Frasi su no
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“La Voce" annuncia la pubblicazione prossima di un giornale in cui Mussolini avrà con sé Papini, Prezzolini, Salvemini, e perché no Marinetti? Mi auguro che conosceremo le bellezze del socialismo "futurista"; sarà, in ogni caso, un socialismo "rumorista.”

Georges Eugène Sorel (1847–1922) filosofo, sociologo e ingegnere francese

dalla lettera ad Agostino Lanzillo del 17 novembre 1914; citato in Annali della Fondazione Micheletti, 1993-1994, p. 215

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“Domani si fa a credenza, oggi no.”

Marco Terenzio Varrone (-116–-27 a.C.) letterato, scrittore e militare romano

dalle Satire Menippee, citato in Giuseppe Fumagalli, Chi l'ha detto?, Hoepli, 1921, p. 476

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“Nei monasteri Zen i monaci siedono per anni, tutto il giorno. Penserai che stiano meditando. No! Stanno semplicemente seduti, in silenzio.”

Osho Rajneesh (1931–1990) filosofo indiano

Origine: Il libro dei segreti, I segreti del Tantra (vol. III), p. 160

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“[A proposito di alcune fotografie] No, non ho avuto paura del serpente, perché il serpente è più sincero di alcuni politici.”

Ilona Staller (1951) attrice pornografica, cantante e politica ungherese naturalizzata italiana

Origine: Dall'intervista video Cicciolina in Portogallo http://www.cicciolinaonline.it//vis_dettaglio.php?id_livello=794, cicciolinaonline.it.

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“No, la segreta coscienza del potere è assai piú piacevole dell'aperto dominio.”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

I, III, I; 1957, p. 43

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“Questo c'è di buono", notò, "che non si soffre a lungo quando la testa viene troncata."
"Così dicono tutti, e perciò hanno inventato quella così detta ghigliottina. A me invece balenò allora il sospetto: e se invece è quello il colmo della sofferenza? Questo vi parrà strano, vi farà ridere… eppure… Prendiamo, per esempio, la tortura: strazio, piaghe, scricchiolio di ossa, dolore materiale insomma, che distrae la vittima dalle sofferenze morali, fino a che non venga la morte. Ma il dolore principale, il più forte, non è già quello delle ferite; è invece la certezza, che fra un'ora, poi fra dieci minuti, poi fra mezzo minuto, poi ora, subito, l'anima si staccherà dal corpo, e che tu, uomo, cesserai irrevocabilmente di essere un uomo. Questa certezza è spaventosa. Tu metti la testa sotto la mannaia, senti strisciare il ferro, e quel quarto di secondo è più atroce di qualunque agonia. Questa non è una mia fantasia: moltissimi ci sono che pensano come me. E ve ne dico anche un'altra. Uccidere chi ha ucciso è, secondo me, un castigo non proporzionato al delitto. L'assassinio legale è assai più spaventoso di quello perpetrato da un brigante. La vittima del brigante è assalita di notte, in un bosco, con questa o quell'arma; e sempre spera, fino all'ultimo, di potersi salvare. Si sono dati casi, in cui l'assalito, anche con la gola tagliata, è riuscito a fuggire, ovvero, supplicando, ha ottenuto grazia dai suoi assalitori. Ma con la legalità, quest'ultima speranza, che attenua lo spavento della morte, ve la tolgono con una certezza matematica, spietata. Attaccate un soldato alla bocca di un cannone, e accostatevi con la miccia: chi sa! Penserà il disgraziato, tutto è possibile… Ma leggetegli la sentenza di morte, e lo vedrete piangere o impazzire. Chi ha mai detto che la natura umana può sopportare un tal colpo senza perdere la ragione? A che dunque questa pena mostruosa e inutile? Un solo uomo potrebbe chiarire il punto; un uomo cui abbiamo letto la sentenza di morte, e poi detto:"Va', ti è fatta la grazia!". Di un tal strazio anche Cristo ha parlato… No, no, è inumana la pena, è selvaggia e non può né deve essere lecito applicarla all'uomo".”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

