Frasi su Comunità
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“A Renzi chiedo di convincere la comunità internazionale a rimuovere l'embargo sulle armi e di aiutarci a combattere per una Libia libera dagli estremisti. È decisivo anche per l'Italia: se dovesse vincere l'Isis sarebbe a rischio la vostra sicurezza.”

Khalifa Belqasim Haftar (1943) generale e politico libico

Citazioni di Khalīfa Belqāsim Ḥaftar
Origine: Citato in Libia, Haftar a Renzi: rimuovere l'embargo sulle armi. Stop dell'Onu http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2015-03-10/libia-haftar-renzi-rimuovere-l-embargo-armi-alfano-propone-campi-profughi-africa-165358.shtml?uuid=ABCn2x6C, Il Sole 24 ore.it, 10 marzo 2015.

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“In occasione della nona Giornata internazionale contro l'omofobia e la transfobia, istituita per iniziativa del Parlamento Europeo nel 2007, desidero incoraggiare quanti in questi anni si sono battuti e continuano a battersi contro ogni forma di discriminazione basata sull'orientamento sessuale delle persone. […] Il principio di uguaglianza, sancito dalla nostra Costituzione e affermato nella Carta dei Diritti fondamentali dell'Unione europea, non è soltanto un asse portante del nostro ordinamento e della nostra civiltà. Esso costituisce un impegno incessante per le istituzioni e per ciascuno di noi. Rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della personalità umana è una responsabilità primaria, dalla quale discende la qualità del vivere civile e della stessa democrazia. […] Le discriminazioni, le violenze morali e fisiche, non sono solo una grave ferita ai singoli, ma offendono la libertà di tutti, insidiano la coesione sociale, limitano la crescita civile. Dobbiamo promuovere il rispetto delle differenze laddove invece la diversità scatena reazioni intolleranti. E dobbiamo parlarne con i giovani, perché purtroppo continuano a registrarsi atti di bullismo contro ragazze e ragazzi, che talvolta spingono alla disperazione. Si tratta di espressioni di disumanità insopportabili che vanno contrastate con un'azione educativa ispirata alla bellezza di una società aperta, solidale e ricca di valori. […] Contro l'inciviltà delle discriminazioni e delle violenze molta strada è stata fatta, eppure il cammino è ancora lungo. È il cammino di una libertà come pieno sviluppo dei diritti civili, nella sfera sociale come in quella economica, nelle sfera personale come in quella affettiva. Libertà anche come responsabilità. È compito della società nel suo insieme abbattere i pregiudizi dell'intolleranza. E costruire al loro posto una cultura che assuma l'inclusione come obiettivo sociale, che applichi il principio di eguaglianza alle minoranze, che contrasti l'omofobia e la transfobia, perché la piena affermazione di ogni persona è una ricchezza inestimabile per l'intera comunità.”

Sergio Mattarella (1941) 12º Presidente della Repubblica Italiana

2015
Origine: Citato in Mattarella: «Gay, discriminazioni e violenze offendono libertà di tutti» http://www.corriere.it/politica/15_maggio_17/mattarella-gay-discriminazioni-violenze-offendono-liberta-tutti-cb145de4-fc73-11e4-9e3e-6f5f0dae9d63.shtml, Corriere.it, 17 maggio 2015.

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“La Costituzione è un processo di liberazione della persona umana naturalmente inconcluso e da rinnovare continuamente con spirito di cooperazione solidale. La Costituzione è stata scritta avendo in mente il passato, il presente e il futuro. Considerando chi aveva già la voce per farsi sentire e chi ancora non aveva trovato spazio nella comunità politica, come le persone omosessuali, oggetto di un pervasivo e doloroso stigma sociale. Queste persone per troppo tempo assenti e taciute, noi oggi le rendiamo finalmente presenti al resto della comunità politica, riconosciamo la loro esperienza di vita familiare come una realtà meritevole di tutela, perché attinente alla loro dignità di persone. Così, concretamente, realizziamo quella parte di Costituzione scritta per gli assenti – quegli assenti – individui adulti bambini famiglie, che finalmente diventano presenti, con pari diritti e dignità già riconosciuti agli altri cittadini. Colleghi, vi chiedo: da che parte vorremo farci trovare dai nostri figli e dai nostri nipoti, quando fra trent'anni torneranno a leggere i resoconti di questa seduta? Dalla parte di chi ha creduto possibile far muovere all'Italia il primo e tanto atteso passo verso l'uguaglianza? O dalla parte di chi ha visto nella Costituzione il patrimonio di pochi privilegiati, e nell'estensione di diritti un pericolo?”

