Frasi su grado
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“Alla corte di un imperatore (che visse non importa quando) tra le molte gentildonne di Camera e Guardaroba, ce n'era una che, sebbene non fosse di altissimo grado, godeva molto più favore di tutte le altre.”

Murasaki Shikibu, Storia di Genji, il principe splendente. Romanzo giapponese dell'XI secolo, traduzione di Adriana Motti, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2008

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“Durante il regno di un certo Sovrano, non so bene quale, tra le numerose Spose Imperiali e dame di Corte ve n'era una che, seppure di rango non molto elevato, più di ogni altra godeva del favore di Sua Maestà. Le dame di alto rango, convinte com'erano di dover essere le prescelte, la guardavano dall'alto in basso e ne erano gelose. Quelle di uno stesso grado o di uno inferiore a maggior ragione si sentivano offese. Sera e mattina la sua presenza a Corte non faceva che esporla alla malevolenza delle altre e, forse per via del rancore che si riversava su di lei, ella si ammalò e in preda alla malinconia si ritirò più volte presso la famiglia di origine, ma il Sovrano, sempre più sollecito, seguitava a prendersi cura di lei senza prestare ascolto alle critiche di coloro che gli stavano attorno e suscitando chiacchiere a non finire. Dignitari e nobili dei più alti ranghi, coinvolti loro malgrado, mostravano il loro scontento distogliendo lo sguardo e mormorando che era un'infatuazione tale da turbare la vista e che nel regno dei Tang, per simili circostanze, il paese era caduto in preda a disordini e tumulti. Col passare del tempo, mentre anche nel resto del mondo la vicenda seminava malcontento e preoccupazione al punto che si citava l'esempio di Yang Guifei, non le erano state risparmiate umiliazioni, ma ella era riuscita a partecipare alla vita di Corte, confidando nell'affetto senza limiti che Sua Maestà le riservava. Il padre, che era stato Gran Consigliere, era morto, e la madre, appartenente a un'antica famiglia di tutto rispetto, convinta che la figlia non dovesse essere inferiore alle altre dame che grazie all'appoggio paterno avevano a Corte grande successo, le aveva fornito tutto quanto era indispensabile per ogni occasione ufficiale; pur tuttavia, essendo ella priva di un solido appoggio, in caso di bisogno non aveva nessuno sui cui fare affidamento ed era più sola e sperduta che mai.”

Murasaki Shikibu (973–1014) scrittrice e poetessa giapponese

Murasaki Shikibu, La storia di Genji, a cura di Maria Teresa Orsi, Giulio Einaudi Editore, Torino, 2012, ISBN 978-88-06-14690-0

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“Spinoza è in grado di indicare a tutti un percorso di illuminazione e di libertà.”

Filippo Mignini (1946) filosofo, teologo, docente di Storia della Filosofia italiano

Origine: Dall'introduzione a Spinoza, Opere.

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“"La storia del mondo attraverso i gabinetti" […] "un poema epico???" […]
Inglesi:
Il gabinetto inglese come ultima spiaggia del colonialismo.
Tedeschi:
I gabinetti tedeschi osservano le differenze di classe. In terza classe : carta ruvida e scura. In prima classe: carta bianca. Chiamata Spezial Krepp (non c'è bisogno di tradurre). Ma i gabinetti tedeschi sono unici al mondo, grazie al piccolo palcoscenico (tutto il mondo è un palcoscenico) sul quale cade la merda. […] Gente che riesce a costruire gabinetti del genere è capace di tutto.
Italiani:
Spesso si è in grado di leggere qualche articolo del Corriere della sera prima di pulirsi il sedere con le notizie. Ma in generale in Italia l'acqua scorre veloce e la merda sparisce prima che faccia in tempo a balzare in piedi e girarsi a guardarla. Per questo gli italiani sono grandi artisti. I tedeschi hanno già la merda da guardare. In mancanza di questo passatempo, gli italiani hanno pensato di scolpire e dipingere.
Francesi:
[…] Nei gabinetti francesi la luce si accende solo quando si chiude a chiave la porta.
Per qualche ragione non riesco a spiegarmi la letteratura e la filosofia francesi in termini dell'approccio francese alla merde.
Giapponesi:
Accovacciarsi è un fatto fondamentale nella vita orientale. La tazza è nel pavimento. Tutt'intorno decorazioni floreali. Tutto questo ha a che fare con lo Zen”