Myskin; II, 2

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“La vecchiarella è una bazzecola! – pensava con foga ed a scatti. – La vecchia sarà stata un errore, ma non è di lei che si tratta! La vecchia è stata soltanto una malattia… io volevo al piú presto scavalcare l'ostacolo… io non ho ucciso una persona, io, io ho ucciso un principio! Il principio, sí, l'ho ucciso, ma quanto a scavalcare, non ho scavalcato, son rimasto da questa parte… soltanto uccidere ho saputo. E anche quello non l'ho saputo fare, si vede… Un principio? Per che cosa quello stupidello di Razumichin poco fa criticava i socialisti? Sono gente laboriosa e trafficante; si occupano della "felicità generale"… no, a me la vita è data una volta sola e poi non l'avrò mai piú: io non voglio aspettare la "felicità universale". Voglio vivere anch'io, se no è meglio non vivere addirittura. […] Oh, che ignobiltà! Oh, che viltà!… Oh, come io comprendo il "profeta", con la spada, a cavallo: Allah lo vuole, e obbedisci, "tremante" creatura! Ha ragione, ha ragione, il "profeta" quando pianta in mezzo alla strada una b-b-buona batteria e tira sugli innocenti e sui colpevoli, senza nemmeno degnarsi di una spiegazione! Obbedisci, tremante creatura, e… non aver desiderî, perché non è affar tuo!… Oh, per nulla, per nulla al mondo perdonerò a quella vecchia!”

Fëdor Dostoevskij (1821–1881) scrittore e filosofo russo

Raskòl'nikov; III, VI; pp. 328-9

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“Lo voglia o no, il rapporto tra le mie intenzioni narrative e la mia vita nella società è, a mio avviso, essenziale… Come potrebbe essere diversamente?”

Pierre Gamarra (1919–2009) scrittore, poeta e drammaturgo francese

Origine: Citato da Ugo Piscopo in introduzione a Il mistero della Berlurette.

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“No, voglio dire che quando parliamo di catastrofi ambientali (così come dei rischio del terrorismo) parliamo di ipotesi future, presentate invece come certezze dell'avvenire. Tutte le promesse di benessere e tutte le sicurezze date in epoca moderna dalle istituzioni statali nazionali, dai politici e dagli esperti di scienze e tecniche, sono state distrutte. E non c'è più in giro un'istanza che tolga all'uomo le sue nuove paure. Ecco allora che la crisi ecologica ci fa intravedere qualcosa come un senso all'orizzonte, persino la necessità di una politica globale ed ecologica nel nostro agire quotidiano. […] Perché mentre una volta le cose erano date per sicure fino all'intervento di un guasto o di un incidente, oggi qualcosa vale come insicuro solo perché potrebbe diventarlo. […] a partire da quelle esplosioni nucleari [Hiroshima e Černobyl'] i fondamenti della vita si sono rivelati come un terno al lotto. E la stessa aureola di infallibilità e sicurezza basata sui fondamenti delle scienze si è disintegrata. Chi si fida oggi delle decisioni degli scienziati in campi così fatali come il Dna, l'embrione o le biotecnologie? Il nostro secolo è quello della sfiducia dei cittadini nelle agenzie dei potere.. dai partiti alle chiese fino ai marchi industriali.”

Ulrich Beck (1944–2015) sociologo e scrittore tedesco

Origine: Dall'intervista a Stefano Vastano in L'espresso n. 28 anno LIII, 19 luglio 2007, p. 107.

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“Caddero giù sincopati, giù per una scala di blues, tentarono una 7a+ disperata: no, non era quella la serata, si suonava per la paga!”

