s&parse=no&stampa=si&toc=no.

La tregua
Variante: Ci pareva, e così era, che il nulla pieno di morte in cui da dieci giorni ci aggiravamo come astri spenti avesse trovato un suo centro solido, un nucleo di condensazione: quattro uomini armati, ma non armati contro di noi; quattro messaggeri di pace, dai visi rozzi e puerili sotto i pesanti caschi di pelo.
Non salutavano, non sorridevano; apparivano oppressi, oltre che da pietà, da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quello che il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista, che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e che la sua volontà buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a difesa.
Così per noi anche l'ora della libertà suonò grave e chiusa, e ci riempì gli animi, ad un tempo, di gioia e di un doloroso senso del pudore, per cui avremmo voluto lavare le nostre coscienze e le nostre memorie della bruttura che vi giaceva: e di pena, perché sentivamo che questo non poteva avvenire, che nulla mai più sarebbe potuto avvenire di così buono e puro da cancellare il nostro passato, e che i segni dell'offesa sarebbero rimasti in noi per sempre, e nei ricordi di chi vi ha assistito, e nei luoghi ove avvenne, e nei racconti che ne avremmo fatti. Poiché, ed è questo il tremendo privilegio della nostra generazione e del mio popolo, nessuno mai ha potuto meglio di noi cogliere la natura insanabile dell'offesa, che dilaga come un contagio. E' stolto pensare che la giustizia umana la estingua. Essa è una inesauribile fonte di male: spezza il corpo e l'anima dei sommersi, li spegne e li rende abietti; risale come infamia sugli oppressori, si perpetua come odio nei superstiti; e pullula in mille modi, contro la stessa volontà di tutti, come sete di vendetta, come cedimento morale, come negazione, come stanchezza, come rinuncia.

Origine: Intervista a Enzo Biagi, in Viva Zapatero!, Sabina Guzzanti e Marco Travaglio, 2005

Origine: Italia antica, p. 307
Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.
Variante: La posta in gioco sono centinaia di migliaia di profughi hutu, fuggiti dal Ruanda nel timore di una rappresaglia, dopo il genocidio dei '94. Una massa umana in bilico sul confine, respinta dai tutsi: e di cui si servono invece, come di un ariete, i superstiti dell'ex regime di Kigali, autore del massacro, ora alla ricerca di una rivincita, con l'aiuto dello Zaire. Là il dramma ruandese può essere il detonatore che fa saltare quell'autentica polveriera tribale che è l'ex Congo belga. Un paese disegnato sulle frontiere coloniali, senza tener conto della storia – non scritta – di quelle regioni: e che adesso rischia, come già accadde al momento dell'indipendenza, di andare in frantumi e di destabilizzare l'intera Africa centrale. È al tempo stesso allucinante ed esemplare. A conclusione di un secolo che ha conosciuto la morte del colonialismo, e che ora, arrivato alla fine, assiste alla non tanto lenta rovina del continente nero, questo dramma ruandese è in definitiva il risultato di quello che gli scrittori africani riuniti a Roma, nella primavera del '59, denunciarono come uno dei più gravi peccati occidentali: l'avere accettato, senza discutere, e diffuso, la nozione di un popolo, quello africano, "senza cultura". Ed anche "senza storia", perché, appunto, la si tramandava per via orale. Partendo da questo principio, coloni e (spesso) missionari hanno creato una storia africana con un calco occidentale e hanno imposto la loro cultura come se prima ci fosse stato il vuoto. Ne sono uscite delle mostruosità.

“Siamo i superstiti di turno di un massacro continuo.”
Origine: Il malloppo, p. 17

explicit di Finché tutti i mari..., 1935