Monica Cirinnà (1963) politica italiana

Origine: Dall'intervento in Senato dopo le votazioni sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità e sulle questioni sospensive del ddl Cirinnà, 2 febbraio 2016; citato in Legislatura 17ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 569 del 02/02/2016 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=17&id=00964262&part=doc_dc-ressten_rs-ddltit_rdddddl2081ecddcdfeduc-trattazione_dg-intervento_cirinnapd&parse=no, Senato.it, 2 febbraio 2016. Visibile al minuto 06:00 di L'intervento di Monica Cirinnà al Senato https://www.youtube.com/watch?v=qQDLure4FrM, YouTube.com, 2 febbraio 2016.

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“All'inizio di questa giornata del 24 aprile, vorrei fare memoria in quest'Aula del genocidio armeno: 97 anni fa, nel 1915, ci fu il culmine di una persecuzione che avveniva già da parecchi anni, sin dalla fine dell'Ottocento. È ancora una ferita aperta, ancora vi è bisogno di una coscienza collettiva condivisa delle parti che sono state protagoniste di quella drammatica vicenda: la coscienza di quel che è stato, di quello che ha significato e la consapevolezza che oggi, a 97 anni di distanza, solo la politica può chiudere quella ferita aperta. Vi sono in Italia e nel mondo (in diverse città del nostro Paese, da Roma a Milano) comunità armene che per tutto l'anno, ma in modo particolare in questo giorno, tengono vivo il senso di una storia, di una cultura, della vicenda di un popolo che non appartiene soltanto a quel popolo ma alla coscienza europea e mondiale. Noi oggi non possiamo che auspicare l'attraversamento – mi viene da dire – dei confini, nel senso del superamento dei muri, degli ostacoli che impediscono oggi alle comunità, così vicine, dell'Armenia e della Turchia di trovare, di ritrovare il filo della comune appartenenza ad una comunità internazionale in cui gli accordi, l'apertura delle frontiere, l'incremento dei rapporti e dei contatti possono aprire in quella zona una fase nuova che diventa un grande segno per l'Europa e per tutta l'area del Medio Oriente che ha visto questa tragedia. Questa tragedia appartiene alla comunità internazionale, all'Unione europea, e l'Italia ne è parte. Di fronte a questa tragedia non possiamo che auspicare, con tutte le nostre forze, verità e riconciliazione. Vi sono già accordi internazionali che attendono solo di essere applicati. Oggi, a 97 anni di distanza da quel tragico evento, da quel grande male, la nostra solidarietà e il nostro impegno è perché sia superata quella ferita e si apra una fase nuova nella vita del popolo armeno e della Turchia.”

Albertina Soliani (1944) politica italiana

Origine: Citato in Seduta del Senato della Repubblica Italiana n. 715 del 24 aprile 2012 http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=Resaula&leg=16&id=658674 Legislatura XVI – Sull'anniversario dei massacri di armeni nell'Impero ottomano – Resoconto stenografico della seduta. Senato della Repubblica Italiana, 24 aprile 2012.

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“Da quello che conosco di Casapound, del fascismo hanno conservato solo la parte folcloristica (se vogliamo dire così), razzista e sprangaiola. Che non comprende l'ideologia del fascismo, che prima che degenerasse aveva una dimensione nazionale di comunità attinta a piene mani dal socialismo, un altissimo senso dello stato e la tutela della famiglia.”

Roberta Lombardi (1973) politica italiana

Origine: Citato in Lombardi scivola sull'elogio del fascismo... http://www.unita.it/italia/capogruppo-camera-alzata-mano-fascismo-casapound-mussolini-cinquestelle-meeting-eletti-grillo-m5s-1.486668, L'Unità, 4 marzo 2013.