Sergio Caputo (1954) cantautore e musicista italiano

Vado alle Hawaii, n. 8
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“Un pianoforte può essere visto, la voce no: può essere ascoltata, ed è questo il suo mistero. È lo strumento più affascinante che esista, perché noi siamo lo strumento e noi lo maneggiamo per mezzo di sensazioni interne.”

Alfredo Kraus (1927–1999) tenore spagnolo

citato in Enrico Stinchelli, Le stelle della lirica, i grandi cantanti della storia dell'opera, p. 213, Gremese Editore, 1990

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“Se uno scrivesse regno monarchico, acqua idraulica, ghiaccio gelato, fuoco igneo, passerebbe per matto. Chi dice repubblica democratica popolare, no.”

Cesare Marchi (1922–1992) scrittore, giornalista e personaggio televisivo italiano

da Impariamo l'italiano, Rizzoli, 1984

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“NO, è poker! Poker! Poker! Poker!”

Giacomo Valenti (1966–2018) conduttore televisivo e conduttore radiofonico italiano
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“No, non esiste la mafia. La mafia è un modo d'essere, di pensare. È una cultura che non è la mia.”

Marcello Dell'Utri (1941) politico italiano

dall'intervista di Piero Chiambretti a L'inviato speciale, 2 ottobre 1997; citato in Dell'Utri a Chiambretti: "La mafia? È un modo di pensare e non è il mio" https://web.archive.org/web/20160101000000/http://archiviostorico.corriere.it/1997/ottobre/02/Dell_Utri_Chiambretti_mafia_modo_co_0_9710022934.shtml, Corriere della sera, 2 ottobre 1997, p. 17

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“Non lo sputo se no lo profumo!”

Antonio Albanese (1964) attore, comico e cabarettista italiano

Riferito a De Santis, il suo avversario politico immaginario
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“No, non chiamare l'orrore con altri nomi. Questo lascialo fare a loro.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano

