Frasi su no
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“David è uno degli attaccanti più forti che abbia mai visto, ha una capacità di coordinarsi straordinaria, sa colpire in qualunque modo pur di far gol.”

Alessandro Del Piero (1974) calciatore italiano

Origine: Citato in Calciomercato Juventus, Del Piero: "Trezeguet mi ha chiamato? No, ma..." http://www.sportevai.it/calcio/calciomercato-juventus-del-piero-trezeguet-mi-ha-chiamato-noma/, Sportevai.it, 3 giugno 2012.

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“Sono finto come una torta nuziale.”

Marilyn Manson (1969) cantautore, attore e pittore statunitense

da New Model no. 15
Mechanical Animals, Voce narrante dell'alieno nelle vesti della rockstar Omēga

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“Io non ho niente da nascondere. Sì, sono stato in un prato sui colli bolognesi, una sera i miei amici fumavano uno spinello, m'hanno detto ne vuoi? No, Giovanardi non c'era… Era una sera d'estate dopo il liceo classico. Che volete che vi dica…. l'ho fatto.”

Pier Ferdinando Casini (1955) politico italiano

Origine: Dall'intervista di Paolo Garimberti, Massimo Giannini e Luigi Contu, "Basta attacchi ai giudici così si aiuta il centrosinistra" http://www.senato.it/notizie/RassUffStampa/060203/9ttl2.tif, la Repubblica, 3 febbraio 2006, p. 13.

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“A chi opponesse, che la coscienza è pretesto al mondo per affermare diritti al proprio arbitrio e capriccio, rispondono: «Quale delle opere di Dio l'uomo non sa profanare? Per noi, educati al cattolicesimo, la coscienza resta l'apprensione individuale della legge naturale posta da Dio in tutte le cose create». Ma allora hanno ragione i protestanti, che vogliono l'autonomia della coscienza piena, senza restrizioni, e il giudizio privato guida ordinaria di tutta la vita religiosa? «No – dicono – per noi l'atto normale della vita religiosa è la educazione della coscienza individuale alla vita della Chiesa; attraverso l'adesione a questa, epperò la sommessione all'autorità, l'individuo e messo a parte di tutti i mezzi di Vita spirituale, di cui dispone la società religiosa: dottrina e sacramenti, e nell'obbedienza, ottiene la libertà vera. Ma la coscienza stessa resta sempre il soggetto obbediente: è per lei e per i suoi giudizi primi ed elementari che ha valore la nostra accettazione della Chiesa. Epperò non potrà essere mai consentita un'offesa a quelle sue prime esigenze. Insomma, il ricorso alla coscienza è il caso d'eccezione, di cui non è l'autorità stessa, che possa giudicare la legittimità, perché altrimenti sarebbe illusoria la possibilità di un tale appello supremo al tribunale della scienza.”

Giovanni Gentile (1875–1944) filosofo e pedagogista italiano

Origine: Il modernismo e i rapporti tra religione e filosofia, p. 68

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“[Riferendosi al nuovo Partito del Popolo della Libertà di Silvio Berlusconi] Questo è non il progetto unitario a cui lavoravamo e di cui avrebbero dovuto far parte anche An e Udc, ma un partito personalistico, la seconda edizione di Forza Italia. L'Italia ha bisogno di serietà non di improvvisazioni, non si può liquidare un partito e un progetto politico in tre minuti dal predellino di un auto.”

Ferdinando Adornato (1954) politico italiano

dall'intervista di Barbara Fiammeri, Adornato: «A Berlusconi questa volta dico no» http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2007/11/adornato-intervista.shtml?uuid=4f738272-9903-11dc-adc1-00000e251029&type=Libero, Il Sole 24 Ore, 22 novembre 2007

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“A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto fra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buona notte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto: fran. Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli, un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: "A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave".
Ci rimasi secco.
Fran.”

Variante: A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno gli fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi. Nel silenzio più assoluto, con tutto immobile intorno, non una mosca che vola, e loro, fran. Non c'è una ragione. Perché proprio in quell'istante? Non si sa. Fran. Cos'è che succede a un chiodo per farlo decidere che non ne può più? C'ha un'anima, anche lui, poveretto? Prende delle decisioni? Ne ha discusso a lungo col quadro, erano incerti sul da farsi, ne parlavano tutte le sere, da anni, poi hanno deciso una data, un'ora, un minuto, un istante, è quello, fran. O lo sapevano già dall'inizio, i due, era già tutto combinato, guarda io mollo tutto tra sette anni, per me va bene, okay allora intesi per il 13 maggio, okay, verso le sei, facciamo sei meno un quarto, d'accordo, allora buonanotte, 'notte. Sette anni dopo, 13 maggio, sei meno un quarto, fran.
Non si capisce. È una di quelle cose che è meglio che non ci pensi, se no ci esci matto. Quando cade un quadro. Quando ti svegli un mattino, e non la ami più. Quando apri il giornale e leggi che è scoppiata la guerra. Quando vedi un treno e pensi io devo andarmene da qui. Quando ti guardi allo specchio e ti accorgi che sei vecchio. Quando, in mezzo all'Oceano, Novecento alzò lo sguardo dal piatto e mi disse: ""A New York, fra tre giorni, io scenderò da questa nave"". Ci rimasi secco. Fran.
Origine: Novecento, pp. 44-45

