Frasi sulla religione
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“La religione è un certo modo di effettuare i rapporti fra l'uomo e le forze sovrumane e misteriose da cui egli si considera dipendente.”

Eugène Goblet d'Alviella (1846–1925) politico e storico belga

Origine: Citato in Lev Tolstoj, Che cos'è la religione e quale ne è l'essenza? (1902), in Il bastoncino verde: Scritti sul Cristianesimo, traduzione di V. Lebedev e G. Gazzeri, Servitium, Sotto il Monte, 1998, p. 90. ISBN 8881660857

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“Ho premesso che le coppie dello stesso sesso vanno tutelate e riconosciute dalle legge. Ma che ci posso fare? Non sono favorevole all'adozione e, prima ancora, al matrimonio, che è per definizione l'unione di un uomo e di una donna. Non accetta il mio argomento? Provi a seguirmi. Perché, allora, il matrimonio non può essere fra tre persone? O fra quattro? O fra tre uomini, due donne e un avatar? Se la sua risposta fosse «Eh no, bisogna essere in due!», vuol dire che anche per lei esiste una definizione di matrimonio, basata su una categoria: il numero. Per me ce n'è un'altra: la differenza di sesso. Non lo chiede solo la religione cattolica; lo suggeriscono il buon senso, la storia e la natura (che punta, implacabile, alla procreazione e alla conservazione della specie). Aggiungo: l'adozione da parte di coppie omosessuali mi lascia perplesso; molto perplesso quando ha risvolti pubblici e mondani, come nel caso di Elton John. Un bambino ha bisogno di mamma e papà, figure diverse e complementari. Può accadere che debba crescere solo con una o solo con l'altro. Ma svantaggiarlo da subito mi sembra ingiusto. Solo nel caso di adolescenti, la cui l'adozione si rivelasse difficile, sono pronto a rivedere il mio parere. Questo fa di me un troglodita politico? Non credo. Forse, in parte, un conservatore. Credo infatti che qualcosa da conservare ci sia, nella tradizione e nella fabbrica sociale degli uomini. Molto altro, invece, si può e si deve cambiare. E in Italia non lo facciamo, porca miseria.”

Beppe Severgnini (1956) giornalista italiano

Italians, Corriere.it
Origine: Da Le adozioni degli omosessuali http://italians.corriere.it/2011/02/03/le-adozioni-degli-omosessuali/, 3 febbraio 2011.

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“Le frasi di McLuhan sono un po' come i geroglifici egiziani che si prestano sempre a diverse interpretazioni.”

Gianpiero Gamaleri (1940) giornalista italiano

da McLuhan, un umanista nel villaggio globale in Mediamente del 21.01.1999 http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/g/gamaleri.htm

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“Dice che, a pensarci, è curioso che persone normali, intelligenti, possano credere a una cosa tanto pazzesca come la religione cristiana, una cosa in tutto e per tutto identica alla mitologia greca o alle favole. […]
Eppure viene creduta. Sono in molti a crederci. Durante la messa recitano il Credo, ogni frase del quale è un insulto al buonsenso, e lo recitano nella loro lingua, che si presume capiscano. Quand’ero piccolo, la domenica mio padre mi portava in chiesa e gli dispiaceva che la messa non fosse più in latino, un po’ per passatismo, e un po’ perché, ricordo ancora le sue parole, «in latino non ci si accorgeva che scemenza fosse». Ci si può rassicurare dicendo: non ci credono. Come non credono a Babbo Natale. Fa parte di un retaggio, di abitudini secolari e belle alle quali sono attaccati. Tramandandole, affermano un legame, di cui vanno fieri, con ciò che ha ispirato le cattedrali e la musica di Bach. Borbottano quelle parole perché è la consuetudine, come noialtri radical-chic, per i quali il corso di yoga della domenica mattina ha preso il posto della messa, borbottiamo un mantra seguendo il maestro prima di cominciare la pratica. In questo mantra, tuttavia, ci auguriamo che la pioggia cada al momento giusto e tutti gli uomini vivano in pace, nient’altro che pii desideri, probabilmente, i quali però non offendono la ragione, e questa è una differenza sostanziale con il cristianesimo.”

Le Royaume

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“Guai se tutte le frasi reversibili fossero vere, fossero sentenze d'oracolo… eppure quando le leggi a rovescio, e il conto torna, c'è qualcosa in loro di magico e rivelatorio: lo sapevano anche i latini, e le scrivevano sulle meridiane.”