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“Il popolo palestinese sta resistendo da 50 anni; sta resistendo alla colonizzazione di Israele, che l'ha ridotto in un Bantustan sul modello sudafricano e da anni il popolo palestinese mette in campo questa sua lotta, sotto lo sguardo di una comunità internazionale insensibile. Israele non ha una costituzione, non ha mai dichiarato i propri confini e non cerca la pace.”

Moni Ovadia (1946) attore teatrale, drammaturgo e scrittore italiano

Origine: Dall'intervista di Daniele Valisena, Moni Ovadia: «Israele non cerca la pace vuole solo colonizzare» http://gazzettadireggio.gelocal.it/cronaca/2014/07/25/news/moni-ovadia-israele-non-cerca-la-pace-vuole-solo-colonizzare-1.9654417, Gazzetta di Reggio, 25 luglio 2014.

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“Religione a Roma non vuol dire divisione com'è a Gerusalemme, non vuol dire esclusione degli altri com'è a La Mecca. Questa è una realtà non solo di pluralismo religioso (destinato ad accentuarsi con le comunità immigrate), ma di confronto tra religione e laicità o pensiero laico e democrazia.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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Origine: Da [cerca.unita.it/ARCHIVE/xml/150000/145520.xml?key=Andrea+Riccardi%2A&first=1&orderby=1&f=fir Un futuro da capitale], l'Unità, 20 gennaio 2005, p. 3.

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“Il Mediterraneo è stato a lungo rappresentato come il mare dei tanti conflitti. Soprattutto il secolare conflitto tra il mondo cristiano e quello islamico, divenuto un archetipo dei rapporti tra le due religioni e le civiltà ad esse legate. Ancora oggi il Mediterraneo è contrassegnato da una serie di preoccupanti conflitti, come quello tra israeliani e palestinesi. Ma anche la "primavera araba" ha lasciato un'eredità di pesanti tensioni in Egitto e in Libia. Drammatica è la situazione della Siria, ostaggio di una guerra civile con tante interferenze internazionali, dove si scontrano il mondo sunnita e sciita. Anche nel XXI secolo il mare Mediterraneo si presenta come uno spazio dove ci sono tanti conflitti, quasi confermando la storia di secoli, se non di millenni. Il Mediterraneo è un mondo frammentato in tante storie diverse, ma intrecciate l'una con l'altra. In questo mondo di diversità c'è però anche un'unità profonda. Esiste un Mediterraneo che, in qualche modo, lega le sorti dei differenti paesi e delle diverse comunità. Si ripropone il grande tema del vivere insieme nel mondo contemporaneo. La civiltà del convivere, nell'uguaglianza e nel rispetto della libertà, è la grande prospettiva che si apre per il XXI secolo. Vivere insieme riguarda anche i rapporti tra le religioni, le nazioni e le culture di quel sistema complesso rappresentato dal Mediterraneo. Per chi ne percorre le storie si aprono scenari in cui le convivenze di ieri si incrinano, ma anche dove si intrecciano nuovi rapporti.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

da Mediterraneo. Cristianesimo e Islam tra coabitazione e conflitto, Guerini e Associati, 2014
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“La Tunisia considera con realismo la situazione in Libia e rifiuta ogni intervento militare nel Paese. […] Siamo in contatto con il governo libico riconosciuto dalla comunità internazionale, ma anche con il governo dell'ovest della Libia, nella speranza di arrivare ad una soluzione.”

Beji Caid Essebsi (1926–2019) politico e avvocato tunisino

Origine: Citato in Libia: Tunisi dice no ad opzione militare http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/africa/2015/05/02/libiatunisi-dice-no-ad-opzione-militare_2ac55124-d71f-46c8-9b35-437674ef8c21.html, Ansa.it, 2 maggio 2015.