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“È proprio necessario che parta? –No. –E allora perché? –Io non posso fermarlo. E se lui vuole andare laggiù, io posso solo dargli una ragione in più per tornare.”

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Seta
Variante: Solo a Hélène non riusciva a mentire.

-è proprio necessario che parta, Baldabiou?
-No.
-E allora perché?
-Io non posso fermarlo. E se lui vuole andare laggiù, posso solo dargli una ragione in più per tornare.

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“Ci sone persone che suonano in un gruppo, e altri invece no. Se c'e qualcuno più pigro di me, quello è Eric.”

Keith Richards (1943) chitarrista, compositore e attore britannico

Origine: Da BBC News http://news.bbc.co.uk/1/hi/entertainment/6526133.stm.

“Domanda a te stesso: l'ho fatto apposta? Se no, sta tranquillo.”

Giuseppe Allamano (1851–1926) presbitero italiano

La vita spirituale

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“Io faccio la professione del regista. Non sono l'alto ingegno che si produce soltanto quando può manifestarsi in una qualsiasi sua forma. No. Io sono un professionista come l'avvocato è avvocato, come il medico è medico.”

Alessandro Blasetti (1900–1987) regista, sceneggiatore, montatore e attore italiano

da Francesco Savio, Cinecittà anni trenta, Roma, Bulzoni, 1979; citato in Gianfranco Gori, Alessandro Blasetti

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“[Sull'inibizione che impedisce a un lupo di azzannare un suo simile che gli mostra la gola] Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che non può azzannare la gola dell'avversario, e ancor di più di fronte all'altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C'è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra…». L'illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l'altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!”

Konrad Lorenz (1903–1989) zoologo e etologo austriaco

pp. 173-174
Variante: Devo tuttavia confessare che, nel mio sentimentalismo, sono profondamente commosso e ammirato di fronte a quel lupo che “non può” azzannare la gola dell’avversario, e ancor più di fronte all’altro animale, che conta proprio su questa sua reazione! Un animale che affida la propria vita alla correttezza cavalleresca di un altro animale! C’è proprio qualcosa da imparare anche per noi uomini! Io per lo meno ne ho tratto una nuova e più profonda comprensione di un meraviglioso detto del Vangelo che spesso viene frainteso, e che finora aveva suscitato in me solo una forte resistenza istintiva: «Se qualcuno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra...». L’illuminazione mi è venuta da un lupo: non per ricevere un altro schiaffo devi offrire al nemico l’altra guancia, no, devi offrirgliela proprio per impedirgli di dartelo!

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“Ho detto no solo una volta, perché non avevo sentito la domanda.”

Ginger Rogers (1911–1995) attrice e ballerina statunitense

citato in Corriere della sera, 26 aprile 1995

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“Quanto al conte di Lodrone il Bandello che doveva bene avere conoscenza di quella famiglia e che probabilmente preparò o anche scrisse la sua novella a Verona quando vi si trovava nel 1531, gli diede il nome di Paride, il nome cioè usuale e caratteristico della casa, portato durante il secolo XV e anche dopo da parecchi individui di quella e illustrato specialmente da Paride detto Il Grande e dal suo nipote di Castel Romano, condottieri notissimi il primo nella prima metà di quel secolo nelle guerre tra Venezia e Milano, il secondo a' servizi di Venezia talvolta, e talvolta dei tedeschi, più tardi e fino al 1509… Veggansi i punti nei quali si tratta del Lodrone: "In questo tempo fu messo perle mani a messer Antonio il conte Paris di Lodrone, giovane di ventiquattro in venticinque anni, molto bello e ricco, e praticamente questo partito con non poca speranza di buon fine, messer Antonio lo disse alla moglie ed ella, parendole cosa buona e molto onorata, lo disse alla figliola." A questa lo ripeté poco dopo il padre: "t'ho ritrovato uno sposo molto nobile ricco e bello il quale è signore e conte di Lodrone". E a lei riluttante egli, indignato per questo e quasi vicino a percuoterla, impose che "volesse o no, fra tre o quattro giorni ella deliberasse andare con la madre e altri parenti a Villafranca, perciocché quivi doveva venir il conte Paris con la sua compagnia a vederla". Colà si provò poi il conte "il quale nella messa la vide, e, benché fosse pallida e melanconica, gli piacque e vene a Verona, dove con messer Antonio stabilì il parentado." Giulietta allora corse dal confesore e gli disse: "io non veggio via da svilupparmi da questo Lodrone, che ladrone e assassino mi pare volendo le cose altrui rubare. E qui cessa, anche nel Bandello la parte del promesso sposo di lei".»”

