Frasi su barbaro
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“I barbari, eccoli qua.”

Alessandro Baricco (1958) scrittore e saggista italiano

I Barbari

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“Nelle parole d'ordine dei barbari risuona il morbido diktat dell'impero.”

Alessandro Baricco (1958) scrittore e saggista italiano

I Barbari

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“[Su un possibile ruolo dirigenziale nel Milan] Berlusconi aveva parlato chiaro e anche Barbara aveva fatto il mio nome. La realtà è che non mi è stato proposto nulla. In questi anni mi hanno chiesto di tornare prima Leonardo, poi Allegri e infine qualche mio ex compagno. Ma ho sempre trovato una porta chiusa in società […] Semplice, il Milan non ha voglia di riprendermi.”

Paolo Maldini (1968) calciatore italiano

Origine: Citato in Maldini: "Il Milan non mi vuole. Colpa di Galliani? Non so..." http://www.liberoquotidiano.it/news/914082/Maldini-Il-Milan-non-mi-vuole-Colpa-di-Galliani-Non-so.html, liberoquotidiano.it, 19 gennaio 2012.

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“La Grecia conquistata il barbaro vincitore conquistò, e le arti portò nell'agreste Lazio.”

Quinto Orazio Flacco (-65–-8 a.C.) poeta romano

da Libro II, Epistole I, linea 156

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“Quando si è assaggiato il fascino e il conforto della grande letteratura, se ne vuole sempre di più. (da Educazione”

Klaus Mann (1906–1949) scrittore tedesco

1920-1923), p. 70
La svolta
Origine: Citato in Daniel Pennac, Come un romanzo, traduzione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, 2003<sup>6</sup>.

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“Rincorrere l'audience con l'arte è una barbarie.”

Salvatore Sciarrino (1947) compositore italiano

dall'intervista a sistemamusica.it http://www.sistemamusica.it/novembre/13.htm, novembre 2000

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“La civiltà è la pelle d'agnello con cui la barbarie si camuffa.”

Thomas Bailey Aldrich (1836–1907) scrittore e poeta statunitense

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“È Verona una delle importanti Città d'Italia, e si può dire che sia una porta per tenere serrati i barbari di fuori.”

Andrea Minucci medico, arcivescovo e scrittore italiano

Descrizione di un viaggio fatto da Venezia a Parigi

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“È pena troppo barbara | sentirsi, oh Dio, morir, | e non poter mai dir: | morir mi sento!”

Pietro Metastasio (1698–1782) poeta italiano

da È pena troppo barbara...

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“Gli anni sembravano non aver avuto alcun effetto su di lei. Era rimasta la solita stronza che conoscevo.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

dal monologo Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando, 1988

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“L'altra sera ho acceso la tv: sesso e violenza, sesso e violenza. E quelle erano solo le previsioni del tempo!”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

dal monologo Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando, 1988

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“Ricordo con angoscia la prima volta che ho fatto l'amore. Era notte, era buio, ero solo.”

Daniele Luttazzi (1961) attore, comico e scrittore italiano

dal monologo Non qui, Barbara, nessuno ci sta guardando, 1988
Origine: Citazione di una battuta attribuita a Rodney Dangerfield o a Robin Williams, ma che è nel repertorio di molti comici USA: Do ya remember the first time you had sex? I do, and boy, was I scared! I was alone!

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“La popolarità ragazzi: Michelle Hunziker al numero uno! Se questa si trovasse qualcuno che se la tromba dieci volte al giorno la smetterebbe di romperci il cazzo! Minchia è dappertutto questa qua! A San Remo quanto gli han dato? Allucinante! Questa è un' offesa alla gente che non ha neanche uno stipendio a fine mese! Al secondo posto Pippo Baudo, c' hai rott' 'o cazz' Pippo Baudo! Minchia ragazzi ma è allucinante! Ma dai lo spazio un po' agli altri! Poi terzo posto Simone Cristicchi, cioè questo qua è andato la con la storia dei disabili e ha fottuto tutti! Questo cantava "Io vorrei essere come Biagio Antonacci" Ragazzi! Ma come cazzo siamo messi! Vabbè dai. Poi quarto posto Scamarcio, questo è quello che fa il film sui ragazzini dove lei si vuole suicidare quello lo lascia quell' altro non lo lascia e giocano sui sentimenti dei ragazzini che vivono di queste cose! Il cinema è un' altra cosa! Quinto posto Laura Chiatti, scusate ragazzi ma chi cazzo è Laura Chiatti, Chiatti, Piatti! Sesto posto il grande Gigino D' Alessio! Otto Elisabetta Gregoracci! Ragazzi, certe cose in televisione non si possono dire ma questa da quando si è rimessa con Briatore ha ricominciato a lavorare, chissà perché! Undici Barbara D'Urso, è una grande figa, ma sei tutta la vita che fai stronzate! la vuoi smettere o no! Porco di…! Dodici Nina Moric. Nina Moric più che mettere le tette e il culo sui calendari che cazzo ha fatto nella vita! Questa è l'Italia, [sputa sul foglio] ma vaffanculo, va!”