Margherita dolcevita

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“Vent'anni fa, Leopold Mapple era il giovane scienziato più brillante del nostro corso per studenti superdotati all'Istituto di Scienze di Londra. Era un ragazzone di cento chili, roseo e ben vestito. Lo si sarebbe potuto prendere per un ricco rampollo nullafacente: invece era lo scienziato più importante nella ricerca sulla fisica subatomica. Ma era anche il più inveterato gaudente, mangione, bevitore, tabagista, donnaiolo e cultore di ogni altra cosa dai più chiamata vizio. Spesso veniva richiamato dal nostro rettore, gran lucertolone calvinista, ad un atteggiamento più morale, ma Apple gli rispondeva sempre: "Sono uno scienziato e ho studiato con attenzione il mondo: e dico mai, nelle mie osservazioni, né col microscopio, né con con la camera a bolle, né con le analisi chimiche, né coi raggi X ho mai visto apparirmi una cosa chiamata 'morale'. Era infatti Leopold Mapple, l'uomo più radicalmente ateo, più rigidamente materialista, più lontano da qualsiasi sbavatura filosofica o mistica, che io avessi conosciuto. Per lui tutto era materia, numero, osservazione, confronto, realtà: su tutto il resto egli spargeva abbondantemente la sua risata fragorosa, ben conosciuta in tutte le birrerie londinesi. "C'è un solo mezzo", egli ripeteva spesso, "per elevarsi da questa terra: ed è possedere una velocità superiore a 11,45 chilometri al secondo: tutto il resto è carburante per la superstizione e l'ignoranza." E a questo suo monolitico approccio all'esistenza, egli si manteneva coerente. Radunava un gruppo di amici, io, il dottor Hyde, e Bohr, e Fermi e Jacobson e ci trascinava nella Londra notturna. Mangiava e beveva smodatamente: "Nulla teoria, sine hosteria,"diceva e aggiungeva: "Certo non ci si ciba in fondo che di molecole, ma tra un piatto di idrogeno e un pasticcio di maiale, c'è una bella differenza." E a chi gli diceva che diventa sempre più grasso, rispondeva: "Nell'Universo, le cose grosse sono più rare delle piccole: pochi elefanti, molte zanzare, pochi grandi stelle, tanti pianetini." Insomma, un tipo piuttosto bizzarro, l'avrete capito: ma l'eccezionale bravura scientifica e l'allegria contagiosa, lo rendevano simpatico a tutti. Piaceva anche alle donne, anche se lui ripeteva spesso:"Considero ogni parola detta a letto, oltre le sei, come una conferenza, e come tale mi riservo di abbandonarla." Questo suo carattere gli causava anche qualche guaio, come una volta, quando vide alcuni bambini fermi davanti a un presepe sotto Natale. Subito volle spiegare loro: uno, che Gesù Bambino non poteva essere nato seminudo nella capanna perché sarebbe morto assiderato entro pochi minuti, due, che la Madonna non poteva averlo partorito restando vergine perché la fecondazione artificiale è stata inventata quasi duemila anni dopo, e tre, che se veramente sulla capanna fosse arrivata una cometa avrebbe ridotto tutta la Palestina a una voragine fumante. Inoltre i pastori che arrivavano con le pecore probabilmente non erano venuti per regalarle, ma per venderle come è loro abitudine, e che i tre re magi erano la più grande delle fandonie perché mai nella storia un re si è fatto una cammellata nella notte per andare a portare dei doni a un bambino nudo, magari a una bambina di sedici anni sì, ma a un neonato mai nei secoli dei secoli amen e dopo, siccome i bambini erano piuttosto choccati, li portò tutti in una pasticceria e offrì loro una montagna di kraffen dicendo: prendete e mangiate, eccovi dio infinitamente buono nella sua santa trinità di crema, marmellata di arance e cioccolato. Fu denunciato dai genitori, e si guadagnò una nota di biasimo dal rettore, che però non lo espulse perché proprio in quei mesi Mapple stava ultimando un esperimento straordinario: era riuscito a costruire una camera a bolle speciale dove era sicuro di scoprire la terza forza elementare, la forza che, diceva, sta all'origine di tutte, e non è né onda né particella, qualcosa di completamente diverso, e definitivo. "Farò l'ultimo strip-tease alla cosiddetta materia," ci disse, troneggiando tra macerie di lattine di birre, a una festa organizzata la sera prima dell'esperimento. "E quello che resterà alla fine, sarà il principio: altroché Buddha e Javeh e Visnù e altri figuri metà uomo e metà cane e splendenti e resuscitanti e volanti e sibilanti su e giù per il cielo. Basta con il traffico aereo degli impostori! Quello che troveremo al termine del mio esperimento, sarà Dio a tutti gli effetti di legge: ciò da cui tutto è composto, e creato, e causato: una particella, un'onda, una relazione. Non lancerà fulmini, nel suo nome nessun profeta sarà costretto a massacri, non avrà bisogno di travestirsi da toro di legno per scopare: sarà una formula, tutto lì. Gioiosa, semplice, tangibile, consistente, divulgabile nelle scuole, utilizzabile in industria. Ragazzi quel giorno andrò dal rettore e gli dirò: 'faccia mettere questa formula nel presepe al posto di Gesù Bambino. E vedrà se giuseppi e marie e pastori e pecorelle e reganti cammellari e angeli trombettieri non ci faranno la figura dei fessi!" Noi scoppiammo a ridere, qualcuno era un po' scandalizzato, ma Mapple ci travolse, beveva e cantava e petava come un cavallo gridando: "In interiore hominis vox veritatis!" e passammo in rassegna tutte le bettolacce di Sub-Chelsea e per contare i tappi di birra fatti saltare Bohr disse che ci sarebbe voluta un'equazione complessa, e tornammo a casa ubriachi fradici. Il giorno dopo, fragoroso come sempre, Mapple arrivò all'Istituto per l'esperimento. "Bene," disse "ora prendiamo un bell'atomo grassotto e prendiamolo a cazzotti finché non gli cascano giù tutti gli elettrodentoni." Era questo un suo modo colorito di definire gli esperimenti subatomici. Un giovane tecnico si calò nella grande camera a bolle, dentro la quale sarebbe avvenuto il bombardamento, fino all'ultima particella. Quella mattina Mapple era particolarmente euforico, e ben farcito di birra. Non si accorse che il tecnico si era sdraiato a terra per controllare la temperatura del suolo. Così lo chiuse senza accorgersene dentro la camera e iniziò il bombardamento. L'esperimento durò otto giorni: per quel tempo, il reparto restò chiuso a tutti. Il nono giorno ecco arrivare Mapple in smoking, reduce dalla solita notte di baldoria. C'eravamo tutti con lui, mentre si avviava alla camera nucleare: "Ragazzi", egli gridava, facendo roteare il bastone d'avorio, "le nuvole di duemila anni di incensi religiosi stanno finalmente per dissolversi. Migliaia di preti invaderanno gli uffici di disoccupazione in tutto il mondo. Nessun bambino verrà mai più atterrito da purgatori e inferni! Le marmellate in cima agli armadi verranno sterminate, senza paura di ritorsioni. Nelle chiese risuonerà, liberatorio, il tintinnio dei brindisi. Suore nude si concederanno a rabbini infoiati, ex voto, ex stole, ex messali, tiare, sottanoni e paramenti e ultime cene tutto brucerà, nello stesso fuoco in cui la chiesa ha bruciato i libri, gli eretici, i villaggi degli infedeli. L'ultima crociata è giunta! L'umanità è salva! Cristo è disceso in terra, anzi è sempre stato lì, e io ve lo mostrerò! La causa causarum, la sacra particula, il colui da cui, il primo motore, l'ordo initialis, l'uovo cosmico, il fabbro celeste, il danzatore eterno, l'occhio del Buddha, il kkien, il waugwa, il primo bit, il supremo artefice! Presto a voi in tutto il suo scientifico splendore! Seguitemi!" E noi lo seguimmo, eccitati, fin davanti la porta sigillata della camera dell'esperimento, e trattenemmo il fiato insieme a lui, quando lui aprì la porta e vide… vide… Vide il tecnico, con la barba lunga, i capelli incolti, con il viso scavato da otto giorni di digiuno, e il camice bianco strappato, che alzava al cielo le mani bruciate dalle ustioni radioattive e gridava: "Sono qui! Sono io, Mapple, finalmente mi hai trovato!" Descrivere il viso di Mapple in quel momento, non mi è possibile: diventò bianco come un marmo, gli occhi sembrarono uscirgli dalle orbite, ed egli lanciò un urlo, un urlo che fece tremare i vetri dell'Istituto, e i nostri cuori. "Nooooooooooooooooo!" Fuggì, travolgendo tutti. Nessuno di noi riuscì a raggiungerlo per spiegargli cos'era veramente successo. Sparì nel nulla e riapparve solo dopo molti giorni, la barba lunga, gli occhi rossi: capimmo subito che era uscito di senno. "Mapple," cercammo di spiegargli "quello che hai visto era solo il tecnico dell'Istituto, rimasto chiuso nella tua camera atomica per otto giorni!" "No amici," egli disse con voce ispirata, "era Dio! In fondo a ogni atomo c'è Dio." Due mesi dopo partì, con questa strana astronave, nello spazio. Da quel giorno egli vola per le galassie, portando la Religione ovunque, nelle stazioni spaziali, nei pianeti, nelle astronavi: non c'è culto o rito o confessione che egli non conosca e commerci. Cosi sia.”