Giuseppe Papaleoni (1863–1943) storico italiano

da Il promesso sposo di Giulietta Cappelletti, in Tutte le opere, vol. 3

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“Tra i trentadue reati proposti [per il mandato di cattura europeo] c'è quello di razzismo e xenofobia: chi decide a livello europeo chi è razzista e chi no? Chi garantisce, ad esempio, i cittadini che scenderanno in piazza domani?”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Radio Padania Libera, 8 dicembre 2001; citato in Antonello Caporale, E Castelli sfida gli alleati Non svendo italiani e padani http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/09/castelli-sfida-gli-alleati-non-svendo.html, la Repubblica, 9 dicembre 2001, p. 2

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“Se non mi fossi opposto al mandato di cattura europeo, avremmo corso il rischio di avere un vero e proprio reato di opinione su razzismo e xenofobia. Tutti voi avreste rischiato di essere arrestati da un qualsiasi magistrato europeo di sinistra, e vi assicuro che ce ne sono molti, solo perché siete qui a manifestare contro l'immigrazione clandestina”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

dall'intervento alla manifestazione leghista No immigrati, sanatoria, terrorismo a Milano, 9 dicembre 2001; citato in Enrico Bonerandi, Lega in piazza contro l'Europa http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2001/12/10/lega-in-piazza-contro-europa.html, la Repubblica, 10 dicembre 2001, p. 1

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“[Sulla domanda di estradizione agli Usa per il rapimento di Abu Omar] Non me la sento di mandare agli Stati Uniti il segnale che lasciamo liberi i terroristi assolti dai magistrati e ci occupiamo di arrestare i cacciatori di terroristi.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

citato in Castelli: no a mandato cattura agenti CIA http://www.corriere.it/Primo_Piano/Cronache/2006/04_Aprile/12/estradizione.shtml, Corriere della sera, 13 aprile 2006

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“C'è una banda in Italia oggi di giornalisti, di cui Travaglio fa sicuramente parte, che ha scoperto una cosa per loro molto interessante: se parli male dei politici fai i soldi, diventi ricco. […] E quindi bisogna parlar male dei politici a prescindere. Per esempio il mio caso è paradossale: Travaglio su l'Unità e anche su un suo libro scrive che io sono stato condannato. Dov'è il paradosso? Che il condannato Travaglio, perché Travaglio è stato condannato in passato, quindi possiamo definirlo tecnicamente un pregiudicato, scrive di un uomo politico, Castelli, che è stato condannato quando io non sono mai stato condannato. È questo il paradosso. Castelli cosa deve fare a questo punto? O Travaglio mi chiede scusa dicendo che s'è sbagliato e si dimette da giornalista visto che lui vuole che i politici si dimettano, giustamente, da politici se sbagliano oppure sono costretto mio malgrado ad andare a intasare un'altra volta la giustizia e fare l'ennesima causa. Io credo che non ce ne sia bisogno di questo fatto, però c'è questo malcostume di questi giornalisti. […] Ma dov'è il gioco sottile che fanno lui, Stella e quant'altro? Per esempio se io dico che Travaglio è amico dei mafiosi lui mi può querelare e probabilmente vince la causa, ma se io adotto una tecnica più raffinata, che è esattamente quella che adotta lui nei suoi libri, e dico "c'è scritto su Repubblica che Travaglio si fa pagare le vacanze da un mafioso" a quel punto io dico la verità e quindi di fatto però diffamo comunque Travaglio ma sono al riparo da ogni accusa. Ecco io credo che bisognerebbe uscire da questo malcostume, bisognerebbe criticare i politici ferocemente quando se lo meritano ma quantomeno quando si sbaglia o quando si diffama una persona che cerca di essere onesta qual son io magari si riconosca anche l'errore. Invece no, si fa un altro libro perché tanto gli introiti del libro son talmente alti che possono consentire poi di pagare il povero disgraziato che è stato diffamato.”

Roberto Castelli (1946) politico italiano

da Annozero, 15 maggio 2008

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“La donna che vuol apparire troppo galante, non sa dire di no.”
Quae vult videri bella nimis, nulli negat.

Publilio Siro scrittore e drammaturgo romano

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“No che non smette di picchiare, fino a quando non sarà, il tuo battito normale quell'istinto naturale che c'è in te.”