Pino Scotto (1949) cantautore

da Database http://www.youtube.com/watch?v=E33PEwqPMTI

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“La fine del Muro è una cosa buona, la fine di una vergogna: non possiamo che salutarla con soddisfazione. Ma guardiamoci dal prendere abbaglio sui suoi moventi. Ulbricht concepì e Honecker realizzò il muro per impedire che i tedeschi dell'Est fuggissero in massa nella Germania dell'Ovest: già 9 (diconsi nove) milioni lo avevano fatto fin allora. E il rimedio fu, come tutti quelli che escogitano nei regimi totalitari, drastico e semplicistico: murare viva la gente dietro una colata di cemento, senza pertugi. […] Abbiamo in uggia le astrazioni. Ma ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler (anche questo pare impossibile: ma i regimi in Germania muoiono nei bunker), il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto.”

Indro Montanelli (1909–2001) giornalista italiano

11 novembre 1989
il Giornale

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“Io non sono un musicista, ma ho molto studiato la declamazione. Mi si accorda il talento di recitare assai bene i versi, e specialmente i miei. Venticinque anni or sono, mi venne fatto di pensare che la sola musica conveniente alla poesia drammatica e, soprattutto, all'aria e al dialogo che noi chiamiamo d'azione, sia quella che maggiormente s'accosta alla declamazione naturale, animata, energica; che la declamazione non è essa stessa che una musica imperfetta; che noi potremmo notarla quale essa è, solo quando avessimo escogitato un numero di segni bastevole ad esprimere tanti toni, tante inflessioni, tanti elevamenti, abbassamenti e sfumature d'una verietà pressocché infinita, quanti sono quelli che la voce assume declamando… Io giunsi a Vienna nel 1761 tutto preso da quest'idea. L'anno seguente, Sua Eccellenza il conte Durazzo, allora direttore degli spettacoli della Corte imperiale, ed oggi suo ambasciatore a Venezia, al quale avevo letto il mio Orfeo, mi sollecitò a darlo in teatro. Io vi acconsentii, a condizione che la musica sarebbe stata scritta a mio piacimento, al quale scopo egli mi indirizzò a Gluck, che – mi disse – si presterebbe a tutto. Io gli lessi il mio Orfeo e, declamandogliene ripetutamente alcuni brani, gli indicai le sfumature che mettevo nella mia declamazione, le sospensioni, i rallentamenti, le accelerazioni, i suoni della voce talvolta forzati, tal'altra fievoli e sommessi, di cui intendevo ch'egli si valesse nella composizione. Lo pregai, al tempo stesso, do abolire i passaggi, le cadenze, i ritornelli e tutto quanto si è introdotto di gotico, di barbaro, di stravagante nella nostra musica. Gluck adottò le mie vedute.”

Ranieri de' Calzabigi (1714–1795) poeta e librettista italiano

citato in Clemente Fusero, Mozart

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“Orlando Portento: Io sono stato un ex.
Barbara d'Urso: Un ex di cosa?
Orlando Portento: …di tutto!”