Primo Levi (1918–1987) scrittore, partigiano e chimico italiano

Origine: Citato in Stefano Bartezzaghi, I migliori palindromi della nostra vita http://www.repubblica.it/online/lessico_e_nuvole/palindro/palindro/palindro.html, Repubblica.it, 17 marzo 2001

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“Prima della guerra del 1970, la Cambogia aveva una popolazione di più di sette milioni di abitanti. Eravamo un popolo gentile, tollerante, amante della pace e della libertà individuale, e devoto alla religione. Sei milioni di cambogiani erano buddisti, circa cinquecentomila erano musulmani e circa cinquantamila erano cattolici. La nostra agricoltura era rigogliosa. Avevamo terre fertili. Ogni anno potevamo esportare un'eccedenza di riso, di mais, di gomma e di pesce. Anche senza lavorare sodo, la nostra vita era buona.”

Norodom Sihanouk (1922–2012) re della Cambogia

Before the war in 1970, Cambodia had more than 7,000,000 inhabitants. We were a gentle, tolerant people, loving peace, freedom and individual liberties and dedicated to religions. Six million Cambodians were Buddhists, about 500,000 were Moslems and about 50,000 were Catholics. Our agriculture was prosperous. We had good soil. Every year, we could export surplus rice, corn, rubber, fish. Even without working hard, we had a good way of life.
Citazioni tratte dalle interviste
Variante: Prima della guerra del 1970, la Cambogia aveva una popolazione di più di sette milioni di abitanti. Eravamo un popolo gentile, tollerante, amante della pace e della libertà individuale, e devoto alla religione. Sei milioni di cambogiani erano buddisti, circa cinquecentomila erano musulmani e circa cinquantamila erano cattolici. La nostra agricoltura era rigogliosa. Avevamo terre fertili. Ogni anno potevamo esportare un'eccedenza di riso, di mais, di gomma e di pesce. Anche senza lavorare sodo, la nostra vita era buona.

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“Secondo l'opinione comune si chiamano spinozisti coloro che non seguono alcuna religione e che d'altronde non si preoccupano molto di nasconderlo.”

Pierre Bayle (1647–1706) filosofo, scrittore e enciclopedista francese

Spinoza; 1958, p. 17
Dizionario storico-critico

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“La maggior parte degli uomini, o il loro maggior numero si lascia guidare in fatto di religione da una direzion comune.”

James Harrington (1611–1677) filosofo e scrittore britannico

cap. ultimo, 38; p. 135
Aforismi politici

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“La democrazia va bene in Europa. In Africa ci sono altre tradizioni. Guarda l'Etiopia di oggi: dicono di aver introdotto il pluralismo. Invece hanno reintrodotto il tribalismo. Ciascuno sta dalla parte della propria tribù o della propria religione, non dalla parte di un partito. Come in Sudan, in Ruanda, in Burundi, in Congo, in Kenia. Dappertutto. Il mondo vedrà in Africa guerre mai viste prima. Terribile guerre tribali.”

Menghistu Hailè Mariàm (1937) militare e politico etiope

Variante: La democrazia va bene in Europa. In Africa ci sono altre tradizioni. Guarda l'Etiopia di oggi: dicono di avr introdotto il pluralismo. Invece hanno reintrodotto il tribalismo. Ciascuno sta dalla parte della propria tribù o della proporia religione, non dalla parte di un partito. Come in Sudan, in Ruanda, in Burundi, in Congo, in Kenia. Dappertutto. Il mondo vedrà in Africa guerre mai viste prima. Terribile guerre tribali.

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“Se il pensiero di Platone e di Socrate, le credenze della Cristianità e del Giudaismo non fossero stati armonizzati con la filosofi a Hindu; se lo Yoga e le sue varie fasi non fossero stati esposti al pensiero Occidentale; se la religione e la filosofi a Occidentali non fossero state esposte alla filosofi a ed alla religione Orientali, mediante il persistente impegno di Vostra Eccellenza, quanto più povero sarebbe stato il pensiero umano!”

Haile Selassie (1892–1975) negus neghesti etiope

Citazioni tratte dai discorsi
Origine: Dal discorso di S.M.I. Haile Selassie I per il conferimento di una laurea honoris causa a Sarvepali Rahdakrishnan, 12 ottobre 1965; citato in Discorsi di sua maestà imperiale Haile Selassie I tradotti in italiano.

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“[Su Diego Armando Maradona] Non si scriverà mai abbastanza di questo grande, fascinoso, completo giocatore che ha fatto del calcio una religione, estraendo l'innata ispirazione da uno spirito fanciullesco e da un animalesco istinto che lo vuole amico, suddito e insieme sacerdote di Giove Palla.”