Cf. Suzuki.
Origine: Paura di volare, p. 37-38

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“La pattuglia dell'Ahdr 2004 non parla, peraltro, solo per contestare, come se dicesse: siamo contro il modello occidentale, ma non ne abbiamo un altro da proporre. Anzi, al contrario, la ricetta c'è. Ed è quella di una rinascita sociale, da cui far ripartire la riforma dentro regimi – quelli arabi – che si sostengono ormai solo perché l'Occidente li continua a considerare essenziali per fermare la marea tuonante dell'islam politico. Un atteggiamento, quello americano ma anche europeo, che sinora è riuscito a raggiungere un solo obiettivo: produrre la crescita esponenziale dei movimenti religiosi e il collante necessario perché islamisti e laici potessero trovare un terreno comune: la difesa delle libertà, del diritto e dei diritti. E, in più, ha facilitato le vittorie a valanga dei partiti islamisti in tutte le consultazioni politiche svoltesi nella regione, aprendo la porta a ulteriori successi elettorali, già previsti negli appuntamenti che ancora mancano per completare il quadro della nuova Arabia. Un panorama che è già ora molto diverso da quello immaginato dagli strateghi dell'amministrazione Bush jr. che avevano elaborato prima la teoria del Grande Medio Oriente e poi, a ridosso della guerra del Libano 2006, quella del Nuovo Medio Oriente. […] La rinascita sociale è però importante per indicare un percorso possibile per chi, dall'altra parte di una barricata sempre più alta, guarda il mondo arabo muoversi. E il percorso possibile è quello di un sostegno, in punta di piedi, senza tentazioni neocolonialiste, a quelli che vogliono rinascere, ricostruire, riconquistare dignità, anche se i loro obiettivi non rispecchiano quello che noi desidereremmo da loro. Il mondo arabo è meno laico di quanto noi lo vorremmo. Anzi, di laico (nel nostro comune sentire) ha poco. Questo non significa che la sua voglia di libertà debba avere, per noi, meno valore. L'Europa può essere una vecchia madre autoritaria, che nella sua lunga vita ha commesso molti errori. E che ora osserva i propri figli, e i propri vicini di casa, crescere in un modo che non è in grado di comprendere, ma riesce invece a guardare con la stessa compassione ed empatia.”

Paola Caridi (1961) giornalista e scrittrice italiana

cap. 6, 2, p. 157
Arabi invisibili

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“[Roma] Città in vendita, andrai presto in rovina, se si troverà uno in grado di comperarti!”

Giugurta (-160–-104 a.C.) re di Numidia

citato in Tito Livio, sommario del libro LXIV; 1997
O urbem venalem et cito perituram, si emptorem invenerit.
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Origine: Vedasi anche Sallustio, che nel suo scritto La guerra di Giugurta, cap. XXXV, dice similmente Urbem venalem et mature perituram, si emptorem invenerit.

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“Un giornalista canadese mi ha detto che se giocherò ai prossimi Australian Open sarò il primo tennista a prender parte a prove dello Slam a cavallo di quattro decadi. Sarebbe un bel record. Non intendo però prendere questa decisione a cuor leggero. Se voglio essere in grado di giocare match al meglio dei cinque set dovrò rinunciare ad andare a sciare a dicembre.”

Fabrice Santoro (1972) tennista francese

Origine: Il francese disputò il suo primo Slam nel 1989 a Parigi. Cfr. Fabio Bagatella, Santoro non smette mai http://www.tennisitaliano.it/santoro-non-smette-mai-1-il-rientro, Il Tennis Italiano, 30 ottobre 2010.
Origine: Citato in Fabio Bagatella, Santoro non smette mai http://www.tennisitaliano.it/santoro-non-smette-mai-1-il-rientro, Il Tennis Italiano, 30 ottobre 2010.