Orlando Portento (1947) autore televisivo, conduttore televisivo e personaggio televisivo italiano

da La Fattoria, puntata del 15 febbraio 2006

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“Colui che viene governato, ingannato, sfruttato, prostituito, ferisce in primo luogo il nostro sentimento di uguaglianza. Ed è in nome di esso che non vogliamo più né prostitute, né sfruttati, né ingannati, né governati. Ci si obietterà "Ma se la pensate così, con quale diritto farete uso della forza, qualunque sia la circostanza? Con che diritto punterete i cannoni contro i barbari o contro i civili che invadono il vostro paese? Con che diritto caccerete lo sfruttatore? Con che diritto ucciderete non tanto un tiranno, quanto una semplice vipera?" Con quale diritto? Ma cosa intendete con questa parola barocca, presa a prestito dalla legge? Mi state chiedendo se mi sentirei nel giusto avendo agito in tale modo? Se coloro che io stimo giudicheranno bene quel che ho fatto? Questo volete sapere? In tal caso la risposta è semplice. Sì, certamente! Perché noi chiediamo di essere uccisi, come bestie velenose, qualora ci rendessimo colpevoli di un'invasione nel Tonchino o presso gli Zulù che non ci hanno fatto nulla di male. Noi diciamo ai nostri figli, ai mostri amici: "Uccidimi se mi metto dalla parte degli invasori!". Sì, certamente! Perché noi chiediamo di essere cacciati, se un giorno, rinnegando i nostri princìpi, ci impadronissimo di un'eredità – foss'anche caduta dal cielo*usandola per sfruttare gli altri. Sì, certamente! Perché ogni uomo di cuore chiederebbe di essere ucciso se mai diventasse vipera, e che gli venisse conficcato un pugnale nel cuore nel caso prendesse il posto di un tiranno detronizzato.”

Pëtr Alekseevič Kropotkin (1842–1921) filosofo, geografo, zoologo e anarchico russo

La morale anarchica

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“Io invece penso che l'open source sia il sistema migliore per precipitare nella barbarie. Certe cose vengono fatte perché esiste un'industria che le produce e investe senza un ritorno economico. Senza un editore, Hemingway non sarebbe stato scoperto.”

Giorgio Faletti (1950–2014) scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Anna Masera, Faletti: «La mia faccia gratis per combattere la pirateria», la Stampa, 10 maggio 2005, p. 14.

“Sappiamo che esiste un animalismo classico, potremmo dire animalista, che sostiene i diritti di tutti gli esseri senzienti e combatte la discriminazione sottolineando la continuità biologica e psicologica tra l'uomo e gli altri animali. C'è poi un animalismo che potremmo definire ambientalista. In questo caso si insiste sul danno arrecato all'ambiente dagli allevamenti intensivi, sullo spreco di risorse come acqua e cereali dovuto all'alimentazione carnivora e così via. Io sostengo anche la causa di un animalismo che definisco umanista. Da un lato, a chi mi fa notare che nessun animale ha raggiunto risultati paragonabili a quelli umani in termini di intelligenza e creatività, rispondo che è indiscutibilmente vero, ma che proprio questa superiorità accresce i doveri umani. Noblesse oblige dicono i francesi, non oblesse exempte. La nobiltà, il rango, comportano più obblighi, non più privilegi. E quindi aggiungo un altro elemento al mio animalismo umanista, la pietà per il boia. […] E il mio pensiero va a quegli operai che lavorano nei mattatoi, spesso persone senza tutele, ricattabili, magari immigrati messicani negli Stati Uniti senza permesso di soggiorno. A loro viene delegato il compito di uccidere, passando giornate intere immersi nella merda e nel sangue. È da questo pensiero che nasce la mia proposta, che nessun parlamento vorrà mai esaminare, di istituire un "servizio carnefice" obbligatorio per i carnivori: almeno una settimana all'anno da passare lavorando in un mattatoio. Io credo che dobbiamo liberare la nostra umanità dalle sue barbarie. Anche questa è una possibile finalità per la lotta animalista.”

Luigi Lombardi Vallauri (1936) filosofo italiano

“Riserbiamo il nome di barbari e di stranieri alla sola razza d'animali, che ne sian degni: ai tiranni!”

Cristoforo Bonavino (1821–1895) presbitero, scrittore e teologo italiano

p. 6

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“Che si veggano più antichi i poemi de' Provenzali che i nostri, non è ragione che ci sforzi a conceder loro che i primi sieno stati, ma piuttosto accusare la negligenza de' nostri nel conservare la memoria de' primi Italiani, che verseggiarono, o la barbarie de' tempi, né quali era tutta l'Italia sconvolta.”