Italo Cucci (1939) giornalista italiano

Origine: Da Guerin Sportivo, 2 luglio 1986; citato in Napoli tutti i santi giorni: 365 + 1 motivi per tifare Napoli, Kowalski, p. 54 https://books.google.it/books?id=FUlCAQAAQBAJ&pg=PT54. ISBN 8874963998

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“Non so voi, | io vado a farmi una religione come Tolstoj. (da Confusianesimo, n. 5)”

Caparezza (1973) cantautore e rapper italiano

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“Nel momento in cui la legge marocchina afferma che un cittadino omosessuale è un criminale, autorizza gli altri cittadini a maltrattare gli omosessuali. I linciaggi sono la continuazione del silenzio del potere: evitando di condannare le aggressioni, i responsabili in pratica le incoraggiano. La reazione sociale è legata al potere. Bisogna cambiare prima la legge per cambiare le mentalità […] La gente si appoggia alla religione per legittimare l’omofobia, però questo male è fondamentalmente politico.”

Abdellah Taïa (1973) scrittore marocchino

Origine: Citato in Marocco, due arresti per “sodomia” durante il ramadan https://www.ilgrandecolibri.com/marocco-sodomia-ramadan/, Il Grande Colibrì.com, 13 giugno 2017. Dall'intervista Pour Abdellah Taïa, «la loi marocaine encourage les lynchages d’homosexuels» En savoir plus sur http://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/06/11/abdellah-taia-la-loi-marocaine-encourage-les-lynchages-d-homosexuels_5142303_3212.html#6oVOhJLqIMhK4ueV.99 http://www.lemonde.fr/afrique/article/2017/06/11/abdellah-taia-la-loi-marocaine-encourage-les-lynchages-d-homosexuels_5142303_3212.html a Le Monte.fr.

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“Certi dicono che, siccome abbiamo adottato il Socialismo, dovremmo fare a meno dell'Islam. Questo non è vero. Perché dovremmo gettare via la nostra religione? La nostra religione si oppone allo sviluppo economico del nostro popolo? No, la nostra religione lo promuove. Conserveremo la nostra religione e costruiremo una società socialista.”

Mohammed Siad Barre (1919–1995) politico somalo

My Country and My People, Vol. II
Variante: Certi dicono che, siccome abbiamo adottato il Socialismo, dovremmo fare a meno dell'Islam. Questo non è vero. Perché dovremmo gettare la nostra religione? La nostra religione si oppone allo sviluppo economico del nostro popolo? No, la nostra religione lo promuove. Conserveremo la nostra religione e costruiremo una società socialista.

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“I Khmer Rossi elaborarono una costituzione per la loro nuova Cambogia «democratica». L'articolo venti della costituzione diceva che ogni cambogiano aveva il diritto di praticare qualsiasi religione (piena libertà di culto religioso), e che i cambogiani avevano il diritto di non praticare qualsiasi religione. Ma qualsiasi religione che fosse «errata» o «dannosa» per la Cambogia era assolutamente vietata. È ciò che il presidente Mao, i cui insegnamenti i Khmer Rossi seguirono fino ai loro più barbarici estremi, avrebbe forse chiamato una «contraddizione». La maggior parte dei cambogiani sono buddisti, e il buddismo ispira i gentili, i passivi, e venera l'armonia tra gli esseri umani e la loro terra, non la supremazia su di essa. I Khmer Rossi decisero di porre fine a questa tradizione in quasi una sola nottata.”

John Pilger (1939) giornalista australiano

Variante: I Khmer Rossi elaborarono una costituzione per la loro nuova Cambogia «democratica». L'articolo venti della costituzione disse che ogni campogiano aveva il diritto di venerare qualsiasi religione, e che ogni cambogiano aveva il diritto di non venerare qualsiasi religione. Ma qualsiasi religione che era «errata» o «dannosa» per la Cambogia era assolutamente vietata. È ciò che il presidente Mao, i cui insegnamenti i Khmer Rossi seguirono ai loro estremi più barbarici, avrebbe forse chiamato una «contraddizione». La maggior parte dei cambogiani sono buddisti, e il buddismo ispira i gentili, i passivi, e venera l'armonia tra gli esseri umani e la loro terra, non la supremazia su di essa. I Khmer Rossi decisero di porre fine a questa tradizione in quasi una sola nottata.