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“Ma in realtà passeggiando per le strade di Firenze mi rendo conto che non solo i capolavori universali, ma ogni luogo della città mi dice qualcosa: un campo sportivo dove ho giocato, un giardino dove ho pianto, persino una fermata dell'autobus dove ho aspettato qualcosa o forse qualcuno. Ogni angolo della città deve scatenare un sentimento in chi vuol fare il sindaco. Altrimenti ha sbagliato mestiere. Potrà ragionare di culture politiche, discutere sulle grandi riforme. Magari sarà il più colto dei deputati o il più elegante tra i senatori. Ma non potrà mai fare il sindaco. Può provare a fare il primo cittadino solo chi crede che amministrare sia davvero un'estensione del verbo amare. L'etimologia della parola ci porterebbe altrove. Dovremmo dire infatti che amministrare significa servire. E il tema del servizio civico, della cosa pubblica è uno degli aspetti più intriganti della politica fatta con passione. Nell'abisso di solitudini che caratterizza il nostro tempo, c'è proprio bisogno di costruire una comunità, di incrociare sogni, di stabilire legami. Evitare l'individualismo dedicando del tempo al servizio del bene comune è già una suggestiva scelta controcorrente. Ma questo vale per ogni tipo di impegno politico. La peculiarità dell'esperienza come sindaco – o come candidato sindaco – sta proprio nel legame intimo e inebriante con la propria città.”

Matteo Renzi (1975) politico italiano

Origine: Fuori!, pp. 26

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“La comunità Sant'Egidio propone di aprire degli humanitarian desk, sulla riva sud del Mediterraneo, dove si possano registrare le persone che chiedono asilo nei Paesi europei. I quali possono concedere i visti umanitari. Ma il vero problema è che bisogna agire alla fonte dei Paesi da dove i profughi scappano, altrimenti il fenomeno non finirà mai.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

Con data
Origine: Da Riccardi: «Visti umanitari a chi scappa dalla guerra» http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/17272/Riccardi-Visti-umanitari-a-chi-scappa-dalla-guerra.html, Santegidio.org, Trentino, 28 aprile 2015.

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“In un mondo che conosce nuove divisioni, ma non meno radicali di quelle di ieri, i cristiani rappresentano umilmente una comunità che testimonia la familiarità tra i popoli e l'amicizia con i poveri.”

Andrea Riccardi (1950) storico, accademico e pacifista italiano

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Origine: Da Condivisione: via alla pace, Tertium Millenium, n.° 1, febbraio 1998; in Vatican.va http://www.vatican.va/jubilee_2000/magazine/documents/ju_mag_01021998_p-10_it.html.

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“[…] adesso sei salvo, inattaccabile da quell'odio. Per quanto ti conosco, sono sicuro che hai raggiunto una pace interiore e sei superiore alla tua sorte. La tua opera è e rimane più che mai intoccabile da qualunque passione e durerà finché esiste sulla terra una comunità civile.”

Max von Laue (1879–1960) fisico tedesco

Origine: Da una lettera ad Albert Einstein in occasione del suo sessantesimo compleanno; citato in Albert Einstein, Il lato umano: spunti per un ritratto (tit. or.: The Human Side), a cura di Helen Dukas e Banesh Hoffmann, traduzione di Annamaria Gilberti, Einaudi, Torino, 1980, p. 97.

“Balthasar fu accusato di sudditanza nei confronti della dottoressa, e quindi di essere succube delle sue visioni mistiche […]. Lei era giudicata malevolmente superba, eccentrica, piuttosto visionaria […]. Le chiacchiere non mancarono e anzi durarono non poco, nella totale (o apparente?) indifferenza però di Balthasar, lei invece in qualche passaggio dei suoi commenti al Vangelo di Giovanni si lascia sfuggire qualche critica velata nei confronti di quanti ipocritamente seminavano zizzania nella Chiesa a causa del distorto giudizio sul loro rapporto. Ma la sofferenza silenziosa e umile di entrambi per queste incomprensioni è abbastanza nota. Non c'è una riga […] in cui Balthasar faccia riferimento agli anni difficili […]; ha attraversato gli ultimi vent'anni della sua esistenza senza cercare improbabili rivendicazioni o riabilitazioni, salvo l'insistenza, quando richiesto, dell'importanza dell'opera di lei per comprendere la sua stessa opera, quasi per una sorta di riconoscimento oggettivo del valore di Adrienne e per non riservare solo a sé meriti culturali ed ecclesiali che da più parti cominciarono ad arrivare. Certo, lo ritroviamo ancora come un cavaliere solitario, nemmeno molto impegnato per la vita e lo sviluppo della Comunità di Giovanni che restò una realtà abbastanza esigua e forse elitaria.”

Marcello Paradiso (1953) presbitero e teologo italiano

Origine: Il blu e il giallo, p. 210

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“È urgente ricostruire una trama di comunità capace di guardare il mondo senza le lenti deformanti dell'ideologia dominante.”