Stefano Benni (1947) scrittore, giornalista e sceneggiatore italiano
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“[Su Marcelo Ríos] Ci ho parlato un paio di volte. Non che parli molto. Forte personalitá, comunque. È come essere di fronte a un leone, non gli vai a dare un dolcetto, al leone, no? Tutti sapevano che era così. Alcuni sono cosí, devi lasciargli il loro spazio… Giocava bene ma non è riuscito a vincere qualcosa di veramente importante. Ne aveva le qualità ma lo ha tradito il fisico. Ma ha lasciato la sua immagine agli altri giocatori, quella di un giocatore che giocava in modo diverso e che aveva il portamento di un ribelle. Era molto interessante e conferiva colore al gioco del tennis. Se non avesse avuto tutti quegli infortuni avrebbe lasciato un segno piú profondo. Ma è triste questo fatto, che il suo corpo l'abbia lasciato a piedi. Era un grande giocatore ma poteva essere il piú grande di tutti, era equipaggiato per esserlo, ma il fisico non gliel'ha permesso. Un po' come accadde a Muster quando stava per diventare numero uno e fu investito da un ubriaco. Ma Muster ci riuscì lo stesso, tre anni dopo. Rios non ha avuto una seconda chance. Puoi dire che Rios è stato uno dei piú talentuosi di sempre. Ma non uno dei piú grandi di sempre. Perché devi aver vinto qualcosa, devi fare qualcosa di piú.”