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“Sto con tutti i partiti di ogni colore se i loro obbiettivi sono di servire la patria, la libertà e la pace. Niente, neppure la religione, i partiti politici, la lingua o la nazionalità mi allontanerà da essi. Sto con loro, e marceremo sempre fianco a fianco nel corteo della libertà e della pace.”

Abd al-Karim Qasim (1914–1963) militare e politico iracheno

I am with all the parties of all trends if their aims are to serve the homeland, freedom and peace. Nothing will keep me far from them, neither religion, political parties, language nor nationality; I am with them and we will always march forward hand in hand in the procession of freedom and peace.
Principles of 14th July revolution
Variante: Sto con tutti i partiti di ogni colore se i loro obbiettivi sono di servire la patria, la libertà e la pace. Niente, neppure la religione, i partiti politici, la lingue o la nazionalità mi allontanerà da essi. Sto con loro, e marceremo sempre fianco a fianco nella processione della libertà e la pace.

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“Io mi sono lasciato alle spalle la religione, ma quando si tratta di narrativa, di scrivere, sono molto religioso.”

Nathan Englander (1970) Scrittore statunitense

Origine: Registrazione sonora, Nathan Englander con Antonio Monda, n. 2007_09_08_161 http://archivio.festivaletteratura.it/flm-web/audio/detail/IT-FLM-AV0001-0001800/nathan-englander-antonio-monda-n-2007-09-08-161, archivio.festivaletteratura.it, 7 settembre 2007.

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“Quando la religione è semplice, spoglia da ogni interesse, e per conseguenza non coercitiva, allora è vera, o nulla almeno si oppone, perché sia tale.”

James Harrington (1611–1677) filosofo e scrittore britannico

cap. VI, 18; p. 85
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“Lo scià era stato un despota a tratti illuminato e innovatore, a tratti incline alla repressione e ignaro della rivolta che covava tra i sudditi. Aveva regnato trentasette anni e anche lui aveva fatto la sua Rivoluzione bianca. In particolare una riforma agraria che non aveva colpito troppo i latifondisti. A restituirgli il trono travolto da un'insurrezione popolare, nel 1953, era stata la Cia. Non gli erano poi mancati gli ossequi di mezzo mondo. Ossequi di un'intensità proporzionata alla produzione petrolifera della Persia. Persia era il nome che lo scià preferiva per il suo paese. Lo voleva storicamente collegato all'epoca preislamica. La protezione della superpotenza americana gli era garantita. Migliaia di esperti militari venuti dagli Stati Uniti erano la prova concreta che per questi ultimi la Persia di Pahlevi era il migliore alleato nella regione, insieme a Israele. L'idea di poter essere scalzato dai religiosi non l' aveva forse mai sfiorato. Lui aveva seguito le orme del padre, umiliandoli in più occasioni. Reza scià, il genitore, aveva destituito la vecchia dinasta Qajar e si era proclamato imperatore nel 1925, quando era un semplice ufficiale venuto dalla gavetta. Imitando il turco Ataturk, suo grande ispiratore, entrava a cavallo nelle moschee per dimostrare in quale conto tenesse la religione e i religiosi. Cosi aveva fondato una nuova dinastia, quella dei Pahlevi, giudicati dei parvenus da chi poteva vantare un antico sangue reale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

“Il clero sciita, che ha promosso e guida la rivoluzione islamica di Teheran, non è composto di vermi che si agitano nella sporcizia e nel fango, come diceva il defunto scià di Persia. Gli ayatollah, che lo hanno travolto quando sembrava all'apice della potenza, difendono l'umiliato orgoglio di un'antica nazione, la Persia, e una religione a lungo frustrata, che i loro predecessori non hanno saputo preservare e rispettare. Li difendono col fanatismo, con l'odio, con una crudeltà d'altri secoli, e con un pessimo gusto che arriva al punto di costruire nel cuore di Teheran una fontana da cui sgorga acqua tinta di rosso, per ricordare il sangue versato dai martiri della rivoluzione. Ma li difendono dopo i numerosi fallimenti dei laici, degli innovatori. La loro rivoluzione è contro il mondo moderno, contro le società occidentali, contro i pagani, dai quali per secoli sono stati presi a calci. È un orgoglio ferito che esplode irrazionalmente, con il conforto di una religione che ha conservato una carica, un'intensità che noi definiamo medievale. Senza tener conto di questo, non si può capire il fenomeno iraniano.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Il clero sciita, che ha promosso e guida la rivoluzione islamica di Teheran, non è composto di vermi che si agitano nella sporcizia e nel fango, come diceva il defunto scià di Persia. Gli ayatollah, che lo hanno travolto quando sembrava all'apice della potenza, difendono l'umiliato orgoglio di un' antica nazione, la Persia, e una religione a lungo frustrata, che i loro predecessori non hanno saputo preservare e rispettare. Li difendono col fanatismo, con l'odio, con una crudeltà d' altri secoli, e con un pessimo gusto che arriva al punto di costruire nel cuore di Teheran una fontana da cui sgorga acqua tinta di rosso, per ricordare il sangue versato dai martiri della rivoluzione. Ma li difendono dopo i numerosi fallimenti dei laici, degli innovatori. La loro rivoluzione è contro il mondo moderno, contro le società occidentali, contro i pagani, dai quali per secoli sono stati presi a calci. È un orgoglio ferito che esplode irrazionalmente, con il conforto di una religione che ha conservato una carica, un' intensità che noi definiamo medievale. Senza tener conto di questo, non si può capire il fenomeno iraniano.
Origine: Da La piaga iraniana http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1987/08/04/la-piaga-iraniana.html?ref=search, la Repubblica, 4 agosto 1987.