Nichi Vendola (1958) politico italiano

Origine: Da un tweet https://twitter.com/nichivendola/status/701363855742603264 del 21 febbraio 2016.

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“L'esperienza dei paesi occidentali, dove ci sono veri e propri ghetti, dimostra che l'integrazione della comunità musulmana praticamente non è possibile.”

Miloš Zeman (1944) politico ceco

Origine: Da una dichiarazione riportata da Blesk; citato in Il presidente ceco Zeman: "Impossibile integrare i musulmani" http://www.qelsi.it/2016/il-presidente-ceco-zemanimpossibile-integrare-i-musulmani/, Qelsi.it, 19 gennaio 2016.

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“Il Tempio è il luogo dove la comunità va a pregare, a lodare il Signore, a rendere grazie, ma soprattutto ad adorare: nel Tempio si adora il Signore. E questo è il punto più importante. Anche, questo è valido per le cerimonie liturgiche: in questa cerimonia liturgica, cosa è più importante? I canti, i riti – belli, tutto…? Più importante è l'adorazione: tutta al comunità riunita guarda l'altare dove si celebra il sacrificio e adora.”

Papa Francesco (1936) 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Origine: Papa Francesco: nel tempio non si va a celebrare un rito ma ad adorare Dio http://it.radiovaticana.va/news/2013/11/22/papa_francesco:_nel_tempio_non_si_va_a_celebrare_un_rito_ma_ad_adorare/it1-748874, Radio Vaticana, 22 novembre 2013.

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“[Sugli attentati del 22 luglio 2011 in Norvegia] Ciononostante, poiché la strage si è consumata in 30 minuti, c'è da chiedersi comunque perché il pluriomicida non sia stato minimamente contrastato dal gruppo destinato allo sterminio. Ragioniamo. Cinque, sei, sette, dieci, quindici persone, e tutte disarmate, non sono in grado di annientare un nemico, per quanto agisca da solo, se questo impugna armi da fuoco. Ma 50 – e sull'isola ce n'erano dieci volte tante – se si lanciano insieme su di lui, alcune di sicuro vengono abbattute, ma solo alcune, e quelle che, viceversa, rimangono illese (mettiamo 30 o 40) hanno la possibilità di farlo a pezzi con le nude mani. […] Ma è incredibile come, in determinate circostanze, ciascuno pensi soltanto a salvare se stesso, illudendosi di spuntarla, anziché adottare la teoria più vecchia (ed efficace) del mondo: l'unione fa la forza. […] Evidentemente l'uomo non ha, o forse ha perso nei secoli, l'abitudine e l'attitudine a combattere in favore della comunità della quale pure fa parte. In lui prevalgono l'egoismo e l'egotismo. Non è più capace di identificarsi con gli altri e di sacrificarsi per loro, probabilmente convinto che loro non si sacrificherebbero per lui.”

Vittorio Feltri (1943) giornalista italiano

Origine: Da http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=12GIET Il Giornale, 25 luglio 2011.