Guillermo Vilas (1952) tennista argentino

Origine: Citato in Stefano Grazia, Marcelo Rios, un genio della racchetta http://www.blogquotidiani.net/tennis/?p=1575, Servizi Vincenti, 12 febbraio 2008.

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“I miei personaggi dicono che va bene essere incasinati. La gente non deve necessariamente essere perfetta. Non deve essere intelligentissima. Non deve seguire le regole. Può divertirsi. La maggior parte dei film di oggi fa sentire la gente inadeguata. Io no.”

John Belushi (1949–1982) attore, cantante e comico statunitense

Origine: Citato in Una dolcissima "ape da una tonnellata" http://www.sentieriselvaggi.it/12/1567/John_Belushi,_Una_dolcissima_ape_da_una_tonnellata.htm, sentieriselvaggi.it, 3 marzo 2002.

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“Nel tennis, si può saltare, scivolare, cadere, ma volare no…”

Origine: Da Champion du monde, POL, Parigi, 1994; citato in André Scala, I silenzi di Federer, traduzione di Alessandro Giarda, O Barra O Edizioni, Milano, 2012, p. 16, ISBN 88-97332-37-4.

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“Sei felice?
No.”

Francesco Tullio Altan (1942) fumettista, disegnatore e sceneggiatore italiano

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“Poteva andare anche peggio.
No.”

Francesco Tullio Altan (1942) fumettista, disegnatore e sceneggiatore italiano

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“hai paura di | dire | NO | perché 999 | hanno detto | SI???????”

Antonio Infantino (1944–2018) musicista, poeta e artista italiano

I denti cariati e la patria

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“Ma chi fa politica sa che, nel bene e nel male, viene spogliato di tutto. E sono pure contrario all'idea di mettere il bavaglio all'informazione: si rischia che il cittadino non possa più sapere di chi si può fidare e di chi no.”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

Abruzzo: un modello virtuoso http://www.antoniodipietro.it/2008/12/abruzzo-un-modello-virtuoso, 10 dicembre 2008
Dal suo blog

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“Quando c'è un'emergenza democratica si sta al fronte. Non si scappa!”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

dal discorso alla manifestazione NO-CAV, Roma, 8 luglio 2008

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“Carelli: "Onorevole Di Pietro, lei è mai stato a Oxford a tenere una lezione?" Di Pietro: "No, guardi, io ho il senso dei miei limiti”

Antonio Di Pietro (1950) politico e avvocato italiano

da Rapporto Carelli, Sky, 2 dicembre 2011; citato in Solidarietà del Tg5 a Minzolini, la Repubblica)

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“Vi mancava il mio latino? C'era un certo scetticismo, poi però tanti si sono voluti cimentare. Lo stesso Santo Padre ha voluto reintrodurre la Messa in latino… No, non voglio dire quello, non è che mi ha ascoltato. Semplicemente, il Papa ha sottolineato l'importanza del latino.”