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“La nostra strategia è divenire membro della Ue, il mio nuovo governo è anche un segnale con nuovi ministeri per Integrazione europea e ambiente, D'altra parte siamo profondamente legati alla Russia: tradizione, religione, economia, energia, radici storiche e presente. Nessuno ci pone un aut aut. Non sceglieremo, vogliamo carte aperte. Ma il nostro cammino strategico si chiama Unione europea.”

Ana Brnabić (1975) politica serba

Origine: Citato in Andrea Tarquini La premier serba Ana Brnabic: “Il Kosovo rinunci all’esercito, minaccia la pace nei Balcani” https://rep.repubblica.it/pwa/intervista/2018/12/13/news/ana_brnabic_premier_serba_il_kosovo_rinunci_all_esercito_minaccia_la_pace_nei_balcani_-214204336/, Rep.it, 13 dicembre 2018.

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“I preti di Milano e le loro comunità, nella stragrande maggioranza, hanno sempre guardato con sospetto i gruppi di Cl che crescevano ai margini delle parrocchie, considerati come una sorta di setta autonoma che non riconosce l'autorità diocesana e, per di più, tende a mescolare in maniera spregiudicata e disinvolta religione, politica e affari.”

Gianni Barbacetto (1952) giornalista e scrittore italiano

Dal suo blog su Il fattoquotidiano.it
Origine: Da Scola e i miracoli: Milano avrà un vescovo ciellino https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/23/scola-e-i-miracoli-milano-avra-un-vescovo-ciellino/1036647/, 23 giugno 2014.

“Aflak era un siriano di religione cristiana, un greco-ortodosso, ed era celebre anche per le sue lunghissime immersioni nell'acqua bollente. Mi aspettavo dunque di trovarlo in una vasca da bagno, come Marat: era invece seduto accanto alla finestra e guardava il fiume gonfio delle piogge invernali. Lo scorrere dell'acqua gli suggeriva molte idee: così era anche il corso impetuoso del nazionalismo arabo guidato dal Baas (Rinascimento) verso un'inevitabile unità araba dal Cairo alle sponde del Tigri sulle quali noi ci trovavamo. I vari fiumi non si versano in un unico mare? Aflak era incerto sul dove costruire la capitale del mondo arabo unito. Per evitare un conflitto tra il Cairo, Damasco e Bagdad in concorrenza tra di loro, bisognava crearne una nuova. Ma in quale deserto? Ricordo quell'incontro come uno degli episodi più surrealisti della mia vita professionale.”

Bernardo Valli (1930) giornalista e scrittore italiano

Variante: Aflak era un siriano di religione cristiana, un greco-ortodosso, ed era celebre anche per le sue lunghissime immersioni nell'acqua bollente. Mi aspettavo dunque di trovarlo in una vasca da bagno, come Marat: era invece seduto accanto alla finestra e guardava il fiume gonfio delle piogge invernali. Lo scorrere dell'acqua gli suggeriva molte idee: così era anche il corso impetuoso del nazionalismo arabo guidato dal Baas (Rinascimento) verso un'inevitabile unità araba dal Cairo alle sponde del Tigri sulle quali noi ci trovavamo. I vari fiumi non si versano in un unico mare? Aflak era incerto sul dove costruire la capitale del mondo arabo unito. Per evitare un conflitto tra il Cairo, Damasco e Bagdad in concorrenza tra di loro, bisognava crearne una nuova. Ma in quale deserto? Ricordo quell'incontro come uno degli episodi più surrealisti della mia vita professionale.