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“Il governo nazionalsocialista può fare quanto vuole, impunemente. La Germania è nazista. Il Völkischer Beobachter la definisce "una giornata storica. Il sistema parlamentare capitola di fronte alla nuova Germania. In quattro anni, Hitler potrà fare tutto ciò che ritiene necessario: lo sradicamento di tutte le forze corruttrici del marxismo e la costituzione di una nuova comunità popolare. La grande impresa ha avuto inizio! È giunto il giorno del Terzo Reich!". L'impresa ha avuto inizio: è giunto il giorno dei libri. Che cos'è un libro? Domanda abissale: un libro è un santo eretico, un impiccio che fa scivolare i re, la condensazione di visuali alternative e soprannaturali, la morale in azione travolgente, il virus della libertà. Esso agisce per contagio. Tale contagio fu sempre avvertito e si tentò di debellarlo: infezioni e cure simili ebbero luogo in Cina nel III secolo a. C., nel corso del Medioevo a opera dell'Inquisizione, dopo la distruzione dell'Impero Azteco, nella Spagna della Reconquista, fino ai nostri giorni. Laddove il contagio è appiccato, si appicca il fuoco. Lo scrittore è un untore, si sa. Per fare fronte alla diffusione della peste in Venezia devastata dai bubboni, si dispose il rogo di molti libri, strumento di contagio a causa del contatto con le pagine. Quando alcuni umanisti scrissero al vescovo Ghislieri di evitare questa azione, egli rispose che, al pari della peste reale, bisognava debellare la "peste dell'eresia". Nel 1644 John Milton scrisse nell'opera Areopagitica: "Uccidere un buon libro equivale a uccidere un essere umano; chi uccide un essere umano uccide una creatura ragionevole, l'immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione medesima". Nella Tempesta di Shakespeare, Calibano consiglia Trinculo e Stefano per sottrarre il potere a Prospero: "Egli è abituato a fare un pisolino nel pomeriggio, cosicché, dopo esserti impadronito dei suoi libri, potrai strappargli le cervella; oppure con un bastone potrai spezzargli il cranio, o sventrarlo con una pertica, o tagliargli un'arteria col tuo coltello. Però ricordati di impadronirti prima dei suoi libri; senza di essi egli è solo uno sciocco come me, e nessuno spirito potrebbe obbedirgli. Solo i suoi libri devi bruciare."”

Giuseppe Genna (1969) scrittore italiano

da Hitler – Romanzo

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“Sopportare è la prima regola di ogni comunità.”

Angelo Fiore (1908–1986) scrittore italiano

Origine: Il lavoratore, p. 122

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“Vivere del pensiero è sentirsi superiori alla comunità.”

Carlo Maria Franzero (1892–1986) scrittore e giornalista italiano

Origine: Il fanciullo meraviglioso, p. 147

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“orrore all’idea di aggiungere i miei lamenti ai piagnistei dell’umanità, per lungo tempo non avrei saputo dire cosa mi avesse resa capace di sopportare tutto ciò. Se la Storia è l’inferno, la vita è il paradiso. La felicità non ci è data: è una cosa che si fa, si inventa. L’ho imparato da poco, leggendo dietro consiglio della signora Mandonato i filosofi della gioia, che hanno scritto nero su bianco tutto quanto ho sempre pensato, senza averlo mai saputo esprimere. Epicuro, capace di parlare così bene del piacere della contemplazione e morto per un blocco renale dopo aver sopportato i dolori di terribili calcoli. Spinoza, cantore della felicità, proscritto e maledetto dalla comunità a cui apparteneva. Infine Nietzsche, che ha celebrato la vita e sosteneva di provare un’indicibile allegria mentre soffriva martiri in tutto il corpo, divorato com’era da un mostruoso herpes genitale e da una sifilide all’ultimo stadio, oltre che da una cecità crescente e un’ipersensibilità uditiva. Per non parlare degli attacchi di vomito ed emicrania. «Nietzsche chiamava il dolore la sua cagna» ha precisato Jacky, che è una persona colta. «Lo considerava fedele come un cagnolone su cui sfogare il suo cattivo umore.» Dopo cena, ormai sbronza, mi sono alzata e ho sproloquiato un po’: «Un discorso è come un vestito da donna. Dev’essere abbastanza lungo da coprire e abbastanza corto da suscitare interesse. Il mio si comporrà di un’unica frase: ognuno ha solo la vita che si merita».”

La cuoca di Himmler

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“Perché abbiamo preso come base la campagna e perché non abbiamo preso come base di supporto le città?
La città non poteva essere la base. Certo, la popolazione là è molto grande, ma la città è piccola e infestata dal nemico. L'Assemblea, i tribunali, le prigioni, la polizia, l'Esercito - erano tutti lì. Le reti dell' apparato repressivo del nemico erano concentrate là, e la composizione sociale della città è molto complessa.
Per contro, la campagna è vasta. I nemici sono in pochi là. In alcuni villaggi, non c'è nemmeno l'ombra del nemico, militarmente o in altro modo. In certe comunità, ci sono solo uno o due soldati o poliziotti. Ciò significa che le forze nemiche nella campagna sono deboli, mentre i contadini sono molto numerosi. La composizione delle classi là è buona.”