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“Questo momento è la verità | Ma non siamo in grado di comprenderla | Ma pretenderla non ci salverà.”

Nesli (1980) rapper, beatmaker e cantautore italiano

da L'eternità, n. 7
L'amore è qui

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“Le pensioni sono, in grado diverso a seconda della generosità parentelare, la tassa maggiore sul bilancio famigliare.”

Geminello Alvi (1955) economista e saggista italiano

Origine: Una repubblica fondata sulle rendite, p. 36

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“In quanto alla longitudine dico che per conoscerla incontrai tanta difficoltà che ebbi grandissimo studio in incontrare con sicurezza il cammino che intraprendemmo. Tanto vi studiai che alla fine non incontrai miglior cosa che vedere e osservare di notte la opposizione di un pianeta con un altro, e il movimento della luna con gli altri pianeti, perché la Luna è il più rapido tra i pianeti come anche fu comprovato dall'almanacco di Giovanni da Monteregio, che fu composto secondo il meridiano della città di Ferrata concordandolo con i calcoli del Re Alfonso: e dopo molte notti passate ad osservare, una notte tra le altre, quella del 23 agosto 1499, nella quale vi fu una congiunzione tra la Luna e Marte, la quale congiunzione secondo l'almanacco doveva prodursi a mezzanotte o mezz'ora prima, trovai che all'uscire la Luna dal nostro orizzonte, che fu un'ora e mezza dopo il tramonto del Sole, il pianeta era passato per la parte di oriente, dico, ovvero che la luna si trovava più a oriente di Marte, circa un grado e qualche minuto, e alla mezzanotte si trovava più all'oriente quindici gradi e mezzo, di modo che fatta la proporzione, se le ventiquattrore mi valgono 360 gradi, che mi valgono 5 ore e mezza? Trovai che mi valevano 82 gradi e mezzo, e tanto distante mi trovavo dal meridiano della cibdade de Cadice, di modo ché assignando cada grado 16 e 2/3 leghe, mi trovavo 1374 leghe e 2/3 più ad occidente della cibdade de Cadice.”

Amerigo Vespucci (1454–1512) navigatore italiano

Lettere sul mondo nuovo

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“Il cosiddetto "design italiano" è nato intorno agli anni Trenta, insieme all'idea ben radicata che disegnare qualcosa è soprattutto un evento politico, cioè un evento etico.
Evento etico non nel senso che devi essere uno che fa la carità, comportarti bene e andare a messa ogni domenica, ma nel senso che devi confrontare te stesso, come uomo privato, con la società che ti sta intorno, con la storia, con la condizione antropologica della tribù, piccola o grande, a cui appartieni. Evento politico non nel senso che devi essere per forza membro di un partito o fare politica attiva, ma nel senso che devi essere consapevole di quello che succede nella società intorno a te e nelle altre società sul pianeta ed essere in grado di dare un'immagine (o perlomeno sapere che il tuo problema è quello di dare un'immagine) all'ambiente, un'immagine ai movimenti della storia.
Progettare è un evento politico nel senso che si deve sempre o si dovrebbe sempre sapere molto bene che quando si fa qualcosa, quel qualcosa viene depositato in un ambiente sociale in movimento. Quello che è stato depositato in un ambiente sociale provocherà reazioni diverse. Qualche volta quello che è stato disegnato sarà percepito il giorno dopo, qualche volta sarà percepito anni più tardi e altre volte non sarà forse mai percepito, perché resterà per sempre nascosto nel grande calderone della storia. …”

Ettore Sottsass (1917–2007) architetto e designer italiano

Scritti 1946-2001

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“Fellini e Godard sono i miei preferiti. Il paragone è un onore. Però i loro film non li ho mai capiti bene. Mi piacciono sì, ma non li capisco. Forse il mio cervello non è in grado. I miei sono di tutt'altra pasta. Non serve nessun sforzo, non c'è niente da capire, niente da spiegare. Quello che voglio è solo che la gente si diverta. O che si annoi o che si senta frastornata. Annusateli, lasciatevi andare: è solo un film.”