Giacinto Gimma (1668–1735) abate e critico letterario italiano

da Idea della storia letteraria, Napoli 1723; citato in Ireneo Affò, Dizionario precettivo, critico, ed istorico della poesia volgare, Giovanni Silvestri, Milano 1824

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“La pena di morte è il segno caratteristico ed eterno della barbarie.”

Victor Hugo (1802–1885) scrittore francese

Contro la pena di morte
Origine: Estratto da un discorso all'Assemblea Costituente, 15 settembre 1848

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“Gli esploratori [europei], ovviamente, scoprirono anche Stati ed imperi pienamente sviluppati, governati da despoti e da classi dirigenti e difesi da eserciti permanenti. Furono questi gli imperi che con le loro città, i monumenti, i palazzi e i tesori spinsero tutti i Marco Polo e i Cristoforo Colombo oltre i deserti e gli oceani. V'era la Cina, il più grande impero del mondo, uno stato ampio e sofisticato i cui governanti schernivano i "barbari dalle facce rosse" [gli europei], supplicanti da piccoli regni oltre i confini del mondo civilizzato. E v'era l'India, un paese dove le vacche erano venerate e il fardello dell'esistenza veniva distribuito in misura ineguale secondo i meriti di ciascun'anima nella sua precedente incarnazione. Vi erano poi gli stati e gli imperi americani primitivi, mondi a parte, ciascuno con le sue arti e le sue religioni caratteristiche: gli Incas, con le loro grandi fortezze di pietra, i ponti sospesi, i granai sempre pieni e l'economia controllata dallo Stato; gli Aztechi, con i loro dei assetati di sangue, nutriti di cuori umani, e la loro incessante ricerca di nuove vittime sacrificali. E infine vi erano gli Europei stessi, con le loro proprie caratteristiche esotiche: pronti a combattere in nome di un Principe della Pace, sempre a comprare e vendere per realizzare profitti, molto più potenti della loro consistenza numerica, grazie all'abile padronanza delle arti meccaniche e dell'ingegneria.”

Marvin Harris (1927–2001) antropologo statunitense

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“È troppo vero che, trovato il nome che designi il nemico al disprezzo, la persecuzione infierisce più facile quasi licenziata a farsi barbara dallo scherno.”

Riccardo Bacchelli (1891–1985) scrittore e drammaturgo italiano

cap. V, I giorni della ghirlanda
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“Aver trasformato in prostitute delle ragazze che frequentavano casa Berlusconi, dopo aver intercettato le telefonate e fatto perquisire le abitazioni, non è stata soltanto un'operazione giudiziaria bensì anche una violazione della dignità di donne la cui sola colpa era quella di aver fatto eventualmente uso del proprio corpo. La pubblicazione da parte dei media delle loro fotografie, che corredate di nomi e cognomi sono adesso delle vere e proprie foto segnaletiche, non è stato soltanto un fatto di cronaca è stata anche una barbarie.”

Giorgio Clelio Stracquadanio (1959–2014) politico e giornalista italiano

Origine: Seduta della Camera dei Deputati n. 476 di lunedì 23 maggio 2011 http://documenti.camera.it/apps/commonServices/getDocumento.ashx?idLegislatura=16&sezione=assemblea&tipoDoc=pdf&idseduta=476 – XVI Legislatura – Resoconto stenografico dell'Assemblea – Discussione della proposta di legge: Soro ed altri: Norme per la tutela delle vittime di reati per motivi di omofobia e transfobia (A.C. 2802-A). Camera dei Deputati, 23 maggio 2011.

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“Barbara D'Urso mi si è buttata addosso in un club romano più di una volta: ero famoso, lei non era ancora nessuno poi ha fatto una carriera rapida.”

Scialpi (1962) cantante e attore italiano

Origine: Da un'intervista alla trasmissione I Radioattivi, Radio Club 91; citato in Scialpi choc: «Barbara D'Urso? Mi si è buttata addosso quando non era nessuno» http://www.ilmessaggero.it/SOCIETA/GOSSIP/scialpi_rivelazione_choc_barbara_d_amp_39_urso/notizie/1254851.shtml, Il Messaggero.it, 23 marzo 2015.

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