Pol Pot (1925–1998) politico e rivoluzionario cambogiano

Why did we take the countryside as the base and why did we not take the cities as the support base?
The cities could not be the base. True, the population there is large, but the city is small, the enemy is all over it. The Assembly, the courts, the prisons, the police, the Army - they were all there. The networks of the enemy's repressive apparatus were concentrated there, and the social composition of the town is very complex.
By contrast, the countryside is vast. The enemy is spread thin there. In some villages, there is not even the shadow of the enemy, militarily or otherwise. In some communities, there are only one or two soldiers or police. This means the enemy forces in the countryside are weak. The peasants there are very numerous. The class composition is good.

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“Sta diventando assiomatico che le potenze coloniali non rinunciano volontariamente al controllo politico di qualsiasi territorio. Prima di partire, fanno sforzi sovrumani per creare divisioni e rivalità che sperano di poter sfruttare quando se ne sono andati. L'India, con la sua divisione in due parti, lasciando la sua triste eredità di comunalismo e faide religiose, è il più lampante esempio. Ma gli scismi in Birmania, Ceylon, i Camerun, Vietnam, lo sgretolamento delle due federazioni nell'Africa Occidentale Francese e l'Africa equatoriale francese in stati separati della comunità francese, rappresentano tutti un'eloquente testimonianza di questa vasta politica di «dividi e domina». Lo è anche la divisione federale della Nigeria in tre regioni, dove l'amministrazione britannica aveva in precedenza meticolosamente eretto una forma di governo unitario da una conglomerazione vasta di popoli diversi. È difficile capire i metodi delle potenze coloniale se considerati superficialmente. Non lasciano l'Africa in pace anche quando sanno benissimo che si stanno arrampicando sugli specchi nei loro tentativi di impedire la liquidazione totale e definitiva del sistema coloniale. Agiscono come se avessero ancora il diritto di ingerirsi negli affari interni degli stati appena emersi. Presumono perfino di imporre quali dei nostri atti siano giusti e quali sbagliati. Se scrutate attentamente, queste manovre si possono considerare parte della strategia di «dividi e domina» esercitata da lontano.”

Kwame Nkrumah (1909–1972) rivoluzionario e politico ghanese

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“Dobbiamo essere tutti vigili contro ogni estremismo e non permettere che la minaccia del terrorismo ci porti a limitare la libertà delle persone o a creare barriere tra le diverse comunità. È una cosa che non accetterò mai.”

Leo Varadkar (1979) politico irlandese

Origine: Citato in Patsy McGarry, Taoiseach's sexual orientation "not an issue" at Clonskeagh mosque https://www.irishtimes.com/news/social-affairs/religion-and-beliefs/taoiseach-s-sexual-orientation-not-an-issue-at-clonskeagh-mosque-1.3133212, The Irish Time.ii, 25 giugno 2017; tradotto in Due primi ministri omosessuali per l'Irlanda e la Serbia https://www.ilgrandecolibri.com/irlanda-serbia-premier-omosex/, Il Grande Colibrì.it, 30 giugno 2017.

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“Nel Mondo occidentale alcune disposizioni per coloro che sono minacciati dagli estremi di indigenza o dalla fame per circostanze al di là del loro controllo sono stati da tempo accettati come dovere della comunità. La necessità di una simile disposizione in una società industriale è indiscussa, sia solo nell'interesse di coloro che richiedono protezione contro atti di disperazione da parte dei bisognosi.”

Friedrich August von Hayek (1899–1992) economista premio nobel per l'economia britannico

Variante: Nel Mondo occidentale alcune disposizioni per coloro che sono minacciati dagli estremi di indigenza o dalla fame per circostanze al di là del loro controllo sono stati da tempo accettati come dovere della comunità. La necessità di una simile disposizione in una società industriale è indiscussa - sia solo nell'interesse di coloro che richiedono protezione contro atti di disperazione da parte dei bisognosi. (da La società libera)

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“A Wilders che vede l'Europa come una comunità di cristiani e di stati sovrani ricordo che due guerre mondiali sono avvenute tra cristiani e una non è stata priva di conseguenza sugli ebrei.”

Mario Monti (1943) politico, economista e accademico italiano

Origine: Citato in Dario Di Vico, Tra economia e religione, le tre idee di Europa che dividono storici e politici, Corriere della Sera, 3 settembre 2017, p.2.

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