Claudio Lotito (1957) imprenditore e dirigente sportivo italiano

Origine: Citato in Massimo Arcidiacono, Maurizio Nicita, Papaveri e papere: Prodezze e nefandezze dei presidenti del calcio., Imprimatur Editore, 2013. EAN: 9788897949923

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“Venni chiamato ad Asheville (Carolina del Nord) per visitare un giovane alla stadio terminale. Lo trovai in uno stato di consunzione quasi scheletrica, benché da diversi mesi mangiasse sei volte al giorno, così come prescritto da un medico provetto. Le eruttazioni intestinali erano frequenti e rumorose; l'espettorato era di circa sei once ogni 24 ore.
Fu prescritto un digiuno e al terzo giorno venne vomitata una massa di cibo non digerito. Allorché lo stomaco e l'intestino vennero liberati, ci fu un sollievo generale e la tosse venne così a diminuire, fino ad arrivare a un'oncia di espettorato ogni 24 ore.
Dopo una settimana di digiuno il giovane paziente provò un desiderio naturale per il cibo e d'ora in poi godette di assenza di malessere gastroenterico, mangiando qualsiasi cosa desiderasse, vivendo perciò meno disagiatamente. Infine, con labbra bisbiglianti mi ha dettato le sue ultime volontà, riguardo a una grande proprietà, facendo segni allorché non riusciva ormai più ad aprire bocca e la sua vita finì così come una candela in consunzione.
Le sue sofferenze per mesi erano quasi tutte dovute alla massa di cibo in stato di decomposizione. Lo vide chiaramente, lo diceva spesso, che il suo era un caso di inanizione per sovralimentazione. La natura infine soccombette, in quanto non fu capace di trattare appropriatamente la malattia, l'indigestione, ma lottò valorosamente fino a che il corpo non ne venne pressoché assorbito.”

Edward Hooker Dewey (1837–1904) medico statunitense

traduzione propria da The No-Breakfast Plan and the Fasting-Cure, pagg. 46-47

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“Ah, formidabile… Il tuo avvocato è proprio un asino | no, certe cose non si scrivono… | che poi i giudici ne soffrono…”

Paolo Conte (1937) cantautore, paroliere e polistrumentista italiano

da Parole d'amore scritte a macchina, n. 9
Parole d'amore scritte a macchina

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“La Corea che ha il 75% del territorio fatto di montagne ed è in un luogo scomodo del mondo è diventato la decima economia del mondo. Pensi se non credo nell'Italia.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

citato in Quel che devo a Gabetti e Marchionne Montezemolo in politica? Spero di no, Corriere della sera, 03 luglio 2007

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“Credo nei liberi mercati, nella competizione tra operatori. Credo nella società aperta e vedo un mondo ormai interconnesso. Da quando è caduto l'impero sovietico e la Cina si è mossa sulla via della liberalizzazione, il pianeta si è aperto e penso che sia decisivo avere buon senso, analizzare i problemi e non coltivare dottrine.”

John Elkann (1976) imprenditore italiano

Origine: Citato in Quel che devo a Gabetti e Marchionne Montezemolo in politica? Spero di no http://www.corriere.it/Primo_Piano/Economia/2007/07_Luglio/03/Elkann_intervista.shtml, Corriere.it, 03 luglio 2007.

“No… corri… spingi… che "pistola" che "pistola".”

Guido Meda (1966) giornalista e conduttore televisivo italiano

Julian Simon all'ultimo giro della classe 125 al Montmelò esulta troppo presto

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“Parola d'ordine: No, alla violenza; Sì, alla pace. A Dio!”

Papa Paolo VI (1897–1978) 262° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica

Messaggio per la Prima giornata della pace