Takeshi Kitano (1947) regista, sceneggiatore e attore giapponese

da Kitano si celebra in stile felliniano «Ma non capisco il vostro regista» https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/2005/settembre/03/Kitano_celebra_stile_felliniano_non_co_9_050903032.shtml, Corriere della sera, 3 settembre 2005

“Quanto più si è in grado di ricevere l'amore di Dio, tanto più lo si ama.”

Diadoco di Fotice (400–467) vescovo

Capitoli sulla perfezione spirituale

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“Nessun animale è in grado di apprezzare le bellezze intellettive della scienza.”

Michael Polanyi (1891–1976) filosofo, economista e chimico ungherese

La conoscenza personale. Verso una filosofia post-critica

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“I politici, che cercano oggi ingegnose soluzioni alla questione di Napoli, non si sono giammai chiesti in qual modo crescessero sotto i Borboni i figli del povero, in questo paese tanto malmenato e dalla stupidità e dall'ignoranza e dalla miseria, e dalla tirannia degli uomini, quanto beneficato da tutti i doni del Cielo. Quando il bambino staccavasi dal seno materno, e sovente anche prima, — dacché i fanciulli qui vengono allattati fino al terzo anno — stendeva la mano ai passeggeri e si struggeva in lacrime, giurando per tutti i santi del paradiso esser egli orfano di nascita, e morente per fame. Mancavano scuole ed asili, ed il pane era a sì mite prezzo, che i genitori non si trovavano costretti ad insegnare ai figli la necessità del lavoro. Il piccolo vagabondo restava dunque mendicante, e addiveniva ladro di buon'ora Rubava fazzoletti, col furto si assicurava ne' mercati il suo vitto, si impadroniva or qua or là di qualche piccola moneta di rame, e finiva un giorno o l'altro col risvegliarsi in prigione. Allora di due cose l' una : o avea coraggio, o ne difettava. Vigliacco, era sfruttato dalla camorra; coraggioso, aspirava a divenir camorrista. Ma per giungervi era mestieri che ei superasse i vari gradi di iniziamento. Dapprima, garzone di mala vita, era tenuto al servizio de' più rigorosi e de' meno produttivi, semplice servo de' servi de' settari, in realtà assai più di quello che il Papa sia servo de' servi di Dio. Rimaneva in questo stalo fino a che non avesse fornito prova di zelo e di ardire. Passando allora dal terzo grado al secondo, dalla candidatura al noviziato, diveniva picciotto di sgarro.”

Marc Monnier (1827–1885) scrittore italiano

Origine: La camorra, p. 6

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“L'amor proprio trova il suo godimento nel consenso e l'approvazione degli uomini; ma l'ultimo grado dell'orgoglio è di godere del loro disprezzo.”

Gabriel Sénac de Meilhan (1736–1803) scrittore

Citato in Le petit philosophe de poche, Textes réunis par Gabriel Pomerand

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“Non vorrei sembrar critico nei confrondi dell'erudizione del signor Schlesinger poiché la sua polemica investe una tale varietà di temi che è comprensibile come egli non sempre sia in grado di leggere tutti i documenti di cui discute con tanto accanimento.”

Robert Kennedy (1925–1968) politico statunitense

a seguito di una risposta dello Schlesinger ad una lettera di Robert Kennedy pubblicata dal New York Times, risposta a sua volta pubblicata dal medesimo giornale.
Origine: Citato in Arthur M. Schlesinger Jr., I Mille giorni di John F. Kennedy alla Casa Bianca, traduzione di Giancarlo Carabelli, Rizzoli Editore, Milano, 1966, p. 113.

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