Raf (1959) cantautore italiano

da Il battito animale
Cannibali

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“Pianificazione
Inverno a Montecarlo. | Estate alle Bahamas. | Autunno in Scozia. | Primavera a Capri… | L'anno è sistemato. | La coscienza no.”

Marcello Marchesi (1912–1978) comico, sceneggiatore e regista italiano

Origine: Il dottor Divago, Essere o benessere, p. 30

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“No all'architettura della repressione, classicista barocca dialettale. Si all'architettura della libertà, rischiosa antidolatrica creativa.”

Bruno Zevi (1918–2000) architetto, urbanista e storico italiano

Origine: Da Zevi su Zevi: architettura come profezia, Marsilio, Venezia, 1993.

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“Una mattina, nell'attraversare il salottino per recarsi nel suo studio, mi prese per il braccio e mi interrogò con voce quasi severa:
— Voi pregate?
— Raramente — Rispondo cosí per non dire brutalmente di no. Allora Tolstoj si sedette davanti alla tavola e, fissando le carte senza vederle, continuò con voce pensosa:
— Ogni volta che penso alla preghiera, mi torna alla mente un incidente, accaduto tanto tempo fa, prima ancora del mio matrimonio. Qui, nel villaggio, conoscevo una donna, una donna malvagia e disonesta (e a un tratto si lasciò sfuggire un forte sospiro quasi isterico, che bruscamente interruppe).
— Ho trascorso male la mia esistenza… Lo sapete?…
— Con un cenno del capo cercai di tranquillizzarlo e di esortarlo a continuare.
— Costei organizzava per me degli incontri con donne simili a lei, ed ecco che una volta, in una notte profonda e tenebrosa, traversai il villaggio e gettai un'occhiata nel suo vicolo […].
«Tutto era deserto intorno, non il minimo rumore, non una luce nel villaggio. Solo in basso, dalla sua finestra, traspariva un fascio di luce.
«Mi avvicinai allora a quella finestra, tutto era calmo e non c'era nessuno nella piccola isba. La lampada ardeva dinanzi alle immagini sacre e lei, completamente sola, in piedi, si faceva il segno della croce e pregava, pregava inginocchiandosi poi, prosternandosi fino a terra, si rialzava e pregava ancora e si prosternava di nuovo.
«Restai a lungo nell'oscurità a osservarla. Aveva molti peccati sulla coscienza… Lo sapevo, ma come pregava!
«Quella sera non ho voluto disturbarla.
«Ma per che cosa poteva pregare con tale fervore?» disse pensieroso […].”

Victor Lebrun (1882–1979) scrittore e attivista francese

Origine: Devoto a Tolstoj, pp. 98-99

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“Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. Veramente è una città che non mi dice niente, perciò trovo inutile venirci. Non so cosa farmene del sole mediterraneo e dell'eredità classica e dell'architettura normanna e delle semplici gioie della vita contadina e della pizza alla pescatora. Commedia dell'arte, per me no, grazie.”

Fratelli d'Italia
Origine: In Einaudi, 1976<sup>3</sup>, p. 17: "Io poi a Napoli vorrei starci sempre il meno possibile. Mai combinato niente e sempre litigato con tutti. Una depressione, sempre. L'orrore delle strade, l'orrore della gente, la compassione o l'indignazione ogni volta, ma come si fa. Davvero è un posto che non mi dice niente, non ha niente da darmi, non mi importa niente, perciò trovo inutile venirci. Quindi gran stoltezza e only myself to blame se mi lascio trascinare anche stavolta, giacché non m'interessano il sole pittoresco e i golfi folklorici, e non so cosa farmene delle furberie stradali e della pizza alla marinara. Commedia dell'arte, per me no, grazie, mi fa vomitare."

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“Telefonai al veterinario: «Senta, lei non saprebbe dirmi come camminano le cagne incinte?… No, eh?»”

Antonio Amurri (1925–1992) scrittore e paroliere italiano

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“Abbiamo insegnato ai bambini a pensare che la spontaneità sia inappropriata. I bambini sono disposti a esporre sé stessi alle esperienze più disparate. Noi no. Gli adulti dicono sempre che stanno proteggendo i loro figli, ma in realtà stanno proteggendo sé stessi. E poi, non si possono proteggere i bambini. Loro sanno tutto.”

Maurice Sendak (1928–2012) scrittore e illustratore statunitense

Origine: Citato in The Paternal Pride of Maurice Sendak http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9B0DE6DC103CF93BA35752C1A961948260&scp=2&sq=Sendak+protecting&st=nyt, New York Times, (08-11-1987)

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“No alla violenza nella guerra!”

Marcello Macchia (1978) comico italiano

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Padre Maronno – L'ispettore Catiponda – L'Ispettore Santo Maroponda, Settima puntata

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